Battistella: i primi passi all’EF e l’esordio in Francia

07.02.2025
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Dopo tanta attesa e un inverno diverso, sia per il cambio di maglia che per la nascita della piccola Mia, Samuele Battistella ha messo il numero sulla schiena a ha iniziato la stagione. In Francia, all’Etoile de Besseges, breve corsa a tappe che si snoda a sud nel dipartimento del Gard. 

«E’ partita anche la mia sesta stagione da professionista – ci ha raccontato il giorno prima dell’esordio – per quanto riguarda le sensazioni non è tanto differente dagli altri anni, ormai ci sono abituato. Devo dire che ho una motivazione maggiore visto il cambio di squadra, voglio dimostrare il mio valore».

Samuele Battistella, EF Education-EasyPost
Samuele Battistella, EF Education-EasyPost

Il metodo americano

Battistella è passato dall’Astana Qazaqstan team alla EF Education-EasyPost, fondamentalmente da una formazione dalla grande impronta italiana a una che di azzurro ha ben poco. 

«In EF – spiega il veneto – ho trovato un mondo molto organizzato dove tutto è schematizzato e incastrato in caselle. Un modo di lavorare molto americano. Mi trovo bene con questo metodo, mi piace sapere cosa farò e in quale periodo. Compagni e staff sono tutti preparati e pronti. Rispetto agli anni precedenti la programmazione della stagione è diversa, farò molta più preparazione a casa e meno gare. Tutto mi sembra più mirato ad arrivare alle corse al massimo della condizione».

La EF Education Easy-Post al via dell’Etoile de Besseges 2025
La EF Education Easy-Post al via dell’Etoile de Besseges 2025
Facci un esempio di cosa vuol dire per te un’organizzazione schematica…

Tutto è calibrato sulla coesistenza tra l’allenamento e l’alimentazione, in squadra sanno come devo arrivare per essere al meglio. Ognuno ha un nutrizionista che coordina la parte di alimentazione e integrazione con gli allenamenti. Attraverso un’applicazione ci dicono cosa fare.

Come funziona?

Il tutto è guidato da preparatore e nutrizionista. Il primo tramite Training Peaks ci lascia un piano di allenamento. Da quel momento interviene il nutrizionista, che tramite l’applicazione Hexis inserisce la dieta da seguire. 

EF Education Easy-Post, Etoile de Besseges 2025: Carapaz e Battistella
EF Education Easy-Post, Etoile de Besseges 2025: Carapaz e Battistella
Chi sarà il tuo preparatore ora che hai cambiato squadra?

Mi allenerà Michele Bartoli, che collabora con la EF Education-EasyPost da qualche stagione. Sono molto fiducioso del suo metodo di lavoro, già ci conosciamo un po’ e comunque lui segue corridori di grande livello.

Come sarà strutturato il tuo calendario?

Sarò al via delle gare più adatte alle mie caratteristiche, la cosa importante è che ci saranno dei lunghi periodi a casa per arrivare pronto. Il calendario prevede tanti appuntamenti diversi tra loro, con gare WorldTour e corse di secondo livello nelle quali provare a fare risultato. 

A Besseges l’uomo di classifica al momento è Van Der Berg che si trova a 10″ da Magnier vincitore della prima tappa (qui in foto)
A Besseges l’uomo di classifica al momento è Van Der Berg che si trova a 10″ da Magnier vincitore della prima tappa (qui in foto)
Cosa ti aspetti dal debutto a Besseges?

E’ una gara che serve per tornare a respirare l’atmosfera del gruppo e riprendere il feeling con la strada. Ci sarà una bella squadra e sarò in supporto dei miei compagni che potranno fare bene, le mie chance arriveranno più avanti. 

Trovi anche Carapaz, hai già avuto modo di conoscerlo?

Sì, nel ritiro di novembre. E’ uno che non pretende troppo da squadra e compagni, questo aiuta a non metterci troppa pressione. Si fida di noi e sa cosa possiamo dare. 

Sarai al suo fianco al Giro d’Italia?

Sono stato inserito nella lista lunga, se ci sarò cercherò di dare il giusto supporto a Carapaz e di fare bene in qualche tappa. Anche se il mio sogno nel cassetto, se devo guardare un appuntamento che mi piace, è il campionato italiano per il sogno e l’ambizione di indossare la maglia tricolore. 

Tra WorldTour e abbandoni, un quadro d’insieme sui giovani azzurri

10.12.2024
5 min
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Le statistiche dicono molto, a proposito dello stato di salute di un movimento sportivo. Si parla tanto della crisi del ciclismo italiano, proviamo ad andare a fondo al discorso affrontando il tema della produzione di talenti a livello giovanile. Per capirlo abbiamo bisogno di uno specchio, costituito in questo caso dalle convocazioni degli azzurri per europei e mondiali fra juniores e under 23, tenendo in considerazione anche i risultati.

Dainese primo agli europei 2019, inizio di una carriera ancora in piena ascesa
Dainese primo agli europei 2019, inizio di una carriera ancora in piena ascesa

Armata azzurra: 73 in 5 anni

Che fine hanno fatto tutti quei ragazzi? Perché parliamo di un numero imponente, considerando che abbiamo preso in esame solo un quadriennio, quello tra il 2019 e il 2023 (non la stagione appena conclusa perché con presenze di juniores ancora al primo anno, in fase di formazione anche puntando al salto diretto della categoria successiva). Ebbene, nei 4 anni in questione (il che significa 5 manifestazioni europee e 4 mondiali visto che nel 2020 si organizzò in extremis solo la rassegna per gli elite) sono stati ben 73 i ragazzi che hanno vestito l’azzurro.

Partiamo dai risultati. Che si tratti di una generazione ricca di talento lo si desume da quanto è stato portato a casa dagli azzurri. In sede mondiale possiamo vantare 5 medaglie di cui ben 4 d’oro: i titoli mondiali di Tiberi (crono junior 2019), Battistella (strada U23 2019), Baroncini (strada U23 2021) e Lorenzo Milesi (crono U23 2023) più l’argento di Alessio Martinelli da junior nel 2019. A ciò vanno aggiunte 15 presenze complessive in Top 10.

