Ciclo Promo Components e Bardiani, l’intesa si rafforza

09.02.2022
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Nei giorni scorsi Ciclo Promo Components e Bardiani CSF Faizanè hanno ufficializzato la conferma della loro partnership iniziata la scorsa stagione. Anche per il 2022 la formazione guidata da Roberto Reverberi potrà contare sull’affidabilità dei prodotti distribuiti in esclusiva in Italia dalla commerciale veneta. La collaborazione riguarderà in particolare i brand Bryton e Eleven.

I meccanici del team al lavoro con i prodotti a marchio Eleven
I meccanici del team al lavoro con i prodotti a marchio Eleven

Novità Bryton Rider S500

Il marchio Bryton è sicuramente uno dei brand di maggiore prestigio presenti all’interno del catalogo 2022 di Ciclo Promo Components. In questa stagione gli atleti della Bardiani CSF Faizanè potranno in particolare contare sul nuovissimo Rider S500 (foto di apertura). Si tratta di un ciclocomputer dalle tantissime funzioni al cui sviluppo hanno dato il loro contributo gli atleti della Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux

Il Rider S500 nasce con un hardware dal design efficiente ed elegante, con un nitido schermo da 2,4″ e 4 semplici pulsanti. Tra le nuove funzionalità avanzate vanno segnalate il Live Tracking, il Climb Challange, il sensore di luce ambientale e la possibilità di effettuare registrazioni senza interruzioni. Sono stati potenziati software e hardware. E’ stata inoltre migliorata l’interfaccia utente e sono state aggiornate le funzioni di percorso e allenamento.

Le luci di posizione a marchio Eleven utilizzate dagli atleti del team in allenamento
Le luci di posizione a marchio Eleven utilizzate dagli atleti del team in allenamento

Per i meccanici c’è Eleven

Per la stagione 2022 lo staff tecnico della Bardiani CSF Faizanè potrà contare ancora una volta sulla qualità dei prodotti Eleven. Stiamo parlando di un marchio di proprietà di Ciclo Promo Components che ha voluto mettere a disposizione dei praticanti gli stessi prodotti utilizzati dai professionisti. 

Nel loro lavoro i meccanici della Bardiani CSF Faizanè avranno a disposizione un’ampia dotazione di chiavi da lavoro. La fornitura alla squadra è completata dai sistemi di illuminazione anteriori e posteriori, che accompagneranno i ragazzi del team nei loro allenamenti contribuendo alla loro sicurezza.

Ogni prodotto Eleven è curato nei minimi dettagli per essere funzionale al suo utilizzo.

Avanti insieme

Azienda e team hanno confermato la loro rispettiva soddisfazione per un accordo che li vedrà ancora insieme anche per la stagione 2022.

Loris Campagnolo, socio-fondatore e responsabile marketing Ciclo Promo Components, ha così commentato la conferma della partnership con la Bardiani CSF Faizanè.

«Siamo estremamente soddisfatti – esordisce – che il team diretto da Roberto Reverberi abbia ufficializzato anche per la stagione 2022 l’utilizzo dei Ciclo Computer Bryton, come pure dei prodotti del marchio di nostra proprietà Eleven per quanto riguarda gli attrezzi officina e le luci».

I meccanici del team al lavoro con le forniture a marchio Eleven
I meccanici del team al lavoro con le forniture a marchio Eleven

Il punto con Reverberi

Roberto Reverberi, team manager della Bardiani CSF Faizanè, ha voluto ringraziare la famiglia Campagnolo con queste parole.

«Ringrazio Loris Campagnolo – ha detto – per la fiducia accordataci anche per questa stagione. Siamo felici di continuare in una partnership tecnica che si sta sviluppando in maniera molto positiva. Abbiamo avuto il piacere di testare in anteprima il nuovo Bryton Rider S500, sviluppato sulle esigenze dei ciclisti professionisti. Altrettanto importante – ha voluto concludere – la fornitura di componenti tecniche a marchio Eleven per i nostri meccanici, senza dimenticare le luci di posizione, che i nostri atleti utilizzano in allenamento. Uno strumento oggi fondamentale per la sicurezza stradale, un tema che ci sta molto a cuore».

Ciclo Promo

Deda Elementi partner perfetto della Bardiani anche nel 2022

25.01.2022
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Nei giorni scorsi Deda Elementi e Bardiani-CSF-Faizanè hanno ufficializzato che anche per la stagione 2022 proseguiranno nella loro collaborazione tecnica. Si tratta di una partnership “storica” che dura da oltre quindici anni. Questa collaborazione da un lato ha permesso al team guidato da Roberto Reverberi di contare sul supporto di componenti altamente affidabili, dall’altro ha consentito all’azienda di Campagnola Cremasca di ottenere feedback importanti nello sviluppo dei propri prodotti.

Il manubrio per la Bardiani nella stagione 2022 sarà l’Alanera Deda Elementi (foto Bardiani)
Il manubrio per la Bardiani nella stagione 2022 sarà l’Alanera Deda Elementi (foto Bardiani)

Soddisfazione reciproca

Ascoltando i responsabili di Deda Elementi e di Bardiani CSF Faizanè possiamo cogliere come sia reciproca la soddisfazione per un rapporto così consolidato.

«Come azienda italiana – ha affermato Gianluca Cattaneo, Direttore Commerciale di Deda Elementi – siamo orgogliosi di riaffermare il supporto alla squadra di Bruno e Roberto Reverberi con cui nel tempo si è stretta una collaborazione vincente. I feedback di atleti professionisti che partecipano alle gare più importanti del calendario UCI saranno come sempre preziosi per sviluppare le nostre gamme di prodotti, oltre ad aumentare la visibilità e l’awareness del nostro brand».

Possiamo registrare le prime affermazioni di Roberto Reverberi, team manager della Bardiani-CSF-Faizanè: «La nostra squadra di partner tecnici è di prima qualità. Con Deda c’è una proficua collaborazione che ci permette di avere ogni anno prodotti rinnovati grazie ai nostri feedback e al continuo confronto con l’azienda che ci segue sempre con grande precisione».

Deda Elementi sarà partner del Bardiani CSf Faizanè nel 2022 (foto Bardiani)
Deda Elementi sarà partner del Bardiani CSf Faizanè nel 2022 (foto Bardiani)

Il meglio di Deda

In attesa che la stagione entri nel vivo con le prime gare di un certo spessore, possiamo già anticipare quella che sarà la dotazione tecnica che andrà ad equipaggiare le biciclette Cipollini in dotazione alla Bardiani CSF Faizanè. Resta naturalmente confermato il manubrio integrato Alanera, massima espressione della ricerca di Deda Elementi. La versione DCR (Deda Internal Cable Routing) garantisce una integrazione completa dei cavi all’interno del manubrio e nel telaio.

