Sorgà, abbiamo trovato il nuovo Merckx. Parola di Eddy

11.10.2021
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«Ho sentito parecchie volte il nome del nuovo Merckx, ma stavolta mi sa che l’abbiamo trovato davvero. Lui – dice il grande Eddy indicando Pogacar con lo sguardo – lo è per quello che ha fatto e che può fare. La prima volta che mi impressionò fu alla Vuelta di due anni fa. Fece una fuga di 35 chilometri con tutta la Movistar dietro che lo inseguiva e arrivò da solo. Poteva aver vinto la Liegi già lo scorso anno…».

Pogacar è parso a tratti in imbarazzo davanti alla maestà belga
Pogacar è parso a tratti in imbarazzo davanti alla maestà belga

Il nuovo Merckx

Pogacar arrossisce, un po’ fedele al copione e un po’ perché sedere accanto a Eddy Merckx che per la prima volta valuta l’ipotesi di passare lo scettro, provoca imbarazzo. Mattina di sole a Sorgà, presso Ciclostar, concept store Dmt nella pianura tra Verona e Mantova.

I due cannibali, 76 e 22 anni, sono riuniti nella stessa stanza e ieri hanno anche cenato insieme. L’idea di metterli insieme è notevole, anche se il giovane sloveno rifugge i paragoni. Eddy è serio, Tadej sembra in soggezione.

«Davvero – dice – non capisco perché si debbano fare certi paragoni. Perché devo essere il nuovo di un altro quando posso essere semplicemente me stesso?».

«Quando arrivai io – fa eco Merckx – si misero a parlare del nuovo Van Looy. Poi del nuovo Anquetil. Non mi ha mai dato fastidio, la stampa fa il suo lavoro…».

Ecco le tre scarpe Dmt per le tre maglie conquistate da Pogacar al Tour
Ecco le tre scarpe Dmt per le tre maglie conquistate da Pogacar al Tour

POGACAR: «Non è mai tutto facile, sulla bici soffro anche io, soprattutto quando vado via da solo. Poi ci sono i giorni magici come a Le Grand Bornand. Sono partito con pochi secondi. Spingevo regolare e a un certo punto ho cominciato a sentire che avevo un minuto, poi due, tre, quattro… Di solito divido la strada in settori intermedi per restare concentrato, con il mal di gambe e un po’ il divertimento.  Al Lombardia, in mezzo a tutto quel pubblico sull’ultima salita, ho pensato che fosse una figata. Poi la gente è finita e ho cominciato a sentire la stanchezza. Nella discesa è stato un mix fra divertimento e adrenalina, perché sapevo di giocarmi la vittoria».

MERCKX: «Quello che posso consigliarti è di tenere sempre i piedi per terra. Ogni anno dovrai dimostrare un po’ di più quello che vali. Lui lo sa benissimo – dice guardando verso la platea – e se rimane com’è, potrà vincere tante altre corse. Ha 22 anni, arriverà col tempo. Un giorno andrà anche al Giro d’Italia per vincerlo, senz’altro. Sono sicuro che lui il Giro lo vincerà».

POGACAR: «Tante altre corse, ma di sicuro non la Sanremo. Vincerla per sette volte come ha fatto Eddy è incredibile. Ma francamente non penso a cosa potrò ambire in futuro. Ogni corridore vuole vincere il più possibile, così anche io cerco di fare del mio meglio, lottando su ogni traguardo. Sarebbe divertente se continuasse sempre così, ma potrei anche avere un anno difficile. Anche io ho giornate negative. A Tokyo avrei preferito un’altra medaglia, la maglia iridata è la più bella e mi manca. Anche la maglia rosa».

MERCKX: «Tutti hanno dei punti deboli. Ma se ci sono carattere, mentalità giusta e voglia di fare la professione, non c’è crisi che tenga. E’ il migliore della sua generazione, la gente guarda le sue imprese. E forse era così anche per me. Oggi mi sento una persona normale che ha fatto una professione del suo hobby. Adesso però sono in pensione, mi godo i nipoti, che sono la cosa più importante».

POGACAR .«Anche io dopo il 24 conto di godermi un po’ la famiglia. Fino ad allora avrò impegni e il primo ritiro della squadra. Magari già con i compagni giocheremo un po’ a calcio, ci divertiremo. Per un po’ niente bici e loro saranno contenti. Di solito mi alleno forte o più forte, capisco che a volte li metto in difficoltà».

Merckx ha riconosciuto il valore di Pogacar e lo ha definito suo degno erede
Merckx ha riconosciuto il valore di Pogacar e lo ha definito suo degno erede

La sintesi di Cipollini

La sintesi la fa Cipollini, sbucato a sorpresa da dietro le quinte e restio a mettersi accanto ai due campioni.

