Sonny, la vittoria e una primavera da rivedere

30.04.2021
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Seconda tappa del Giro di Romandia a Saint Imier, prima il sole e poi la pioggia: vince Colbrelli. Sonny è partito lungo anche stavolta, ma Bevin non è Sagan e Sonny piuttosto che farsi passare, stavolta sarebbe morto. Prima vittoria di stagione, l’ultima lo scorso agosto in Francia. La rimonta del neozelandese si ferma prima della riga. Pensiamo al giorno in cui il bresciano è passato al Tour of the Alps per salutare i compagni del team Bahrain Victorious. E sorridendo, ammetteva che sarebbe partito di lì a poco per la corsa Svizzera. Non è facile tenere duro quando il periodo più importante si è chiuso. Ci riesci solo se hai voglia di riscatto e la sensazione di aver appena raggiunto la condizione, con due settimane di ritardo. Le due settimane che per qualche motivo si è deciso di regalare ai rivali. Quelle dal Laigueglia alla Sanremo.

Per Ganna continua l’avvicinamento al Giro: la crono d’apertura è alle spalle
Per Ganna continua l’avvicinamento al Giro: la crono d’apertura è alle spalle

«Ci voleva – dice Sonny – sapevo che al Romandia ci sono tappe adatte alle mie caratteristiche. Magari non oggi, perché oggi mi sono stupito anche io. Che fatica per tenere duro…».

Condizione in ritardo

La condizione è qualcosa di magico. Puoi lavorare per settimane e aspettarla invano, oppure puoi azzeccare il giusto avvicinamento e stupirti del risultato. Provate a immaginare perciò la sorpresa al via della Sanremo, quando chiedendo a Colbrelli come si sentisse non avendo corso la Tirreno e eppure la Parigi-Nizza.

«Quest’anno con la squadra – rispose a Milano – abbiamo deciso di fare due bei blocchi di allenamento e non correre. Un tentativo. Sono due chili meno di inizio stagione, non ho brutte sensazioni, ma correre è diverso».

Si rivede in fuga anche Davide Villella, a suo agio nella pioggia
Si rivede in fuga anche Davide Villella, a suo agio nella pioggia

Non correva dal Trofeo Laigueglia e questo suonava strano, per un atleta potente come lui, che ha sempre avuto bisogno di chilometri e intensità per portare il motore al giusto numero di giri.

«Avrei preferito avere questa condizione in Belgio – ammette – questo è poco, ma sicuro. Però è andata così. L’esperimento di non correre più a marzo lo lasciamo agli altri. Oggi ho corso con la rabbia addosso. Ho avuto una squadra superlativa, Caruso è stato davvero bravo. Mi ha lasciato al punto giusto. Sono partito ugualmente un po’ lungo, però stavolta è andata bene. Il secondo posto di ieri mi è rimasto sullo stomaco, perché sono partito presto e c’era vento contro. Non potevo fare altro. Sagan è stato molto furbo a cercare di infilarsi nella mia scia e mi ha passato».

Si rivede anche Damiano Caruso, in forma Giro e ottimo nel tirare la volata
Si rivede anche Damiano Caruso, in forma Giro e ottimo nel tirare la volata

Destinazione Tour

Questa volta Landa e Caruso al Giro dovranno far da sé. Colbrelli ce l’aveva già detto e lo conferma adesso: non sarà al Giro, bensì al Tour.

«Dispiace sempre saltare certe corse come il Giro – racconta – però abbiamo optato per il Tour e quindi non ci penso. Perciò dopo il Romandia riposerò, quindi andrò a metà maggio sul Teide, poi al Delfinato. Infine al Tour. Aiuterò come l’anno scorso, ma questa volta potrò correre per me. In questa stagione sempre più frenetica, a fine stagione ci sarà il mondiale, un pensiero e un grande obiettivo. Conosco quelle strade».

E alla fine per Colbrelli il podio del vincitore che mancava da agosto 2020
E alla fine per Colbrelli il podio del vincitore che mancava da agosto 2020

Per ora basta la tappa vinta, che parla finalmente di fiducia. La teoria dell’allenamento senza corse può essere rispedita al mittente. Con questa condizione in Belgio, magari il viaggio sarebbe stato più interessante. E partendo da questa condizione e costruendoci sopra quelle del Tour, anche il rinnovo del contratto magari sarà più dolce.

Bahrain Victorious: gruppo votato alle corse a tappe

20.04.2021
3 min
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Dopo i tanti cambiamenti nelle ultime stagioni, la Bahrain-Victorious ha cambiato molto poco nel corso dell’ultimo ciclomercato, tanto che si può dire che l’unica variazione di rilievo è nello sponsor, non più McLaren.

Pello Bilbao ha iniziato il 2021 da gregario di Mikel Landa
Pello Bilbao ha iniziato il 2021 da gregario di Mikel Landa

La squadra rimane decisamente competitiva e continua a girare intorno a Mikel Landa, lo spagnolo che anche nella passata stagione ha dimostrato di essere un cavallo sicuro per i grandi Giri, anche se manca sempre quel centesimo per completare l’euro, ossia non riesce mai a cogliere l’obiettivo che è il podio, basti pensare che dopo il 3° posto al Giro 2015 è finito tre volte al quarto posto fra Giro e Tour.

La Bahrain Victorious è una squadra che punta sull’esperienza: Damiano Caruso ad esempio ha dimostrato allo scorso Tour di avere ancora tutte le carte in regola per distinguersi centrando una prestigiosa Top 10, soprattutto avendo corso in aiuto a Landa.

