Incontro nelle campagne di Denia, prima di tornare a casa per le Feste. I ragazzi della Cofidis sono usciti alla spicciolata, divisi in gruppi in base al calendario e alle attitudini. Cimolai è uno degli ultimi, forse per la necessità di recuperare un anno record fatto di 88 giorni di corsa. I record, si sa, fanno sempre piacere, a meno che non ci si finisca dentro per errore o per necessità.
«Per necessità della squadra – sorride il friulano – come la Vuelta ad esempio. Non era prevista e all’ultimo mi hanno chiamato per il supporto di Brian (Coquard, ndr), per cui ho accettato volentieri, concludendo poi la stagione. Poi però è saltato fuori che volevano farmi fare le quattro corse rimaste in Italia e sono arrivato fino alla Veneto Classic…».
Consonni e Cimolai, due velocisti azzurri della Cofidis, che nel 2022 si sono spesso sovrapposti per la caccia ai puntiConsonni e Cimolai, due velocisti azzurri della Cofidis, che nel 2022 si sono spesso sovrapposti per la caccia ai punti
Come com’è andato questo primo anno alla Cofidis?
Difficile, ma non per colpa della squadra o di qualcuno in particolare. Solo che nei due periodi di forma che avevo raggiunto dopo la Tirreno e poi dopo il Giro d’Italia, ho avuto prima una grossa bronchite che mi ha messo fuori gioco per due settimane fermo e poi il Covid. Ho saltato gli appuntamenti più importanti dell’anno come la Milano-Sanremo e le corse successive. Questo ha complicato anche la preparazione al Giro. Infatti ci sono arrivato così così. Poi strada facendo la condizione è cresciuta…
Pensavi che tutto fosse avviato bene, invece?
Ho pensato di concentrarmi sul campionato italiano, che era il secondo grande obiettivo dell’anno. Invece ho preso il Covid. Quindi è stato veramente un anno difficile dal punto di vista fisico. Perciò adesso pensiamo al 2023, mi pare di essere partito bene e confido di stare bene fisicamente, che per me è la cosa più importante per tornare ai miei livelli.
Il pieno di barrette e poi Cimolai parte per l’allenamento sulla nuova LookIl pieno di barrette e poi Cimolai parte per l’allenamento sulla nuova Look
In squadra c’è il pieno di velocisti, com’è l’equilibrio tra voi?
E’ stato un anno particolare, perché eravamo in lotta per la retrocessione. E’ stato questo il motivo per cui non abbiamo corso sempre per vincere, ma per portare a casa più punti possibili. Quindi ho capito le esigenze della squadra e così facendo ci siamo garantiti il posto WorldTour per altri tre anni. Credo che adesso siamo tranquilli e sicuramente il prossimo anno correremo in maniera un po’ diversa.
Quindi ci sarà spazio per qualche volata di Cimolai?
Spero di sì, ma prima devo sentirmi bene, trovare il top della condizione. Poi penso di avere sicuramente le mie opportunità. Dobbiamo ancora parlare di programmi, ma se mi chiedete cosa mi piacerebbe fare, vorrei tornare al Giro.
La nuova maglia Van Rysel ha striature di rosso scuro sulla base del rosso più classicoLa nuova maglia Van Rysel ha striature di rosso scuro sulla base del rosso più classico
Anno nuovo e materiali nuovi, cosa te ne pare?
Abbiamo testato le nuove bici proprio in questi giorni del primo ritiro. Un bel progresso e quindi non abbiamo più scuse. Bene anche l’abbigliamento Van Rysel. Posso dire che nonostante sia un marchio nuovo, la qualità è buona. Perché ad esempio montiamo gli stessi fondelli Assos, sono contento del materiale che ci hanno dato. La squadra ha scelto dei nuovi partner non solo perché sono francesi, ma perché hanno la voglia di crescere e prendono noi professionisti come ottimi tester.
Prima corsa?
Tour Down Under, Australia. Ci torno per la sesta volta, quindi sono più avanti con la preparazione. Non era in programma onestamente, poi per vari fattori ripartirò da là, quindi in queste ultime settimane, dovrò darci dentro. Perciò adesso si parte. E buon anno a tutti!
