Francia senza capitani, cosa si inventa Voeckler?

08.06.2021
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Mentre da noi con il fresco contributo di Bugno si accende il dibattito sulla presenza di Nibali alle Olimpiadi, in Francia la situazione si fa spinosa e poco coerente con il rinomato attaccamento alla bandiera. L’armata transalpina, che sulla carta sarebbe stata la formazione da battere, ha perso il suo potenziale. E per il cittì Voeckler il quadro è tutt’altro che rassicurante.

Alaphilippe dice no

La prima spallata è venuta a metà maggio da Julian Alaphilippe. «D’accordo con il selezionatore della squadra francese e la Deceuninck-Quick Step – ha detto – rinuncio al mio posto di candidato alla selezione per le prossime Olimpiadi di Tokyo. E’ una decisione personale, attentamente ponderata. Sono stati definiti gli obiettivi di fine stagione e in questo senso vanno fatte delle scelte. Sarei molto orgoglioso di indossare la maglia della squadra francese per i prossimi campionati del mondo. Ovviamente auguro il meglio alla nazionale che sarà schierata in questa occasione».

Il cittì Voeckler alle prese con una selezione complicata
Il cittì Voeckler alle prese con una selezione complicata

Team e famiglia

Julian sta correndo per la prima volta il Giro di Svizzera (foto di apertura): un approccio al Tour completamente nuovo, che tiene conto anche dell’imminente nascita del suo primo figlio.

«La nascita del bambino – ha ripetuto più volte – è la cosa più importante per me». Il Tour in maglia iridata è un’occasione d’oro per tutti, la trasferta olimpica è meno allettante.

«Voglio dare tutto al Tour con la maglia di campione del mondo – sottolinea – senza sapere come lo finirò. E di conseguenza senza sapere se potrò fare bene a Tokyo sei giorni dopo Parigi. Anche la situazione sanitaria ha avuto un ruolo nella mia decisione. Non potevo permettermi di scommettere tutto sui Giochi, sacrificando ciò che è essenziale per me, senza essere sicuro che si svolgeranno».

Voeckler amaro

E Voeckler cosa dice? Capisce, si adegua, non fa salti di gioia e guarda ai mondiali. Il presidente federale francese ha scelto di non imporsi.

«Fa parte della vita di un atleta di alto livello fare delle scelte – dice il selezionatore francese – e di un tecnico adattarsi. Senza offendere gli altri corridori, su quel tipo di circuito, Julian sarebbe stato la nostra carta migliore. Perdiamo una grande occasione. Senza di lui, non sarà la stessa squadra. Sono convinto che la squadra francese farà la sua parte, ma non posso dire che abbiamo il corridore per vincere e che gli altri quattro correranno per lui».

Bardet è uscito bene dal Giro, ma si è chiamato fuori dalle Olimpiadi
Bardet è uscito bene dal Giro, ma si è chiamato fuori dalle Olimpiadi

Il rifiuto di Bardet

A questo punto, ci si sarebbe aspettati però che Voeckler convocasse gli stati generali, magari valorizzando il Giro in crescendo di Bardet. Invece no.

«Dopo una discussione a tre con lui e la squadra – ha detto il francese del Team Dsm – abbiamo deciso che non parteciperò ai Giochi Olimpici quest’anno. Con il team abbiamo grandi obiettivi che ci aspettano a fine stagione e con questo programma non sarebbe possibile raggiungere il massimo della forma a Tokyo».

Guillaume Martin (Cofidis) si candida per fare il leader della Francia a Tokyo
Guillaume Martin (Cofidis) si candida per fare il leader della Francia a Tokyo

Martin alza la mano

Il rifiuto è venuto da corridori inseriti in formazioni non francesi: non può essere un caso. E così basta guardare Oltralpe per rendersi conto che qualcuno che smania per andare c’è.

«Sono ancora un candidato per i Giochi – fa sapere Guillaume Martin della Cofidis – anche se sto aspettando di sapere quali sono i piani di Voeckler. Sono pronto ad assumere il ruolo di leader o co-leader. Ce l’ho già nel team Cofidis e non ho paura di affrontarlo a Tokyo. Se quest’estate vado al Tour in modo più rilassato rispetto agli ultimi anni, è anche per arrivare con un po’ più di freschezza alla corsa olimpica».