Su di lui, ma anche su Mohoric, Poels, Teuns si sviluppa una rete di ottimi aiutanti per il capitano per costruire un grande evento a tappe. Attenzione poi a Sonny Colbrelli che nelle giuste condizioni può ancora far molto male in volata.

Malgrado la caduta al Giro, Landa resta il leader carismatico della squadra
Malgrado la caduta al Giro, Landa resta il leader carismatico della squadra

La grande novità è costituita da Jonathan Milan, sul quale i dirigenti puntano moltissimo: quest’anno il giovane azzurro punterà ancora forte sulla pista con obiettivo un posto nel quartetto dell’inseguimento ai Giochi Olimpici, ma le sue caratteristiche di passista ne fanno un prospetto di grande interesse, in grado di ripercorrere le gesta di Filippo Ganna, non solo a cronometro.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Yukiya ArashiroIshigakiJpn22.09.19842006
Phil BauhausBocholtGer08.07.19942015
Pello Bilbao L.de ArmentiaGuernicaEsp25.02.19902011
Santiago Buitrago SanchezBogotàCol26.09.19992020
Eros CapecchiCast.del LagoIta13.06.19862006
Damiano CarusoRagusaIta10.12.19872009
Sonny ColbrelliDesen.del GardaIta17.05.19902012
Scott DaviesCarmarthenGbr05.08.19952016
Chun Kai FengMiaoli CountyTpe02.11.19882010
Jack HaigBendigoAus06.09.19932016
Marco HallerSankt VeitAut01.04.19912012
Heinrich HausslerInverellAus25.02.19842005
Kevin InkelaarLeeuwardenNed08.07.19972020
Mikel Landa MeanaMurgiaEsp13.12.19892010
Ahmed MalanBrn25.08.20002021
Gino MaderAigleSui04.01.19972019
Jonathan MilanTolmezzoIta01.10.20002021
Matej MohoricKranjSlo19.10.19942014
Domen NovakNovo MestoSlo17.12.19952017
Mark PadunDonetskUkr06.07.19962018
Hermann PernsteinerOberwartAut07.08.19902016
Wouter PoelsVenrayNed01.10.19872009
Marcel SiebergCastrop-RauxelGer30.04.19822005
Dylan TeunsDiestBel01.03.19922015
Jan TratnikLubiana Slo23.02.19902014
Rafael Valls FerriCocentainaEsp25.06.19872009
Stephen WilliamsAberystwythGbr09.06.19962019
Alfred Brockwell WrightLondraGbr13.06.19992020

DIRIGENTI

Goradz StangeljSloDirettore Sportivo
Rolf AldagGerDirettore Sportivo
Xavier FlorencioEspDirettore Sportivo
Roger HammondGbrDirettore Sportivo
Tim HarrisGbrDirettore Sportivo
Vladimir MiholjevicCroDirettore Sportivo
Franco PellizottiKazDirettore Sportivo
Neil StephensAusDirettore Sportivo
Alberto VolpiItaDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Come dalla sua nascita, il Team Bahrain Victorious corre su biciclette Merida, il marchio orientale che sin dall’inizio sposò il progetto e ne divenne addirittura inizialmente sponsor. I modelli a disposizione sono la Reacto per gli uomini veloci e la Scultura per gli scalatori. Le bici vengono montate con manubri e ruote Vision, altro brand che ha sposato sin dall’inizio il progetto.

CONTATTI

BAHRAIN VICTORIOUS – BRN

Bahrain World Tour Cycling Team, Office 41, Bld 681 Rd 3615 Blk 436, Seef 6100 Manama (BRN)

info@bahraincyclingteam.com – www.bahraincyclingteam.com

Facebook: @BahrainVictorious

Twitter: @BrnVictorious

Instagram: bahrainmclaren

Corridori “innamorati” del 54, perché?

10.04.2021
5 min
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Velocità medie sempre più alte, preparazioni più curate, materiali più veloci… Tra le cause, e le conseguenze, di questo insieme di elementi c’è l’utilizzo da parte dei corridori di rapporti sempre più lunghi. In queste prime corse dell’anno abbiamo visto davvero tanti 54 e anche qualche 55.

Se pensiamo che alla Sanremo nell’ultima ora si è corso a 52 chilometri di media oraria (con tanto di Cipressa e Poggio), che Davide Martinelli ha rimediato un’infiammazione ad una scapola per essere stato quasi 7 ore mani a basse e pancia a terra, che lo scorso anno nella tappa di Brindisi Demare ha vinto con 51,23 di media: si capisce quanto si sia alzato il livello.

Come da nostra abitudine ne parliamo con i protagonisti: un corridore, un meccanico e un preparatore del grande ciclismo.

Sonny Colbrelli, a tutta nel Tour 2020 dove ha usato anche il 56
Sonny Colbrelli, a tutta nel Tour 2020 dove ha usato anche il 56

Parola a Colbrelli

Sonny Colbrelli è una ruota veloce ed in qualche modo ci si può anche aspettare da lui l’utilizzo di rapporti più lunghi.

«E’ vero – dice il velocista della Bahrain Victoroius – si utilizza il 54 perché si va sempre più forte. Le velocità sono aumentate, bisogna spingere di più e se la corsa è molto piatta e il vento è a favore o anche laterale si monta persino il 55 o anche 56. E’ successo in alcune tappe del Tour de France dell’anno scorso. Certo, devi avere la gamba e accade due, forse tre volte, in un anno.

