Alla Freccia, una Cervélo R5 tutta nuova per Roglic

22.04.2021
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Con quale bici ha corso Primoz Roglic alla Freccia Vallone? La sua Cervélo R5, a prescindere dalla colorazione nero antracite con filamenti gialli, ci ha subito colpito.

Così ci siamo concentrati meglio, per quel che abbiamo potuto fare viste le ristrettezze di movimento imposte dal Covid, anche per i giornalisti.

Carro rivisto?

Di sicuro si trattava di una Cervélo R5, la bici “leggera”, quella da scalatori, che ha in dotazione la Jumbo-Visma, quella aero infatti è la S5.

Quando Roglic si è presentato in zona mista e abbiamo potuto vedere per quei pochi secondi la bici da ferma, la prima cosa che ci ha colpito è stato il carro, soprattutto la parte alta dei pendenti, nell’incrocio con il reggisella. Non c’era più infatti la copertura in gomma per la brugola di fissaggio del reggisella stesso. Questi pendenti andavano a “circondare” il piantone e proseguivano fondendosi poi con il tubo orizzontale. Inoltre, nella parte posteriore del piantone, la “placca” di carbonio che si formava tra l’incontro dei due pendenti stessi, era più piccola. Forse perché questo telaio nasce per i freni a disco, mentre la “vecchia” placca più grande era pensata anche per l’alloggio del freno posteriore.

In zona mista, scatti rubati alla nuova Cervélo R5 di Roglic. Pendenti modificati?
In zona mista, scatti rubati alla nuova Cervélo R5 di Roglic. Pendenti modificati?

Altra cosa che abbiamo notato, sempre in zona carro è che i foderi bassi sembrano essere leggermente più oversize rispetto ai precedenti. Tra l’altro su di essi troneggiava la scritta FM 140 (Flat Mount), magari per indicare al cambio ruote che Primoz utilizza dei dischi da 140 millimetri. Un dettaglio che in caso di foratura potrebbe fare la differenza, se l’intervento non dovesse operarlo la sua ammiraglia ma quella dell’assistenza fornita dalla corsa.

Cavi anteriori spariti

E poi l’anteriore. I cavi della R5, che prima erano parzialmente integrati, sono spariti del tutto. L’ingresso non avviene più nella parte anteriore del tubo obliquo, nello stelo sinistro della forcella per quel che riguarda il freno anteriore, e nella parte avanzata dell’orizzontale, ma passano direttamente all’interno dell’attacco manubrio stesso e quindi del telaio. Attacco che infatti è cambiato. Non era il Vision utilizzato fino a poco tempo fa ma un Fsa. E con essa anche la piega era diversa.

Niente cavi esterni all’anteriore, tutto passa all’interno dell’attacco Fsa e del telaio
Niente cavi esterni all’anteriore, tutto passa all’interno dell’attacco Fsa e del telaio

Adesso bisognerebbe sapere (e indagheremo) se cambia anche qualcosa sul fronte di materiali e geometrie. A sensazione il telaio sembra leggermente più compatto, ma si è trattato davvero di una breve osservazione. Non si possono cogliere variazioni che semmai sono nell’ordine di pochi millimetri o pochissimi gradi di angolo.

Tuttavia, proprio l’angolo anteriore ci sembra più “dritto”: il che dovrebbe avvantaggiare la bici negli scatti. Se prima l’angolo di sterzo della R5 di Roglic (taglia 54) era di 73° adesso potrebbe essere di 73,3°. Ma ripetiamo: è solo un’ipotesi. Magari è stato solo rivisto il rake della forcella. O è solo la colorazione che inganna l’occhio.

Rumors tecnici

Viste le recenti polemiche, è stato ancora più difficile avvicinarsi alla bici del campione sloveno. Nel dopo gara, pensando volessimo parlare del “caso motorino”, ce l’hanno letteralmente coperta, prima con una giacca, poi con i fiori del podio e infine con lo zaino del massaggiatore.

La R5 usata ai Baschi: si può fare un confronto con la foto di apertura
La R5 usata ai Baschi: si può fare un confronto con la foto di apertura

Per il momento le differenze che abbiamo notato sono state queste. Però qualche info, o meglio qualche rumors, lo abbiamo raccolto e sembra che questa nuova versione della R5 sia stata provata anche da Tom Dumoulin e che potrebbe debuttare già sulle strade del Giro d’Italia.

Aspero-5, la gravel di Cervélo per correre

20.04.2021
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Una gravel che sia anche aerodinamica, per tenere fede alle prerogative di Cervélo che della ricerca per sconfiggere l’aria ha fatto la sua arte. Si chiama Aspero-5 e a guardarla con attenzione e poi andando a studiare le geometrie del telaio si notano angoli e quote che restano al confine fra una bici da strada e una gravel, a far capire che non si vuole rinunciare certo alla guidabilità offroad, ma neppure compromettere la velocità.