Parlando di ruote, il team potrà contare sulle SL45TDB ideali per tutte le condizioni di gara (foto Bardiani apertura). Per l’utente finale segnaliamo che sono disponibili sul mercato anche in versione per copertoncino/tubeless ready, per un’offerta completa ad un prezzo altamente competitivo. Restando in tema di ruote da gara, quest’anno debutteranno in gara le RS4DB che avevamo avuto modo di vedere in anteprima in occasione di una nostra recente visita in azienda.

Nelle prove contro il tempo il team monterà le estensioni Jet sul manubrio basebar Tribar. I ragazzi della Bardiani CSF Faizanè potranno inoltre montare all’anteriore la ruota SL62DB tubeless ready e al posteriore la lenticolare SL Hero TDB.

Completa la dotazione destinate alle Cipollini in uso alla  CSF Faizanè il nastro manubrio bicolore Loop dal peso estremamente leggero e con un ottimo comfort.

Nastro Manubrio bicolore Loop di Deda Elementi (foto Bardiani)
Nastro Manubrio bicolore Loop di Deda Elementi (foto Bardiani)

Non solo Bardiani

Nel 2022 di Deda Elementi non ci sarà soltanto la collaborazione con la Bardiani-CSF-Faizané. L’azienda sarà infatti accanto a diversi team professionistici maschili e femminile mettendo a loro disposizione il meglio della propria componentistica. A livello di uomini segnaliamo Lotto-Soudal, UAE Team Emirates, Drone Hopper – Androni Giocattoli, Sport Vlandereen. Per quel che riguarda le donne troviamo UAE team ADQ, Lotto-Soudal, BePink, Charente-Maritime e Cams Basso.

Deda Elementi

Briko e Bardiani-CSF-Faizanè, partnership rinnovata

11.12.2021
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Sarà ancora Briko il partner tecnico della Bardiani-CSF-Faizanè per la stagione 2022 fornendo al team casco e occhiali da gara. Si tratta di una collaborazione che è andata a consolidarsi nel corso degli anni con reciproca soddisfazione da entrambe le parti. Da un lato la squadra ha infatti potuto fornire ai propri atleti prodotti sempre all’avanguardia, dall’altro Briko ha ricevuto dal team i feedback necessari a garantire la continua evoluzione del prodotto.

Davide Gabburo in azione con il casco Quasar
Davide Gabburo in azione con il casco Quasar

Un rapporto solido

Roberto Reverberi, team manager della Bardiani-CSF-Faizanè, ha confermato la solidità della collaborazione con Briko. Ecco le sue parole: «Dopo una stagione sportiva di buon livello siamo stati contattati da svariate aziende. Abbiamo deciso di dare continuità a una collaborazione consolidata in questi anni con un brand italiano e sempre aperto alla collaborazione come Briko. Siamo felici di aver contribuito con i nostri feedback alla crescita dei prodotti in questi anni e ciò ci spinge a continuare la collaborazione».

Nicholas Della Valle, Roberto Reverberi
Roberto Reverberi diesse della Bardiani si è detto contento di continuare il lavoro iniziato con Briko
Nicholas Della Valle, Roberto Reverberi
Roberto Reverberi si è detto contento di continuare la collaborazione con Briko

Un progetto tutto italiano

Alfonso De Antoni, Direttore Commerciale Briko, non nasconde la soddisfazione dell’azienda per una collaborazione totalmente italiana: «Siamo molto orgogliosi che Briko e il team Bardiani-CSF-Faizanè continuino a pedalare insieme per una nuova stagione. Sposiamo completamente la filosofia di avere un gruppo italiano formato da giovani talenti assieme ad una azienda italiana con l’obiettivo di collaborare e continuare a sviluppare prodotti al top. Con il casco Quasar e gli occhiali Starlight abbiamo fornito gli strumenti per affrontare una stagione intensa e confidiamo in grandissime prestazioni: forza Bardiani CSF Faizanè!».

Novità per il 2022

Per la stagione 2022 il team avrà in dotazione il casco Quasar, presentato nel 2021 ed utilizzato subito in gara in una speciale colorazione team edition bianco-ciclamino. Per le prove contro il tempo il casco usato sarà invece il Crono. Confermato anche il modello di occhiali. Si tratta dello Starlight 3 lenses che il prossimo anno avrà una particolare colorazione bianca con lenti facilmente intercambiabili a seconda delle condizioni meteorologiche.

A proposito della nuova dotazione tecnica, Roberto Reverberi ha così commentato: «Il casco Quasar, con inserti ciclamino, ci ha permesso nel 2021 di combinare perfettamente le esigenze di sicurezza con quelle di immediata riconoscibilità in gruppo. Nel 2022 vireremo sul bianco anche la colorazione degli occhiali per dare uno stile più uniforme con il casco e con gli altri elementi che comporranno la nostra divisa».

Briko

Maestri 2021

La Eolo chiama Maestri: «Mi farò trovare pronto»

03.11.2021
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Quando hai 30 anni non puoi certo essere considerato “vecchio”, ma nel ciclismo attuale che tutto consuma a 100 all’ora, chi raggiunge quell’età è sicuramente un esperto, soprattutto se gravita da anni nel professionismo. E’ questo ragionamento che è alla base del passaggio di Mirko Maestri dalla Bardiani alla Eolo-Kometa. Il corridore di Guastalla cambia per l’ennesima volta squadra e, forse, pelle.

La notizia del passaggio è stata data quando ancora Maestri era in vacanza, qualche meritato giorno di riposo a Fuerteventura con la sua famiglia. Rintracciato appena riapprodato in Italia, si sente dalla sua voce che questa nuova avventura lo affascina: «Potevo anche chiude la mia carriera alla Bardiani, ci sono stato 6 anni ed è un ambiente ideale, ma mi si è presentata quest’opportunità carica di stimoli nuovi e non potevo certo rifiutarla, anche perché mi garantisce una maggiore immagine internazionale».

Maestri famiglia 2021
Maestri in vacanza a Fuerteventura con la moglie Giulia e i figli Leonardo (7 anni) e Irene (3)
Maestri famiglia 2021
Maestri in vacanza a Fuerteventura con la moglie Giulia e i figli Leonardo (7 anni) e Irene (3)
Partiamo dal tuo 2021, una stagione ricca d’impegni e che in fin dei conti, con 2 vittorie e una piazza d’onore, non è stata certo da buttar via…

È stato un anno positivo. So bene che le vittorie ottenute non sono in gare di primissimo piano, ci mancherebbe, avrei voluto far meglio quando ho potuto gareggiare in eventi più competitivi, ma tant’è, ho fatto vedere che c’ero.

Merito anche dell’ambiente nel quale vivevi?

