Vince in volata, ma vuole completarsi: scopriamo Marchi

26.04.2025
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La prima mano di poker è stata sua. In un mese da inizio marzo ha inanellato quattro vittorie tutte con una volata potente, la sua griffe. Tommaso Marchi in questo scorcio di stagione ha dimostrato di essere il velocista più continuo, anche per merito del lavoro sviluppato dalla Borgo Molino Vigna Fiorita.

Al secondo anno da junior, il 18enne trevigiano di Mareno di Piave (in apertura foto Lisa Paletti) sta mantenendo fede al suo percorso di crescita, fatto finora di quaranta successi giovanili partendo agli esordienti. Numeri importanti che tuttavia vanno valutati dal punto di vista statistico per non togliere l’attenzione ad un altro aspetto fondamentale, quello di diventare un corridore.

Per Pavanello (secondo da destra), Marchi è un velocista moderno con margini di crescita sul passo (foto Borgo Molino)
Per Pavanello (primo da destra), Marchi è un velocista moderno con margini di crescita sul passo (foto Borgo Molino)

Visto da Pavanello

Quando abbiamo deciso di conoscere meglio Marchi, non abbiamo potuto tralasciare il parere di Cristian Pavanello, suo diesse e grande conoscitore del panorama giovanile.

«Prima di tutto devo dire – apre il discorso – che Tommaso va elogiato perché è un bravo ragazzo, educato, dalle buone maniere e che si impegna tanto a scuola. Un figlio che ogni genitore vorrebbe avere. Dal punto di vista ciclistico invece in questi due anni, ed in particolare l’anno scorso, abbiamo lavorato cercando di migliorare dove ce n’era bisogno, specie sul fondo e in salita. E già ora ne vediamo i risultati. Vincere una gara come i Colli Marignanesi in Romagna non è cosa da poco. E nemmeno in Toscana ad Altopascio era semplice.

«Ora credo sia un corridore più moderno del classico velocista – conclude Pavanello – Certo parliamo sempre di un ragazzo che pesa 80 chilogrammi, quindi sullo Zoncolan non lo vedremo mai con i primi, a meno che non parta il giorno prima (ci dice sorridendo, ndr). Battute a parte credo che Tommaso nel tempo possa essere un uomo veloce forte anche sul passo, ma c’è molto da lavorare. Ci vuole pazienza. Le vittorie hanno un loro significato e servono, però poi conta il domani. Mezzi permettendo, negli juniores occorre imparare il mestiere per sapersi esprimere domani. Non pensiamo a ciò che accade troppo spesso ai ragazzi di adesso che vanno direttamente nel WorldTour».

Uno. Il 9 marzo a Nonantola colpo di reni vincente di Marchi su Vendramin per la prima vittoria stagionale (foto italiaciclismo.net)
Uno. Il 9 marzo a Nonantola colpo di reni vincente di Marchi su Vendramin per la prima vittoria stagionale (foto italiaciclismo.net)
Tommaso, partiamo da una tua presentazione. Chi sei giù dalla bici?

Sono un ragazzo che frequenta la quarta classe di ragioneria in un istituto di Conegliano. Nel tempo libero mi piace stare con la fidanzata e con gli amici, soprattutto per staccare la mente. Purtroppo con loro mi capita spesso di dire di no per gli impegni agonistici, ma sono comprensivi ed anche a scuola quando sono assente giustificato riescono a spiegare bene agli altri compagni e ai professori quanto ora sia difficile e complesso il ciclismo. Non seguo il calcio, mi appassiona la Formula 1 e naturalmente il mio sport.

Come nasce invece il Tommaso ciclista?

Ho iniziato a correre in bici da G2 per caso, quasi per sbaglio. Un giorno ho seguito ad un allenamento un mio amico che già gareggiava nel Pedale Marenese, il cui diesse era un mio vicino di casa. Non sapevo del ciclismo, però guardando quei miei coetanei mi sono entusiasmato e sono tornato a casa dicendo a mio padre che volevo provare a correre. Lui era stupito, ma mi ha accontentato ed è cresciuta la passione. Ancora adesso mi sento un bambino che si diverte in bici e mi aiuta a non sentire il peso degli allenamenti.

Immaginiamo che conti anche la società in cui corri.

Sì, tanto assolutamente. Nella nostra squadra c’è un clima tranquillo e stiamo bene. Quest’anno abbiamo tanti ragazzi all’esordio tra gli juniores che devono imparare, anzi che vogliono imparare. Li vedo molto attenti, in crescita e mi hanno aiutato a vincere. Siamo un bel gruppo.

Prendendo spunto da ciò che ha detto il tuo diesse, che tipo di corridore ti senti?

Cristian ha detto velocista moderno, io non saprei ancora come definirmi. Tengo sugli strappi brevi e l’anno scorso avevo colto un decimo posto al Trofeo Piva Junior che ha scoperto qualche caratteristica nuova di me. Sto lavorando da tempo sulle salite più lunghe e mi sento meglio. Già in questo avvio di stagione avevo valori come quelli di metà stagione dell’anno scorso. Devo certamente migliorare la mia esplosività in volata. Al momento sono uno da volate lunghe. Le lancio a 250 metri dal traguardo e se riesco a tenere la velocità alta, allora me le gioco. Infatti da allievo avevo vinto un tricolore nel keirin sulla pista di Dalmine che è lunga 400 metri.

Tre. Marchi vince i Colli Marignanesi indicando con la mano il bottino fin lì raccolto (foto italiaciclismo.net)
Tre. Marchi vince i Colli Marignanesi indicando con la mano il bottino fin lì raccolto (foto italiaciclismo.net)
A proposito, come sei messo con la doppia attività?

Quest’anno, parlando con Pavanello, abbiamo deciso di concentrarci solo sulla strada. In pista dovrei correre solo i campionati italiani, però vorrei riprendere a fare entrambe nel 2026 perché sappiamo che la multidisciplinarietà è importante.

L’anno prossimo passerai U23 e sicuramente sarai finito nel taccuino di tante formazioni. Sai già qualcosa?

Il mio procuratore Alessandro Mazzurana (dell’agenzia Teamvision Cycling, ndr) mi tiene aggiornato. Non sto correndo con la pressione di fare il salto negli U23 in un certo modo. So che ci sono un paio di squadre interessate a me, però io non ci penso o comunque ci penserò più avanti.

Ti sei ispirato a qualche pro’ in questi anni?