«La cadenza non cambia, ti regoli con i rapporti posteriori, però all’occorrenza sai che hai più spinta. E a mio avviso non c’entra neanche la preparazione, è proprio un fatto di velocità. Io ormai il 54 lo monto anche per le tappe con salita, tanto poi si usa il 39. Se poi c’è la tappa super dura, con due salite e l’arrivo sullo Zoncolan allora uso il classico 53 e magari una corona piccola… più piccola. Se sento differenza? Con il 54 no, sono sincero, con il 55 e il 56 un po’ sì».

Generalmente quando la catena sta sui pignoni centrali disperde meno la forza
Generalmente quando la catena sta sui pignoni centrali disperde meno la forza

Questione di meccanica

Secondo Pino Toni, preparatore di lungo corso ed estremamente competente di materiali, la scelta dei rapporti maggiori non è tanto legata alla nuove preparazioni, quanto piuttosto all’evoluzione tecnica.

«E’ qualcosa che si lega molto alle 12 velocità – dice Toni – la meccanica ha fatto passi da gigante. In questo modo la catena sta più “in linea” se anziché girare l’11 o il 12 dietro, si gira il 13 o il 14 e quindi si utilizza una corona più grande. In pratica s’incrocia meno. Senza contare che oggi la rigidità delle corone è migliorata ed è importantissima. Una volta flettevano molto soprattutto se erano grandi e la catena usciva. Oggi ci sono meno limiti meccanici. La trasmissione è più filante. Inoltre girando ingranaggi più grandi c’è meno inerzia.

«Un altro dettaglio che mi fa pensare a questa tendenza è che per esempio sullo sconnesso non bisognerebbe mai usare dietro l’ingranaggio più piccolo, l’11, 10 o 12 che sia. Perché basta un momento in cui non si pedala, che la catena “allenta” un po’, salta e va ad incastrarsi tra il pignone stesso e il forcellino. Con una corona più grande si usa meno il 10 che è un pignone un po’ al limite e ha molta inerzia».

Guarnitura Sram 39-52 Trek Segafredo
La guarnitura Sram 39-52 della Trek-Segafredo
Guarnitura Sram 39-52 Trek Segafredo
La guarnitura Sram 39-52 della Trek-Segafredo

Tendenza in atto

Infine ecco l’atteso intervento del meccanico, nello specifico Mauro Adobati della Trek-Segafredo. Il meccanico è a stretto contato con i corridori e, se è vero quel che dice il preparatore e cioè che è qualcosa legato più alla tecnologia, il suo parere diventa ancora più importante.

«Effettivamente questa tendenza è in atto – spiega Adobati mentre è sul Teide con Nibali e gli altri – è qualcosa che riguarda soprattutto i corridori più veloci e più robusti e meno gli scalatori. Noi che usiamo Sram abbiamo corone da 52 o 54 denti e questo ci obbliga ad utilizzare la seconda corona rispettivamente da 39 o 41 denti. Mentre chi ha Shimano può usare il 39 sia con il 53 che con il 54. E infatti anche qualche scalatore sceglie il 54. I nostri pesi leggeri per esempio usano il 52×39. I passisti quasi tutti ormai scelgono il 54.

«Avendo il 10 al posteriore anche in discesa con il 52 non ci sono problemi, ma la corona maggiore (come diceva anche Toni, ndr) fa girare rapporti un po’ più grandi anche dietro e diminuisce così l’attrito tra maglie e pignoni. Non solo, ma consente anche incroci minori, quindi altra dispersione di energia risparmiata».

Nelle cronometro la tendenza ad utilizzare corone più grandi è accentuata
Nelle cronometro la tendenza ad utilizzare corone più grandi è accentuata

Trasmissione più fluida

Il discorso dell’incrocio della catena ormai non è più un dettaglio in questo ciclismo. Se si pensa che i pro’ montano il 30 per la Sanremo, rapporto che non useranno mai, ma solo per avere la catena più dritta, va da sé che il risparmio non è marginale.

«Ormai – riprende Adobati – si sta attenti a tutto, poi a parlare di watt oggi sono tutti pronti, ma di certo è meglio per la catena. E questo discorso degli incroci vale ancora di più a crono: è per questo che sempre più spesso si utilizza il 56 o il 58, la catena lavora ancora più dritta andando a cercare magari il 13 o il 14 (si presuppone in pianura, ndr) anziché l’11.

«Se vengono cambiate a seconda del percorso? Quasi sempre, anche se devo dire che con le 12 velocità al posteriore si ha una vasta scala di scelta. Noi abbiamo cassette: 10-28, 10-30 e 10-33. Certo, in quella da 33 c’è un bel salto (5 denti) tra penultimo e ultimo pignone, ma i corridori infatti ragionano come se avessero un cambio ad 11 velocità. Il 33 è lì se proprio dovesse servire, un’ancora di salvataggio. E infatti la scaletta più usata è il 10-30, quella preferita da Nibali, proprio perché ha un salto un po’ più piccolo. Pensate che Sram l’ha messa in produzione su richiesta dei corridori e credo che presto sarà anche in vendita».

Italiani: la resa amara di Trentin e Colbrelli

04.04.2021
3 min
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Trentin passa ed è così arrabbiato che smoccola qualcosa e tira dritto. Per gli italiani non è stata una Pasqua di resurrezione, anzi. Si può tranquillamente dire che, al netto di qualche sfumatura, abbiamo subito un’altra crocifissione.

