Decathlon punta su Lapeira, cresciuto in casa fin da bambino

10.05.2024
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La Decathlon AG2R La Mondiale sta raccogliendo i frutti del suo lavoro alla base del ciclismo transalpino. Finora sono arrivate ben 14 vittorie, davvero niente male per un team del WorldTour che non ha nelle sue fila uno dei “magnifici sei”, ma che di corridori validi ne sta sfornando in continuazione, attingendo soprattutto a un bacino maturato nelle sue fila nelle categorie inferiori. Paul Lapeira è la perfetta sintesi della politica del team: inserito nella sua filiera sin dal 2018, quest’anno ha già colto 3 vittorie di peso e si è ben distinto anche nelle classiche.

A 23 anni Lapeira non è più identificabile come un prospetto, ma come un corridore bell’e fatto, punta del team per le corse d’un giorno e uno dei nuovi francesi sui quali puntare per vivere il ciclismo dei vertici, in attesa che emerga qualcuno in grado di competere anche per la classifica di un grande giro. E mentre i suoi compagni competono al Giro, lui prepara i prossimi eventi di casa, facendo l’occhiolino al Tour dopo aver esordito lo scorso anno (a dir la verità senza grande fortuna) nelle altre due grandi prove.

«Sono nato in Bretagna, ma sono cresciuto in Normandia, con i miei genitori che sono di lì e mio nonno che andava sempre in bicicletta e così seguendo il suo esempio ho iniziato a pedalare all’età di 7 anni. Anche mio padre amava pedalare, quindi sono stati loro due a motivarmi».

Il francese è stato protagonista all’Amstel Gold Race di Pidcock, chiudendo 5°
Il francese è stato protagonista all’Amstel Gold Race di Pidcock, chiudendo 5°
Quest’anno, sin dalla Faun Drome Classic hai mostrato un grande miglioramento, a che cosa pensi sia dovuto?

I miei primi 2 anni tra i professionisti mi hanno permesso di progredire nei giusti tempi. Soprattutto l’anno scorso l’aver partecipato alla Vuelta mi ha fatto fare un vero salto di qualità. Tre settimane di corsa sono servite per farmi maturare, mi sento più forte e sicuro di me.

Tu hai sempre corso nell’AG2R, quanto pensi sia importante nella crescita di un corridore essere sempre nello stesso team cambiando di categoria?

E’ qualcosa che ti dà stabilità e fiducia. Nel senso che conosco l’ambiente, conosco lo staff, c’è una crescita costante, monitorata e in piena sinergia con lo staff. Chiaramente cambiando di categoria cambiano anche le persone di riferimento, ma la struttura è quella, è davvero importante poter rimanere nello stesso ambiente.

Alla Vuelta 2023 non ci sono stati grandi picchi, ma tanta esperienza messa da parte
Alla Vuelta 2023 non ci sono stati grandi picchi, ma tanta esperienza messa da parte
I tuoi risultati all’Amstel e anche alla Liegi hanno sorpreso: sei rimasto sorpreso anche tu?

Ero felice ma non sorpreso perché l’Amstel Gold Race (dove il transalpino ha chiuso 5°, ndr) è davvero una gara che mi si addice molto. E’ fatta di tante salite, tutte molto brevi, quindi sapevo di essere capace di un grande risultato. A Liegi ero più sicuro di me, in un’edizione che è stata davvero molto veloce. Forse un 11° posto finale non sembra molto, ma in quel contesto ha un valore, soprattutto perché ora so che anche in una classica così importante posso dire la mia. Era importante per me sentirmi bene, a mio agio, dimostrare di aver fatto il salto di qualità ed essere pronto per quel contesto.

Hai notato maggiore attenzione da parte dei media nei tuoi confronti?

Sì, decisamente, soprattutto da quando ho iniziato a vincere. I media locali hanno cominciato a interessarsi e anche all’estero ora mi conoscono – la nostra chiacchierata lo testimonia… – Mi fa piacere soprattutto di essere un po’ più popolare nella regione dei miei genitori, so che i miei risultati al Giro dei Paesi Baschi e ancor più il seguito avuto nelle classiche hanno avuto scalpore da quelle parti.

