Bici, sella, abbigliamento e casco: la nuova vita di Elia Viviani

18.03.2025
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Una piacevole chiacchierata con Elia Viviani. L’argomento principale è stato entrare nel dettaglio dei nuovi materiali che ha iniziato ad usare al Team Lotto. L’abbiamo ascoltato al rientro da un allenamento di oltre 4 ore, super disponibile come sempre e preparatissimo sulle dotazioni tecniche.

Dalle bici Orbea con la doppia scelta, tra versione Aero della Orca, passando per la versione sviluppata per gli scalatori. Dai caschi (ben tre versioni stradali a disposizione) ed occhiali, ai capi tecnici, fino ad arrivare alle DMT con i cavi (senza rotori Boa), una novità per Viviani.

Il debutto in Belgio al GP Criquielion con la nuova maglia (foto Team Lotto)
Il debutto in Belgio al GP Criquielion con la nuova maglia (foto Team Lotto)
Allenamento lungo oggi?

Quattro ore, poco più, sono rimasto asciutto, non ho preso pioggia, quindi una bella giornata produttiva e con un clima tutto sommato buono.

Sei ancora in fase di adattamento con i nuovi materiali, oppure sei a regime al 100 per cento?

Devo affinare ancora qualche dettaglio, ma sono a buon punto. Non è stato un passaggio normale il mio, accelerato e veloce. Non ho avuto i ritiri invernali classici dove si prende confidenza con i materiali un po’ alla volta, quasi obbligato a velocizzare l’assestamento generale.

Orbea Orca Aero la prima scelta di Viviani (foto Team Lotto)
Orbea Orca Aero la prima scelta di Viviani (foto Team Lotto)
Il Viviani che non lascia nulla al caso che approccio ha utilizzato?

Due giorni dopo l’ufficialità dell’ingaggio al Team Lotto sono partito per il Belgio e ho fatto una full immersion al service course della squadra. A tutta con i meccanici per scegliere e analizzare le caratteristiche dei materiali, non solo la bici. Buona parte delle ore passate sono state investite per fare le misure.

Hai avuto difficoltà, o hai delle difficoltà di adattamento?

Nessuna difficoltà, ma onestamente mi ritengo anche fortunato. Bici a parte avevo usato in passato caschi e occhiali Ekoi in Cofidis, vestiario Vermarc alla Quick-Step. Una prima volta sulle bici Orbea, ma in Cofidis avevo usato Selle Italia, quindi partivo con un piccolo vantaggio nella scelta della sella e poi tutto l’impianto Shimano usato sulle Pinarello in Ineos.

In maglia Ineos e con bici bici Pinarello
In maglia Ineos e con bici bici Pinarello
Sei riuscito a sfruttare delle sovrapposizioni in fatto di misure?

Sì, perché Orbea e Pinarello pur essendo bici molto differenti, nella taglia a me più congeniale hanno il medesimo orizzontale. I punti di contatto principali combaciavano con la bici precedente, piccoli aggiustamenti, normali in una situazione del genere.

Hai sfruttato qualche giornata di training intenso per forzare l’adattamento?

Quattro giorni di super allenamenti dove mi sono posto degli obiettivi per settare la bici al meglio. Rispetto all’anno passato ho variato di mezzo centimetro l’arretramento della sella (da Prologo a Selle Italia SLR Boost-NDR) e l’inclinazione delle leve del manubrio (da Pinarello Most, all’integrato Vision Metron 5D Evo-NDR). Tutto gestibile.

Si torna ad usare anche la componentistica FSA/Vision (foto Photonews-Team Lotto))
Si torna ad usare anche la componentistica FSA/Vision (foto Photonews-Team Lotto))
Per la bici hai avuto delle opzioni di scelta?

Torno ad avere la doppia bici, una aero e una bici super leggera da scalatore. Taglia 53 Orbea per la Aero, 51 per la leggera. La versione normale della Orca devo ancora usarla e con tutta probabilità la terrò come terza bici da pedalare quasi ed esclusivamente per le frazioni di montagna, durante le corse a tappe. Diciamo pure che un corridore con le mie caratteristiche sente maggiormente sua una bici aerodinamica.

Il valore alla bilancia passa in secondo piano?

Non avendo l’obbligo di puntare agli arrivi in salita, ma cercando di fare bene negli sprint, l’obiettivo è avere una bici veloce, rapida e grintosa. Bici aero e ruote alte, il peso maggiorato di 400 grammi circa, poco più, poco meno, anche in base al setting, non è il primo fattore da considerare. L’Elia Viviani velocista preferisce la bici aerodinamica.

Con i nuovi materiali segui anche tu il trend delle pedivelle corte?

Preferisco mantenere le 172,5 come d’abitudine, 170 in pista. Ho cambiato i rapporti, perché avendo la guarnitura/power meter FSA ho l’opportunità di montare la combinazione 55-40. Sempre 11-34 posteriore perché non mi piace cambiare i pignoni e quando la strada sale riesco a sfruttare una maggiore agilità, rispetto ad una cassetta 11-30.

Per quanto le ruote?

