La settimana fra due corse: l’agenda tecnica di Verre

24.02.2023
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Ora che il calendario si infittisce curiosiamo un po’ nell’allenamento dei corridori. Lo facciamo con Alessandro Verre, al suo secondo anno alla Arkea Samsic (foto Instagram in apertura). Il giovane scalatore della Basilicata ha corso il Tour des Alpes Maritimes et du Var (concluso il 19 febbraio) e domenica sarà di nuovo in corsa alla Faune Drome Classic

L’ultima corsa fatta da Verre è stato il Tour des Alpes Maritimes et du Var, la prossima la Drome Classic
L’ultima corsa fatta da Verre è stato il Tour des Alpes Maritimes et du Var, la prossima la Drome Classic

La settimana in bici

Fra le due corse c’è dunque una settimana esatta. In che modo si è gestito Verre? Come si è allenato? In quale maniera ha lavorato alla sua condizione? Glielo abbiamo chiesto.

«Quando sono a casa – racconta Verre – mi piace mantenere la sveglia intorno alle 8,30. Non dico che mi piace dormire, ma anche se vado a letto presto, intorno alle 22,30, sento di averne bisogno. Quest’orario di sveglia è anche quello che abbiamo in corsa, anzi se va bene a volte è più tardi. Quindi mi trovo meglio a mantenere le stesse abitudini che ho in gara. Un’altra cosa: adesso è inverno, uscire presto non è nemmeno così conveniente».

Hai finito di correre domenica, come hai gestito il giorno di riposo?

In questo caso siamo tornati dalla Francia domenica sera, quindi il lunedì mi sono svegliato a casa. Ho fatto una giornata di riposo assoluto, preferisco fare così per recuperare bene, anche perché arrivavo da tre giorni di corsa intensi. 

Il martedì?

Ho ripreso la bici, ma giusto per fare una passeggiata a bassa intensità della durata di un’ora, un’ora e mezza. Il pomeriggio mi sono allenato a corpo libero per mantenere stabile il core: quindi addominali, lombari e plank. 

Il giorno dopo la corsa riposo assoluto per il lucano (foto Instagram)
Il giorno dopo la corsa riposo assoluto per il lucano (foto Instagram)
Quando sei tornato ad alzare l’intensità?

Dal mercoledì. Le ore sono aumentate e sono diventate tre, con dei lavori specifici di soglia in salita. In totale ho fatto quattro ripetute da 5 minuti l’una. Il resto del tempo, da casa fino alla salita e ritorno, a un ritmo medio. 

Scegli sempre la solita salita o ti piace cambiare?

Dipende più dal tempo dei lavori che dal piacere della salita stessa. Se ho venti minuti totali di lavoro ne scelgo una che mi permetta di allenarmi senza problemi. 

In che giorno della settimana inserisci il lungo?

Ieri (giovedì, ndr). Una distanza tranquilla che però non è misurata in chilometri ma in base al tempo. Cinque ore, massimo cinque ore e mezza. Nessun lavoro specifico, ho fatto il classico allenamento di endurance, in zona 2. Magari spingendo qualcosina in più in salita, però mai oltre il medio

Verre preferisce alimentarsi in allenamento come in corsa, per non perdere l’abitudine (foto Instagram)
Verre preferisce alimentarsi in allenamento come in corsa, per non perdere l’abitudine (foto Instagram)
Nei giorni che ti portano alla corsa che fai?

Venerdì, quindi oggi, un’altra sgambata di poche ore a bassi ritmi, anche perché domani (sabato) si viaggia. 

E domani andrai in bici?

Sì, il giorno prima della corsa, una volta arrivato in hotel, nel pomeriggio, mi piace fare un’oretta e mezza di attivazione muscolare. Più intensità e brevi tratti a ritmo gara. 

rice cake
Le rice cake sono il suo alimento preferito in sella, ne ha provate di tutti i gusti
Le rice cake sono il suo alimento preferito in sella, ne ha provate di tutti i gusti

La parte alimentare

Come coordina la settimana di allenamento con la parte alimentare Alessandro Verre? Quali sono le sue abitudini? Ce le racconta.

«La squadra ha il nutrizionista – spiega – ma non ci ho mai lavorato troppo insieme, preferisco gestirmi da me. Ovviamente seguendo delle linee guida. Generalmente vario la parte alimentare in base all’allenamento. Una cosa è certa, appena sveglio mi peso, lo faccio tutte le mattine». 

A colazione cosa mangi?

Le solite cose: pane e marmellata o burro d’arachidi. Oppure uno yogurt greco. Non mi piace partire a pancia piena. 

Preferisci mangiare in bici?

Sì, anche per allenarmi a mangiare mentre pedalo e non perdere l’abitudine. 

