STIRLING – Guazzini arriva trascinando i passi, con la bici da un lato e il casco nell’altro. E’ rimasta a lungo ferma sull’arrivo facendo i conti col battito del cuore e come prima cosa ha prosciugato una bottiglietta d’acqua, tirando così forte da schiacciarne la plastica. Il cronometro è stato spietato: 32ª a 4’32, come su qualche montagna del Giro o del Tour.
Parlando brevemente con Roberto Amadio, è stato palese che la programmazione della stagione di queste ragazze sia stata disorganica: potrebbero vincere molto di più e meglio, ma corrono senza tregua e tantomeno programmazione. L’anno prossimo per preparare le Olimpiadi servirà mettere dei paletti.
La giornata storta ci può stare, ma non è facile incassare certe sconfitte, quando delle crono si è uno dei riferimenti mondiali. Comunque Vittoria arriva. Si ferma. Mostra un sorriso sfinito. Guarda negli occhi. Deve aver pianto.
Il riscaldamento prima del via, sperando che questo fosse un giorno buono (foto FCI)Il riscaldamento prima del via, sperando che questo fosse un giorno buono (foto FCI)
Vittoria, la cronometro è bella, ma anche bastarda.
Che sia bella io non l’ho mai detto, neanche quando sono andata forte (ride, ndr). Oggi poi, guarda, già è tanto se sono arrivata al traguardo. A parte gli scherzi, alla prima svolta a destra, ho pensato seriamente che non ce l’avrei fatta.
E’ la somma di tutto quest’anno così balordo?
La caduta certo non ha aiutato (ad aprile Vittoria si è rotta il bacino, ndr), ma oggi proprio non andavo avanti. Al Tour è andata molto meglio, al di là del risultato. Non è che cerco scuse a destra e sinistra, ma erano un po’ di giorni che mi sembrava di non andare avanti. Quando dico certe cose è perché sono vere.
Una spiegazione sai dartela? La somma di troppe fatiche?
Forse, vediamo. Ormai è andata inutile starci a girare intorno. Ovvio che ci sono giornate sì e giornate no, da quello non si scappa. Però sapevo che oggi l’unica cosa era che succedesse veramente un miracolo, sennò… Ma tanto lo sappiamo che i miracoli li faceva solo uno lassù.
Al Tour Guazzini ammette di aver sofferto, ma di essersi risollevata nel finale con la cronoAl Tour Guazzini ammette di aver sofferto, ma di essersi risollevata nel finale con la crono
Ed è finito anche male. Adesso è il momento di fermarsi un po’ e fare il punto?
In teoria dovrei correre il Tour of Scandinavia dal 23 agosto, perché, non so come dire… Diciamo che questi giorni storti non erano pianificati, però siamo tutti umani e vedremo. Ora intanto mi levo questo body, poi penserò al resto.
Ieri mattina ti abbiamo visto parlare col tuo preparatore.
Ha cercato un po’ di tirarmi su di morale, perché comunque anche la testa fa la sua parte. Però lo sapevo che non era solo la testa. Nella crono lo capisci come va a finire. Non sai come o cosa possano fare le altre, però se la fai per vincere, è importante avere i parametri giusti.
Oggi cosa dicevano i tuoi dati?
Non ho visto ancora bene, ma credo che i miei parametri fossero più di 100 watt in meno, quindi di cosa stiamo parlando? Quando dico che pensavo di non finire è perché veramente pensavo di non arrivare al traguardo. Se non c’erano le transenne, davvero tiravo dritto.
Sin dai primi chilometri, le sensazioni erano pessime. Guazzini era parsa pessimista già dal giorno primaSin dai primi chilometri, le sensazioni erano pessime. Guazzini era parsa pessimista già dal giorno prima
Volendo immaginare il prossimo anno, vedendo com’è andato questo, c’è da cambiare qualcosa? Va bene l’incidente, però la sensazione è che corriate davvero tanto.
Diciamo che è una serie di cose che si sono incastrate. Una tira l’altra e poi per far quadrare tutto si mette una pezza…
Però nel taglia e cuci ci andate di mezzo voi…
E vabbè (sorride, ndr), si cerca sempre di fare tutto il meglio. Però la sfera di cristallo non ce l’abbiamo. Magari arrivavo qua dopo il Tour e, come si suol dire, planavo. Invece ci sono arrivata che sono finita.
E’ stato così duro il Tour?
Ho avuto alcune tra le più brutte giornate… No, al primo posto devo metterci oggi, siamo andati al top del ranking. Però al Tour ho avuto veramente dei quarti d’ora tremendi, anche se mi sono sentita meglio giorno dopo giorno. Infatti nella crono ho fatto l’ottavo posto, che è comunque un top 10 nel Tour. Ero contenta, sentivo che spingevo. Oggi invece sono scesa dalla rampa e nei primi 100 metri, che erano in discesa, avevo già mal di gambe.
Prima della strada, Guazzini ha corso anche nel quartetto, chiudendo al quarto postoPrima della strada, Guazzini ha corso anche nel quartetto, chiudendo al quarto posto
Anche Vollering ha pagato il Tour e non ha fatto meglio del sesto posto…
Ma Demi ha fatto una bellissima stagione, fossi in lei sarei più che soddisfatta. Giornate no ci possono stare per tutti, ma nulla toglie a una campionessa del genere.
Non sarà che hai passato i superpoteri delle crono a Lorenzo (il suo compagno Milesi, che ieri ha vinto fra gi U23, ndr) e con te non funzionano più?
No, sono contenta per lui (ride, ndr). Insomma, se lo merita e mi ha fatto piangere. Oggi invece ho pianto io per altri motivi.
Dai, verranno sicuramente giorni migliori.
Migliori eh? Speriamo, perché peggiori sarà dura…
Hanno la priorità la nazionale o i team di appartenenza? Su questo equilibrio si giocano le Olimpiadi del prossimo annoHanno la priorità la nazionale o i team di appartenenza? Su questo equilibrio si giocano le Olimpiadi del prossimo anno
Qualcosa su cui riflettere
Alla fine di febbraio avevamo fatto un’intervista proprio con lei, dal titolo piuttosto eloquente: “Il 2023 di Guazzini, senza respiro da febbraio ad agosto”. Aveva tolto i ferri della caduta di Roubaix dell’anno prima, poi la stagione era cominciata con gli europei in pista: argento nel quartetto e bronzo con Elisa Balsamo nella madison. Poi sarebbe venuta la fase delle classiche, da lì il Tour Femmes e poi i mondiali. Poteva filare tutto alla perfezione se non si fosse verificata la frattura del bacino. Questo non avrebbe dovuto indurre a qualche cambiamento di programma? Lo stesso non sarebbe stato necessario per Elisa Balsamo, schierata al Tour dopo un recupero impegnativo?
Il WorldTour delle donne ha ritmi frenetici e sempre poche ragazze. La nazionale si trova a prendere le briciole possibili. Forse mettere dei paletti presto diventerà una necessità per le stesse ragazze. Altrimenti si andrà avanti a sfinimento, senza orizzonti né grandi prospettive.
Fabio Perego, promoter finanziario e procuratore, fa il punto della situazione fra le donne. Lui nel settore è attivo da prima degli altri. Ecco cosa dice
I mondiali su pista di Glasgow sembrano ancora lontani, ma considerando la posta in gioco, Marco Villa non sta certamente con le mani in mano. Il cammino di avvicinamento è iniziato già da tempo, le tappe di Nations Cup sono state avare di soddisfazioni, la qualificazione olimpica non sarà in pericolo, ma il tecnico azzurro già pensa a come arrivarci, a Parigi 2024.
A tutto ciò si aggiungano gli infortuni, mai così concentrati per la nazionale italiana, soprattutto al femminile. Proprio per questo Villa deve fare i conti con giornate mai semplici.