Non uno in particolare. Quando ho iniziato a correre il mio idolo era Sagan, anche perché era un bel personaggio che faceva bene al ciclismo. Adesso mi piace un corridore lontano dalle mie caratteristiche (sorride, ndr). Mi piace Evenepoel perché adesso quando corre non è mai anonimo. E’ uno che ci prova sempre.

Quali sono gli obiettivi a medio e lungo termine di Tommaso Marchi?

Il campionato italiano è uno di questi, anche se dobbiamo ancora capire come sarà il percorso. A luglio al Piva Junior sono curioso di vedere la differenza dall’anno scorso, ma in generale punto a guadagnarmi una convocazione in nazionale per l’europeo o per altre gare internazionali. La maglia azzurra l’ho indossata da allievo nel 2023 agli EYOF di Maribor. E’ stata un’esperienza bellissima, ma poco fortunata. Durante la crono diluviava e tirava un vento così forte che ad un mio compagno volarono via gli occhiali. Nella prova in linea invece la mia gara era durata poco. Erano caduti tre atleti davanti a me ed io ne ero rimasto coinvolto. Se dovessi indossare nuovamente l’azzurro, vorrei rifarmi o almeno essere più fortunato.

Il bronzo di Grigolini, travolto dalla festa di Mattia

08.02.2025
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C’era anche lui, sul podio di Lievin. Certo, forse tanti guardavano al centro, a Mattia Agostinacchio con la sua sgargiante maglia arcobaleno, ma al suo fianco faceva bella mostra di sé anche la medaglia di bronzo di Filippo Grigolini. In un’altra edizione quell’impresa avrebbe forse avuto ben altra eco, in quegli anni di vacche magre per il ciclocross italiano. Ma forse proprio quel bronzo arrivato in quella che è stata un’autentica festa azzurra assume un significato ancora maggiore.

Il podio mondiale con il friulano al fianco dell’amico-rivale Agostinacchio e del francese Bruyere Joumard
Il podio mondiale con il friulano al fianco dell’amico-rivale Agostinacchio e del francese Bruyere Joumard

A distanza di qualche giorno, quel che si nota parlando con Filippo è come un cambiamento in atto, la consapevolezza di quel che davvero vale e può fare. D’altronde, alla vigilia del mondiale anche lui ambiva a un posto sul podio e averlo centrato è sinonimo di grande qualità.

«Io sapevo che poteva essere nelle mie corde, sono partito con quell’ambizione. E non mi sono scoraggiato neanche quando al secondo giro sono caduto. Ero 12°, stavo risalendo, ho dovuto ricominciare tutto da capo. Ma non mi sono lasciato andare, mi sono detto che potevo ancora rimettere a posto i pezzi del puzzle, c’era tempo».

Per Filippo il finale di mondiale è stato molto duro, ma a dispetto della stanchezza ha vinto il duello con Noval
Per Filippo il finale di mondiale è stato molto duro, ma a dispetto della stanchezza ha vinto il duello con Noval
Una medaglia vinta quindi innanzitutto di testa…

Io penso di sì, la concentrazione è stata l’elemento in più. Dopo la caduta non ho più commesso errori tecnici, perché una caduta è sempre figlia di un errore di guida. Sono andato avanti sapendo che la corsa era ancora lunga e si poteva arrivare dove volevo.

Che gara è stata, diversa dalle altre che hai effettuato all’estero in questa stagione?

Non direi, gli avversari ormai impari a conoscerli dopo le varie prove di Coppa del Mondo e aver seguito la challenge è stata secondo me fondamentale per i nostri risultati. Sai che si parte sempre a tutta, che molto si gioca già all’inizio e non devi perdere il treno dei più forti. E soprattutto che devi stare lì con la testa prima di tutto.

A Benidorm (ESP), nella prova di Coppa prima del mondiale Grigolini aveva chiuso 6°, ma in grande crescita
A Benidorm (ESP), nella prova di Coppa prima del mondiale Grigolini aveva chiuso 6°, ma in grande crescita
Tu sei stato anche davanti, a vedere da vicino la leadership. Ci hai sperato?

Per un attimo, quando il francese è caduto. Io ero dietro con Mattia e lo spagnolo, a quel punto ero secondo, lo vedevo poco davanti. Ma poi sentivo che ero affaticato, che la stanchezza si faceva sentire e dovevo sapermi gestire. Quando Mattia è partito non avevo le gambe per tenerlo, ho pensato che dovevo badare all’iberico per giocarmi il podio e così è stato.

Mattia primo, tu terzo, Patrick Pezzo Rosola che senza la caduta sarebbe stato anche lui a lottare per le prime piazze. Quanto ha contato essere abituati a confrontarvi fra voi?

Io credo che sia stato decisivo, perché ogni gara nazionale era tirata. Lo abbiamo capito dopo che Mattia ha vinto l’europeo, se io finivo secondo vicino a lui significa che anche fra gli stranieri erano pochi a quel livello. Mattia è stato uno stimolo continuo, credo di essere cresciuto molto insieme a lui.

Grigolini si era già messo in luce al Giro delle Regioni, ha vinto il Guerciotti ed è salito sul podio tricolore
Grigolini si era già messo in luce al Giro delle Regioni, ha vinto il Guerciotti ed è salito sul podio tricolore
Sui social hai raccontato l’emozione vissuta il giorno prima, allenandoti con Mathieu Van der Poel…

Sì, è stato qualcosa di magico essere al suo fianco, vederlo da vicino io che ero abituato ad ammirarlo in Tv. Dal vivo fa ancora più impressione, lo vedi imponente, che trasuda potenza. Ti dà la sensazione dell’invincibilità. Siamo stati vicini un giro, tenergli la ruota è stata una sensazione enorme.

Ora la stagione è finita e ti attende la strada, che per te è un po’ una novità visto il tuo passato, anche tricolore nella mountain bike.

Nel 2024 ho fatto una decina di gare, ma mi sono divertito più lì che nelle prove offroad. Voglio provarci per quello, mi attira di più, voglio vedere dove posso arrivare anche sull’onda di questa nuova consapevolezza. Entro in un team di primo livello come il Borgo Molino, io parto per divertirmi innanzitutto, poi vedremo che cosa uscirà fuori.