«Non c’entro niente con loro due – dice – c’è una bella differenza tra vincere le volate e staccare tutti in salita. Come possiamo spiegare due fenomeni del genere? La natura a volte crea cose straordinarie. Loro sono degli eletti, cui la genetica permette di fare cose fuori dal comune. Se si abbina questo alla forza mentale, si capisce che non hanno limiti. Basta guardare i loro occhi quando gareggiano, lo vedi che cercano sempre un obiettivo davanti…».

Cipollini ha parlato dei due come di due miracoli della genetica
Cipollini ha parlato dei due come di due miracoli della genetica

La previsione di Merckx

Chiusura migliore non poteva esserci. Pogacar si ferma a parlare d’altro, prima di andare via con Alex Carera ed Andrea Noè che l’hanno accompagnato. Mentre Merckx fa per salire su un’auto dell’azienda. Il gruppo si disperde, per alcuni la stagione è agli sgoccioli. Per Pogacar è finita, dopo 60 giorni di corsa, la Tirreno, la Liegi, il Tour e il Lombardia.

«Perché dovrebbe durare poco?», dice Merckx prima di chiudere lo sportello: «Corre meno di quanto corressimo noi, che per guadagnare di più eravamo costretti a fare anche 100 corse all’anno. Lui è ben allenato, ha tutto per gestire il recupero. Non so come andrà la storia, ma almeno per questo non vedo grossi motivi di preoccupazione. Smetterà quando si sarà stancato di vincere…».

Grande lancio DMT: ecco KR0, sviluppata con i pro’

01.09.2021
4 min
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DMT, l’azienda veronese che produce calzature da 40 anni, crea il nuovo modello KR0, una scarpa che fonde ciò che tutti i ciclisti cercano: comodità e performance. DMT ha realizzato una serie di scarpe che sono diventate simbolo e icona del ciclismo, da quelle tricolore per Elia Viviani nel 2018 a quelle gialle di Pogacar che hanno sfilato sugli Champs Elysées.

Tecnologia Engineered 3D Knit

Da più di 10 anni DMT, nei propri stabilimenti, crea e compone calzature per tutti gli sport con questa tecnologia. Una tomaia cucita con migliaia di filamenti che si intrecciano gli uni con gli altri, dando la sensazione di avvolgere il piede come un calzino.

Il primo modello realizzata con tecnologia Knit esce allo scoperto con Viviani tricolore nel 2018
Il primo modello realizzata con tecnologia Knit esce allo scoperto con Viviani tricolore nel 2018

Nel 2017 è iniziato lo studio per portare i materiali e le tecnologie utilizzate tutti i giorni nel mondo dei pedali. Un anno dopo è stata realizzata la prima scarpa in Engineered 3D Knit dedicata al ciclismo. L’ha indossata Elia Viviani, disegnata con il tricolore, in onore della maglia di campione italiano indossata dal veronese.

La nuova KR0

Rappresenta l’apice delle performance e degli studi in casa DMT, migliorando tutte le caratteristiche delle calzature in maglia. La principale sfida era riuscire a connettere un tessuto così morbido con la suola, per permettere un trasferimento di potenza efficace, senza però rinunciare al comfort. La nuova suola realizzata in carbonio SL aumenta l’areazione, per combattere il caldo e la formazione di batteri all’interno della calzatura.

Sistema di chiusura

Parte fondamentale per la scarpa, soprattutto per quelle con una tomaia molto leggera, la doppia chiusura BOA Li2 presente sulle KR0 permette una microregolazione adatta a tutti

Testata dai migliori

Da questo punto di vista sono stati importanti i test e i dati riportati dai vari atleti del mondo WorldTour che collaborano con il marchio veronese, tra cui appunto, Elia Viviani.

«KR0 è la scarpa più leggera, avvolgente e confortevole che io abbia mai utilizzato – dice il veronese, bronzo a Tokyo – l’utilizzo del Knit nella KR1 era già stata una rivoluzione, ma la KR0 è l’evoluzione, la perfezione. La nuova suola aumenta la rigidità e l’aerazione».

Si contano collaborazioni anche con Eolo-Kometa ed Intermarché Wanty Gobert, mentre nel ciclismo femminile veste i piedi delle atlete del team Alé-BTC, un’incredibile quantità di corridori con cui crescere e far sviluppare le calzature DMT.

Per tutte le taglie

Le misure disponibili partono dal 37 fino al 46, con anche la disponibilità delle mezze misure. Disponibili anche il 47 ed il 48.

Peso della scarpa, per il numero 42 di 210 grammi.

Disponibile in tre colorazioni: nero, grigio e rosso fiammante

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Knit: dal filo alla scarpa, viaggio nel cuore di Dmt

28.06.2021
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Se si va sul sito di Dmt si leggerà in apertura: “Per la prima volta tutta la collezione Dmt utilizza la tecnologia Engineered Knit: nessun compromesso per nessuna specialità, ma il massimo per tutte”.

Prima di spiegare cosa sia questa tecnologia, vi diciamo che è quella che ha fatto cambiare marcia al brand veronese, tanto che non produce più solo per il ciclismo ma anche per altri sport e per la moda, che ha elevato la qualità dei suoi prodotti e che li ha resi innovativi.

