Cantiere Bora, al Tour tutti per Roglic: Gasparotto racconta

14.03.2024
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«Roma non è stata costruita in un giorno, abbiamo ancora tempo per arrivare al nostro obiettivo. Grazie allo staff che ci ha supportato». Queste per sommi capi le parole che Enrico Gasparotto ha affidato a un post su Instagram dopo la Tirreno-Adriatico, in cui con Hindley ha provato a far saltare Ayuso per prendergli il secondo posto. La Bora-Hansgrohe ha mandato in Francia Roglic con Vlasov e ha tenuto qui in Italia Hindley con Kamna (i due sono insieme in apertura) e “Dani” Martinez, in un’insolita commistione fra uomini del Giro e gente da Tour. E mentre qui si facevano i conti con Vingegaard, alla Parigi-Nizza si è lottato contro le stesse maglie, ma indossate da Jorgenson e McNulty.

Il programma della squadra tedesca è importante e prevede l’attacco frontale ai giganti Visma e UAE al Tour de France, lasciando però spazio ai suoi leader che da un giorno all’altro hanno scoperto l’arrivo di Roglic e le sue (legittime) ambizioni che rischiavano di sovrapporsi alle loro. Martedì Gasparotto è andato con Kamna a provare la salita di Oropa e, sorridendo, ha ammesso che la ricordava meno dura.

Enrico Gasparotto, friulano classe 1985, è stato pro’ dal 2005 al 2020. Dal 2022 è diesse alla Bora-Hansgrohe
Enrico Gasparotto, friulano classe 1985, è stato pro’ dal 2005 al 2020. Dal 2022 è diesse alla Bora-Hansgrohe
Che cosa volevi dire con quel post?

In generale, è sempre un processo riuscire a far sì che i ragazzi lavorino bene assieme. L’ho detto per noi, ma vale per tutti. Del gruppo della Tirreno, 5 su 7 erano tutti ragazzi che erano già al Giro 2022, con l’innesto di Martinez e Macejuk, per cui gli automatismi si guadagnano correndo assieme. E credo che valga anche per la Parigi-Nizza.

Come sta andando finora l’inserimento di Roglic?

Va tutto com’era normale aspettarsi e probabilmente quella mia frase è veramente di attualità. Martinez ha subito vinto la prima gara in Algarve perché aveva una gamba stratosferica, però lui ha cambiato diversi team nella sua carriera. Invece Roglic ha vissuto tanti anni in un unico ambiente e quindi, una volta che esci dalla bolla, ti devi adattare nelle gare più importanti del calendario europeo. Non è automatico ed è stato voluto che andasse alla Parigi-Nizza piuttosto che alla Tirreno, perché in Francia ci sono sempre criticità maggiori, nelle quali si cementa il gruppo.

Come dire che sbagliando s’impara?

Quando viene tutto facile, gli errori non si capiscono, non si riconoscono. Quando invece le cose sono leggermente più complicate, si deve lavorare per adattarsi reciprocamente. Lui a noi e noi nei suoi confronti.

Roglic è andato alla Parigi-Nizza per avere un banco di prova davvero impegnativo
Roglic è andato alla Parigi-Nizza per avere un banco di prova davvero impegnativo
Quando Viviani lasciò la Quick Step, tentò di replicare in Cofidis quel che faceva nel team belga…

Non credo che Primoz voglia ricreare qui l’ambiente Visma. E’ un fatto che negli ultimi anni ci sia stata prima Sky che si è posta per tutti come punto di riferimento, perché era una squadra vincente e organizzata. In questo momento quel ruolo ce l’ha la Visma. Io credo che ci siano molti spunti interessanti da prendere da organizzazioni che funzionano, però il copia e incolla non funzionerà mai. Perché non è reale e soprattutto farebbe sparire le caratteristiche dell’altro ambiente. Ogni gruppo ha la sua filosofia e le sue differenze, che verranno capite col tempo e con le varie situazioni.

Però Roglic potrebbe portare qualcosa di buono dalla precedente esperienza, no?