Una parte della fase di adattamento che è in corso, come accennavo in precedenza. Il passaggio da Continental a Vittoria è importante, perché le differenze tra pneumatici ci sono, ovviamente le ruote, da Shimano ad Oquo. Ho fatto le prime corse con la sezione da 30, a casa mi alleno con le 28. La mia fase di studio e presa confidenza è in corso d’opera.

Ekoi per caschi ed occhiali, usati in epoca Cofidis (foto Team Lotto)
Ekoi per caschi ed occhiali, usati in epoca Cofidis (foto Team Lotto)
Rispetto agli standard hai apportato delle modifiche alle pressioni?

Con i tubeless in generale preferisco aumentare leggermente, rispetto alle indicazioni di base. Mi piace sentire di più la bici, la strada ed una immediatezza maggiore del binomio tubeless/ruote.

Torni su Vermarc ed Ekoi dopo qualche anno. Trovi differenze importanti?

L’abbigliamento è sempre una conferma ed una garanzia. Non è il marchio che azzarda delle soluzioni tecniche estreme, ma il comfort e l’ergonomia di ogni singolo capo fanno la differenza, soprattutto per noi che indossiamo i capi per tante ore ogni giorno. Credo che il 90% delle performance di un capo arrivano da qualità di confezionamento e cuciture ben fatte. Ekoi, rispetto al periodo Cofidis è cambiata molto nel settore caschi aero.

Le DMT con i cavi per Viviani (foto Team Lotto)
Le DMT con i cavi per Viviani (foto Team Lotto)
Sotto quale aspetto?

Soprattuto il nuovo modello Aerodinamica mi ha sorpreso in positivo. E’ leggero, non soffre i flussi d’aria ed è funzionale per le tappe miste. Credo che lo indosserò molto spesso perché mi piace anche il suo impatto estetico, al pari degli occhiali Magnetic, molto interessanti con la clip magnetica tra montatura e lente.

Elia Viviani con le DMT senza Boa?

Per ora, in modo da non gravare ulteriormente sulla fase di adattamento alla bici. Stavo usando da tempo le DMT con i cavi, l’ultima versione che non ha più le stringhe. Continuerò ad usarle visto che sono già abituato, ma una volta presa la giusta confidenza con tutto il resto, non escludo di tornare alla scarpa con i Boa.

Non cambierà nulla per i materiali della pista
Non cambierà nulla per i materiali della pista
Perché non usavi le stringhe?

Durante un allenamento e una gara regolo più volte la calzata della scarpa. La versione precedente con le stringhe non mi permetteva questo passaggio, i rotori Boa ovviamente sì, l’ultima versione della Pogi’s ha la calzata customizzabile anche quando si pedala.

Cambierai qualcosa anche in pista?

I materiali da usare in pista non cambieranno. In quel contesto tutto è legato agli sponsor della Federazione.

DMT K4 versione Junior, la scarpa di Pogacar per i bambini

10.03.2025
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DMT si ispira alla scarpa utilizzata da Pogacar e propone un modello dedicato ai ciclisti più piccoli. DMT KR4 PJ Junior è la scarpa con i lacci, una sorta di replica usata dal campione sloveno. Leggerezza, traspirazione e quei lacci che fanno parte del marchio di fabbrica di Tadej Pogacar.

Il logo con il fumetto usato da Pogacar
Il logo con il fumetto usato da Pogacar

Tadej Pogacar, icona anche per i più piccoli

Non è solo un simbolo del ciclismo moderno e degli appassionati di ciclismo, Pogacar rappresenta un’icona dello sport che ha riaperto le porte del ciclismo anche alle generazioni dei più giovani.

DMT vuole celebrare il Campione del Mondo con un’edizione di scarpe disegnata appositamente per i bambini. Il modello mutua fedelmente le caratteristiche principali delle calzature effettivamente usate da Pogacar, opportunamente riviste. La DMT KR4 adotta il suffisso PJ Junior.

Lacci, tomaia in rete e la confezione speciale

Naturalmente ci sono i lacci a caratterizzare le scarpe, stringhe che sono tornate di moda proprio grazie allo sloveno. I passanti sono rinforzati con degli inserti in TPU, per rendere longeve le calzature. La tomaia è in rete mesh a maglia aperta, soluzione che favorisce una ventilazione costante anche nel corso delle giornate più calde. La trama permette all’intera tomaia di ridurre il peso complessivo delle scarpe e di essere al tempo stesso resistente.

La suola non è in carbonio, ma in nylon e presenta delle asole che implementano ulteriormente il ricircolo dell’aria. Le asole (tre) per il montaggio della tacchetta hanno una superficie di scorrimento pari a 8 millimetri. E poi la confezione speciale con l’autografo. Oltre al logo di Pogacar e al fumetto da super eroe presente sulla scarpa sinistra, la scatola contiene una cartolina firmata e un QR. Scansionando quest’ultimo si attiva un messaggio registrato che non può che far felici i bambini tifosi. Il prezzo di listino è di 119 euro.

