Il colpo di frusta e il caso Cavalli: qualcosa da sapere

16.09.2022
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Una delle grandi assenti dei prossimi mondiali di Wollongong sarà Marta Cavalli (in apertura la foto usata nel post di Instagram per annunciare il forfait ai mondiali). L’atleta della Fdj-Suez-Futuroscope ha subìto un brutto infortunio al Tour de Femmes, diagnosi: colpo di frusta.

Un problema che si è tirata dietro fino ad ora e che l’ha costretta a restare ferma per molto tempo. Ma di cosa parliamo esattamente? Analizziamo questa tipologia di infortunio con Maurizio Radi, fisioterapista e fondatore del Fisioradi Medical Center

La terribile caduta della Cavalli al Tour de Femmes che ha fatto pensare subito per il peggio (immagini TV)
La terribile caduta della Cavalli al Tour de Femmes che ha fatto pensare subito per il peggio (immagini TV)

Il colpo di frusta

Di questa tipologia di infortunio sappiamo molto poco ed è giusto farci accompagnare alla scoperta di tutte le sue sfumature e complicazioni da qualcuno preparato ed autorevole. La caduta della Cavalli, che ha preoccupato tutti gli addetti ai lavori e non solo, sembrava essersi risolta, ma le cose si sono poi rivelate più complicate del previsto. 

«Il colpo di frusta – spiega Radi – è un trauma al rachide cervicale. Si tratta di una patologia comune quando si ha un impatto o colpo tale da far sobbalzare la resta rapidamente indietro e in avanti. Quando lo si subisce si possono riscontrare numerosi danni: alla colonna cervicale, ai dischi, muscoli, nervi. Addirittura può provocare un’ernia discale o mal di testa perenni e cefalee. La forza che deriva dall’impatto con il terreno crea un trauma molto violento su tutta la struttura.

«La parte maggiormente interessata è tutto il tratto cervicale: dalla prima vertebra alla settima. Dipende tutto dall’entità del colpo, che può essere lieve o molto forte. Addirittura, a causa di questo trauma, il dolore può irradiarsi alle spalle o anche alle braccia».

Il rachide cervicale è una parte della colonna vertebrale, composta da 7 vertebre. Si trova all’altezza del collo (foto Formative Zone)
Il rachide cervicale è una parte della colonna vertebrale, composta da 7 vertebre. Si trova all’altezza del collo (foto Formative Zone)

Nel ciclismo

Dalle prime parole di Maurizio Radi si comprendono le difficoltà che possono nascere da questo infortunio. Ora bisogna trasportare il tutto nel mondo del ciclismo. 

«Nel caso di una caduta in bici, come quella della Cavalli – riprende Radi – le cose si complicano. Oltre alla flessione del rachide cervicale ci può essere anche la rotazione dello stesso. Questo crea un’ulteriore sollecitazione, una volta arrivati in ospedale quello che bisogna escludere, con le dovute analisi, sono le fratture cervicali.

«Nel caso di un impatto violento si potrebbe subire un doppio trauma: oltre al dolore si potrebbe aggiungere una compressione dei nervi nella zona delle spalle e delle braccia. In tal caso diventa difficile tenere in mano la bici e guidarla ad alte velocità. Altre conseguenze di un forte trauma sono le vertigini, alle quali si potrebbe aggiungere una ridotta mobilità del collo e muscolare. Insomma, una serie di complicazioni che possono rallentare notevolmente l’attività agonistica».

Il movimento di iperflessione e iperestensione del colpo di frusta può provocare traumi estesi (foto The Wom Healthy)
L’iperflessione e iperestensione del colpo di frusta può provocare traumi estesi (foto The Wom Healthy)

Il recupero

Con le dovute cautele inizia la fase di recupero. Un primo passo per riprendere totalmente l’attività agonistica è la fisioterapia. 

«Il recupero, non mi stancherò mai di dirlo, inizia dopo gli accertamenti – riprende Radi – questi sono: radiografia, risonanza magnetica e tac, per escludere traumi o fratture importanti. Nei primi giorni il paziente viene immobilizzato con un collare, una volta accertati dell’assenza di fratture può essere tranquillamente tolto. Solitamente la cura parte con un trattamento fisioterapico, associato ad uno farmacologico, dove generalmente al paziente vengono dati degli anti infiammatori.

«Si lavora insieme ad un fisioterapista o un osteopata per cercare di togliere le rigidità muscolari e ridare mobilità al tratto cervicale per recuperare il movimento. Si procede con della massoterapia, terapia neurofasciale, laser o tecar».

«Una delle parti da non sottovalutare è la colonna, spesso ci sono scompensi anche a livello dorsale o lombare. Infine, si conclude con esercizi di ginnastica posturale e rieducativa per ricreare elasticità e tonicità a tutto il gruppo muscolare di sostegno. E’ buona cosa, ma non obbligatorio, far riprendere l’attività su dei rulli, per evitare le sollecitazioni della strada.

«Se l’atleta recupera bene dal trauma, senza aver subìto fratture importanti, può ritornare benissimo all’attività agonistica di alto livello. Tutto questo bisogna farlo con i giusti tempi».