Mondiali 2019, Tiberi vince la crono junior e si rivela al mondo. Ora è leader alla Bahrain Victorious
Mondiali 2019, Tiberi vince la crono junior e si rivela al mondo. Ora è leader alla Bahrain Victorious

I 20 ragazzi italiani nel WT

Agli europei ci sono 2 titoli (con Andrea Piccolo nella crono juniores e Alberto Dainese su strada U23 entrambi nel 2019), 4 medaglie e ben 26 presenze fra i primi 10. Numeri che dicono di una qualità molto alta.

Ma che fine hanno fatto tutti questi ragazzi? Il primo dato che emerge è che su 73 nomi presi in esame, ce ne sono ben 20 che sono approdati in squadre WorldTour, pari al 27,4 per cento. Significa che i principali team hanno investito su quei talenti, trovando risposte concrete. Parliamo di giovani che si sono già affermati come leader e elementi di punta anche al massimo livello, basti pensare a Jonathan Milan per le volate o a Andrea Tiberi come uomo da classifica nei grandi giri. Ma anche di gente in via di costruzione, come lo stesso Baroncini frenato da troppi infortuni ma che ormai sta imboccando la luce in fondo al tunnel.Oppure pensiamo a Pellizzari che trova spazio in una corazzata come la Red Bull – Bora Hansgrohe.

Matteo Scalco, uno dei tanti giovani che Reverberi ha preso sotto la sua ala protettrice
Matteo Scalco, uno dei tanti giovani che Reverberi ha preso sotto la sua ala protettrice

Non tutti possono essere campioni…

Ci sono poi quelli che in proiezione dovrebbero seguire la stessa strada, visto che sono ben 10 i corridori dal passato fra gli azzurri e dal presente nei devo team delle squadre WT. Un tragitto preferenziale verso il grande ciclismo che va allargandosi sempre più e che lascia ben sperare, soprattutto unendo questo numero a un altro, gli 11 neoprofessionisti che approdano al mondo principale fra WorldTour e Professional. Con tutti i suoi problemi, il ciclismo italiano continua a produrre talenti, poi starà a ognuno di loro ritagliarsi lo spazio giusto.

E’ forse quello il cammino più difficile: convincere i direttori sportivi delle proprie capacità, delle proprie ambizioni corroborandole con prestazioni e risultati. Non tutti ci riescono, c’è anche chi legittimamente si ritaglia un posto come gregario e si specializza, ma fa sempre parte di quel percorso di maturazione ciclistica che segue ogni corridore. Non sono certo tutti Pogacar.

Lorenzo Balestra, quel 5° posto agli europei 2020 sembrava l’inizio di qualcosa di grande
Lorenzo Balestra, quel 5° posto agli europei 2020 sembrava l’inizio di qualcosa di grande

Ritirati: numero elevato

C’è però un rovescio della medaglia. Abbiamo parlato di chi ce l’ha fatta, poi abbiamo tanti corridori che militano nelle nostre squadre Professional (e per fortuna che ci sono) con la VF Group – Bardiani che sembra la strada preferenziale, visto che nelle sue fila transitano ben 6 nomi. Ma anche Polti – Kometa, Toscana Factory Team e la purtroppo dismessa Zalf hanno dato un forte contributo. Ma c’è anche chi non ce l’ha fatta…

Considerando che facciamo riferimento a un lasso di tempo molto recente e a corridori molto giovani, nel pieno della loro attività, colpisce il fatto che ben 11 di essi dopo aver vestito i panni azzurri abbiano già mollato, si siano ritirati anzitempo. Corridori anche promettenti, come Lorenzo Balestra, quinto agli europei 2020 e già fuori dal giro due anni dopo, oppure Andrea Debiasi, in nazionale agli europei 2023 e ritiratosi dopo appena un anno. Impressionante il dato relativo agli europei juniores 2019: in nazionale c’erano Andrea Piccolo che chiuse 5°, Edoardo Zambanini anche lui in Top 10, poi Yuri Brioni, Davide Cattelan, Francesco Della Lunga e Tomas Trainini. Di loro troviamo in attività solamente Zambanini e Della Lunga, sempreché quest’ultimo trovi un approdo dopo la chiusura della Hopplà Petroli.

Una parabola brevissima quella di Andrea Debiasi, azzurro nel 2023 e ritirato quest’anno
Una parabola brevissima quella di Andrea Debiasi, azzurro nel 2023 e ritirato quest’anno

Dati su cui ragionare

Che cosa significa tutto ciò? Che le strade per approdare al ciclismo professionistico sono sempre più strette, a maggior ragione per i nostri che non hanno un team WT di riferimento e che si trovano a navigare in acque sempre più agitate dove i team vanno diradandosi. Sono dati sui quali sarebbero in primis Federazione e Lega a dover ragionare, perché vedere tanti ragazzi che avevano un talento tale da meritarsi l’azzurro e che poi mollano così presto non trovando sostegni è un brutto segnale.

Wegelius sicuro: «Con noi Albanese e Battistella vinceranno»

15.11.2024
5 min
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Con 24 vittorie, l’EF Education Easy Post è stata tra le squadre che ha chiuso il suo 2024 in attivo. Affiancando a un vincente di razza come Carapaz un emergente come Powless protagonista di fine stagione con i successi al Gran Piemonte e alla Japan Cup, valorizzando giovani rampanti come Rafferty al fianco di intramontabili come Rui Costa. Eppure la formazione americana cambia profondamente il suo assetto per la prossima stagione, investendo anche sull’Italia.

L’annuncio dell’ingaggio di Vincenzo Albanese sui social della squadra americana
L’annuncio dell’ingaggio di Vincenzo Albanese sui social della squadra americana

La squadra perde infatti il campione tricolore Bettiol, ma acquisisce Albanese e Battistella che arrivano all’EF Education EasyPost attraverso percorsi diversi e con prospettive apparentemente differenti, anche se alla realtà dei fatti non è proprio così. Per saperne di più abbiamo quindi sentito il direttore sportivo Charly Wegelius, decisamente soddisfatto di come sono andate le cose durante l’anno.