DMT

Dmt: partnership rinnovata con le grandi Classiche RCS Sport 

08.03.2025
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La collaborazione tra Dmt e RCS Sport & Events si rafforza ulteriormente. L’azienda veronese di calzature tecniche per il ciclismo continuerà difatti ad essere protagonista nel mondo delle grandi competizioni, consolidando la propria presenza come “Official Partner” e “Official Shoe” di tre iconiche corse del calendario WorldTour: Strade Bianche, Milano-Sanremo e Il Lombardia.

Ma l’impegno di Dmt non si limiterà solo agli eventi professionistici. Il brand sarà al fianco di RCS Sport & Events anche per le competizioni amatoriali, come la Gran Fondo Strade Bianche e la Gran Fondo Il Lombardia in programma il prossimo 12 ottobre 2025, appuntamenti che ogni anno richiamano migliaia di ciclisti da tutto il mondo.

Oltre alla forte esposizione mediatica garantita dai percorsi di gara, Dmt sarà presente con il proprio “truck” espositivo negli Expo Village, ma anche all’arrivo della Milano-Sanremo. Qui gli appassionati potranno vedere da vicino e testare le calzature del marchio, scelte da campioni come Tadej Pogacar, Juan Ayuso, Elia Viviani e molti altri.

Juan Ayuso testimonial Dmt
Juan Ayuso testimonial Dmt

Tre classiche… la storia del ciclismo

Strade Bianche, pur essendo una corsa relativamente giovane (nata nel 2007), è già diventata una delle gare più affascinanti del calendario, tanto da essere definita la “sesta Monumento”. Gli sterrati delle Crete Senesi e l’iconico arrivo in Piazza del Campo, nel centro di Siena, la rendono da sempre una competizione unica nel suo genere.

La Milano-Sanremo, soprannominata la “Classicissima”, è la prima Monumento della stagione e con i suoi quasi 300 chilometri è la più lunga in calendario. La sua conclusione, con le ascese della Cipressa e del Poggio, è sinonimo di emozioni e colpi di scena fino agli ultimi metri…

A chiudere il trittico c’è Il Lombardia, la “Classica delle Foglie Morte”, una gara riservata agli scalatori, che si sfidano su un percorso impegnativo in quello che rappresenta l’ultimo grande appuntamento della stagione ciclistica internazionale.

Tadej Pogacar con Federico e Philippe Zecchetto
Tadej Pogacar con Federico e Philippe Zecchetto

«Siamo davvero felici di rinnovare la partnership con RCS Sport anche per la corrente stagione 2025 – ha dichiarato Dante Luisetti, il General Manager di Dmt – partecipare a eventi del calibro di Strade Bianche, Milano-Sanremo e Il Lombardia significa essere presenti nel cuore del grande ciclismo. Queste gare sono un’eccellenza del nostro sport e rispecchiano i valori di innovazione e qualità che da sempre guidano Dmt. Grazie a questa rinnovata collaborazione, Dmt consolida la propria presenza nel ciclismo d’elite, confermando un ruolo di riferimento per atleti e appassionati di tutto il mondo».

Dmt

DMT Pogi’s: è il momento di celebrare un’altra impresa

02.08.2024
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La fame di vittoria di Tadej Pogacar nel 2024 è stata pressoché inarrestabile. Il fuoriclasse sloveno dopo aver vinto il suo primo Giro d’Italia ha portato a casa anche il terzo Tour de France. Pogacar è riuscito, 26 anni dopo Marco Pantani, nella celebre doppietta Giro-Tour. Un’impresa che lo fa entrare direttamente nell’olimpo del ciclismo. Il corridore del UAE Team Emirates ha “costretto” DMT, azienda che gli fornisce le scarpe, a creare un altro modello celebrativo delle Pogi’s

Questa volta il colore è il giallo, come quello della maglia che contraddistingue il vincitore della Grande Boucle. Simbolo che Pogacar ha conquistato a Valloire e che ha portato fino a Nizza, senza vacillare nemmeno una volta. 

Sempre migliori

Le DMT Pogi’s migliorano anno dopo anno, come il talento dello sloveno. Nella nuova versione sono tanti i particolari che portano queste scarpe ad essere uno dei prodotti più ambiti. Innanzitutto la particolarità rimane sempre una: la chiusura con i lacci, richiesta dallo stesso Tadej e diventata celebre con le sue imprese. Per una maggior sicurezza in corsa e una migliore aerodinamicità DMT ha pensato di creare e perfezionare la tasca Aerosafe. Posizionata nella parte superiore della scarpa permette di riporre il nodo in maniera ottimale, senza ingombri. 

La tomaia, invece, leggerissima e traspirante, è realizzata con tecnologia Knit. Il tutto è arricchito con un nuovo filato super tecnologico che ne aumenta le qualità tecniche. Le Pogi’s diventano così una combinazione perfetta, avvolgendo comodamente il piede. Il collarino Flex Fit assicura una calzata unica e confortevole anche dopo tante ore di attività. 