Il giorno prima della gara una sgambata con qualche accelerazione ed un ritmo più sostenuto per “sbloccare” le gambe (foto Instagram)
Il giorno prima della gara una sgambata con qualche accelerazione ed un ritmo più sostenuto per “sbloccare” le gambe (foto Instagram)
Cosa mangi in bici?

Le solite cose più o meno. Gel e barrette, anche se, devo ammettere, non sono un grande amante delle barrette. Preferisco le rice cake, nel tempo ho provato anche a dilettarmi nel trovare nuovi gusti: Philadelphia, Philadelphia e Nutella, cocco o anche avocado e sciroppo d’agave.

In borraccia cosa metti?

Maltodestrine, cercando di consumarne una ogni ora, come in corsa. 

Una volta a tavola come gestisci i macronutrienti?

Dipende dall’allenamento. Mercoledì, quando ho fatto intensità, sentivo di aver bisogno di recuperare e ho mangiato carboidrati a pranzo e cena. Dopo il lungo ho assunto la dose di carboidrati a pranzo, mentre la sera ho mangiato la porzione di proteine e grassi. La sera prima della corsa mangio la solita quantità di carboidrati per immagazzinare energia prima della corsa.

Tosello e le differenze con le bici del 2014 per le pietre

29.06.2022
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In questi giorni abbiamo parlato spesso della quinta tappa del Tour de France, quella del pavè. L’abbiamo ricordata, l’abbiamo analizzata da un punto di vista tattico, adesso buttiamo un occhio sul punto di vista tecnico. E lo facciamo con Gabriele Tosello, storico meccanico dell’Astana Qazaqstan (in apertura foto Instagram – Getty, ndr).

“Toso” c’era  anche nel 2014 e quell’anno aveva preparato la bici di Nibali. E se lo Squalo volò sulle pietre, una fetta di quel “successo” fu anche la sua.

Gabriele Tosello è il meccanico dell’Astana da molti anni. C’era già nel 2014
Gabriele Tosello è il meccanico dell’Astana da molti anni. C’era già nel 2014

Da Specialized a Wilier

«La differenza più grande fra quelle bici e quelle attuali è la bici stessa – commenta Tosello – almeno nel nostro caso noi usammo un telaio specifico. All’epoca avevamo Specialized e la casa americana aveva un modello chiamato proprio Roubaix. Si trattava di un telaio “più morbido”, merito principalmente degli elastomeri su forcella e carro posteriore.

«Era una bici davvero adatta a quel percorso, molto confortevole. Mentre le ruote erano le stesse che utilizzavamo nelle altre tappe».

«Adesso le cose si sono invertite. Usiamo il telaio che utilizziamo normalmente, ma con altre ruote.

«Nonostante su carta sia un po’ più rigida, la maggior parte dei ragazzi pedalerà sulla Wilier Filante (gli altri sulla Wilier 0 Srl). Abbiamo fatto dei test nel periodo delle classiche del Nord e ci siamo accorti che questa bici dava dei leggeri vantaggi in termini di comfort e quindi di guida. Test che fece, tra gli altri, anche Moscon».

Ruote importantissime

Tosello ha parlato di un’inversione di tendenza: stessa bici ma ruote diverse. Alla base di questa soluzione ci sono più motivazioni. Telai con strutture diverse nel layout costruttivo, presenza dei freni a disco e di conseguenza anche di ruote con ben altre tecnologie rispetto al 2014.

«Adesso le ruote sono un po’ più larghe – riprende Tosello – e soprattutto si possono avere con la tecnologia tubeless. Credo che sei dei nostri otto ragazzi al Tour useranno i tubeless. Gli uomini di classifica e quelli che puntano alla tappa di sicuro, mi riferisco a Moscon e Lutsenko».

«Corima per l’occasione ci ha fornito una ruota specifica, una ruota intermedia direi. Di solito noi utilizziamo i profili da 32 o 47 millimetri, la ruota che monteremo in questa tappa stile Roubaix sarà da 40 millimetri. Si tratta di una tubeless modificata.

«Queste Corima hanno raggi piatti in acciaio ma con niplles esterne al cerchio e non all’interno. I motivi di questa soluzione sono due. Quello principale è che trattandosi di un cerchio tubeless, fare troppi fori sul cerchio appunto rischia di indebolire la sua struttura e di favorire anche delle impercettibili perdite di aria. E la seconda motivazione riguarda il fatto che in questo modo la ruota è leggermente più flessibile. 

«Volendo, c’è anche una terza motivazione. Con le niplles esterne possiamo intervenire meglio sulla tensionatura e la centratura».

Con “Toso” si passa poi ad analizzare le coperture. Nel 2014 sostanzialmente cambiava solo la misura del tubolare.