«E’ stata un’ottima stagione – ragiona – considerando non solo i successi dei ragazzi, ma vedendo che abbiamo ritrovato Carapaz ai suoi livelli e un comportamento generale della squadra sempre attivo e protagonista, in particolare al Tour dove al di là dei risultati ho visto grande dedizione e l’atteggiamento giusto. Ciò non toglie che a fine stagione abbiamo dovuto un po’ rivedere i nostri quadri come sempre avviene. In chiave italiana, ci mancherà Bettiol, che è stato molto importante per la nostra storia, per la nostra evoluzione, ma i corridori vengono e vanno, è una legge dello sport».

Neilson Powless sul podio della Japan Cup, ultima delle 24 vittorie del team
Neilson Powless sul podio della Japan Cup, ultima delle 24 vittorie del team
Il vostro team è stato, anzi è molto attivo sul fronte acquisti…

Siamo fedeli alla nostra filosofia, andare alla ricerca di un continuo progresso, cercare dei valori che altri non vedono, abbiamo sempre fatto i nostri acquisti così. In particolare abbiamo trovato in Albanese e Battistella due grandi opportunità che il ciclomercato ci ha dato e abbiamo voluto coglierle al volo. Albanese ad esempio è un corridore che ha fatto vedere belle cose già con Basso, che ha dimostrato di saper stare al più alto livello e che sa piazzarsi bene, portando molti punti ai suoi team.

Un ottimo piazzato, non rischia però di essere solo questo?

E’ questa l’opportunità di cui parlavo. Io sono convinto che con noi può fare quel salto di qualità, quell’ulteriore step per trasformare qualche piazzamento in vittoria. Se nelle gare più importanti, alla fine sei lì, insieme a chi lotta per vincere significa che hai tutto a disposizione per farlo tu. Serve solo fare quel piccolo passo in più e noi possiamo metterlo nelle condizioni di farlo. Per vincere devi mettere insieme tante cose e non è facile, ma Vincenzo ha dimostrato di essere costante come pochi, si allena per essere sempre nel vivo della corsa. Io credo che la prossima stagione potrà fare ancora bene come suo solito, ma mi aspetto la ciliegina sulla torta, ossia un paio di vittorie almeno.

La formazione americana si aspetta molto da Battistella, dandogli maggiori responsabilità
La formazione americana si aspetta molto da Battistella, dandogli maggiori responsabilità
Per Battistella il discorso è diverso: ex campione del mondo Under 23, poi ha svolto sempre ruoli di supporto…

Quando passi di categoria con la maglia iridata addosso è quasi un fardello. Nella storia si sono visti tanti corridori campioni del mondo poi finiti nell’anonimato. Noi pensiamo però che, se ha vinto quella maglia, del talento c’è, bisogna capire come ritrovarlo, farlo emergere. Io dico che ci sono corse nel calendario dove Samuele può correre pensando al risultato. Abbiamo molta fiducia in lui, può fare molto di più di quanto fatto vedere fino a ora.

La vostra squadra è da considerare più attrezzata per le gare d’un giorno o le corse a tappe?

E’ difficile dare una simile definizione così netta. Nel cercare i corridori noi pensiamo a quel che possono dare, tecnicamente e umanamente, non al tipo specifico di corse dove possono emergere. Abbiamo un team che è una buona miscela, che può essere forte su tutti i terreni, che può emergere nelle corse d’un giorno come nelle piccole o medie corse a tappe, perché è chiaro che nei grandi giri devi avere una struttura e uomini specifici che oggi pochissimi team hanno. Anche se Carapaz ha sempre dimostrato di poter dire la sua. Noi abbiamo gente forte per le salite e per le cronometro. E’ vero, ci manca il velocista, ma in quel caso avremmo bisogno di costruire una squadra completamente diversa.

Richard Carapaz resta il riferimento del team, soprattutto per corse a tappe e Grandi Giri
Richard Carapaz resta il riferimento del team, soprattutto per corse a tappe e Grandi Giri
La cosa che colpisce guardando il vostro team è che pur essendo affiliato  negli Usa, non ha una vera identità nazionale, come può essere per le formazioni francesi o britanniche…

E’ la nostra forza, lo dico sempre. Nel 2024 la nostra squadra aveva 32 corridori di 18 nazioni diverse, coprendo tutti i continenti. Noi abbiamo sempre creduto che questa commistione di linguaggi, culture fosse un valore aggiunto e a me è qualcosa che è sempre piaciuto perché credo che porti risultati migliori. Non c’è un solo approccio alle cose, noi viviamo sul confronto e vedere che questo sistema funziona è un ottimo esempio.

Battistella: l’addio (amaro) all’Astana e il rilancio con la EF

08.11.2024
6 min
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La vita di Samuele Battistella sta per cambiare colore, passando dall’azzurro al rosa. Questo perché dopo quattro stagioni passerà dall’azzurro dell’Astana Qazaqstan Team al rosa della EF Education-EasyPost. E in secondo luogo perché tra poche settimane, un paio per la precisione, appenderà il fiocco rosa in casa. Il corridore veneto e la sua fidanzata Alessia diventeranno genitori, un passo importante che non può che occupare i pensieri di entrambi in questo inverno speciale e ricco di cambiamenti. 

«Proprio in questo momento – racconta Battistella – sono in auto che sto andando a prendere la mia fidanzata, mi fate un po’ di compagnia. Facciamo una piccola gita insieme di qualche giorno, di per sé è stato un inverno tranquillo visto che è al nono mese di gravidanza. Ci stiamo rilassando».

Tra pochi giorni Battistella e la sua fidanzata Alessia diventeranno genitori
Tra pochi giorni Battistella e la sua fidanzata Alessia diventeranno genitori

Fiocco rosa

In casa Battistella allora ci si appresta a festeggiare ed appendere un fiocco rosa. L’emozione aumenta, come la consapevolezza del grande passo che lui e Alessia stanno per fare.

«Pensare di diventare papà – ammette felice – è una sensazione strana, particolare. Me ne sto rendendo conto ora, visto che manca davvero poco. Prima ero immerso nella stagione di gare. E’ una bella emozione, non so bene a cosa andrò incontro, qualcosa di veramente grande probabilmente. Il piccolo problema è che la scadenza è prevista per il 20 novembre e io il 19 dovrei andare al primo ritiro con la EF, per poi ritornare il 25. La squadra mi ha già detto che mi aiuterà in tutto, quindi stiamo pronti a partire dopo o tornare prima. Ma il ritiro non si può saltare, ci sono le visite mediche, vedremo i materiali. In più sono nuovo».

