Un po’ come Van Aert, ma senza il cross e la Strade Bianche, Primoz Roglic è rientrato alla Parigi-Nizza, si è preso tre giorni di adattamento e al quarto ha vinto. Poi come Van Aert è arrivato anche lui secondo nella prima corsa a tappe di stagione, ma seguendo altre dinamiche di cui vi abbiamo già raccontato.
E’ curioso osservare come i due atleti della Jumbo Visma siano stati in grado di presentarsi già in tiro alle prime gare. E se il debutto di Van Aert a Siena lo ha esposto a una piccola crisi, l’adattamento di Roglic al ritmo gara è stato metodico e millimetrico. Così abbiamo rivolto qualche domanda Mathieu Heijboer, olandese di 39 anni, che dei coach della Jumbo Visma è il coordinatore e sovrintende direttamente la preparazione di Roglic.
Come è stato organizzato l’inverno di Primoz, dopo la Vuelta terminata l’8 novembre?
Prima naturalmente ha fatto un periodo di tre settimane di riposo. Poi due mesi di costruzione aerobica fino alla fase finale della nostra preparazione, con il ritiro in altura sul Teide per preparare la Parigi-Nizza.
Durante quelle tre settimane di riposo ha praticato altri sport?
Qualche breve corsa a piedi, brevi uscite su strada o in mountain bike, nulla di più
Quando ha ripreso aveva ancora un buon livello di forma?
Di sicuro non al livello di fine Vuelta, ma è importante avere una fluttuazione della forma fisica. Devi riposare, recuperare e perdere qualcosa per essere capace di allenarti e tornare anche più forte di prima.
Avete cambiato qualcosa nella preparazione?
Non tanto, a dire il vero. Primoz e lo staff degli allenatori hanno trovato una formula che con lui funziona molto bene e finora non abbiamo visto la necessità di cambiamenti radicali per la sua preparazione.
La sua tabella di marcia prevede anche lavoro in palestra?
No, niente. Fa alcuni esercizi di core/equilibrio a casa, ma non lavori di forza in palestra.
Il salto con gli sci gli ha lasciato qualche qualità?
Sì, Primoz ha un’ottima percezione del suo corpo (Propiocezione) proprio grazie al suo passato. E’ davvero un atleta completo. Inoltre il salto con gli sci lo ha reso molto abile nel gestire la velocità e la gravità in discesa. Non ha mai paura.
Tende a prendere peso durante lo stacco invernale?
No, è piuttosto stabile in termini di peso. Ha preso 1-1,5 chili, ma li ha persi abbastanza facilmente non appena l’allenamento è diventato nuovamente impegnativo.
Il suo è un allenamento di volume o di qualità?
Con volume intendiamo lavoro di resistenza? Anche una distanza può essere considerata una sessione di qualità, perché è necessaria per costruire una buona condizione. Ma a Primoz piace stare in bici, soprattutto in montagna. Quindi per lui i giorni migliori sono i giri lunghi e a ritmo blando sulle montagne.
Si è allenato in Slovenia o a Monaco?
Entrambi.
Si allena da solo oppure in gruppo?
Il più delle volte da solo.
Gli capita spesso di fare lavori dietro moto?
No.
Ha iniziato la stagione alla Parigi-Nizza e dopo tre tappe ha vinto. Avete fatto simulazioni di gara in ritiro?
Sì. Non facciamo molte gare di preparazione, perché pensiamo che possiamo prepararci per le corse allenandoci (specialmente se parliamo di corse a tappe). Ma per fare questo, prevediamo anche delle simulazioni di gara, con sforzi molto duri alla fine di ogni sessione.
Raggiunge facilmente la miglior condizione?
Sì, perché Primoz è un atleta capace di svolgere quasi al 100 per cento il suo programma di allenamento. Recupera molto bene e si adatta facilmente agli stimoli. Per lo staff dei preparatori, è un atleta “facile” con cui lavorare, perché possiamo impostare un buon cammino verso il top della condizione che dà sempre ottimi frutti. D’altro canto, se corresse troppo, potrebbe perdere il picco di forma, così programmiamo il piano di allenamento e il programma delle gare con un’idea ben chiara.