Qualità massima

Dmt ci ha aperto le porte della sua azienda: dall’amministrazione alla produzione, dallo stoccaggio alle rifiniture. Con il brand director Glen McKibbben abbiamo fatto un viaggio entusiasmante che spesso ci ha stupito. E’ impossibile immaginare quanti passaggi ci siano dietro la fabbricazione di un modello, quante chicche, quante attenzioni. E più la gamma del prodotto è elevata e più i passaggi sono numerosi.

«Si può fare una stima – ci ha detto il patron Dmt, Philippe Zecchetto – perché sono davvero molti e cambiano sia in base alla gamma che alle colorazioni, visto che i modelli oggi sono anche personalizzabili, comunque si può arrivare a 150 passaggi».

La scarpa usata da Pogacar lo scorso anno al Tour prima di indossare la maglia gialla
La scarpa usata da Pogacar lo scorso anno al Tour prima di indossare la maglia gialla

Knit: dal filo alla scarpa

Quattro capannoni, uno più grande dell’altro, ognuno con delle specifiche destinazioni d’uso: la “corazzata” Dmt lavora a pieno regime con doppio turno. Per l’innovativa tecnologia Knit l’investimento è stato enorme. Ci sono decine e decine di macchinari il cui prezzo oscilla dai 30 ai 70 mila euro l’uno.

Ma cos’è Knit? Riassumendo al massimo potremmo dire che è quella tecnologia grazie alla quale si passa da un filo alla scarpa finita! In mezzo però c’è il mondo. E che mondo. 

Bisogna partire dal presupposto che una scarpa Dmt non ha cuciture e questo vale ormai anche per i modelli non top di gamma, e non solo per le Kr1 o Kr. A cambiare sono semmai i materiali. In ogni caso partendo da questo presupposto, una scarpa Dmt con tecnologia Knit è composta sostanzialmente da tre parti: tomaia, suola e legatura, sia essa con il sistema Boa che con quello a lacci, tanto caro a Tadej Pogacar.

Knit “interviene” in quella che è la parte più difficile, vale a dire la creazione della tomaia. Questo pezzo unico è fabbricato da quei macchinari che vi dicevamo. Per i modelli di alta gamma ogni macchinario produce due tomaie l’ora, qualcuno in più per quelli di gamma inferiore. La tomaia che ne esce è un “monoscocca”, tanto per restare in tema ciclistico, un pezzo unico che viene poi “saldato” a caldo con particolari resine sulla suola in carbonio (anch’essa oggetto di moltissimi studi anatomici). L’unica cucitura presente è quella sul tallone, dove in pratica si va a chiudere la tomaia e ad ottenere la scarpa stessa.

La tomaia (aperta) che esce dai macchinari: questo è il fulcro della tecnologia Knit
La tomaia (aperta) che esce dai macchinari: questo è il fulcro della tecnologia Knit

Chiusure inglobate

Il punto di forza di Knit però non si “limita” all’assenza di cuciture e al peso ridotto, ma anche al fatto che nella tomaia stessa sono già creati i canali per il passaggio della chiusura e le rispettive asole. In questo modo la scarpa è davvero un tutt’uno, un pezzo unico che garantisce così una calzata comoda e redditizia.

Bisogna poi sapere che per ottenere la certificazione Boa (il sistema di chiusura con rotella graduata) le asole dove passa il cavo devono avere determinati angoli di entrata e di uscita, altrimenti Boa non dà la possibilità di essere montato ufficialmente. Le tomaie dei modelli Dmt rispettano tali richieste e infatti la chiusura è ottimizzata.

Per filosofia aziendale, ogni prodotto è sempre sviluppato in anteprima con atleti professionisti. E possibilmente atleti di vertice. In passato c’è stato Contador, adesso ci sono Elia Viviani, specie per quel che concerne la pista, e Tadej Pogacar. Tutti cercano le scarpe strette e reattive e vanno in continuazione a stringerle prima degli sprint, Tadej con i lacci che chiaramente in corsa non può stringere ha vinto allo sprint la Liegi! E lasciamo stare il Tour…

Pogacar Parigi
Pogacar in giallo a Parigi con le sue Dmt Kr Tdf
Pogacar Parigi
Pogacar in giallo a Parigi con le sue Dmt Kr Tdf

Comfort e prestazioni

Ed è proprio qui che la visita al centro Dmt ci ha aperto un mondo. 

«Tutti – dicono in Dmt – ricercano una scarpa leggera e rigida, cioè che non disperda forza, ma bisognerebbe chiedersi: questa è anche confortevole? Alla lunga l’assenza di comfort incide sulla prestazione? E ancora: siamo sicuri che la scarpa debba essere tutta rigida? Oppure deve essere rigida in determinati punti (suola in carbonio) e lasciare respirare il piede in altri (tomaia)?».