«C’è chi sta facendo recupero, chi ha ripreso a correre, chi è ancora in “bacino di carenaggio”. Bisogna affrontare mille situazioni, manca un mese e mezzo e dobbiamo organizzarci».
Le ragazze del quartetto. Nonostante gli infortuni c’è tanta voglia di ripetersiLe ragazze del quartetto. nonostante gli infortuni c’è tanta voglia di ripetersi
L’infortunio della Balsamo è stato l’ultima mazzata…
Non c’è solo il suo infortunio, anche quello della Guazzini, metà del quartetto campione del mondo è in piena convalescenza. Per quest’ultima per fortuna le notizie sono confortanti, ha ripreso e probabilmente farà il Tour, ma certamente sarà a ridosso dei mondiali e ci sarà poco tempo per rifinire i sincronismi, questa è la cosa che più mi preoccupa.
E per la Balsamo?
Elisa non ha ancora cominciato a fare i rulli. Sono stato da lei – racconta Villa – e l’ho sentita comunque positiva e carica. Non le ho chiesto i tempi di ripresa, deve stare tranquilla e seguire i normali passi. La conosco ormai dallo scorso anno e so che quando può riprendere, ci mette poco ad acquisire la condizione, infatti ad inizio stagione è sempre una delle più pronte. Per questo è una che, a prescindere da quel che ha potuto fare, deve essere sempre parte del gruppo.
Per Elisa Balsamo la ripresa è lenta, ma si spera ancora di averla al via a GlasgowPer Elisa Balsamo la ripresa è lenta, ma si spera ancora di averla al via a Glasgow
Il problema d’altro canto non riguarda solo te, ad esempio la Gran Bretagna ha a che fare con la frattura della clavicola di Hayter…
Sappiamo che fa parte del gioco, ho sempre detto che avere un gruppo numeroso impone certe scelte, ma in situazioni come questa è anche un vantaggio, permette di riuscire a trovare comunque una soluzione.
Il mondiale di quest’anno però è di difficile gestione, accomunando tutte le discipline.
Questo è un problema relativo, vorrei ricordare che con una situazione del genere abbiamo vinto un oro olimpico e segnato il record del mondo, nel senso che Ganna solo 5 giorni prima aveva fatto la cronometro. Bisogna però dare a ogni prova il giusto peso – prosegue Villa – in Inghilterra non si sono certo lamentati perché Pidcock invece di fare l’Olimpiade su strada ha vinto quella di mtb. Un oro è un oro… Io non ho mai obbligato nessuno, prendo chi ha voglia.
Il terribile infortunio del 6 aprile è un brutto ricordo, ora la Guazzini prepara il TourIl terribile infortunio del 6 aprile è un brutto ricordo, ora la Guazzini prepara il Tour
Ti sono giunte voci di rinuncia da parte dei moschettieri del quartetto?
Ricordo bene quanto avvenne subito dopo Tokyo: i ragazzi fecero un patto fra loro e si ripromisero di fare di tutto per arrivare a Parigi e riconfermarsi. Ganna ha detto chiaramente che vuole puntare sulla crono di Glasgow e sulla pista e a me va benissimo. Io comunque devo lavorare in comune accordo con i programmi che i ragazzi hanno stilato con i rispettivi team manager, non ho mai messo becco su questo e mai lo farò. Mi adatto. D’altronde quando i ragazzi vincono su strada sono il primo ad essere orgoglioso, vedi quel che Milan ha fatto al Giro d’Italia.
Il programma però è complicato…
Su questo bisogna fare dei distinguo. Il problema per Pippo nell’abbinare strada e pista è che non ha tempi di recupero per fare non tanto il quartetto, quanto la prova individuale su pista, ma può rinunciare a quest’ultima che non è specialità olimpica. Io guardando il programma sono convinto che la difficoltà maggiore è invece abbinare la corsa in linea della domenica con la cronometro del venerdì successivo.
La vittoria di Jonathan Milan a San Salvo. Secondo Villa, per il friulano è possibile un doppio impegno ai mondialiLa vittoria di Jonathan Milan a San Salvo. Per il friulano possibile un doppio impegno ai mondiali
Spiegati meglio…
La domenica i corridori affrontano 270 chilometri, il che significa che nei due giorni successivi non puoi fare praticamente nulla. Ma arrivi troppo sotto la gara contro il tempo senza aver potuto fare i necessari lavori specifici nelle giornate immediatamente precedenti, non hai il tempo materiale. Il problema non è l’abbinamento pista-strada, ma strada-strada…
Sarà necessario fare un piano comune con Bennati…
Non solo con lui, anche con Velo, Amadori, Sangalli… Abbiamo sempre lavorato di comune accordo, poi c’è un team manager come Amadio che tiene le fila. Questo anzi aiuta molto nella gestione dell’evento.
Pensi che rispetto al quartetto, le altre specialità avranno quest’anno minor peso, pensando alle necessità della qualificazione olimpica?
No, ma è chiaro che ogni federazione deve fare i conti con quel che ha. Mi spiego meglio: noi abbiamo un quartetto da qualificare e partiamo da quello, una nazione come il Portogallo ad esempio ha fortissimi elementi per madison e omnium e quindi privilegia quelli. Noi però lo sappiamo da tempo, abbiamo gente forte che lavora sia per il quartetto che per altre specialità, magari avremo anche grandi specialisti delle altre discipline che, proprio per le esigenze di qualificazione olimpica, potranno restare fuori oppure rientrare attraverso la riserva del quartetto. Le regole del lavoro le conosciamo dal post Tokyo e ci siamo adeguati.
Ilaria Sanguineti arriva nel WorldTour con la Trek-Segafredo per lanciare gli sprint di Elisa Balsamo. Ma la lecchese vale più di questo. Deve solo crederci
Alle donne andrà un po’ meglio: il vero incastro impossibile parlando dei mondiali di Glasgow 2023 sarà per gli uomini. Pista o strada: una esclude l’altra, almeno in certi giorni. Per le ragazze è diverso e almeno su questo fronte, Paolo Sangalli sa di poter lavorare con gli elementi migliori a disposizione. Anche se siamo ancora alle prese con gli infortuni che hanno tolto dai giochi Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini.
«Il calendario è molto più compatibile rispetto agli uomini – spiega il cittì azzurro – nel senso che la nostra gara su strada è il 13 agosto, quindi il problema sarà recuperare bene. Il primo quartetto c’è il 4 agosto, dovremmo essere a posto. Con Marco Villa stiamo lavorando a questa programmazione non dico da un anno, ma almeno da sei mesi, con confronti continui».
Sangalli è stato molto presente finora nelle corse più importanti: qui con Realini alla ValencianaSangalli è stato molto presente finora nelle corse più importanti: qui con Realini alla Valenciana
Fra Giro e Tour
Il mondiale di agosto resta un tema, il punto di arrivo di un’estate che sta entrando nel vivo. Anche se per mancanza di fondi è stato cancellato il Giro del Belgio, ci sono in arrivo lo Svizzera, poi i campionati italiani, il Giro d’Italia e a seguire il Tour Femmes.
«Non possiamo nasconderci dietro un dito – spiega Sangalli – per alcune il Tour sarà un passaggio obbligato. Penso a Guazzini e Balsamo. Vittoria sicuramente non farà il Giro, ma andrà in Francia recuperando dall’infortunio. Invece Elisa, che pure sta migliorando, l’ha sempre avuto nei programmi a scapito del Giro. E alla fine il Tour sarà un passaggio importante anche nella costruzione dei mondiali, immagino come per gli uomini, dato che finisce il 30 luglio e la gara su strada è appunto il 13 di agosto, con la crono tre giorni prima».
Guazzini arriverà ai mondiali passando dal Tour. Nel 2022 in Australia fu iridata nella crono U23Guazzini arriverà ai mondiali passando dal Tour. Nel 2022 in Australia fu iridata nella crono U23
Ferme ai box
Sulle condizioni delle nostre ultime due iridate (appunto Balsamo e Guazzini, ndr), Sangalli preferisce fare esercizio di scaramanzia, anche per non aggiungere pressione a quella che le ragazze inevitabilmente si mettono addosso da sé.