Su strada il friulano nel 2024 ha corso da allievo, centrando quasi sempre la Top 10 con il 3° posto alla Julium Classic
Su strada il friulano nel 2024 ha corso da allievo, centrando quasi sempre la Top 10 con il 3° posto alla Julium Classic
E’ chiaro però che ora le aspettative su di te sono aumentate…

Lo so, ma devo intanto capire che corridore sono e posso essere. Io credo di avere caratteristiche da passista-scalatore, ma le salite mi piacciono tanto e voglio scoprire soprattutto lì quali possono essere i miei limiti considerando anche la mia leggerezza fisica, ideale per quel tipo di percorsi.

Ti hanno fatto feste a casa?

I miei genitori erano lì, quando sono arrivato li ho visti ed erano anche più emozionati ed entusiasti di me. Loro mi hanno sempre favorito e appoggiato su tutto, mi hanno sempre incoraggiato a fare quello che volevo. Questa medaglia è anche un po’ loro, non potrò mai ringraziarli abbastanza. So che non è facile sapere che tuo figlio si allena su strada, soprattutto al giorno d’oggi, ma io sono sempre molto attento. Pedalo prevalentemente sulle strade che da Udine portano verso Gemona e Buja, uso sempre le luci, faccio grande attenzione. Ma è la mia vita e loro questo lo rispettano.

Bessega prende le misure alla Lidl-Trek Future Racing

08.01.2025
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Andrea Bessega è uno degli ultimi ragazzi italiani che è passato under 23 in un devo team. Il giovane talento che ha corso i due anni da juniores nella Borgo Molino Vigna Fiorita ora si trova alla Lidl-Trek Future Racing (in apertura foto Lidl-Trek). La formazione di sviluppo del team americano nata lo scorso anno e che ha già raccolto tanti risultati di prestigio, tra i quali la Paris-Roubaix Espoirs. Bessega entra così fra i tredici ragazzi da guardare con particolarmente attenzione. In Italia si era già messo in mostra, conquistando diverse corse nazionali e ben figurando in alcuni appuntamenti di Nations Cup. 

La Lidl-Trek Future Racing è nata nel 2024 come devo team della formazione WorldTour (foto Lidl-Trek)
La Lidl-Trek Future Racing è nata nel 2024 come devo team della formazione WorldTour (foto Lidl-Trek)

Ogni cosa al suo posto

Quello di Bessega è un bel salto, importante, che arriva in un momento delicato della carriera. Nei mesi che hanno portato alla fine dell’anno solare ha già avuto modo di mettersi in contatto con la nuova squadra e di vivere le prime esperienze con loro. 

«Il primo ritrovo ufficiale – racconta – è stato nel mese di ottobre a Bergamo, dove siamo stati per quattro giorni. Lì mi hanno dato la bici per svolgere i primi allenamenti, mi hanno preso le misure e ho conosciuto un po’ lo staff della squadra. Ero emozionato all’idea di conoscere tutti, ma mi hanno accolto bene. Ho avuto conferma del bell’ambiente che si respira anche al ritiro di dicembre. In squadra il clima è ottimo, la cosa bella è che noi ragazzi dobbiamo solamente pedalare. A tutto il resto ci pensa il team». 

Matteo Milan ha accolto Bessega nel team, i due hanno corso nella stessa squadra da allievi
Matteo Milan ha accolto Bessega nel team, i due hanno corso nella stessa squadra da allievi
Che primo impatto è stato?

Il salto tra una formazione juniores e un devo team è enorme. La Borgo Molino è una squadra a nucleo familiare, ci si conosce tutti. Nella Lidl-Trek Future Racing non siamo tanti, ma si vede che il mondo che c’è dietro è grande. Senti di essere collegato al WorldTour. 

Ti sei ambientato subito?

Devo ammettere che mi sono ambientato subito, anche grazie alla presenza di Matteo Milan. Abbiamo corso nella stessa squadra quando eravamo allievi. Lo staff è composto da molti italiani, quindi l’impatto è attutito. Si parla spesso con la nostra lingua e questo aiuta. L’inglese lo so ma è ancora da affinare.

Bessega è passato under 23 dopo due stagioni interessanti da juniores (foto Lidl-Trek)
Bessega è passato under 23 dopo due stagioni interessanti da juniores (foto Lidl-Trek)
Hai parlato con Matteo Milan, ti ha dato dei consigli?

Sì. Nel ritiro di dicembre eravamo in stanza insieme. Penso che essere affiancato da un ragazzo che conosco e che ha già vissuto il team dall’interno sia stato fondamentale. Mi ha spiegato un po’ di cose essenziali. Ad esempio che la sera bisogna andare a cena tutti vestiti uguali, oppure di non farsi prendere la mano in allenamento e seguire i propri lavori. 

A proposito, chi è il tuo preparatore?

Matteo Azzolini, che è lo stesso di Matteo Milan e di altri corridori tra WordTour e team femminile. Mi sto trovando bene con lui, anche se non abbiamo fatto ancora tante cose. Durante il ritiro di dicembre tra incontri e shooting fotografici ci siamo allenati qualche giorno di meno. Adesso, a gennaio, potremo concentrarci solo sulla bici. 

Nel primo ritiro di dicembre ha preso confidenza con dei nuovi metodi di allenamento (foto Lidl-Trek)
Nel primo ritiro di dicembre ha preso confidenza con dei nuovi metodi di allenamento (foto Lidl-Trek)
Come stai svolgendo la preparazione, c’è qualche novità?

A dicembre abbiamo fatto dei test e qualche uscita tutti insieme. Per il resto ognuno ha il suo programma. Arrivo da anni in cui non mi sono mai allenato “seriamente”. Il salto da questo punto è evidente, ora inizio a fare dei lavori specifici e tanto altro. 

In che senso?

Prima di quest’anno non avevo mai fatto determinati esercizi, come le variazioni di ritmo in salita, i 30/30 oppure i 40/20. Sono lavori abbastanza semplici, diciamo che principalmente servono le gambe. 

Bessega ha avuto modo di conoscere e maneggiare anche la nuova Madone (foto Lidl-Trek)
Bessega ha avuto modo di conoscere e maneggiare anche la nuova Madone (foto Lidl-Trek)
Ci sono altre cose che stai imparando a gestire?

Ad esempio l’alimentazione, negli anni precedenti non curavo questo aspetto. Ora con la Lidl-Trek ho fatto un piano alimentare maggiormente curato. 

Con la bici come ti sei trovato?

Bene, la Trek l’avevo usata solo da allievo per sei mesi. Per il resto non ci ho mai pedalato sopra, direi che va tutto bene. Il nuovo modello è molto reattivo e leggero. Anche con il nuovo gruppo SRAM mi sto trovando molto, soprattutto in frenata. 