Domande alle quali siamo riusciti a dare una risposta. Tra pochi giorni scatta il Tour de France. Pensiamo a quelle tappe nel sud della Francia in cui ci sono 35 gradi e l’asfalto è ad oltre 50 gradi. Un piede, che già di suo sotto sforzo produce calore, con la suola in carbonio che non lo disperde s’infuoca. E se vi aggiungiamo una tomaia che lo tiene stretto perché la scarpa deve essere rigida il piede scotta. Molti atleti hanno lamentato il problema del surriscaldamento. Con una tomaia in tessuto questo ostacolo viene aggirato totalmente. 

Inoltre, la tomaia in tessuto favorisce la circolazione, di conseguenza ne guadagna anche la prestazione. E nel ciclismo dei “marginal gains” non è poco. Non ci sono punti di pressione.

L’assenza di cuciture all’inizio dà l’effetto ciabatta – come in Dmt stessa ci hanno detto – ma bastano un paio di ore e si avverte la differenza: quanto il piede sia più libero e al tempo stesso stabile e pronto alla spinta.

Mirco Lasagni e Andrea Scolastico Accordo Nove Colli DMT

DMT sponsor della Nove Colli per il triennio 2021/2023

24.06.2021
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DMT “pedala” anche con la Nove Colli. Il brand veronese produttore di calzature per ciclismo – partner di atleti del calibro di Tadej Pogacar, Elia Viviani, e “official shoes” di team come la Intermarchè-Wanty-Gobert e la Eolo-Kometa – è difatti un nuovo partner della Regina delle Gran Fondo. L’accordo (triennale) di sponsorizzazione è dunque da considerare a tutti gli effetti quale un ulteriore ingresso di altissimo livello all’interno della famiglia Nove Colli, il primo della nuova presidenza Andrea Agostini.

Focus nel settore Gran Fondo

Da Bonferraro di Sorgà, località della storica sede DMT, filtra molta soddisfazione per l’accordo appena raggiunto con gli organizzatori del grande evento di Cesenatico, quest’anno in programma domenica 26 settembre, un accordo che consentirà a DMT di alzare ancora di più il livello di sinergie e di collaborazioni all’interno del proprio percorso di crescita sul mercato. In modo particolare con un focus preciso, e deciso, sul mondo dei ciclo amatori e dei Gran Fondisti.

DMT sarà partner della Nove Colli per i prossimi tre anni
DMT sarà partner della Nove Colli per i prossimi tre anni
DMT ha stretto un accordo triennale di sponsorizzazione con la Nove Colli

Dal Tour alla Romagna

Tra pochi giorni partirà il Tour de France, e Tadej Pogacar, l’ultimo vincitore della Grande Boucle e testimonial DMT, calzerà proprio delle scarpe personalizzate. Un vero e proprio “fil rouge” legherà dunque idealmente le strade di Francia a quelle arcigne e frequentatissime dei colli romagnoli!
«Siamo davvero molto felici ed onorati – ha dichiarato Mirco Lasagni (a sinistra nella foto di apertura con Andrea Scolastico, Area Managaer Italia di A.P.G. Srl), il Segretario Generale della S.C. Fausto Coppi, la società sportiva che organizza la Nove Colli – che un’azienda del calibro di DMT creda così fortemente nella filosofia della nostra Gran Fondo. Stiamo parlando di una eccellenza per quanto riguarda la produzione di calzature specifiche per il ciclismo. Una realtà che potrà senza dubbio contribuire ad alzare ulteriormente l’asticella della nostra corsa, delle nostre aspettative e anche dei nostri sogni».

Pogacar Parigi
Tadej Pogacar in giallo a Parigi lo scorso anno
Pogacar Parigi
Tadej Pogacar in giallo a Parigi nell’edizione 2020 vinta con le scarpe DMT

Glen McKibben, Brand director di DMT

«Abbiamo incredibile rispetto per la Nove Colli e per il suo ruolo così importante nel mondo del ciclismo – ha invece commentato Glen McKibben, il Brand director di DMT – e proprio per questo siamo estremamente orgogliosi di annunciare questo accordo. Riteniamo che DMT e Nove Colli abbiano molti punti in comune. Tra questi la passione per il ciclismo a tutti i livelli, una voglia di unire l’aspetto agonistico con il piacere di pedalare, e poi una storia che inizia negli anni settanta. In sintesi noi di DMT siamo onorati di far parte di questa grande festa del ciclismo mondiale!».

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DMT “KR1” in edizione limitata: dedicati al Giro d’Italia

29.04.2021
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Un nuovo modello di scarpini DMT, a dir poco affascinanti ed eleganti. I KR1 sono un’edizione limitata dedicata al Giro d’Italia, come si capisce piuttosto evidentemente dalla colorazione rosa. Leggeri, traspiranti e comodi, grazie all’alta qualità dei materiali con cui sono realizzati. Non c’è dubbio: i nuovi scarpini nascono per essere competitivi e super performanti. E racchiudono sotto questa fascinosa livrea rosa tutte le caratteristiche top di gamma.