«Esatto – sorride – lasciamo che le cose vadano come devono. Io mi tengo in contatto senza voler risultare invadente. Il mondiale dell’anno scorso era molto adatto per Marta Cavalli e non l’abbiamo avuta per la caduta del Tour. Mi dispiacerebbe non avere Elisa Balsamo quest’anno su un percorso che le si addice molto. Però sono ottimista e intanto guardo anche a qualcuna che possa affiancarla. Infatti deve essere chiaro il concetto che non andremo con una squadra come quella degli europei di Monaco, che si correvano su un percorso piattissimo. Qui ci sono 2.200 metri di dislivello, verrà un mondiale duro earriveranno davanti i velocisti che vanno bene nelle classiche. In questo ci aiuterà il Giro d’Italia. Sarà impegnativo, quindi chi vorrà fare le volate dovrà avere le gambe».
Cecchini è stata la chiave del mondiale 2022 e nella SD Worx è un elemento di sostanza e responsabilitàCecchini è stata la chiave del mondiale 2022 e nella SD Worx è un elemento di sostanza e responsabilità
Regista Cecchini
Non sarà come a Monaco, sarà piuttosto come a Wollongong, dove si corse per Silvia Persico, sapendo però che Silvia da sola non avrebbe potuto cavare le castagne dal fuoco di fronte ad attacchi imprevedibili.
«Serve anche un gruppo di ragazze – spiega Sangalli – che sappiano anche lavorare, atlete che non vedi nell’ordine d’arrivo, ma sono capaci di stare davanti per 90 chilometri a fare la loro parte. Il momento cruciale dell’ultimo mondiale fu quando partì Grace Brown ed Elena Cecchini fu in grado di coprirci in modo molto importante. Servono anche questi corridori, per opporsi a un gruppo affiatato come quello delle olandesi, in cui quest’anno ci sarà una Wiebes capace di reggere sugli strappi e molto più concreta della passata stagione, con Marianne Vos al fianco che potrebbe ancora volere il suo spazio».
Fra le 7 vittorie 2023 (finora) di Lorena Wiebes, anche sprint su percorsi imegnativi. Qui al Thuringem Ladies TourFra le 7 vittorie 2023 (finora) di Lorena Wiebes, anche sprint su percorsi imegnativi. Qui al Thuringem Ladies Tour
Rifinitura a Livigno
Il modo per arrivare, vista la ricchezza del calendario, sarà determinato dall’osservazione del cittì e dai piani condivisi con le atlete e con le squadre.
«Indicative non ne ho date – spiega Sangalli – perché non è nel mio stile. Guardo tutta la stagione e le gare in prossimità. Cerco di fare un collage a 360 gradi, per comporre la squadra. E poi, una volta messi insieme i nomi, punto molto sul ritiro che faremo dopo il Tour dal 17 al 28 luglio a Livigno. Verranno anche le juniores e le under 23, che hanno gli europei in pista che finiscono il 16. Sarà un Livigno di recupero, per capire chi dovrà tirare un po’ il fiato e per contro chi dovrà lavorare. Perciò ora si preparano un po’ di valigie, si incastra la logistica e si parte. Ormai siamo nel vivo».
Tra i tecnici nazionali volati a Glasgow per prendere visione dei tracciati mondiali di agosto c’era anche Marco Velo. Il suo taccuino è pieno di indicazioni, nomi e annotazioni che si sono aggiunte anche dopo il ritorno a casa. Dove gli è arrivata la notizia del grave infortunio occorso a Vittoria Guazzini che cambia un po’ le carte in tavola.
Nella particolare conformazione dei mondiali di quest’anno (tutte le discipline su due ruote convogliate in un unico luogo per una sorta di Olimpiade ciclistica, coinvolgendo tutte le categorie), Velo sarà chiamato a un vero tour de force, dovendo selezionare e guidare tutte le nazionali su strada impegnate contro il cronometro. Per questo il suo lavoro in terra scozzese è stato meticoloso.
L’infortunio della Guazzini non ci voleva proprio, ma c’è tempo per recuperareL’infortunio della Guazzini non ci voleva proprio, ma c’è tempo per recuperare
«Per certi versi mi è andata meglio che a Bennati – racconta il tecnico bresciano – che si è fatto tutto il percorso della strada in bici. Abbiamo visionato i tracciati in normali giornate di lavoro, quindi significava anche pedalare contromano e in certi casi il Benna se l’è vista brutta… Per fortuna comunque non ci sono stati incidenti, solo un po’ di paura, non lo nego».
Partiamo dal tracciato per la cronometro mista…
E’ molto simile a quello dello scorso anno purtroppo e sottolineo questa parola tre volte. Mi sono molto arrabbiato: è mai possibile proporre per una cronosquadre un tracciato così pieno di curve, dove il rettilineo più lungo è di 800 metri? Non siamo motociclisti… In questo modo le doti tecniche dei corridori non vengono esaltate, al contrario.
Il contestato percorso a squadre: l’8 agosto si dovranno coprire 40,3 chilometri per 464 metri di dislivelloIl percorso femminile: 36,4 chilometri con un dislivello di 243 metri. Appuntamento il 10 agostoQuello maschile è di 48,1 chilometri per 352 metri. Il gran giorno sarà l’11 agostoIl contestato percorso a squadre: l’8 agosto si dovranno coprire 40,3 chilometri per 464 metri di dislivelloIl percorso femminile: 36,4 chilometri con un dislivello di 243 metri. Appuntamento il 10 agostoQuello maschile è di 48,1 chilometri per 352 metri. Il gran giorno sarà l’11 agosto
Ci saranno problemi per entrambe le frazioni, quella maschile e femminile?
Sì, di interpretazione del percorso e non solo, perché è un continuo rilanciare, non c’è mai da spingere. Comunque questo è e dobbiamo farcene una ragione, si dovrà pensare bene a chi potrà farla, anche in base al calendario delle altre discipline e a come interpretarla. Noi lo scorso anno abbiamo perso per appena 2” e quella sconfitta ancora brucia, abbiamo tutte le possibilità per riprenderci il titolo. Molto dipenderà anche dalle formazioni che potremo schierare, l’incognita Guazzini pesa…
Hai notizie sulle possibilità di averla al via a Glasgow?
Diciamo che sono ottimista, ma in questo momento quel che conta è che faccia il giusto cammino di ripresa, senza bruciare le tappe. Dobbiamo considerare che rispetto ai mondiali ci sono ancora 4 mesi, la pista ci sarà a fine luglio e la strada a inizio agosto. Bisognerà vedere quanto sarà lunga la riabilitazione: è impossibile fare previsioni, ogni persona reagisce in modo diverso. Dopo la mia brutta caduta alla Gand-Wevelgem del 2007 dicevo che avevo chiuso già la stagione, invece presi parte alla Vuelta e andai anche forte. Quindi è impossibile fare previsioni sui tempi.
Lo scorso anno a Wollongong l’Italia si fermò all’argento del Mixed Team Relay per appena 2 secondiLo scorso anno a Wollongong l’Italia si fermò all’argento del Mixed Team Relay per appena 2 secondi
Resta però l’incognita delle sue eventuali condizioni atletiche…
Le mancherà sicuramente l’abitudine a queste gare. Considerate che la crono individuale femminile sarà di 36 chilometri, distanza inusuale per le donne. La cosa che mi dispiace di più – ammette Velo – è che Vittoria stava progredendo esattamente com’era nelle previsioni, sono convinto che stia attraversando un cammino di crescita che la porterà lontano e uso l’indicativo non a caso, perché ritengo questo solo un intoppo, del quale avremmo comunque fatto volentieri a meno.
