Edoardo, le crono poi con Groenewegen e Van Aert

01.02.2021
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Edoardo è tornato in Olanda, dove era cresciuto nella Seg Academy Racing prima di approdare alla Mitchelton-Scott. Lo hanno voluto quelli della Jumbo Visma, che prima sono andati a sondarlo, poi gli hanno proposto un bel progetto che lo riguarda. Non è stato facile convincerlo, almeno all’inizio, poi le cose si sono incanalate nel modo giusto. La squadra ha concluso il ritiro giusto due giorni fa, sabato. Proprio nel giorno in cui, rientrati dall’allenamento, i ragazzi hanno saputo che non avrebbero debuttato alla Vuelta Valenciana, che era stata appena cancellata.

Nel 2019 vince la tappa di Sandefjord al Giro di Norvegia
Nel 2019 vince la tappa di Sandefjord al Giro di Norvegia

Affini è mantovano, è alto 1,92 ed è uno dei nostri migliori cronoman. E’ stato campione europeo U23 nel 2018 e nello stesso anno ha vinto i Giochi del Mediterraneo. Da professionista ha vinto due corse. Una tappa in linea al Giro di Norvegia e la crono al Tour of Britain: entrambe nel 2019. Il suo 2020 si è concluso con il ritiro dal Giro d’Italia. Meglio voltare pagina e cominciare da capo.

Come va nel nuovo ambiente?

Mi sembra di essermi ben inserito. Sono uno dei pochi che non parla l’olandese e quel che ricordo del periodo alla Seg serve a malapena per scambiarsi un saluto. Meglio usare l’inglese. Detto questo, mi pare che le squadre WorldTour più o meno si somiglino tutte. La differenze è che alla Mitchelton ero lasciato più libero, mentre qui ci sono più linee guida su tutti i fronti, dall’alimentazione all’allenamento e ogni preparatore ha la sua filosofia.

Cambiato qualcosa, par di capire?

Ho fatto più intensità sin dall’inizio. Ero abituato a una ripresa tradizionale, facendo prima la base. Qui ho fatto un minino di adattamento e poi da inizio dicembre subito richiami di intensità. All’inizio mi è venuto qualche dubbio, ma alla fine sono riuscito a metabolizzare tutto bene.

Ai mondiali crono di Imola, Edoardo ha ottenuto il 14° posto
Ai mondiali crono di Imola, Edoardo ha ottenuto il 14° posto
Come hanno fatto a convincerti?

Il primo contatto l’abbiamo avuto ad aprile, ma io stavo bene alla Mitchelton e volevo capire che cosa sarebbe successo. Quando poi è venuta fuori la storia della Fundacion Manuela nella quale non si vedeva proprio chiaro, la proposta della Jumbo è stata superiore alla contro offerta della Mitchelton. Così ho accettato, anche perché mi hanno offerto tre anni di contratto che danno una certa sicurezza. Vuol dire che ci credono.

Cosa vogliono fare di Affini?

Il miglior corridore possibile, lavorando molto sulla crono per tirare fuori qualche risultato, sulle classiche in cui abbiamo un leader come Van Aert e poi sul treno per i velocisti. A maggio scade la squalifica di Groenewegen, ma quando ho firmato non era ancora successo il disastro del Polonia. Di certo è stato brutto vederlo alle prese con le minacce. Gli stava per nascere il bambino e gli scrivevano che non era degno di essere padre. Gli hanno scritto di ammazzarsi

Che cosa ti è parso del tuo capitano delle classiche?

Per quel po’ che ci ho pedalato assieme e il po’ che ci ho parlato, si vede che Van Aert ha classe. E’ forte, mi sembra tranquillo e giù dalla bici fa gruppo anche lui. Ha tre anni più di me, non c’è la soggezione davanti a uno più grande.

Nel ritiro spagnolo del team, per Edoardo tanti lavori specifici ad alta intensità (foto Jumbo Visma)
In ritiro tanti lavori specifici ad alta intensità (foto Jumbo Visma)
A proposito d leader, avete perso anche Dumoulin…

Tom era in ritiro con noi. Forse è venuto che già sapeva, perché l’ho visto parlare con tutti, come per salutarli. Siamo tornati dall’allenamento e ci hanno detto che era tornato a casa. Non conosco i dettagli, ma non siamo macchine. Posso capire che si abbia bisogno di spazio.

Da Scott a Cervelo, cosa cambia?

E’ una bella bici, molto rigida e sembra anche veloce. Anche quella da crono dà belle sensazioni, ma dobbiamo ancora lavorare sulla posizione, sviluppando ad esempio il manubrio. E’ un processo lento. Prima si trova la posizione. Poi si va in galleria del vento. E alla fine si mette a punto il componente su misura. Solo che con il Covid questi passaggi sono molto complicati.

Hai già corso due crono iridate da pro’: ci riproviamo?

In testa ho tutti gli obiettivi, sta al cittì decidere. Con Cassani non ho ancora parlato, ma sa che tengo alla maglia azzurra. Mi ha portato al mondiale negli ultimi due anni e sa che do sempre il massimo.

Edoardo sfinito dopo una serie di Sfr nel ritiro spagnolo (foto Jumbo Visma)
Edoardo sfinito dopo una serie di Sfr (foto Jumbo Visma)
Senza la Valenciana, il debutto dove va a finire?

All’Het Nieuwsblad, mentre dall’8 febbraio andrò a Tenerife, sul Teide, non facendo più la Valenciana. E’ una cosa che mi incuriosisce. Non ho mai visto quel posto e non ho mai fatto altura così presto. Poi dopo il debutto, farò Tirreno e Sanremo, Gand, Dwars door Vlaanderen e Roubaix. Non le faccio tutte perché sono nella squadra del Giro, dove verrà anche Bennett.

A proposito di Giro, non è andata benissimo l’anno scorso…

Sono caduto nel giorno dei ventagli e poi la squadra è andata a casa per la positività di Yates. E’ stato bello partire e respirare l’atmosfera, ma il resto possiamo anche dimenticarlo. E’ finita con un metacarpo rotto. Possiamo dire che del Giro 2020 mi restano 8 viti e una placca, che dovrei togliere a un anno dall’incidente, quindi se ne parla il prossimo ottobre. Ma sto bene, non ho fastidi, quindi non sarà un problema.

Quanto è fastidioso veder cancellare le corse?

Hai un programma, ma non puoi farci niente. Ti devi allenare e cambiare obiettivi. E se non corri, l’obiettivo è migliorarsi. Già averne uno ti dà un’altra grinta.