Finito il Delfinato, Benjamin Thomas fa rotta sul Tour del debutto. Ma parla anche di punti e del suo ruolo in squadra. La pista lo ha reso lucidissimo
Partita da Trieste la Adriatica Ionica Race. Prima tappa tutta azzurra, nel segno di Dainese, Cimolai e Viviani. Un ottimo auspicio in vista delle Olimpiadi
Spesso quello che si vede non è quello che si può mostrare. E’ successo all’Italian Bike Festival, con bici che abbiamo da parte pronti per mostrarvele e si è ripetuto alla Roc d’Azur. Nel maxi evento di Frejus, in Costa Azzurra, Van Rysel ha messo appena un po’ alla finestra la sua nuova bici da ciclocross, svelata appena pochi giorni dopo l’annuncio del team ufficiale, composto dal campione di Francia Joshua Dubau, oltre a Romain Seigle che fino al 2021 correva alla Groupama-FDJ e Lucas Dubau.
La nuova bici da cross è stata mostrata a pochi occhi… discreti (foto Louis Legon)La nuova bici da cross è stata mostrata a pochi occhi… discreti (foto Louis Legon)
Non solo strada
Il marchio francese continua a muovere i suoi passi verso un’offerta completa al 100 per cento e a ben vedere quello che mancava erano le bici. In occasione di un incontro con i suoi vertici nella tappa di Dunkerque del Tour de France, ci eravamo limitati a parlare dell’impegno per l’abbigliamento della Cofidis e della possibile fornitura futura di biciclette.
«Le bici – aveva spiegato Marion Gachies, responsabile della comunicazione – non saranno pronte per il prossimo anno, ma ci stiamo lavorando con alcuni atleti. Nel 2023 saranno pronte quelle da crono su cui avviare lo sviluppo. Sono loro il vero fronte della sfida, perché fornire le bici a una squadra WorldTour significa essere al top per quelle da strada e quelle da crono. Nel 2024 saremo pronti e allora magari ci aggiorneremo per riparlarne».
Nel team Van Rysel corrono i fratelli Dubau e l’esperto Siegle (foto Louis Legon)La Van Rysel da cross ha corso anche ieri in Coppa del mondo a Tabor (foto Louis Legon)La Van Rysel da cross ha il telaio in carbonio, è montata Sram e ha ruote Duke (foto Louis Legon)Nel team Van Rysel corrono i fratelli Dubau e l’esperto Siegle (foto Louis Legon)La Van Rysel da cross ha corso anche ieri in Coppa del mondo a Tabor (foto Louis Legon)La Van Rysel da cross ha il telaio in carbonio, è montata Sram e ha ruote Duke (foto Louis Legon)
La nascita del Team Van Rysel di ciclocross è il modo per iniziare a occupare il terreno, con l’appoggio di Peltrax, colosso francese nel mondo del bricolage e non solo.
I tre atleti avranno in calendario eventi sul territorio fracese, ma prenderanno parte anche a prove di Coppa del mondo e ad altri eventi internazionali.
Monocorona Sram Red
Quello che si è visto e non si può mostrare è il primo volto della RCX da ciclocross, ammesso che sarà questo il suo nome e che al momento della presentazione non sarà stat rivoluzionata. Dall’azienda francese confermano che il lancio ufficiale potrebbe avere luogo a marzo-aprile 2023, ma non ci sono per ora dettagli più precisi.
La sigla RCX potrebbe denotare il modello da ciclocross di Van Rysel (foto Louis Legon)La sigla RCX potrebbe denotare il modello da ciclocross di Van Rysel (foto Louis Legon)
La bici ha telaio in carbonio, è montata con gruppo Sram Red e ha ruote Duke con coperture Challenge. Geometria estremamente race, con l’innesto degli obliqui sul piantone ben al di sotto del nodo di sella, per un orientamento di rigidità e leggerezza molto diffuso. Il tubo orizzontale in realtà ha un andamento arcuato che incide sul comfort e la reattività della bici.
Per quello che è dato capire al momento, la componentistica per il team ufficiale vede manubrio, attacco e reggisella di FSA e la sella Fizik.
Joshua Dubau ha già portato la nuova bici alla vittoria in Coppa di Francia (foto Facebook)Joshua Dubau ha già portato la nuova bici alla vittoria in Coppa di Francia (foto Facebook)
Altro per ora non è dato di sapere, salvo annotare che il campione francese ha portato alla vittoria la sua maglia tricolore e la sua nuova bici nella gara di Vouille. Per il resto, restiamo in osservazione, certi che presto altri indizi verranno alla luce.