Aerodinamica perché

«Qualcuno potrebbe dire che l’aerodinamica non ha importanza su una bici gravel – si legge nella brochure di lancio – ma se hai combattuto contro il vento contrario in una prateria aperta, i 32 grammi di resistenza che risparmierai con l’Aspero-5 sono una gradita tregua».

Il riferimento è chiaramente ai test svolti in galleria del vento con una considerazione di partenza non banale: le gare di gravel non si giovano dell’effetto scia o della possibilità di nascondersi in gruppo. E quando ci si trova da soli a spingere su sterrato e magari contro vento, è bello sapere che la bici può alleggerirti di una parte di fatica.

Geometrie per correre

Aspero-5 strizza decisamente l’occhio alle competizioni gravel, il cui calendario si va rimpolpando. L’angolo del piantone su un telaio 55 è di 73°30’ quindi sufficientemente comodo per dare all’atleta una posizione non troppo estrema, mentre la lunghezza del carro posteriore da 42 dà certamente stabilità, ma permette di avere il centro della ruota posteriore abbastanza vicino al movimento centrale, da dare reattività alla bici. Al contempo l’avancorsa misura fra 59,7 e 60,2 con la forcella in carbonio che ha il trail regolabile e consente la variazione. La geometria si completa con l’angolo di sterzo pari a 72° per un cannotto che misura 13 centimetri: abbastanza alto da rendere ben guidabile la bici, ma non… ostile alla penetrazione aerodinamica.

Telaio intelligente

Il telaio è totalmente in carbonio e ricorda allo sguardo quello della Caledonia-5, il modello Cervélo per le corse sul pavé. Il tubo obliquo ha sezione ovale, mentre la sagomatura del piantone irrigidisce il carro e permette di tenere la ruota posteriore ancora più sotto.

Nella forcella, come nella prima versione della Aspero, si trova un chip, chiamato dall’azienda canadese Trail Mixer, che mantiene la misurazione del percorso costante sia che si scelgano pneumatici 700c o 650b.

Tre versioni

I modelli disponibili sono quattro e dipendono dall’equipaggiamento. La base è data dal kit telaio, che comprende anche la forcella, il reggisella e il manubrio completo. Si passa poi al Force Etap Axs 1Disc e poi si va a salire, sempre tenendo presente che anche la versione base vanta componenti di assoluto livello tecnico, come lo Sram Force 12V. Più su nella scala gerarchica, ci sono la Grx Di2 Disc e la Red Etap Axs1 Disc.

Aspero-5 a suo agio sugli sterrati più veloci
Aspero-5 a suo agio sugli sterrati più veloci

La differenza la fa sostanzialmente il gruppo perché il resto dei componenti è comune, a partire dalla forcella Cervélo All-Carbon, lo sterzo Fsa (1”1/4-1”1/2), le gomme Panaracer Gravel King Sk Folding 700×38, il manubrio Carbon AB09 16deg Flared Carbon e l’attacco Cervélo ST32 Alloy.

Le misure disponibili sono 48-51-54-56-58-61 rilevate dal centro del movimento alla fine del tubo piantone.

Colori molto belli, tre in tutto: dal Lime Shimmer dorato al Purple Sunset e il Five Black. I prezzi sono in linea con le quotazioni di Cervélo e passano dai 4.300 euro del kit telaio nei 3 colori fino ai 9.000 del’Aspero-5 Red eTap AXS 1 Ltd in colorazione Lime Shimmer.

focusitaliagroup.it/cervelo

Jumbo-Visma: un maledetto sabato da cancellare…

20.04.2021
3 min
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Che cosa regalare a qualcuno che ha già tutto? L’ultima stagione della Jumbo-Visma ha visto il team olandese dimostrarsi in molti frangenti il più forte, sia nelle classiche d’un giorno che nelle corse a tappe, sfruttando defaillance altrui ma mostrando una grande crescita soprattutto strategica, anche se l’epilogo del Tour de France con Roglic superato nella cronometro fa ancora male.

Roglic, le mani sotto in salita sono segno di potenza e ricerca dell’aerodinamica
Roglic, le mani sotto in salita sono segno di potenza e ricerca dell’aerodinamica

Il ritorno di Dumoulin

La prima metà del 2021 ha avuto due velocità distinte. C’è stato prima da gestire l’addio di Tom Dumoulin e poi per fortuna il suo rientro. C’è stato da restituire fiducia a Wout Van Aert, uscito deluso dalla stagione del ciclocross (dove pure aveva vinto la Coppa del Mondo) e poi c’è stato da applaudirlo per la Gand e l’Amstel.