La suola, realizzata con un mix di fibre di carbonio è rigida e leggera
La suola, realizzata con un mix di fibre di carbonio è rigida e leggera

Sicura e performante

Per un ciclista il trasferimento di potenza è importante, riuscire a trasmettere alla bici ogni singolo watt sprigionato è fondamentale. DMT ha così deciso di realizzare una suola rigida e leggera, creata con un mix di carbonio unidirezionale ad alta resistenza. La pedalata risulta sempre piena e permette di spingersi oltre i propri limiti. 

Anche la chiusura è un aspetto fondamentale, le Pogi’s hanno un sistema di canaline integrate 3D che fanno scorrere i lacci perfettamente. Non sarà più necessario stringere ogni singolo passaggio, ma basterà tirare dall’estremità per avere una chiusura omogenea. Per assicurare la chiusura DMT ha pensato ad un sistema di aggancio comodo e immediato. Tramite due alette è possibile assicurare i lacci, senza alcuna preoccupazione. 

Il prezzo al pubblico è di 499 euro.

DMT

Csongor Lehmann nel triathlon: la sfida olimpica di Dmt e MCipollini

19.06.2024
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Quella che ci attende sarà sportivamente l’estate delle Olimpiadi di Parigi 2024. La capitale francese si prepara ad ospitare atleti provenienti da tutto il mondo, ciascuno con le proprie storie, i propri sogni e i propri obiettivi. Tra questi, ci sarà anche il giovane triatleta ungherese Csongor Lehmann, nato nel 1999, uno dei migliori sulla scena internazionale (in apertura foto Web Stern media)

Csongor Lehmann è uno dei favoriti per la prova di triathlon a Parigi 2024 (foto WebStern)
Csongor Lehmann è uno dei favoriti per la prova di triathlon a Parigi 2024 (foto WebStern)

Un affare di famiglia

Accompagnato dalle biciclette MCipollini e dalle scarpe Dmt, Lehmann correrà verso il suo sogno olimpico il 30 luglio, quando debutterà nella competizione a cinque cerchi. Affronterà 1.500 metri di nuoto, 40 chilometri in bicicletta e correrà per dieci chilometri, equipaggiato per la frazione in bici con la sua Cipollini RBk1 AD.ONE e le scarpe Dmt SH10.

«Sono praticamente nato col triathlon addosso – ha dichiarato Csongor Lehmann – considerando che mio padre Tibor è stato un atleta di livello internazionale nell’Ironman. Sono cresciuto guardando le sue gare, respirando l’atmosfera attorno a questo sport e sfidando mio fratello Bence, triatleta anche lui. A sette anni partecipavo già alle prime gare e poi, col passare degli anni, le cose si sono fatte più serie. La svolta è arrivata nel 2017, quando ho conquistato la medaglia di bronzo agli Europei di Kitzbühel: lì ho capito che questo poteva davvero essere il mio futuro».

MCipollini e Dmt affronteranno l’appuntamento a cinque cerchi accanto all’atleta ungherese
MCipollini e Dmt affronteranno l’appuntamento a cinque cerchi accanto all’atleta ungherese

Appuntamento a Parigi

L’obiettivo principale per Csongor sarà gestire al meglio le emozioni, un compito non facile considerando l’intensità della competizione. Nelle settimane precedenti le Olimpiadi, Lehmann si allenerà a Livigno, in altura, prima di rientrare nella sua città natale, Tiszaújváros, in Ungheria, per l’ultima gara internazionale di preparazione, prevista per il 6 e 7 luglio. Qui, acclamato dai suoi tifosi in un evento che ha già vinto l’anno scorso, perfezionerà gli ultimi dettagli prima di volare a Parigi. Come sempre, sarà affiancato da suo padre Tibor, che è anche il suo allenatore.

Per i 40 chilometri in bicicletta da affrontare a tutta velocità, Lehmann potrà contare sul supporto di MCipollini e Dmt.

«Sono materiali super veloci – ha aggiunto Csongor Lehmann – e mi sto trovando benissimo. Le scarpe SH10 le ho già usate anche in gara, è la prima volta che uso il sistema di chiusura BOA e devo dire che è un netto passo avanti per quanto mi riguarda. La Ad.One di Cipollini è davvero aerodinamica e performante, il telaio monoscocca è estremamente rigido e questo mi permette di trasferire tutta la potenza sui pedali. E per me è ancora più speciale perché sono l’unico ad utilizzarla nel circuito mondiale di Triathlon. Spero di portare Dmt e Cipollini il più in alto possibile alle Olimpiadi».

Dmt

MCipollini

DMT Pogi’s: le scarpe già vincenti realizzate per Pogacar

07.05.2024
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La firma di Tadej Pogacar sul Giro d’Italia è arrivata con una tappa di ritardo rispetto a quanto ipotizzato da tutti. Lo sloveno ha firmato la seconda frazione, con arrivo a Oropa, facendosi scivolare dalle mani la prima. Pogacar in rosa ci è arrivato comunque, con un giorno di ritardo ma poco importa. Non si è fatta attendere però la “febbre” intorno alla presenza del corridore del UAE Team Emirates alla corsa rosa. Pubblico, tifosi sfegatati, semplici curiosi hanno voluto ammirare le sue gesta da vicino.