C’erano belle attese per gli italiani, non per tutti, ma francamente proprio l’uomo del Uae Team Emirates poteva essere l’uomo in più, quello ammesso alla mensa dei grandi. Se non altro perché alla Gand e prima ad Harelbeke, nei tratti di salita era sembrato uno dei più in palla. Ma le cose non sono andate e la sua voce è arrivata soltanto dopo, in una nota più malinconica del suo rabbioso sfilare verso il pullman.

Alla partenza per Colbrelli e Trentin aspettative ben più alte: erano gli italiani più attesi
Alla partenza per Colbrelli e Trentin aspettative ben più alte

«Questa è una corsa stregata per me – fa sapere – non sono mai riuscito a concretizzare più di tanto. In questa campagna del Nord non sono stato molto fortunato, ho sempre forato nei momenti critici, eccezion fatta per la Gand-Wevelgem. Oggi ho sperato che la fortuna girasse un po’, ma niente da fare. La parte positiva è la mia condizione fisica, ma allo stesso tempo è anche frustrante».

Un’altra foratura

L’ennesima foratura lo ha appiedato proprio nel momento in cui si faceva la selezione. E la cosa è indubbiamente fastidiosa, visto che proprio una foratura lo aveva costretto a inseguire ad Harelbeke. A margine dell’incidente, che ci può stare, alla partenza abbiamo riscontrato le diverse scelte tecniche nel team, diviso fra l’uso dei tubolari e quello dei tubeless.

Certo la rivincita a Roubaix sarebbe stata sacrosanta. E anche se non si capisce perché mai la Francia non abbia consentito lo svolgimento della classica del pavé, dato che il modello fiammingo e quello italiano dimostrano che il ciclismo si possa svolgere in sicurezza, c’è poco di cui rammaricarsi. Se non si può, come ha detto Asgreen, vuol dire che non si può.

Dopo la foratura ha provato il rientro sul Qwaremont, spendendo tutto
Dopo la foratura ha provato il rientro sul Qwaremont

Colbrelli e i crampi

E poi c’è Colbrelli, dopo che Ballerini è rimasto coinvolto nella caduta del Kanarieberg, quindi ha lavorato come un fabbro e alla fine si è fermato. Per il corridore della Bahrain Victorious, invece, il Fiandre non è andato decisamente bene. E i 4 minuti sul traguardo potevano essere anche molti di più, tale era il morale con cui li ha affrontati.

«Ho forato nel momento peggiore – racconta – mentre si andava veramente forte. E a quel punto ho voluto fare una stupidata. Visto che il gruppo si era rotto, ho voluto fare la sparata e rientrare proprio sul Qwaremont. Ma mi è costato un sacco di energie e alla fine mi sono venuti i crampi. Peccato, perché speravo in qualcosa di meglio. Ma guardiamo avanti».

La spedizione dei nove italiani è finita come temevamo e guardando verso le Ardenne viene da chiedersi se lo scenario sia migliore. Almeno possiamo sperarlo. Per ora si fa rotta su Scheldeprijs e poi da mercoledì si inizierà a guardare verso la seconda parte del programma del Nord.

Elia Viviani

Arriva la nuova collezione estiva di Nalini

16.03.2021
4 min
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Nalini presenta la nuova collezione estiva: una linea piena di innovazioni che si rivolge non solo agli appassionati di ciclismo su strada, ma anche a chi predilige altre attività come la mountain bike o il gravel.

Non mancano le novità per quanto riguarda l’utilizzo dei materiali che ha deciso di proporre. Tra questi spiccano alcuni capi eco-friendly pensata per il rispetto della natura che utilizza materiali riciclabili. Inoltre collabora con squadre di primissimo livello come ad esempio il Team Cofidis, il Team Bahrain Victorius o il Team Total Direct Energie, con interessanti novità anche per il ciclismo femminile data la collaborazione che è nata con la Isolmant Premac Vittoria.

Per tutti i gusti

La nuova collezione presenta quattro tipologie di capi, ognuno dei quali pensato con una propria filosofia e adattato per un certo tipo di attività.

La linea Ergo è pensata per chi ama la velocità, l’aerodinamica infatti è la qualità principale di questa linea. Poi c’è la Color&Fun che è dedicata a chi ama farsi notare con colori accesi e che ama pedalare soprattutto in sicurezza rendendosi visibile. Mentre la linea Ventures è per chi vuole fare lunghe distanze in comodità ed ha soluzioni con numerose tasche capienti. Per concludere, la Pink Line dedicata alle donne, presenta un’ottima qualità dei materiali, bellissime colorazioni e ugualmente caratteristiche tecniche di assoluto valore.

Nalini maglia Ergo Mesh
La maglia Bas Ergo Mesh della linea Ergo
Nalini maglia Ergo Mesh
La maglia Bas Ergo Mesh in due colorazioni della linea Ergo

Tessuti all’avanguardia

Tramite il laboratorio Moa Lab che è in continua ricerca, Nalini offre materiali di primissima qualità come il tessuto Nanondry che vanta un’elevata traspirazione e un efficiente resistenza all’acqua: questo tipo di tessuto risulta essere 4-5 volte più traspirante rispetto a capi sottoposti a trattamenti idrorepellenti standard. Il tessuto Mantodry invece ha la caratteristica di espellere l’umidità all’esterno senza lasciarla assorbire dal capo: la fibra sintetica così ottimizzata facilita una costante evaporazione e uno scambio termico ottimale. Ora passiamo al Manto W.R.T. il trattamento idrorepellente respinge con effetto immediato non solo l’acqua, ma anche olio e fango in modo tale che non penetrino nelle fibre.