Questo è certo. Ho passato con lui finora solo cinque giorni sul Teide e mi ha dato la sensazione di un atleta molto meticoloso e probabilmente è così non solo perché è stato nella Jumbo. Anzi, al contrario, non dimentichiamoci il suo ruolo nella crescita di quella squadra. Secondo me è così preciso per via dello sport che faceva prima. Uno che fa salto con gli sci sa che se sbaglia lo stacco di 10 centesimi, va in terra.  Sono certo che la meticolosità di Primoz, che è di alto livello, arriva proprio da lì. Ed è una dote che nel ciclismo attuale è decisiva e lui la sta portando da noi, allo stesso modo in cui ha dato il suo contributo per far diventare grande la sua vecchia squadra.

Con quale criterio avete operato la divisione degli uomini fra Giro e Tour?

Martinez è il leader del Giro e tutti gli altri saranno insieme al Tour perché comunque sul Tour ci giochiamo la scommessa più grande. Primoz è un vincente e ha vinto. Non ha vinto il Tour, ma ci è arrivato vicino. Rispetto a Hindley, Vlasov, Kamna o Martinez, ha un’età diversa. Lui per primo sa che non è che ha davanti sei chance di vincere il Tour de France, ne ha meno. Di conseguenza lo sforzo della squadra è quello di dargli il supporto necessario per quello che sarebbe la grande ciliegina che manca su una carriera incredibile. Per contro, avendo diverse punte, al Giro andremo con Martinez e Kamna, che sono corridori solidi, e cercheremo di approfittare anche degli arrivi in volata.

Vlasov ha vinto la tappa a Madone d’Uteille alla Parigi-Nizza
Vlasov ha vinto la tappa a Madone d’Uteille alla Parigi-Nizza
Come si fa, infilandoci un attimo nei panni del diesse, a mettere d’accordo le ambizioni di Vlasov oppure Hindley? E’ una grande pressione?

Non mi sento messo alla prova, perché se apprezzano quello che faccio, va bene. Se non apprezzano, baci e arrivederci. E la stessa cosa vale per chi è sopra di me nella gerarchia della squadra. Io sono come sono, personalmente la ragiono così. Sul fatto di mettere assieme le varie personalità e soprattutto le varie ambizioni, all’inizio avevamo qualche timore.

Invece?

Invece quando è stato chiesto ai vari Hindley e Vlasov di andare al Tour, ci hanno detto di sì, purché si vada con un solo obiettivo che deve essere Primoz e a patto di essere anche loro allo stesso livello di condizione. Quindi hanno sposato il progetto e ci hanno davvero colpito. Sono bravi ragazzi e persone intelligenti, a volte probabilmente sono anche troppo bravi e troppo onesti. La cosa che ci siamo sempre sentiti di fare nei loro confronti è dargli delle opportunità prima del mese di maggio. Per questo Jai era alla Tirreno e non alla Parigi-Nizza. Per questo Vlasov sarà al Catalunya e non ai Paesi Baschi. E per questo Jai sarà ai Paesi Baschi insieme a Primoz. Abbiamo gestito le ambizioni in questo modo.

Alla Tirreno nel giorno del Petrano avete corso da Bora, tutti all’attacco per far saltare Ayuso…

A me dispiace solo che sia stata una Tirreno con due salite. Per la squadra che avevo, mi è mancata una giornata da muri come è stata quella di Castelfidardo nel 2021. In quelle giornate, puoi utilizzare i numeri e la quantità di corridori validi che hai in squadra. Invece con salite lunghe nei finali di corsa, viene fuori la superiorità di Vingegaard.

Martinez, uno dei leader per il Giro, ha iniziato vincendo in Algarve su Evenepoel
Martinez, uno dei leader per il Giro, ha iniziato vincendo in Algarve su Evenepoel
Solo che di fatto quella superiorità ha schiacciato la corsa.

Rispettiamo profondamente Vingegaard e la sua forza. Hanno il loro modo di correre e di impostare le tappe e l’hanno dimostrato anche al Tour. Per cui ci siamo detti: cosa succede se facciamo qualcosa che a loro non sta bene? E soprattutto sulla prima salita non ho visto un grande Ayuso e se non fosse stato per Del Toro, forse Jai avrebbe guadagnato i 26 secondi che ci mancavano per il secondo posto. Quando poi il giorno di Monte Petrano ho visto che lo spagnolo aveva bucato ed era rimasto dietro, diciamo che li ho incitati con più energia. Ma hanno reagito bene, niente da dire. Resta la grande sorpresa della Tirreno: Del Toro, per me è stato a dir poco impressionante.