Gaudu sta recuperando da una caduta alle Canarie, farà Tour e Olimpiadi
Gaudu sta recuperando da una caduta alle Canarie, farà Tour e Olimpiadi

Ripresa Gaudu

I nomi a disposizione non sono poi molti e passano per quello di Barguil, Gallopin, Cavagna e soprattutto di Gaudu, al punto che all’interno della Groupama-Fdj si comincia a pensare che la brutta caduta delle Canarie durante l’ultimo training camp, che non ha avuto gravi conseguenze fisiche, potrebbe avere un ritorno positivo. A detta del suo allenatore infatti, essere arrivati al Delfinato in ritardo di condizione, potrebbe permettere al giovane francese di vivere un Tour in crescendo e arrivare al top proprio in Giappone.

Difficile capire se le illustri defezioni siano casuali e se gli atleti le abbiano accettate di buon grado. Probabilmente all’uscita degli anni del Covid, gli sponsor sono stati meno propensi a rinunciare ai campioni più pagati nel nome dell’ideale di Patria. Per il fascino delle Olimpiadi, purtroppo, un passo indietro di cui prendere atto.

Romain Bardet ruote nuove Shimano

Le ruote misteriose di Romain Bardet al Giro d’Italia

05.06.2021
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In una nostra recente intervista a Nicolas Roche, il corridore irlandese ci aveva rivelato che invidiava le ruote che il suo compagno di squadra Romain Bardet stava utilizzando al Giro d’Italia. Partendo da questa affermazione abbiamo cercato di capirne qualcosa in più.

Ruote eccezionali

Il Team DSM è molto legato a Shimano, tanto da montare gruppi, ruote, scarpe e caschi Lazer che sono sempre del marchio giapponese. Lo stesso Nicolas Roche ha parlato di ruote Shimano dalle prestazioni eccezionali, tanto da essere contate e riservate a capitan Bardet in occasione della Corsa Rosa. Sempre il corridore irlandese ci ha parlato di Shimano 650 con un profilo intermedio.

Nicolas Roche al Giro d'Italia con le ruote Dura Ace di serie
Nicolas Roche al Giro d’Italia con i cerchi Dura Ace di serie
Nicolas Roche al Giro d'Italia con le ruote Dura Ace di serie
Nicolas Roche al Giro d’Italia con i cerchi Dura Ace di serie che si trovano in commercio

Ruote nere senza scritte per Bardet

Non è un mistero che quest’anno Shimano è pronta per presentare i nuovi gruppi, Dura Ace su tutti, ma probabilmente ci sarà anche il nuovo Ultegra. Su questo non ci sbilanciamo, ma certamente è un indizio che ci porta a collegare le nuove ruote viste al Giro d’Italia al nuovo Dura Ace. Infatti, come da buona tradizione Shimano, insieme al gruppo vengono presentate anche le nuove ruote.
Per capirci qualcosa di più abbiamo analizzato le foto di Romain Bardet e del Team DSM all’ultimo Giro d’Italia. Dalle immagini che abbiamo visto si possono tranquillamente notare le ruote tutte nere, senza scritte usate dal campione francese.

Jai Hindley ruote Shimano nuove
Jai Hindley al Giro d’Italia con le nuove ruote Shimano
Jai Hindley al Giro d'Italia con le nuove ruote Shimano
Jai Hindley al Giro d’Italia con le nuove ruote Shimano. Si nota la differenza con il compagno di squadra con le Dura Ace di serie

Le aveva anche Hindley

Dalla nostra analisi abbiamo visto che anche Jay Hindley, finché è rimasto in corsa, era equipaggiato con le stesse ruote, mentre gli altri corridori della squadra olandese montavano ruote Dura Ace attualmente in commercio con tanto di scritte in evidenza.

Michael Storer nella tappa dell'alpe di Motta con Romain Bardet e le sue stesse ruote
Michael Storer nella tappa dell’Alpe di Motta con Romain Bardet e le sue stesse ruote
Michael Storer nella tappa dell'alpe di Motta con Romain Bardet e le sue stesse ruote
Michael Storer nella tappa dell’Alpe di Motta con Romain Bardet e le sue stesse ruote

E nell’attacco finale…

Questo però è vero fino a un certo punto, perché nella tappa con arrivo all’Alpe di Motta, quella in cui il Team DSM ha attaccato in discesa dal San Bernardino, c’era anche un altro corridore con le stesse ruote di Bardet, vale a dire il compagno di squadra Michael Storer. Si tratta del compagno che è rimasto più vicino al capitano della DSM, tirando sia in discesa che in salita. Sempre Nicolas Roche ci aveva detto che c’erano solo due coppie disponibili di queste ruote. Evidentemente il Team DSM ha optato per equipaggiare anche Storer con quelle ruote in modo che in caso di incidente meccanico o foratura di Bardet ci fosse un compagno pronto a dargli lo stesso tipo di ruota. Oppure un’altra ipotesi è che dopo il ritiro di Hindley si sia “liberato” un paio di ruote in più. Su questo non abbiamo certezza, ma le foto ci confermano che nella penultima tappa del Giro anche il corridore australiano aveva le nuove ruote.