I prodotti Nalini sono certificati OEKO-TEX che garantisce l’assenza di sostanze nocive e cancerogene in tutti i prodotti, mettendo in sicurezza la salute dei consumatori. I capi sono riciclabili, una scelta adottata etica e morale imposta da sani principi di rispetto e conservazione verso la natura.

Nalini Color & Fun
Per chi ama i colori, c’è la linea Color & Fun
Nalini Color & Fun
La maglia Bas Speed Jersey fa parte della linea Color & Fun

Strada, gravel e Mtb

Nalini abbraccia ogni tendenza, non punta solo sulla strada ma cerca di offrire il meglio anche per chi si dedica ad altre attività, per citarne una: la mountain bike.

La storia e l’esperienza sono il punto di forza dell’azienda, perché Nalini lavora da anni nel ciclismo: il primo laboratorio è nato nei primi anni 60. Alla lunga storia si uniscono poi la continua ricerca e la cura del dettaglio che contraddistingue i prodotti proposti. Inoltre è tutto materiale made in Italy e non solo, Nalini ha un reparto specializzato per il fondello dei pantaloncini il cui scopo è quello di offrire il giusto equilibrio tra comodità e resistenza.

Bas Respect Jersey
La Bas Respect Jersey della linea Ventures
Bas Respect Jersey
La Bas Respect Jersey fa parte della linea Ventures

Pro’ e non solo

L’azienda è partner di alcuni grandi team: Cofidis, Total Direct Energie e poi la grande novità del 2021 che sono i team Bahrain Victorius e il team femminile Isolmant Premac Vittoria che rappresentano un motivo di vero orgoglio.

Ma non ci sono solo i professionisti. Nel 2021 è nata la Nalini Road Series, un circuito composto da 12 tappe attraverso 7 regioni italiane che, sotto l’egida di Acsi, ridisegna un nuovo Giro d’Italia per gli amatori, che Nalini seguirà in ogni tappa in qualità di title sponsor.

Pink lIne Nalini
La linea Pink è rivolta a tutte le cicliste
Pink line Nalini
Nalini ha pensato alle cicliste con la linea Pink

La soddisfazione di Viviani

L’apporto dei corridori è determinante . Tra i vari atleti intervistati c’è Elia Viviani, nella foto di apertura, che ha voluto precisare quanto sia importante avere a disposizione un materiale che sia in grado di resistere alle varie temperature e soprattutto agli agenti atmosferici come pioggia e vento. Anche Sonny Colbrelli si è rivelato entusiasta dei prodotti, complimentandosi per come i nostri capi aderiscono perfettamente al corpo degli atleti.

Sonny Colbrelli da Nalini per le misure
Sonny Colbrelli da Nalini per farsi prendere le misure

I capi per i pro’ sono realizzati ovviamente su misura, c’è un contatto diretto con gli atleti che ci forniscono a loro volta i dati necessari per produrre un abbigliamento che presenti tutto il meglio che un corridore può avere. Le misure vengono prese quando sono in ritiro con la squadra oppure, quando offrono la disponibilità, si recano di persona in azienda per svolgere un lavoro ottimale.

Sonny Colbrelli giubotto Nalini

L’esperienza di Nalini al servizio dei pro’

27.01.2021
4 min
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Nalini è uno dei maggiori marchi di abbigliamento tecnico per ciclismo e vanta una grande esperienza nel mondo dei professionisti. Fra le squadre che nel 2021 vestiranno Nalini c’è la Bahrain Victorious di Colbrelli, Caruso e Landa. Proprio in questo periodo il team bahreinita è in ritiro ad Altea in Spagna dove ha iniziato a sfoggiare i nuovi completi appena prodotti.

Un vero su misura

Pochi giorni prima di partire per la Spagna Sonny Colbrelli è stato in azienda per provare il nuovo abbigliamento tecnico di Nalini.
«Tutti i capi che ho indossato durante la prova del kit per il team mi hanno pienamente soddisfatto – ha dichiarato Colbrelli – me li sentivo bene addosso, davvero su misura per me. Ciò che più mi ha colpito è una delle loro giacche (Deep Winter Jacket, ndr) che è stata data in dotazione anche al team. Non è propriamente da gara o da salita, ma è molto avvolgente e calda e ti permette di stare bene su lunghi allenamenti invernali o durante le uscite gravel e, per essere un capo da ciclismo, è estremamente trendy, quindi perfetta anche in situazioni off bike o di uso cittadino della bici».

Colbrelli su misura in Nalini
Colbrelli in azienda da Nalini mentre viene misurato
Colbrelli su misura in Nalini
Colbrelli in azienda da Nalini mentre gli vengono prese le misure

Dalla Spagna con passione

Anche Mikel Landa ha trovato il modo di apprezzare i prodotti ricevuti per la nuova stagione.

«Con il kit Nalini – dice il basco – mi trovo ottimamente. Pantaloni e maglia sono impeccabili, me li sento bene addosso e soprattutto è tutto traspirante, in un attimo asciutto. E’ importante che il brand che realizza i prodotti per noi abbia una grande esperienza come Nalini, con tanta passione e dedizione per quello che fa. La qualità che si raggiunge è eccellente».

