Kopecky a Cittiglio, un boccone andato di traverso

19.03.2024
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Lotte Kopecky non se l’è presa troppo o forse sì? Il Trofeo Binda non rientrava nei suoi piani, resta però il fatto che quando indossi la maglia iridata, fare seconda non è mai una gran cosa. Soprattutto se chi ti batte è stata a sua volta campionessa del mondo e rischi di ritrovartela fra i piedi già domenica prossima alla Gand-Wevelgem.

A Cittiglio domenica c’era anche Guy Van Langenbergh, giornalista del belga Het Nieuwsblad, che ha lasciato casa per l’Italia con la sua auto alla vigilia della Tirreno-Adriatico e, passando per la Sanremo, è ripartito dopo la corsa vinta da Elisa Balsamo. Alla piemontese, il giornalista ha rivolto una sola domanda: che cosa significa aver battuto la campionessa del mondo?

«Il fatto di poter battere Lotte qui oggi – ha risposto Balsamo – dà ulteriore lustro alla mia vittoria. Essere sul palco con la campionessa del mondo è sempre qualcosa di speciale».

Kopecky è stata inserita in extremis nella squadra per il Trofeo Binda
Kopecky è stata inserita in extremis nella squadra per il Trofeo Binda

Volata troppo lunga

In realtà, se alla Sanremo del giorno prima poteva sussistere qualche dubbio sull’esito dello sprint tra Philipsen e Matthews, a Cittiglio non c’è stato bisogno neppure di rivederlo, dato che Kopecky è partita lunga e Balsamo l’ha saltata. Come ha spiegato ottimamente la stessa Elisa, sul rettilineo del Trofeo Binda bisogna scegliere il giusto tempo, altrimenti ci si pianta.

«Eppure io – ha spiegato a caldo Kopecky proprio al giornalista belga – non avevo altra scelta che prendere l’iniziativa. Forse sono partita un po’ troppo presto, ma Balsamo è velocissima. Forse avrei dovuto fare come lei e partire in rimonta, ma probabilmente in quel caso non sarei riuscita a superarla. Uno sprint in salita del genere è perfetto per lei. Ho dato il massimo, non c’è niente di sbagliato in questo secondo posto. Non ho perso contro l’ultima arrivata».

Prima del via, l’organizzatore Mario Minervino le ha consegnato la rana mascotte della corsa
Prima del via, l’organizzatore Mario Minervino le ha consegnato la rana mascotte della corsa

La volpe e l’uva

La sua espressione subito dopo il traguardo e anche nel momento in cui lo tagliava non sembrava esattamente così conciliante e forse per questo la campionessa del mondo poco dopo ha corretto il tiro, raccontandola ai tifosi belgi come fece la volpe con l’uva. La convocazione tardiva di Kopecky è stata dovuta alla cancellazione del suo viaggio per la Coppa del mondo su pista a Hong Kong, dove sarebbe dovuta andare per la qualificazione olimpica. Quando tuttavia ha capito di avere già i punti necessari, la belga ha preferito risparmiarsi lo sballottamento e si è offerta di correre se qualche ragazza fosse stata indisponibile.

«E così venerdì mattina – ha raccontato al collega belga – mi hanno proposto di partire per l’Italia. Certo che volevo vincere, ma sono stata inserita nella selezione solo all’ultimo minuto e non sono venuta qui pensando che avrei vinto facilmente. Sapevo però che con tutte le salite che c’erano lungo il percorso, questa gara sarebbe stata l’ideale come preparazione. Il programma prevedeva un allenamento difficile, il tempo era bello e la sera stessa sono tornata a casa».

Dopo il secondo posto in volata, la doccia di spumante per mano di Elisa Balsamo
Dopo il secondo posto in volata, la doccia di spumante per mano di Elisa Balsamo

Una condizione super

Il racconto rilasciato nell’articolo per il pubblico belga non convince troppo. Il Trofeo Binda è una corsa WorldTour e se hai addosso quella maglia e la condizione che nelle ultime tre settimane ti ha permesso di fare seconda alla Omloop Het Nieuwsblad e poi di vincere Strade Bianche e Nokere Koerse, non attacchi il numero solo per allenarti. Se così fosse stato, sul traguardo Kopecky avrebbe sorriso senza tradire la smorfia contrariata che invece tutti hanno visto. Ma si sa, i campioni corrono sempre per vincere. Il problema è che l’arrivo di Cittiglio l’ha tradita e forse Lotte l’ha sottovalutato. E contro una (altrettanto) campionessa come Elisa Balsamo, se non fai tutto al 100 per cento, rischi di lasciarci le penne.

Balsamo piega Kopecky e si regala il bis al Trofeo Binda

17.03.2024
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CITTIGLIO – Quando si è capito che sarebbe finita in volata fra Balsamo e Kopecky, non solo per partigianeria, abbiamo iniziato a fregarci le mani. L’arrivo del Trofeo Binda è traditore e niente affatto banale: prima di prenderci le misure, devi sbagliarlo almeno una volta. Elisa Balsamo lo conosce come le sue tasche, per la campionessa del mondo invece era la prima volta.

Quando la piemontese si è fermata, era scossa da un’emozione profonda come le scariche di adrenalina della volata. E quando accanto è arrivata la compagna Shirin Van Anrooij, prima lo scorso anno, le due si sono abbracciate per festeggiare l’ottima riuscita del piano (foto di apertura). La Lidl-Trek aveva assegnato all’olandese il compito di controllare le scalatrici e alla piemontese l’incarico di fare la volata.

«Questa è una volata che a me piace particolarmente – spiega Balsamo – perché è un po’ in salita e ormai ho capito che non bisogna partire troppo lunghe, perché altrimenti ti si aprono le gambe. Sapevo che Kopecky era la più veloce nel gruppetto, quindi ho deciso di prendere la sua ruota ed è stata la decisione giusta. Il nostro punto di forza, oggi come sempre, è proprio la squadra. Per cui possiamo non avere l’individualità più forte, però corriamo sempre come gruppo per cercare di essere la squadra più forte».