Romain Bardet Giro d'Italia ruote nuove Shimano
Si nota come la gomma lavora bene in ampiezza
Romain Bardet Giro d'Italia ruote nuove Shimano
Dalla visuale frontale si nota come il pneumatico sia parallelo al cerchio, segno di un canale interno molto largo

Larghe e con profilo da 50 millimetri

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche non possiamo dire molto al momento, in quanto non c’è stata ancora nessuna comunicazione da parte di Shimano. Da quel che si vede dalle foto, sembrano ruote con un profilo da 50 millimetri, che in effetti è molto usato dai corridori anche in salita. Guardandole frontalmente si nota che il penumatico da 25 millimetri lavora nella sua massima ampiezza, senza fare l’effetto mongolfiera che di solito è indice di un cerchio stretto. Questo ci fa presupporre che la larghezza del canale del cerchio sia ampia da 21 o addirittura da 23 millimetri interni.
Per quanto riguarda il tipo di tipo di pneumatico Vittoria montato da Bardet, possiamo dire che si tratta di un tubolare visto il colore Para tipico di questo tipo di copertura.
A questo punto non ci resta che aspettare qualche settimana per vedere cosa presenterà Shimano e se le nostre supposizioni sono state corrette!

Caruso, follia, intelligenza e un giorno da campione

29.05.2021
6 min
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Guardalo in faccia, hai visto che grinta? Mancano 200 metri al traguardo, si abbassa sul manubrio e ha in faccia un ghigno di rabbia che non si vedeva da un pezzo. Oggi più che mai sta correndo per Damiano, oggi è tutto per sé. E’ un tardo pomeriggio sui monti fra l’Italia e la Svizzera e la sensazione di aver vissuto una giornata indimenticabile è chiara a tutti i presenti. In sala stampa è scattato l’applauso, come non accadeva da tempo. Guardalo in faccia, hai visto che grinta? E che splendida follia è stato il suo attacco?

Un giorno in alta quota sulle Alpi fra la Svizzera e l’Italia
Un giorno in alta quota sulle Alpi fra la Svizzera e l’Italia

Per Battaglini

«Lo so io quanto ho lavorato in questi anni per essere qui – dice – niente nasce per caso. Ho pensato a mille cose. Alla fatica di tre settimane. Al lavoro dei compagni. Al sogno che si realizzava. Ho pensato a Mauro Battaglini e al fatto che volevo dedicargli la vittoria come aveva fatto Bettiol. Sarebbe stato già contento del podio, con la tappa l’abbiamo mandato in estasi. Sono l’uomo più felice della terra».

In cima al passo Spluga si muovono i Dsm: Bilbao e Caruso in scia. Mossa vincente o follia?
In cima al passo Spluga si muovono i Dsm: Bilbao e Caruso in scia. Mossa vincente o follia?

Au revoir, Bardet

Guardalo in faccia, hai visto che grinta? Accelera ancora e questa volta il dannato francese si siede. Poveretto Bardet, non se lo merita proprio, ma quando uno sta sempre a ruota e ti dà la sensazione di volersene approfittare, ogni centimetro che si apre fra le ruote è una promessa di giustizia. E a due chilometri dall’arrivo il divario si amplia, Bardet si siede e Damiano vola via.

Bardet resta a ruota, non dà cambi: starà facendo il furbo?
Bardet resta a ruota, non dà cambi: starà facendo il furbo?

Follia e intelligenza

«Non c’era niente di pianificato – racconta – certe volte le cose nascono così e ci vuole un pizzico di follia e di intelligenza. Quando abbiamo visto che quelli del Team Dsm si erano portati davanti sul Passo Spluga, ho detto a Pello di venire con me davanti, che stava per succedere qualcosa. L’ho incitato per tutta la tappa e mentre lui tirava, pensavo che se qualcosa fosse venuto, sarebbe stato per merito suo. Chissà che cosa avremmo potuto fare se fossimo rimasti in cinque. Il 70 per cento di questa vittoria è suo. Alla fine ho deciso di dare tutto, per non vanificare il lavoro del mio compagno».

