Belletta: l’italian guy della Jumbo-Visma

11.12.2022
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Dario Igor Belletta è uno di quegli italiani con la valigia in mano, pronto a lasciare il nostro Paese per crescere e diventare un corridore professionista. Il suo futuro parla olandese, il giovane lombardo infatti correrà nel team development della Jumbo-Visma. In questi giorni Dario si trova in ritiro con la nuova squadra e i compagni, andiamo con lui a vedere che effetto fa far parte dello squadrone che ha vinto la classifica UCI nel 2022

«Ora siamo in Norvegia, a Lillehammer – esordisce euforico Belletta – per fare un ritiro di un paio di settimane. Niente bici, tante attività diverse ed un unico obiettivo: conoscerci e imparare a stare insieme. Sia tra corridori che con i membri dello staff».

Che cosa fate?

Tantissime cose, la mattina facciamo tutti insieme sci di fondo, qui a Lillehammer nel 1994 ci sono state le Olimpiadi invernali e gli impianti sono nuovissimi e gratuiti. E’ bellissimo, ognuno di noi prende gli sci e ci sono questi stadi pieni di piste e di persone che girano e si allenano. Qui le persone non camminano, sciano. 

Hai mai sciato prima?

Ho fatto qualche volta un po’ di discesa libera, ma fondo mai. Non mi sono trovato male, poi abbiamo un istruttore di tutto rispetto: un ex campione olimpico. Insomma, direi che per imparare era difficile trovare qualcuno di migliore (dice ridendo, ndr). 

E ti piace?

Tantissimo, è un modo per mettersi alla prova e uscire dalla comfort zone e cerchi di cambiare mentalità. E’ una caratteristica importante e impararla praticando uno sport nuovo è divertente.

L’obiettivo di questo ritiro è creare un gruppo squadra solido e unito
L’obiettivo di questo ritiro è creare un gruppo squadra solido e unito
E nel resto della giornata?

Si fanno molte altre attività, appena rientrati dallo sci si mangia, e per farci sentire parte di questo nuovo gruppo a me e Pietro (Mattio, ndr) lo chef cucinerà le lasagne. Nel primo pomeriggio si ha un po’ di tempo libero, c’è chi studia, chi come me fa qualche intervista o ci si riposa. Ci ritroviamo verso metà pomeriggio per fare uno spuntino e dopo si parla con lo staff dei vari obiettivi per la stagione. Poi la sera dipende, oggi (venerdì, ndr) c’è il quarto di finale dei mondiali di calcio: Olanda-Argentina, quindi si guarda la partita. E’ venuto anche il capo Richard Plugge per guardare la partita con noi.

I compagni, come sono?

Simpaticissimi, una cosa che mi piace moltissimo è che arrivano da tutte le parti del mondo. C’è una buona base olandese: su 14 ragazzi un terzo sono “di casa”. Ci sono poi ragazzi danesi, norvegesi, americani e io e Mattio, che ormai siamo stati soprannominati “the italian guys”. I ragazzi più grandi hanno il compito di stare con noi nuovi e farci integrare. Alcuni di loro nel pomeriggio vanno a fare dei test metabolici per un’Università norvegese con la quale il team collabora. 

Dario ha fatto parte della spedizione azzurra ai mondiali di Wollongong
Dario ha fatto parte della spedizione azzurra ai mondiali di Wollongong
Quindi per il momento ancora niente bici?

No, queste due settimane niente bici, anche perché fuori ci sono meno venti gradi (ride di nuovo, ndr). Quella la vedremo nei ritiri di gennaio e febbraio, staremo parecchio in Spagna a pedalare. Lo staff ci ha detto che questo momento serve per creare alchimia tra di noi. In Spagna si pedalerà molto e avremo meno tempo per passare dei momenti insieme. Quello che vogliono far passare è che non siamo delle persone con la stessa maglietta, ma facciamo parte di un progetto unico. Uno dei due ritiri, non so ancora bene quale, sarà con la squadra WorldTour

Emozionato?

Tantissimo, non vedo l’ora di pedalare con loro! Li ho visti solamente in televisione e tra poco me li troverò accanto. E’ incredibile.

Che mondo è?

Incredibile, è come passare su un altro pianeta. E’ tutto fatto nel modo giusto e con un programma alle spalle. Sono seri ma allo stesso tempo molto positivi e disponibili. Anche il fatto di provare un nuovo sport a dicembre, quando altre squadre sono già in bici, è strano ma piacevole. Alla fine pedaleremo tutto l’anno, non dico che diventa noioso, ma quasi. Fare una preparazione diversa è particolare e stimolante. 

Il giovane lombardo corre anche su pista, ai mondiali di categoria ha conquistato l’argento nella corsa a punti (foto Fci)
Il giovane lombardo corre anche su pista, ai mondiali di categoria ha conquistato l’argento nella corsa a punti (foto Fci)
Sei stato nella sede di s-Hertongenbosch?

Sì ed ho visto che ci siete stati anche voi. E’ qualcosa di impensabile, devi vederla per crederci. Io quando sono entrato mi sentivo un ragazzino a Disneyland. Infatti l’ho soprannominata la Disneyland del ciclismo. E tutta la loro mentalità ed organizzazione viene trasportata fuori, ovunque siano nel mondo. 

Hai detto che hai parlato con lo staff, cosa vi siete detti?

Una delle cose che mi ha sorpreso di più è che non ho avuto bisogno di presentarmi. Conoscevano già tutto di me, ma proprio tutto, degli ultimi quattro anni sapevano ogni virgola. Quando decidono di investire su di te lo fanno a tutto tondo. Gli obiettivi saranno quello di capire i miei punti deboli e quelli di forza. Per questo aspetto i ritiri di gennaio e febbraio saranno fondamentali. Ora vogliono conoscere l’aspetto umano, nei prossimi mesi il ciclista. 

E la pista?

Sono estremamente favorevoli alla doppia attività, la incoraggiano particolarmente anche perché i benefici si vedono. A me la pista piace e voglio portarla avanti, nei prossimi mesi parlerò con Villa e capiremo il programma da tenere in base al calendario.