Balsamo ha lasciato partire Kopecky e poi l’ha saltata approfittando del suo calo
Balsamo ha lasciato partire Kopecky e poi l’ha saltata approfittando del suo calo

«Shirin – prosegue Balsamo – doveva coprire gli attacchi delle scalatrici più forti e così è stato. Quando abbiamo visto che in cima all’ultima salita era rimasto un gruppettino, si è messa a mia disposizione e per questo io la ringrazio infinitamente. Siamo una bella squadra affiatata e non ci pensiamo neanche un secondo quando dobbiamo metterci a disposizione delle compagne. Questo secondo me nel ciclismo fa la differenza, ma l’ultima salita è stata una vera sofferenza…».

Agganciata per un capello

Elisa è una velocista, ma tiene sugli strappi e sulle salite medie. Quando però a fare il ritmo sono le scalatrici, per restare agganciata ha bisogno di stringere forte i denti. E anche oggi, all’ultimo passaggio sulla salita di Orino, ha scollinato agganciata per un capello.

«Non volevo mollare – spiega – perché sapevo che se fossi riuscita ad arrivare col gruppetto in cima, poi avrei avuto buone possibilità di fare podio. Atlete veloci non ne erano rimaste molte e poi, in qualche modo, quando un velocista sente il profumo dell’arrivo, rinasce (sorride, ndr). Sapevo che per me sarebbe stato il punto più difficile. Ci tengo sempre a questa gara, quindi sono partita carica. Però sapevo che sarebbe stata dura e alla fine infatti è venuta estremamente selettiva e a molte sono mancate le gambe».

Il Trofeo Binda ha visto il debutto stagionale di Marta Cavalli dopo l’infortunio in allenamento
Il Trofeo Binda ha visto il debutto stagionale di Marta Cavalli dopo l’infortunio in allenamento

L’atleta ritrovata

L’inizio di stagione l’ha vista vincente per due volte alla Vuelta Valenciana, come pure nel 2022, quando la tappa fu una, ma ugualmente venne la vittoria di Cittiglio con la maglia iridata. Nel frattempo il ciclismo delle ragazze è cambiato di molto. Lotte Kopecky e Lorena Wiebes sono diventate lo spauracchio di ogni corsa e per vincere non basta più avere un buono spunto veloce. Tutto è diventato dannatamente più difficile.

«Anche io credo di essere migliorata – dice – mi sto allenando sempre più duramente. Il ciclismo femminile sta crescendo in modo esponenziale, quindi se una persona non si migliora, i risultati non arrivano. Mi sto impegnando al massimo e sicuramente ottenere dei buoni risultati è incoraggiante. C’è un gruppo estremamente competitivo, quindi si deve per forza arrivare alle gare al 110 per cento della propria condizione fisica, altrimenti non c’è alcuna possibilità di portare a casa un podio. E questa rispetto al passato è una grande differenza».

Alla partenza, il cittì Sangalli ha fatto il punto con le sue azzurre: qui con Balsamo e Realini
Alla partenza, il cittì Sangalli ha fatto il punto con le sue azzurre: qui con Balsamo e Realini

Lampi di azzurro

Il Trofeo Binda è stato anche la gara del rientro alle corse di Marta Cavalli, dopo l’ultimo infortunio. La piemontese ora è attesa a un periodo di tre settimane in altura, in cui inizierà a ricostruire la condizione per le sfide dell’estate. E’ stata la gara che ha visto fra le dieci anche Soraya Paladin e Silvia Persico: un bel gruppo di azzurre che non è sfuggito allo sguardo del cittì Sangalli, presente a Cittiglio.

«Abbiamo ritrovato un’atleta come Balsamo – spiega – che ha lavorato tanto ed è finalmente in grado di dare il meglio di sé. E si è dimostrato che con una squadra forte si mette in difficoltà anche la Kopecky. Questo è un arrivo traditore, lo vedi lì e non arriva mai. E se anticipi, sei spacciato. La Balsamo insicura dello scorso anno era figlia dell’infortunio e in questo ciclismo se sei meno del 100 per cento, non vinci. Abbiamo ritrovato la fuoriclasse che ci era mancata.

«Allo stesso modo, ho visto un’ottima Soraya Paladin, che ha corso bene di rimessa. E bene anche Silvia Persico, che ha pagato un po’ l’inverno diverso senza ciclocross. Sta arrivando adesso alla condizione, come volevamo un po’ tutti, perché quest’anno non possiamo arrivare lunghi, vista l’estate che ci aspetta. Inoltre sono contento di aver visto il rientro di Marta Cavalli, che ha fatto bene a venire qui oggi. E’ rimasta con le prime fino all’ultimo, poi è normale che le sia mancato il ritmo gara. Insomma torno a casa felice, anche per aver visto davanti Malcotti, Quagliotto e Barale. Domani parto per Parigi di buon umore. Il percorso delle Olimpiadi  dovrebbe essere più facile di questo, ma serviranno atlete capaci di tenere duro e oggi ne abbiamo viste di buone».

Sul podio del Binda, Kopecky iridata, Balsamo ex iridata e la giovanissima Pieterse
Sul podio del Binda, Kopecky iridata, Balsamo ex iridata e la giovanissima Pieterse

La vera parità

Prima di salutare il quartier generale del Trofeo Binda, Elisa Balsamo ha un lampo di orgoglio, in risposta ad Alessandro Brambilla, secondo cui in alcuni ambiti dello sport italiano le donne sono in evidenza più degli uomini: curioso di sapere se lei si senta in qualche modo superiore, ad esempio, a Milan e Ganna. 

«Questo dovreste dirlo voi – risponde Balsamo – noi il nostro lo facciamo e cerchiamo di farlo al meglio. Poi ci appelliamo alla stampa, a voi dei media, perché parliate anche di noi. Il ciclismo femminile ha fatto tanti passi avanti e non abbiamo niente in meno rispetto agli uomini, se non la visibilità. Oggi c’era un pubblico degno di una gara dei pro’. Le dirette televisive ci sono e forse sarebbe ancora più bello se diventassero più lunghe. Sarebbe ancora meglio se i giornali ci dessero pari visibilità. Io penso che i sacrifici che facciamo noi li fanno anche gli uomini, quindi non abbiamo niente di più e niente di meno rispetto a loro».