Azioni di forza e classe che hanno trovato delle nuove compagne di avventura: le scarpe DMT Pogi’s. Ultime nate per la serie top di gamma di casa DMT e già vincenti, un binomio che non poteva iniziare in maniera migliore. 

Pogacar ha avuto modo di provare le scarpe Pogi’s in allenamento e si è detto molto soddisfatto
Pogacar ha avuto modo di provare le scarpe Pogi’s in allenamento e si è detto molto soddisfatto

Classe e stile

Due parole che possono racchiudere tutte le caratteristiche sia di Tadej Pogacar come corridore che delle sue nuove scarpe. Per le Pogi’s disegnate e realizzate da DMT è stato scelto il filo knit, che rende la tomaia talmente leggera da essere trasparente. La combinazione di questi elementi porta ad avere una scarpa aerodinamica, resistente e avvolgente

Una buona parte, se non gran parte della prestazione, passa dalla suola. Un materiale rigido riesce a sostenere la potenza dell’atleta e trasferirla sui pedali, allo stesso tempo la suola deve essere leggera. DMT ha scelto per le Pogi’s la suola Super Light: realizzata con una miscela di fibre di carbonio ad alta resistenza. La trasmissione della forza sui pedali è perfetta grazie alla rigidità ottimale dei materiali.

La tomaia leggera e dal design aerodinamico è uno dei punti di forza delle DMT Pogi’s
La tomaia leggera e dal design aerodinamico è uno dei punti di forza delle DMT Pogi’s

La differenza nei dettagli

Nel ciclismo di alto livello ciò che divide una vittoria da una sconfitta è spesso un dettaglio minimo. Curare tutti i particolari vuol dire cercare di limare ciò che divide il corridore da un possibile successo. Pogacar da tempo corre utilizzando una chiusura con i lacci, utile ma anche delicata, per questo in DMT hanno continuato a migliorare e perfezionare ogni particolare. Sulle Pogi’s sono state inserite le canaline integrate 3D con carrucole passalacci, alle quali si aggiunge un sistema di fasciatura e sostegno del piede. 

DMT ha pensato anche a dove riporre poi i lacci. Una volta chiusi è possibile inserirli nella tasca AeroSafe direttamente integrata nella scarpa. Un sistema che garantisce sicurezza e priva l’atleta da ingombri, senza intaccare silhouette e aerodinamicità.

Per dare quel qualcosa in più ad un modello già di per sé unico e speciale, in DMT si è scelto di inserire la tecnologia Ice-Key, di cui l’azienda è stata una delle prime fornitrici mondiali. In caso di incidente o emergenza è in grado di attivarsi e consente il riconoscimento immediato di un ferito apprendendone i dati anagrafici e clinici.

DMT

Eccessivo calore ai piedi, una sfida per aziende e corridori

30.11.2023
7 min
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Il calore che si genera tra scarpa ed estremità del corpo condiziona la prestazione e il benessere dell’atleta. Far abbassare la temperatura, mantenere una ventilazione costante ed avere un comfort ottimale sono gli obiettivi primari.

Affrontiamo l’argomento con Nicola Minali di DMT e con l’intervento di Luigi Bergamo di Q36.5. Inoltre abbiamo chiesto ad Elia Viviani, testimonial d’eccezione per DMT e tester che ha contribuito a sviluppare le calzature in knit dell’azienda veneta.

Elia Viviani usa le DMT KR0 con doppio Boa
Elia Viviani usa le DMT KR0 con doppio Boa

Il calore ai piedi fa male

Viviani è stato uno dei primi atleti ad indossare le scarpe con la tomaia in tessuto knit e ha contribuito in modo importante allo sviluppo di questa tipologia di calzature. «E’ un pignolo – come ci ha detto Minali – ma è in grado come pochi altri di dare dei feedback sul prodotto e riportare le sue idee, peraltro costruttive a favore del miglioramento».

«Il calore ai piedi è una delle cose che fa più male – dice Elia Viviani – ti condiziona e si cerca di trovare la soluzione perfetta. Con DMT abbiamo dato il via alla rivoluzione della tomaia utilizzando il tessuto Knit, a mio parere una sorta di gamechanger. Per abbattere il problema del calore eccessivo, si lavora principalmente in due direzioni. La scarpa ventilata e la qualità della calza. Le calze estive sono molto sottili e non piacciono a tutti, ma non accumulano calore».

Ogni calzatura passa prima da una bozza su carta (foto DMT)
Ogni calzatura passa prima da una bozza su carta (foto DMT)

Il calore, una sfida costante

Se DMT è stata la prima ad utilizzare il tessuto knit nell’ambito del ciclismo, Q36.5 ha fatto della ricerca sui materiali e della guerra al calore eccessivo i due punti fermi per abbigliamento e scarpe. Le due aziende adottano un approccio differente per le fasi di sviluppo e di valutazione della calzatura. Entriamo nel dettaglio.

L’eccessivo calore ai piedi; un problema che condiziona la performance?