La Lidl-Trek Future Racing del 2025 è composta da 13 ragazzi di 10 nazionalità diverse (foto Lidl-Trek)
La Lidl-Trek Future Racing del 2025 è composta da 13 ragazzi di 10 nazionalità diverse (foto Lidl-Trek)
Sei in squadra con tanti ragazzi stranieri, anche se alcuni li conoscevi già…

Penso che il fatto di avere molti corridori di diverse nazionalità non sia un problema. Anzi, è un modo per parlare in inglese. Tra di noi parliamo molto, soprattutto con quelli più esperti. Per il momento ho legato molto con Alvarez e Grindley, gli altri ragazzi classe 2006 come me. Ho corso spesso contro di loro, quindi già li conoscevo. 

Prossimo appuntamento?

Adesso torniamo in Spagna per un altro ritiro, alla fine del quale faremo una gara tra quelle della challenge di Maiorca per testare la gamba.

Il salto fra i pro’ di Cettolin, impaziente di farsi vedere

16.11.2024
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Tra i nuovi elementi che vanno a rinforzare la Vf Group Bardiani CSF Faizané c’è anche Filippo Cettolin (in apertura in azzurro, foto c.a photographies) e il suo passaggio fra i professionisti con un contratto quadriennale è un nuovo passo in quella crescita che per alcuni aspetti è stata più difficile che per altri corridori. Il perché è presto detto: quando vinci subito, conquisti il titolo nazionale allievi e ti mostri vincente appena passi di categoria, tutti i fari dell’attenzione sono puntati su di te e al minimo calo di condizione si accendono le spie.

Per Filippo l’accesso fra i professionisti è carico di speranze, partendo da una stagione positiva: «E’ stata buona nel complesso, anche se mi rendo conto che ci si potevano attendere più vittorie. Ma in fin dei conti ho ottenuto molti risultati in prove internazionali, quindi di un livello più alto rispetto al 2023 e poi l’aver vinto la prova alla quale tenevo di più, il Giro di Primavera, mette tutta la stagione sul piatto positivo della bilancia».

Il corridore di Conegliano nella foto ufficiale del VF Group Bardiani. Ha firmato un quadriennale
Il corridore di Conegliano nella foto ufficiale del VF Group Bardiani. Ha firmato un quadriennale
Eppure proprio dopo quell’inizio stagione si pensava di vederti ancora sul primo gradino del podio…

E’ vero, ma se guardate il mio palmarés dell’anno non è da buttar via, al di là del successo sono arrivate ben 20 top 10 e fra queste per nove volte sono stato fra i primi tre. Credo che la mia costanza sia evidente e questo è un valore che mi porto dietro nel salto di categoria. E’ chiaro che tanti secondi posti avrei voluto che almeno una-due volte si tramutassero in un successo, ma ci sono anche gli altri…

Facendo un paragone con l’anno precedente, che cosa noti?

Che sono cresciuto e non parlo solo dal punto di vista fisico. Affronto le gare con maggiore consapevolezza, ho più esperienza. Ho tramutato il mio modo di allenarmi più al passo con il ciclismo odierno e devo dire che anche i numeri sono molto diversi. Solo che, ripeto, ci sono anche gli altri, quindi può capitare che prestazioni migliori di quelle del 2023 non portino gli stessi risultati. Il livello si è alzato molto, serve una grande dedizione.

Cettolin in maglia da campione d’Italia allievi. Una carriera iniziata subito col piede giusto
Cettolin in maglia da campione d’Italia allievi. Una carriera iniziata subito col piede giusto
Quando è nato il contatto con la formazione di Reverberi?

A dir la verità mi avevano già contattato lo scorso anno, mi avevano fatto capire che mi tenevano sott’occhio, poi a inizio stagione, dopo le prime gare era già tutto deciso. Fondamentali sono stati anche i consigli dei fratelli Carera, i miei procuratori, che mi hanno fatto capire come quello sia l’ambiente ideale per proseguire la mia crescita con un progetto a lungo termine. E poi non nascondo che il fatto di rimanere in Italia è stato una spinta ulteriore.

Qualche team estero, anche del WorldTour, ha bussato alla tua porta?

Ci sono stati dei contatti, ma io ero già convinto della scelta fatta e non sono tornato indietro. Ho sempre avuto l’idea di restare qui, il fatto di poter passare professionista così presto mi ha dato una motivazione in più.

Per il veneto una sola vittoria in stagione, ma anche tanti podi anche internazionali
Per il veneto una sola vittoria in stagione, ma anche tanti podi anche internazionali
Sei preoccupato di un salto così importante?

No, so che il primo anno dovrò pensare a crescere, a capire l’ambiente e il mondo delle corse professionistiche. Sicuramente sarò a disposizione dei compagni, voglio imparare il più possibile, senza per questo snaturarmi perché voglio guadagnarmi le mie occasioni per emergere. L’importante è fare gruppo, in modo che sia la squadra a fare risultato, con chiunque dei suoi corridori. Se sarò io, ben venga…

Considerando le caratteristiche della squadra e le tue, è probabile che la maggior parte delle corse del tuo calendario siano prove a tappe…

Penso anch’io e la cosa non mi dispiace. Certamente vorrei fare qualche classica d’un giorno, ma la mia stagione comprenderà soprattutto gare a tappe per Under 23. Poi voglio comunque farmi trovare pronto quando sarò chiamato nel team maggiore, come mi è stato già fatto capire. Io comunque cercherò spazio nelle corse a tappe brevi, puntando alle frazioni più adatte alle mie caratteristiche.

Cettolin al Lunigiana, dove ha colto un settimo posto nella terza tappa
Cettolin al Lunigiana, dove ha colto un settimo posto nella terza tappa
Parlavi prima di lavorare per il team, ma tu sei un velocista di razza, anche se capace di emergere anche in sprint ristretti…

Io sono disponibile a lavorare per tutti perché devo avvicinarmi con umiltà a questo mondo, ma è pur sempre vero che uno veloce non viene chiamato in causa nella prima parte di gara. Poi vedremo che cosa mi verrà chiesto.

E se ti proponessero di fare l’ultimo uomo?