Alla gara di Cittiglio erano presenti pochi media e questo è un fatto. La RAI ha trasmesso in diretta per un’ora e 40 minuti: nella conferenza stampa di presentazione, Alessandro Fabretti che nella tivù di Stato è il responsabile del ciclismo, ha detto di voler lavorare per la diretta integrale della corsa. E in effetti, la gara vera e propria è iniziata quando sono arrivate le moto di ripresa. Per il resto, c’erano diversi fotografi, la stampa locale, un inviato dal Belgio per Lotte Kopecky e poco altro. La media finale è stata di 38,292. Il WorldTour ha cambiato tutto, non approfittarne è davvero miope.

Dallo Yorkshire a Cittiglio: Imogen Wolff, talento da forgiare

17.03.2024
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CITTIGLIO – Il cielo è velato, ma le cime dei monti sono bianche. Le nevicate dei giorni scorsi ancora resistono. Così come resistono, e bene, le gambe di Imogen Wolff sull’ormai celebre tremendo rettilineo in salita del Piccolo Trofeo Binda (in apertura foto Ghilardi).

Sul palco risuona l’inno di Re Carlo. Imogen canta, poi si mette anche la mano destra sul cuore. Intanto l’Union Jack s’innalza verso il cielo.

Le ragazze della Gran Bretagna hanno dominato la classifica a squadre. Il Piccolo Binda era valido come tappa di apertura Coppa delle Nazioni juniores 2024
Le ragazze della Gran Bretagna hanno dominato la classifica a squadre. Il Piccolo Binda era valido come tappa di apertura Coppa delle Nazioni juniores 2024

Dominio inglese

Ha vinto dunque Imogen Wolff, della Gran Bretagna. In realtà la squadra di sua maestà ha dominato. La regina della passata edizione, Cat Ferguson, è arrivata seconda e anche le altre compagne si sono ben comportate, tanto da vincere la classifica a squadre.

Ha vinto con un attacco forte, deciso, a 33 chilometri dalla fine. Che su una corsa che ne contava 74 significa poco meno della metà.. Wolff ha fatto il vuoto. Le compagne a quel punto hanno braccato ogni tentativo, come manuale impone.

«Davvero una super gara oggi – racconta Wolff – sono davvero contenta di essere andata via da sola. Per di più così lontano dal traguardo, quasi 35 chilometri. All’inizio non ci credevo, ma poi sono riuscita a tenere botta fino al traguardo».

Imogen non è la prima volta che veniva a Cittiglio. Lo scorso però non andò benissimo la sua corsa. Tuttavia l’esperienza del 2023 le è servita per conoscere il percorso, capire la corsa.

«L’anno scorso ero quasi arrivata quando ho avuto dei problemi nel finale (finì comunque undicesima, non male per essere al primo anno juniores, ndr), quindi avevo sicuramente dei ricordi che mi hanno spronato a fare meglio».

L’azione di Wolff, davvero un bel mix di potenza e leggerezza (foto Gilardi)
L’azione di Wolff, davvero un bel mix di potenza e leggerezza (foto Gilardi)

Scienziata dello Yorkshire

Ma chi è dunque questa giovane ragazza dal volto pieno di graziose lentiggini? Imogen Wolff viene e vive nello Yorkshire, vicino a Barnsley, nel centro della Gran Bretagna. 

«Gli inglesi dicono sia il posto migliore e io sono d’accordo! Di sicuro è un buon posto per allenarsi. Anche perché la mia compagna, Cat, seconda oggi (e prima l’anno scorso, ndr) è delle stesse zone e ci alleniamo. Ci sono tantissime salite e le strade sono davvero tecniche. E penso che questo sia uno dei motivi per cui lo Yorkshire spesso genera molti buoni atleti».

«Sono salita in sella da piccolissima, ma non per allenarmi chiaramente. Ho iniziato  fare le cose sul serio da quando ne avevo 13, quindi 3-4 anni fa. Per il resto studio e mi alleno. Sono all’ultimo anno delle superiori. Sto studiando matematica, biologia e chimica, quindi lo trovo piuttosto impegnativo, ma quest’anno come detto è l’ultimo anno quindi, si spera, manchino solo pochi mesi».

Imogen è anche un’ottima crossista con diversi podi in Coppa del Mondo (foto Barnsley Chronicle)
Imogen è anche un’ottima crossista con diversi podi in Coppa del Mondo (foto Barnsley Chronicle)

Talento da scoprire

Da un punto di vista tecnico Imogen Wolff chiaramente deve ancora scoprirsi del tutto. Ed è normale. Parliamo di un’atleta del 2006. La bici poi come da tradizione inglese abbraccia più specialità, specialmente in fase di inizio. E in tutto ciò la pista non manca quasi mai.

Ma Imogen va anche molto forte nel cross. Ha anche vinto delle gare ad inizio stagione e poi stata molto costante con tanti piazzamenti nelle top 10.

«Penso di essere ancora un mix tra cronoman, sprinter, scalatrice… come se non avessi ancora trovato la mia specialità. Posso dire che mi piacciono le gare come questa, le gare dure, le gare più lunghe. Ad oggi penso che forse le classiche, o comunque le gare di un giorno, sarebbero ideali per me e poi mi interessano».

Il podio dell’11° Piccolo Trofeo Binda: 1ª Imogen Wolff (Gran Bretagna), 2ª Cats Ferguson (Gran Bretagna), 3ª Auke De Buysser (belga della AG Insurance Soudal)
Il podio dell’11° Piccolo Trofeo Binda: 1ª Imogen Wolff (Gran Bretagna), 2ª Cats Ferguson (Gran Bretagna), 3ª Auke De Buysser (belga della AG Insurance Soudal)

Sognando il Fiandre

Wolff è giovane, ma anche saggia. Un’atleta come lei, che ben si piazza nelle corse internazionali ed è un punto fisso della sua nazionale, ha di certo un contratto pronto per il prossimo anno quando diventerà una elite, ma lei con saggezza non rivela nulla: «Intanto voglio diventare una professionista. Poi vediamo cosa succede».