Lo sport per tutti. Con questa mission Decathlon sta portando il materiale sportivo nelle case di tutto il mondo. Parte di questo intento ora è rivolto alla performance con gamme di prodotti sempre più prestazionali e di qualità. Un esempio sono le Van Rysel Roadr 900, le scarpe da corsa che hanno vinto al Giro d’Italia nel 2019 e al Tour de France nel 2020 con Nans Peters.
Queste calzature rappresentano il top di gamma dell’azienda francese nel campo della bici da corsa. Sono un riferimento per chi cerca un prodotto che esalti la qualità senza però dimenticare il prezzo.
Il sistema di chiusura abbinato agli inserti nel tallone permette una calzata molto avvolgente
La tomaia traforata nelle parti interne ed esterne permette una traspirazione ottimale
Il sistema di chiusura abbinato agli inserti nel tallone permette una calzata molto avvolgente
La tomaia traforata nelle parti interne ed esterne permette una traspirazione ottimale
Anima racing
Le abbiamo viste ai piedi dei pro’ già in varie occasioni. Quest’anno che Van Rysel affianca il team WorldTour Cofidis le stiamo notando sempre più spesso in gruppo. Anche altri atleti le indossano come Arnaud De Lie in forza alla Lotto Soudal, sintomo che l’anima di queste scarpe sia puramente rivolta alle gare.
Performance non vuol dire mancanza di comfort. Infatti la Roadr 900 si presenta compatta e avvolgente, inoltre dispone di piccoli fori sulla parte interna ed esterna della tomaia per favorire la ventilazione nelle giornate calde. I dettagli sono curati, sulla parte del collo del piede è presente un rivestimento in materiale morbido per evitare fastidiosi sfregamenti. Nella parte interna del tallone invece ci sono due cuscinetti adibiti a tenere stabile la zona del tendine d’Achille e favorire la pedalata. Tutta l’essenza di questa scarpa è racchiusa in appena 312 grammi nella taglia 43, di cui 45g di soletta interna preformata.
La suola è 100% in carbonio realizzato in ItaliaLa suola è 100% in carbonio realizzato in Italia
Suola e chiusura
A determinare una scarpa top di gamma ci sono alcuni standard imprescindibili a cui Van Rysel non si è di certo sottratta. Il primo di questi è la suola 100% in carbonio Made in Italy. Una componente che esalta la scarpa e la rende estremamente rigida in grado di trasferire al meglio tutta la potenza espressa sul pedale. Sono inoltre presenti due occhielli per una ventilazione ottimale che fa entrare e uscire l’aria nella parte sottostante.
Un altro elemento determinante è il sistema di chiusura. Per questo modello è stato implementato un sistema a doppio rotore micrometrico con quattro passaggi di cavi. La fasciatura è quindi molto avvolgente e in grado di essere regolata in ogni momento senza impedimenti. L’interno della scarpa è realizzato in Mesh 3D un materiale ad alta performance che favorisce una rapida asciugatura.
I rotori sono garantiscono una microregolazione efficace e semplice
Il tallone è rinforzato in modo tale da trasferire al meglio l’energia della pedalata
Il tallone è rinforzato in modo tale da trasferire al meglio l’energia della pedalata
Prezzo e taglie
Le Roadr 900 sono il compagno di viaggio perfetto per chi cerca il massimo dalla proposta Van Rysel, 900 infatti sta a indicare il più alto grado di tecnicità nella salita della gamma corsa. Le taglie selezionabili vanno dal 40 al 47. I colori disponibili sono tre: bianco ottico, grigio chiaro e nero. Il prezzo consultabile sul sito è di 139,99 euro.
