Che calendario ci sarà nel 2021? Se ci si volta indietro, ancora si sentono gli speaker, tanto la stagione è finita tardi, ma se si guarda avanti ecco che quella nuova non è così lontana. L’effetto covid però non solo non si è fermato, ma continua a porre punti interrogativi a dir poco giganteschi anche sul 2021. Tuttavia l’esperienza acquisita quest’anno da tutto il circus del ciclismo (team, organizzatori, Enti…) a qualcosa è servita.
Niente allarmismo
La situazione della pandemia su scala mondiale non è certo rosea nonostante l’annunciato arrivo del vaccino nei primi mesi del 2021. Se si dovesse organizzare adesso, partendo da zero sarebbe un bel problema. Sarebbe come tornare indietro di 10 mesi: nessuno sapeva come fare.
I calendari sono messi in discussione, tanto più dopo la rinuncia neanche così recente delle gare australiane e asiatiche, a partire dal Tour del Langkawi la più importante di quella zona. Queste infatti sono le prove che da diversi anni tengono a battesimo l’inizio della stagione del grande ciclismo.
Lo stop dell’Australia è legato soprattutto ad una logistica lunga e costosa. La grande isola (quasi un Continente) è molto attenta ai flussi e alle contaminazioni da sempre, figuriamoci in questo periodo. A team, media, addetti ai lavori sarebbero stati imposti troppi giorni di isolamento preventivo. Pertanto Down Under e la Cadel Evans Great Ocean Race (foto in apertura) hanno dato l’arrivederci al 2022.
Argentina salva!
Sorride, invece, l’altra parte (ciclistica) del mondo. Almeno per ora infatti è stata confermata la Vuelta a San Juan in Argentina (24-31 gennaio), “l’alter ego” dell’Australia, nonostante il virus in Sud America viaggi più spedito che in Oceania.
Gli organizzatori hanno previsto la bolla e potranno usufruire della logistica di un autodromo, il Villicum a una mezz’ora d’auto da San Juan. L’occhio lungo di Giovanni Lombardi (da sempre vicino all’organizzazione) e di Roberto Amadio durante i mondiali di Imola ha acceso sin da allora la speranza concreta di vedersi disputare questa bellissima corsa, che tra l’altro senza il DownUnder rischia di avere un super parterre. E in tal senso vince anche Marco Selleri. E’ stato il primo a riallestire eventi (Extragiro, luglio) e la sua speranza era anche quella di dare fiducia agli altri colleghi affinché facessero lo stesso: ci è riuscito! Sempre in Sud America, in calendario ci sono poi diversi campionati nazionali e il Giro di Colombia (9-14 febbraio).
In Medio Oriente semaforo verde anche per Oman (9-14 feabbraio), l’anno scorso fermata per la morte del sultano Qaboos bin Said, e UAE Tour (21-27 febbraio) dove scoppiò la pandemia anche in gruppo.
Della Casa e l’Europa
Quindi che calendari ci aspettano?
«La mia opinione – dice Enrico della Casa, segretario generale della UEC – è che le gare si faranno e saranno molte, specie in Europa. Come abbiamo visto il discorso della bolla ha funzionato e le corse siamo riusciti a portarle a casa.
«I nostri eventi, vale a dire i campionati europei e alcune altre gare che controlliamo direttamente, sono tutti confermati per il 2021: strada, pista, ciclocross, Mtb e Bmx. Per la presenza del pubblico bisognerà attendere, immagino, soprattutto per quanto riguarda la pista che si svolge in ambiente chiuso. Però abbiamo dimostrato che con la buona volontà e le giuste competenze le corse si organizzano».
La prima gara in Europa, che in teoria dovrebbe ritrovare una centralità più forte che mai, sarà il Gp Valencia il 24 gennaio (addirittura una novità per i pro’), poi man mano tutte le altre “classiche”: le gara maiorchine, l’Etoile de Besseges, la Valenciana… fino ad arrivare al Trofeo Laigueglia, prima gara in Italia, in programma il 3 marzo.