«Noi usammo – riprende Toso – un tubolare di un marchio francese da 28 millimetri. Ricordo che li gonfiammo intorno ai 5 bar, quelli di Nibali appena meno: sui 4,8. Stavolta le gomme, saranno tubeless, ma sempre da 28 millimetri. Abbiamo l’opzione da 30 millimetri pronta in caso di maltempo. Ma deve essere davvero brutto, brutto!

«Per quanto riguarda le pressioni scenderemo al di sotto dei 5 bar, credo 4,5: con i tubeless si può fare, liquido e mousse te lo consentono. Con le mousse anche se fori, il cerchio non va a terra e quantomeno esci dal settore in pavè. Puoi andare avanti mentre aspetti l’ammiraglia».

Grudzev, che sarà presente al Tour, in azione all’ultima Roubaix
Grudzev, che sarà presente al Tour, in azione all’ultima Roubaix

Zero compromessi

Alla fine le bici attuali con queste ruote (cerchio e gomma) sono performanti sul pavé, ma rispetto al 2014 sono molto più performanti sui tratti in asfalto.

«Esatto – dice Tosello – restano comunque bici veloci. Dobbiamo considerare che sono strutture completamente diverse. C’è stata un’evoluzione continua e… poveri noi meccanici! Ormai siamo più ingegneri che meccanici!

«Pensiamo al carbonio: altri intrecci, altre fasciature e anche un altro peso. Una volta si tendeva ad irrigidire laddove si pensava che ci fossero più tensioni. Quindi si metteva più materiale nella zona della scatola del movimento centrale. Adesso si è visto che non è così. Lì si “è tolto” del materiale e lo si è tolto anche dalla zona del reggisella ed è stato inserito nel carro per esempio. Tanto ha inciso la disposizione delle fibre.

«In teoria i telai pesano meno, ma con il disco alla fine la bici pesa uguale, se non qualcosa in più rispetto al 2014. Quella Specialized Roubaix pesava 7 chili, la Wilier Filante in versione pavé ne pesa 7,2, ma è più performante: è molto più scorrevole e quel piccolo peso in più è abbondantemente recuperato così».

L’inserto di Prologo da inserire sul manubrio (è disponibile in due misure di lunghezza 156mm e 166mm)
L’inserto di Prologo da inserire sul manubrio (è disponibile in due misure di lunghezza 156mm e 166mm)

Comfort più importante

Essendo una tappa in pavè e non una corsa “secca” come la Roubaix, diventa fondamentale uscirne indenni.

«E’ importantissimo non avere piaghe o dolori in vista del giorno dopo – conclude Tosello – A tal proposito non cambiamo le selle, ma semmai i corridori possono scegliere pantaloncini un po’ più imbottiti.

«Prologo inoltre ci ha preparato un “nastro” speciale. Un inserto con la loro tecnologia (e materiale, ndr) CPC, che si può mettere sopra o sotto il nastro e ammorbidisce molto. Ed è anche antiscivolo».

Le tecnologie in generale sono cambiate tantissimo. Le bici sono più comode e più veloci. E il perno passante ha inciso molto.

«Rispetto al bloccaggio classico i ragazzi dicono di avere tutt’altre sensazioni di guida. Ruote e telaio sono un “tutt’uno”, un feeling di guida diretto. Mentre con il bloccaggio c’erano le ruote e c’era il telaio. La sensazione era di avere due pezzi distinti».

BikeScan365.com, la vetrina per acquistare e vendere la bici

24.06.2022
3 min
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BikeScan365.com nasce a inizio di quest’anno in provincia di Padova, un territorio fortemente legato alla passione per la bicicletta. Si propone di essere un marketplace digitale in grado di mettere in contatto fra loro negozianti e privati.

A creare questa innovativa startup troviamo cinque professionisti provenienti rispettivamente dal mondo del commerciale, del digitale e della finanza, tutti accumunati dalla grande passione per il ciclismo. Unendo le loro competenze professionali hanno deciso di creare un marketplace utile e innovativo per il mondo della bicicletta. A raccontarlo è Stefano Marchi, co-founder e CEO di BikeScan365.com.

«Come appassionati – spiega – ci siamo resi conto di quanto fosse complicato scambiare in modo organizzato ed efficace cicli nuovi ed usati in Italia. Come professionisti e imprenditori, abbiamo cercato di individuare i bisogni impliciti di chi è interessato ad acquistare o vendere bici di seconda mano. Poi abbiamo pensato al modo per rispondere a tali bisogni, realizzando un portale di compravendita ben strutturato e semplice da utilizzare, chiamato BikeScan365».