In sede di ciclomercato si è quindi provveduto a semplici aggiustamenti, o meglio aggiunte. Quella di Edoardo Affini, pezzo importante per le cronosquadre e con importanti talenti da assecondare. Mentre Sam Oomen è un altro tassello che potrebbe rivelarsi utilissimo nelle tappe più dure dei grandi Giri, come supporto in montagna, senza dimenticare Van Hooydonck che potrebbe essere una pedina importante nelle classiche.

Così Wout Van Aert, ha vinto la Gand su Nizzolo, Trentin e Colbrelli
Wout Van Aert, Sonny Colbrelli, Matteo Trentin

Van Aert e il mondiale

Molto poi dipenderà dagli obiettivi della squadra, con Roglic che naturalmente vuole riprendersi quel che ha lasciato in quel maledetto sabato francese. E Kruijswijk che è chiamato a dare un segno di prestigio come alternativa allo sloveno per le grandi corse a tappe. Per le classiche il nome principale è stato nuovamente quello di Van Aert, anche se il belga, dopo aver collezionato tre secondi posti iridati fra strada e ciclocross nello spazio di cinque mesi, ha la mente proiettata verso il mondiale nelle Fiandre: quale posto migliore per salire quel fatidico gradino?

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Edoardo AffiniMantovaIta24.06.19962019
George BennettNelsonNzl07.04.19902012
Koen BouwmanUlftNed02.12.19932016
David DekkerAmersfoortNed02.02.19982018
Pascal EekhoornGenemuidenNed08.02.19942018
Tobias S.FossVingromNor25.05.19972017
Robert GesinkVarsseveldNed31.05.19862007
Dylan GroenewegenAmsterdamNed21.06.19932015
Chris HarperThursday IslandAus23.11.19942020
Lennard HofstedePoeldijkNed29.12.19942017
Steven KruijswijkNuenenNed07.06.19872010
Sepp KussDurangoUsa13.09.19942016
Gijs LeemreizeRuurloNed23.10.19992020
Paul MartensRostockGer26.10.19832005
Tony MartinCottbusGer23.04.19852008
Sam OomenTilburgNed15.08.19952016
Christoph PfingstenPostdamGer20.11.19872015
Primoz RoglicTrbovljeSlo29.10.19892013
Timo RoosenTilburgNed11.01.19932015
Mike TeunissenYsselsteynNed25.08.19922015
Antwan TolhoekYersekeNed29.04.19942016
Wout Van AertHerentalsBel15.09.19942016
Jos Van EmdenSchiedamNed18.02.19852008
Nathan Van HooydonckGooreindBel12.10.19952017
Jonas VingegaardHillersleyDen12.10.19962016
Maaerten WynantsHasseltBel13.05.19822005

DIRIGENTI

Richard PluggeNedGeneral Manager
Merijn ZeemanNedDirettore Sportivo
Jan BovenNedDirettore Sportivo
Sierk-Jan De HaanNedDirettore Sportivo
Addy EngelsNedDirettore Sportivo
Mathieu HeijsboerNedDirettore Sportivo
Frans MaassenNedDirettore Sportivo
Grischa Jan NiermannGerDirettore Sportivo
Arthur Van DongenNedDirettore Sportivo
Robert Thomas WagnerGbrDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Grandi cambiamenti quest’anno in casa Jumbo Visma che negli ultimi anni aveva corso e con soddisfazione su bici Bianchi. Nel carosello che ha investito altre due squadre (Team Bike exchange e Team Dsm), il team olandese è passato su bici Cervélo, che fino al 2020 erano state del Team Sunweb. Diversi i modelli in dotazione: R5, S5, Caledonia-5 e P5. Tutte montate Shimano, con manubrio Fsa e pneumatici Vittoria.

CONTATTI

TEAM JUMBO-VISMA (Ned)

Rietveldenweg 47, 5222 A s-Hertogenbosch (NED)

info@teamjumbovisma.nl – www.teamjumbovisma.nl

Facebook: @JumboVismaRoad

Twitter: @JumboVismaRoad

Instagram: jumbovisma_road

Cervélo R5

R5 e S5, a voi le Cervélo di Van Aert e Roglic

20.04.2021
4 min
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Il team olandese Jumbo Visma, dopo alcuni anni di collaborazione e successi con le biciclette Bianchi, quest’anno ha deciso di equipaggiare i suoi corridori con le canadesi Cervélo. A disposizione di Primoz Roglic e Wout Van Aert ci sono diversi modelli: R5, S5, Caledonia-5 e P5.