Oltretutto su di lei, dopo il risultato dello scorso anno, ci sono forti aspettative per Parigi 2024, perché la sua gara sarà tra le primissime ad assegnare l’oro olimpico nel corso della prima giornata di finali…
A Parigi penseremo poi, su quell’appuntamento non c’è il minimo dubbio che la ritroveremo al massimo della forma. E’ quello l’obiettivo vero, lo sappiamo bene, ma intanto guardiamo a Glasgow con tanta speranza di averla nel gruppo.
Per Velo, Ganna potrebbe essere favorito sul percorso scozzese, per scatenare il suo motorePer Velo, Ganna potrebbe essere favorito sul percorso scozzese, per scatenare il suo motore
Torniamo ai percorsi individuali…
A differenza di quello a squadre, questi sono belli, con poche curve, tecnicamente delle cronometro “vere”, che faranno emergere i veri valori in campo. Quello degli uomini si sviluppa in campagna, strade libere e molto scorrevoli, dove si possono liberare tutti i “cavalli”… La prima parte è pianeggiante, la seconda più ondulata, ma c’è un’incognita: l’arrivo è al termine di uno strappo di 900 metri, con pendenza al 9% e pavé sotto le ruote. Quella salita farà una gran differenza: servirà gestire bene lo sforzo e arrivare al finale con ancora energie per affrontarla come si deve, perché chi sarà a corto rischierà di perdere anche una ventina di secondi solo in quel tratto.
E’ difficile a distanza di così tanto tempo fare previsioni, ma su chi punteresti conoscendo le caratteristiche del tracciato?
Fra le donne penso che le protagoniste dello scorso anno resteranno le favorite e ci metto anche Vittoria perché voglio essere comunque fiducioso. In campo maschile – la voce di Velo si fa perentoria – il percorso sembra fatto su misura per Ganna per quel che ha dimostrato e anche per quel che ha fatto vedere sul Poggio alla Sanremo. Un Pippo così su quello strappo finale è in grado persino di guadagnare sugli avversari…
Inizia il tempo delle classiche. Il fine settimana parlerà fiammingo, con la Omloop Het Nieuwsblad e il giorno dopo la Kuurne-Bruxelles-Kuurne. In casa di Vittoria Guazzini la valigia è ormai pronta. Gli europei su pista sono alle spalle, il debutto su strada alla Valenciana è stato una fatica, ma adesso le sensazioni sono migliori. Per la toscana, che dallo scorso anno ha salito un altro gradino atletico e di consapevolezza, la stagione non sarà affatto banale.
Alla Omloop Van Het Hageland 2022, Guazzini passa sul Grammont: sabato sarà affrontato dalla Omloop Het Nieuwsblad come 7° muroAlla Omoloop Van Het Hageland 2022, Guazzini sul Grammont: sabato sarà affrontato dalla Omloop Het Nieuwsblad come 7° muro
Estate di fuoco
Se ne parlava nei giorni scorsi anche con il cittì azzurro Sangalli. Con tutti i mondiali concentrati ai primi di agosto, la “Vitto” si troverà quasi certamente a correre il Tour Femmes, che si chiuderà con una crono: il suo terreno di caccia. Poi a Glasgow sarà in ballo di certo per la crono e per la pista. La strada non si sa.
«Come l’anno scorso – dice lei allontanando la pressione –sono partita un po’ dopo, perché mi sono operata per togliere tutti i ferri dalla caviglia. A dicembre abbiamo fatto il solito ritiro con la squadra. Sono andata un po’ in pista, in vista degli europei e poi perché fa comodo quando fa freddo. Ho lavorato bene e ora vediamo cosa ci dice la strada».
La partenza dopo i mondiali pista del 2022 è stat più blanda anche per l’intervento alla caviglia (foto FDJ-Suez)La partenza dopo i mondiali pista del 2022 è stata più blanda anche per l’intervento alla caviglia (foto FDJ-Suez)
Quanto sono stati strani gli europei così presto?
In effetti abbastanza. Perché comunque prima, quando c’erano i mondiali a inizio stagione, ci arrivavi dalle Coppe del mondo che facevi l’inverno. Insomma, non è piacevole iniziare la stagione con 4 chilometri a tutta (il riferimento è all’inseguimento, a squadre e individuale, ndr). Anche se sono pochi, si sentono. Però è andata bene. Sono tornata a casa con due medaglie, quindi non mi posso lamentare.
La seconda medaglia è quella della madison. Si è ricomposta finalmente la coppia con Elisa Balsamo…
Alla fine, tra una cosa e un’altra e con questi calendari sempre più fitti, era da un po’ che non correvamo insieme. L’anno scorso all’europeo lei non ha fatto la pista, mentre io sono tornata a casa dopo i quartetti dell’inseguimento. Quest’anno al mondiale è stato scelto così perché era lo stesso giorno dell’individuale. Quindi, insomma, finalmente siamo riusciti a rincorrerla insieme dopo che avevamo vinto l’europeo nel 2020. L’ultima volta che abbiamo corso insieme è stato l’anno scorso a Glasgow.
Poteva essere la coppia madison di Tokyo?
Guarda, non mi pronuncio… (scoppia a ridere, meglio voltare pagina e tenerla ben chiusa, ndr).
Guazzini e Balsamo: bronzo nella madison a Grenchen. Chissà perché a Tokyo non corsero insieme la specialitàGuazzini e Balsamo: bronzo nella madison a Grenchen. Chissà perché a Tokyo non corsero insieme la specialità
Come è stato tornare alla strada dopo gli europei di Grenchen?
Devo dire che non è andata proprio al massimo. Anzi, posso proprio dire che è andata malino. Però vabbè, ormai spero di aver archiviato questa settimana. A casa sto prendendo tutto molto con calma e tranquillità per recuperare le energie e vedere di essere pronta per le prossime gare. La priorità era recuperare.
Il fatto di avere il mondiale così concentrato e il Tour che finisce con una crono ha spostato gli equilibri della stagione?
Sicuramente il periodo tra fine luglio e l’inizio di agosto sarà complicato. Il Giro, il Tour e poi questi mondiali, che non si può dire, ma non so perché l’abbiano fatti a quel modo. Però vabbè, ormai è così e bisogna prenderne atto. Non è stato deciso quali grandi Giri farò e per il mondiale ancora non sono state prese decisioni. Comunque la squadra tiene al Tour e porterà la squadra più forte. E’ un team francese e il Tour è sempre il Tour. Insomma, vedremo… Anche perché intanto c’è una primavera ricca di appuntamenti.
Hai segnato qualche obiettivo?
In verità mi piacerebbe avere una buona condizione. Poi alla fine è inutile dichiarare dove si vuole vincere. Vorrei andare forte, perché quando si va forte, è tutto più facile.
Per Guazzini seconda stagione in Francia. La toscana ha compiuto 22 anni il 26 dicembre (foto FDJ-Suez)Per Guazzini seconda stagione in Francia. La toscana ha compiuto 22 anni il 26 dicembre (foto FDJ-Suez)
Ti riportano alla Roubaix?
Quest’anno si ritorna. Non mi era mai capitato di farmi così male in una corsa (nel 2021, alla prima Roubaix Femmes, Vittoria cadde rompendosi una caviglia, ndr), per cui non so come sarà tornarci. L’anno scorso avevo detto tassativamente di no, anche perché erano passati solo pochi mesi, quindi non mi sembrava il caso. Ora invece ho detto che va bene, tanto prima o poi ci devo tornare…
Quanto è cresciuta Vittoria nell’ultimo anno?
Sicuramente l’anno scorso i risultati sono stati molto buoni. E’ stata un’annata positiva, però al di là dei risultati, penso di essere cresciuta molto, sia fisicamente, sia nell’approccio alle gare. E stata una crescita a 360°, però spero di continuarla e di far vedere anche quest’anno qualcosa di buono.
Lo scorso anno hai partecipato al mondiale da U23, cosa ti è rimasto?