BERGAMO (Q36.5): «Certamente, qualsivoglia eccesso o deficit di temperatura influisce in modo sostanziale nelle prestazioni e nel benessere fisiologico. Questo è il credo da cui è nato il nostro brand: cercare sempre di mantenere il perfetto equilibrio dell’organismo».

MINALI (DMT): «Certo è uno dei problemi contro i quali si combatte da sempre, tanto per l’estate, quanto per l’inverno o la stagione fredda in genere. Ma è anche una sfida e un punto di partenza da considerare quando si sviluppano nuove scarpe».

La difficile realizzazione della scarpa per il ciclista (foto DMT)
La difficile realizzazione della scarpa per il ciclista (foto DMT)
La problematica dei piedi bollenti è un tema che viene affrontato in fase di sviluppo di nuovi prodotti?

BERGAMO (Q36.5): «Tutto il processo di R&D di Q36.5 comprende un’attività di monitoraggio della temperatura, attraverso parametri scientifici standard, grazie a strumenti di rilevazione e con test empirici. Va inoltre specificato che, quando si parla di piedi bollenti, ci troviamo di fronte ad un’alterazione del sistema nervoso periferico conseguente a condizioni di estremo caldo ma altrettanto di estremo freddo. I nostri studi valutano entrambe».

MINALI (DMT): «In questo caso affermo con orgoglio che, da quando DMT ha virato completamente sull’utilizzo della tecnologia Knit, il problema della latenza del calore all’interno della calzatura è quasi scomparso. O meglio, abbiamo dato il via ad un nuovo modo di interpretare la calzatura per il ciclismo e tutto quello che riguarda il comfort, una ventilazione costante e anche l’abbinamento ottimale tra piede e tomaia. Inoltre si lavora anche sui punti di pressione. Credo che il processo evolutivo abbia ancora diversi margini di miglioramento e vedremo un ulteriore progresso in futuro. Inoltre è dovuta una precisazione: quando i corridori vanno sulle strade della Grande Boucle o corrono nei mesi estivi centrali, la temperatura dell’asfalto arriva a 50°C eed è difficile da combattere. Non è un semplice dettaglio».

Dietro ad una scarpa c’è molto da racontare (foto Q36.5)
Dietro ad una scarpa c’è molto da racontare (foto Q36.5)
Fate collimare ricerca e feedback degli atleti?

BERGAMO (Q36.5): «Tomaie e suole sono determinanti nella creazione di una scarpa che sia globalmente adattabile alle differenti conformazioni fisiche. Seguendo il principio dei “three points of contact” di Q36.5, siamo naturalmente molto attenti anche ad altri fattori quali solette e tipologia di chiusure che possono impattare in modo determinante. Naturalmente quando si portano questi concetti agli estremi, come nel caso degli atleti professionisti, si innesca un processo che porta a spingersi ad un livello di dettaglio estremamente più profondo».

MINALI (DMT): «Grazie ai feedback degli atleti cerchiamo di mettere in pratica alcune soluzioni, ma anche di fornire delle alternative, perché i corridori sono diversi. In Diamant il lavoro di modellismo che viene fatto è enorme. Ogni modello viene provato dai professionisti e poi viene riportato ad una produzione su larga scala. Ne è un esempio la calzatura con i lacci usata da Pogacar, quando ha vinto il primo Tour. Si trattava semplicemente di una prova e non era in produzione. Gli avevamo consegnato la calzatura poco tempo prima che andasse in Francia».

Tour 2020, Pogacar indossa le DMT con i lacci, allora un prototipo

Tour 2020, Pogacar indossa le DMT con i lacci, allora un prototipo
Calore eccessivo alle estremità del corpo, ci sono delle conseguenze?

BERGAMO (Q36.5): «Certamente, si parte da una semplice sensazione di fastidio, che rappresenta un elemento di stress e di distrazione da non sottovalutare quando si sta esprimendo un gesto atletico, sino ad arrivare a perdite di sensibilità che sono estremamente pericolose e penalizzanti».

MINALI (DMT): «Una volta si diceva che con il male ai piedi non si andava avanti. Molto è cambiato, nelle forme e nei materiali, nel modo di costruire le scarpe e fare bene quelle per i ciclisti non è facile. Ma il vecchio adagio rimane sempre valido ed attuale».

Avete notato delle correlazioni tra l’aumento della temperatura e la forma del piede?

BERGAMO (Q36.5): «Non c’è una correlazione diretta. La nostra esperienza ci porta piuttosto a considerare l’aumento della temperatura su tutte le parti terminali, mani e piedi, come una conseguenza di un non corretto scambio d’aria. Questo influisce sulla capacità del corpo di adattarsi al cambiamento del clima esterno o delle condizioni interne dovute alle dinamiche di corsa».

MINALI (DMT): «Non c’è un collegamento diretto tra i due fattori. Quello che abbiamo notato è un cambio radicale della forma dei piedi, che sono sempre più magri ed asciutti, quasi allungati. Sono sempre di più gli atleti che mostrano questa evoluzione».

Le suole in carbonio e l’utilizzo di alcune tipologie di plantari personalizzati influiscono sulla temperatura interna alla scarpa?

