Velo, il nuovo cittì femminile che si ispira a… Julio Velasco

25.02.2025
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Le anticipazioni delle settimane scorse hanno trovato conferme nel consiglio federale del 22 febbraio con un effetto domino tra i cittì delle varie nazionali. La guida delle nazionali femminili su strada è andata a Marco Velo, che lascia quella delle crono e rileva il ruolo che fu di Paolo Sangalli nell’ultimo quadriennio. Una scelta neanche tanto a sorpresa se ci si riflette con attenzione.

Il 51enne tecnico bresciano aveva già avuto modo di conoscere il movimento femminile attraverso le crono negli eventi internazionali, raccogliendo anche diversi titoli, ma d’ora in poi si tratterà solo di approfondire le tre categorie in maniera più continuativa. Se elite e U23 sulla carta sono più semplici da seguire, anche solo per un discorso di visibilità mediatica, Velo sa che dovrà avere uno sguardo più completo sulle juniores. Per farlo si avvarrà di un paio di figure fidate ed uno staff pronto ad appuntarsi tutto quanto ne valga la pena. Appena rientrato dal UAE Tour, ne abbiamo approfittato subito per sentire le sensazioni del nuovo cittì femminile, scoprendo con piacere anche chi è il suo modello di riferimento e per quale motivo.

Passaggio di consegne. Velo subentra a Sangalli e assieme a Longo Borghini sembra indicare i prossimi obiettivi
Passaggio di consegne. Velo subentra a Sangalli e assieme a Longo Borghini sembra indicare i prossimi obiettivi
Marco l’investitura è arrivata che eri negli Emirati. Hai già appuntamenti in agenda?

Mentre ero giù mi sono organizzato per questi giorni con diverse telefonate. Tra oggi e domani, visto che abito a pochi minuti dal velodromo, sarò in pista a Montichiari per alcuni test di valutazione con le juniores. Tutte ragazze selezionate per la pista che possono tornare utili anche su strada. Anche quando curavo le crono, col Team Performance della pista c’è sempre stata un’ottima collaborazione. E sarà così ancora con Diego Bragato, che è diventato il cittì della pista femminile. Se ci pensate, a parte Longo Borghini e pochissime altre, tutte le altre ragazze del giro azzurro fanno doppia attività.

Cosa cambia dal ruolo che avevi prima?

Prima avevo una forte collaborazione con Sangalli, specialmente per i riscontri che ricevevo sulle juniores. Adesso la situazione si è ribaltata. In tutta questa nuova situazione sarò aiutato da Marta Bastianelli e Silvia Epis, ma anche dalle stesse società giovanili con le quali saremo sempre in contatto. Marta l’ho sentita molto motivata ed è un carrarmato (dice sorridendo, ndr). Fra poco partorirà e mi ha già detto che sarà disponibile per la nazionale, ma le ho detto di non correre troppo. Silvia invece seguirà il giovanile, come sempre, ed è una garanzia in quel senso.

Da cittì delle crono Velo ha lavorato con le juniores nei Mixed Relay. Approfondirà la categoria con l’aiuto di Marta Bastianelli e Silvia Epis
Da cittì delle crono Velo ha lavorato con le juniores nei Mixed Relay. Approfondirà la categoria con l’aiuto di Marta Bastianelli e Silvia Epis
Quanto senti di conoscere il mondo femminile?

Naturalmente saranno fondamentali gli aiuti di Marta e Silvia per farmi entrare in questo settore in modo più completo. So che devo crearmi un bagaglio di conoscenze maggiori rispetto a prima e so che dovrò vedere le gare delle juniores per farmi meglio un’idea quando non sarò impegnato con le corse di RCS Sport. Le società giovanili devono stare tranquille anche se non mi dovessero vedere perché ci sarà sempre qualcuno sul campo gara. Grazie a Marta e Silvia le juniores saranno sempre monitorate. Loro saranno i miei occhi quando sarò assente.

Pensi che il tuo ruolo durante le corse RCS ti possa limitare più del dovuto?

No, tutt’altro. Penso che sia una risorsa da sfruttare a nostro favore. Sarò direttore di corsa della Strade Bianche Women e della Sanremo Women, quindi potrò vedere da vicino come si evolve la gara. E anche al Giro Women sarà uguale. Sono tutte occasioni per capire come stanno le nostre ragazze, ma anche le avversarie. Rispetto a prima vedrò le corse sotto un altro punto di vista.

La nazionale femminile è una di quelle che ha conquistato più medaglie. Ti spaventa raccogliere questa eredità o la vedi come un ulteriore stimolo?

Bisogna fare un discorso più ampio. Non sono spaventato dalle medaglie, così come sono fiducioso e motivato di poter fare bene. Tuttavia so che ci sono aspettative alte. Il grande lavoro sarà mantenerle e gestire le critiche che potrebbero arrivare qualora non centrassimo dei risultati. E’ un aspetto che ho considerato e che sono pronto ad affrontare. Vorrei essere all’altezza dei miei predecessori, soprattutto per la cura del gruppo in termini di armonia e solidità che si è formato negli anni scorsi.

Basandoci sulle tue scelte da cittì delle crono negli eventi internazionali, l’impressione è che non avrai problemi a guidare la nazionale femminile. Che idea ti sei fatto?

Ho sempre detto che i Mixed Relay, sia dei pro’ che dei giovani, sono stati utili per fare un grande lavoro di gruppo e di equilibrio tra uomini e donne. Le scelte di alcune atlete potevano essere considerate delle scommesse, che poi però siamo riusciti a vincere. La mia percezione è quella di essere sulla stessa lunghezza d’onda delle ragazze, ma so che avrò bisogno di tutti per mantenerla tale. A breve faremo una riunione con il nostro staff per capire bene cosa fare e come muoverci.

Julio Velasco ha vinto tutto nel volley maschile e femminile. Velo si ispira a lui e lo vorrebbe incontrare direttamente (foto AFP)
Julio Velasco ha vinto tutto nel volley maschile e femminile. Velo si ispira a lui e lo vorrebbe incontrare direttamente (foto AFP)
Marco Velo cittì delle nazionali femminili su strada ha già dei suoi dogmi da adottare in corsa?

La costruzione della tattica la si farà in base alla condizione delle ragazze e alle caratteristiche del percorso. Tra elite, U23 e juniores siamo ben coperti in tutti i terreni, dovremo solo stabilire gli avvicinamenti ai vari obiettivi. Più che tatticamente, il mio compito sarà quello di essere un cittì che sappia motivare le proprie atlete. Le donne sono molto più meticolose degli uomini e bisogna stare attenti a come ci si rapporta con loro quando si punta ad un obiettivo. In questo senso il mio modello è una persona che non c’entra nulla col ciclismo.

A chi ti riferisci?

Il mio riferimento è Julio Velasco. Lui ha vinto quasi tutto col volley maschile e a Parigi ha conquistato un oro olimpico storico con la nazionale femminile. Lui per me ha un grande metodo di lavoro. Sono rimasto colpito da Velasco durante una convention organizzata dal CONI in cui lui ha spiegato come alzare o mantenere alta l’asticella. Non ho mai avuto modo di parlarci direttamente, ma mi piacerebbe farlo anche pranzandoci assieme, magari sfruttando il nuovo ruolo da cittì. Lui ha tanto da insegnare ed io posso solo che imparare. L’Olimpiade di Los Angeles 2028 è un grande obiettivo, ma non dobbiamo correre. Uno a cui chiedere consigli e spunti ce lo abbiamo.