Alla fine noi siamo abituate che passiamo da junior a elite e questa categoria delle under 23 praticamente non esiste. E’ un bene che comunque l’abbiano inserita, anche se, come si era già detto, le modalità del mondiale su strada vanno un po’ riviste. Perciò intanto prendiamo che l’hanno messa, che comunque ci sta bene, perché il salto è grande. Poi faranno anche il Tour de l’Avenir, penso che per le giovani sia un buon modo per farsi vedere. Perché comunque non è semplice arrivare e competere con Van Vleuten, Vos e Longo Borghini.
Wollongong, gara delle elite: Guazzini sfinita dopo aver tirato come un treno per tutto il giornoWollongong, gara delle elite: Guazzini sfinita dopo aver tirato come un treno per tutto il giorno
In effetti fa scalpore lo junior che passa pro’, quando fra voi è così da sempre…
Diciamo che qui non c’è mai stata questa via di mezzo. Poi ovviamente è vero che i livelli sono differenti, ma è comunque tutto in proporzione. Però vi garantisco che il salto comunque si fa sentire. A 19 anni vai ancora a scuola, ti alleni il pomeriggio perché esci all’una o le due. Fino a febbraio fa buio alle quattro e mezza. Insomma, ci sono tante cose da considerare. Ci stavo pensando in questi giorni e mi dicevo: come facevo quando andavo a scuola?
Si apre la stagione fiamminga con l'Het Nieuwsblad e arriva la vittoria di Davide Ballerini, che vince in volata dopo gli attacchi di Alaphilippe e di Moscon
Mentre i maschi masticano a fatica la vendetta di Bigham e dei suoi compagni, il quartetto delle donne scintilla dalla vetta del podio ai mondiali di Saint Quentin en Yvelines. Alzini non ce la fa a smettere di piangere. Balsamo ha i brividi e trema. Martina Fidanza canta l’inno a meno di 24 ore dalla vittoria nello scratch. Guazzini ha preso il tricolore e Chiara Consonni fa la linguaccia a suo fratello che al collo ha invece l’argento. Dopo due false partenze per la stessa giudice incapace del tempo giusto con le atlete allineate, il trenino azzurro ha stritolato le rivali britanniche.
Elisa Balsamo tira il quartetto, dietro Guazzini, Fidanza e Consonni: si va per l’oro!Elisa Balsamo tira il quartetto, dietro Guazzini, Fidanza e Consonni: si va per l’oro!
Buona la prima
Le ragazze del quartetto sono entrate nella storia della pista, conquistando l’oro che hanno costruito negli ultimi anni: chiusura del cammino iniziato con Salvoldi (cui tanto si deve in questo momento) e punto d’inizio della rincorsa verso Parigi 2024 nel gruppo di Villa.
«Abbiamo lavorato tanto in questi in questi mesi – dice Marco – e alla prima esperienza col quartetto donne… Buona la prima! Dispiace per gli uomini. Abbiamo lasciato qualcosina durante questi 4.000 metri, ma dall’altra parte abbiamo trovato un quartetto regolarissimo e fortissimo, che non c’ha permesso di fare quel solito recupero. L’importante sarà analizzare e capire».
Pochi minuti al via della finale: Ganna motiva Milan, Moro e Consonni: si va a combattereL’ultima tirata di Ganna non ha sortito gli effetti di Tokyo, ma gli inglesi erano attrezzati per fronteggiarlePochi minuti al via della finale: Ganna motiva Milan, Moro e Consonni: si va a combattereL’ultima tirata di Ganna non ha sortito gli effetti di Tokyo, ma gli inglesi erano attrezzati per fronteggiarle
Due false partenze
La notte di Saint Quentin ha qualcosa di magico. Mentre ad Apeldoorn (la stessa città in cui ai mondiali del 2018 i quartetti azzurri conquistarono il bronzo) le azzurre del volley vengono respinte dal Brasile, in Francia si fa festa per l’oro delle ragazze e ci si scopre incontentabili davanti all’argento dei maschi.
«Siamo partite molto forte – racconta Vittoria Guazzini, al secondo iride di stagione – sapevamo che le inglesi erano difficili da battere, però io non sono mai stata molto preoccupata. Ho cercato di guardare solo il tablet e andare a tutta senza preoccuparmi di loro e alla fine è arrivata la vittoria. Avevamo una tattica ben precisa, ovvero di stare sui tempi di tabella e magari aprire alla fine, se ce ne fosse stato bisogno. Abbiamo corso una prova lineare, più che altro eravamo nervose per le due false partenze con i giudici che ci tenevano. Siamo tutte molto unite, quindi speriamo di continuare così per i prossimi anni. La concorrenza è altissima, dobbiamo solo rimboccarci le maniche e continuare così, ma è un punto di partenza».
Subito dopo la vittoria, Balsamo, Fidanza, Consonni, Alzini e Guazzini erano ancora increduleSubito dopo la vittoria, Balsamo, Fidanza, Consonni, Alzini e Guazzini erano ancora incredule
Tanti anni da regine
Prendono Villa, lo sollevano e lo fanno volare. Da quando corrono tutti in un solo squadrone, il senso di far parte della stessa famiglia ha compattato il gruppo azzurro e quel colore squillante ed elegante è diventato nuovamente il segno distintivo dei dominatori.
«Le ragazze hanno raggiunto un primo sogno importante – dice Villa – sono contento per loro e anche per il lavoro mio del mio staff. Era la prima esperienza, non era facile. Abituati a lavorare coi maschi, abbiamo dovuto imparare tutto sui diversi rapporti e i diversi carichi di allenamento, però siamo riusciti a trovare la quadra, soprattutto negli ultimi mesi. Il quartetto ha fatto un tempo eccellente e importante per il morale. L’ho sempre detto che questo è un gruppo vincente e può aspirare a fare molto bene da qui ai prossimi due anni».
Privato dell’Ora da Ganna, Bigham s’è preso la rivincita nel quartetto: forse tanto scarso non era…Consonni misura la temperatura a Ganna: la sconfitta brucia, ma l’argento è sempre un metallo tanto preziosoPrivato dell’Ora da Ganna, Bigham s’è preso la rivincita nel quartetto: forse tanto scarso non era…Consonni misura la temperatura a Ganna: la sconfitta brucia, ma l’argento è sempre un metallo tanto prezioso
Chapeau agli inglesi
Sul fronte degli uomini, lo spauracchio britannico è stato più forte del quartetto iridato uscente. Prima della finale, Villa ha anche provato quella che, a detta di molti, potrebbe essere la configurazione per le prossime Olimpiadi. Con Milan in partenza, Consonni, Moro e Ganna.
«E’ stata come al solito una bella finale – commenta Simone Consonni – ormai da un paio d’anni i quartetti si decidono sul filo dei centesimi. Siamo arrivati in finale anche quest’anno, siamo sempre lì e sicuramente dispiace perché volevamo portare a casa anche questa. Chapeau agli inglesi, che oggi sono stati superiori. Questo era il primo dei grandi obiettivi, ma si lavora in vista di altri anche superiori. Non so se ci siano stati errori, analizzeremo dopo. Sicuramente sia io, sia Ganna e Milan veniamo da una stagione impegnativa su strada. Non ho corso i primi due quartetti perché ho fatto la Parigi-Tours, quindi non sapevo a che livello sarei stato».
Maglie iridate e dediche da fare: inizia la serata da iridate delle nostre ragazzeLe azzurre hanno seguito la tabella indicata da Villa: l’oro era a portata di mano ed è venutoSecondo oro per Villa nella gestione delle ragazze, dopo quello di Fidanza nello scratchMaglie iridate e dediche da fare: inizia la serata da iridate delle nostre ragazzeLe azzurre hanno seguito la tabella indicata da Villa: l’oro era a portata di manoSecondo oro per Villa nella gestione delle ragazze, dopo quello di Fidanza nello scratch
La rimonta sfumata
E proprio il tema della stanchezza potrebbe essere il passaggio da valutare in vista delle prossime due stagioni. Abituati all’accelerazione finale che ci consegnò le Olimpiadi, abbiamo toccato con mano che il cambio di ritmo non c’è stato. Al confronto con le analisi di Tokyo si nota che ieri l’abbassamento dei tempi non si è verificato: allora i nostri chiusero il giro dei 3.000 metri in 13.747 per poi scendere a 13.180 nell’ultimo giro (girando nel mezzo a 13.746 – 13.356 – 13.224). Le analisi di ieri a Parigi dicono che il giro a chiusura del terzo chilometro è stato percorso in 13.940 con l’ultimo in 14.198 (passaggi parziali di 13.962 – 13.869 – 13.770).