Nalini è esperienza

Enrica Meneghelli è la Responsabile di Nalini per il Team Bahrain Victorious e spiega quanto sia importante il know how acquisito dall’azienda italiana per poter fornire i migliori prodotti.
«Nalini, grazie alla collaborazione continuativa negli anni con le squadre – dichiara Enrica Meneghelli – ha consolidato una grande esperienza che gli consente di sviluppare tutta una serie di articoli rivolti ai professionisti. Questi capi sono adatti per funzionalità, comfort e prestazioni alle necessità di gara e non solo».

Questo permette di partire da una base di prodotti che è già ampia.

«Quando una squadra incontra Nalini e inizia a dialogare sul prodotto, trova già a disposizione tutta una serie di modelli che hanno le specificità che servono. Nel dettaglio: body aerodinamici, pantaloni caratterizzati da tessuti di vario spessore e pesantezza, dotati di tasca per la radio, giubbini antipioggia molto performanti costruiti con tessuti elastici per ottenere una vestibilità molto aderente ma allo stesso tempo waterproof e traspiranti».

Colbrelli divisa invernale
Colbrelli con la nuova giacca invernale della Bahrain Victorious
Colbrelli divisa invernale
Colbrelli con la nuova giacca invernale della Bahrain Victorious

Test e sviluppo

Nello specifico del Team Bahrain-Victorious sono state creati o aggiornati alcuni capi.
«La Deep Winter jacket (nella foto di apertura), ad esempio nasce dalla nostra Star Warm jacket ed è un giubbino pesante che permette di uscire ad allenarsi anche con temperature molto rigide – continua nella sua intervista Enrica Meneghelli – esigenza segnalata dal team, quando è stato in visita da noi».

E poi c’è lo sviluppo che proviene da test che vengono fatti dalla squadra e che si ripercuotono sui materiali.

«Per i Body da Crono l’azienda mette il suo know how a disposizione della squadra che ci aiuta ad aggiustare il tiro sulla posizione di tagli e tessuti, in funzione dei risultati dei test che fanno in galleria del vento. Bahrain Victorious sta eseguendo dei test in galleria del vento. E’ probabile che da questi test ne uscirà un nostro body aerodinamico rinnovato e ancora più performante».

Misure in video call

Nalini offre ai suoi team professionistici un vero tailor made, in cui ogni capo è realizzato su misura per ogni corridore. Quest’anno con il problema del Covid-19 non è stato possibile ricevere in azienda tutti i corridori. Unica eccezione è stata la visita di Colbrelli, ma il lavoro di Nalini non è cambiato. 
«La squadra e i suoi collaboratori sono stati forniti del kit taglie degli articoli principali e, collegati in video call, sono state prese le misure su ciascun corridore – racconta la Meneghelli – i loro capi sono specifici: riportano il nome del corridore, sono personalizzati nella taglia con modifiche di lunghezze e larghezze».

Nalini renderà disponibili i kit replica del team per l’acquisto presso tutta la rete vendita a partire da fine febbraio ed inizi marzo 2021

Primoz Roglic, Mikel Landa, Egan Bernal, Tour de France 2020

Ellingworth in fuga, Landa e Milan: parla Volpi

09.12.2020
4 min
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Dice Volpi, che oggi compie 58 anni, di aver appreso della partenza di Rod Ellingworth la settimana scorsa. Al Team Bahrain-McLaren si sono svegliati e hanno scoperto di aver perso il loro Team Principal. Colui che era stato strappato al Team Ineos per ripartire dopo Nibali. Che aveva imposto una nuova disciplina al gruppo e tracciato una linea certamente efficace. Cercando di esportare l’efficienza di Ineos, per raggiungere la quale c’era ancora da costruire. Colui per il quale dal team britannico si era staccato il fedelissimo Wouter Poels e per il quale è stato lasciato andare Brent Copeland, ora alla Mitchelton. Colui per il quale Neil Stephens ha lasciato la Uae e per il quale Jonathan Milan ha firmato con la Bahrain-McLaren. Ma parlando con Volpi emerge la voglia di andare avanti, lasciando ad altri il compito di trovare le spiegazioni.

«Tutto procedeva per il meglio – racconta Alberto – si ricominciava a lavorare per la nuova stagione. E adesso si continua per come si era programmato, facendo tesoro di quanto di buono e delle esperienze che Rod ha portato. Cercando nel frattempo una figura che possa sostituirlo. Siamo una squadra internazionale, si dovrà puntare su una figura all’altezza».

Alberto Volpi, Herman Pernsteiner, Giro d'Italia 2020
Alberto Volpi con Herman Pernsteiner, al Giro d’Italia 2020
Alberto Volpi, Herman Pernsteiner, Giro d'Italia 2020
Volpi con Pernsteiner al Giro 2020
Prima di guardare avanti, uno sguardo indietro. Come è andato il 2020?

Avevamo soprattutto l’obiettivo podio del Tour con Landa e non ci siamo andati troppo lontano (in apertura, lo spagnolo è con Roglic e Bernal nel vivo della corsa, ndr). Nella terza settimana, pur non avendo i favori della stampa e degli osservatori, abbiamo dimostrato di avere le gambe. Siamo andati in Francia per il capitano, nessuno escluso.

Anche Colbrelli, che non ha potuto fare volate perché impegnato a tirare…

Quando convochi un corridore come Colbrelli e lui accetta il ruolo che gli proponi, c’è poco da meravigliarsi. Anche alla Ineos fanno tirare gente che altrove lotterebbe per vincere, ma capisco che per i tifosi italiani vedere Sonny in questo ruolo così diverso sia sembrato strano. Però un conto è il tifo, un altro i doveri di squadra. Ormai il mondo dello sport è cambiato. Una volta sapevi a memoria la formazione della Juve, perché erano sempre quelli. Adesso è tutto un cambiare.