Al Giro dei Paesi Baschi il veneto aveva trovato la condizione giusta, cogliendo buoni piazzamenti
Al Giro dei Paesi Baschi il veneto aveva trovato la condizione giusta, cogliendo buoni piazzamenti
Andiamo al ciclismo, che 2024 è stato?

Ero partito molto bene con due belle prestazioni alla Parigi-Nizza e al Giro dei Paesi Baschi che avevano fatto ben sperare. Poi mi sono fermato per preparare il Tour de France, al quale alla fine non ho partecipato. Inoltre a fine agosto mi sono rotto la clavicola. Non è stata una stagione buona, ma una via di mezzo. 

Mazzoleni a inizio anno ci aveva detto che non avresti dovuto fare un Grande Giro.

I programmi di dicembre non lo prevedevano. Poi dopo i risultati di Nizza e Paesi Baschi sono stato inserito nella squadra che avrebbe poi corso il Tour de France. Una decina di giorni prima, al Giro di Svizzera, mi sono ammalato e la squadra mi ha escluso. Insomma non ho praticamente fatto quanto avevo programmato. 

Tra Parigi-Nizza e Giro dei Paesi Baschi anche un sesto posto al GP Miguel Indurain
Tra Parigi-Nizza e Giro dei Paesi Baschi anche un sesto posto al GP Miguel Indurain
Quando è arrivata la proposta della EF?

Presto, ad aprile avevo già firmato. Ho avuto tutto il tempo di immagazzinarla e da fine stagione ho pensato già al futuro. Sono contento perché il team mi ha cercato per propormi un ruolo importante, vogliono un corridore come me e sono intenzionati a darmi spazio. 

Dopo quattro anni lascerai l’Astana, cosa ti porti dietro?

Mi dispiace andare via perché dopo tanto tempo mi sentivo come a casa. Quello che mi porterò in EF è la consapevolezza che nel WorldTour senza programmare bene l’attività non vai da nessuna parte. Non si possono fare le corse senza lavorarci bene ed è quello che sento di aver fatto nel 2023 e nel 2024. 

I risultati ottenuti gli erano valsi un posto per il Tour, nonostante a inizio anno non fosse nei piani
I risultati ottenuti gli erano valsi un posto per il Tour, nonostante a inizio anno non fosse nei piani
Di te stesso, invece, cosa hai capito?

Che al di fuori di quei quattro o cinque mostri sacri, possono arrivare lì davanti e giocarmela. E con il supporto della squadra penso possa arrivare ancora un passo in più. 

Hai firmato per due stagioni con EF, a 26 anni diventa un passo importante per la tua carriera. 

Con il 2024 ho chiuso il mio quinto anno da professionista, anche se il primo è stato il 2020 e non me la sento di contarlo. Sono più che sicuro del mio sviluppo, non sono giovane ma nemmeno vecchio (ride, ndr) quindi posso dare il massimo. Mi conosco ormai bene e inizio due anni nei quali potrò avere le giuste occasioni per fare ottime cose. 

Un malanno al Tour de Suisse ha poi precluso la sua partecipazione alla Grande Boucle
Un malanno al Tour de Suisse ha poi precluso la sua partecipazione alla Grande Boucle
L’Astana ha provato a trattenerti?

Quando abbiamo parlato, non ho nascosto di aver già firmato con il nuovo team, ho voluto essere onesto con loro. Sono rimasto professionale e un serio professionista fino in fondo. Anche quando mi sono rotto la clavicola a fine stagione non ho tirato i remi in barca. Anzi, mi sono allenato a fondo per recuperare. Dal lato del team invece non sento di aver avuto lo stesso trattamento. 

Perché?

Sentivo che non gli importasse più di avermi come corridore, il rapporto era cambiato. Posso capire, ma l’esclusione a una settimana o poco più dal Tour de France mi ha ferito. Al Giro di Svizzera mi sono ammalato e l’ultima tappa non l’ho corsa, anche con il parere del medico. Ho visto dalla squadra un atteggiamento che non mi è piaciuto, come se fossi inaffidabile dato che mi ammalo spesso, a loro modo di dire. 

Battistella ha cercato nuovamente la miglior condizione nel finale di stagione, ma senza riuscirci
Battistella ha poi cercato nuovamente la miglior condizione ma senza riuscirci
Forse la firma di un nuovo contratto da aprile ha raffreddato effettivamente il rapporto. 

Può essere, sicuramente non mi sono sentito aiutato e coinvolto come prima. A dicembre non dovevo fare il Tour, poi sì viste le prestazioni in primavera, e infine ancora nulla per una febbre al Giro di Svizzera. 

Tu saresti andato alla Grande Boucle?

Sì. Non sapremo mai come sarebbe andata. Magari la prima settimana avrei fatto più fatica, ma poi credo che sarei tornato sui miei livelli. Anche perché avevo lavorato tanto, sono stato con la squadra 23 giorni a Sierra Nevada. Non ero mai stato così tanti giorni in altura. Tutto il lavoro è stato perso, perché poi a luglio non ci sono corse. Quindi mi sono fermato perché non avrei mai tenuto la condizione fino a fine stagione. Nel momento in cui stavo tornando ai miei valori mi sono rotto la clavicola. 

Quindi, meglio rimboccarsi le maniche e ripartire verso il 2025.

Penso che tutte le fatiche fatte in una stagione siano oro colato per quella successiva. Non ho mai mollato e la voglia è di ripartire forte.

Il punto con Battistella: senza Grandi Giri e con il sogno tricolore

08.05.2024
4 min
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Mentre le ruote dei corridori al Giro d’Italia corrono velocemente lungo tutto lo Stivale, quelle di Samuele Battistella hanno appena ripreso a girare. Il corridore dell’Astana Qazaqstan Team continua la sua stagione senza grandi corse a tappe. Mentre state leggendo, Battistella sarà lungo le sue strade ad allenarsi in vista dei prossimi impegni. Dopo la Freccia Vallone rientrerà alle gare al Giro di Svizzera, a inizio giugno. 

