Cosa sanno alla Jumbo-Visma di Belletta, di Mattio e dell’Italia?

27.08.2022
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Avevamo sentito per la prima volta Robbert De Groot, responsabile della Jumbo-Visma Development, dopo il podio di Vingegaard lo scorso anno al Tour. Questa volta l’interesse è dato dall’arrivo di Belletta e Mattio e il parlare che se ne è fatto in Italia, soprattutto fra gli operatori del settore. Che cosa offrono in Olanda più che in Italia? E’ vero valore aggiunto, si chiedeva ieri Ivan Basso, oppure una grande infatuazione?

Così siamo tornati dal tecnico olandese cercando di capire il perché della scelta, il modo in cui lavoreranno con i due ragazzi e quale idea si sia fatto del ciclismo giovanile italiano.

Cominciamo dal loro arrivo?

Abbiamo contatti con diverse agenzie che lavorano in ambito internazionale. Di Mattio, l’ultimo arrivato, abbiamo parlato a dicembre con Alessandro Mazzurana e la firma del contratto è arrivata a luglio. Prima lo abbiamo invitato con noi in Slovenia, per allenarsi, parlare, conoscerci. L’Italia ci piace, la storia del vostro ciclismo è importante. E poi ci sono tanti talenti, mentre a noi piace esplorare e allargare i confini dello scouting.

Invece Belletta?

Ho sempre avuto buoni contatti con Manuel Quinziato, anche per altri casi. E’ però un fatto che non tutti i ragazzi vogliono lasciare l’Italia. Dario (Belletta, ndr) ha accettato di farlo e penso che possa ben inserirsi nel nostro gruppo e nella nostra filosofia.

Vingegaard è il prodotto dell’organizzazione del team olandese (foto Jumbo-Visma)
Vingegaard è il prodotto dell’organizzazione del team olandese (foto Jumbo-Visma)
Eppure è la prima volta che cercate corridori italiani.

Non abbiamo mai dubitato che ci siano talenti anche nel resto d’Europa, quindi anche in Italia. Inoltre l’Italia è importante anche per il nostro sponsor Jumbo (grande catena olandese di supermercati, ndr). Vogliamo che sia un successo su entrambi i fronti

Quale idea vi siete fatti di Belletta?

La prima cosa che abbiamo notato è che è alto rispetto allo standard dei corridori italiani. Inoltre ha una fantastica esperienza su pista. Crediamo che abbia un ottimo potenziale per le corse del Nord, non tanto per quelle a tappe. Per ora le grandi montagne non sembrano alla sua portata. Inoltre possiamo lavorare nella crono, che finora ha coltivato poco, ma è logico, essendo ancora uno junior.

Ci spieghi la vostra filosofia?

E’ abbastanza semplice. Il nostro obiettivo non è vincere oggi e neppure domani, ma vedere dove possono arrivare quando saranno formati. E se un corridore mostra cosa sa fare nelle corse italiane, che sono notoriamente dure, vuol dire che è forte.

I ritiri sono uno dei momenti più importanti nella stagione della squadra (foto Jumbo-Visma)
I ritiri sono uno dei momenti più importanti nella stagione della squadra (foto Jumbo-Visma)
Belletta ha partecipato a ritiri come Mattio?

No, abbiamo provato, ma aveva impegni in pista con la nazionale. Abbiamo fatto due interviste online. Abbiamo analizzato i suoi dati.

L’opinione su Mattio?

Pietro non ha alle spalle molti allenamenti strutturati, ha lavorato poco, eppure ha già dato dei buoni segnali. E’ una persona e un atleta interessante. Ha iniziato a studiare inglese, per cui la comunicazione va già meglio. E’ un corridore diverso da Belletta, forse è anche meno conosciuto a livello internazionale e questo è un bene. Ha i numeri per essere un corridore di successo. Anche Vingegaard non lo conosceva nessuno e non ha avuto grossi risultati da junior. Pietro può fare tutto, ha un raggio di azione molto ampio.

L’Academy è una delle fasi in cui il team seleziona i talenti (foto Jumbo-Visma)
L’Academy è una delle fasi in cui il team seleziona i talenti (foto Jumbo-Visma)
Sport e scuola, come vi regolate?

E’ importante che i ragazzi abbiano una base culturale solida. Dario è andato un anno avanti, quindi ha già fatto la maturità. Pietro va ancora a scuola e si troverà nella stessa situazione dei coetanei olandesi. Programmeremo le corse e la presenza nei ritiri in funzione dei suoi impegni scolastici.

Quanti ritiri farete con la Development?

A novembre ci vedremo per due giorni in Olanda. A dicembre, 12 giorni in Norvegia per fare sci di fondo: un ritiro importante per definire i programmi, creare lo spirito di squadra e fare gruppo. Prima di Natale si farà la presentazione con tutti i team, quindi anche le due WorldTour. A gennaio 10-14 giorni in Spagna e lo stesso a febbraio, per dare modo a tutti di partecipare. Inizieremo a correre il primo weekend di marzo. Fino a dicembre li lasceremo tranquilli. Dario dovrebbe fare i mondiali e poi non so se correrà fino a ottobre. Poi però dovrà riposare per almeno due settimane.

Oltre a Belletta e Mattio, in arrivo dagli juniores Menno Huising e Jelle Boonstra (foto Jumbo-Visma)
Oltre a Belletta e Mattio, in arrivo dagli juniores Menno Huising e Jelle Boonstra (foto Jumbo-Visma)
Che idea ti sei fatto degli juniores in Italia?

Sto cercando di capire il ciclismo italiano, come sono organizzate le stagioni, il calendario. Le organizzazioni regionali e tante squadre diverse. Quella di Mattio è molto piccola, quella di Bortolami in cui corre Belletta è molto grande. Qual è il ruolo del commissario tecnico? Mi piacerebbe correre di più in Italia, perché le corse sono dure.

Come si lavora secondo te sugli juniores?

Ogni cosa dovrebbe riguardare educazione e allenamento. Dovrebbe esserci lo stesso sistema in ogni Paese. E soprattutto, vincere non dovrebbe essere l’obiettivo principale.