Binari contorti

Guardalo in faccia, visto che gioia? Sta in piedi in mezzo alla strada, mentre quelli della squadra lo abbracciano. Sul traguardo ha scosso il capo e mentre guarda verso l’arrivo è come se nei suoi occhi si stesse ricomponendo la scena. Caruso Damiano, siciliano di 33 anni, sta esattamente dove tutti credevamo potesse arrivare quando passò professionista. La vita ha binari che a volte si aggrovigliano e ogni bivio rischia di diventare decisivo. Damiano queste cose avrebbe potuto farle prima, ma prima non aveva la testa sgombra come ci ha raccontato qualche giorno fa. Cosa sarebbe cambiato se non avesse rinnovato il contratto con la Liquigas e fosse andato subito alla Bmc?

A 2 chilometri dall’arrivo, Damiano molla Bardet e va via da solo. La follia inizia a prendere forma
A 2 chilometri dall’arrivo, Damiano molla Bardet e va via da solo. La follia inizia a prendere forma

Oggi campione

«Da domani – dice – non diventerò mica un super vincente… Ma queste tre settimane mi hanno insegnato tanto, ho acquisito consapevolezza di quello che posso fare. Quando è caduto Landa, non sapevo che cosa fare. Poi qualcuno mi ha spinto a puntare in alto, a vincere una tappa e soprattutto a fare classifica. Ho corso per vincere, siamo corridori professionisti pagati per fare risultato. E io mi reputo un ottimo professionista, perché non ho mai vinto da campione. Eppure oggi ho avuto la mia giornata da campione».

Prima vittoria di tappa al Giro per Damiano Caruso e 2° posto più solido
Prima vittoria di tappa al Giro per Damiano Caruso e 2° posto più solido

Un grande cuore

Guardalo in faccia, visto gli occhi lucidi? Le emozioni sono come il battito del cuore quando sei fuori soglia. Pulsano vorticosamente, poi lentamente iniziano a posarsi e ricominci a respirare. E Damiano adesso, seduto su questa sedia che profuma di vittoria, sta pensando a tutti coloro che oggi e negli ultimi giorni hanno tirato per lui. Si commuove, perché per essere Damiano Caruso servono certamente delle grandi gambe, ma soprattutto serve il suo grande cuore. E oggi che il mondo del ciclismo si sta accorgendo di lui, lui ricorda chi c’è sempre stato e lì si ferma. Giusto così.

Al centro della strada, lentamente Caruso si rende conto della vittoria
Al centro della strada, lentamente Caruso si rende conto della vittoria

Svolta a Montalcino

«La gente sulla strada – dice – è stata stupenda oggi e per tutto il Giro. Sento che mi vogliono bene, forse perché ho sempre cercato di essere una persona corretta. Sono cresciuto con i miei valori e li ho portati avanti nel tempo. Prima di essere un ciclista, mi piace pensare di essere un uomo e una persona perbene. Quei gesti sul traguardo erano il modo di ricordare Mauro, mio padre e mia madre, mia moglie, i mei figli. Ho vissuto la prima parte della carriera in modo più tranquillo, ma questa volta mi sono lanciato nella sfida che è stata soprattutto una sfida per me stesso. Ho cominciato a sentire fiducia dopo la tappa di Montalcino, perché ero abbastanza convinto che mi avrebbero staccato. Da quel giorno ho cominciato a chiedermi: “Perché accontentarsi? Provaci, sogna in grande. Male che vada tornerai a essere il Caruso di prima. Perché non fare sogni impossibili?”. Per me questo Giro potrebbe finire anche qui».

L’attacco ha spiazzato Yates, che puntava al secondo posto invece perde 51″
L’attacco ha spiazzato Yates, che puntava al secondo posto invece perde 51″

Continua a sognare

Guardalo in faccia, visto che grinta? Gli occhi si riaccendono. Bene i valori e bene anche le dediche, ma perché non fare sogni impossibili? La crono di domani è lunga, Bernal dà la sensazione di temerla. Lo scorso anno, nel folle Tour di Pogacar e della rimonta su Roglic, Damiano fu settimo nell’ultima crono. E anche allora aveva negli occhi il fuoco.

Crono a tutta

«E infatti domani darò tutto – dice – non voglio fare calcoli, guardare tempi e numeri. Voglio godermi ogni minuto, dalla prova percorso al riscaldamento. Voglio godermi ciascuno di quei 30 chilometri. Domani per me sarà una giornata speciale, una grande chiusura. Certo che darò tutto. Il Giro non finisce stasera, teniamolo aperto fino a domani…».

Roche, gli sfottò di Bardet e una Scott che va veloce

29.05.2021
5 min
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Terzo a Stradella, perché alla fine l’ha passato anche Consonni, Nicholas Roche, figlio di Stephen e cugino di Daniel Martin, ha ormai più di un capello bianco ed essendo professionista dal 2005 ne ha anche il diritto. Avete idea di quanti pensieri, fatiche e situazioni si vivono in così tanto tempo? L’altro giorno lo avevamo chiamato in causa per il modo di correre furibondo di questi ultimi anni e per il problema della sicurezza che non dipende solo dai percorsi.