«Dopo la Freccia – ci racconta dopo colazione mentre è seduto sul divano – ho fatto una pausa di quattro giorni, obbligata. In Belgio mi sono preso una bella bronchite che mi ha costretto a fare un ciclo di antibiotico, ho ripreso ad andare in bici da qualche giorno. Tutta la squadra presente ai Baschi si è ammalata, quindi mi sa che era una cosa che girava in gruppo. Poi il freddo incontrato in Belgio non ha aiutato».

Battistella cercherà di limare i particolari che fino ad ora non gli hanno permesso di cogliere la vittoria
Battistella cercherà di limare i particolari che fino ad ora non gli hanno permesso di cogliere la vittoria

Verso il tricolore

Da casa, Battistella partirà per andare a fare un lungo periodo di altura insieme ai compagni di squadra rimasti. La pausa arriva dopo un inizio di stagione che lo ha visto spesso protagonista ma non ancora vincente. E’ mancato sempre qualcosa, ma si lavora per limare il dettaglio. 

«Fino ad ora – prosegue – ho messo insieme 35 giorni di gara, avevo bisogno di staccare un po’. Non troppo in realtà, per non perdere tutto il lavoro fatto. Adesso da qui a fine giugno l’obiettivo è arrivare al campionato italiano al massimo della condizione, la maglia tricolore è nel mirino da inizio anno. Il 15 maggio partirò con la squadra per Sierra Nevada e faremo 20 giorni di ritiro. Un grande blocco di lavoro per arrivare direttamente al Giro di Svizzera. Lavoreremo su quello che è mancato in questi primi mesi e cureremo i dettagli».

Battistella tra pochi giorni andrà in ritiro con la squadra a Sierra Nevada
Battistella tra pochi giorni andrà in ritiro con la squadra a Sierra Nevada
Cosa è mancato fino ad ora per vincere?

Davvero una piccola percentuale che spero di trovare da qui in poi. Ho corso spesso, quindi è stato difficile allenarsi a casa e farlo anche bene. Dovendo curare il recupero post gara e pre gara, non è mai stato possibile fare blocchi di lavoro troppo lunghi. 

A che livello ti senti?

Superiore rispetto alle altre stagioni. Ho disputato solo gare WorldTour o di alto livello portando a casa tanti podi e piazzamenti significativi.

Pensare gli altri al Giro ti fa male? Ti manca?

Avendo corso tanto no, non sarei stato in grado di farlo al meglio, sarebbe stato un impegno troppo esagerato. Sto bene e sono contento, ho corso di più e curato maggiormente i ritiri in altura. Magari da qui a fine stagione farò il Tour o la Vuelta, sono comunque una riserva. 

Per Battistella il miglior piazzamento in un Grande Giro è il secondo posto di tappa alla Vuelta nel 2022
Per Battistella il miglior piazzamento in un Grande Giro è il secondo posto di tappa alla Vuelta nel 2022
La scelta di non fare Grandi Giri è stata tua?

Ne ho ragionato insieme al team alla fine della scorsa Vuelta. Avevo preparato la gara molto bene con un bel periodo di altura ed ero pronto. Poi però mi sono reso conto che le occasioni concrete per fare bene erano poche, una o due su tutte e tre le settimane. Mi sono detto: «Ho fatto un mese di preparazione intenso e lo posso sfruttare pochissimo». Così ho deciso di concentrarmi su obiettivi più concreti.

Di fatto puntando a corse più adatte a te.

Esatto, Parigi-Nizza e Baschi mi si addicono per percorso e livello in corsa. Sono appuntamenti dove gli uomini di classifica non arrivano al 100 per cento. In più nelle grandi gare a tappe devi metterti a disposizione del capitano, cosa che faccio volentieri, ma che comunque abbassa il numero di tappe alle quali puntare. Con un calendario come quello del 2024 posso concentrarmi sulle mie prestazioni, poi se ci sarà bisogno di me sarò a disposizione dei miei compagni, chiaramente. 

Correndo solo brevi gare a tappe riesce ad essere più fresco e pronto, rimanendo ad alti livelli
Correndo solo brevi gare a tappe riesce ad essere più fresco e pronto, rimanendo ad alti livelli
Ne hai fatto un discorso personale, per dimostrare il tuo valore.

Dopo anni a un buon livello finalmente sento di aver fatto un ulteriore gradino, mi sento bene. La stagione è lunga e di obiettivi ce ne saranno, ora c’è il campionato italiano nel mirino. Non nego che mi piacerebbe anche ritagliarmi lo spazio per indossare la maglia azzurra, magari per i mondiali. Ho già corso in Australia ed è stato fantastico, sarei felice di essere presente ad un appuntamento del genere anche solo per aiutare un capitano.

Come si prepara una stagione senza grandi Giri?

11.01.2024
4 min
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Samuele Battistella (foto Instagram in apertura) è pronto a mordere l’asfalto torrido dell’Australia, per il quale serve un adattamento specifico. Il corridore dell’Astana vuole riprendere il feeling con la vittoria e tanto passerà dai suoi obiettivi della stagione. Battistella stesso in una nostra precedente intervista ha usato parole molto chiare. 

«Non credo di fare grandi Giri – ha detto – ma mi concentrerò solo ed esclusivamente su gare di un giorno e brevi corse a tappe. Ho visto che con i mostri sacri che ci sono, anche andare in fuga e fare risultato è sempre meno possibile. In questo modo, senza partire con la classica preparazione per il Giro d’Italia, eviterò di sacrificare delle corse di primavera che si fanno nel periodo dell’altura». 

Battistella avrà come primo obiettivo di stagione la campagna delle Ardenne
Battistella avrà come primo obiettivo di stagione la campagna delle Ardenne

Tre macrocicli

Come si prepara, nello specifico, una stagione senza grandi corse a tappe? Cosa varia nella preparazione? Nella gestione della condizione e nella cura dei dettagli? Di tutto questo parliamo con il suo preparatore: Maurizio Mazzoleni, che si trova in Spagna per il secondo training campo dell’Astana Qazaqstan Team

«A livello generale – ci dice il preparatore – si modificano i macrocicli. Quando si corrono uno o due grandi Giri si fanno due macrocicli di lavoro. Con una fase di recupero tra l’uno e l’altro. Per quelli che sono gli obiettivi di Battistella nel 2024, quindi senza grandi Giri all’orizzonte, cambiano delle cose. I macrocicli saranno tre: uno che parte dall’Australia e termina con le Ardenne. Il secondo con il focus del Giro di Svizzera e del campionato italiano ed il terzo previsto per settembre».