R5 la versatile

La R5 (nella foto di apertura) è la bicicletta più versatile fra quelle in dotazione allo squadrone olandese grazie alla sua geometria e alle soluzioni tecniche di cui è dotata. Per i tubi, si è fatto ricorso alla tecnologia Squoval Max. Essa unisce i vantaggi di una forma più quadrata con quelli di una forma più ovale cercando il punto di equilibrio fra rigidità, comfort e leggerezza. La zona del tubo sterzo e del movimento centrale godono di una lavorazione particolare del carbonio che ne ha aumentato la rigidità, rispettivamente del 18% e del 26% rispetto alla precedente versione.
Proprio per la zona del movimento centrale Cervélo ha sviluppato il sistema BBright, che vede una misura oversize dei tubi verticale, obliquo e del fodero sinistro, con un vantaggio in termini di rigidità ed efficienze di pedalata.

Manubrio FSA

Il manubrio del team olandese è prodotto da FSA per la R5, dove la maggior parte dei corridori utilizza l’attacco e manubrio separati. Le ruote sono fornite da Shimano con le Dura Ace C40 in carbonio e con un profilo di 40 millimetri. Il peso di queste ruote è di 626 grammi per la ruota anteriore e di 774 grammi per la posteriore nella versione disco per tubolari.

Cervélo S5 Jumbo Visma
L’aerodinamica S5 con le ruote Dura Ace
Cervélo S5 Jumbo Visma
L’aerodinamica S5 con le ruote Dura Ace

Attacco manubrio a V

La S5 è la bicicletta più aerodinamica, utilizzata dai corridori della Jumbo Visma nelle tappe dal profilo altimetrico piatto o leggermente vallonato. Il design TrueAero della S5 combina una forma dei tubi specifica con una posizione di guida più aerodinamica, proprio per minimizzare l’impatto con l’aria. Anche sulla S5, per il movimento centrale si è adottato il sistema BBright. La lavorazione particolare della zona del tubo sterzo e del movimento centrale con un incremento di rigidità rispettivamente del 13% e del 25% rispetto alla versione precedente.
Il manubrio di Cervélo è studiato in galleria del vento ed è composto dall’attacco CS28 a forma di V, che è stato progettato per lavorare alla perfezione con il manubrio, tanto da sembrare un integrato. Sono disponibili 6 taglie di lunghezza e 4 di larghezza con 5 gradi di rotazione possibile. Le ruote sono le Shimano Dura Ace C50 in carbonio con profilo da 50 millimetri.

Cervélo Caledonia-5
La Caledonia-5 è adatta per le gare con i terreni sconnessi
Cervélo Caledonia-5
La Caledonia-5 è la bicicletta adatta per le gare con i terreni sconnessi come la Roubaix

La più confortevole

Oltre alla R5 e alla S5, il Team Jumbo Visma può contare anche sulla Caledonia-5. E’ la bicicletta votata ai terreni più sconnessi. come il pavé. Questo modello è stato sviluppato insieme ai professionisti proprio per fornire una bicicletta dall’ottima guidabilità e maggiormente confortevole.

Le geometrie sono più… rilassate e il passaggio gomme permette di montare coperture fino a 34 millimetri di larghezza. Manubrio e attacco sono di FSA e le ruote di Shimano.

Cervélo P5
La P5 è un vero bolide per le cronometro
Cervélo P5
La Cervélo P5 è un vero bolide per le cronometro

Carbonio speciale

La P5 è l’arma di Roglic e Van Aert nelle cronometro. Su questa bicicletta tutto è stato pensato con l’unico scopo di massimizzare la velocità. I test in galleria del vento sono stati fatti per simulare le condizioni reali.

Un occhio è stato dedicato anche al peso, con l’utilizzo di uno speciale tipo di fibra carbonio. Il manubrio da cronometro è realizzato sempre da Cervélo. Le ruote sono Shimano.

Manubrio V-Stem
Il manubrio con l’attacco a forma di V di Cervélo
Manubrio V-Stem
Il manubrio con l’attacco a forma di V di Cervélo, un vero capolavoro di aerodinamica

La scheda tecnica

GruppoShimano Dura Ace Di2
RuoteShimano Dura Ace
PneumaticiVittoria
ManubrioCervélo e FSA
Sella Fizik
ReggisellaCervélo
PedaliShimano Dura Ace

Un tocco di Italia

Il gruppo è lo Shimano Dura Ace Di2, cme del marchio giapponese sono i pedali Dura Ace. Le selle sono le italiane Fizik, i portaborraccia e le borraccie sono di Tacx. Infine vengono dall’Italia anche gli pneumatici: i Vittoria Corsa in graphene.