Vi aspettavate di più da Poels?

Il suo inserimento è stato meno facile del previsto. Un po’ perché veniva da una realtà diversa, un po’ perché lo stop di quattro mesi per il lockdown nei corridori esperti ha prodotto qualche inconveniente di più. Il cambio generazionale è in corso, ma è parso più netto perché quei ragazzi hanno patito la ripartenza meno di altri.

Damiano Caruso, Tour de France 2020
Caruso, qui al Tour de France 2020, è uno dei pezzi pregiati del team
Damiano Caruso, Tour de France 2020
Caruso è uno degli uomini chiave del team
L’anno prossimo sarà diverso?

Credo di sì. Loro continueranno a crescere, ma in una stagione presumibilmente lineare, torneranno fuori i corridori di esperienza. Magari non domineranno, ma non sono neanche spacciati. Penso a Nibali, ma anche a Viviani. Sono convinto che tornerà a vincere.

Parlando di giovani, il discorso cade su Milan.

Abbiamo già avuto un primo approccio molto positivo, sia pure ancora virtuale. E’ contento del tipo di supporto che gli stiamo dando. La sua stagione sarà particolare, alla luce delle Olimpiadi. Dovremo trovare le giuste sinergie con i tecnici della nazionale. Lavoriamo tutti per garantirgli una crescita graduale e costruttiva.

Secondo Volpi che cosa gli manca per essere subito al livello dei ragazzini terribili di quest’anno?

C’è da fare grandi differenze e considerare che ci sono maturazioni diverse. Evenepoel che trasforma in oro tutto ciò che tocca è un’eccezione, ma è chiaro anche che i suoi tecnici gli disegnano i programmi cercando di preservarlo dagli eccessi. Neppure a Milan sarà detto mai di fare piano una crono, però avrà un programma commisurato al suo momento, in cui potrà mettersi alla prova. Ci sono anche altri fattori rispetto ai quali un giovane deve crescere.

Jonathan Milan, Roberto Bressan, Rod Ellingworth, Giro d'Italia 2020, Udinea
Jonathan Milan, il suo “capo” al CT Friuli Bressan e Ellingworth al via del Giro da Udine
Jonathan Milan, Roberto Bressan, Rod Ellingworth, Giro d'Italia 2020, Udinea
Milan, Bressan del CT Friuli e Rod Ellingworth
Ad esempio?

La tutela della sua immagine. Come proporsi al pubblico e con i media. Saper stare in gruppo e con gli avversari. Nella crescita c’è anche questo tipo di educazione per arrivare alla maturità giusta.

E’ vero che proprio Milan era passato con voi per la presenza di Ellingworth e la sua esperienza in pista?

Può darsi. Ma Rod era il capo e aveva già condiviso le sue idee con i tecnici e gli allenatori che seguiranno i singoli corridori. Milan è stato affidato a Paolo Artuso, un preparatore interno del team, che ha tracciato il suo cammino ideale.

Caruso ha fatto un gran Tour e prima avrebbe dovuto fare il Giro: sarà lo stesso nel 2021?

Può essere un ragionamento, perché Damiano è uno dei corridori che gode della maggiore considerazione. Tutti gli vogliono un bene dell’anima. Perché fa gruppo, perché sa risolvere e gestire le situazioni difficili, perché è un generoso. Con lui si può ragionare di grandi Giri, ma per me potrebbe fare bene a Liegi e al Lombardia.

Ritiro spostato a gennaio?

Per forza, in attesa delle date per la ripresa. Siamo chiusi in casa dall’ultima corsa, attaccati a telefoni e computer. Ho i mie file, li leggo, li sistemo e li archivio. Siamo tutti fermi e davvero non vediamo l’ora di ripartire.

Sonny Colbrelli, Claudio Marra, Fsa 2020

Colbrelli da Fsa e Vision, accoglienza da re

25.11.2020
2 min
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Metti un giorno Sonny Colbrelli negli uffici di Fsa. La stagione è terminata da qualche settimana e il focus di corridori, sponsor e squadre è già puntato sul 2021. Le settimane che stiamo attraversando risultano molto “favorevoli” per incontri di natura tecnica tra atleti e brand partner dei rispettivi team.

Sonny Colbrelli, Fsa 2020
Se il mozzo gira bene, la ruota è veloce e in volata si va meglio…
Sonny Colbrelli, Fsa 2020
Se il mozzo gira bene, la ruota è veloce

In modo particolare, il bresciano della Bahrain-McLaren, protagonista quest’anno di un insolito Tour da gregario, ha visitato nei giorni scorsi la sede FSA e Vision di Busnago (Milano), che del team sono partner con la fornitura di componenti e ruote. E ad accogliere Colbrelli in azienda ha pensato Claudio Marra (i due sono insieme nella foto di apertura), dal 2001 anima europea del colosso taiwanese e oggi Vice Presidente globale di Fsa.