Bikescan365 vuole diventare una vetrina di scambio tra privati e negozianti
Bikescan365 vuole diventare una vetrina di scambio tra privati e negozianti

Tutto semplice

Un aspetto al quale tenevano molto fin dall’inizio i fondatori di BikeScan365.com è stato quello di rendere il loro portale estremamente semplice e di facile fruizione.

Privati e rivenditori possono iscriversi gratuitamente con il proprio indirizzo email scegliendo un nome utente e una password. Per farlo basta registrarsi al link dedicato.

Per in negozianti è stata inoltre prevista la possibilità di sottoscrivere un abbonamento per pubblicare un numero più elevato di annunci ed avere un supporto commerciale dedicato. Sono state previste tre tipologie di abbonamento: Entry, Speed, Performance al costo rispettivamente di euro 39-79-99. Per conoscere nei dettagli i vantaggi di ogni singolo abbonamento basta visitare la pagina dedicata.

Offerta completa

Nel sito si trovano diverse tipologie di biciclette per un’offerta completa di fascia medio-alta in grado di soddisfare ogni tipo di utente. Stiamo parlando di mountain bike, bici da corsa, gravel ed e-bike. E’ inoltre possibile cercare una bici specifica utilizzando il motore di ricerca intelligente indicando tipologia, marca o anno di produzione. Iscrivendosi, il privato può mettersi in contatto direttamente con il venditore per accordarsi su tutti i dettagli della vendita (prezzo, modalità di consegne e di pagamento). Lo scambio avviene quindi in maniera diretta e non attraverso il portale. Non ci sono pertanto commissioni sulla vendita.

BikeScan365.com si propone quindi come una vera e propria “vetrina virtuale” dove i negozianti possono esporre le loro biciclette (usate, a Km 0 o nuove). In questo modo possono raggiungere nuovi potenziali clienti distribuiti su tutto il territorio nazionale con conseguenti nuove opportunità di vendita e di guadagno.

Obiettivi e partnership

Con BikeScan365.com si vogliono inoltre favorire temi quale la sostenibilità ambientale e l’economia circolare. La bicicletta è un mezzo di trasporto per sua natura ecologico e quindi non inquinante. Contemporaneamente, promuovendo la vendita e l’acquisto di biciclette usate, se ne promuove il riutilizzo riducendone l’impatto sull’ambiente e lo spreco di risorse.

Non mancano poi le collaborazioni come ad esempio quella con la commerciale Bonin che da quarant’anni è un riferimento nella distribuzione di cicli e accessori. La rete agenti dell’azienda attualmente sta contribuendo a far crescere il numero di inserzionisti attraverso le visite ai negozi specializzati. Bonin e BikeScan365.com hanno inoltre fornito il loro supporto ai recenti campionati italiani a cronometro che si sono svolti in Friuli Venezia Giulia.

Bikescan365

Bicisupport, la morsa con sostegno assistito alla portata di tutti

27.04.2022
2 min
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Chiunque ha una bici conosce bene le difficoltà di riuscire a fare anche i più piccoli lavori di manutenzione se non si hanno a disposizione uno spazio ed un’attrezzatura adeguati. Per questo Bicisupport ha creato la morsa per il sollevamento.

Nata nel 1976, l’azienda di Casatenovo (provincia di Lecco) è distribuita in 35 Paesi del mondo ed è leader nel settore degli articoli tecnici, per la manutenzione della bicicletta, supporti, espositori da negozio. Nel corso degli anni è stata partner tecnico della nazionale italiana, dei migliori team WorldTour, professional e continental, e di ogni ciclista.

Per tutte le esigenze

Quello di Bicisupport è un bilanciatore per sollevamento adatto anche per bici pesanti, si intendono mezzi con un peso fino a 19 chilogrammi. Si tratta di una morsa orientabile con sollevamento assistito per alzare ogni tipo di bici senza alcuna fatica.

Utile per lavori di manutenzione come sostituzione della cassetta, del movimento, cambio pastiglie freni, regolazioni sella. Ottimo anche come supporto per pulire la bici in maniera minuziosa. Blocco di sicurezza e maniglia per il serraggio sono integrati.

La staffa di Bicisupport misura 60 cm per 60 cm alla base e 205 cm in altezza
La staffa di Bicisupport misura 60 cm per 60 cm alla base e 205 cm in altezza

Dettagli tecnici

La morsa è totalmente girevole (360 gradi). La piastra per l’appoggio a terra misura 60×60 centimetri. L’altezza del supporto è di 205 centimetri. Il peso del supporto, inserito da Bicisupport nella gamma degli articoli per la manutenzione della bicicletta che prevede ben 21 articoli per ogni esigenza, è di 52 chili.