Caro Magrini, dica lei: come è messo Roglic sulla bici?

13.04.2021
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Roglic gli piace e non ne fa mistero: Riccardo Magrini è sempre una compagnia stimolante per intavolare una conversazione tecnica e questa volta lo portiamo su Roglic e il suo stare in bicicletta, sapendo che il discorso non si fermerà a ciò. Se parli con chi di ciclismo ne capisce parecchio, questo è il minimo che possa capitarti. Per fortuna!

«Sapete – comincia – la prima cosa che noto dalla foto in discesa? Che sulla bici si schiaccia come stesse saltando con gli sci. Si vede in ogni situazione la ricerca naturale della posizione».

Benissimo, si può partire. La strada è tracciata. Nel 2021, come abbiamo già spiegato, Roglic e la Jumbo-Visma corrono su bici Cervélo dopo i successi negli anni su Bianchi. Su strada, lo sloveno usa la R5.

Le mani sotto in salita sono per Magrini un segno di potenza e ricerca dell’aerodinamica
Le mani sotto in salita sono segno di potenza e ricerca dell’aerodinamica
Aerodinamico anche in salita, guarda quelle mani sotto…

E’ proprio quel tipo di ricerca. Dicono che in bici sia brutto, ma secondo me non è vero. E questo tipo di attenzione ce l’ha nel Dna. Ad altri non succede. L’altro giorno commentando i Paesi Baschi, mi è toccato dire che Aramburu stava facendo la discesa con le mani sopra. Evidentemente stava comodo, ma quanto a bellezza… Invece Roglic sta sempre basso, anche quando sta a ruota. Con il tronco parallelo alla strada. Del resto, uno che ha convissuto con il volo, sa benissimo come giocare con l’aria.

Questo è quasi amore.

Mi piace molto. Alcuni criticano il suo atteggiamento in corsa, più in difesa che in attacco. Ma del resto se hai il vantaggio della crono, si può anche capire. Però mi pare che quando serve, sappia attaccare. Nell’ultima tappa è andato con Gaudu e alla fine lo ha lasciato vincere.

Nell’ultima tappa dei Paesi Baschi, fuga con Gaudu e vittoria al francese
Ai Paesi Baschi, fuga con Gaudu e vittoria al francese
Anche perché dopo la lavata di capo della Parigi-Nizza…

Io non sono d’accordo con quella polemica. Lui non era in fuga dal mattino con Mader, come invece sabato con Gaudu. E’ scattato da dietro per riprenderli e vincere, l’altro era piantato, perché doveva lasciargli la vittoria? Con Gaudu hanno diviso la fatica e si è visto il cenno di intesa del francese che gli ha fatto okay con il pollice. Chiaro però che deve averci pensato, perché in quei giorni gliel’hanno fatto notare. Ragazzi, non vedo niente di male nel cercare la vittoria.

Viaggia spessissimo in punta di sella.

Vero, ma perché le posizioni sono cambiate per molti. Ora si cerca la punta della sella per poter stare il più possibile sopra al movimento e riuscire ad avere un’elevata frequenza di pedalata. Una volta invece finivi in punta quando eri a tutta. Erano anni in cui si spingevano rapporti molto più lunghi di adesso e questo inevitabilmente ti faceva scivolare indietro. Oggi la media delle rpm è di 95-100 e di conseguenza si sta meglio in posizione più avanzata.

In salita pedala in punta di sella per tenere un’alta frequenza: Magrini concorda
In salita pedala in punta di sella per tenere un’alta frequenza
Adesso a qualcuno si drizzeranno i capelli, ma è un’abitudine portata dentro da Armstrong e poi ripresa da altri…

C’è poco da drizzarsi i capelli, è la verità. Lui ha tracciato una linea e tanti l’hanno ripresao. Come Marco lanciò lo scatto in salita con le mani basse. Calava un dente e partiva. Alcuni lo hanno copiato, altri come lo stesso Contador non ci sono mai riusciti. Per non parlare di Bartoli…

Fuorisella appena accennato, no?

Appena, appena… Manubrio bassissimo e dislivello con la sella da mal di schiena. La sua posizione era impossibile da imitare. Oppure De Vlaeminck, che teneva le mani sulle leve dei freni e gli avambracci orizzontali. 