Rivedremo Imogen in azione presto alla Gand-Wevelgem in Belgio. Queste sono le corse che ama. «Quella che mi piace di più? Il Giro delle Fiandre». Lo scorso anno fu settima. Vista come è andata a Cittiglio…

A Cittiglio con LIV, marchio esclusivo per sole donne

23.03.2023
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Domenica scorsa al Trofeo Binda, nella splendida festa del ciclismo femminile di Cittiglio, a pochi metri dall’arrivo uno stand LIV ha richiamato per tutto il giorno l’attenzione dei tifosi e dei passanti. In esposizione tre biciclette, rigorosamente da donna. Un modello da corsa (lo stesso utilizzato dalle ragazze dei team in gara), una e-Bike e una mountain bike. A fare gli onori di casa, abbiamo incontrato Marta Villa, responsabile marketing di Liv Cycling e Cadex, che aveva appena posato per una foto con le ragazze della Scuola Ciclismo Mazzano (in apertura), che dall’inizio dell’anno utilizzano bici LIV e ruote Cadex.

«Il Trofeo Binda – ci ha detto – è la sola manifestazione cui abbiamo deciso di essere presenti con il nostro stand, visto che come LIV lo scorso anno abbiamo deciso di sostenerlo. Siamo qui con lo stand e con le nostre squadre…».

Marta Villa è responsabile marketing di LIV Cycling e di Cadex presso Giant Italia
Marta Villa è responsabile marketing di LIV Cycling e di Cadex presso Giant Italia

LIV, per sole donne

Che il ciclismo e l’uso della bicicletta abbiano attecchito fra le donne è ormai un dato acquisito. E se sul fronte degli accessori tecnici e di stile è facile rintracciare le collezioni disegnate su misura, il passaggio all’acquisto di una bicicletta progettata per le atlete è meno immediato.

«Che LIV Cycling produca bici per sole donne – ha riassunto Marta Villa – è qualcosa che dobbiamo ancora far capire bene, ma ad esempio tanti hanno notato l’abbinamento del nostro stand con una gara femminile, quindi si comincia ad associare il marchio al ciclismo femminile. Però questo è un fronte della comunicazione su cui stiamo ancora lavorando. 

«Abbiamo scelto Cittiglio, sia per la vicinanza sia per aiutare una gara molto sentita, nel senso che è una delle più importanti che ci siano in Italia. I riscontri sono stati positivi. Abbiamo scelto di portare qua delle biciclette diverse, sia lato strada sia eBike, con cui vogliamo smuovere l’interesse del pubblico femminile di passaggio, che magari ha interesse a vedere dei modelli che potrebbe usare nella vita quotidiane e non solo per fare sport».

Campionesse in erba

Un ultimo cenno, prima che la gara si concludesse con la vittoria di Shirin Van Anrooij lo abbiamo fatto sulla presenza delle giovani atlete del Mazzano, che proprio con Anna Bonassi hanno conquistato il Trofeo Binda delle esordienti.

«Le ragazze del Mazzano sono davvero una bella esperienza – ha sorriso Marta – stanno lavorando bene. E’ nato un po’ tutto per caso. Sono legati a un Giant Store che si chiama Happy Bike e si trova a Mazzano, in provincia di Brescia, e vederle così in gamba è stata una bella soddisfazione. Comunque tutti i marchi del gruppo vogliono collaborare con la parte giovanile per crescere insieme. E loro ci chiamano, ci aggiornano su quello che fanno. Oggi hanno vinto e poi sono venute anche a fare la foto. Cos’altro potremmo chiedere?».

LIV Cycling

Trofeo Binda: Van Anrooij firma il tris della Trek

19.03.2023
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L’anno scorso ha tirato per Balsamo e la campionessa italiana vinse il Trofeo Binda. Quest’anno Elisa le ha reso il favore coprendo la sua fuga e poi arrivando seconda. Così Shirin Van Anrooij passa sul traguardo da sola, con 23 secondi sulla compagna, che batte in volata Vittoria Guazzini. Sono i numeri di un’altra giornata perfetta della Trek-Segafredo, che sbanca Cittiglio con un’azione della giovane olandese. Mentre si racconta, è lei la più stupita di tutte. Ventuno anni, originaria di Goes, se ne è andata a un giro e mezzo dalla conclusione, circa 25 chilometri, ripetendo l’exploit che due anni fa regalò il Binda a Elisa Longo Borghini. La Longo doveva esserci, ma è stata fermata dal Covid e la squadra ha tenuto alta la bandiera, vincendo la classica varesina per il terzo anno consecutivo.

«Non ci credo neanche io – dice con gli occhi che sprizzano gioia e stupore – sapevo di essere in buona forma, ma dopo la stagione del cross mi sono fermata per due settimane. Ero venuta per aiutare nuovamente Elisa Balsamo, ma mi sentivo super forte, ho attaccato ed è andata bene».

Sola al traguardo con 23 secondi su Balsamo e Guazzini
Sola al traguardo con 23 secondi su Balsamo e Guazzini

Come Van der Poel

Si è accomiatata dal cross vincendo il mondiale U23, poi si è fermata e ha ripreso dalla Danilith Nokere Koerse, al primo anno fra le elite, con un 27° posto onorevole, ma senza poi molto da segnalare. E adesso che le chiedono se la vittoria del Trofeo Binda le farà cambiare idea sul cross, molla lì un concetto su cui evidentemente ragionava da ieri pomeriggio.

«Correre fra le elite è diverso dal farlo fra le U23 – dice – ma per me nulla cambia rispetto al cross. Ho dimostrato che le due discipline possono convivere e non l’ho fatto solo io. Ieri Van der Poel ha vinto la Milano-Sanremo, conferma migliore non poteva esserci. Dico semplicemente di cominciare a credere di più in me stessa per le corse su strada. Sono davvero io la più sbalordita oggi».