«Purtroppo questa volta – ammette Milan – la rimonta non è riuscita. Abbiamo dato tutti noi stessi per cercare di tenere a bada l’Inghilterra, però sono stati più forti loro. Peccato perché ci tenevamo davvero molto. Non si vince sempre, capita di arrivare secondi. Ho anche provato a fare la partenza, sono contento di questa nuova posizione. Devo ringraziare i ragazzi e anche Lamon che mi ha dato tanti consigli su come partire, fare i primi giri e come gestirmi. Nel finale ne avevo ancora un po’. Credevo di arrivare dopo la seconda tirata con un po’ meno energie, invece quando mi sono accodato e mancava un giro e mezzo ne avevo ancora. Forse è stato un mio errore non tirare un po’ più lungo. Invece di fare due giri e mezzo, potevo farne tre, lanciando meglio i ragazzi. Nel finale di stagione ognuno ha avuto i suoi impegni con la squadra. Magari non abbiamo avuto grandi occasioni di stare insieme in pista, però allenamenti ne abbiamo fatti. Gli altri avranno fatto qualche ritiro in più, ma eravamo arrivati pronti anche noi».
Per Rachele Barbieri l’argento nell’eliminazione, alle spalle di Lotte KopeckyPer Rachele Barbieri l’argento nell’eliminazione, alle spalle di Lotte Kopecky
Argento Barbieri
La serata era già stata arricchita dall’argento di Rachele Barbieri nell’eliminazione. Il secondo posto brucia, ma Lotte Kopecky è stata più forte.
«Ho provato ad attaccare a quattro giri dalla fine – spiega la modenese – per non rischiare di rimanere chiusa in volata. Mi dicono sempre di correre d’istinto, provare a vincere rischiando di perdere e così ho fatto. Tornassi indietro forse non lo rifare o forse sì. Sono contenta che sia andata così, altrimenti avrei rischiato di arrivare quarta. Non ho corso il quartetto e un po’ mi dispiace. Ma è un obiettivo che abbiamo preparato insieme, faccio parte della squadra. Ho tifato tanto per loro, la maglia la meritavamo».
Anche Rachele era visibilmente commossa in tribuna quando le quattro ragazze del quartetto hanno aggiunto alla vittoria i meritati giri in trionfo. I mondiali non sono finiti. Oggi si corrono gli inseguimenti individuali, in cui anche Ganna ha scelto infine di avventurarsi. Abbiamo due ori e due argenti. Eppure la sensazione è che il meglio debba o possa ancora venire.
A Montichiari giornata intensa per le nazionali della pista. Il cittì Villa ed il suo staff prepara gli ultimi dettagli in vista degli europei di Grenchen
Le storie del mondiale delle donne sono tante e continueremo a raccontarvele. Ma adesso, fermi un attimo: vi siete accorti di quanto ha tirato Elena Cecchini? Prima lei e poi Vittoria Guazzini si sono prese la squadra sulle spalle e l’hanno fatta girare su quel circuito con la forza di treni a vapore.
Prima del via, Cecchini con Bastianelli: amiche e compagne alle Fiamme Azzurre. A destra Silvia PersicoPrima del via, Cecchini con Bastianelli: amiche e compagne alle Fiamme Azzurre
Tre ottimi motivi
Quando Elena ci raggiunge dopo la corsa, è quasi grata per il fatto che il suo lavoro sia stato notato. Non perché non sia abituata a farlo, ma perché dopo un po’ ti assale la sensazione che si tratti di lavoro oscuro. Eppure lei ha qualcosa da dire.
«E’ quello che faccio sempre – ha infatti sorriso – e l’ho fatto per tre motivi. Il primo è che volevo ripagare la fiducia di Paolo (Sangalli, ndr) e della Federazione, perché se avessero guardato i risultati magari potevano portare altre ragazze. Però si fidano di quello che posso fare in queste gare. Questo volevo dirlo ed era la mia motivazione principale.
«Il secondo, perché volevo togliermi un sassolino dalla scarpa dal giorno del Team Relay. So da casa che sono stata un po’ crocifissa, non da voi, ma dal pubblico dei social, per il fatto che mi sia staccata presto. Quella alla fine era semplicemente una tattica, che avevamo discusso con Marco Velo il giorno prima, per provare a vincere. E secondo me è stata anche la tattica giusta. Sapete poi, un po’ il trambusto dei giorni scorsi, ma… Non siamo animali, siamo persone, non ce lo meritiamo. Ma va bene cosi!
«E il terzo motivo era che stamattina Elia (Viviani, ndr) m’ha mandato un messaggio. Mi ha scritto: “Goditi l’ultima gara da fidanzata”, per cui era una motivazione personale importante (il matrimonio è fissato per il 22 ottobre, ndr)».
Giovedì in hotel, all’indomani del Team Relay, Elena aveva già il sassolino nella scarpaGiovedì in hotel, all’indomani del Team Relay, Elena aveva già il sassolino nella scarpa
L’onore azzurro
La corsa non è andata come le ragazze si aspettavano (erano partite per vincere, ndr), ma è comunque venuta una bella medaglia e stasera ci sarà anche tempo per il buon umore. Anche se Elisa Longo Borghini, passando, si è detta dispiaciuta e temeva di aver deluso la fiducia delle compagne.
«Abbiamo dato il massimo – ha detto Cecchini – era un percorso duro e purtroppo Elisa Balsamo non stava tanto bene oggi. Ho provato a fare lo strappo più regolare possibile per lei, perché alla fine una ragazza così veloce nel finale ci vuole sempre. Io delusa dalla Longo? No, no, lei è una grande campionessa. E’ bello lavorare per questo gruppo. Sono stanca morta e alla fine ha vinto di nuovo questo fenomeno anticipando in quel modo…. E vabbè, ha vinto la migliore».
Guazzini all’arrivo con il cambio bloccato e una spintarella da Elynor BackstedtGuazzini all’arrivo con il cambio bloccato e una spintarella da Elynor Backstedt
Il cambio della “Vitto”
Vittoria Guazzini non ha concluso la corsa perché il cambio della sua bici si è bloccato e andava in giro nella pianura con il rapporto più agile: per fortuna ha trovato un paio di anime buone che l’hanno spinta. La toscana, iridata della crono U23, si è messa a disposizione, rinunciando alle sue chance di raddoppiare con il titolo su strada.
«Non ho mai messo in dubbio – dice – che il mio ruolo qui fosse di supporto. Mi dispiace veramente non averlo finito perché è sempre un onore correre con la maglia della nazionale. Doversi fermare per un problema meccanico non è il massimo. Però sono contenta del mondiale che ho fatto. Tutte sapevamo qual era il piano e nessuna si è tirata indietro quando c’è stato da lavorare per le altre».
Sul far della sera, dopo che noi ci siamo liberati dal traffico di Wollongong e lei ha finito una lunga seduta con Elisabetta Borgia, Vittoria Guazzini ci raggiunge su una poltrona della hall del Gibraltar Hotel di Bowral, base della nazionale in Australia. La presenza della mental coach ai mondiali non è affatto banale. Lo abbiamo visto stamattina nel supportare Federica Venturelli al momento di tornare in bici e lo leggiamo nella gratitudine che traspare dagli occhi chiari della toscana, che con l’ansia ha ammesso di convivere a fatica.