Oggi invece la curiosità verte sul suo strumento di lavoro, la bicicletta (nella foto di apertura al Tour of the Alps). Perché quando in carriera ne hai cambiate così tante, diventi una sorta di tester molto attendibile. E se da una parte è vero che se chiedete a qualsiasi corridore un’opinione sulla propria bici, vi risponderà (ogni anno allo stesso modo) che è la migliore di sempre, leggendo fra le righe è possibile cogliere le sfumature. Perciò, dato che dal 2014 Nico ha pedalato su Specialized, Pinarello, Bmc, Cervélo e ora Scott, ci siamo fatti raccontare qualcosa di più sull’ultima arrivata in casa Team Dsm. Partendo dalla discesa del Giau che, a detta di mezzo gruppo, col gelo e l’acqua ha messo a dura prova i freni di tutti i team.

Questa la Addict di Hindley, poi ritirato, al via del Giro
Questa la Addict di Hindley, poi ritirato, al via del Giro

«Ma per fortuna noi – dice – non abbiamo avuto problemi importanti. Abbiamo frenato tantissimo, ma sempre in sicurezza. Ho sentito i compagni e anche amici di altre squadre. Qualcuno è arrivato al limite».

Quando si cambia la bici, si chiedono informazioni agli amici oppure si prende a scatola chiusa?

Avevo chiesto a Matthews e Trentin, che abitano vicini a Monaco. Non avevo mai corso prima con Scott, ma quando entrambi mi hanno detto che è un’ottima bici per aerodinamica e rigidità, ci sono salito sopra più tranquillo. E devo dire che ho anche trovato subito la posizione.

Bardet ha fatto il record della discesa del Giau con ruote Shimano da 650
Bardet ha fatto il record della discesa del Giau con ruote Shimano da 650
Aerodinamica e rigida?

L’anteriore non lo smuovi, è molto preciso. Quando vai full gas con le ruote alte, diventa molto rigida e difficile da guidare. Devi trovare il giusto compromesso, scegliendo le ruote giuste. E devi saperla guidare. Io ad esempio la discesa del Giau l’ho fatta piano, a rischio zero, perché non avevo fretta di arrivare a Cortina. Mi sono fermato in cima, avevo finito il mio lavoro. Mi sono cambiato la maglia. Per me un Giro ben riuscito è un Giro che arriva a Milano. Non sono come i velocisti che vincono una tappa e vanno via. Ma se avessi dovuto fare la discesa del Giau con le ruote alte e a tutto gas, sarebbe stata un bell’impegno. Bardet per questo mi ha preso in giro.

Per cosa?

Perché secondo Strava ha fatto il record della discesa e mi ha dato 2 minuti. Lui ha usato delle ruote Shimano per me fantastiche da 650. Una mezza misura fra l’alto e il medio profilo. Io ero innamorato delle 650 senza dischi, ma ora che le hanno aggiornate, devo dire che sono davvero il top. Ma in squadra ne abbiamo soltanto due paia e le ha solo lui: per la bici da gara e su quella di scorta.

Con quali gomme state correndo?

Ho riscoperto i tubolari Vittoria. Devo ammettere che negli anni alla Cofidis non li amavo, invece dal 2017 con la Bmc, da quando hanno cambiato tanto anche in azienda, sono diventati un’altra cosa. Un altro mondo rispetto a 12 anni fa.

Hai mai fatto una volata con la Addict?

Sì ed è vero che è una bici che sa fare tutto. Non ho sprintato per vincere, ma al Tour of the Alps ho vinto lo sprint del gruppo a Naturno, alle spalle della fuga. Ha una buona velocità. L’anno scorso avevamo la bici per gli scalatori e la bici per quelli più veloci. In questa devo dire che convivono entrambe le anime e va bene anche per un corridore come me che pesa 70 chili e non 58 come gli scalatori.

Questa la volata di Naturno al Tour of the Alps, vinta su Padun
Questa la volata di Naturno al Tour of the Alps, vinta su Padun
Quando hai usato per la prima volta i freni a disco?