Van Anrooij e Van der Poel, entrambi olandesi, entrambi iridati di cross ed entrambi vittoriosi nella prima grande classica di stagione. E’ possibile uno spot migliore?

Van Anrooij ha fatto il vuoto, dietro le compagne fanno ottima guardia
Van Anrooij ha fatto il vuoto, dietro le compagne fanno ottima guardia
Ricordi il momento in cui sei partita?

Era la situazione perfetta. Il gruppo era tutto in fila e dalla radio è arrivato l’input di provarci. Eravamo partite per mettere qualcuno in fuga e giocarci semmai la volata con Elisa Balsamo. Così ho provato io, perché ho sentito che avevo ancora qualcosa da dare. E poi poco dopo l’attacco è arrivata la discesa e con la guida che ho sviluppato nel cross, ho preso vantaggio anche lì. Tutti mi dicevano che dovevo insistere, che dietro ero coperta e a quel punto ho smesso di pensare.

Non ti sei voltata quasi mai…

E’ stata un’azione fra adrenalina e buone gambe. Nella salita dell’ultimo giro sapevo di avere un buon margine, ma non so cosa sia successo dietro. Ho fatto la mia lunga crono e probabilmente il fatto che oltre a Elisa ci fosse dietro Wiebes ha scoraggiato le altre dall’insistere a fondo. E’ stato lo scenario perfetto.

Di nuovo Realini

Nella giornata perfetta della Trek-Segafredo c’è stato spazio anche per Gaia Realini, che prima dell’attacco di Van Anrooij ha selezionato il gruppo in salita con tirate notevoli. E prima di lei si è vista anche Eleonora Ciabocco, di cui il cittì Sangalli ha apprezzato l’attitudine per le corse di alto livello.

«Gaia ha tirato molto forte – dice Van Anrooij – ha fatto davvero un grande lavoro. E io ho fatto il resto, ma non mi aspettavo un inizio di stagione come questo. Volevo sfruttare queste corse per preparare al meglio gli appuntamenti del Nord, invece ho scoperto di avere una forma superiore. Spero di mantenerla per un po’. Adesso comincia una parte decisiva di questa stagione…».

Il ritorno in corsa, un po’ a sorpresa, di Marta Cavalli

19.03.2023
4 min
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Cittiglio non ha visto solo la vittoria di Shirin Van Anrooij, ma anche il ritorno alle corse di Marta Cavalli. La campionessa della Fdj-Suez, dopo essersi fermata per qualche intoppo fisico, ha deciso di riattaccare il numero sulla schiena.

Al Trofeo Binda è sempre stata con le migliori, tanto da essere una delle protagoniste nel finale. L’olandese della Trek-Segafredo ha tremato soltanto sotto le trenate di Marta nell’ultima salita, quella di Orino. Il distacco si è dimezzato in poche centinaia di metri. Un bel segnale dalla lombarda.

Tanti tifosi a Cittiglio, dopo l’arrivo Marta ha lanciato una borraccia a dei bambini
Tanti tifosi a Cittiglio, dopo l’arrivo Marta ha lanciato una borraccia a dei bambini
Marta, partiamo da oggi, quali sono state le sensazioni del tuo ritorno in corsa?

E’ stata una gara alla riscoperta di me stessa. Stamattina non mi aspettavo niente, non sapevo come sarei potuta stare, quindi sono partita leggera, tranquilla, senza un piano in testa. Salita dopo salita, ho cercato di capire come stavo.

E come stavi?

Bene nel complesso, ma fino all’ultimo non sono riuscita a dare indicazioni precise alla squadra sulla mia condizione perché non sapevo fino a quando sarei potuta andare avanti, quanto avrei tenuto. Però alla fine ciò che avevo nelle gambe è stato sufficiente. Sull’ultima ascesa a Orino ho provato ad attaccare per riprendere un po’ di feeling con l’aggressività, diciamo così. Quindi sono assolutamente contenta.

Non sei riuscita a dare indicazioni precise, ma alla fine ve la siete cavata…

Nel finale Vittoria (Guazzini, ndr) è rientrata nel nostro gruppo e pertanto lo sprint lo ha fatto lei. Abbiamo portato a casa un bellissimo terzo posto che ci ripaga di questa dura giornata. Ci manda a casa soddisfatte.

Marta Cavalli al UAE Tour Women. Negli Emirati una fatica esagerata. Poi il ritiro alla Het Nieuwsblad, quindi lo stop e il 13° posto di oggi
Marta Cavalli al UAE Tour Women. Negli Emirati una fatica esagerata. Poi il ritiro alla Het Nieuwsblad, quindi lo stop e il 13° posto di oggi
Torniamo a te: che stavi bene si percepiva anche dal fatto che nel finale raramente cercavi le ruote, non cercavi di essere coperta, ma eri spesso col vento in faccia….

Sì, perché comunque in salita preferisco avere una via d’uscita in caso di un attacco. Voglio avere spazio e in questo caso stare al vento è quello che mi da più sicurezza per reagire in fretta. 

Nell’ultima intervista che hai fatto con noi, hai detto – anche se può sembrare un controsenso – che tornavi a casa per ritrovare il giusto ritmo per la corsa. Evidentemente lo hai trovato. Si vedeva chiaramente che spingevi bene il rapporto in salita. Quando hai fatto il forcing tutte si sono allungate…

Sicuramente ho guadagnato tanta freschezza. Io credo che la questione del girare bene il rapporto sia legata soprattutto al fatto che ero meno stanca di altre. Mi spiego, è vero che ho meno ritmo corsa, ma è anche vero che la maggior parte delle atlete aveva già partecipato a minimo 6-7 corse e anche in un tempo ravvicinato. E queste si fanno sentire. Senza contare tutti i viaggi… E questo influenza il recupero. Invece io essendo tornata a casa ho avuto il tempo di finalizzare gli allenamenti e di recuperare soprattutto. E ha pagato.

Ci hai parlato anche di dietro motore: nello specifico cosa facevi? Quanto ne facevi?