Non direi di no, ma non per sempre. Io punto a vincere…

Bessega: una stagione lunga, ora i mondiali e poi la Lidl-Trek

13.09.2024
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MARINA DI MASSA – La seconda tappa, da Portofino a Chiavari, annullata causa maltempo, ci ha permesso di girare per hotel e incontrare i protagonisti dell’ultimo Giro della Lunigiana. Tra questi c’è anche Andrea Bessega, friulano della Borgo Molino che si è distinto per una prima tappa all’arrembaggio e una stagione fatta di buoni risultati. E’ mancato un po’ nella parte centrale dell’anno, ma non è possibile essere sempre presenti ad alte prestazioni, e se poi ci si mette in mezzo anche la sfortuna il dado è tratto.

«La stagione era iniziata molto bene – ci spiega Bessega – nelle prime due gare avevo già ottenuti piazzamenti importanti. Poi mi sono un po’ perso e per un mesetto non ho dato continuità ai risultati. La prima vittoria è arrivata nel mese di aprile e mi ha dato una bella spinta morale. All’Eroica juniores (sempre ad aprile, ndr) ho fatto ottimi risultati con un secondo posto nell’ultima tappa».

Bessega in azione nella prima tappa del Giro della Lunigiana, per lui una lunga fuga (foto Duz Image / Michele Bertoloni)
Bessega in azione nella prima tappa del Giro della Lunigiana, per lui una lunga fuga (foto Duz Image / Michele Bertoloni)

Una buona certezza

Bessega respira quest’aria di settembre a pieni polmoni, il contratto con la Lidl Trek Future Racing gli ha permesso di correre con serenità. Non avere l’affanno di cercare risultati a tutti i costi ha contribuito a dargli qualche certezza in più.

«Nella prima parte di stagione – prosegue – le gare non erano molto adatte alle mie caratteristiche. Di solito nel mese di marzo emergono i velocisti. Così mi sono trovato a dare una mano ai miei compagni di squadra, dato che io avevo già vinto e anche il contratto per il prossimo anno. Mi sono messo a disposizione. Comunque nelle gare nazionali non è mai facile emergere perché se si è tra i favoriti si viene marcati a uomo. Questa certezza del contratto mi ha aiutato anche a superare un momento difficile durante l’anno».

Andrea Bessega è stato il grande protagonista dell’ultima tappa dell’Eroica Juniores (photors.it)
Andrea Bessega è stato il grande protagonista dell’ultima tappa dell’Eroica Juniores (photors.it)
Quale?

Tra il campionato italiano e il Valdera c’è stato un mese e mezzo in cui ogni domenica ero a terra. Cadere spesso non aiuta, è stato difficile sia mentalmente che fisicamente. Oltre alle botte c’era il fatto che ogni volta che tornavo in gara poi mi trovavo punto e a capo. La vittoria del Piva Junior Day mi ha dato una grande mano per riprendere il filo del discorso. Da lì sono andato avanti con altre gare fino a metà agosto, quando con la nazionale siamo andati in ritiro a Livigno per preparare il Lunigiana e il mondiale.

Con quali sensazioni sei sceso dall’altura?

A Livigno abbiamo lavorato bene, facendo tanto volume e tante ore. Non ero abituato a stare così tanto in bici ma penso tornerà utile per il prossimo anno. Penso che in un devo team le ore e i carichi saranno quelli fatti insieme alla nazionale. Una volta sceso le sensazioni erano buone, lo ha dimostrato questo Giro della Lunigiana. 

Per l’anno prossimo che idee ti sei fatto?

Il fatto di aver firmato a fine 2023 è stata una mossa positiva. Durante tutta questa stagione non ho mai avuto il pensiero di dimostrare perché sapevo di avere una sistemazione per il 2025 e oltre (Bessega ha firmato due anni per il devo team e altri due con la WorldTour, per un totale di quattro stagioni, ndr). 

A destra Andrea Bessega vince il Piva Junior Day, una liberazione dopo un periodo difficile (foto Bolgan)
A destra Andrea Bessega vince il Piva Junior Day, una liberazione dopo un periodo difficile (foto Bolgan)
Ti senti spesso con la Lidl-Trek?

Sì siamo costantemente in contatto, non eccessivamente ma ogni tanto mi chiedono come va e ci confrontiamo. Il fatto di essere andato con loro in ritiro a gennaio mi ha permesso di entrare già in contatto con il loro mondo. Sarà sicuramente un grande salto, passare da una squadra italiana a una estera sarà già un bel passo. Ormai se si vuole diventare professionisti bisogna fare così.

Ci sono due tuoi conterranei in squadra, i fratelli Milan, li ha sentiti?

Ho parlato con Matteo a gennaio, sia lui che Jonathan hanno corso nella Sacilese, dove sono rimasto fino alla categoria allievi. Li conosco bene. Mi hanno detto che il clima è bello e si ha tutto quel che serve per crescere bene. Chiaro, si deve dimostrare di poter correre in quei contesti.

Il friulano sarà uno dei protagonisti al prossimo campionato del mondo a Zurigo
Il friulano sarà uno dei protagonisti al prossimo campionato del mondo a Zurigo
Infine un focus sui mondiali, la settimana iridata si avvicina…

Sarà l’appuntamento più importante della stagione. Siamo andati a vedere il percorso con la nazionale qualche mese fa, a Zurigo. E’ duro, con una prima parte in linea e il circuito finale duro duro. Le salite non sono lunghissime, massimo da 5 o 6 minuti. C’è però uno strappo tosto di un chilometro al 10 per cento, finito quello inizia una salita di altri 4 minuti tutta al 6 per cento. 

Che sensazioni hai avuto pedalandoci sopra?

Magari non è adattissimo a me, non sono così esplosivo ma si può sempre attaccare e star fuori così da restare davanti. Philipsen è il favorito numero uno ma nulla è detto, si può sempre provare a metterlo in difficoltà.

Cettolin ha già ripreso la strada verso la vittoria

03.05.2024
5 min
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Con la vittoria al Trofeo San Vendemiano si può dire che Filippo Cettolin ha rimesso un po’ le cose a posto. Non che la stagione fosse iniziata male per il corridore della Borgo Molino, ma certamente la mancanza di successi iniziava a pesare e il fatto che sia arrivata in una delle principali classiche di primavera è la giusta compensazione.

Cettolin, al suo secondo anno da junior, è abituato a partire forte nella stagione e anche quest’anno ha subito trovato la strada giusta: «Avevo scelto di esordire affrontando una gara dura, non proprio adatta alle mie caratteristiche proprio per testare la gamba, poi sono arrivati due secondi posti alla Coppa Senio e al Circuito di Orsago dove avevo visto che gamba era già quella giusta ma non riuscivo ancora a svettare, anche perché poi ho avuto un problema al ginocchio che mi ha tenuto fermo per un po’ di giorni. Tutte cose che mi portavo dietro e che vincendo a San Vendemiano ho finalmente messo alle spalle».