La Tirreno è il prossimo step di Viviani dopo il Uae Tour. La potenza sta tornando. Il peso non c'è ancora. Ma è tutto normale, visto lo stop per il cuore
La valigia del corridore per il Tour contiene piccoli spicchi del suo mondo e tutto quello che potrà servirgli nelle tre settimane della corsa. La valigia grande e il trolley da portare sempre con sé, quello in cui si mettono il computer, le scarpe, il casco e un completo da gara, casomai il bagaglio più voluminoso si perdesse fra un trasferimento e l’altro. Noi abbiamo chiesto a Benjamin Thomas di fotografare la sua valigia e da lì siamo partiti per raccontare l’azienda che produce l’abbigliamento per la Cofidis. Si chiama Van Rysel ed è il top di gamma di Decathlon: negozi che tutti, chi più chi meno, ben conoscono essendoci entrati almeno una volta nella vita per comprare o solo per curiosare.
Questo è il trolley di Benjamin Thomas. Completo Van Rysel, accessori, scarpini e computerQuesto è il trolley di Benjamin Thomas. Completo Van Rysel, accessori, scarpini e computer
Lo staff al completo
In questi giorni francesi, è stato interessante rendersi conto di come attorno alla squadra ci sia un andirivieni di tecnici che parlano con i corridori e annotano le loro richieste. Finché al via della tappa di Lille abbiamo incontrato lo staff di Van Rysel e, grazie a Marion Gachies che fino a poco tempo fa lavorava all’ufficio stampa della FDJ, abbiamo cercato di capire il legame fra il nuovo marchio e Decathlon, fra Decathlon e il WorldTour.
«Nel 2019 – spiega Marion, Partnership Leader dell’azienda – Decathlon è cambiata e ha smesso di essere un brand unico. E’ nato Van Rysel, che è il top di gamma dell’azienda. Btwin è rimasto per i bambini e per la mobilità urbana. Van Rysel produce tutto ciò che può servire a un corridore. Dalla bici alle scarpe, passando per casco, occhiali e abbigliamento. La differenza rispetto al precedente coinvolgimento con una squadra, è che ora i nostri prodotti sono realizzati con la collaborazione degli atleti».
Al Tour, lo staff Van Rysel. Da sinistra: Marion Gachies, Claire Fernandes, Nicolas Pierron, Guillaume PichotAl Tour, lo staff Van Rysel. Da sinistra: Marion Gachies, Claire Fernandes, Nicolas Pierron, Guillaume Pichot
Da Nocentini al futuro
I primi infatti, lo ricordiamo bene, furono nel 2007 i corridori della Ag2R in cui correva Rinaldo Nocentini. Il team venne rifornito con prodotti Btwin e poco gli fu consentito di cambiare rispetto alla dotazione standard. Rispetto ad allora, la differenza è evidente.
«Era importante per noi sviluppare il prodotto – spiega Nicolas Pierron, responsabile di Van Rysel – e ora penso che il livello sia decisamente alto. Per un team WorldTour servono prodotti di elevata tecnologia, sviluppati da corridori che abbiano una buona sensibilità nel dare indicazioni. All’interno di Decathlon abbiamo un gruppo di persone concentrate su questo progetto, con l’obiettivo di tornare in gruppo anche con i nostri caschi, gli occhiali e le bici».
Nel 2007, la Ag2R corre con abbigliamento e bici Btwin di Decathlon: ecco il nostro NocentiniNel 2007, la Ag2R corre con abbigliamento e bici Btwin di Decathlon: ecco il nostro Nocentini
Ripartiti da zero
Per ora si tratta di abbigliamento, con capi di cui vi abbiamo già detto nei giorni scorsi, il cui sviluppo è affidato a Guillaume Pichot.
«Abbiamo cominciato da zero – spiega – raccogliendo le esigenze specifiche dei corridori, a partire dalla vestibilità, passando poi all’aerodinamica e la traspirabilità. Abbiamo fatto parecchi meeting fra noi e con la squadra. Abbiamo individuato i giusti tessuti e sviluppato un fitting su misura per i corridori, che continuano a fornirci i loro feedback. Per arrivare alla maglia attualmente in uso, abbiamo lavorato per un anno, con passaggi in galleria del vento per essere certi di essere sulla strada giusta. Per il Tour abbiamo fornito un kit specifico e un altro è in fase di realizzazione per la Vuelta».