Magari non attacca troppo, dice Magrini, ma se serve, sa farlo
Magari non attacca troppo, dice Magrini, ma se serve, sa farlo
Bella serie di spunti, caro Magrini, potresti fare l’opinionista televisivo…

Il ciclismo oggi è bello perché ce ne sono tanti e ognuno ha le sue caratteristiche. Van Aert in bici è più bello di Van der Poel. Alaphilippe ricorda Paolino (Bettini, ndr), ma deve farne di strada. E’ sempre agitato, nervoso. Vi ricordate Paolo ai mondiali di Madrid, quando gli dissero di non muoversi perché correvamo per Petacchi e lui continuava a gesticolare da quanto era nervoso? E poi mica è facile stare comodi in bici. Una volta ce le facevano su misura, magari non eravamo bellissimi da vedere, però almeno stavamo comodi. Moser era un altro di quelli che si schiacciava sulla bici ed era aerodinamico. Saronni stava più alto e addirittura perse il mondiale di Praga, perché andò a fare la volata contro Maertens con le mani sopra.

Quindi la morale qual è?

Che in bici ciascuno ha il suo stile. Van Sevenant dondola tutto, non è mica bello. Roglic ha uno stile compatto, mentre Pogacar non è messo altrettanto bene. Primoz è in linea con la sua origine di saltatore e se spesso cade è perché è arrivato tardi a fare il professionista. Ma se lui in bici è brutto, allora preparatevi a buttarne via un bel mucchio.

Per gli sterrati, Van Aert ha scelto la Cervélo R5. Forse…

06.03.2021
4 min
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Poteva correre con la Caledonia, avendola provata in allenamento, ma alla fine Wout Van Aert ha scelto di partire con la Cervélo R5, dopo aver vinto la Strade Bianche dello scorso anno su Bianchi. Singolare debutto di stagione per l’olandese, che è da poco sceso dal Teide.

Strano destino quello di Wout, ormai legato indissolubilmente a quello di Van der Poel. I due sono addirittura arrivati in Italia con lo stesso volo. Ma mentre il vincitore uscente non ha ancora messo le ruote in una corsa su strada, il rivale ha già vinto e dato spettacolo. E l’attesa, un po’ come è accaduto lo scorso anno con la stagione del cross, inizia ad animare i dibattiti. Van Aert iniziò a novembre, Van der Poel lo raggiunse dopo un paio di settimane. Ora le parti si sono invertite.

Parterre de roi

«La Strade Bianche – ha detto ieri mattina prima di partire per la ricognizione sul percorso – è una delle gare più belle dell’anno in un ambiente bellissimo. Durante il ritiro in altura a Tenerife ho fatto buoni progressi e questo mi dà una bella sensazione. Adesso si tratta di concentrarsi sulla gara, perché con questo campo di partenti, c’è parecchia gente da tenere d’occhio. Anzi, per dirla tutta, non credo che avremo altre corse con così tanti partenti di peso».

Pacco pignoni da muri del Nord per gli strappi sterrati, con 11-30
Pacco pignoni da muri del Nord per gli strappi sterrati, con 11-30

Un hotel per tre

L’hotel della Jumbo Visma si chiama Borgo San Luigi e sorge vicino Monteriggioni, con il bosco e i prati intorno. Nella stessa struttura alloggiano l’Astana, la Uae Team Emirates e anche la Eolo-Kometa. L’accordo sarebbe di non andare in giro per alberghi, ma previa autorizzazione dell’ufficio stampa, siamo qui per capire con cosa correrà Van Aert.

Sulla R5 l’inclinazione dell’attacco non è negativa
Sulla R5 l’inclinazione dell’attacco non è negativa

La Caledonia Van Aert l’ha usata ieri mattina nel collaudo del percorso e l’ha riassaggiata oggi, tanto che la bici se ne sta tutta impolverata fra quelle da lavare. Si tratta del modello per la Roubaix e gli sterrati, con il carro più lungo, il movimento abbassato e il passo superiore. Il telaio è leggermente più alto davanti, tanto che l’attacco ha inclinazione negativa. Nelle foto di allenamento vedete metà squadra usarla e metà no. Probabilmente sapremo stamattina se avrà effettivamente optato per la R5 come ci ha detto il meccanico o se all’ultimo abbia deciso per altro.

Il passaggio ruota con il tubolare da 28 è veramente esiguo
Il passaggio ruota con il tubolare da 28 è esiguo

Verso la R5

La Cervélo R5 color Jumbo Visma è una vecchia conoscenza, anche se viene aggiornata anno dopo anno. Rispetto alla precedente, questa è più rigida nei punti chiave del telaio pur restando leggerissima. L’attento equilibrio tra rigidità e peso si traduce in una bici che risponde rapidamente agli input, ma è stabile e prevedibile in velocità. Rigidità e geometria lavorano inoltre per ottenere efficienza di pedalata e maneggevolezza. A detta dei corridori, i freni a disco assicurano un’azione potente (160 anteriore, 140 posteriore), mentre la possibilità di montare gomme da 30 millimetri rende la guida molto agevole (anche se visto il poco spazio rimasto fra piantone e gomma con le 28 fa pensare che in caso di fango la 30 sia forse poco pratica). Questa volta l’attacco manubrio ha la giusta inclinazione, segno che anche l’altezza del tubo di sterzo è decisamente stradale.