Battistella passerà comunque dal Giro di Svizzera, tappa fondamentale del suo cammino
Battistella passerà comunque dal Giro di Svizzera, tappa fondamentale del suo cammino
Tante corse a tappe di una settimana o corse di un giorno…

Servono per far crescere la condizione. Battistella dopo il Tour Down Under andrà all’Algarve e poi alla Parigi-Nizza. Da lì si fermerà per andare in altura e preparare le Ardenne. Successivamente faremo una fase di recupero, a maggio saremo ancora in altura per preparare Svizzera e campionato italiano. Samuele è segnato come riserva al Tour de France, quindi fare il Giro di Svizzera è utile qualora dovesse essere chiamato in causa. 

Poi come prosegue la stagione?

Finito il campionato italiano, ci sarà la fase più lunga di recupero, per poi iniziare il terzo ed ultimo macrociclo di lavoro. In quel caso prepareremo al meglio il finale di stagione: tra settembre e ottobre. 

Nello specifico in che modo si lavora senza l’obiettivo di un grande Giro?

La differenza vera e propria sta nei microcicli dove si tende a privilegiare l’intensità prestativa e la freschezza, così da poter fare tanti lavori specifici. Si faranno meno triplette (tre giorni di carico, ndr) ma si faranno due giorni di allenamento intensi intervallati da un recupero. 

I periodi di altura saranno più intensi e dedicati a lavori di qualità (foto Instagram)
I periodi di altura saranno più intensi e dedicati a lavori di qualità (foto Instagram)
Che differenza ci sarà per Battistella?

Quando ha fatto i grandi Giri, andava a caccia di tappe oppure era a supporto del leader. In questi casi si lavora nelle settimane prima della corsa cercando la condizione. Si fanno gare minori come Tour of the Alps o Svizzera per definire la condizione, lasciando comunque un margine di crescita. Per obiettivi secchi come le Ardenne si fanno blocchi di lavoro più intensi e si passa da gare di avvicinamento come Giro di Sicilia o Paesi Baschi. Il prima non cambia, l’obiettivo sì.

Serve maggior freschezza per essere competitivi…

Le quattro o cinque settimane alla fine dell’altura non avranno uno sforzo unico, ma più gare singole. Le tipologie di allenamento fatte in precedenza, quindi, variano. Faremo lavori più intensi e intervallati e tanto dietro motore. 

La stagione si concluderà a ottobre dopo il terzo e ultimo macrociclo di preparazione
La stagione si concluderà a ottobre dopo il terzo e ultimo macrociclo di preparazione
Il recupero come viene gestito?

La fase di recupero è più corta, abbiamo bisogno di meno tempo. Una settimana di scarico e poi si comincia a costruire la condizione. 

E l’altura?

Faremo due o tre periodi. La prima in preparazione alle Ardenne, la seconda pre Svizzera. Se Battistella, come previsto, non dovesse fare il Tour de France, faremo una terza altura a luglio. Ma la gestiremo diversamente: sarà un’altura di recupero, senza lavori specifici. 

Si apre la caccia ai punti: Battistella debutta in Australia

02.01.2024
4 min
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E’ quasi tempo di tirar fuori la valigia. Il 9 gennaio si parte per l’Australia e anche per Samuele Battistella il nuovo anno prenderà il via, con quel filo di malinconia che certamente accoglierà il gruppo dopo l’assurda morte di Melissa Hoskins. Il veneto fa parte del gruppetto di italiani dell’Astana Qazaqstan Team in cerca di riscatto e mandati per questo agli antipodi. Fatta eccezione per Velasco, a ben vedere, tutti gli altri hanno alle spalle stagioni sfortunate da dimenticare.

«E’ stato un inverno tosto – dice – perché avendo finito la stagione tardi, sapere di cominciare dall’Australia non è stata proprio una bella notizia. Però mi sto preparando bene, voglio arrivarci come si deve. Avevo già fatto il Tour Down Under nel 2020 e poco dopo il nostro ritorno, chiusero tutto per il Covid e ce ne andammo in vacanze forzate. Da come mi hanno detto, il modo di correre è cambiato rispetto a quando l’ho fatta io, anche se sperare che non si vada a tutta sembra quasi irrealistico».

Samuele Battistella è nato nel 1998 a Catelfranco Veneto. E’ pro’ dal 2020, è alto 1,80 per 67 chili (foto Astana)
Samuele Battistella è nato nel 1998 a Catelfranco Veneto. E’ pro’ dal 2020, è alto 1,80 per 67 chili (foto Astana)

La serie degli intoppi

Il suo palmares, citando come d’abitudine il mondiale U23 del 2019, vede la vittoria alla Veneto Classic del 2021 (chiusa quest’anno al 6° posto) e due secondi posti alla Vuelta dell’anno successivo. Il 2023 è stato avaro di soddisfazioni, tolto un paio di podi a inizio stagione. C’è bisogno di risalire la china.

«Sicuramente – dice Battistella – la cosa più importante del professionismo è la costanza. Il modo migliore per andare in forma e fare risultati è avere dei periodi senza nessun problema. So che è difficile, a me ne sono capitati molti e questo rende tutto più difficile. Gli intoppi dipendono da tante cose, basta anche che venga fatta una variazione del calendario. Ti ritrovi a correre in un momento in cui dovresti allenarti ed è probabile che ti succeda qualcosa. La squadra mi ha sempre appoggiato, ma certe cose capitano. In questi anni ho fatto dei bei risultati, ma potevo fare molto meglio e cercherò di recuperare quest’anno».

Al Giro di Svizzera, all’indomani della morte di Mader, parlando con Van Aert
Al Giro di Svizzera, all’indomani della morte di Mader, parlando con Van Aert

Sempre per vincere

Probabilmente ci sono corridori che possono permettersi di ragionare in modo ambizioso e altri che farebbero bene a restare con i piedi per terra. Però a volte si ha la sensazione che la necessità di programmare e definire tutto secondo numeri e schemi li distragga dalla voglia di fare sempre risultato. Per questo aver sentito pochi giorni fa il proclama di Ayuso, che cercherà la vittoria in ogni corsa del 2024 è sembrato un gran bel modo di ragionare.