Sicuramente, quello della Bardiani è un ambiente familiare, che aiuta a crescere. Ora vuole puntare sugli Under 23, ne verrà fuori qualcosa di diverso. Io comunque sono rimasto in ottimi rapporti con tutto il gruppo, non potrebbe essere altrimenti dopo così tanto tempo. La Eolo-Kometa è differente, è già proiettata verso il World Tour e questo si riflette sul calendario.

Avete già parlato di quel che vogliono da te?

Molto sommariamente, ma mi gratifica il fatto che siano stati loro a cercarmi. Il programma lo stileremo al ritiro dal 9 al 21 dicembre, sia per l’allenamento che per il calendario da seguire, chiaramente sarà in base a quest’ultimo che verrà commisurato il lavoro con i preparatori.

Maestri Slovenia 2021
Lo sprint vincente di Maestri al GP Slovenian Istria 2021: per lui 54 giorni di gara con 2 vittorie
Maestri Slovenia 2021
Lo sprint vincente di Maestri al GP Slovenian Istria 2021: per lui 54 giorni di gara con 2 vittorie
Vieni da 6 anni alla Bardiani: nessuno più di te può tracciare un profilo di che cosa significa lavorare con Reverberi…

Bruno è una grande persona: sembra burbero, ma è solo il suo modo per trasmettere la sua infinita passione per il ciclismo e affetto per i suoi ragazzi, vuole che crescano nella giusta maniera, che seguano i consigli di chi vive in questo mondo da così tanto tempo. E’ uno che guarda con attenzione ogni aspetto e giustamente, gestendo un team, pretende un comportamento adeguato, sacrificio e lavoro. Di Roberto posso dire la stessa cosa, oltretutto ho imparato che è uno che sa leggere molto bene le corse.

Alla Eolo raggiungi Stefano Zanatta, con cui hai già lavorato proprio alla Bardiani.

Non nascondo che è stata una delle ragioni che mi ha spinto a cambiare, oltretutto so che lui ci ha messo del suo per farmi arrivare. Passai con lui nel 2016, anche lui era alle prime armi, siamo cresciuti insieme nei rispettivi ruoli. Mi piace il suo modo di lavorare, è preciso e meticoloso, riesce a trasmetterti sempre tranquillità e darti i consigli giusti, non solo sotto l’aspetto tattico, ma anche in frangenti che potrebbero essere pericolosi.

Maestri 2016
Nel 2016 l’inizio di Maestri alla Bardiani non fu semplice, poi sono arrivate 5 vittorie e 2 maglie in gare a tappe. Qui con Omar Bertolone
Maestri 2016
Nel 2016 l’inizio alla Bardiani non fu semplice, poi sono arrivate 5 vittorie e 2 maglie in gare a tappe. Qui con Omar Bertolone
Con gli anni trascorsi nel mondo dei pro’, sarai uno dei più esperti del team, pensi che sia questo che ti chiederanno?

Possibile e sono a disposizione. Anche se negli ultimi due anni non ho fatto il Giro, ad esempio, ne ho sempre 4 nel mio bagaglio d’esperienze, qualcosa vorrà pur dire. Sicuramente potrò dare una mano a leggere le corse, a sapere quando e come entrare nelle fughe ma sono disponibile anche a tirare le volate, se necessario. Quel che conta sarà ripagare la fiducia e farmi trovare pronto quando ci sarà l’occasione giusta.

Riguardandoti indietro, quale ricordo ti riemerge dalla memoria pensando ai 6 anni trascorsi alla Bardiani?

Le corse in Belgio. Venivo da esperienze soprattutto nelle piccole gare a tappe, mi ritrovai proiettato in un mondo diverso. Ricordo soprattutto la prima Gand-Wevelgem, i ventagli, la fatica, il ritiro, le parole di Reverberi: «Visto che cosa significa? Questo è il vero ciclismo, vedrai che la prossima volta saprai a che cosa vai incontro e andrà meglio». E’ vero, perché quella fu l’immersione nel vero ciclismo.

Stage: aspettative e realtà, ne parliamo con Reverberi e Zanotti

13.10.2021
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Il campione italiano della mountain bike in stage tra i pro’ è già una notizia, ma cos’è poi lo stage? Durante le corse finali della stagione le squadre hanno modo di prendere all’interno della propria rosa di corridori appunto degli stagisti. Lo stage è un periodo limitato di tempo, un mese per la precisione, durante il quale un corridore può mettersi in mostra e ritagliarsi un posto tra i professionisti per la stagione successiva. Avevamo già sentito Riccardo Lucca per quanto riguarda questo tipo di esperienza, ora abbiamo deciso di chiedere a Roberto Reverberi come viene gestita questa esperienza dal punto di vista manageriale. La Bardiani CSF Faizanè, inoltre, ha avuto nel suo team, sempre come stagista, Juri Zanotti, campione italiano e vicecampione europeo e mondiale del cross country in mountain bike. Parlando con Juri e Roberto abbiamo voluto sviscerare le motivazioni di questo stage e cosa si aspettassero da questa esperienza.

Juri Zanotti in azione alla Coppa Agostoni durante lo stage con la Bardiani-CSF-Faizanè
Juri Zanotti in azione alla Coppa Agostoni durante lo stage con la Bardiani-CSF-Faizanè

Iniziamo da Reverberi

Il tecnico della Bardiani spiega e si capisce che a fronte di tanti stage che si svolgono da anni, quello del biker di Lecco costituisce un’eccezione.

«Aveva l’obiettivo di testarsi su strada – spiega – diciamo che voleva vedere a che punto fosse il suo livello in questo genere di gare. Lui ha corso anche su strada fino agli Juniores, quindi queste corse, non erano una novità per lui. Abbiamo deciso di prenderlo con noi perché uno dei massaggiatori della sua attuale squadra, la KTM Protek Elettrosystem, ha lavorato con noi fino al 2020».

Sei contento delle risposte avute in questo periodo?

Il mese fatto insieme ci ha fatto capire che il corridore c’è, ha una capacità di esprimersi a valori elevati di potenza per lunghi periodi (un’ora e mezza), che poi è la durata delle prove di cross country. Da questo punto di vista ha un vantaggio rispetto agli altri. Quel che gli manca è il fondo, dopo tre ore, che per lui sono molte si spegne, che è la difficoltà avuta alla Milano-Torino.

Roberto Reverberi, classe 1956, è diesse e dirigente della Bardiani
Roberto Reverberi, classe 1956, è diesse e dirigente della Bardiani
Quindi dovrebbe fare il periodo di preparazione invernale su strada?

Juri mi ha spiegato come nel cross country si allenino molto su strada anche perché non riuscirebbero ad allenare bene la forza altrimenti. L’idea iniziale era quella di fare un doppio tesseramento ma il suo obiettivo è quello di mantenere come attività principale il cross country in vista di Parigi 2024, di conseguenza non è possibile esprimersi in tutte e due le discipline al meglio.