Tomaia leggera e traspirante per le DMT KR1
Tomaia leggera e traspirante per le DMT KR1

Spinta ottimale

La suola anatomica è in carbonio e questo aspetto, oltre a rendere gli scarpini leggeri (nella misura 42 pesano appena 240 grammi), garantisce un’ottima trasmissione di potenza sui pedali. Le tacchette hanno una possibilità di regolazione anteriore-posteriore di 8 millimetri.

La tomaia è realizzata interamente in Engineered Knit 3D, leggera e traforata per aumentare il livello di traspirabilità. Essa infatti consente un completo ricambio di aria all’interno dello scarpino. Il piede si mantiene fresco e ossigenato, a vantaggio della circolazione. La calzata è ottima è conferisce un incredibile appoggio. Il corridore ne beneficerà e si troverà senza dubbio a suo agio, in grado di esprimersi nel migliore dei modi.

Gli scarpini top di gamma DMT, per il Giro d’Italia
Gli scarpini top di gamma DMT, per il Giro d’Italia

Tributo al Giro d’Italia

Il sistema di chiusura è il Boa Fit Ip1 e permette di controllare la chiusura dello scarpino con rotore microregolabile. Le KR1 sono caratterizzate da una struttura in maglia brevettata che elimina tutti i punti di pressione, garantendo una calzata estremamente comoda. L’impegno della grande azienda lombarda è evidente: un connubio di passione e professionalità rendono i nuovi KR1 già leader nel settore degli scarpini.

Il design lascia senza parole: rosa acceso con la scritta laterale DMT nera, uno scarpino unico sotto ogni punto di vista. Il robusto tacco antiscivolo inoltre protegge la suola in carbonio da eventuali contatti con l’asfalto.

Le misure disponibili vanno dal 37 al 47 (mezze taglie dal 37,5 al 45,5).

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DMT Tirreno Adriatico

Dmt alla Tirreno? E’ la scarpa ufficiale

09.03.2021
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Siete pronti per la Tirreno Adriatico? Bene, perché c’è qualcuno che è ancora più pronto di noi e che ha già allestito truck e mezzi per seguire la Corsa dei Due Mari, tutti i giorni, in carovana, in veste di partner commerciale. Parliamo di Dmt, il brand italiano produttore di calzature tecniche per ciclismo, che della edizione 2021 della “Tirreno” è titolare della qualifica di “scarpa ufficiale”.

KR1: sigla vincente…

Dmt, letteralmente “ai piedi” di Pogacar, Viviani, dei team Intermarchè Wanty Gobert ed Eolo Kometa, e di moltissimi altri atleti in gruppo, “parteciperà” dal 10 al 16 marzo prossimo alla gara WorldTour con un proprio mezzo brandizzato. Questa iniziativa ha il triplice obiettivo di supportare i propri atleti in gara, di promuoversi, ovviamente, oltre a quello di creare una fitta scaletta di incontri itineranti, presso le località sia di partenza che di arrivo di tappa, con la propria rete di rivenditori ufficiali.

Dmt: le scarpe del Tour

«In modo particolare – ci ha confidato Mauro Scovenna, Events specialist Diamant – daremo l’opportunità tutti i giorni e a tutti gli interessati, presso il nostro riconoscibilissimo truck, di provare la fantastica calzata delle Dmt KR1 e delle KR TdF: le scarpe che Tadej Pogacar ha portato al successo al Tour de France 2020. Queste ultime erano state originariamente progettate come prototipo di prova per lo stesso giovane corridore sloveno, che poi però ha deciso di indossarle durante la sua impressionante e spettacolare rincorsa verso la vittoria».

Mauro Scovenna, Events specialist Dmt
Mauro Scovenna, Events specialist Diamant
Mauro Scovenna, Events specialist Dmt
Mauro Scovenna, Events specialist Diamant

Costruzione innovativa

«Un grandioso successo anche per noi di Dmt – continua Mauro Scovenna – la costruzione di queste calzature è decisamente innovativa. E’ caratterizzata da una tomaia senza cuciture e da una rivisitazione della classica/storica chiusura con i lacci. Il comfort è eccezionale, ed è conferito in modo particolare sia dalla leggerezza che dalla traspirabilità e della metodologia di costruzione: la nostra brevettata Engineered Knit, che elimina i punti di pressione adattandosi al piede dell’atleta davvero come un guanto, e permettendo un trasferimento di energia solido, potente e stabile grazie anche alla esclusiva suola anatomica in fibra di carbonio».

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DMT KR 1

DMTid, la personalizzazione che non c’era

12.01.2021
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Il bike brand DMT, produttore da quasi quarant’anni di calzature per il ciclismo e partner tra gli altri di atleti del calibro di Tadej Pogacar ed Elia Viviani, ha sviluppato un sofisticato configuratore online che dà la possibilità a chiunque di personalizzare le proprie KR1, il modello top di gamma della collezione.