Lo sprint vittorioso di San Vendemiano, ai danni di Andreaus e Sambinello (foto Bolgan)
Lo sprint vittorioso di San Vendemiano, ai danni di Andreaus e Sambinello (foto Bolgan)
Sei al tuo secondo anno: noti differenze rispetto a 12 mesi fa?

Mi sento molto più sicuro di me stesso, affronto le gare con più serenità e questo mi consente di essere più freddo. Prima per troppa foga sbagliavo spesso qualcosa, non ero centrato e penso che qualche risultato mi sia sfuggito per questo. Sprecavo troppa adrenalina, ora mi so gestire di più.

Le tue vittorie arrivano spesso in volata, ma questo basta per fare di te un velocista?

Se si intende uno sprinter puro, di quelli che aspettano la volata allora non è il mio caso. Io preferisco gare impegnative, dove posso mostrare anche la mia resistenza su certe salite, dove il gruppo si screma fino a 20-30 elementi, allora posso far valere il mio spunto veloce. Poi sì, anche nelle volate di gruppo ci provo.

Il podio della Coppa Senio con Cettolin battuto da un altro sprinter di qualità, Davide Stella (foto Bicitv)
Il podio della Coppa Senio con Cettolin battuto da un altro sprinter di qualità, Davide Stella (foto Bicitv)
Se non sei un velocista puro, che cosa serve allora per tuffarsi in sprint di gruppo dove spesso si rischia moltissimo?

Molti parlano di incoscienza, ma a me piace pensare che si tratti di furbizia da mettere in campo. Col tempo sto imparando a sfruttare il lavoro della squadra, a inserirmi nel buco giusto e per farlo serve sì tanto coraggio, ma soprattutto furbizia, saper cogliere l’attimo. E’ un fattore che si affina col tempo, ma devi averlo dentro perché in quei frangenti non c’è molto tempo per pensare.

Alla fine dell’anno dovrai trovare uno sbocco, nella categoria superiore o, ancor meglio, una strada verso il professionismo. Hai già contatti?

Nulla di specifico, ma già dallo scorso anno c’era dell’interesse nei miei confronti. Qualcosa si è mosso, so che ora dipende solo da me, da quel che saprò fare, ma sono abbastanza tranquillo che al momento giusto troverò la strada.

Per Cettolin questo è un anno decisivo per trovare uno sbocco fra i grandi
Per Cettolin questo è un anno decisivo per trovare uno sbocco fra i grandi
Tu d’altronde hai su di te i fari dell’attenzione già da quando eri allievo, da quando hai vinto la Coppa d’Oro, un po’ come sta avvenendo anche per Magagnotti. Questo ti pesa?

Peso no, ma di certo so che molti si sono sempre aspettati tanto da me, quei risultati da allievo diventano una sorta di responsabilità che ti porti sempre dietro. A me però questa pressione non pesa, è anzi uno stimolo per fare sempre meglio.

La gara di San Vendemiano è uno degli appuntamenti cardine della stagione…

Nella mia agenda era cerchiata di rosso… Avevo visto già lo scorso anno che poteva essere davvero la gara giusta per me, ci sono arrivato con la cattiveria giusta. Il percorso è duro, ma bisogna resistere. Quando ho visto che eravamo rimasti in pochi davanti sapevo che dovevo solo arrivare in volata e avrei potuto giocare le mie carte. Quando ti trovi a sprintare con scalatore parti da una situazione di vantaggio, ma questo significa che sul loro terreno mi sono fatto trovare pronto…

Il corridore della Borgo Molino al GP Liberazione, chiuso all’11 posto (foto Dalmazi)
Il corridore della Borgo Molino al GP Liberazione, chiuso all’11 posto (foto Dalmazi)
Che cosa ti aspetta ora?

Intanto il campionato regionale domenica a Predappio, poi spero che arrivi una convocazione in nazionale per qualche corsa all’estero, sarebbe un importante ulteriore passaggio nella mia stagione, anche per farmi vedere in un consesso ancora più qualificato.

Con Salvoldi ti sei già sentito?

Siamo in contatto stretto, mi chiama spesso. Abbiamo un ottimo rapporto, mi ha già chiamato per fare qualche raduno con il gruppo e so di essere nel suo taccuino, quindi sono abbastanza tranquillo.

Il trevigiano è già stato in azzurro ai mondiali 2023. Salvoldi confida molto in lui
Il trevigiano è già stato in azzurro ai mondiali 2023. Salvoldi confida molto in lui
Il cittì a inizio stagione era stato molto chiaro su quel che si aspettava dai secondo anno, una sorta di ruolo di traghettatori per chi approda alla categoria. Ti senti di recitare questo ruolo?

Dino voleva responsabilizzarci ed io mi sono detto subito disponibile, se posso trasmettere quel che ho imparato lo faccio volentieri, penso anzi che sia un onore. Se posso dare consigli, ad esempio a uno come Magagnotti che sta seguendo la mia stessa strada lo faccio volentieri e penso che la prima cosa sia che, quando vince qualcuno che ha la nostra maglia, soprattutto in nazionale, vinciamo tutti.

La prima di Bessega, che già pensa alla Lidl-Trek

16.04.2024
4 min
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Prima dell’inizio della stagione il cittì della nazionale juniores Dino Salvoldi era stato chiaro: «Con tanti atleti al primo anno, uno come Bessega è un riferimento per la categoria». Per questo stupiva che non arrivase alcuno squillo dal corridore del Borgo Molino Vigna Fiorita, che lo scorso anno era stato parte della squadra azzurra, oro europeo nel Team Relay. Quello squillo è poi arrivato, al Trofeo Ristorante alla Colombera, rimettendo tutto nel loro giusto ordine di cose (foto di apertura Photobicicailotto).

Lo scorso anno Bessega aveva colto 7 vittorie, tra cui la classifica del Giro del Friuli
Lo scorso anno Bessega aveva colto 7 vittorie, tra cui la classifica del Giro del Friuli

Il diciottenne ammette che quelle vittorie che non arrivavano, magari sfiorate come al Trofeo Comune di Camaiore dov’era stato beffato da Lorenzo Finn, gli avevano lasciato qualche strascico psicologico.