Calzini rigati per l’aerodinamica: lo studio sui prodotti Van Rysel è al livello top di gamma
Anche le maniche hanno una lavorazione aerodinamica e il fondo a taglio vivo (Mathilde L’Azou)
Il tessuto della salopette su SImon Geschke, attuale maglia a pois
In questi giorni di caldo torrido, la maglia deve essere aerata, ma anche proteggere dai raggi UV (Mathilde L’Azou)
I corridori danno quotidianamente i loro feedback. Ora si lavora a un kit per la Vuelta (Mathilde L’Azou)
Calzini rigati per l’aerodinamica: lo studio sui prodotti Van Rysel è al livello top di gamma
Anche le maniche hanno una lavorazione aerodinamica (Mathilde L’Azou)
Il tessuto della salopette su SImon Geschke, attuale maglia a pois
In questi giorni di caldo torrido, la maglia deve essere aerata, ma anche proteggere dai raggi UV (Mathilde L’Azou)
I corridori danno quotidianamente i loro feedback. Ora si lavora a un kit per la Vuelta (Mathilde L’Azou)
Corridori tester
I corridori partecipano allo sviluppo e l’entusiasmo che traspare dalle parole di Pichot parla certo della sua esperienza, ma anche della continua scoperta all’impatto con un mondo così stimolante.
«Gli atleti propongono giornalmente delle modifiche – ammette – che secondo loro permetterebbero di essere più efficienti. Ne abbiamo alcuni cui ci rivolgiamo più che ad altri. Penso al nostro leader Guillaume Martin, come pure a Izagirre. E poi c’è Walscheid, in quanto specialista delle crono e anche Anthony Perez. Con loro stiamo ragionando sul discorso Vuelta, per alcuni cambiamenti che consentano di essere più veloci. All’interno del gruppo Van Rysel c’è un ingegnere che si occupa solo del team».
Guillaume Martin in azione alla Planche des Belles Filles
Walscheid, ora impegnato al Tour, è uno dei tester di Van Rysel
Guillaume Martin in azione alla Planche des Belles Filles
Walscheid, ora impegnato al Tour, è uno dei tester di Van Rysel
Nel 2024 le bici
E se per ora si parla di abbigliamento, il progetto è ben più ambizioso e vorrebbe portare nel team la dotazione a 360°. In una fase in cui dagli sponsor tecnici arrivano materiale e soldi, si tratta di una scelta contro corrente. E se da una parte non dubitiamo che un colosso come Decathlon disponga della liquidità per pagare la sua presenza, dall’altro è interessante capire che la fornitura di bici avverrà quando saranno certi di avere prodotti all’altezza.
«Le bici – spiega di nuovo Marion Gachies – non saranno pronte per il prossimo anno, ma ci stiamo lavorando con alcuni atleti. Nel 2023 saranno pronte quelle da crono su cui avviare lo sviluppo. Sono loro il vero fronte della sfida, perché fornire le bici a una squadra WorldTour significa essere al top per quelle da strada e quelle da crono. Nel 2024 saremo pronti e allora magari ci aggiorneremo per riparlarne».
La maglia ufficiale del Team Cofidis firmata Van Rysel e da tutti i corridori (Mathilde L’Azou)La maglia ufficiale del Team Cofidis firmata Van Rysel e da tutti i corridori (Mathilde L’Azou)
L’origine del nome
Prima di andare via, Marion toglie l’ultima curiosità: perché Van Rysel? «Semplice – sorride – ecco spiegato. “Van” in fiammingo significa “da”, nel senso della provenienza. “Rysel” ugualmente in fiammingo è il nome di Lille, questa città nelle Fiandre francesi in cui ha sede il centro ricerche e sviluppo dei nostri prodotti. Quindi Van Rysel significa “da Lille”, ma così suona decisamente meglio».
Poi si allontana con il suo team, di cui fa parte anche la designer Claire Fernandes che per tutto il tempo se ne è rimasta in disparte. La sfida è interessante. A Benjamin Thomas e ai suoi compagni sono stati forniti 52 articoli per ogni esigenza. Preparare la valigia per il Tour in mezzo a tanta abbondanza non sarà stato poi troppo difficile.
Viviani, alla vigilia delle ultime corse, punta al mondiale su pista per qualificarsi a Parigi. E per il futuro vede tanta pista per vincere forte su strada
Van Rysel Racer Ultralight è il kit tecnico della linea top di gamma di Decathlon. Una salopette e una shirt leggeri nel peso e nel concept, costruiti con un design anatomico che sfruttano dei matriali elastici e una grande cura del dettaglio.