Solitamente lo faccio una volta a settimana, poi dipende anche dal tipo di corsa che mi aspetta. Per esempio prima di oggi non l’ho fatto. Mi sono concentrata più sul recupero. Quando lo faccio però, faccio da una a tre ore dietro moto, magari su un percorso vallonato. La moto va costante: in discesa recuperi e salita ci si tira il collo!

Marta Cavalli (ieri 25 anni) a Cittiglio con suo padre. Dopo le buone notizie della corsa, una bella festa del papà per lei
Marta Cavalli (ieri 25 anni) a Cittiglio con suo padre. Dopo le buone notizie della corsa, una bella festa del papà per lei
A mente fredda, cos’è che ti ha portato a questo stop poco dopo l’inizio della stagione?

Più che altro credo sia dipeso dal lungo periodo senza corse. Perché è vero che sono tornata alle gare a fine ottobre scorso, ma si è trattato di poche corse e brevi e non di prove intense come le classiche. Quindi penso di aver pagato più di sei mesi lontano da una gara a ritmo elevato e intenso. Non avendo poi un buon riscontro fisico è diventato difficile trovare un buon feeling e reagire.

Da qui la decisione di fermarsi…

Esatto. A casa mi sono vista le Strade Bianche dal divano e ho detto: «No, io non voglio guardarle dal divano le corse. Voglio esserci. Piuttosto mi stacco, però voglio essere là».

Adesso qual è il tuo programma?

Va detto che oggi la mia presenza al Trofeo Binda è stata un’eccezione. Ci tenevo molto perché siamo in Italia. Pertanto farò ancora un bel periodo di lavoro a casa. Poi penso che rientrerò appena prima delle Ardenne per completare il lavoro che abbiamo ri-iniziato in queste settimane.

Minervino: «Il Binda si fa in quattro e non cambierà data»

24.02.2023
6 min
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Juniores, esordienti, allieve ed elite. Domenica 19 marzo le quattro categorie, in quest’ordine, renderanno Cittiglio la capitale italiana del ciclismo femminile. Quest’anno il Trofeo Binda avrà anche le due declinazioni giovanili a riempire una giornata che ormai è un must del calendario (in apertura, la vittoria 2022 di Elisa Balsamo, foto Ossola).

Tuttavia Mario Minervino – presidente della Cycling Sport Promotion, la società organizzatrice della gara WorldTour – si trova costretto a scrutare un orizzonte spezzato dalla possibile nascita della Milano-Sanremo donne. Nelle volontà di Rcs Sport, come ci ha espresso la settimana scorsa il suo amministratore delegato Paolo Bellino, la nuova classica femminile potrebbe essere disputata il giorno dopo la prova maschile e quindi in coincidenza di Cittiglio. Anche per questo, abbiamo voluto sentire il patron del Trofeo Binda a circa un mese dall’evento.

Mario come è nata l’idea di aggiungere le gare di esordienti e allieve?

E’ stato un pensiero che ho avuto questo inverno. Siamo giunti alla ventiquattresima edizione per le elite e alla decima per le junior. Credevo che fosse giusto inserire le altre due categorie per avere una vera e propria giornata rosa, che vale una stagione. L’ho fatto prevalentemente a scopo promozionale per dare un segnale della nostra ulteriore vicinanza a tutto il movimento giovanile femminile. L’intento è quello di continuare così anche nei prossimi anni.

Chissà con quale emozione correranno le giovani…

Certo, per loro credo che sarà una bella soddisfazione passare sotto il traguardo delle più grandi. Più grandi non solo per l’età ma anche perché abbiamo sempre le più forti. Abbiamo ottenuto una deroga federale per far correre esordienti e allieve che solitamente iniziano la loro stagione qualche settimana dopo. Onestamente però devo dirvi che spero che queste giovani arrivino a Cittiglio con lo spirito di godersi totalmente la giornata più che per dannarsi l’anima nel fare risultato.

Si è parlato spesso di allungare i chilometraggi delle gare o tappe più importanti. E’ una possibilità che potrebbe riguardare anche il Trofeo Binda?

Non sono i chilometri a migliorare una gara, ma i percorsi. Abbiamo le elite che ne fanno 139 più il trasferimento e le junior quasi 75. Siamo ad inizio stagione, sono distanze giuste per entrambe le categorie. E poi abbiamo un percorso aperto a tutte le atlete. In ogni caso non vedrei l’esigenza di aumentare i chilometri. Perché la gara potrebbe diventare più “noiosa” come abbiamo visto in alcuni casi. E perché all’interno della giornata ci sono degli incastri da rispettare, come la diretta televisiva o da quest’anno le due gare giovanili.

Invece potrebbe esserci la possibilità di vedere la vostra gara in un’altra data?

No e non capisco perché dovrei spostarla. Ho letto cosa è stato scritto nel vostro articolo, ma non voglio pensare alle cose degli altri. Il Binda ha una storia ventennale, si sa da sempre che è in quel periodo. Io mi preoccupo della nostra data, non di quelle delle altre gare. Per me il problema non esiste. Per me la cosa importante è che tra organizzatori non ci si faccia male, rispettandosi reciprocamente, senza forzature.

Mario Minervino è favorevole a una Milano-Sanremo femminile?

Sono sempre stato un fautore delle nuove gare, credo di aver contribuito alla crescita del ciclismo femminile. Io parlo con tutti e ben venga una edizione per le donne purché non mi chiedano di cambiare o non creino una concomitanza di eventi. Prima di affermare certe cose, bisognerebbe vedere chi sono gli interlocutori. Chi vorrà organizzare la Sanremo donne deciderà di metterla nelle date libere. Attenzione però poi a non andare ad infittire ulteriormente il calendario. I diesse e le atlete già stanno facendo i conti con corse ravvicinate, considerando che le formazioni femminili hanno una quindicina di ragazze ed alcuni team non arrivano a dieci. Faccio ciclismo da veramente tantissimi anni e di situazioni ne ho viste molte. Personalmente i proclami non mi sono mai piaciuti, ho sempre preferito agire con i fatti.

Un pronostico. Chi vince il prossimo Trofeo Binda?