Bicisupport

Le bici di Cipollini affidate a “Carube”. Un viaggio nella tecnica

23.11.2021
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Carube, al secolo Roberto Lencioni (in ammiraglia nella foto di apertura) è stato per anni lo storico meccanico di Mario Cipollini. Quante avventure insieme, quante vittorie e quante bici ha dovuto preparare per Re Leone, toscano come lui.

E certo stare vicino ad un personaggio istrionico come Mario non era facile. Cipollini dava molto e pretendeva anche molto dal suo staff. E poi con la tecnica aveva una sensibilità sopraffina. Ma Carube sapeva come prenderlo.

Mario, alla Del Tongo, sigla il primo dei 42 successi al Giro d’Italia 1989 sul traguardo di Mira
Mario, alla Del Tongo, sigla il primo dei 42 successi al Giro d’Italia 1989 sul traguardo di Mira

Carube davanti a Mario

«Ho iniziato con lui tra i professionisti nel 1989 alla Del Tongo – spiega Lencioni – ma lo conoscevo già da prima perché ero stato meccanico di suo fratello Cesare. E anche da ragazzino, non abitando lontano, lo vedevo spesso. Capitava anche al mio negozio».

«Mario – continua Carube – era pignolo sì, ma non diverso da altri. Certo, non era semplice stargli dietro, ma per me era più facile, poiché conoscendolo sapevo più o meno cosa voleva o avrebbe voluto e così mi “portavo avanti” se usciva qualcosa di nuovo o di particolare. Magari colorazioni delle bici, alcuni materiali da provare. Lui magari ti dava degli input su scelte o materiali e voleva che fossero messi in atto al più presto. 

«E capiva subito se una cosa andava oppure no. Mario saliva in bici, faceva dieci metri e magari ti diceva: questa sella è più bassa di un millimetro. Tu la misuravi ed era più bassa di un millimetro».

La Specialized di Zolder

Della sensibilità di Cipollini un po’ tutti ci hanno parlato. Mario era (ed è) un tecnico sopraffino. Sa come deve essere una bici e soprattutto cosa vuole… da una bici

«In tanti anni per lui ho allestito non so quante bici – dice Carube – ma ricordo in particolare le due del 2002. L’anno della Sanremo e del mondiale. Era la prima volta che lavoravamo con Specialized. Sostanzialmente Mario in quella stagione utilizzò due biciclette: quella appunto della Classicissima, della Gand e delle sei tappe al Giro e quella del mondiale.

«La prima tutto sommato era standard. Così l’avevamo richiesta e così la montai, a parte qualche piccolo intervento per le gare in Belgio, su gomme e ruote. Mentre per il mondiale di fatto fu stravolta».

«Con Specialized preparammo un telaio speciale. Mario voleva una bici che assolutamente non disperdesse energia. E così, su sue indicazioni, i foderi posteriori furono maggiorati. Parliamo di un telaio in alluminio e questi foderi avevano un diametro di 22 millimetri.

«Ma il grande lavoro fu fatto sull’orizzontale. Questo fu abbassato di un centimetro e mezzo, ma soprattutto venne cambiata la sua forma. Specialized all’epoca faceva tubi ovali: questo invece dal piantone partiva tondo e man mano che si avvicinava al tubo di sterzo diventava quadrato. Non fu facile scendere quel centimetro e mezzo, perché poi all’anteriore Mario era molto basso e questo tubo era grande. Si era davvero al limite. Era una soluzione che irrigidiva un bel po’ la bici, ma la rendeva circa 150 grammi più pesanti. 

«Per ovviare a questo aumento di peso, intervenne sulle ruote. E decise di usare delle ruote che non erano in dotazione al team, delle Lightweight, ma anche queste erano state irrobustite per lui».

Nella corsa rosa del 2002 invece si porta a casa ben sei tappe. Qui la sesta a Milano
Nella corsa rosa del 2002 invece si porta a casa ben sei tappe. Qui la sesta a Milano

Re Leone tradizionalista

Davvero uno spettacolo questi aneddoti! Una volta si poteva intervenire con maggior facilità sulla personalizzazione delle bici. Non c’erano i monoscocca. Tanto più che si parla di alluminio…

«Cipollini non ha mai gareggiato con un telaio in carbonio, almeno da quel che so io o finché è stato con me. E ne ha provati… Una scelta sua. Anche dopo che lasciò la Domina Vacanze e passò alla Liquigas, ha utilizzato una bici in alluminio. A quei tempi il carbonio iniziava a fare gola, ma lui non ne voleva sapere. Il carbonio lo ha chiaramente iniziato ad usare dopo… dopo che ha smesso».

