Persico: «Battere le grandi? Bisogna coglierle in giornata no»

03.03.2024
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SIENA – Alla vigilia della Strade Bianche Silvia Persico, era pronta alla sfida. Il morale magari non era stellare, ma di certo era in ripresa. E lo era perché in ripresa erano anche le sue gambe. Il suo inizio di stagione sin qui è stato costellato da alti e bassi: quinta nella gara d’esordio, il Trofeo Palma Femina, bene al UAE Tour Women, malino alla prima in Belgio, l’Omloop Het Nieuwsblad.

L’atleta della UAE Adq sperava in una top 10 nella classica toscana. Non ci è andata lontana. Alla fine ha chiuso 14ª e tutto sommato è stata autrice di un buon finale, visto che non era nei primi due gruppetti quando mancavano gli ultimi due sterrati. Dopo il traguardo, prima di sedersi a terra, con lo sguardo perso nel vuoto, Silvia ci ha parlato di una gara dura, di crampi e di un finale confuso. Poche parole. Il resto lo dice la foto sotto.

Silvia Persico (classe 1997) stremata all’arrivo di Siena
Silvia Persico (classe 1997) stremata all’arrivo di Siena

La Strade Bianche era un antipasto per la Persico 2.0, lasciateci dire così. Nuovo allenatore, nuovi obiettivi, nuovi approcci alle gare e alla stagione stessa, visto che non ha preso parte al ciclocross come da sua abitudine.

Per Silvia ci sono in vista tutte, ma proprio tutte, le classiche del Nord: dalle Fiandre alle Ardenne, monumenti e non solo.

Quest’anno la lombarda punta decisa alle classiche. Correrà sia quelle fiamminghe che quelle delle Ardenne
Quest’anno la lombarda punta decisa alle classiche. Correrà sia quelle fiamminghe che quelle delle Ardenne
Silvia come stai?

Dopo il UAE Tour Women ho passato un periodo down. Adesso – ci aveva detto alla vigilia della Strade Bianche – mi pare di essere in fase di ripresa. L’Het Nieuwsblad non è andata come appunto immaginavo, però la stagione è ancora lunga.

Da cosa dipende questo down, come l’hai chiamato te?

Sinceramente non lo so. Dopo le gare, in UAE stavo davvero bene, avevo delle buone sensazioni. Pensate che in salita ho fatto il mio personal best sulla mezz’ora. Sono tornata a casa e ho iniziato a non stare bene, non spingevo più gli stessi watt. Quindi ho passato dieci giorni così così. Dieci giorni in cui neanche mi sono allenata tantissimo proprio perché non stavo bene. Cercavo di recuperare. Le gambe erano legnose.

Potrebbe essere stato il cambiamento di temperatura?

Forse, davvero non lo so. Anche perché negli ultimi 3-4 mesi, cioè da quando ho cambiato coach (ora è seguita da Luca Zenti, ndr) mi sono sempre sentita molto bene. Ma quel che conta è che negli ultimi giorni mi senta meglio. La gamba risponde in modo diverso rispetto ad una settimana fa.

Nell’intervista di dicembre, avevi insistito sul discorso delle corse di un giorno, di andare a caccia delle tappe nei grandi Giri. Ci stai lavorando col nuovo coach? E come?

Le nostre gare sono diventate più lunghe, quindi mi alleno di più settimanalmente. Arrivo anche a 22-23 ore, prima ero sulle 15-6, massimo 18. Sto lavorando comunque sulla quantità e ho iniziato a fare dei lavori diversi per quanto riguarda la qualità. Degli specifici che non avevo mai fatto.

Sul Jebel Hafeet la sensazione di una grande prestazione. Persico “stoppa” subito il computerino per registrare i dati. Ne usciranno numeri importanti
Sul Jebel Hafeet la sensazione di una grande prestazione. Persico “stoppa” subito il computerino per registrare i dati. Ne usciranno numeri importanti
Tipo?

Non faccio sempre le SFR o i 30”-30”, i 20”-40” o i 40”-20”… E‘ un’intensità un po’ diversa. In più ho incrementato un po’ la palestra. E dalle prime corse fatte in Spagna avevo degli ottimi valori, molto più alti dello scorso anno. Però è anche vero che il livello medio si è alzato. Eravamo su una salita: se quei valori li avessi espressi due anni fa, saremmo rimaste in dieci. Quest’anno eravamo ancora 40-50 atlete insieme. Pertanto l’asticella la devo alzare ancora se voglio vincere.

Visto che hai parlato di corse di un giorno, che richiedono esplosività, ti manca un po’ l’intensità del cross? Almeno in questo periodo post ciclocross appunto…

Forse un pochino, ma neanche più di tanto. Comunque l’intensità l’abbiamo fatta, magari non quella che ti dava il cross, ma l’abbiamo inserita nella preparazione. Poi ho notato che in questo periodo, dopo le stagioni di cross, ero sempre un po’ già in calo. Non avevo più la stessa forma di gennaio. L’anno scorso, di questo periodo, credo fossi in condizioni peggiori. Ma gli appuntamenti importanti arrivano fra un mesetto.

Come ti sei trovata sullo sterrato senese? E’ tanto diverso da quello del cross? Richiede una guida simile o non c’entra proprio niente? E certe skills tornano utili?

Sì e no, io ho una guida un po’ particolare, mi butto un po’ troppo! A volte mi esce la vena da kamikaze della crossista! E questo può essere un difetto. Avere una certa dimestichezza con lo sterrato del cross forse un pochino ti aiuta, ma soprattutto con l’aggiunta dei nuovi settori serve potenza. Potenza pura. Semmai certe capacità di guida ti consentono di essere più sciolta nei tratti gravel, ma se non hai la forza puoi aver fatto tutto il cross di questa vita che non vai da nessuna parte.

Alla Omloop che fatica: ecco Persico comunque nel gruppo delle big. Si riconoscono Vos, Balsamo… e davanti a lei l’iridata Kopecky
Alla Omloop che fatica: ecco Persico comunque nel gruppo delle big. Si riconoscono Vos, Balsamo…
Silvia, come si battono queste super atlete? Kopecky, Vollering, Vos… loro sì che ne hanno di potenza.

Andando forte! Ho visto una Demi Vollering in forma e una Lotte Kopecky potente. Lei in realtà potente lo è sempre stata, ma credo che quest’anno sia dimagrita ancora… e penso possa e voglia vincere il Tour de France. Immagino che per batterle dovrò sorprenderle nella giornata no!

Si studiano queste campionesse in corsa? Hai il tempo di metterti alla loro ruota?

Dipende anche dalla gara, però un po’ le studi. Anche se devo dire che preferisco vederle come persone normali e non come super atlete. Ho avuto modo di passare del tempo con loro oltre alla bici, dopo il mondiale di gravel, e sono semplici.

E sul bus, per esempio, o nei vostri meeting fate delle analisi tecniche per conoscerle? Per esempio: questa ragazza ha tenuto questi watt per tot tempo…

Proprio così, no. Abbiamo fatto delle stime col mio coach, in base ai dati sulla salita dell’UAE Tour Women, io quel giorno ho sviluppato 30 watt in più dell’anno scorso. In quell’occasione abbiamo cercato di capire i watt medi di Kopecky. Generalmente sul bus, invece, si parla più di tattica che di numeri.