Non faccio nomi perché si rischia di sbagliare, ma vincerà la migliore come è sempre stato. Poi manca quasi un mese e tante cose possono cambiare, come la condizione delle atlete. Io voglio che tutto il pubblico possa divertirsi con le nostre quattro gare e che sia una grande giornata per il ciclismo femminile.

Le azzurre dominano il Trofeo Binda. E Sangalli sorride…

21.03.2022
6 min
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Un podio verde-bianco-rosso, con forti tinte arcobaleno. Elisa Balsamo, Sofia Bertizzolo e Soraya Paladin. Un ordine d’arrivo tutto italiano non si era mai visto prima al Trofeo Binda, gara del Women WorldTour dal 2016 e giunta alla 23esima edizione. Per la verità l’ultima volta era capitata nel 1995 (le sorelle Cappellotto e Imelda Chiappa ai primi tre posti) ma all’epoca la corsa aveva ancora lo status di gara regionale.

A godersi questo trionfo azzurro a Cittiglio nel giorno dell’equinozio primaverile c’è anche il cittì della nazionale Paolo Sangalli (in apertura con Balsamo dopo l’arrivo) che ha un sorriso grande come una casa. Non solo per il podio ma anche per il quinto posto di Cecchini, l’ottavo della Persico e per la vittoria nelle junior al mattino di Francesca Pellegrini della Valcar-Travel&Service (finora tre vittorie su tre in questo inizio di stagione) davanti a Michela De Grandis (Conscio Pedale del Sile).

Gioco di squadra

La voce di Sangalli al telefono è tutta un programma. «Sono davvero felicissimo perché è stata una giornata iniziata benissimo con le junior e finita alla grande con le elite. Sulla Balsamo (alla sua 15ª vittoria da elite, ndr) ormai non c’è più nulla da dire. Qualunque sia la volata, praticamente non la batti quasi mai. Ha vinto su un percorso poco adatto a lei, ma il suo successo è stato frutto di un grande lavoro della Trek-Segafredo, con una Longo Borghini eccezionale che si è messa al servizio della compagna proprio come al mondiale di Leuven. Sull’ultima salita, a pochissimo dal traguardo, hanno scollinato staccate di 15”, però non sono andate nel panico. Sono rientrate bene ed hanno impostato lo sprint come volevano loro».

Sangalli raggiante

«Bertizzolo – prosegue Sangalli, che ha elogi per tutte – ha avuto la consapevolezza di essere forte dopo la delusione alla Strade Bianche. Qui ha fatto una volata di grande spessore dopo aver lavorato tutto il giorno. Soraya (Paladin, ndr) sta facendo il salto di qualità. E’ arrivata ad un punto della carriera in cui deve concretizzare il lavoro che ha fatto. E anche lei non si era risparmiata prima. La Persico ha confermato che nelle gare dure, come a Siena (10ª alla Strade Bianche, ndr) e a Cittiglio, lei c’è. Infine sono molto contento per la Cecchini che, dopo un paio di anni sottotono, sta tornando ai livelli per la quale l’abbiamo conosciuta. Ieri era lei la deputata a fare lo sprint per lo squadrone della SD Worx. La seguirò molto, ripongo in lei molte aspettative. Non in termini di risultati, ma di prestazioni e di saper essere donna-squadra in cui lei è molto brava».

Balsamo, dedica importante

E le protagoniste del podio cosa dicono? Elisa Balsamo – la terza a vincere il Trofeo Binda in maglia iridata (le altre, Lizzie Deignan nel 2016 e Regina Schleicher nel 2006) – spiega come e perché e cosa vuole diventare.

«In salita vado meglio quest’anno – dice – anche se sull’ultima ero a full gas. Nel finale con Van Dijk, Longo Borghini e Van Anrooij abbiamo deciso di restare assieme per chiudere il buco. Tutta la squadra ha fatto un lavoro prezioso. Questa era una volata da fare in rimonta: più tardi parti, meglio è. E’ stato bello poter condividere le premiazioni con due ragazze che conosco bene. Questa vittoria la dedico ad un mio caro cugino che purtroppo non c’è più da qualche mese (si chiamava Enrico, è morto a ottobre in un incidente stradale, ndr). Sto crescendo in salita per essere sempre di più un corridore da classiche. Qui alla Trek-Segafredo mi trovo benissimo e mi stanno aiutando anche nel gestire il peso della maglia iridata. Correre con queste campionesse ti permette di decidere che tipo di gara impostare. E’ tutto più semplice».

La volata del Trofeo Binda 2022. Cinque italiane nella top ten. Vince Balsamo su Bertizzolo e Paladin
La volata del Trofeo Binda 2022. Cinque italiane nella top ten. Vince Balsamo su Bertizzolo e Paladin

Bertizzolo, volata intricata…

Essere felici per un piazzamento è possibile. Eccome, se lo fai dietro alla campionessa del mondo, che è anche una tua amica. Sofia Bertizzolo, che il 6 marzo aveva vinto a Montignoso la gara internazionale Trofeo Oro in Euro, è soddisfatta di se stessa e del suo Team UAE Adq.

«Abbiamo corso in modo intelligente – dice – Erica (Magnaldi, ndr) ha provato una fuga solitaria, Mavi Garcia ha invece sempre ricucito tutti i buchi. Sono orgogliosa di come siamo partite quest’anno. Conoscevo bene questo arrivo (ci ha vinto da junior nel 2015, ndr) e so che dovevo aspettare perché è lungo e in salita. Sono partita a destra della strada, poi sono uscita a sinistra perché non volevo dare riferimenti ad Elisa che stava rimontando. Forse ho fatto più strada delle altre, ma già la Balsamo è più veloce di me, se poi le tiro lo sprint tanto vale offrirle pure il caffè prima del traguardo (ride, ndr).

«Non potevo fare di più. Alla fine questo arrivo mi ha ricordato le categorie giovanili quando correvo contro di lei che è un ’98 ed è più giovane di me di un anno. Poi sono molto contenta anche per Soraya. Siamo state compagne di squadra negli ultimi due anni e si merita i piazzamenti che sta ottenendo. Ora cercherò di sfruttare ancora la mia condizione nelle prossime gare».