Con l’alluminio Re Leone poteva avere la bici a sua immagine e somiglianza: le sue geometrie, le sue misure, la quantità del materiale a seconda dei punti del telaio…

E sugli altri componenti com’era Cipollini? Carube risponde pronto…

«Stava attento a tutto, ma non era così eccessivo come si pensa… Soprattutto dopo che arrivò Specialized, azienda che decise d’investire molto e che aveva un altro modo di fare, ebbe la possibilità di provare molti più componenti, però al tempo stesso si doveva tenere conto delle sponsorizzazioni».

«E poi è vero che era sul pezzo, ma era anche tradizionalista. Le scarpe per esempio. Quando trovava il modello con cui stava bene, non le cambiava fino alla fine. O le selle. Magari ne provava 15, ma tanto alla fine tornava su quella con la quale si era trovato meglio. Pensate che io neanche la toglievo più dal cannotto. La smontavo con tutto il reggisella! Quando rientrava gli rimontavo subito la sua e già sapevo che era a misura».

Oggi Cipollini ha un suo marchio di bici e dietro la progettazione dei telai c’è sempre il suo zampino
Oggi Cipollini ha un suo marchio di bici e dietro la progettazione dei telai c’è sempre il suo zampino

Cipo e le bici di oggi

E oggi Mario Cipollini che bici userebbe? Il meccanico come il massaggiatore è colui che meglio entra nella testa del corridore, e Lencioni lo sa bene.

«Oggi – conclude Carube – Mario vorrebbe una bici che rispecchia quelle che produce (e infatti dietro ogni Mcipollini c’è la sua impronta). Se gareggiasse di certo vorrebbe due bici: una per le corse a cui tiene meno e una per quelle in cui punta.

«La prima sarebbe una bici leggera e confortevole che lo possa agevolare in salita, una bici pensata per risparmiare energie. La seconda sarebbe una bici super rigida, che possa esaltare le sue doti di velocista».

Bottecchia Aerospace, ecco la versione Sram Rival eTap AXS

08.08.2021
3 min
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Bottecchia Aerospace: la “superleggera” (e super veloce…) bicicletta italiana, lo stesso modello in dotazione anche quest’anno ai professionisti del team Androni Giocattoli Sidermec, è oggi ordinabile anche assemblata con il nuovo gruppo elettronico Sram Rival eTap AXS. Questa trasmissione ha rappresentato quest’anno una vera e propria novità nel settore. La Aerospace è un prodotto destinato a soddisfare le esigenze e le aspettative di una larghissima fetta di consumatori. Si può disporre in “un unicum” sia della migliore tecnologia di cambiata “wireless” messa a punto da Sram, quanto di un misuratore di potenza integrato e della connettività AXS. Il tutto ad un prezzo allettante, ideale per attrarre nuovi utenti al “club” degli utilizzatori del cambio elettronico. La cambiata wireless è combinata con l’impiego di ottimi freni a disco idraulici.

Essa infatti garantisce una prestazione tecnica ottimale. Se a questo idillio meccanico si aggiunge anche il livello di esperienza e di guida garantito dalla rivoluzionaria cambiata logica eTap il gioco è fatto.

Realizzato con cura

Una caratteristica importante di questo nuovo gruppo, che merita di essere posta in evidenza, è l’attenzione che i tecnici Sram hanno rivolto all’aspetto ergonomico. In modo particolare alla forma delle impugnature. L’obiettivo è quello di potersi adattare a qualsiasi grandezza delle mani e conseguentemente fare in modo che l’azione sulle leve freno possa essere confortevole con qualsiasi impugnatura estremamente.

E’ la preferita dei velocisti del team Androni Giocattoli Sidermec
E’ la preferita dei velocisti del team Androni Giocattoli Sidermec

Specifiche tecniche

Tornando alla Bottecchia Aerospace, uno dei primi particolari che balza all’occhio è l’estrema pulizia, a partire dai cavi. Questi ultimi sono “nascosti” mediante la tecnologia Internal Routing che prevede il passaggio interno di questi ultimi. Il risultato è un miglioramento estetico notevolissimo, ma aerodinamico. E’ davvero tanta la qualità concentrata su questa bicicletta da corsa, come anticipato una tra quelle a disposizione dei corridori della Androni Giocattoli Sidermec.

L’Aerospace riesce ad esprimersi al meglio su qualsiasi terreno, anche se la sua principale caratteristica è la velocità e dunque “adora” andare forte, specialmente in pianura. L’obiettivo degli ingegneri Bottecchia, attraverso il disegno di questa bici aero, è stato quello di fornire un’esperienza di guida speciale. E per giungere a questo risultato sono stati appunto considerati aspetti primari come il comfort e, appunto, il tema dell’aerodinamica.

