La prima di Bessega, che già pensa alla Lidl-Trek

16.04.2024
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Prima dell’inizio della stagione il cittì della nazionale juniores Dino Salvoldi era stato chiaro: «Con tanti atleti al primo anno, uno come Bessega è un riferimento per la categoria». Per questo stupiva che non arrivase alcuno squillo dal corridore del Borgo Molino Vigna Fiorita, che lo scorso anno era stato parte della squadra azzurra, oro europeo nel Team Relay. Quello squillo è poi arrivato, al Trofeo Ristorante alla Colombera, rimettendo tutto nel loro giusto ordine di cose (foto di apertura Photobicicailotto).

Lo scorso anno Bessega aveva colto 7 vittorie, tra cui la classifica del Giro del Friuli
Lo scorso anno Bessega aveva colto 7 vittorie, tra cui la classifica del Giro del Friuli

Il diciottenne ammette che quelle vittorie che non arrivavano, magari sfiorate come al Trofeo Comune di Camaiore dov’era stato beffato da Lorenzo Finn, gli avevano lasciato qualche strascico psicologico.

«In verità però mi era pesato più il 4° posto nella gara inaugurale, il GP Baronti, perché sentivo che la gamba pur essendo inizio stagione era già molto buona. Poi nel prosieguo mi sono ritrovato ad affrontare percorsi che non erano proprio ideali per le mie caratteristiche, oppure commettevo qualche errore di troppo. Questo stava incrinando il mio morale».

Con Montagner e Giaimi, il friulano ha vinto l’oro agli europei 2023 nella staffetta
Con Montagner e Giaimi, il friulano ha vinto l’oro agli europei 2023 nella staffetta
Finché non hai sfatato il tabù…

Sì, in una gara che oltretutto si corre vicino casa e che conosco per averla disputata anche lo scorso anno, quando però ero caduto sui giri collinari e mi ero dovuto ritirare. Questa volta non ho sbagliato: il gruppo si è via via scremato, al penultimo giro eravamo rimasti in 25. A quel punto dovevo trovare il momento giusto per portare l’attacco e così è stato.

Salvoldi ha detto che puoi essere un po’ una guida per chi arriva alla nuova categoria, è un ruolo nel quale ti rispecchi?

Non sono quel che si dice un leader, trovo un po’ strano fare da riferimento, ma se capiterà in qualche gara di dover fare il regista in corsa, sacrificarsi per gli altri sarò sempre a disposizione. In fin dei conti in un anno cambia abbastanza poco, ma quel che ho imparato lo condivido.

Già da allievo Bessega si era dimostrato un vincente (foto Rodella)
Già da allievo Bessega si era dimostrato un vincente (foto Rodella)
Tu hai già in tasca il contratto per la prossima stagione nelle fila della Lidl-Trek. Questo rappresenta per te un vantaggio?

Enorme. Sapere che non devi dannarti l’anima per costruire il tuo futuro, che entri in un team affermato dove hai una strada tracciata e devi meritartela è un peso psicologico in meno. Significa poter correre le gare in maniera più tranquilla, senza il bisogno di dover per forza dimostrare qualcosa ogni volta.

Non è che questo però ha un rovescio della medaglia, ossia ti toglie mordente?

Questo mai, io corro sempre per portare a casa il risultato. Mi piace vincere e far fatica, altrimenti non vorrei fare questo mestiere. Essere però tranquillo è un aiuto, nel senso che mi permette di concentrarmi più su quel che devo fare.

Bessega con Mellano e Rosato. Tutti e tre sono convocati per l’Eroica
Bessega con Mellano. Entrambi sono convocati per l’Eroica
Che obiettivi ti sei posto nella tua stagione?

Cercare di fare più vittorie e piazzamenti possibile. Per tornare al discorso di prima, le motivazioni non mancano, voglio passare di categoria portandomi dietro un bel curriculum. Quel che più conta è emergere soprattutto nelle gare internazionali. Nei prossimi due mesi ci saranno tante occasioni, in Italia e all’estero ed io voglio approfittarne. Magari a cominciare dall’Eroica, dove ci sarà davvero il meglio della categoria: ho visto alcuni di loro, ad esempio gli sloveni della Roubaix e vanno veramente forte, ma io sento di non partire battuto.

Perché per il tuo futuro hai scelto la Lidl-Trek? Forse perché a dispetto dell’affiliazione e della proprietà americana la senti una squadra un po’ più italiana delle altre del WorldTour?

Sinceramente un po’ sì, perché ho visto che ci sono molti italiani nella dirigenza ma anche nello staff, tra meccanici, massaggiatori… e questo può essere un bell’aiuto. Poi sono stati comunque loro a cercarmi, ci siamo incontrati e mi hanno convinto con il loro programma riservato al devo team. Io dico che è la soluzione giusta per continuare a crescere. Ora però sta a me arrivarci con in mano qualcosa.