BERGAMO (Q36.5): «Sicuramente i materiali hanno una rilevanza fondamentale, ma è altrettanto evidente che ci sono alcuni elementi ormai divenuti imprescindibili per gli atleti, come la suola in carbonio o il plantare personalizzato. E’ nostro compito trovare il modo di renderli efficienti anche in termini di gestione del calore».

MINALI (DMT): «Certamente. Le suole in carbonio non dissipano calore e sono molto rigide. Questa rigidità, tanto richiesta dai corridori, ha un prezzo. Si traduce in microsfregamenti che generano attrito e calore. La stessa cosa vale per i plantari, anche se in questo caso è sempre necessario considerare il materiale di costruzione, ma di sicuro non aiutano a rinfrescare».

In che modo si può intervenire per mantenere uno stato di comfort ottimale anche durante la stagione più calda?

BERGAMO (Q36.5): «Estremo caldo o estremo freddo non sono molto diversi da condizioni di clima mite quando si parla di comfort. Il principio è quello di garantire al piede di essere correttamente inglobato dal sistema scarpa, suola/tomaia, per scongiurare e allontanare il più possibile fenomeni di alterazione del sistema nervoso periferico. Quando il piede si trova in una condizione di corretta trasmissione nervosa e affluenza sanguigna si scongiura qualsiasi forma di discomfort».

MINALI (DMT): «L’aria deve circolare costantemente. Il calore prodotto dal piede, il vapore ed il sudore non devono bagnare la tomaia e devono uscire. Ovviamente si parla di materiali che lo rendono possibile e mi rifaccio allo Knit. Poi si può parlare di forme e delle soggettività degli atleti, ma una ventilazione costante dell’estremità corporea non deve essere sacrificata. Questa affermazione è valida per la stagione estiva, ma anche nel corso di quella fredda, perché una tomaia che non si inzuppa di sudore non si raffredda e non fa ghiacciare i piedi».

Il grande talento Joshua Tarling entra nel “pool” di atleti DMT

15.11.2023
3 min
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Il campione europeo a cronometro, il talentuoso e giovane (appena diciannovenne!) gallese Joshua Tarling (in apertura con Federico Zecchetto), è entrato a far parte della prestigiosa famiglia di atleti e corridori professionisti sponsorizzati da DMT, brand dell’azienda manifatturiera Diamant che anche in virtù di questo importante accordo si conferma un riferimento per quanto riguarda la produzione di calzature da ciclismo.

DMT, che ha fatto del connubio tra pregio stilistico e prestazioni ottimali il proprio tratto distintivo, ha conquistato nel tempo una sempre più ampia “community” di entusiasti corridori, dai dilettanti ai professionisti, fino a campioni del calibro di Elia Viviani, Juan Ayuso e Tadej Pogacar. Per questi ultimi, DMT ha disegnato e realizzato esclusive calzature su misura, suggellando un accordo che, come dichiarato dal “product creator” del brand, nonché ex velocista professionista, Nicola Minali, vuole andare oltre la semplice collaborazione economica, mirando a creare una vera e propria fidelizzazione tra atleta e prodotto

Questo il modello speciale realizzato da DMT per celebrare il successo europeo a cronometro di Tarling
Questo il modello speciale realizzato da DMT per celebrare il successo europeo a cronometro di Tarling

Un’annata da incorniciare

Conquistato dal design e dalla qualità delle stringate DMT alla scorsa Tirreno-Adriatico, Tarling, dopo un’eccellente stagione con la Ineos Grenadiers, ha ricevuto la propria, personale calzatura personalizzata nel corso di una recente visita in azienda, rimanendone letteralmente entusiasta. Il modello, una scarpa con lacci bianca dalle sfumature blu, presenta i dettagli delle stelle di campione europeo a cronometro, volte a celebrare i prestigiosi traguardi raggiunti dal corridore, classe 2004, in questa annata di debutto con i grandi del professionismo mondiale.

Campione europeo contro il tempo a Drenthe, nonché detentore del titolo nazionale britannico nella stessa categoria, Tarling ha anche ottenuto la medaglia di bronzo nel prestigioso mondiale di Glasgow, condividendo il podio con autentici giganti del calibro di Remco Evenepoel e Filippo Ganna.

Il giovane della INEOS si è aggiunto alla già grande famiglia di DMT: qui la firma con Federico Zecchetto
Il giovane della INEOS si è aggiunto alla già grande famiglia di DMT

In attesa della prossima stagione, e degli importanti appuntamenti agonistici, su tutti le Olimpiadi di Parigi 2024, Tarling si è dichiarato onorato di poter indossare calzature così graficamente pregevoli e performanti a lui dedicate, nonché impaziente di poterle sfoggiare nelle gare in programma, augurandosi che possano essere di auspicio per un’annata ancora più sorprendente.