Sul podio, in quel pugno al cielo c’è la somma di settimane di lavoro e sogni realizzatiSul podio, in quel pugno al cielo c’è la somma di settimane di lavoro e sogni realizzati
Lo sguardo avanti
La vittoria del mondiale crono U23 era un obiettivo dichiarato e, in quanto tale, niente affatto scontato. La gara ha detto che alle spalle delle tre più forti al mondo c’è questa ragazza italiana, riccia e bionda di 21 anni, che arriva da Poggio a Caiano e ha spirito, talento e forza da vendere. La “Vitto” la conosciamo da un po’ e ogni cosa nel suo cammino parla di crescita costante e scelte importanti.
«Penso che per ogni atleta – sorride con il suo accento toscanissimo – l’obiettivo sia quello di migliorarsi ogni anno. Io penso forse di avere dalla mia un po’ di talento (sorride e arrossisce, ndr), insomma diciamo che proprio negata in bici non sono… E ce la sto mettendo tutta per curare ogni aspetto che posso e provare a realizzare i miei sogni. Insomma, questa maglia iridata è un bel punto di partenza per i prossimi anni, perché vorrei riconfermarmi nella categoria elite».
In partenza, Guazzini sapeva di essere la favorita nella gara U23In partenza, Guazzini sapeva di essere la favorita nella gara U23
Sei passata da vittorie agli europei U23 ad andare alle Olimpiadi, poi risultati fra le elite e adesso il mondiale. Come si fa a ripartire ogni volta?
A volte sento dire che dopo che uno ha vinto tanto, ma ancora non è proprio il mio caso, non riesce più a trovare motivazioni. Io penso che ogni gara sia a sé e sia speciale, perché si viene magari anche da momenti diversi o percorsi diversi. L’avvicinamento non è sempre quello sperato e anche riconfermarsi ha sempre il suo perché.
Il 2022 è stato l’anno dei grandi cambiamenti e alla fine è andato alla grande. Tutto scontato?
Neanche un po’. All’inizio della stagione ero un po’ agitata. Con la nuova squadra mi ero presentata con quell’infortunio (Vittoria ha trascorso l’ultimo inverno a riprendersi dalla frattura per la caduta alla prima Roubaix Femmes, ndr) e non era stato il massimo. Però loro hanno avuto tanta pazienza e non mi hanno assolutamente pressato. Anzi, mi hanno dato tutto il tempo di rimettermi. In effetti già ad inizio anno stavo bene, purtroppo poi c’è stato il Covid proprio nel periodo delle classiche che erano state il mio stimolo per recuperare il prima possibile. Sono cose che capitano e diciamo che la stagione poi si è rifatta alla grande. Ora posso dirlo, quindi va bene così.
Ecco la caduta alla Roubaix che è costata a Vittoria uno stop di due mesi (foto Louis Lambin)Ecco la caduta alla Roubaix che è costata a Vittoria uno stop di due mesi (foto Louis Lambin)
Hai mai dubitato della scelta di lasciare l’Italia e andare in Francia?
Ormai sono una che quando fa le scelte, poi continua dritta. Poi non si sa mai, si ha sempre un 50 per cento di possibilità di sbagliarsi e 50 di avere ragione, ma io mi sono trovata molto bene, tanto che ho già rinnovato fino al 2025. Insomma, non l’avrei fatto se non mi fossi trovata bene. Loro hanno fiducia, io ho fiducia e credo sia un percorso giusto per continuare a crescere. Abbiamo degli obiettivi in comune, quindi mi è sembrato un progetto molto interessante. Sono contenta della scelta che ho fatto.
Difficile far convivere strada e pista?
La pista rimane, perché sono convinta che le due discipline possano andare l’una appaiata all’altra. Bisogna essere bravi a coordinare le cose, a pianificare per arrivare al meglio gli appuntamenti sia in strada sia in pista. Ma insomma, abbiamo tanti esempi di atleti che danno sostegno a questa teoria e l’obiettivo delle Olimpiadi di Parigi non è un segreto. Poi si potrà vincere o perdere, ma voglio arrivare lì senza rimpianti, con le altre compagne.
A Tokyo prima dell’ultimo quartetto, con Balsamo, Alzini e PaternosterA Tokyo prima dell’ultimo quartetto, con Balsamo e Alzini
Cosa hai portato via da Tokyo?
Tokyo è stata una grande esperienza. Come avevamo detto, non eravamo lì per il risultato. Poi se ci scappava il podio, non è che ci avrebbe fatto schifo (ride, ndr). E’ stato un passaggio importante, anche in vista magari delle prossime, perché già abbiamo un’idea di cosa vuol dire. Le Olimpiadi vanno al di là di ogni immaginazione. Pensavo che averle fatte mi avesse aiutato molto anche nella gestione dell’ansia, ma arrivando qui mi sono accorta che non ho imparato proprio niente.
Si è detto che avresti potuto fare anche la madison…
La madison è una disciplina che mi piace tanto e un pensierino l’avevo fatto, però giustamente si fanno delle scelte e non si ha mai la controprova di come sarebbe potuta andare. Sarebbe bello essere tutte sempre in pista, ma anche il quartetto di fa in 4-5. E la madison si fa in due, è giusto prendersi delle responsabilità.
Di nuovo Wollongong: prima di andare alla partenza, Vittoria con il cittì Sangalli e con Marco VeloDi nuovo Wollongong: prima di andare alla partenza, Vittoria con il cittì Sangalli e con Marco Velo
Parliamo dell’ansia: si riesce a trasformarla in benzina?
Dipende, dipende… Qua ero particolarmente nervosa, perché sapevo di essere venuta con questo obiettivo. Si vince o si perde, però ero consapevole di aver fatto quello che dovevo e mi sarebbe un po’ dispiaciuto mancare all’appuntamento. Dopo l’europeo in pista a Monaco avevo staccato qualche giorno perché ne avevo bisogno, però quando ho ripreso, ogni cosa è stata fatta per questi giorni qua. Mi sono allenata tanto con la bici da crono e anche con la bici da strada. Ho fatto degli allenamenti e la Vuelta per rifinire la preparazione. E già nelle ultime notti là in Spagna non dormivo bene, perché pensavo a quello che c’era dall’altra parte del mondo.
E cosa hai trovato qua agli antipodi?
Il viaggio è stato lungo, stressante. Ho provato a recuperare. Il mio preparatore sapeva che avevo lavorato bene, che avevo solo bisogno di recuperare. Il giorno prima della gara ho visto il percorso e lì mi sono un po’ tranquillizzata, perché mi sono resa conto di cosa sarei andata a fare. Non mi ha fatto l’effetto solito di quando dico che i percorsi non mi piacciono. Mi sono detta: «No dai, quasi quasi mi piace».
Vittoria Guazzini conosceva tutte le curve per averle già studiate su vari softwareGuazzini conosceva tutte le curve per averle già studiate su vari software
Non sapevi cosa aspettarti?
Tutt’altro. Alla fine le curve le avevo già viste molto bene su VeloViewer e su tutti i siti su cui ormai si può vedere tutto. Il mio preparatore mi aveva fatto tutto il planning con le foto, quindi sono arrivata lì che mi sembrava di averci girato sopra per un mese. Quando poi l’ho provato, ho fatto delle belle linee senza rischiare chissà cosa, per non buttare via tutto. Con una buona traiettoria non perdi velocità, ti metti in posizione e una metà dell’opera è quasi fatta. Sono tutti dettagli che alla fine contano.
Parli da professionista navigata, dov’è la “Vitto” caciarona di qualche tempo fa?
Casinista un po’ rimarrò sempre (ride, ndr), però sono diventata un po’ più professionale. Mi tocca, no? Diciamo che so distinguere i momenti in cui posso essere in un modo e quelli in cui non è il caso.
Stremata dopo l’arrivo, Vittoria con la sensazione di aver fatto un ottimo tempoStremata dopo l’arrivo, Vittoria con la sensazione di aver fatto un ottimo tempo
Pensi mai alla Valcar in cui sei diventata grande?