Esprime il meglio di se su ogni terreno: ottima anche per le volate
Esprime il meglio di se su ogni terreno: ottima anche per le volate

Forcella top

Inoltre, prestando particolare attenzione alle tubazioni, notiamo facilmente che l’obliquo presenta una sezione al tempo stesso generosa e sagomata, mentre il tubo orizzontale è più sottile. Il carro posteriore invece si innesta qualche centimetro sotto il reggisella, ricalcando un orientamento tecnico che va per la maggiore tra le bici di questo segmento e capace di conferire alla stessa bicicletta sia reattività che comfort.

La forcella, che pesa 445 grammi, presenta degli steli diritti ed estremamente solidi che donano rigidità massima all’avantreno, come si addice ad una bicicletta che nasce anche per vincere le volate.

Aerodinamica e leggera…Nata per essere competitiva
Aerodinamica e leggera…Nata per essere competitiva

Design moderno

E se c’è un altro motivo per cui la Bottecchia Aerospace spicca nel gruppo è senza ombra di dubbio anche il design. Infatti, grazie al proficuo lavoro del nuovo centro di ricerca e sviluppo Bottecchia, dedicato espressamente allo studio dei colori e del design, sono state realizzate cinque innovative colorazioni, rispettivamente denominate Prisma, Camaleonte, Sparkling Glass, Black Rainbow e Blue Rainbow.

Queste ultime, pensate, hanno il privilegio di rendere la luce parte integrante del design tramite delicati e sottili contrasti. Mentre il continuo variare delle condizioni di luce altera il colore della grafica stessa donandole un aspetto sempre diverso ed originale.

Ricordiamo che il telaio pesa 1.225 grammi, tenendo in considerazione la taglia M.

bottecchia.com

Liv, altri tre anni nel WorldTour femminile

08.07.2021
3 min
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Nei giorni che hanno preceduto la Course by Le Tour, evento che si proponeva come gustoso antipasto del Tour de France femminile in calendario nel 2022, Liv ha annunciato di aver prolungato per altre tre anni la propria sponsorizzazione tecnica del Liv Racing WolrdTour. Ricordiamo che fanno parte del team le italiane Sofia Bertizzolo e Soraya Paladin, quest’ultima fresca di convocazione olimpica.

Il prolungamento della sponsorizzazione ha fatto seguito ad un’altra importante notizia. Nel 2022 Liv debutterà come partner principale del Tour de France Femminile sponsorizzando la classifica destinata a premiare la migliore giovane. 

Sofia Bertizzolo corre su Liv già da due stagioni
Sofia Bertizzolo corre su Liv già da due stagioni

Il meglio alle donne

Phoebe Liu, chief branding officer di Giant Group, realtà mondiale che include Liv, ha detto: «Il prolungamento della sponsorizzazione del Liv Racing Wolrd Team conferma il nostro impegno nel voler offrire alle donne sempre più opportunità per gareggiare nel ciclismo su strada. Lavoriamo con le donne a tutti i livelli, dai principianti ai professionisti – ha proseguito Liu – e questa partnership rappresenta al meglio il modo con cui ci impegniamo quotidianamente per creare i prodotti sempre più innovativi destinati al mondo femminile, come la nuova Langma Advanced SL Disc 2022.

«Le ragazze del nostro team sono una componente essenziale del nostro processo di ricerca, progettazione e sviluppo. Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato ed entusiasti di continuare a creare nuovi prodotti».

Soraja Paladin, con Liv anche a Tokyo
Soraja Paladin, con Liv anche a Tokyo

Parola al team

Eric Van den Boom, manager del team WorldTour non ha mancato di esprimere la sua soddisfazione: «La nostra squadra è stata fondata nel 2009 ed è profondamente radicata nel ciclismo femminile. Molti dei successi del team sono stati raggiunti insieme a Liv e siamo entusiasti di iniziare questa nuova fase insieme. Abbiamo dimostrato più volte di essere molto coinvolta e di supportare il ciclismo femminile, sia a livello ricreativo che professionale. Il livello di ambizione che poniamo nel far crescere il ciclismo femminile è molto alto e si adatta perfettamente agli obiettivi della nostra squadra».

Per concludere vi anticipiamo un’altra bella novità. La squadra è stata di recente protagonista di “The Run Up”, una serie web che racconta il dietro le quinte della preparazione svolta dal team in vista de La Course by Le Tour. Si potrà vedere presto il relativo video cliccando qui.

liv-cycling.com/it

Titici Vento: aerodinamica, fatta a mano, anche su misura

16.05.2021
3 min
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La nuova Titici Vento si presenta in modo elegante. Montata con freni a disco, è frutto di una lavorazione manuale attenta a ogni dettaglio, che vuole soddisfare le esigenze dei corridori garantendo comfort e performance e permettendo anche la realizzazione su misura.