La bici di Van Aert è in partenza la Cervélo R5
La bici di Van Aert è in partenza la Cervélo R5

Tubolari da 28

La bici di Van Aert è montata con componenti Shimano. Guarnitura 39-53 e pignoni dall’11 al 30. Nella guarnitura c’è integrato il misuratore di potenza. Quanto alla scelta delle ruote, Van Aert correrà con ruote in carbonio Shimano e tubolari Vittoria da 28: anche se il carro ha spazio per montare tubolari da 30, è evidente che in caso di tanto fango, sarebbe forse necessario ricorrere alla Caledonia, che ha effettivamente più spazio, essendo il carro più lungo.

E questa è la Caledonia che Van Aert ha certamente provato
E questa è la Caledonia che Van Aert ha certamente provato

L’accordo è di non toccare la bici, solo i meccanici possono maneggiarla e così vanno le cose. La musica dalla grande cassa vicina al camion fa passare meglio il lavoro. Riuscirà Wout a ripetersi, dato che la Strade Bianche sarà la sua prima corsa di stagione?

Focus Italia, crediti sospesi e dealer contenti. E la Jumbo?

23.02.2021
6 min
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Nel viaggio di bici.PRO fra i produttori delle bici del WorldTour, entra oggi in scena il marchio Cervélo, che a livello mondiale è detenuto dall’olandese Pon Holdings, mentre in Italia viene distribuito da Focus Italia Group e nel 2021 equipaggia la Jumbo-Visma.

Con il nostro zaino pieno di domande, abbiamo seguito il link fino alla scrivania di Raffaele Crippa, Brand Manager di Focus Italia Group, che per cominciare ci ha raccontato che cosa abbia significato per la sede italiana l’avvento della holding.

«In parole molto semplici – sorride Crippa – ci ha permesso di avere più ossigeno. La testa è rimasta italiana e indipendente, idem la struttura commerciale. Siamo passati dall’essere una Srl a una Spa e questo ci ha consentito di mettere i piedi sulle giuste pietre».

Raffaele Crippa, Brand Manager di Focus Italia
Raffaele Crippa, Brand Manager di Focus Italia
Che cosa è successo invece da queste parti a cavallo del lockdown?

In Focus Italia Group ragioniamo per anno fiscale e per stagionalità, che inizia dal primo settembre. A quella scadenza eravamo in crescita e abbiamo chiuso positivamente anche l’anno fiscale, nulla lasciava pensare al disastro in arrivo. Durante il lockdown siamo stati attivi con decine di call con i nostri rivenditori sul territorio, per parlare di mercato e fornire una forma di supporto psicologico. Proprio durante quegli incontri, sono usciti spunti che si sarebbero rivelati utili nel periodo successivo. Contemporaneamente, il management ha fatto scelte lungimiranti.

Di che tipo?

Abbiamo spinto sugli acquisti, correndo un bel rischio, ma procurando un quantitativo ragguardevole di biciclette, che ancora oggi continuiamo a spedire. L’ultimo flusso ci sarà a marzo. C’è stato un piccolo rimbalzo dei costi, a causa dei ritardi nelle consegne, ma abbiamo guadagnato quote di mercato. Per cui, il primo punto che ha funzionato sono stati quei contatti con i dealer.

Quindi c’è un secondo punto?

Il congelamento totale di tutti i crediti. Per 5 mesi abbiamo assorbito e rinviato i crediti e questo ha permesso al volano di continuare a girare e ci ha portato tanta gratitudine. E’ stato un esborso importante, non è stato semplice, ma ci ha dato tanto.

Nel 2020 Cervélo era con il Team Sunweb: qui Hindley sullo Stelvio
Nel 2020 Cervélo con il Team Sunweb
In che modo siete stati accanto ai rivenditori?

Sono state fatte circa 60 call, con pochi dealer per volta perché non fossero dispersive, e abbiamo specificato le azioni che avremmo messo in atto. Abbiamo parlato dei prodotti che sarebbero arrivati e assortito dei pacchetti di bici in base alle necessità del mercato e a quello che potevamo offrire. In più alla riapertura, abbiamo fatto degli accordi con Santander Bank, che ha varato dei finanziamenti a interesse zero per l’acquisto della bicicletta. Quindi con la sospensione dei debiti, i pacchetti e i finanziamenti su misura, i dealer ci hanno detto grazie e hanno ripreso a lavorare.