«In verità però mi era pesato più il 4° posto nella gara inaugurale, il GP Baronti, perché sentivo che la gamba pur essendo inizio stagione era già molto buona. Poi nel prosieguo mi sono ritrovato ad affrontare percorsi che non erano proprio ideali per le mie caratteristiche, oppure commettevo qualche errore di troppo. Questo stava incrinando il mio morale».

Con Montagner e Giaimi, il friulano ha vinto l’oro agli europei 2023 nella staffetta
Con Montagner e Giaimi, il friulano ha vinto l’oro agli europei 2023 nella staffetta
Finché non hai sfatato il tabù…

Sì, in una gara che oltretutto si corre vicino casa e che conosco per averla disputata anche lo scorso anno, quando però ero caduto sui giri collinari e mi ero dovuto ritirare. Questa volta non ho sbagliato: il gruppo si è via via scremato, al penultimo giro eravamo rimasti in 25. A quel punto dovevo trovare il momento giusto per portare l’attacco e così è stato.

Salvoldi ha detto che puoi essere un po’ una guida per chi arriva alla nuova categoria, è un ruolo nel quale ti rispecchi?

Non sono quel che si dice un leader, trovo un po’ strano fare da riferimento, ma se capiterà in qualche gara di dover fare il regista in corsa, sacrificarsi per gli altri sarò sempre a disposizione. In fin dei conti in un anno cambia abbastanza poco, ma quel che ho imparato lo condivido.

Già da allievo Bessega si era dimostrato un vincente (foto Rodella)
Già da allievo Bessega si era dimostrato un vincente (foto Rodella)
Tu hai già in tasca il contratto per la prossima stagione nelle fila della Lidl-Trek. Questo rappresenta per te un vantaggio?

Enorme. Sapere che non devi dannarti l’anima per costruire il tuo futuro, che entri in un team affermato dove hai una strada tracciata e devi meritartela è un peso psicologico in meno. Significa poter correre le gare in maniera più tranquilla, senza il bisogno di dover per forza dimostrare qualcosa ogni volta.

Non è che questo però ha un rovescio della medaglia, ossia ti toglie mordente?

Questo mai, io corro sempre per portare a casa il risultato. Mi piace vincere e far fatica, altrimenti non vorrei fare questo mestiere. Essere però tranquillo è un aiuto, nel senso che mi permette di concentrarmi più su quel che devo fare.

Bessega con Mellano e Rosato. Tutti e tre sono convocati per l’Eroica
Bessega con Mellano. Entrambi sono convocati per l’Eroica
Che obiettivi ti sei posto nella tua stagione?

Cercare di fare più vittorie e piazzamenti possibile. Per tornare al discorso di prima, le motivazioni non mancano, voglio passare di categoria portandomi dietro un bel curriculum. Quel che più conta è emergere soprattutto nelle gare internazionali. Nei prossimi due mesi ci saranno tante occasioni, in Italia e all’estero ed io voglio approfittarne. Magari a cominciare dall’Eroica, dove ci sarà davvero il meglio della categoria: ho visto alcuni di loro, ad esempio gli sloveni della Roubaix e vanno veramente forte, ma io sento di non partire battuto.

Perché per il tuo futuro hai scelto la Lidl-Trek? Forse perché a dispetto dell’affiliazione e della proprietà americana la senti una squadra un po’ più italiana delle altre del WorldTour?

Sinceramente un po’ sì, perché ho visto che ci sono molti italiani nella dirigenza ma anche nello staff, tra meccanici, massaggiatori… e questo può essere un bell’aiuto. Poi sono stati comunque loro a cercarmi, ci siamo incontrati e mi hanno convinto con il loro programma riservato al devo team. Io dico che è la soluzione giusta per continuare a crescere. Ora però sta a me arrivarci con in mano qualcosa.

Novak: un altro slovacco ambizioso che cresce in fretta

17.06.2023
4 min
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Samuel Novak si trova a casa sua, in Slovacchia, dove si allena in vista dei campionati nazionali di settimana prossima. In questi giorni sta uscendo con la bici da cronometro e un problema meccanico fa slittare la nostra telefonata di un quarto d’ora. Parla inglese fluentemente, ha una voce simpatica, ed è sempre pronto alla battuta. Uno spirito che rispecchia perfettamente la sua giovane età

La particolarità di Novak è che corre in Italia, nella Borgo Molino Vigna Fiorita, sta andando molto bene nell’ultimo periodo. Arriva dalla vittoria della Coppa Montes (photors.it in apertura), il giorno della Liberazione, alla quale ha aggiunto il quarto posto al GP dell’Arno. 

Novak ha indossato la maglia dei GPM al Giro delle Lunigiana alla fine della prime due tappe (foto Instagram)
Novak ha indossato la maglia dei GPM al Giro delle Lunigiana alla fine della prime due tappe (foto Instagram)

La prima vittoria del 2023

«Quella della Coppa Montes – racconta Novak – è stata la prima vittoria della stagione. Non me l’aspettavo, anche perché arrivavo da un periodo un po’ complicato. Tre giorni prima avevo corso l’Eroica Juniores e non era andata bene, sono stato malato per gran parte della settimana. L’obiettivo alla Coppa Montes era quello di sopravvivere, fare del mio meglio ed invece è arrivata la vittoria».

Ve la siete giocata bene, davanti c’eravate tu e Cettolin.

Sì, abbiamo giocato la classica situazione di superiorità numerica e siamo riusciti a vincere. Per primo ha attaccato Cettolin, poi una volta ripreso sono partito io, ero un po’ lungo ma sono riuscito a resistere al rientro degli altri corridori. 

Un bel modo per riprendersi da un periodo così così, no?

Assolutamente, da quel momento in poi mi sono sentito sempre meglio. Anche al GP dell’Arno sono andato molto bene, direi che ho iniziato a credere sempre più in me stesso.

Nel 2022 ha vinto il titolo nazionale a cronometro, riuscirà a fare la doppietta quest’anno?
Nel 2022 ha vinto il titolo nazionale a cronometro, riuscirà a fare la doppietta quest’anno?
La Coppa Montes era una gara internazionale, con tanti ragazzi forti al via…

Vero, c’era un livello davvero alto, ma avendo corso anche tante gare con la nazionale sono abituato. Nel 2022 ho disputato cinque tappe di Nations Cup e due gare internazionali con la maglia del mio Paese: Giro della Lunigiana e una corsa in Austria. 

Ora prepari i campionati nazionali, cercherai la doppietta per il titolo a cronometro?