Una grafica “su misura”

Attraverso pochi ed agevoli passaggi da realizzare sul web – una volta collegati al portale dedicato www.dmtid.comsi può scegliere sia il colore della grafica delle scarpe quanto quello del logo. In questo modo è possibile renderle uniche attraverso l’aggiunta del proprio nome e anche della bandiera corrispondente alla nazione di appartenenza. Una soluzione ideale se si pensa a quanto il look in bici sia diventato ricercato. Inoltre, può essere utile anche per i team amatoriali o giovanili che vogliono distinguersi e affidarsi alla grande tradizione e la profonda esperienza DMT.

Glen McKibben, brand director DMT, con Tadej Pogacar
Glen McKibben, Brand Director DMT, con Tadej Pogacar
Glen McKibben, brand director DMT, con Tadej Pogacar
Glen McKibben, Brand Director DMT, con Tadej Pogacar

La rivoluzione Engineered Knit

Il modello KR1 di DMT è in assoluto la scarpa che ha dato inizio alla rivoluzione del Engineered Knit, oggi presente su tutta la collezione DMT (corsa, mtb e triathlon). Sviluppata e indossata da Elia Viviani, Tadej Pogacar e da altri grandi campioni, questa calzatura si distingue per l’incredibile comodità, che a detta di molti atleti cambia radicalmente il concetto di una comune scarpa da ciclismo. Leggere e traspiranti, le KR1 sono caratterizzate da una struttura in maglia brevettata che elimina tutti i punti di pressione, garantendo una calzata estremamente comoda. Altra caratteristica è la super traspirabilità della tomaia “Knit” e lo straordinario sostegno fornito dalla suola anatomica in carbonio, capace di un trasferimento diretto di potenza davvero molto efficace.

Sviluppate con Elia Viviani

«La tomaia in morbida maglia avvolge senza comprimere il piede – ha dichiarato a bici.PRO Elia Viviani ,che di queste scarpe può con ragione definirsi uno dei più pignoli sviluppatori – concedendo performance superiori in termini di comfort e traspirabilità. Grazie alla tecnologia 3D Knit ciascuno sarà pronto a superare i propri limiti, offrendo ai piedi il massimo del comfort: questa è davvero una nuova generazione di calzature da ciclismo».

Elia Viviani
Elia Viviani con le KR1
Elia Viviani
Elia Viviani durante l’ultimo Giro d’Italia con le KR1

Chiusura con il BOA

Oltre alla tomaia interamente in Engineered Knit 3D personalizzabile, tra le altre caratteristiche distintive delle DMT KR1 occorre anche ricordare lo spessore variabile e le strutture in maglia per il massimo del comfort, le fettucce passacavo integrate, il sistema di chiusura singolo BOA Fit IP1, la già citata suola anatomica in carbonio, la regolazione anteriore-posteriore della tacchetta (8mm) e gli stilosi toni riflettenti sul colore nero. Le misure disponibili? Dal 37 al 47 (mezze taglie dal 37,5 al 45,5. Il peso è di appena 240 grammi nella misura 42.

dmtid.com

VIDEO/Metti un giorno con Bennati e la Filante

01.12.2020
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Appuntamento con Daniele Bennati per una serie di test che si aprono con la Filante SLR, la nuova bicicletta aerodinamica di Wilier Triestina. Grande lavoro in galleria del vento per smussare angoli e tubi. Nuova concezione del passaggio ruota alla forcella e al carro posteriore, per consentire all'aria di incanalarsi, rendendo così la bicicletta molto più stabile e più veloce. Una bici compatta che agevola il compito di tenere alta la velocità e rilanciare. «Se fossi ancora un corridore - ha detto il Benna - sarebbe senza dubbio la mia bici».

La strada sale dolcemente, quando Bennati cala due denti e si alza sui pedali. La Filante SLR grigia cambia subito passo e avanza in un fruscio. La nuova nata di casa Wilier Triestinaun senso di compattezza e velocità. E vederla tra le mani di uno che su un’altra bici della casa veneta, 13 anni fa, vinse la tappa di Parigi al Tour de France, rende più credibile ogni parola.

Siamo nell’entroterra Piceno con il corridore aretino che di Wilier è testimonial, per una serie di test di cui iniziamo a raccontarvi da qui. E il primo riguarda appunto la bici più veloce, presentata il 10 novembre, ma non ancora messa sotto torchio. Chi meglio del Benna?

Wilier Triestina Filante SLR, 2020, manubrio aerodinamico integrato
Il manubrio integrato nasce proprio per questa bicicletta
Wilier Triestina Filante SLR, 2020, manubrio aerodinamico integrato
Il manubrio integrato creato su misura

«Su salite così – dice avvicinandosi al furgone da cui lo riprendiamo – va molto bene. Poi chiaramente su pendenze più marcate, la Zero SLR va meglio, è più da salita. Ma se fossi stato ancora un corridore, questa sarebbe stata la mia bici. Senza dubbio».