C’è qualche differenza rispetto al ciclocross?

Se il paragone che si intende fare è con Van Aert o Van Der Poel la differenza è che loro fanno ciclocross prettamente in inverno. Di conseguenza questi due non tolgono tempo all’attività su strada, che rimane il loro principale obiettivo. Il cross country, invece, si corre nello stesso periodo dell’attività su strada e ciò toglie tempo a tutte e due le discipline. In questo modo l’atleta non eccelle in nessuna delle due e non diventa né carne né pesce.

Parola al corridore

Zanotti è del 1999 e fino al 2017 ha corso su strada, poi è passato alla mountain bike e nel 2020 ha firmato un contratto di due anni con il KTM Protek Dama. Con tre tricolori sulle spalle e l’argento 2021 sia all’europeo di Novi Sad, sia ai mondiali di Val di Sole, l’idea di provarsi su strada gli sarà venuta guardando l’interscambio di discipline fra colleghi anche più famosi.

«Abbiamo visto come il ciclismo negli ultimi anni sia cambiato – dice la multi-disciplina è sempre più praticata e di conseguenza ho voluto testare le mie capacità nel professionismo. E’ stato motivo di orgoglio per me e la mia famiglia ma soprattutto ho capito il mio livello in questo tipo di competizioni».

Juri Zanotti ai mondiali di cross country under 23 in Val di Sole dove è arrivato secondo alle spalle del cileno Martin Vidaurre
Juri Zanotti ai mondiali Xc under 23 in Val di Sole dove è arrivato secondo
A quale livello ti senti?

Le gare fatte erano molto competitive ed i corridori in gara erano tra i top mondiali. Ho fatto Giro dell’Emilia, Milano-Torino e Coppa Agostoni. Mi sono accorto di come ai due terzi di gara io mi ritrovi a corto di energie mentre loro aprono il gas. Ovviamente non mi aspettavo di essere competitivo ma è stato un bel banco di prova.

Quali di queste gare ti è stata più utile?

Direi Milano-Torino e Coppa Agostoni. La prima perché sono riuscito ad entrare nella fuga e nel momento dei ventagli, ai meno 50 dall’arrivo ho capito come “giocano” i professionisti. Alla Agostoni, invece, mi sono testato maggiormente sulle salite, nel circuito in Brianza i metri da scalare si susseguivano senza respiro, sono riuscito a completare bene due dei quattro giri previsti e mi ritengo soddisfatto.

Hai fatto il punto della situazione poi con Reverberi?

Sì, anche lui era molto curioso di un mio feedback anche perché era la prima volta che aveva in squadra un corridore come me. Ero consapevole dal punto di vista della preparazione di non essere al top, gli ultimi impegni della stagione di cross country erano ravvicinati con i primi su strada. Essendo la mountain bike la mia attività principale, mi ero allenato molto sulla forza e l’intensità sul breve periodo. Come ha detto anche lui, quel che manca è il fondo che si allena principalmente in inverno. Alla Milano-Torino poi erano tutti in preparazione del Lombardia ed il livello era davvero elevato.

Juri Zanotti vuole mantenere il cross country come attività principale con obiettivo le Olimpiadi di Parigi 2024.
Juri Zanotti vuole mantenere il cross country come attività principale con obiettivo le Olimpiadi di Parigi 2024.
Parlando con Reverberi abbiamo capito che il tuo obiettivo è Parigi 2024 e fare bene nella tua disciplina: il cross country.

Vero, fino a Parigi 2024 la mia attività principale rimarrà sullo sterrato. Non abbandonerò completamente la strada, ma ancora non so bene cosa fare. Diciamo che l’olimpiade di Parigi sarà un po’ la svolta.

Ma non corri il rischio di perdere il treno? Nel 2024 a 25 anni passare su strada non sarà così scontato.

Per il ciclismo attuale passare professionista a 25 anni è tardi, vero anche che io arrivo da un mondo diverso ma pur sempre di gare e competizioni di alto livello. Da questo punto di vista l’esperienza in Bardiani mi è servita molto e li ringrazio per questo. Diciamo che mi è venuta voglia di non abbandonare completamente l’attività su strada.

Zaccanti licenziato dalla Bardiani: proviamo a capire

04.09.2021
7 min
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A Lugano quelli della Bardiani si erano ritirati tutti tranne Garosio. Giornata infernale per la squadra di Reverberi e per il resto del gruppo, dato che al traguardo nella corsa vinta da Moscon erano arrivati soltanto in 45. Per questo il mattino successivo, 28 giugno, uscendo in bici Zaccanti non aveva fatto che programmare la seconda parte della stagione. Immaginando un ritiro in altura, ad esempio, come quello fatto con Masnada alla vigilia del campionato italiano. Nell’ultimo periodo era riuscito a fare tre corse filate, novità assoluta per il suo calendario spelacchiato del 2021. Senza idea di quale sarebbe stata la gara successiva era arrivato a casa, trovando nella buca delle lettere una raccomandata. La mandava la Bardiani, la sua squadra. C’era scritto che lo licenziavano per mancanza di impegno e di risultati.

Un cazzotto nella pancia non gli avrebbe tolto il fiato allo stesso modo. Dopo una vita, gli stavano sfilando la bici di sotto, lasciandolo a 25 anni con una vita da reinventare. Filippo Zaccanti, scalatore. Passato alla Bardiani per la chiusura della Nippo-Fantini, in una fusione voluta dagli sponsor ma probabilmente mai accettata sino in fondo da Reverberi. Tre vittorie al secondo anno da professionista. Un Covid interminabile alla terza. Il licenziamento alla quarta.

Presentazione delle squadre alla Japan Cup, corsa importantissima per la Nippo, sponsor giapponese
Presentazione delle squadre alla Japan Cup, corsa importantissima per la Nippo, sponsor giapponese

Acerbo ma generoso

Non è detto che tutti meritino di passare professionisti e poi siano destinati ad avere una carriera gloriosa. Eppure alla Nippo-Fantini in cui ha trascorso i primi due anni di professionismo, Zaccanti era ben considerato. Nella sua relazione a Reverberi, Mario Manzoni, diesse del team giapponese poi passato alla Bardiani e a sua volta non confermato, espresse un parere favorevole.

«E’ un ragazzo che sa vincere – dice ora il tecnico bergamasco – e che all’occorrenza si è messo a disposizione della squadra. Un ragazzo certamente acerbo, anche perché al tempo aveva 23 anni, ma molto generoso. Però se li prendi così giovani, hai quasi l’obbligo morale di farli crescere, anziché alimentare il tritacarne che si è creato da qualche anno a questa parte. Credo se la Nippo non avesse chiuso, Filippo sarebbe stato confermato».