«Quest’anno non penso a obiettivi precisi – sorride Battistella – in ogni gara cui andrò cercherò di fare il meglio possibile, se possibile di vincere. Cercherò veramente di vincere il più possibile quest’anno perché è da un po’ che non ci riesco e questo sta cominciando a darmi fastidio. La cattiveria c’è sempre, l’indole vincente viene a sé, ma è innegabile che dopo tanto tempo senza alzare le braccia, qualcosa perdi. Anche solo in termini di fiducia».

Questa la colorazione della sua Wilier Filante SLR: l’azienda veneta ha fornito diverse livree per la squadra (foto Astana Qazaqstan Team)
Questa la colorazione della sua Wilier Filante SLR: l’azienda veneta ha fornito diverse livree per la squadra (foto Astana Qazaqstan Team)

Nessun grande Giro

Il ragionamento porta dritto a un programma che ricorda quello di Diego Ulissi: nessun grande Giro e solo corse in cui sia possibile fare risultati e punti, per una Astana che non naviga in acque calme della classifica e si sta aggrappando a Cavendish per il suo record, ma deve anche pescare fra i suoi uomini chi sia capace di fare punti in abbondanza.

«Ho fatto in avvio più lavori rispetto all’anno scorso – spiega Battistella – cercando di rientrare prima nella fatica delle corse, anche per abituare la gamba. Mi sarei comunque fermato meno del solito, perché la pausa troppo lunga rende più complicato rientrare nel peso forma. Ma la stagione non deve finire in Australia, per cui ho lavorato per arrivarci bene, ma di sicuro non sarà l’obiettivo principale. Non credo di fare grandi Giri, ma mi concentrerò solo ed esclusivamente su gare di un giorno e brevi corse a tappe. Ho visto che con i mostri sacri che ci sono, anche andare in fuga e fare risultato è sempre meno possibile. In questo modo, senza partire con la classica preparazione per il Giro d’Italia, eviterò di sacrificare delle corse di primavera che si fanno nel periodo dell’altura.

«Preferisco correre, la Liegi è la mia corsa preferita. In altura ci andrò prima delle classiche e poi prima del campionato italiani e durante il Tour de France. Un’altra infine la farò per il finale di stagione che è zeppo di gare italiane di un giorno. Sono sicuro che prima o poi tutto il lavoro che sto facendo verrà ripagato. Ne sono convinto».

Il pro’ e il Garmin Edge 840: Battistella ha qualcosa da dirci

20.05.2023
4 min
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REGGIO EMILIA – Garmin è in continuo fermento. Evoluzione segue evoluzione e l’ultimo gioiellino del brand tecnologico è il Garmin Egde 840, che punta molto sulla grafica e le info relative al percorso.

Peculiarità di questo ciclocomputer sono la versione Solar e la funzione ClimbPro. La versione Solar è una ricarica ad energia solare che aumenta la capacità della batteria fino a 25′ in più per ogni ora. Mentre la funzione ClimbPro visualizza le salite (planimetria e profilo) su ogni percorso che si sta affrontando e non bisogna precaricarle.

Il Garmin Edge 840 ha uno schermo di 2,6”, pesa meno di 89 grammi e la sua batteria arriva fino a 32 ore di uso consecutivo. Ma se queste sono (brevemente) le sue caratteristiche, come può essere ottimizzato nel suo uso?

A questa domanda può rispondere Samuele Battistella che lo sta utilizzando già in questo Giro d’Italia. Nelle prime frazioni glielo avevano fornito e il corridore dell’Astana-Qazaqstan ne ha subito approfittato. A lui abbiamo chiesto alcune info su questo strumento e in particolare come se ne serve un professionista.

Il corridore dell’Astana sta utilizzando l’Edge 840 al Giro
Il corridore dell’Astana sta utilizzando l’Edge 840 al Giro
Samuele, come utilizza il Garmin un corridore professionista?

Parlo per me, ma credo che valga per molti altri colleghi, ho due schermate principali, una per gli allenamenti e una per la gara. Nella prima metto tutte le informazioni per allenarsi, quindi velocità, velocità media, distanza, elevazione… In più ho una pagina dedicata ai lavori. Quando “faccio il lap” ho i watt medi di quel giro appunto, la frequenza cardiaca… in modo da capire bene come sto facendo i lavori.

E poi c’è quella dedicata alla gara…

In gara voglio vedere la mappa, la distanza e il tempo, perché comunque in gara non guardo i battiti o la velocità media.

La mappa?

Esatto, la mappa la guardo e anche spesso perché tante volte affrontiamo percorsi che non conosciamo. Soprattutto discese che non conosciamo. Con la planimetria sul display riesco a capire come impostare le curve. Riesco a vedere se stringono, se ci sono tornanti… Questo magari non molti lo fanno, però secondo me aiuta. Se devo decidere di spingere in discesa almeno sono abbastanza sicuro di com’è. Anche perché non abbiamo tanto margine di errore, appena sbagliamo una curva c’è il guardrail o qualcos’altro. Meglio affrontarle in sicurezza.

Per Battistella due grandi schermate: una per gli allenamenti e una per le corse
Per Battistella due grandi schermate: una per gli allenamenti e una per le corse
Questo nuovo Garmin Edge 840 ha anche delle funzioni specifiche per la salita, come la ClimbPro…

Esatto e sono molto utili perché tra le altre cose c’è l’indicazione della pendenza. Tu sai quando spiana, quanti chilometri mancano alla fine e ti aiuta anche di testa. Quando sei al limite sai quanto devi tener duro, quanto devi andare oltre il limite per scollinare la salita. Oppure in certi punti vedi che la pendenza molla un po’ e recuperi un attimo.

E lo hai usato per esempio verso Fossombrone quando eri in fuga?

Ammetto che uno sguardo l’ho buttato, però avevo studiato bene la tappa, anche perché era molto semplice, c’erano solo 3-4 salite nel finale. Poi lì poi dipende sempre dalle gambe, anche se hai uno strumento che ti permette di conoscere la salita!