Ci proverò – dice con una grande risata – non sarà semplice, non sono riuscito a curare al meglio la mia preparazione in questa disciplina. Vedremo cosa riuscirò a fare in questi giorni che mi separano dalla prova. 

Che tipo di corridore pensi di essere?

Difficile dirlo, posso diventare un buon scalatore, ma vado bene a cronometro e vinco anche delle volate ristrette. E’ presto per dirlo, non saprei bene dove specializzarmi, per esempio, le prove contro il tempo le corro da poco. 

Vai forte anche lì, che tipo di percorsi ti piacciono?

Duri – dice con una risatina – mi piacciono i percorsi dove bisogna produrre il massimo sforzo in periodi abbastanza lunghi. 

La cronometro è una disciplina scoperta da poco da Novak, ma molto apprezzata
La cronometro è una disciplina scoperta da poco da Novak, ma molto apprezzata
Dopo i campionati nazionali che obiettivi hai?

Farò qualche gara con la squadra in Italia e poi ci sono un paio di tappe di Coppa delle Nazioni che mi piacerebbe vincere. Una in particolare nel mese di luglio.

Questo è il tuo secondo anno con la Borgo Molino, come ti trovi?

Bene, i ragazzi sono molto gentili e simpatici. E’ una squadra davvero forte, a volte anche troppo – dice con una battuta – mi aiutano tanto e ci mettiamo a disposizione l’uno dell’altro. 

Hai già fatto molte esperienze internazionali, tra cui il mondiale in Australia, che esperienza è stata?

Correre dall’altra parte del mondo è stato pazzesco. L’ho amato molto, prima della gara non stavo benissimo ma sono comunque riuscito ad arrivare nel secondo gruppo. Un 40° posto che non mi ha fatto sfigurare, ma quest’anno punto a migliorarmi. 

Come ogni slovacco Novak riserva un posto nel suo cuore per Sagan, ma i suoi idoli sono i corridori moderni
Come ogni slovacco Novak riserva un posto nel suo cuore per Sagan, ma i suoi idoli sono i corridori moderni
L’anno prossimo passerai under 23, hai già dei contatti?

Sì, ho un manager che si sta occupando di trovare la migliore opzione. L’unica cosa che posso dire è che probabilmente si tratterà di un team development di una WorldTour. 

Ultima domanda: sei slovacco, come Sagan, è lui il tuo corridore preferito?

Come ogni slovacco che si rispetti posso dire che Peter occupa un posto nel mio cuore. Però se devo essere sincero il mio prototipo di corridore è Ethan Hayter: moderno, completo, è un corridore a tutto tondo. Mi rivedo in lui in un certo senso.

Bessega vince il Friuli passando dalla Francia

11.06.2023
4 min
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Una bella notizia per il mondo degli juniores italiani è arrivata con la 21ª edizione del Giro del Friuli Venezia Giulia. Qualcosa di cui si sente la necessità da tempo, una corsa a tappe dedicata a questi ragazzi che crescono e anche in fretta. Si tratta di un passo per appianare quella che è la differenza con l’estero, dove questo genere di corse sono molto più frequenti. Andrea Bessega, della Borgo Molino Vigna Fiorita, si è aggiudicato la maglia di leader finale. E’ la sua prima vittoria in una corsa a tappe. 

Partito dalla Francia

Bessega risponde al telefono che sono le 19,30, racconta l’esperienza vissuta in Friuli, la sua Regione, e scioglie la lingua. 

«Arrivavo da una corsa a tappe in Francia – ci dice – ero con la nazionale al Trophée Centre Morbihan, una gara di Coppa delle Nazioni. E’ stata la mia prima esperienza in una corsa a tappe, mi ha dato consapevolezza nei miei mezzi. La grande differenza che ho notato è che in Francia la corsa era molto tirata, ho fatto molta fatica. Una cosa dovuta anche al fatto che si trattava di una gara di Nation Cup. Anche in quel caso era composta da tre tappe, ma distribuita in due giorni: il primo abbiamo fatto una tappa da 128 chilometri. La giornata successiva si è aperta con una cronometro individuale e poi, nel pomeriggio, la terza tappa da 115 chilometri». 

Vincere in casa

Il corridore della Borgo Molino, classe 2006, è al suo primo anno nella categoria juniores. Ha le idee chiare su quello che gli piace, e l’esperienza che ha accumulato in queste due gare a tappe lo ha lasciato soddisfatto. 

«L’esperienza con la nazionale – continua Bessega – mi ha insegnato molto: come imparare a gareggiare in questi scenari. Una cosa che poi ho trasportato al Giro del Friuli è il fatto di non finirsi subito, ma spendere bene le energie. A Morbihan dopo la prima tappa ero stanco, ho fatto una cronometro buona ma non eccezionale. Tra la mattina ed il pomeriggio mi sono riposato bene ed ho recuperato le forze, infatti ho vinto la terza tappa.

«Il Giro del Friuli si apriva con una cronometro a squadre, che siamo riusciti a vincere. La maglia l’ha indossata Cettolin. La tappa di Cimolais era dura ma siamo comunque arrivati allo sprint ed abbiamo lavorato per lui. Tant’è che ha vinto, mantenendo la leadership. A San Daniele il percorso era meno duro ma la fatica dei giorni prima ha fatto la differenza. Io sono rimasto con i migliori nonostante una caduta che mi ha obbligato a rincorrere. Alla fine sul traguardo sono passato per quinto ma ho indossato la maglia di leader».

A San Daniele Bessega si è piazzato quinto, nonostante il mancato successo ha portato a casa la classifica finale (foto Boldan)
A San Daniele Bessega si è piazzato quinto, nonostante il mancato successo ha portato a casa la classifica finale (foto Boldan)

Imprevedibilità

A parte la cronometro a squadre, Bessega non ha vinto tappe, ma si è portato a casa il Giro del Friuli. Ha giocato sulla costanza, ed ha notato che questo genere di corse aprono diversi scenari. 

«Mettere nelle gambe tanti giorni di corsa – chiude – aiuta a migliorare, aumenta la condizione. In più si creano diverse situazioni, che permettono di capirsi e di scoprire nuovi limiti. Nelle corse di un giorno conosciamo tutti le caratteristiche degli avversari, quindi le gare hanno copioni più “impostati”. Nelle gare a tappe subentrano imprevisti differenti, come la stanchezza. Spero di farne sempre di nuove, ed anche l’occasione avuta con la nazionale è stata importante. All’estero se ne fanno tante e la differenza si vede».