Magari, insomma, Zaccanti non sarebbe entrato nella storia dello sport, ma interrompere un contratto per cause da dimostrare e non previste è un’altra storia.

La vita nuova

Oggi Filippo lavora in un’azienda che realizza serrande e porte basculanti per garage. Si alza ogni mattina alle 6. Va al lavoro. Rientra per pranzo e mangia quello che la sua compagna Silvia gli fa trovare in tavola. Poi torna subito al lavoro e ci rimane fino alle 17,30 oppure oltre se c’è da fare qualche straordinario. Ma la porta non è chiusa e la ferita brucia ancora.

Come stai?

Sono stato fortunato a trovare lavoro. Mi sono sbattuto e alla fine non sono a spasso. Lavoro in provincia di Bergamo.

Come stai davvero?

Come sto… L’ho vissuta male, la vivo male ancora adesso anche se va un po’ meglio. Sono rimasto senza lavoro e senza la mia passione che era diventata un lavoro. E quando ho provato a chiamare Roberto Reverberi, non mi ha risposto.

Si poteva immaginare che finisse così?

Che non tirasse una grande aria lo avevo già visto l’anno scorso. Sono stato positivo al Covid e fra luglio e agosto sono rimasto da solo in casa, perché ho impiegato più di un mese per tornare negativo. La squadra nel frattempo ha fatto il suo ritiro e al rientro non avevo grandi sensazioni per la preparazione saltata. Così non ho finito le tre corse cui mi hanno mandato. Quest’anno la stessa cosa, in più mi rendevo conto che nelle riunioni prima delle corse non venivo proprio considerato. Io ho fatto il possibile, fisicamente stavo bene. Ma è dura che una squadra venga a cercarti se ti licenziano e non hai risultati.

E’ passato nel 2018 alla Nippo-Fantini, centrando tre vittorie
E’ passato nel 2018 alla Nippo-Fantini, centrando tre vittorie
Arrivavi dalla Nippo come Manzoni, forse quella fusione non ha mai funzionato…

Non ho mai pensato a questo, di sicuro non è finita bene. Alla Nippo c’era un ottimo ambiente, con i colleghi, lo staff e i direttori. Là c’era Manzoni, forse il miglior direttore sportivo che ho avuto, senza nulla togliere a Lanfranchi fra gli juniores e Valoti negli under 23. Uno di carattere, che non ha mai avuto problemi a dire quello che pensava.

Guardando il tuo calendario 2021, non hai fatto una grande attività.

Ho fatto una gara ogni due mesi. Sono andato anche al Circuito del Porto, che sarà pure una gara prestigiosa, ma resta una prova per dilettanti completamente piatta, quindi non adatta a me. Però sono stato zitto e ho lavorato per la squadra, con Lonardi che ha fatto terzo. Dopo il Porto, che era il 2 maggio, ho corso nuovamente al campionato italiano di fine giugno.

Nel frattempo ti sei allenato?

Io credo di aver fatto la mia parte. I dati che ho e che posso anche mostrare, perché sono su tutte le piattaforme, dicono che ho lavorato come deve fare un professionista. Ho preparato l’italiano al Livigno. D’inverno sono andato al caldo. Nella raccomandata si parla di mancanza di impegno e di risultati. Sull’impegno non sono d’accordo, i risultati sono mancati perché se non corri, non trovi la condizione e non hai la base. Il mio preparatore era in difficoltà: che cosa prepari se non sai dove correrai?

Da under 23, Filippo Zaccanti ha corso con il Team Colpack vincendo quattro corse
Da under 23, Filippo Zaccanti ha corso con il Team Colpack vincendo quattro corse
Sei mai stati richiamato prima perché non lavoravi abbastanza?

Sì alla fine dell’anno scorso. Poi abbiamo fatto gli esami del sangue e da vari controlli era emerso che non stavo bene e avevo un virus in corso.

Che cosa hanno detto i tuoi procuratori?

Sono con Carera e anche loro sono rimasti male. Addirittura è uscito un articolo in cui si diceva che io avessi rescisso il contratto volontariamente. Non so chi abbia messo in giro la voce.

Hai più preso la bici?

Il giorno dopo la lettera, i colleghi della zona mi chiamarono per andare ad allenarci e mi toccò spiegargli la cosa. Rimasero malissimo anche loro. All’inizio avevo voglia di allenarmi, ma quando sei stato abituato a considerare il ciclismo una cosa seria, che senso ha uscire senza un obiettivo? Invece la settimana scorsa ero in ferie dal lavoro, ho visto la bici e ho provato a prenderla. Ma ho fatto una fatica che non avrei mai immaginato…

In quattro anni hai mai visto tra i pro’ lo Zaccanti della Colpack?

Mai del tutto. Il primo anno è stato di ingresso. Al secondo, nonostante le fratture della clavicola e di una mano, ho vinto una tappa al Tour of Korea, poi un’altra tappa e la classifica al Tour of Hokkaido e la classifica della montagna al Tour of Japan, che per la squadra giapponese era importante. Il 2020 non lo posso considerare per il Covid, mentre quest’anno…

Nel 2020, Zaccanti ha partecipato al Tour Colombia, prima della chiusura Covid. Eccolo in fuga con il numero 216
Nel 2020, Zaccanti ha partecipato al Tour Colombia, prima della chiusura Covid. Eccolo in fuga con il numero 216
A casa come l’hanno presa?

Male la mia ragazza e male la mia famiglia. Ho investito tutta la vita su qualcosa che poi è finita così. Se mi licenziassero dalla ditta di adesso, sarei meno sorpreso. Quando fai il corridore è come se studiassi tutta la vita per avere uno sbocco. E io credo di aver fatto le cose a posto, ma lo sbocco non c’è più stato. E vi garantisco che al ciclismo ho dedicato tanto e per il ciclismo ho rinunciato a tanto…

Risponde Reverberi

Le campane vanno fatte suonare tutte e così abbiamo chiamato anche Roberto Reverberi, cogliendolo al Giro del Friuli. Domanda diretta: perché Zaccanti non è più con voi?

«Perché non finiva le corse – ha risposto – ragione per la quale era stato avvisato già l’anno precedente. Ha corso poco, ma quando è venuto a correre il problema non era che gli mancasse il ritmo, ma che si fermava davvero presto. E poi dalla lettura dei dati, si vede che non si allenava come avrebbe dovuto. E poi altri motivi che non è il caso di dire…».

