Lopez schianta il Colorado e il suo diesse parla chiaro

28.01.2023
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Miguel Angel Lopez conquista l’Alto del Colorado e, a dirla tutta, ce lo aspettavamo. Il colombiano del Team Medellin, licenziato dall’Astana assieme a un massaggiatore, aveva lo sguardo laser già da un paio di giorni. E quando si è creata l’occasione di attaccare, ha dato gas e tanti saluti a tutti.

«Non pensavo di andare via da tanto lontano – dice dopo l’arrivo – avevo in testa uno sprint negli ultimi 500 metri. Il finale stagione è stato complicato. Ma passate le feste, dal primo gennaio ho ricominciato ad allenarmi nel modo giusto».

Alla partenza, i ragazzi dell’Astana avevano un anello nero al braccio, in ricordo di Inselvini
Alla partenza, i ragazzi dell’Astana avevano un anello nero al braccio, in ricordo di Inselvini

Un minuto per Umberto

Era cominciato come un pessimo giorno. La notizia della morte di Umberto Inselvini aveva gelato il gruppo di quelli che lo conoscevano. Al raduno di partenza si rincorrevano i ricordi degli aneddoti di vita con il massaggiatore bresciano, portatore sincero di umiltà, curiosità e di una cultura costruita in anni di attese, esperienze, domande, racconti, confronti. Lo vedevi alle partenze e agli arrivi, a volte anche negli hotel. E ogni volta che lo salutavi, ti sentivi più ricco e ti chiedevi se avessi lasciato qualcosa anche a lui.

I corridori dell’Astana e tutti gli italiani si sono schierati alla partenza con un giro di nastro nero sul braccio, poi la tappa era partita e il vento, i paesaggi, l’adrenalina avevano portato tutto con sé.

«E’ un grande dolore – dice Lopez commosso – perché Umberto era una persona con cui ho condiviso tanto. Mi ha massaggiato per un anno, ma mi restano i ricordi delle lunghe trasferte fatte insieme. Penso alla sua famiglia. Era un uomo che si è sempre preso cura di me».

Critiche all’Astana

La fuga di Tarozzi, ripreso dal vecchio Messineo. Poi l’allungo poco convinto di Evenepoel. Quindi l’attacco di Lopez con Higuita appresso e Ganna con Bernal sulle spalle. Egan voleva mettersi alla prova, ma si è visto che ancora qualcosa manca e probabilmente era questo il test che cercava.

Sul traguardo all’Alto del Colorado, con gli occhi rossi per l’emozione, il tecnico del Team Medellin è al settimo cielo e ne approfitta anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

«Quando abbiamo saputo che Miguel Angel era senza squadra – dice Jose Julian Velasquez – ci sono voluti 30 secondi per ingaggiarlo, non serviva di più. Credo in Superman. E’ uno dei migliori corridori al mondo, lo ha dimostrato e continua a dimostrarlo. Non so molto della situazione, l’unica cosa è che credo in lui, credo nei corridori colombiani. Mi sono affrettato a prendere una decisione per dargli una possibilità. Penso che l’Astana abbia sbagliato. Potrei dire che sono stati ipocriti e carenti di umanità. Perché prima ci sono le persone e poi i ciclisti».

Lopez voleva attaccare solo nel finale, poi ha preferito non correre rischi
Lopez voleva attaccare solo nel finale, poi ha preferito non correre rischi

Il futuro di Lopez

Dalle sue parole traspare orgoglio, lo stesso che in qualche modo abbiamo visto nei giorni scorsi negli occhi di Quintana, il quale giusto ieri ha annunciato che parteciperà ai campionati nazionali.

«Miguel Angel – prosegue Velazquez – aveva bisogno di una squadra che lo apprezzasse e lo sostenesse. Ed è quello che abbiamo fatto con lui in questi giorni, ma siamo anche consapevoli che forse fra un giorno, una settimana o un mese potrebbe ricevere l’offerta da una grande squadra. Sarebbe un piacere per me rompere il suo contratto, perché lui torni a rappresentare tutti i colombiani in un Giro d’Italia, una Vuelta a España o un un Tour de France. Tutta la squadra, a partire dal nostro capitano Sevilla, è stata orgogliosa di averlo e glielo dimostra con gesti piccoli ma importanti, ad esempio dandogli il posto davanti in macchina. Ma vedo anche la sua umiltà. L’organizzazione di questa gara gli ha offerto biglietti di prima classe, ma lui ha scelto di viaggiare con tutta la squadra in classe economica».

Una piccola squadra

Lopez adesso è al comando della Vuelta a San Juan, con 30 secondi giusti di vantaggio su Ganna, alla vigilia di due tappe veloci in cui il gigante piemontese potrebbe voler tentare l’allungo. Pippo ha commentato che dopo quattro giorni al servizio della squadra, questa volta la Ineos ha lavorato per lui.

«Siamo una piccola squadra – dice Lopez – non siamo al livello delle WorldTour, ma non ci manca niente. Sevilla è il nostro capitano di strada, ha grande esperienza, conosce bene il terreno e mi ha aiutato lui nel momento dell’attacco. Vedremo come andrà a finire. Siamo venuti qui per goderci questa corsa e aver raggiunto questo risultato mi mentalizza e mi dà un bel morale».