L’anno scorso con la R5. C’è stato un periodo di adattamento, poi si ricomincia a spingere e sposti più avanti il limite. Ci hanno venduto i freni a disco parlando della sicurezza, omettendo di dire che grazie ai dischi, ai telai sempre più aerodinamici e alle ruote velocissime, ci si spinge ancora più vicini al limite. Le discese sono pazzesche. In pianura si vola. Negli ultimi due o tre anni, c’è stato un salto di qualità pazzesco…

Per il resto della storia, tornate indietro di qualche pagina. Il tema merita un’attenta rilettura…

Attenzione, al Team DSM le apparenze ingannano…

20.04.2021
3 min
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Perdere in un solo colpo Hirschi, Kelderman e Matthews significa dover riscrivere l’asse portante della squadra e a prima vista il solo arrivo di Romain Bardet (nella foto di apertura) potrebbe sembrare troppo poco per il Team Dsm, ma attenzione perché la scelta dei dirigenti si è rivelata invece azzeccata.

Giro d’Italia 2021, Romain Bardet al debutto nella corsa rosa
Giro d’Italia 2021, Romain Bardet al debutto nella corsa rosa

Colpo Bardet

Il francese arriva al Team Dsm con la chiara intenzione di fare quell’ulteriore salto di qualità necessario da un lato per mettersi in luce nelle classiche e poi per centrare l’obiettivo di un Giro e proprio dall’Italia Romain ha cominciato per la prima volta nella sua carriera.

«Qui c’è un modo diverso di lavorare, tutto molto più organizzato», ha dichiarato dopo i primi giorni di ritiro. Non solo corse a tappe però, perché Bardet potrebbe essere impiegato anche come finalizzatore in alcuni tipi di classiche a lui più congeniali.

A fargli da contraltare nei grandi Giri ci sarà infatti Jai Hindley, la rivelazione dell’ultima corsa rosa, persa solo all’ultimo giorno. Il suo ritorno al Giro non è stato dei più fortunati, ma i numeri ci sono..

Tirreno-Adriatico 2021, Jai Hindley atteso a tante conferme
Tirreno-Adriatico 2021, Jai Hindley atteso a tante conferme

Attesa per Brenner

Il 2021 dovrebbe poi essere l’anno della crescita definitiva per Marco Brenner, tedesco che nelle categorie giovanili ha dimostrato una straordinaria propensione per le corse a tappe come aveva evidenziato al Giro di Lunigiana, conquistando ben 3 tappe su 4. Dopo i primi approcci fra i pro’, è ora di iniziare a mostrare il suo talento. Per le classiche poi ci sono atleti esperti, come Benoot e i fratelli Kragh Andersen, insomma a ben guardare, chi lo ha detto che il Team DSM si è indebolito?

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Thymen ArensmanDeilNed04.12.19992020
Nikias ArndtBuchholzGer18.11.19912013
Romain BardetBrioudeFra09.11.19902012
Tiesj BenootGandBel11.03.19942015
Cees BolZaandamNed27.07.19952019
Marco BrennerBerlinoGer27.08.20022021
Romain CombaudSt.DoulchardFra01.04.19912015
Alberto DaineseAbano TermeIta25.03.19982019
Nico DenzWaldshut Ger15.02.19942016
Mark DonovanPenrithGbr03.04.19992018
Nils EekhoffRijsenhoutNed23.01.19982020
Felix GallNussdorf Aut27.02.19982020
Chad HagaMc KinneyUsa26.08.19882011
Christopher HamiltonBendigoAus18.05.19952017
Jai HindleyPerthAus05.05.19962018
Max KanterCottbusGer22.10.19972018
Asbjorn Kragh AndersenFredericiaDen09.04.19922014
Soren Kragh AndersenMiddelfartDen10.08.19942016
Andreas LeknessundTromsoNor21.05.19992021
Niklas MarklQueidersbachAut03.03.19992021
Joris NieuwenhuisDoetinchemNed11.02.19962017
Casper PedersenCopenaghenDen15.03.19962017
Nicolas RocheConflans (FRA)Irl03.07.19842005
Martin A.SalmonGermersheimGer29.10.19972020
Michael StorerSydneyAus28.02.19972018
Florian StorkBundeGer27.04.19972019
Jasha SutterlinFriburgoGer04.11.19922014
Martijn TusveldUtrechtNed09.09.19932017
Ilan Van WilderJetteBel14.05.20002020
Kevin VermaerkeS.Margarita Usa16.10.20002019

DIRIGENTI

Ivan SpekenbrinkNedGeneral Manager
Rudie KemnaNedDirettore Sportivo
Wilbert BroekhuizenNedDirettore Sportivo
Roy CurversNedDirettore Sportivo
Sebastian DeckertGerDirettore Sportivo
Michiel ElijzenNedDirettore Sportivo
Gerben HeidstraNedDirettore Sportivo
Marc ReefNedDirettore Sportivo
Luke RobertsAusDirettore Sportivo
Albert TimmerNedDirettore Sportivo
Hans TimmermansNedDirettore Sportivo
Philip WestGbrDirettore Sportivo
Ben WiddershovenNedDirettore Sportivo
Matthew WinstonGbrDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Da Cervélo a Scott ed ecco arrivare per Bardet e i suoi compagni le Addict RC, le Foil e non per ultime le Plasma. Bici montate completamente Shimano, con pneumatici Vittoria Corsa.

