Fa strano non vedere Thibaut Pinot lottare in testa al gruppo. Il francese è uno di quei corridori che ha sempre il coltello tra i denti. Con una tappa come quella di oggi, con arrivo in salita, sarebbe inserito di diritto nel lotto dei favoriti… stavolta però, probabilmente, non sarà così. E il fatto che non sia subito pronto è quasi una novità. Che stia cambiando qualcosa?
Il corridore della Groupama-Fdj è arrivato a 30 anni con un bel palmares ma forse meno ricco di quel che poteva. A volte per sfortuna, a volte per errori suoi, a volte per non aver tenuto la pressione.
Condizione in crescendo
«La mia forma è tutt’altro che perfetta – ci ha detto Pinot – La mia speranza è di migliorare in un futuro non troppo lontano. Il Giro è il mio obiettivo, ma per adesso devo pensare a trovare la condizione. Se poi avrò la possibilità di lottare con i migliori nelle salite più dure non mi tirerò indietro.
«Mi piace molto correre in Italia. Le vostre gare mi fanno vibrare, ho sempre amato la vostra storia e per questo sono contento di tornare qui».
Il suo inizio di stagione ha visto prestazioni altalenanti. A Laigueglia non ci è sembrato brillantissimo e neanche molto tirato a dire il vero, ma già in queste prime tappe della corsa dei Due Mari la gamba è diversa. Il muscolo inizia a scolpirsi.
Questo ritardo di Pinot però è giustificato. Già sul finire della scorsa stagione aveva lamentato grossi problemi di schiena. Sembrava li stesse per risolvere, ma come ha iniziato a spingere di nuovo ecco che sono riemersi. Thibaut è dovuto ricorrere ad infiltrazioni di cortisone, previa dichiarazione Tue (l’autorizzazione terapeutica). Ed anzi che sia riuscito a gareggiare già al Tour des Alpes Maritimes a febbraio.
Testa al Giro? Non ancora
Il francese sarà il capitano della Groupama-Fdj al Giro. Ed ha scelto la Tirreno, come molti suoi colleghi, per prepararlo. Ma questo suo ritardo può essere il “segreto” per farsi trovare al top al momento giusto?
«È un percorso ben progettato quello del Giro – aveva detto pochi giorni fa Pinot – Quasi la metà delle tappe saranno di montagna, con molti arrivi in salita. Lo Zoncolan sarà la scalata più difficile. Una salita da alpinisti più che da scalatori! E poi c’è anche la tappa della Strade Bianche. Ho già partecipato una volta a questa gara e l’ho finita nei primi dieci. Quindi sì, il mio obiettivo è essere al 100% per l’inizio del Giro».
Gaudu e le Olimpiadi
Si è parlato di pressione, il punto debole di Thibaut. Con gli anni è migliorato molto. E’ sempre stato il leader del gruppo di Marc Madiot, che lo ha cresciuto coccolandolo quasi come un figlio. Ma lo scorso anno, dopo l’ennesimo problema, sembrava quasi che lo avesse scaricato, tanto più con l’esplosione di David Gaudu. Poi invece le cose si sono sistemate e per Thibaut è arrivato persino il rinnovo del contratto (fino al 2023).
«No – chiarisce Pinot – con David nessun problema di convivenza, questo ci permette di avere più leader in più corse e infatti lui sta correndo in Francia (alla Parigi-Nizza, ndr) e io sono in Italia».
Infine un pensiero ai Giochi di Tokyo.
«Certo che ci penso, sono un obiettivo importantissimo e sarebbe un onore dare il mio contributo, ma come ripeto: prima troviamo la condizione».