Emozione Paladin

Anche Soraya Paladin fa eco in parte alla sua avversaria e corregionale. «Cittiglio è una gara che mi piace – dice – e stavolta sono doppiamente felice perché è la prima volta che in uno sprint, che non è la mia specialità, riesco a centrare il podio. La Balsamo è imbattibile in volata però noi della Canyon Sram ci abbiamo provato a fare gara dura, a tagliarla fuori. Pensavo che anche la SD Worx volesse fare come noi, ma hanno portato in volata la Cecchini, che è andata fortissimo.

«Oggi ero io quella designata per il finale e onestamente ero piuttosto agitata perché non volevo sprecare tutto il lavoro delle mie compagne, soprattutto di Elise (Chabbey, ndr) che mi ha scortato per tutto l’ultimo chilometro. E’ un buonissimo terzo posto, perché condiviso con due amiche, di cui una, Sofia, mia ex compagna. Lei si merita davvero tanto questi risultati. Anzi, vedendo l’ordine d’arrivo, direi che il nostro cittì avrà il suo bel daffare con le convocazioni».

Sangalli e l’abbondanza

E noi chiudiamo girando lo spunto proprio a Sangalli. «Eh (sospira e ride, ndr), mi piace avere questi problemi di abbondanza, anche perché l’obiettivo è averne così anche per Parigi 2024. Tutte sanno di far parte di un progetto – prosegue – e sono certo che le eventuali esclusioni saranno capite da ognuna di loro. Stiamo creando un gruppo, attraverso i vari ritiri, dove tutte si possono aiutare e nel quale nessuna sarà mai vista come una seconda scelta.

«Ad esempio, per i Giochi del Mediterraneo verrà convocata chi non farà il Giro d’Italia Donne, che è in concomitanza. Per tutti gli appuntamenti terremo conto di chi sarà più in forma. Avremo sempre la miglior nazionale possibile perché abbiamo una nazionale forte. Quando vinceremo sarà merito delle ragazze, quando andrà male sarò io il responsabile. Questa è e sarà sempre la mia filosofia».

Sulle Strade di Alfredo Binda: un bel modo per scoprire Varese

20.02.2022
3 min
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La provincia di Varese ha dato i natali a tanti grandi corridori, ce n’è uno che spicca sugli altri: Alfredo Binda. Il campione, nato a Cittiglio, ha legato alla sua città, ed alla provincia di Varese la sua vita (in apertura la foto del Museo dedicato ad Alfredo Binda a Cittiglio).

A trent’anni dalla sua scomparsa, nel 2016, è stata creata la randonnée “Sulle Strade di Alfredo Binda”. Un brevetto ciclistico-culturale volto a promuovere i territori e le strade sulle quali Alfredo era solito allenarsi. Il brevetto prevede tre percorsi, ovviamente il punto di partenza ed arrivo non poteva che essere Cittiglio.

La manifestazione permette agli appassionati di pedalare sulle strade dove si allenava tutti i giorni Alfredo Binda
La manifestazione permette agli appassionati di pedalare sulle strade dove si allenava Binda

Con Binda tutti i giorni

I percorsi sono permanenti e possono essere svolti tutti i giorni dell’anno, ad eccezione del martedì. I partecipanti dovranno attenersi al codice della strada nell’effettuare il loro itinerario, anche individualmente. Il punto di partenza, per tutti i percorsi, è l’Hotel Ristorante La Bussola, che si trova presso il piazzale Alfredo Binda a Cittiglio. Il contributo associativo per partecipare è di 10 euro, una volta iscritti si ritirerà il foglio del viaggio che dovrà essere riconsegnato una volta finito l’itinerario.

Percorrendo le strade della randonnée è possibile ammirare i paesaggi e i borghi della provincia di Varese (foto Giordano Azzimonti)
Percorrendo le strade della randonnée è possibile ammirare i paesaggi e i borghi della provincia di Varese (foto Giordano Azzimonti)

Primo percorso

I percorsi, come detto partono tutti dallo stesso punto, ovvero l’Hotel Ristorante La Bussola. Il più lungo dei tre itinerari misura 70 chilometri con un dislivello di 950 metri. Un percorso che si snoda lungo le rive del lago Maggiore fino a Luino, da dove si raggiungeranno le sponde del lago di Lugano per poi ritornare verso Cittiglio.

Il percorso medio, da 47,5 km, si svolge sullo stesso itinerario della manifestazione “Pedalando con i Campioni” (foto Giordano Azzimonti)
Il percorso medio si svolge sullo stesso itinerario della “Pedalando con i Campioni” (foto Giordano Azzimonti)

Secondo percorso

Il secondo percorso misura 47,5 chilometri. Questa volta da Cittiglio si punta a est, verso Rancio Valcuvia, da lì inizia la salita di Brinzio. Quasi in cima a questa asperità, una delle più famose della provincia, si trova la Madonna dei Ciclisti. Si scende poi alla volta di Varese e passando per la città si punta alle sponde dell’omonimo lago per tornare verso il punto di partenza.

La Madonna dei Ciclisti in cima alla salita di Brinzio (foto Giordano Azzimonti)
La Madonna dei Ciclisti in cima alla salita di Brinzio (foto Giordano Azzimonti)

Il terzo percorso

Il terzo percorso è il più corto, appena 25 chilometri, ma il più rappresentativo. Dal punto di partenza si va subito a prendere il Cuvignone, una salita iconica per il ciclismo varesino. Infatti, oltre ad essere la salita di test preferita dagli atleti professionisti della zona vede sorgere, al suo inizio, la casa natale di Alfredo Binda. L’ascesa è subito complicata con tratti ripidi che non danno respiro. Il tratto centrale, meno ripido, permette di respirare e riprendere le forze in vista degli ultimi 3 chilometri ancora molto impegnativi. Una volta in cima si scende di nuovo verso la partenza, concludendo così il percorso.

Sulle Strade di Alfredo Binda