CONTATTI

TEAM DSM (Ned)

Birnieweg 15, 7418 HH Deventer (NED)

cycling@keep-challenging.com https://team-dsm.com

Facebook: @WeAreTeamDSM

Twitter: @teamdsm

Instagram: weareteamdsm

Bardet al Giro, sì o no? Poche ore e lo sapremo

29.03.2021
4 min
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Nove stagioni nella stessa squadra non sono poche. Tanto è stato il tempo che Romain Bardet ha militato nell’Ag2r La Mondiale (oggi Ag2R Citroen). Da quest’anno il trentenne francese ha deciso di cambiare. Dopo una stagione particolare come quella del Covid, per lui piuttosto anonima, è passato al Team DSM.

Anche per Romain la carriera è arrivata ad una sorta di bivio: essere davvero un grande o cambiare obiettivi e aspirazioni. Un po’ come per il suo “gemello” Pinot, l’etichetta di eterno giovane comincia a non essere più così calzante.

Bardet in allenamento sulle strade di casa, quelle del Massiccio Centrale
Bardet in allenamento sulle strade del Massiccio Centrale

Vorrei ma non posso

La Parigi-Nizza, qualche classica nelle Ardenne, l’amato Delfinato che si corre spesso sulle strade di casa e il Tour de France. Per quasi un decennio il copione di Bardet è stato questo. 

«Sono molto felice di aver firmato per la Dsm – aveva detto durante lo scorso autunno – Era arrivato il momento di cambiare».

Già, cambiare: ma siamo sicuri? Fino a qualche settimana fa Bardet aveva il Giro d’Italia nel mirino, adesso invece sembra aver rimesso in discussione un po’ tutto. Ed ecco che sono riemerse le dichiarazioni d’amore per la Grande Boucle, nonostante gli apprezzamenti all’Italia e alle corse italiane tra Strade Bianche e Tirreno.

Al Giro non ci è mai venuto, eppure potrebbe essere una corsa molto in linea con le sue caratteristiche di scalatore puro. Lui stesso ci confidò, in un Delfinato di qualche anno fa, che gli sarebbe piaciuto provarlo, ma ci disse anche che sponsor e aspettative del team erano tutte convogliate verso il Tour. Come a dire: vorrei ma non posso.

Romain Bardet_Tour2020
Bardet è stato all’Ag2r dal 2012 al 2020 cogliendo tre vittorie di tappa al Tour
Romain Bardet_Tour2020
Bardet è stato all’Ag2r dal 2012 al 2020 cogliendo tre vittorie di tappa al Tour

Se non ora, quando?

Adesso però non ha scuse. Il cambiamento di team e di preparazione era stato anche piuttosto netto. Lasciare le sue tradizioni, le sue certezze lo aveva fatto rimettere in gioco e questo era quello che voleva. 

Tra le varie dichiarazioni di Romain ce n’è stata una in particolare che ci ha fatto riflettere e che faceva pensare ad una svolta nel suo calendario: «Ero stanco di un programma di corse sempre uguale e del ruolo di leader indiscusso – aveva confidato all’Equipe in tempi non sospetti – E’ stato così dal mio secondo anno da professionista e non ho mai avuto la possibilità di crescere “all’ombra”. Alla Dsm non solo potrò lavorare con più calma e precisione, ma in più potrò fare gare anche solo per aiutare la squadra, senza per forza avere ambizioni personali. All’Ag2R dovevo vincere, ma il mio approccio non è mai stato realmente quello di vincere. Può sembrare strano ma è così».

Ecco che in qualche modo torna a galla il discorso della pressione, dello stress. E le sue parole sono assolutamente condivisibili, ma allora perché non optare per il Giro?

Bardet alla Strade Bianche, suo debutto stagionale, ha chiuso in 20ª posizione
Bardet alla Strade Bianche, suo debutto stagionale

Giro sì, Giro no

Tutto sommato Bardet si è ben comportato alla Strade Bianche, gara che ama particolarmente (forse gli ricorda i suoi trascorsi da biker), alla Tirreno ha lavorato bene e lui stesso ha detto di essere contento di quanto fatto. Specie dopo la crono conclusiva di San Benedetto del Tronto.