DMT

Un giorno con Pogacar: il racconto di Viel

25.06.2023
4 min
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I giorni che ci separano dalla partenza del Tour de France sono sempre meno, la Grande Boucle, quest’anno, prenderà il via dai Paesi Baschi. I lavori di rifinitura proseguono, ormai il più è fatto, non ci si può nascondere. Uno dei favoriti, insieme al vincitore uscente Vingegaard, è Tadej Pogacar (in apertura foto Instagram Dmt). Lo sloveno è recentemente tornato alle corse dopo l’infortunio subito alla Liegi, ed ha subito conquistato il titolo nazionale a cronometro.

Viel ha avuto l’occasione, grazie al suo lavoro in Dmt, di passare una giornata con Pogacar (foto Instagram Dmt)
Viel ha avuto l’occasione, grazie al suo lavoro in Dmt, di passare una giornata con Pogacar (foto Instagram Dmt)

Sempre sul Sestriere

Pogacar per rifinire la condizione e la gamba in vista del Tour ha fatto tappa sul Sestriere, dove siamo andati a curiosare qualche giorno fa. Un altro occhio attento sulle strade piemontesi lo ha portato Mattia Viel, il quale lavora da qualche mese con Dmt

«Da gennaio sono nel gruppo marketing di Dmt- racconta Viel – tra i vari compiti svolgo anche attività di creazione di contenuti per le agenzie con cui lavoriamo. E’ bello rimanere a stretto contatto con il mondo del professionismo e le giornate passate con le atlete della UAE Team ADQ e poi con Pogacar sono state molto stimolanti». 

Viel è rimasto sorpreso dalla qualità muscolare di Pogacar (foto Mattia Viel)
Viel è rimasto sorpreso dalla qualità muscolare di Pogacar (foto Mattia Viel)
Com’è stato passare una giornata con un campione come Pogacar?

E’ una cosa molto bella, poi io ero concentrato sul lavoro, e sul momento non avevo realizzato di essere a contatto con uno dei ciclisti più forti al mondo. 

Da vicino che impressione ti ha fatto?

Dallo schermo sembra giovane, e lo è, ma una volta visto dal vivo sembra ancora più piccolo. Ha un viso naif ma nonostante ciò ha le caratteristiche per essere il numero uno. Una cosa che ho pensato è come il ciclismo ti faccia maturare fin da giovane.

In che senso?

Pogacar tra una settimana si troverà al Tour de France a giocarsi la vittoria finale e questo lo vedi nel suo sguardo e nell’atteggiamento dello staff che lo circonda. I suoi atteggiamenti, invece, sono diversi, è molto disponibile, ha una tranquillità incredibile. Lo abbiamo seguito in una giornata di scarico, quindi era più sereno, però tutto doveva essere ben programmato. Bastano solamente due minuti di troppo fermo in cima al Colle delle Finestre per ammalarsi e perdere tutto il lavoro fatto. 

Lo sloveno utilizzerà un nuovo modello delle Dmt KR SL con la suola bianca (foto Mattia Viel)
Lo sloveno utilizzerà un nuovo modello delle Dmt KR SL con la suola bianca (foto Mattia Viel)
Altre cose che hai notato?

Le gambe, ha un muscolo “fresco”. Non si ritrova ad avere il polpaccio di un professionista navigato, dove si vede il muscolo teso o le vene in evidenza. Anzi, non ha nemmeno questa massa impressionante, poi però pensi a quello che fa e capisci che hai davanti un campione. Ah, c’è dell’altro…

Racconta…

Aver corso tra i professionisti mi permette di avere un occhio allenato e riesco ad apprezzare i particolari. Riesco a notare da come uno aggancia la scarpa sul pedale o da come parte come sta. Pogacar sembra davvero in ottima forma. 

Cosa avete fatto lì al Sestriere?

Dei video e dei contenuti per dei prodotti. Abbiamo fatto venire una troupe per fare delle riprese e qualche foto: classici video dietro macchina ecc. Ho avuto la fortuna di osservarlo dalla macchina, l’ho visto sereno, sicuro di sé. Pedalava davvero bene, senza problemi. Ho respirato, però, l’atmosfera nella quale si capisce che sta per iniziare qualcosa di importante. Come una quiete prima della tempesta. Quello che impressiona è la serenità con cui viene vissuto l’avvicinamento alla corsa più importante dell’anno. 

La troupe ha “litigato” per alcuni minuti per domare il ciuffo di Pogacar (foto Mattia Viel)
La troupe ha “litigato” per alcuni minuti per domare il ciuffo di Pogacar (foto Mattia Viel)
Eravate lì per Dmt, Pogacar usa qualche accortezza per le sue scarpe?

No, Tadej indossa le KR SL, il modello con i lacci. Ad occhio nudo non si vedono particolari rilevanti, magari può esserci qualche piccola accortezza a livello di soletta, molti professionisti lo fanno. 

C’è qualche aneddoto divertente della giornata?

Uno sì! La troupe per i video aveva anche due truccatrici, una di loro ha cercato invano di mettere il ciuffo di Pogacar dentro il casco. Probabilmente pensava che a livello estetico il video sarebbe venuto meglio, Tadej dopo un po’ di tentativi le ha fatto gentilmente notare che quel ciuffo è il suo segno distintivo. Fa parte del personaggio Pogacar, sono indivisibili!