A livello di touch come ti trovi?

Molto bene, secondo me questa è la misura migliore perché non è troppo grande, né troppo piccola. Quindi si riesce a vedere bene la schermata, ma allo stesso tempo il ciclocomputer è leggero. Il giusto compromesso insomma.

E invece la funzione ClimbPro, appunto con tutte queste info sulla scalata, quando si guarda di più in corsa?

Quando ci sono le salite lunghe, specie se sono davanti. Mi aiuta a gestirmi bene. In una salita di 30′-40′ non puoi andare a tutta dall’inizio alla fine. Devi rispettare i tuoi watt perché magari la prima la tieni, ma poi nelle altre salti. Mentre non uso questa funzione nelle tappe nervose o nelle salite corte.

La schermata della funzione ClimbPro
La schermata della funzione ClimbpPro
Perché?

Perché essendo “velocino” devo cercare di restare lì per poi fare la volata.

Passo indietro, Samuele, oltre alla schermata, cosa controlli principalmente quando ti alleni?

Chiaramente i watt, ma dipende sempre dal tipo di allenamento che devo fare. Se devo fare un segmento in un certo modo, spingo il lap e osservo: potenza, il tempo del lap stesso, la potenza media, la cadenza, la frequenza cardiaca istantanea e quella media, la distanza e la velocità. Tanto più se devo fare 2-3 minuti a un determinato wattaggio, per poi aumentare ancora. Così ho sempre tutto sotto controllo e riesco a vedere bene cosa faccio.

Quando invece devi andare via regolare?

In quel caso ho la schermata generale, quindi il tempo, la pendenza, l’ora del giorno, la velocità. Però sinceramente quando ho questa schermata vuol dire che non ho lavori e non guardo molto il ciclocomputer.

Un caffè con Battistella e quello scatto alla Freccia

22.04.2023
4 min
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Al penultimo passaggio sul Muro d’Huy, Samuele Battistella era nelle prime posizioni. Poco prima della linea d’arrivo, dove la pendenza si addolcisce, aveva spinto forte. Poi dopo qualche pedalata si era voltato. Forse era troppo avanti, non oltre la terza, quarta posizione. Si vedeva che voleva fare qualcosa. E infatti…

Giusto il tempo di vedere sfilare le ammiraglie, che quando abbiamo rimesso gli occhi sul monitor il corridore dell’Astana Qazaqstan era in fuga. Era quasi impossibile che arrivasse quel tentativo, si sapeva, ma era un bel segnale da parte di Samuele. Per la prima volta si è fatto vedere in questa stagione e per di più lo ha fatto su un palcoscenico importante.

L’affondo nel giro finale della Freccia: un bel segnale da parte di Samuele
L’affondo nel giro finale della Freccia: un bel segnale da parte di Samuele

Segnali positivi

«Diciamo che sono soddisfatto – racconta Battistella – perché magari non tutti lo sanno, ma io arrivo da un mese in cui non sono stato per niente bene di salute. Ho avuto delle influenze veramente pesanti che mi hanno portato proprio a zero.

«Ho provato ad anticipare perché sapevo che non avrei avuto nessuna possibilità con i big. Ma è stato importante anche perché è stata una fuga di gambe. Una fuga che ho promosso io su uno strappo e questo mi dà fiducia.

«Come mai sono stato così male? Già non ero okay prima di alcune corse, vedi la Ruta del Sol, e alla fine dopo la Tirreno ero davvero kappaò. Ho fatto delle analisi e sono emersi valori per i quali mi sono dovuto fermare. Un periodo di stop totale. Poi sono sono andato sul Teide e da lì ho ripreso piano, piano. Quasi da zero. Di fatto è una ventina di giorni che pedalo di nuovo».

Battistella (classe 1998) al termine della Freccia Vallone
Battistella (classe 1998) al termine della Freccia Vallone

Più gambe, più morale

Spesso in certi casi il linguaggio del corpo vale più delle parole e a parlare è il tono di Battistella. Un tono squillante. E lo era anche subito dopo l’arrivo della Freccia, con tutta la stanchezza addosso.

«Ho lavorato bene questo mese – va avanti il veneto – e se devo dire la verità, per come ero messo non sapevo neanche se sarei riuscito a partecipare a queste classiche, perché la mia forma era davvero molto scarsa. Però dai, già l’altro giorno all’Amstel sono andato abbastanza bene e alla Freccia ancora meglio. Mi manca quella percentuale per arrivare davanti, ma vedo che sto crescendo passo dopo passo».

E il giorno successivo alla Freccia, Samuele era ancora più sereno. Mentre si preparava un caffè, ci raccontava che aveva analizzato i dati della sua gara e ne erano emersi finalmente dei buoni valori.

Samuele Battistella sul Muro d’Huy. Il veneto ha ripreso a correre all’Amstel dopo 46 giorni senza gare nel pieno della stagione
Samuele Battistella sul Muro d’Huy. Il veneto ha ripreso a correre all’Amstel dopo 46 giorni senza gare nel pieno della stagione

L’importanza di correre

Cambiano le metodologie di allenamento. Vediamo, per esempio, che Roglic ed Evenepoel prima del Giro d’Italia correranno poco, ma la gara resta la gara. E questa serve per il ritmo, per i picchi di fatica, per la testa. E in tal senso per Battistella è stato importante aver corso l’Amstel Gold Race, forse più della Freccia, anche se lì ha disputato una gara senza squilli.

Fare una “quasi monumento” senza la minima certezza vuol dire molto. Un corridore vive anche di sensazioni. Samuele è uscito, anzi si è ritirato, dalla Tirreno distrutto. E 46 giorni dopo eccolo concludere una classica con un sacco di curve, di muri e 3.300 metri di dislivello ad oltre 42 di media.

«E’ vero, l’Amstel è stata importante – ha detto Battistella – adesso sto ragionando passo dopo passo, cercando di far rientrare tutto nei piani, ma senza affrettare i tempi perché comunque il tempo ci vuole affinché la condizione sia quella giusta. Anche perché voglio essere al top per il Giro d’Italia. Manca ancora un po’, ma va bene così».