«È stato un inverno molto intenso per me, forse il più duro della mia carriera. Sono riuscito a migliorare la mia posizione. In Dsm hanno un ottimo software che permette di vedere dei feedback in tempo reale. Adesso guardiamo alle prossime gare».

E quindi vedremo finalmente Bardet al Giro d’Italia? Romain e la sua squadra hanno detto che scioglieranno i nodi a fine marzo, pertanto bisognerà attendere ancora qualche ora. Quel che è certo è che se dovesse essere al Giro, davvero darebbe uno scossone alla sua routine e forse alla sua carriera. Anche perché poi andrebbe alla Vuelta che ha fatto solo una volta (nel 2017). Insomma Bardet ha la possibilità di non essere più “Tourcentrico”, coglierà questa occasione? Lo sapremo a breve.

David Lappartient

Lappartient si toglie un sassolino

29.09.2020
3 min
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David Lappartient non ha peli sulla lingua. Il presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale ha salutato la stampa presenta ai mondiali di Imola, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe. Troppo e troppo caldi alcuni fronti perché potesse fare finta di niente. Dalle tematiche ambientali alla squalifica del direttore sportivo della Jumbo-Visma in occasione di un controllo sulla bici di Roglic, fino al protocollo per la sicurezza in corsa, passando per la spaccatura (da sanare) in seno al Cpa.

«C’è il sentore di un tentativo di destabilizzazione intorno al CPA – ha detto il presidente – come parte di una strategia globale per destabilizzare l’Uci e gli altri organi esistenti. Ovviamente ci sono alcuni aspetti da migliorare nel sindacato, tuttavia circolano molte notizie false. Ho visto il documento inviato ai corridori da persone che volevano creare un nuovo sindacato. Era chiaramente tutto falso, una manipolazione, per fornire argomenti non vere. E quando questo è stato spiegato ai corridori, l’hanno capito».

Zeeman, diesse Jumbo-Visma
Zeeman, a sinistra, il tecnico della Jumbo-Visma espulso dal Tour, qui con Frans Maasen
Zeeman, diesse Jumbo-Visma
Zeeman, a sinistra, il tecnico della Jumbo-Visma espulso dal Tour, qui con Frans Maasen
Sulle cattive abitudini

Alcune immagini del Tour de France hanno messo in cattiva luce il comportamento dei corridori, immortalati mentre gettavano rifiuti al di fuori delle aree previste. Al riguardo, esistono già delle multe, ma forse non basta. L’Uci ha messo l’ambiente al centro della sua mission, al punto che anche le maglie iridate e il merchandising ufficiale by Santini Cycling Group saranno realizzati con materiale riciclato.

«I tre rischi che minacciano il nostro sport – ha detto Lappartient – sono il doping, l’insicurezza, il cattivo comportamento ambientale. Al comitato direttivo del gennaio 2021 proporrò punizioni in tempo reale per i trasgressori. Un corridore che per questo si ritrovasse di colpo a due ore di distacco nella classifica generale potrebbe tenerne conto… Dovremo trovare misure coercitive e applicarle a partire dal primo febbraio».

L’incidente di Bardet

La necessità di scrivere un protocollo per il pronto intervento nei casi di commozione cerebrale, come già nel rugby, è stata già ampiamente citata in seguito all’incidente di Romain Bardet durante la 13ª tappa del Tour de France, tra Chatel-Guyon e il Puy Maria.

Romain Bardet_Tour2020
Romain Bardet, ritirato dal Tour dopo una brutta caduta
Romain Bardet_Tour2020
Romain Bardet, ritirato dal Tour dopo una brutta caduta

«Il professor Bigard (direttore medico dell’UCI) ha fatto grandi progressi», ha detto Lappartient. L’Uci lavora su questo argomento da oltre un anno. Il protocollo sarà attuato abbastanza rapidamente».

Su Zeeman espulso

Merijn Zeeman, direttore sportivo della Jumbo-Visma, è stato espulso dal Tour de France dalla Giuria Uci. Durante l’esame della bicicletta di Primoz Roglic al Col de la Loze (17ª tappa), è stato accusato di “intimidazioni, insulti e comportamenti scorretti nei confronti di un membro dell’Uci”. Il tecnico ha affermato che la sua reazione sia stata provocata da un danno alla bicicletta durante l’operazione.

«L’Uci – ha replicato seccamente Lappartient – non ha causato alcun danno alla bicicletta di Roglic. Abbiamo in nostro possesso il video dello smontaggio della bici da parte di un meccanico del World Cycling Center, lui stesso insegnante di meccanica. Lo smontaggio è andato bene. Non era accettabile che quel tecnico imprecasse contro il meccanico e il membro della Giuria. La sanzione è stata giusta».