Questo è un kit estremamente tecnico, caratterizzato da un peso ridotto e tanta ventilazione. I capi sono adatti anche a chi pratica l’indoor cycling in maniera particolarmente intensa.
Il logo Van Rysel sulla manica della magliaIl logo Van Rysel sulla manica della maglia
La maglia Racer
E’ confezionata con tessuto leggerissimo e quasi impalpabile, che cambiatrama con diverse soluzioni. Davanti abbiamo una pannellatura unica e più consistente, ai lati e sotto le ascelle è una sorta di rete. Dietro invece ha dei microfori, per aumentare la veicolazione del calore verso l’esterno. Sono presenti ben cinque tasche, tre classiche con l’aggiunta di una con la zip, oltre alle due piccole laterali.
Sull’anteriore, la zip è lunga con due patelle di protezione, sulla parte bassa e sul collo. Van Rysel Racer ha un taglio ProFit, anatomico e aderente. Il giro vita frontale è rialzato, con un taglio racing molto moderno e il fondo delle maniche è elasticizzato.
Importante anche il colore molto visibile e riflettente della maglia
La quinta tasca con la zip
Importante anche il colore molto visibile e riflettente della maglia
La quinta tasca con la zip
La salopette Ultralight Racer 2
La sua peculiarità è il tessuto forato sulle cosce, nella parte esterna e in quella interna alla gamba. Esternamente i fori hanno un diametro più ampio e al tempo stesso la salopette non è cedevole. All’interno della coscia i buchi del tessuti diventano più piccoli e ravvicinati (una sorta di rete molto fitta), questo per garantire un ulteriore supporto in un punto molto sollecitato. Il fondo gamba ha una banda elastica con degli inserti grippanti all’interno. Il tessuto forato caratterizza anche tutta la zona addominale, lombare e le bretelle. Queste ultime sono consistenti e contribuiscono alla stabilità del pantaloncino, con una pannellatura in rete che le unisce.
E poi il fondello Endurance 2.5 HD, prodotto da Elastic Interface, una garanzia per comfort e longevità. Lo strato superiore, quello a contatto con la pelle sembra di velluto e nasconde due inserti di schiuma ad elevata densità, mentre la parte centrale è scaricata. Non accumula calore in modo eccessivo e si asciuga in tempi ridotti, a tutto vantaggio della comodità nel lungo termine. Le caratteristiche tecniche di questo fondello lo rendono adatto alle lunghe pedalate, anche oltre le 7 ore di sella.
La particolare costruzione della salopette
Il kit Van Rysel è tecnico e piacevole da indossare
Il Fondello Endurance di Elastic Interface
La particolare costruzione della salopette
Il kit Van Rysel è tecnico e piacevole da indossare
Il Fondello Endurance di Elastic Interface
I nostri feedback
Il kit di Van Rysel, una volta indossato è ben al di sopra delle aspettative ed è una gran bella sorpresa. Lo è per la sua vestibilità, aderente ed anatomica, mai fastidiosa. Lo è per la qualità della salopette, che nonostante mostri questo concept di leggerezza e ventilazione massimizzata, è sempre avvolgente e ben aderente. Non cede e non si lascia andare anche dopo diverse ore di attività, anche nella parte interna della coscia. La salopette ha il valore aggiunto del fondello. Un dettaglio che merita un’attenzione particolare sono i fori presenti sulla coscia, che fanno passare la luce e possono dare forma ad un’abbronzatura puntinata durante le giornate più luminose e calde, ma al tempo stesso azzerano l’accumulo di umidità durante lo sforzo.
La maglia Van Rysel Racer è morbidissima ed è curata nei dettagli, con un rapporto tra la qualità ed il prezzo che è eccellente. Le cinque tasche sono un esempio di quello che scriviamo e portano questo capo ad essere un punto di riferimento per gli amanti dell’endurance. Ha un design fitting che si abbina ad un tessuto morbido e sottile, fattori che nell’insieme obbligano ad una scelta oculata e mirata per la taglia da indossare. Il tessuto, molto elastico e con una capacità di adattamento che non passa in secondo piano. Si asciuga in pochi secondi, un ulteriore vantaggio che si traduce in sensazioni positive subito dopo aver terminato una lunga ascesa.
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