Maurizio Mazzoleni si trova sul Teide. Il capo dei preparatori dell’Astana Qazaqstan è in altura col gruppo del Giro d’Italia. Gianni Moscon invece è a casa. Il trentino della Val di Non domenica scorsa dopo il Giro delle Fiandre, ha chiuso la prima parte della campagna del Nord.
Il suo inizio di stagione è stato davvero in salita. Un peccato, perché le motivazioni in seguito al cambio di squadra erano altissime. Aveva finito alla grande il 2021 con una super quanto sfortunata Roubaix. Poi si è beccato il Covid nel pieno della preparazione e tutto si è incredibilmente complicato.
Scorie di pandemia
Lo stesso Mazzoleni, al via di una tappa della Tirreno, ci aveva detto che bisognava gestire al meglio la situazione post Covid. Adesso con lo stesso preparatore facciamo il punto su come sarà gestito il recupero di questo talento.
«Abbiamo optato per una ripresa soft – spiega Mazzoleni – leggendo gli articoli di cronaca vedo che a livello di popolazione ci sono delle complicazioni che negli sportivi sottoposti a stress fisici vengono amplificate. Il fatto che in appena 59 atleti abbiano finito la Parigi-Nizza sia indicativo. Così come che una squadra WorldTour che sia costretta a rinunciare ad una Classica Monumento (la Israel-Premier Tech al Fiandre, ndr). E’ un fatto storico. Inedito.
«Usciamo da una pandemia, i virus classici sembrano avere più forza e le difese immunitarie degli atleti sono più basse. L’insieme di questi tre fattori complica molto le cose».
Nessun allarme quindi per il fatto che Gianni non abbia dato segnali di ripresa neanche nelle corse del Nord, quelle che in teoria sarebbero più congeniali a lui. In Astana lo sapevano, lo sapeva l’atleta. E verrebbe quasi dire che era tutto parte del percorso di rientro soft.
«Nessuno si aspettava questa situazione – continua Mazzoleni – l’uscita dalla pandemia è nuova per tutti. Anche per gli staff medici, non c’è uno storico di riferimento. E’ una situazione di emergenza per le squadre e per gli atleti. Poi c’è chi da segnali di ripresa in tempi più brevi ed chi ha bisogno di più tempo.
«Idem sulla ripresa della condizione. E’ qualcosa di nuovo e si va passo dopo passo. Senza fretta».
Niente fretta
Fretta. Potrebbe essere questo il nemico numero per il ritorno, in grande di Moscon. Ma anche per questa evenienza Mazzoleni e l’Astana hanno le idee chiare. Se non chiarissime. Non forzeranno i tempi.
«Abbiamo le idee molto chiare sulla ripresa di Gianni. Adesso osserverà un periodo di recupero. Un recupero che dovrà essere totale. Successivamente, solo se i parametri fisici e le sensazioni del corridore saranno ideali si procederà al secondo step, il ri-allenamento. E così via per quelli successivi. Si procederà solo se si saranno raggiunti al meglio i livelli e i parametri precedenti».
Quando Mazzoleni parla di ri-allenamento intende la fase di risalita in bici. Una nuova base nella quale non è esclusa neanche la palestra, visto che è un modo per sviluppare la forza. «E’ una progressione di carico ben calibrata e individualizzata. In base ai test, come detto, si procederà allo step successivo. E se tutto andrà regolarmente Gianni farà anche l’altura. In teoria abbiamo già programmato tutto per venire qui sul Teide».
Verso il Tour
Per fortuna, alla fine, il calendario originario di Moscon non sarà troppo stravolto. Perderà alcune classiche okay (il programma prevedeva anche la Roubaix e qualcosa nelle Ardenne), ma ora quel conta è guardare avanti e farlo con ottimismo.
«Gianni – conclude Mazzoleni – non era previsto per il Giro. Avrebbe dovuto fare le classiche, quindi il collaudato iter: stacco, ripresa, altura, Delfinato e Tour de France. E tutto sommato il tempo gioca dalla sua. Spiace sia andata in questo modo. Nessuno, Gianni per primo, si aspettava un inizio così».