Rigidità e comfort

Il telaio è da osservare con particolare attenzione. La geometria è immancabilmente sloping. Il tubo orizzontale parte schiacciato all’innesto col reggisella (appena 8 mm) e arriva al tubo di sterzo con la sezione che aumenta progressivamente. E’ un tratto distintivo di Titici, realizzato secondo il brevetto PAT (Plat Absorber Technology). Grazie a questo disegno è possibile ridurre del 18 per cento le vibrazioni.

Dalla vista frontale della Vento si apprezza la pulizia delle linee
Dalla vista frontale della Vento si apprezza la pulizia delle linee

Sterzo da 1-1/2″

Proprio nella parte anteriore del telaio si apprezza il completo passaggio interno di cavi e guaine, che comporta linee precise, superfici pulite e un’eccellente penetrazione aerodinamica. Il tubo sterzo con sezione maggiorata di un pollice e mezzo conferisce precisione e sicurezza nella guida, soprattutto in discesa e nelle curve veloci. Anche il carro sembra distinguersi dagli standard tradizionali, dal momento che i foderi orizzontali in realtà sono leggermente obliqui e i pendenti sono stati ridisegnati con un leveraggio ribassato sul tubo di sella, per aumentare la reattività in salita e la rigidità laterale, senza compromettere il comfort.

Fatta a mano

La bici è realizzata in fibra di carbonio, prodotta artigianalmente con il sistema PBW (Progressive Bandage Workmanship). Equipaggiata con Campagnolo Super Record elettronico e ruote Campagnolo Bora WTO 45 Disc.

L’intero telaio è realizzato artigianalmente in fibra di carbonio, utilizzando il sistema PBW (Progressive Bandage Workmanship) che prevede l’avvolgimento dei tubi con resine. Il tubo obliquo tondo contribuisce a un look elegante ed essenziale.

Manubrio integrato

Il manubrio è il Titici monoscocca, integrato con l’attacco al fine di migliorarne la rigidità e progettato dall’analisi della postura del ciclista, con una conformazione che asseconda la posizione naturale delle braccia e ne aumenta il comfort.

Il look è molto appariscente, colorata di verde con inserti grigi per le punte della forcella, il raccordo tra foderi e pendenti e lungo il piantone. Il prezzo consigliato al pubblico è a partire da 4.790 euro.

titici.com

Finotti, la bici Aero D1, rigida e aerodinamica

04.05.2021
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La Aero D1 è la top di gamma del marchio Finotti. Una bici solida, realizzata con carbonio T800. Adatta alle lunghe distanze grazie al giusto equilibrio tra rigidità e comfort. Una bici per passisti scalatori, formidabile nel passo e al tempo stesso efficace anche per gli sprint. Il suo peso è di 7,8 chili. La forma delle tubazioni è studiata per essere il più aerodinamica possibile, il disegno del telaio sembra fatto proprio per tagliare meglio l’aria. Il tubo obliquo sfugge dal diametro tondo e presenta una schiacciatura che strizza l’occhio all’aerodinamica, così come il piantone, mentre il tubo orizzontale ha una geometria leggermente sloping.

La parte anteriore del telaio Finotti spicca per l’eleganza del raccordo nella zona dello sterzo
La parte anteriore del telaio Finotti spicca per l’eleganza del raccordo nella zona dello sterzo

Il triangolo del carro posteriore ha lati davvero corti e va a innestarsi sul telaio ben al di sotto del nodo di sella, con la… svasatura del piantone che permette di avvicinare ulteriormente il centro della ruota posteriore al movimento centrale. Un orientamento ormai molto diffuso fra i telaisti, che conferisce alla parte posteriore della struttura una grande rigidità. Grazie a questo, la bici è in grado di rispondere prontamente anche alle accelerazioni più violente.

Ovviamente freni a disco

La Aero D1 è ovviamente monatata con freni a disco ed equipaggiata con manubrio monoscocca Vision Metron 5, che ha l’attacco integrato al fine di garantire la migliore guidabilità grazie alla sua rigidità. Le ruote scelte per questo montaggio sono le Bontrager Aeolus Pro 5 che offrono un’ottima scorrevolezza. La guarnitura invece SLK Vision FSA, realizzata in carbonio.

Il carro si innesta nel piantone ben al di sotto del nodo di sella
Il carro si innesta nel piantone ben al di sotto del nodo di sella

Finotti inoltre ha scelto il gruppo Shimano Ultegra elettronico per garantire la giusta fluidità nel cambio rapporti e l’affidabilità per cui questo gruppo è famoso. La bici è realizzata in una sola colorazione: grigia con inserti rossi.

La bici è realizzata in una sola colorazione: grigia con inserti rossi. Le taglie disponibili sono: Xs, s, m, l, Xl. Il prezzo consigliato al pubblico è di 7,800 euro.

finotti-cicli.it