Flussi d’aria

Il manubrio realizzato per l’uso. Gli spigoli del telaio smussati. La distanza superiore al passaggio ruota sia all’anteriore che al posteriore per far defluire meglio i flussi d’aria. Gli ingegneri Wilier l’hanno studiata a lungo e bene, il riscontro del campione è immediato.

«Il concetto di aerodinamicità – prosegue Bennati mentre sullo sfondo si stagliano i Monti Sibillini già innevati – non si esaurisce solo alla pianura. La domanda per una bici del genere è se va bene anche in salita. Secondo me, se parliamo di salite pedalabili in cui fai velocità, anche 30 all’ora, una bici aerodinamica ti aiuta comunque. Ma forse è persino riduttivo limitarsi all’aerodinamica, che pure è decisiva».

Wilier Triestina Filante SLR, 2020
Wilier Triestina Filante SLR, presentata il 10 novembre 2020
Wilier Triestina Filante SLR, 2020
Wilier Filante SLR, presentata il 10 novembre

Scorrevolezza top

Il discorso si fa interessante, per cui rallentiamo perché possa parlare senza rischiare l’attacco di cuore.

«Io con Wilier ho vinto a Parigi – dice – ma parliamo di 13 anni fa ed è impossibile fare paragoni. Le bici cambiano anno dopo anno, ma ad esempio usando questa che ha i freni a disco e il perno passante, ti rendi conto che l’insieme fa la differenza. Non tanto sulla rigidità quanto sulla scorrevolezza. Ti rendi conto che ad alte andature, riesci a mantenere bene la velocità. E’ meno problematico rilanciare la bici quando vai davvero forte. Nel caso di un velocista, ad esempio, è chiaro che quando ti alzi sui pedali a 65 all’ora, è molto meno complicato non solo mantenere la stessa velocità, ma fare proprio la volata negli ultimi 200 metri. La differenza di questa bici rispetto a quella di Parigi è proprio questa».

Wilier Triestina Filante SLR, 2020, Campagnolo Super Record
La Filante di Bennati monta il Campagnolo Super Record elettronico con freni a disco
Wilier Triestina Filante SLR, 2020, Campagnolo Super Record
Per Bennati Super Record e freni a disco


Cura dei dettagli

E’ un insieme di cose che si chiamano progresso e spiegano tanti altri aspetti del ciclismo contemporaneo.

«Magari – dice Bennati leggendoci nel pensiero – ci si meraviglia che le medie siano sempre molto alte, però forse tanti non valutano anche questo aspetto. Cioè che le bici sono molto più veloci rispetto a un tempo. Viene studiato tutto nei minimi dettagli. Dalla scarpa al casco, fino all’abbigliamento, che è una componente fondamentale, tanto che nelle tappe di montagna ci sono corridori che utilizzano il body. Ormai si può limare l’impossibile, c’è una continua ricerca della perfezione e della massima aerodinamicità. Rispetto a un tempo si va molto più forte anche per questi motivi».

Wilier Triestina Filante SLR, 2020, freni a disco Campagnolo
Il sistema frenante Campagnolo si distingue per potenza e modulabilità
Wilier Triestina Filante SLR, 2020, freni a disco Campagnolo
Freni Campagnolo, potenti e modulabili

Il furgone accelera, Bennati scatta, allunga, si distende, prova la volata, si tuffa nel tornante in discesa come un bambino con il giocattolo più bello. La descrizione tecnica della bici nei dettagli potete leggerla nell’articolo di Filippo Lorenzon, per continuare a capire il pensiero del toscano c’è questo video bellissimo che lo racconta. Mentre il nostro viaggio con lui non si ferma qui e presto vi porteremo su altre traiettorie…

www.wilier.com/it

Pogacar Parigi

DMT: come sono nate le scarpe di Pogacar

25.11.2020
4 min
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Tornando al Tour de France 2020 tutti noi ricordiamo la bellissima vittoria di Tadej Pogacar. Il giovane sloveno ha portato sul gradino più alto del podio anche le scarpe del marchio italiano DMT, ma in una versione con i lacci che ha colpito molto gli appassionati. Abbiamo parlato di queste scarpe e del loro possibile futuro con Glen McKibben Brand Director di Diamant, l’azienda che produce le scarpe DMT e le biciclette Cipollini. McKibben è un appassionato ciclista che ha lavorato in precedenza anche per altri brand prestigiosi del mondo del ciclismo e oggi segue da vicino la nascita e l’evoluzione dei prodotti DMT e Cipollini.