Come diciamo sempre, era una famiglia, ma lo era per davvero. Insomma, anche ora alle gare quando ci si vede, ci ritroviamo e le altre sentono sempre il casino e ridendo dicono sempre: «Italians». Insomma, siamo fatti così. E poi quando vincono le mie ex compagne, non nascondo che sono felice per loro. Alla Valcar hanno fatto un grande lavoro con tutte noi. Ma comunque con la nuova squadra abbiamo un bellissimo rapporto e ho rinnovato il contratto proprio perché si è creato questo bellissimo clima con lo staff, la dirigenza, le atlete. Sono contenta.
La posizione sulla bici l’hai studiata con loro?
Esatto. A maggio con la squadra siamo andati al velodromo di Roubaix insieme ad uno specialista e abbiamo fatto dei test sull’aerodinamica, per trovare la posizione migliore. Che fosse sì aerodinamica, ma che mi permettesse comunque di spingere. Insomma, devo dire che abbiamo fatto un bel lavoro.
Le amicizie costruite alla Valcar restano: qui Vittoria con Consonni alla Het Nieuwsblad del 2021Le amicizie costruite alla Valcar restano: qui Vittoria con Consonni alla Het Nieuwsblad 2021
Quanto sono lontane le prime tre?
Ormai ci conosciamo tutte e se devo essere sincera sono molto contenta della mia prestazione. Al di là della maglia under, ho sempre saputo che la cronometro sia una disciplina che mi si addice. Però prima magari era quasi una sensazione, ora ho avuto questa conferma che fa bene anche per il morale. Mi dà ancora più voglia e motivazione. Al momento le prime tre sono ancora un po’ lontane, ma non irraggiungibili. Insomma ho già voglia di correre il prossimo mondiale.
Dopo l’Australia, testa alla pista?
Una cosa per volta, qui non abbiamo ancora finito (quando parliamo, Vittoria deve ancora correre il Team Relay e la prova su strada di sabato, ndr). Poi ci sarà bisogno di un po’ di stacco e poi tornerò sicuramente in pista. Andandoci regolarmente durante l’anno e facendo dei richiami prima degli appuntamenti, si entra presto nel mood giusto. Abbiamo visto che funziona già all’europeo, si tratterà di trovarsi con le altre ragazze, affinare un po’ i meccanismi e anche lì salterà fuori la voglia di far bene. Quindi tireremo fuori tutto quello che c’è. Su strada corro ancora il Giro dell’Emilia perché comunque è vicino a casa e la squadra ci teneva, perciò vado volentieri.
Nella conferenza stampa, Vittoria ha fatto sfoggio di un ottimo inglese e grande sicurezzaNella conferenza stampa, Vittoria ha fatto sfoggio di un ottimo inglese e grande sicurezza
E finalmente dovresti ritrovare Marta Cavalli?
Con Marta abbiamo corso insieme per la prima volta all’italiano con le Fiamme Oro. Ci dicevamo che fosse impossibile che non avessimo fatto ancora una gara insieme. E poi dovevamo fare il Tour, purtroppo però sappiamo tutti com’è andata a finire. Spero veramente che possa ritornare in gruppo per queste ultime gare e di fare almeno il Giro dell’Emilia insieme. Poi il prossimo anno sono sicura che insieme faremo delle belle cose.
E’ quasi ora di cena. Passano Salvato e Quinziato, che alloggiano nello stesso hotel. Giornalisti pochi, qualche dilettante passa e saluta. Ci sono Marcellusi e Buratti, poi passa Arianna Fidanza. Ecco il presidente Dagnoni e Antonio Ungaro dell’ufficio stampa. La serata è tranquilla, domani si correrà il Team Relay, poi la fase delle crono sarà alle spalle.
Dumoulin ha iniziato la preparazione per la seconda parte di stagione, l'ultima della sua carriera. Il Giro è stato decisivo. Ora punta alla crono iridata
«Di solito sono nevrotica prima di una crono – sorride Vittoria Guazzini vestita con i colori dell’iride – ma questa volta credo di essere stata insopportabile. Ringrazio e mi scuso con tutti quelli che ho tirato matti in questi giorni. I meccanici soprattutto. Non immaginate quante volte ho chiesto di cambiare i rapporti…».
Stamattina si scaldava all’ombra del camper, per ripararsi dai raggi del sole di colpo aggressivi. E mentre Elisabetta Borgia le stava accanto con la sua presenza tranquillizzante, i meccanici Foccoli e Cornacchione avevano appena finito di ripassare la sua bici, montata con il 55×11 dopo giorni di modifiche e teorie.
Prima del via, riscaldamento all’ombra del camper, visto il sole caldoDopo la crono, Guazzini si è scusata con i meccanici Foccolo e Cornacchione per averli tirati mattiPrima del via, riscaldamento all’ombra del camper, visto il sole caldoDopo la crono, Guazzini si è scusata con i meccanici Foccolo e Cornacchione per averli tirati matti
La previsione del cittì
La toscana sorride con ogni parte del suo viso. Ha concluso la conferenza stampa mangiando una barretta, col terrore che le arrivasse la domanda mentre stava masticando. Così, da grande direttrice d’orchestra, invitava a rispondere l’olandese e la tedesca che l’hanno accompagnata sul podio iridato delle under 23.
La previsione del cittì Sangalli, con cui quest’anno Guazzini aveva già vinto i Giochi del Mediterraneo, è stata azzeccata. Guazzini è stata anche seduta sulla hot seat accanto a Grace Brown che fino a quel momento aveva ottenuto il miglior tempo, poi ne è scesa quando sono arrivate la svizzera Reusser e alla fine Ellen Van Dijk che ha vinto il titolo fra le elite.
«Ho corso per fare il meglio possibile nell’ordine d’arrivo generale – spiega Guazzini – ma vincere non è male. Questo risultato mi dà tanta motivazione per il tipo di prestazione che sono riuscita a fare. E’ di buon auspicio per fare meglio l’anno prossimo e puntare, perché no, al titolo delle elite».
Il percorso non era dei più adatti a Guazzini, ma il quarto tempo assoluto parla di un’ottima provaIl percorso non era dei più adatti a Guazzini, ma il quarto tempo assoluto parla di un’ottima prova
Un passo in più
La nuova categoria è arrivata appena in tempo. E Vittoria, che già l’anno scorso agli europei di Trento aveva vinto il titolo delle più giovani, prosegue nella sua crescita.
«Il percorso non era semplice – spiega – ma stavo così bene da non aver sofferto più di tanto sulle due salite. Ero veramente nervosa. Le crono mi piacciono tanto, ma mi rendono nervosa perché si tratta di combattere contro se stessi. Finalmente poi sono partita e mi sono concentrata sull’andare forte, spingere al massimo e rilanciare forte dopo le curve. Avere la categoria U23 ai mondiali è un bel passo avanti. Sarebbe meglio avere due gare distinte, ma ora mi godo questa maglia e prendo il buono della novità. Il salto dalle junior alle elite è davvero troppo alto e avere una categoria intermedia è quello di cui davvero c’era bisogno».
Nella conferenza stampa, Guazzini ha fatto sfoggio di un ottimo ingleseDopo l’arrivo, subito sulla hot seat: Guazzini ha avuto per un po’ il secondo miglior tempoNella conferenza stampa, Guazzini ha fatto sfoggio di un ottimo ingleseDopo l’arrivo, subito sulla hot seat: Guazzini ha avuto per un po’ il secondo miglior tempo
La mattinata se ne va con i colori sgargianti dell’iride della ragazza italiana, che per il resto del tempo veste i colori della FDJ Nouvelle Aquitaine. Il pomeriggio sarà dedicato alle crono degli uomini. Nell’area dei camper e nella zona box il fruscio dei rulli nella fase di riscaldamento è già a pieno regime.
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