Le posizioni sono chiaramente agli opposti. Della vicenda si occuperà probabilmente l’Uci: succede così quando un contratto viene rescisso in modo anomalo. Racconta Johnny Carera che Bruno Reverberi non ha voluto sentire ragioni. Nella stessa data, a fine giugno, la squadra ha licenziato anche Kevin Rivera che però ha trovato un accordo e sarebbe già a posto per la prossima stagione. A partire dal 2022 la Bardiani avrà al suo interno anche la squadra under 23 in cui confluiranno atleti juniores. Passare al professionismo non è come andare al parco giochi, la storia di Zaccanti ne è solo un esempio.

Martinelli, Colnaghi, El Gouzi, il progetto U23. Reverberi raccontaci…

26.07.2021
5 min
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Un vento di novità alla (e dalla) Bardiani Csf Faizanè. La squadra di Roberto Reverberi come da tradizione ha continuato a prendere dei giovani. E per di più italiani, confermandosi un grande sbocco per i nostri under 23. E’ notizia della scorsa settimana dell’arrivo di Alessio Martinelli, Luca Colnaghi ed Omar El Gouzi. E di un progetto molto importante all’orizzonte.

Il progetto under 23

«Prima di parlare di questi ragazzi – ci ha tenuto a dire Roberto Reverberi – bisogna dire che quest’anno abbiamo fatto un discorso più generale. Per il 2022 portiamo avanti un progetto legato agli under 23. L’Uci ci impone di avere 20 corridori e poiché noi professional facciamo fatica a prendere i migliori under, ma anche i migliori juniores che vanno a finire nelle continental delle WorldTour, ci siamo detti: perché non fare, tra quei venti corridori, un gruppo di 7-8 ragazzi under23? 

«Sarebbero professionisti a tutti gli effetti, ma svolgerebbero un calendario internazionale in Italia e all’estero riservato a questa categoria e non solo. Che poi è quello che fanno le continental. Solo che in Italia non si poteva con le professional. Questa regola fu fatta quando ancora non c’erano le continental, così è stata rivista. Ne abbiamo parlato con la Federazione. In pratica questo progetto ricalca quello che fa la Uno-X, la squadra norvegese».

La uno-X è un team norvegese continental con moltissimi U23 che prende parte agli eventi internazionali
La uno-X è un team norvegese continental con moltissimi U23 che prende parte agli eventi internazionali

Una sola affiliazione

La “Bardiani U23” per intenderci non avrà una doppia affiliazione come per esempio fanno Groupama-Fdj o Team Dsm. No, saranno tutti sotto la “stessa bandiera” salvo che i giovani, gli U23 appunto, possono fare il Giro U23, le gare 1.2 e 2.2, come quelle che la squadra di Reverberi ha fatto in Slovenia o a Rodi.

«E se ne hai qualcuno che merita, che sta andando forte, magari lo butti dentro in qualche corsa per soli pro’, come fanno le WorldTour che hanno le continental. Se ne possono schierare massimo due per gara.

«Non so ancora quale di noi quattro tecnici seguirà questo gruppo, ne dobbiamo parlare a giorni, ma potrei dire Rossato. Mirko ha una grande esperienza con i giovani, ci ha già lavorato e conosce bene l’ambiente. Ma ripeto: tutto è da definire».

Alessio Martinelli in azzurro ai mondiali juniores del 2019. Sarà inserito nel progetto U23
Alessio Martinelli in azzurro ai mondiali juniores del 2019. Sarà inserito nel progetto U23

Martinelli per tutti i terreni

Ma passiamo ai tre ragazzi annunciati in settimana. Martinelli, che adesso corre nella Colpack, ha solo ufficializzato il suo passaggio alla Bardiani visto che aveva già firmato il pre-contratto da juniores. Tanto che a gennaio aveva fatto il ritiro in Spagna con il Greenteam.

«Alessio è stato un po’ sfortunato in questi anni da U23, tra cadute ed infortuni, ma quando sta bene è un ottimo scalatore. L’anno scorso in pratica non ha corso e quest’anno solo adesso sta trovando una certa regolarità. Me lo presentò il suo procuratore, Fabio Perego. E’ un buon scalatore. Tra l’altro lui è l’unico dei tre che potrà fare parte del gruppo e del progetto under che lanceremo».

Il Valtellinese ci disse della sua passione per le gare a tappe e delle sue buone doti di recupero. Vedremo. Potrebbe pensare seriamente al prossimo Giro U23 forte dell’esperienza della Bardiani.

Colnaghi è un ragazzo molto veloce, ma in salita, almeno tra gli U23, teneva bene
Colnaghi è un ragazzo molto veloce, ma in salita, almeno tra gli U23, teneva bene

Colnaghi, il corridore veloce

E da un corridore per la salita, passiamo ad uno più veloce, Luca Colnaghi, lecchese, classe 1999. Ora corre per la Trevigiani Campana Imballaggi 

«Anche Luca ha Perego come procuratore – ha detto Reverberi – c’era stato un contatto con lui due anni fa, ma poi ebbe quella storia (un accusa di doping, ndr) dalla quale però è stato totalmente assolto. Ho trovato un ragazzo con tanta grinta e voglia di fare. E visto come è andato se lo meritava. E’ un corridore moderno, quindi veloce e che tiene in salita. Mi sembra uno che ha voglia di arrivare».

E Colnaghi cosa dice? «Sono davvero felice di entrare a far parte del team della famiglia Reverberi. Ci siamo risentiti con Bruno Reverberi durante il Giro di quest’anno e ora finalmente il sogno di passare professionista si realizza. Molti grandi campioni sono stati lanciati da questo team. Penso di poter diventare un atleta da classiche del nord, essendo veloce sui percorsi ondulati. Ma sono consapevole che non è facile».

Omar El Gouzi, è al primo anno elite. Ottimo scalatore che può ancora crescere
Omar El Gouzi, è al primo anno elite. Ottimo scalatore che può ancora crescere

El Gouzi, lo scalatore

L’ultimo ad essere entrato nella sede del team a Barco di Bibbiano è stato Omar El Gouzi. Anche il lombardo è del 1999. Lui è uno scalatore puro: è alto 1,81 metri per 58 chili. 

«Eh sì, lui è stato l’ultimo. Sono arrivati tutti e tre nel giro di un paio di giorni, ma in momenti diversi. Sono venuti in sede ed hanno firmato. Di El Gouzi mi ha parlato Mario Chiesa, il suo diesse alla Iseo Rime Carnovali. Eravamo all’Adriatica-Ionica Race e vennero da me appunto Chiesa con Christophe Le Mevel, ex pro’ francese ed ora procuratore. E’ lui che segue El Gouzi. Poi io sono tornato da Chiesa per parlarne meglio. Mario mi ha detto che è un ragazzo interessante. Che corre relativamente da poco e per questo ha ampi margini di crescita. Anche noi abbiamo visto i suoi risultati e ci ha colpito la sua costanza di rendimento: nono al Giro, quarto al Valle d’Aosta».