In che senso avete offerto supporto psicologico?

L’aspetto importante di quelle call è che si è sviluppato un rapporto umano che prima non c’era mai stato. Onestamente non eravamo neanche convintissimi di quello che dicevamo, eravamo rinchiusi senza una sola prospettiva. Per cui ci siamo messi la maschera in faccia e siamo andati alla guerra. Quelle chiamate sono servite anche solo per chiedere come stessero. Alcune col groppo in gola, perché magari ti parlavano di qualche parente morto in casa o dei camion con le bare in strada.

Quando si è capito che stava cambiando?

Il primo segnale c’è stato durante una chiamata con Focus dalla Germania in cui ci hanno mostrato i loro fatturati di fine marzo. Erano numeri mostruosi, mentre noi eravamo indicati ancora come gli untori d’Europa.

Il BB Right permette di avvantaggiarsi di tubi di sezione maggiore più rigidi e più leggeri
Il BB Right permette di avvantaggiarsi di tubi di sezione maggiore più rigidi e più leggeri
Come hanno risposto i dealer a questa vostra vicinanza?

Ho il magone a pensarci e la cosa incredibile è che quando il mondo è ripartito, ben più di un cliente che chiedeva altre bici, ci diceva: «Fate voi». Questo atteggiamento mi ha stupito e confermato che avevano seminato bene. E a partire da maggio abbiamo cominciato a straconsegnare. Ma al di là dei numeri, ci siamo sentiti considerati quasi come loro soci.

Quali bici si sono vendute di più?

Tutte. Il bonus bici ha accelerato il segmento sotto i 1.000 euro e lavorando con quei famosi pacchetti, il dealer ha potuto selezionare quello di cui aveva bisogno con fiducia ed elasticità.

Pensi che l’onda continuerà a crescere?

Siamo fortemente convinti che il mercato sia esploso e che sulle ali dell’entusiasmo tutti abbiano voluto andare in bicicletta. E’ il solo sport che puoi fare, per cui lo zoccolo duro è aumentato e altri nuovi sono arrivati. Diciamo, facendo dei numeri a caso, che siamo passati da 100 a 150. E se ci sarà una contrazione, si passerà a 120. Ma sempre più del livello pre lockdown.

Si sta affermando un pubblico di ciclisti non necessariamente agonisti
Si sta affermando un pubblico di ciclisti non necessariamente agonisti
Pensate anche voi quindi che ci sia un pubblico diverso?

Il mondo di chi ha scoperto la bici si è aperto. Si è avvicinata gente che non andava in bici e che non è per nulla legata all’agonismo. Se gli agonisti e gli amatori sono stati fermi senza eventi, è arrivata una valanga di utenti che porterà a un cambiamento culturale. Nei primi mesi post Covid, il nostro trend sarà slegarci dall’agonismo. Se prima si cercava di sostenere eventi legati in qualche modo alla competizione, oggi siamo abbastanza sicuri che non sia più così necessario. La comunicazione si andrà spostando verso l’outdoor e la vita all’aria aperta, un mercato ancora vergine.

Scusa, ma allora che senso ha continuare a sponsorizzare un team WorldTour?

Il gruppo vuole rilanciare il marchio Cervélo, per tutto lo storico e il suo prestigio nel corsa, su pista e nel triathlon. Avere il Team Jumbo è una bella medaglia da portare sul petto, sperando di poter ben figurare. Il professionismo è come la Formula Uno per lo sviluppo delle auto di serie. Ad oggi è comunque un investimento sul prodotto, consapevoli che il comparto sportivo è rimasto invariato e sono cresciuti segmenti nuovi.

Quest’anno Cervélo equipaggia la Jumbo Visma
Quest’anno Cervélo equipaggia la Jumbo Visma
Che cosa significa allora mollare l’agonismo?

Il brand Cervélo va in cerca di rilancio. L’agonismo che si pensa di mollare è quello della sponsorizzazione agli eventi. E’ meglio organizzare qualcosa da soli per sostenere i nostri dealer, come tanti altri marchi hanno già iniziato a fare negli anni addietro. Ho in testa il nostro evento Santa Cruz in Val di Sole l’anno scorso. Le persone andavano via contente di essere state insieme. L’evento privato è più controllabile e fa superare il concetto di fiera, che con l’avvento dei social perde interesse. Ad oggi non c’è più motivo di andare ai vari saloni, non ne abbiamo più bisogno. C’è una nuova linea e non ci si può fermare proprio adesso.

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