Sonny Colbrelli Fsa 2020
Analizzando e approfondendo i ruotismi delle sue ruote Vision
Sonny Colbrelli Fsa 2020
I segreti delle sue Vision

«Da sempre – ha dichiarato Marra – produciamo componenti di altissima gamma, supportando diversi team WorldTour. La nostra storia nello sport e il nostro patrimonio di innovazione, design e produzione sono davvero importanti per noi. Siamo orgogliosi di investire costantemente nella nostra gamma di prodotti per così assicurarci di fornire i migliori componenti possibili sia agli atleti professionisti come Colbrelli che per agli appassionati praticanti». 

www.fullspeedahead.com

Colbrelli al mondiale di Harrogate

Colbrelli ci racconta i segreti della pioggia

18.11.2020
6 min
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Anche se non stiamo vivendo un’autunno particolarmente piovoso, abbiamo pensato di sentire Sonny Colbrelli, noto mago della pioggia, per chiedergli come si veste e si comporta nei giorni in cui pedala sotto la pioggia.

Non a tutti piace correre quando piove, ma ci sono dei corridori che in condizioni di acqua e freddo vanno molto meglio degli altri, uno fra questi è certamente il bresciano.
«Beh anche io a volte quando mi sveglio la mattina prima di una gara e fuori piove non sono proprio contento – esordisce così Colbrelli – diciamo che c’è chi la regge meglio e chi no». Nei giorni in cui piove ci sono alcune parti del corpo che soffrono più delle altre, soprattutto se ad accompagnare la pioggia ci sono anche temperature basse.

«Le mani e i piedi sono le parti più sensibili, poi se fa anche freddo sono le prime a ghiacciarsi – il corridore del Team Bahrain-McLaren aggiunge – quando sento che inizio ad avere freddo al corpo allora vuol dire che la temperatura è vicina ai 4 o 5 gradi – e continua ridendo – a quel punto molti corridori del gruppo sono già… morti e io invece ancora sto bene».

Gruppo Harrogate
Pioggia al campionato del mondo di Harrogate 2019
Gruppo Harrogate
Il gruppo alle prese con la pioggia durante il mondiale di Harrogate 2019

Il freddo non aiuta

Come dice Colbrelli, quando alla pioggia si aggiunge il freddo, ci sono dei corridori che finiscono la benzina prima di altri. Si tratta di caratteristiche fisiche e attitudine a sopportare le temperature basse.

«Ad esempio io non uso molto i guanti invernali, mi danno fastidio. Anche durante l’inverno capita spesso che parto con i guanti lunghi e poi una volta che mi sono scaldato li tolgo e sto bene senza».

Né leggeri né pesanti

Oltre alle doti fisiche c’è l’importanza di vestirsi in maniera adeguata, ne troppo coperti e nemmeno troppo leggeri e qui Colbrelli spiega. «A me piace mettere una mantellina bella pesante, che tenga bene per tante ore sotto l’acqua. Il problema principale è che dopo un po’ l’acqua entra dal coletto e dalle maniche. Per questo uso una mantellina con il collo alto. Nelle giornate più estreme metto la gabba sotto e sopra la mantellina, così rimango caldo e protetto, ma deve essere proprio una giornataccia, perché se mi vesto troppo sento di non respirare».

La borsa del freddo

Bisogna tenere presente che in gara i corridori professionisti hanno a disposizione le ammiraglie dove possono tenere la famosa borsa del freddo, con dentro i capi di ricambio.
«Io sono uno che ci mette dentro di tutto, infatti i meccanici un po’ mi odiano per questo, perché non riescono a trovare quello che gli chiedo. Ad esempio la borsa del freddo di Caruso è un quarto della mia e gliene basta una in prima ammiraglia, tanto arriva davanti. Io invece ne devo fare due, perché se c’è l’arrivo in salita devo fare affidamento sulla seconda ammiraglia – e poi aggiunge – io ci metto dalla mantellina più leggera a quella più pesante, dai manicotti leggeri a quelli più spessi, due o tre tipi di guanti, un occhiale con la lente chiara e un paio di scarpe di scorta».

Colbrelli ci ha detto simpaticamente che i meccanici si devono letteralmente studiare l’abbigliamento di ogni corridore così da essere pronti quando c’è bisogno.

Visconti al Pantani
Visconti al Memorial Pantani 2020 sotto una pioggia estiva
Visconti al Pantani
Visconti in azione al Memorial Pantani 2020 sotto una pioggia estiva

Alimentarsi bene

Con le giornate di pioggia bisogna stare attenti anche all’alimentazione.
«Questo è un aspetto a cui sto molto attento perché quando piove non ti viene tanta voglia di bere ed invece il fisico consuma di più, così io mi impongo di bere una borraccia con le maltodestrine ogni ora e poi mangio di più soprattutto panini con la Nutella e barrette proteiche. Alcuni corridori siccome si dimenticano di bere si fanno il tè caldo molto zuccherato così gli viene più voglia di berlo perché scalda ed è dolce».

E le gomme?

Colbrelli ci ha detto che se esce in allenamento sotto la pioggia non usa dei copertoni specifici tiene quelli che ha solitamente in dotazione, mentre se è in gara a volte fa montare un pneumatico più zigrinato. Un accorgimento che usa quando esce ad allenarsi con la pioggia è quello di mettere il parafango posteriore così da proteggersi meglio dagli schizzi di acqua provocati dalla ruota posteriore.

Tanta scelta

Il mercato di oggi offre serie di capi tecnici sempre più leggeri ma specifici per la protezione dalla pioggia. Come ci ha spiegato anche Colbrelli, la scelta di cosa indossare cambia in base alla temperatura, perché coprirsi troppo può risultare altrettanto svantaggioso come il patire il freddo e bisogna sempre ricordarsi di bere e mangiare perché in condizioni piovose il nostro fisico brucia più calorie.