Tutti e tre avranno un primo vero contatto con il team ad ottobre, in occasione delle gare come il Beghelli, il Giro dell’Emilia. «Un momento ed una zona ideale per noi. Verranno in hotel per prendere le misure per le bici, le scarpe, il vestiario… ». E lì inizierà la loro avventura tra i professionisti.

Due o tre cose che ho capito del “mio” Ciccone

20.05.2021
4 min
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Con poco meno di due minuti subiti ieri e la classifica che lo vede ora 8° a 2’24” da Bernal, Ciccone osserva la classifica con lo sguardo apparentemente disinteressato di chi lotterà un giorno per volta. Guercilena lo ha chiarito e a Giulio sta bene così. E’ il suo mantra, forse il modo di non risentire delle tensioni. La sua indole di attaccante infatti rende difficile restare a ruota dell’avversario e probabilmente l’abruzzese trova più difficile centellinare le energie che sparare tutto in attacchi spettacolari. Roberto Reverberi, con cui Ciccone è passato professionista e da cui ha imparato il mestiere, lo ha capito osservandolo e ripensando al ragazzino pelle e ossa che nel 2016 scortò alla vittoria di Sestola al suo primo Giro d’Italia (foto di apertura).

«Che possa vincere, secondo me no – dice – ma può essere da podio. Ieri è stata una corsa un po’ particolare. C’era tensione. Se uno non è tanto pratico su strade così, ha un sacco di tensione, paura di cadere e di rimanere dietro. Però in condizioni normali, il Giro è ancora lungo. Può tranquillamente arrivare sul podio. La giornata storta ci sta. Non la vedo così grave, ne voleranno di minuti ad andare alla fine… E’ più facile che i distacchi pesanti li prendano altri, piuttosto che lui».

Il passo falso di Montalcino è un incidente di percorso: il Giro è ancora lunghissimo
Il passo falso di Montalcino è un incidente di percorso: il Giro è ancora lunghissimo
D’altra parte nella terza settimana ha già fatto vedere di starci comodo…

Se andate a guardare due anni fa (lasciate stare l’anno scorso che è stato strano e poi ha avuto il covid), corse per la maglia dei Gpm ed andò forte. Nella terza settimana, nella penultima tappa a Monte Avena è stato in fuga per due volte e due volte lo hanno ripreso. E quando sotto l’ultima salita gli sono arrivati addosso i primi della classifica, è rimasto con loro ed è arrivato terzo. Se avesse fatto classifica, si è capito che sarebbe arrivato quarto o quinto già due anni fa. Adesso magari gli hanno dato i gradi di capitano, perché hanno visto che Nibali non va tanto bene, però secondo me nella terza settimana può andar forte.

Possibile che la vera fatica sia dosare le energie?

Secondo me soffre a stare a ruota. Gliel’ho detto anche io, l’altro giorno: «Stai lì, stai buono non ti muovere. Non avere la pressione di far classifica, hanno portato Nibali per quello. Dovrà essere lui a sentire la pressione. Poi quello che viene, viene. Se anche arrivi 10°-12°, non sei partito per quello. Che pressione puoi avere?». Invece lui risponde che adesso le pressioni si cominciano a sentire… Secondo me, se corre tranquillo, senza scattare, si accorgerà che ogni giorno ne salterà qualcuno. Nella terza settimana, Cicco può fare la differenza.

E’ difficile fargli accettare un modo di correre così freddo?

A lui piace andare all’attacco, perché sa che potrebbe vincere. Stare lì fermo gli costa. Ma finché non ha 6-7-8 minuti, non lo lasciano andare. Deve puntare a muoversi nei finali, chissà se l’ha capito. Lo sanno che è pericoloso, che se si avvicina la maglia, può far qualcosa sulle salite vere.

Al Giro del 2019, terzo il penultimo giorno a Monte Avena dopo due fughe
Al Giro del 2019, terzo il penultimo giorno a Monte Avena dopo due fughe
L’esempio di Nibali può aiutarlo.

Nibali sa come si corre, so che gli ha già detto più volte di stare tranquillo, ma quando uno ha l’indole dell’attaccante, è dura tenerlo a bada. Giulio fatica più a stare fermo che ad attaccare, sapendo com’è. Se viene l’ultima settimana e la gamba sta bene, poi può anche muoversi. Conta la testa, non puoi rischiare di saltare. Il ciclismo moderno è così, una volta facevano magari anche attacchi da lontano, adesso si aspetta l’ultima salita e nemmeno troppo lontano dall’arrivo per non rischiare di perdere il secondo, il terzo, il quarto posto…

Un bel cambio di mentalità, in effetti…

E’ uno che vincere non gli fa mica schifo! E’ uno che cerca di dare il massimo, è meticoloso nelle cose che fa. Però è evidente che devi cambiare se vuoi fare l’uomo di classifica in un grande Giro. Se attacchi oggi, domani rischi di lasciarci e penne. Ma d’altra parte è l’unico che in Italia può arrivare nei primi cinque. E per adesso la situazione è questa qui.

Reverberi: «Una Bardiani progettata per le fughe»

01.05.2021
6 min
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Tra le squadre più attese del Giro d’Italia c’è la Bardiani Csf – Faizanè, il team italiano che più è stato rivoluzionato durante l’inverno. La squadra di Bruno e Roberto Reverberi si presenta alla corsa rosa con la valigia carica di entusiasmo. C’è esperienza, gioventù, classe… Può fare un bel Giro. E noi ne parliamo con il diesse emiliano.

I convocati del “Green Team” sono: Giovanni Carboni, Enrico Battaglin, Filippo Fiorelli, Davide Gabburo, Umberto Marengo, Alessandro Tonelli, Giovanni Visconti e Samuele Zoccarato.

Roberto Reverberi, classe 1956, è diesse e dirigente della Bardiani
Roberto Reverberi, classe 1956, è diesse e dirigente della Bardiani
Roby, pochi giorni e si parte, che Bardiani vedremo?

Il livello che c’è è buono. Avevamo, forse, due o tre corridori che andavano un pelo più forte e che sono rimasti a casa, ma volevamo affidabilità. La squadra è stata costruita con un certo criterio e cioè gente di esperienza, che tiene in salita e che sia anche discretamente veloce. Come potete facilmente capire il nostro obiettivo è quello di vincere una tappa, il che presumibilmente può avvenire con una fuga. Fiorelli e Battaglin possono fare bene in volata e Carboni in salita. Magari penso a lui che nella tappa di Sestola può stare davanti, la fuga può arrivare e come due anni fa a San Giovanni Rotondo potrebbe prendere la maglia bianca. Non essendo pericoloso per la generale potrebbero lasciarlo andare.