Lo scorso anno Lapeira è stato al Giro d’Italia, portando a termine tre sole tappe
Lo scorso anno Lapeira è stato al Giro d’Italia, portando a termine tre sole tappe
Che caratteristiche hai e su quali percorsi ti trovi meglio?

Sono davvero un fighter, uno che ama attaccare. Potremmo dire che io e Benoît Cosnefroy abbiamo davvero lo stesso profilo, ci integriamo bene. L’Amstel ha il tracciato perfetto con brevi salite da 2 a 3 minuti. E questo può estendersi a gare come la Liegi dove lo sforzo rimane intorno ai 5 minuti.

Qual è finora la vittoria che ti ha dato più soddisfazione?

La tappa al Giro dei Paesi Baschi, perché è stata la mia prima in una prova del WorldTour. C’è stata anche la doppietta alla Coupe de France, le vittorie di metà marzo, due nello spazio di 24 ore, mi hanno dato molta fiducia e mi hanno permesso di fare tutto quello che ho fatto nelle ultime settimane.

La vittoria di Lapeira alla Cholet Agglo Tour, dopo aver vinto per distacco il giorno prima a La Haie-Fouassiere
La vittoria di Lapeira alla Cholet Agglo Tour, dopo aver vinto per distacco il giorno prima a La Haie-Fouassiere
Quanto è importante avere un gruppo così numeroso dei colori francesi nella propria squadra?

Non penso che conti così tanto avere un numero prevalente di corridori della stessa nazione. Rimaniamo ovviamente una squadra francese, ma oggi il ciclismo sta diventando internazionale e vediamo ancora che ci sono sempre più stranieri nei team. Per l’evoluzione è una buona cosa, è importante che ci sia un’identità e che chi arriva da fuori impari la nostra lingua, ma non penso che sia di fondamentale importanza avere molti francesi in squadra.

Tu hai corso e vinto spesso in Italia, che cosa ricordi delle tue vittorie giovanili al Lombardia, San Vendemiano, Giro del Friuli?

Sì, mi piace molto l’Italia, la cultura, la cucina. È davvero un Paese che mi piace molto, sono sempre contento di venire a correre in Italia. Ci sono gare fantastiche e lì si sente davvero la passione per il ciclismo, quindi è un Paese che amo davvero. Vincere il Piccolo Lombardia per me è stato qualcosa di molto importante perché prima avevo avuto un’estate complicata ed è sempre una gara che fa sognare tra gli espoirs e riuscire a vincerla per me è stato qualcosa di molto emozionante. Quindi ho un bellissimo ricordo.

La vittoria al Piccolo Lombardia 2021, battendo nello sprint a tre Petrucci e il tedesco Steinhauser (foto Dario Riva)
La vittoria al Piccolo Lombardia 2021, battendo nello sprint a tre Petrucci e il tedesco Steinhauser (foto Dario Riva)
Che gare ti aspettano ora e con quali obiettivi?

Non farò gare a maggio, andrò a un raduno di allenamento in quota in Sierra Nevada e poi a giugno farò il Critérium du Dauphiné, il campionato francese e se tutto va bene potrò esordire al Tour de France, dove l’obiettivo del team sarà aiutare a fare classifica a Felix Gall.

Tu hai 23 anni, che cosa rappresenta il Tour de France per un corridore come te?

E’ come il Giro d’Italia per gli italiani. E’ la gara che sogniamo di fare fin da quando eravamo bambini, quindi lo voglio davvero, aspetto la partenza da Firenze con trepidazione, anche se non ho proprio le caratteristiche per un grande giro, sono più uomo da corse di un giorno, ma partecipare al Tour de France è qualcosa di grande, soprattutto quando in squadra ne hai uno come Felix che ha grandi motivazione e sai che è capace di fare grandi cose quindi sì, la motivazione è molto grande.