Si era partiti con il Boa

Sembra strano a dirlo, ma anche per la versione con i lacci delle scarpe DMT di Pogacar c’entra il Covid-19.
«All’incirca un anno fa io e Nicola Minali avevamo parlato con Pogacar per capire che preferenze aveva in fatto di scarpe – esordisce così Glen McKibben – e lui ci aveva detto che gli piacevano i lacci. Ma noi non avevamo un modello con i lacci e gli abbiamo fornito le nostre KR1 con il Boa. Tadej le ha provate e ci ha dato subito dei riscontri positivi, soprattutto era colpito dalla morbidezza della tomaia in Knit». Per chi non lo sapesse Nicola Minali è un corridore ex professionista che ora lavora presso DMT e segue lo sviluppo delle scarpe.
«Questa cosa dei lacci era rimasta in testa a Minali – continua McKibben – che ha iniziato a pensare a qualcosa. Intanto la stagione era partita e Pogacar utilizzava le scarpe con il Boa e aveva anche vinto qualche corsa»

Pogacar con Phlippe Zecchetto CEO di Diamant
Pogacar in visita da DMT con Philippe Zecchetto CEO di Diamant
Pogacar con famiglia  Zecchetto
Pogacar in visita da DMT con il patron Federico Zecchetto a destra e suo figlio Philippe

Arriva il lockdown

Ma poi la stagione si ferma a causa del Covid-19 che ci ha costretto a fermarci e a vivere il lockdown, ma non è stato per tutti uguale: «Sai la stagione si è fermata ma in Slovenia hanno avuto un lockdown più leggero del nostro e potevano pedalare. Proprio in quel periodo, Minali aveva portato a termine la versione della scarpa con i lacci. Abbiamo pensato di farla provare a Tadej. Abbiamo diversi professionisti che usano le scarpe DMT, fra cui anche Viviani. Spesso gli facciamo provare delle novità tecniche per vedere che riscontro ci danno. La maggior parte delle volte nessuno si accorge se Elia ha corso con una scarpa con una suola diversa, ma con i lacci la cosa è più evidente»

Oltre ogni aspettativa

Per Pogacar lo stop della stagione si è trasformato in una seconda possibilità per provare qualche materiale nuovo come le scarpe.

«Poco prima che riprendesse la stagione Pogacar ci ha chiesto se poteva correre con le scarpe con i lacci, si era trovato talmente bene che le voleva tenere. A quel punto abbiamo pensato perché no?».

E i risultati sono andati ogni aspettativa: «Ci siamo detti, se va bene vince una tappa al Tour e arriva con il gruppo dei migliori, non pensavamo che lo vincesse , ed invece con quella vittoria ci siamo ritrovati un autentico boom di richieste. Tutti ci chiedevano di poter provare la versione con i lacci. A questo punto abbiamo pensato di celebrare questa vittoria e proprio in questi giorni sta arrivando nei negozi la scarpa con i lacci con l’autografo di Pogacar. Lo facciamo anche per celebrare il Made in Italy in un anno che è stato difficile per tutti».

Pogacar al mondiale di Imola
Pogacar in azione con le sue DMT ai mondiali di Imola
Pogacar al mondiale di Imola
Pogacar ha continuato ad usare le DMT con i lacci anche dopo il Tour. Qui è ai mondiali

Anche nel 2021

Glen McKibben ci ha confermato che anche per il 2021 Pogacar dovrebbe continuare ad usare questa scarpa che a livello tecnico: «Ha la suola anatomica della KR1 che sostiene bene l’arco plantare e trasmette tutta la forza ai pedali. Anche la tomaia è la stessa della KR1 in Knit, la nostra tecnologia che fa sembrare di indossare un guanto. Quelle con i lacci hanno una serie di piccole modifiche e sono dotate di un sistema di cordini che sono inseriti dentro la tomaia, passano sotto la suola e si vanno ad agganciare ai lacci». In questo modo stringendo i lacci la scarpa rimane uniformemente aderente al piede.

Comfort elevato

In molti si chiedono ma come fa un corridore a tenere per diverse ore lo stesso livello di chiusura della scarpa senza avere qualche dolore? «Questo è il grande pregio del Knit – risponde McKibben – la sua grande morbidezza ed elasticità ha permesso a Pogacar di tenere le scarpe strette in tutte le tappe dall’inizio alla fine, senza avere mai dei fastidi. Probabilmente con una tomaia in materiale classico questo non sarebbe potuto avvenire».

Pogacar alla Freccia Vallone 2020
Pogacar in azione alla Freccia Vallone
Pogacar alla Freccia Vallone 2020
Pogacar in azione alla Freccia Vallone

Il futuro sono i lacci?

Quindi con Pogacar che continuerà ad usarle, possiamo immaginare che il futuro sia un ritorno dei lacci? «Non credo, penso che la comodità del Boa per la gran parte dei ciclisti, compreso il sottoscritto, sia maggiore, infatti continueremo la nostra collaborazione con Boa e siamo felicissimi dei risultati. Certo che i lacci fanno moda e possono piacere a chi cerca un tocco di vintage in una scarpa che con il Knit e la suola anatomica in carbonio è un concentrato di innovazioni tecnologiche molto moderne».