Verre: «Come va all’Arkea? Esperienza e primi frutti»

11.06.2022
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Alessandro Verre è un italiano che corre in terra francese. Il giovane lucano, 20 anni compiuti lo scorso novembre, milita nelle fila del team Arkea Samsic. Arriva direttamente dal Team Colpack Ballan, ed è uno dei 15 ragazzi che sono passati professionisti in questa stagione. 

Marino Amadori, presentandoci quelli che sarebbero stati i neo professionisti, ha speso belle parole per Verre: «Miglior scalatore under 23 che abbiamo in Italia. Ha fatto un discreto Tour de l’Avenir, è passato nella miglior squadra professional che c’è». 

Verre con la nazionale di Marino Amadori ha corso il Tour de l’Avenir nel 2021
Verre con la nazionale di Marino Amadori ha corso il Tour de l’Avenir nel 2021

Qualche dubbio

Più di qualcuno nutriva dei dubbi sul trasferimento di Verre all’Arkea, la sua giovane età aveva fatto storcere il naso agli addetti ai lavori. Il lucano però ha preso la sfida di petto e passo dopo passo è cresciuto, rispondendo con dei buoni risultati. 

«Diciamo che non mi posso lamentare – inizia a raccontare Alessandro – avevo preso quest’anno per fare esperienza e invece sta arrivando qualcosa in più. Per quanto riguarda i risultati, la squadra non mi mette pressione, vuole solo che cresca. Questo atteggiamento molto tranquillo mi ha messo a mio agio, così da adattarmi senza fretta.

«La cosa che mi veniva contestata di più era l’età -riprende – anche se ormai si vedono arrivare davanti corridori sempre più giovani. Il mondo, non solo quello del ciclismo, va di fretta ed è diventato appannaggio dei giovani. Questo non vuol dire che si debbano bruciare le tappe». 

Più di qualche addetto ai lavori aveva sollevato dei dubbi dopo il suo passaggio dalla Colpack all’Arkea a 20 anni non ancora compiuti
Più di qualcuno ha sollevato dei dubbi dopo il suo passaggio dalla Colpack all’Arkea a 20 anni non ancora compiuti

Passo dopo passo

Cogliere le possibilità quando ti si presentano davanti è giusto, soprattutto se ormai il mondo del ciclismo sembra andare in questa direzione. Decidere se ciò è giusto o sbagliato non dovrebbero essere i corridori a deciderlo, a loro spetta il compito di correre in bici. Ma soprattutto è difficile pensare che un ragazzo di 20 anni davanti alla chiamata del mondo del professionismo non risponda presente. 

«Io non volevo rischiare di perdere l’occasione – dice con voce seria – ho colto questa possibilità al volo per non avere rimpianti in futuro. Il progetto dell’Arkea è bello e a distanza di mesi si stanno vedendo i progressi. Rispetto agli under 23 è tutto più ordinato, ognuno ha il suo ruolo e sa quando deve mettersi a lavorare. Fortunatamente la squadra mi ha dato anche la possibilità di fare qualche gara da “leader”, come alla Vuelta Asturias (dove è arrivato quarto nella classifica dei giovani, ndr) e al Giro dell’Appennino chiuso in quinta posizione (foto di apertura)».

Alessandro Verre ha avuto modo di mettersi alla prova con avversari e percorsi sempre alla sua portata
Alessandro Verre ha avuto modo di mettersi alla prova con avversari e percorsi sempre alla sua portata

Le prime impressioni

I primi mesi in un ambiente nuovo servono per farsi le prime impressioni ed avere così un metro di paragone. Verre ha un tono di voce soddisfatto ma calmo, è contento di quanto fatto ma consapevole che per crescere servono pazienza e costanza.

«Per quanto riguarda il livello degli avversari devo essere sincero: in qualche gara mi aspettavo di meno, in altre di più. A Besseges andavamo a 70 all’ora in pianura, era la seconda gara in stagione, essere davanti a correre con tante squadre WorldTour è stato parecchio emozionante. Correre in una squadra francese è un bel banco di prova, la difficoltà più grande è quella della lingua, fortunatamente ho studiato un po’ di francese a scuola e quindi non partivo da zero. Ogni giorno che passa sono sempre soddisfatto della scelta fatta».

Il lucano (il secondo a sinistra in maglia Arkea) ha avuto modo di giocarsi le sue carte in qualche occasione
Il lucano ha avuto modo di giocarsi le sue carte in qualche gara, nella volata della terza tappa alla Vuelta Asturias ha ottenuto il quinto posto

Un approccio differente

«Quest’anno se devo fare il paragone con il precedente – riprende il lucano – ho fatto meno giorni di allenamento. Questo perché per gareggiare ci si sposta tanto e per forza di cose ti trovi ad avere uno o due giorni in meno durante la settimana per allenarti, però lo faccio con più lavori di qualità. Anche durante il ritiro pre stagione mi sono trovato meglio, siamo andati in Spagna, cosa che non avevo mai fatto prima. Tutte queste cose mi hanno permesso di crescere e di avere una condizione migliore ad inizio stagione.

«Anche per quanto riguarda le corse – conclude – le cose sono andate in maniera differente. Se paragoniamo lo stesso periodo rispetto allo scorso anno ho fatto molte più corse a tappe, ben 3, il che mi ha dato la possibilità di accumulare più lavoro e ritmo gara. La scorsa stagione ne avevo fatte solamente due. In accordo con la squadra non ho ancora fatto gare WorldTour, per preservarmi e confrontarmi sempre con corridori non troppo lontani dal mio livello. Una cosa che penso di aver imparato è che ad ogni corsa trovi sempre qualcuno più forte di te o degli avversari trovati in precedenza».

Alessandro in questi giorni è impegnato in alcune gare tra Svizzera e Francia (Grosser Preis des Kantons Aargau e Mont Ventoux Dénivelé Challenge, ndr), due gare adatte alle due caratteristiche di scalatore.