Roberto, hai detto che ci sono un paio di corridori che forse andavano più forte ma non sono stati convocati, perché?

Penso a Mirco Maestri, che sta anche bene, ma non avendo necessità di andare in fuga in pianura, che è molto difficile possa arrivare, abbiamo preferito portare gente che tiene in salita, che non si stacca nella fuga, che se insomma arrivano in 15 ci sta. Bisogna pensare anche alla qualità del risultato, cioè come questo arriva. Magari nelle tappe di pianura cerchiamo di aiutare un Battaglin, un Fiorelli, ma senza sprecare energie per fughe che sono segnate. Poi magari dopo due settimane si tira una riga: se non si è raccolto nulla, si inizia ad andare all’attacco anche in quelle pianeggianti. E lì ci può andare anche lo scalatore, mentre il contrario non è possibile per il passista.

Beh, è una teoria che tiene, visto il livello e visti i percorsi…

Abbiamo costruito un team affidabile, ripeto. Lo stesso Visco quando ha visto la squadra mi ha detto che pensava ci fossero dentro anche Daniel Savini e Filippo Zana, due buoni scalatori. Ma Zana per esempio il Giro lo aveva fatto l’anno scorso da neopro’. Lo avevamo messo dentro per fare esperienza, ma aveva anche “tribolato” tanto.

E come mai visto che si parla di salita e di esperienza è rimasto fuori un corridore come Andrea Garosio?

Perché non si è fatto vedere. E lo stesso vale per Luca Covili. Sapevano di essere tra i papabili del Giro, ma alla Coppi e Bartali e in altre corse non hanno fatto molto. Covili al Tour of the Alps si staccava da 30-40 corridori e sappiamo che lì non ci sono tutti e quelli che ci sono non stanno al 100%. Ma lo stesso discorso si può fare per Giovanni Lonardi, non basta fare un sesto posto in volata al Turchia. E poi c’è un’altra cosa da valutare.

La Bardiani al Tour of the Alps: dopo questa gara si è decisa la formazione per il Giro
La Bardiani al Tour of the Alps: dopo questa gara si è decisa la formazione per il Giro
Cosa?

Che spesso i ragazzi convocati hanno corso insieme. Visconti, Gabburo, Tonelli… e questo conta, sono più affiatati. Penso a Tonelli che ormai ha una certa esperienza, a Marengo per Fiorelli. Marengo è uno che si gli dici di buttarsi nel fuoco ci si butta. E questo vale per le volate, non ha paura come altri e può dare una mano a Fiorelli.

Di Fiorelli ne abbiamo parlato spesso: lo vedremo nelle volate e chissà se anche in qualche fuga. E Battaglin?

Se vediamo gli arrivi dello scorso anno al Giro, Enrico era spesso piazzato negli sprint, tra l’altro sempre vicino a Fiorelli. Potrebbero darsi una mano a vicenda o, a seconda delle situazioni, fare lo sprint entrambi. Filippo qualche errore lo ha fatto quest’anno e poteva vincere di più, però è un ragazzo che ha fame, è in crescita e poi lotta. Anche a parole. Giusto qualche giorno fa mi ha detto: sai Roby che già quest’anno non mi dicono quasi più niente quando si fa lo sprint. E io gli ho risposto: vedi, cosa significa essere sempre lì davanti?

Ti sentiamo motivato. Hai quasi “problemi di abbondanza”…

Quest’anno ho dovuto scartare diversi corridori, l’anno scorso avevo il problema contrario: non sapevo chi portare al Giro. Ce lo hanno salvato Fiorelli e Tonelli tra volate e fughe.

E Visconti? Giovanni non ci arriva benissimo, ha avuto diversi intoppi.

Vero non ha avuto un avvicinamento facile, ma se andiamo a vedere lui non è mai stato brillante ad inizio stagione. Inizia ad andare forte quando arriva il caldo. Proprio ieri mi ha mandato il file di un allenamento fatto a casa da solo con un bel dislivello. Ha dei bei valori. Uno come Giovanni ha classe e anche se non è al 100% può vincere. Lui e Battaglia sono quei corridori che se beccano la giornata possono portare a casa il risultato.

Esperienza e affidabilità, ma c’è anche Zoccarato, che è neo pro’.

Samuele ha un motore della… grosso così! Me lo diceva sempre Antonio Bevilacqua: guarda che questo va forte. E io me ne sono accorto ad un Giro dell’Emilia. A due giri dal termine davanti restano in nove e dentro vedo una maglia della Colpack. E chi è questo? Era lui. Ha vinto poco perché spesso ha lavorato per i compagni. Però al Giro under 23 l’anno scorso ha fatto terzo nella tappa del Mortirolo. Lo devi tenere a freno. Avete presente i cani da slitta quando gli metti le briglie che iniziano a tirare? Beh, lui è così: quando gli attacchi il numero sulla schiena non capisce più niente!

Giovanni Carboni (26 anni) è lo scalatore della Bardiani. Per lui sarà il terzo Giro
Giovanni Carboni (26 anni) è lo scalatore della Bardiani. Per lui sarà il terzo Giro
Il percorso della corsa rosa ti piace? Si adatta alla tua Bardiani o i tanti arrivi in salita favoriscono le squadre dei big?

Più è nervoso e meglio è. Certo non devono essere tappe troppo dure. Quella di Sestola potrebbe essere ideale per noi come caratteristiche, ci sono parecchi su e giù. Tappe in cui vai in fuga e magari vai a caccia dei punti per la classifica dei traguardi volanti.

Pensiamo ad un corridore come Carboni, il più scalatore dei tuoi: per lui ha senso provare a dare un occhio alla classifica?

Anche in passato abbiamo avuto qualcuno bravo che poteva tenere, penso a Perez Cuapio, per esempio. Provare a fare classifica significa fare le crono a tutta, restare davanti nei finali in volata per evitare buchi, correre nelle prime posizioni. Chi vuol tenere in questo caso aspetta il primo arrivo in salita. Se perde sui 30” okay, lo tieni lì e continui a fargli fare classifica, ma se perde 10′, ciao… E lo stesso se ne dovesse perdere due. A quel punto meglio incassarne 7-8 ed essere libero per le fughe.

Okay, ma se un giorno il Carboni della situazione, tanto per restare sullo scalatore, non dovesse prendere la fuga e magari sullo Zoncolan si vuole misurare con gli uomini di classifica lo può fare o è meglio che molli per risparmiare energie?

A volte si fa, sono i ragazzi stessi che decidono di provare. Ma giusto un giorno o due. Noi comunque siamo d’accordo: è importante portare a casa certi confronti, vedere davvero che valori si hanno. Però bisogna anche pensare che dopo una tappa come quella dello Zoncolan, magari il giorno dopo i big si rilassano e lasciano andare via la fuga.