Obiettivo 10 vittorie. Per Missaglia la Q36.5 è lanciata

24.02.2023
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C’è grande entusiasmo in casa Q36.5, la nuova squadra professional nata sulle ceneri della Qhubeka. La vittoria di Matteo Moschetti è stata un’iniezione di fiducia per il team, impegnato in una missione, quella di riannodare il filo che si era interrotto improvvisamente nel 2021. Douglas Ryder, il mentore del progetto come lo era della squadra sudafricana, ha sempre tenuto un profilo molto attento nelle sue parole, sin dall’inizio, ma ora che il manager si è un po’ fatto da parte, emerge dal gruppo grande entusiasmo e concentrazione.

Normalmente Gabriele Missaglia, uno dei diesse del team, è abbastanza restio a prestarsi a taccuini e microfoni, ma questa volta lascia trasparire senza alcun freno tutta la voglia di fare che anima lui e ogni altro componente della Q36.5.

«Mi riviene in mente – dice – quando tutto è partito, c’è una data specifica: il 21 luglio dello scorso anno quando Douglas, io e pochissimi altri reduci da quella bellissima quanto sfortunata avventura ci siamo decisi a rimetterci all’opera. Siamo partiti da zero, ma a novembre avevamo già completato tutto l’organigramma».

La volata vincente di Moschetti alla Clasica de Almeria, primo centro per la Q36.5
La volata vincente di Moschetti alla Clasica de Almeria, primo centro per la Q36.5
E’ stato un lavoro difficile?

Penso come nessun altro nella mia esperienza vissuta a vario titolo nel ciclismo. Abbiamo rifatto tutto di sana pianta e ancora l’opera non è completata, diciamo che siamo un work in progress con obiettivi molto in là nel tempo, ma intanto i mattoni per la casa sono stati messi tutti e abbiamo tempo per sistemarla e arredarla come si deve. Intanto abbiamo già vinto e questo è importante, abbiamo messo fieno in cascina.

Un problema che Ryder sottolineava alla vigilia era la costruzione del calendario…

Le cose sono andate anche oltre le nostre più rosee previsioni. Essendo una squadra nuova non sapevamo chi ci avrebbe invitato, abbiamo mandato richieste un po’ ovunque e ci sono arrivate indietro tantissime proposte, quante non ne avremmo mai sperate. Parteciperemo a tutte le gare del calendario italiano ma anche a tutte le classiche del Nord comprese le monumento. Francia, Belgio, Spagna, ma anche molto più lontano.

Calzoni ha iniziato bene: 11° alla Jaen Paraiso e sempre nella top 10 al Giro del Rwanda
Calzoni ha iniziato bene: 11° alla Jaen Paraiso e sempre nella top 10 al Giro del Rwanda
Un calendario da squadra WorldTour…

Esatto e questo legittima la nostra scelta di avere un roster molto largo con 24 corridori, come solo le squadre retrocesse dal massimo circuito o associate ad esso hanno. D’altronde era fondamentale per la Q36.5 avere un calendario d’altissimo profilo, anche per dare risposte agli sponsor di grande livello che ci hanno dato fiducia. Noi siamo al chilometro zero di un cammino che ha un obiettivo condiviso con tutti coloro che hanno investito in quest’idea: tornare nel WorldTour, dov’era la Qhubeka.

Siete presenti anche al Giro del Rwanda.

Per noi quella partecipazione era quasi doverosa viste le nostre radici e il nostro passato. Non nascondo che, quando è arrivato l’invito, fra noi diesse ci siamo contesi la presenza, alla fine è toccato ad Alexandre Sans Vega e va bene così, sarà per il prossimo anno. Ce la siamo cavata abbastanza bene nelle prime tappe, anche se non è una corsa semplice, ad esempio la nostra punta Hagen è caduto ed è stato costretto al ritiro. Ma in una gara d’inizio stagione ci sta.

Missaglia ha seguito Ryder Douglas nel percorso dal Team Qhubeka alla Q36.5
Missaglia ha seguito Ryder Douglas nel percorso dal Team Qhubeka alla Q36.5
Ora che la macchina è lanciata, è stato difficile costruirla, nel senso di portare i corridori nel team?

Molto, perché quando parti da zero che cosa puoi offrire a manager e corridori? Possiamo dire che chi ha creduto nel nostro progetto ora è sempre più invogliato a lavorare, allenarsi, correre e lo verifico ogni giorno, mentre chi ha rifiutato si mangia le mani, e ci sono i casi…

La squadra ha uno zoccolo duro italiano…

La metà dei tesserati. Avevamo deciso sin dall’inizio che serviva una base di una stessa nazione, pur considerando che fra 24 corridori ci sono ben 13 Paesi rappresentati. E’ l’Italia e questo mi fa piacere, ma poteva essere qualsiasi altro Paese. Noi abbiamo scelto corridori giovani, che devono farsi le ossa ma anche gente d’esperienza. Corridori che facessero gruppo. La nostra è come una famiglia, nella quale tutti lavorano per uno stesso scopo. Chi ne fa parte ha capito che è qualcosa di diverso da ogni altro team, innanzitutto nello spirito.

Parisini, proveniente dal team Devo della Qhubeka, già protagonista nella nazionale U23 (foto Q36.5)
Parisini, proveniente dal team Devo della Qhubeka, già protagonista nella nazionale U23 (foto Q36.5)
Un team che però non ha vere e proprie punte.

Ne siamo coscienti, non abbiamo il vero corridore da WorldTour, ma non era possibile prenderne, erano tutti sotto contratto. Se facciamo tutto per bene, credo che il prossimo anno verranno a bussare alla porta della Q36.5.

Che cosa ha rappresentato il successo di Moschetti?

E’ stato diverso da qualsiasi altro che ho seguito, aveva un sapore particolare. Su Matteo confidiamo molto, io lo vedo diverso dal passato, più volitivo, lavora con molta più passione. Dà morale a se stesso ma anche a noi. Brambilla invece lo abbiamo voluto fortemente perché sappiamo che cosa ci può dare in gara ma anche fuori. Purtroppo quest’inverno è stato operato di appendicite e ha perso tre settimane di allenamento, è indietro nella preparazione ma contiamo che in queste gare d’inizio anno riprenda il terreno perduto.

Per Fedeli un buon inizio tra Saudi Tour e Tour des Alpes Maritimes
Per Fedeli un buon inizio tra Saudi Tour e Tour des Alpes Maritimes
Degli altri italiani cosa ci sai dire?

Su Conca credo molto, anche per lui la trasferta in Rwanda non è stata fortunatissima ma mi aspetto una sua crescita. Parisini viene dal nostro team Devo, ha acquisito esperienza anche in nazionale, deve solo progredire, come anche Puppio: ricordo che aveva fatto uno stage alla Qhubeka, lo portai alla Bernocchi e lui per tutta risposta fece 6° nell’edizione dominata da Evenepoel. Calzoni è un mio pallino, l’ho voluto fortemente nel team e devo dire che ha iniziato subito forte, anche oltre le mie aspettative. Lo stesso dicasi per Fedeli, che la Saudi Tour ha iniziato davvero in maniera promettente. Poi tra gli italiani possiamo considerare anche Badilatti, ticinese del confine, che in Ruanda sta facendo bene.

Ryder ha detto che l’obiettivo per questo primo anno sono le 10 vittorie: sarà più facile ottenerne nella prima o seconda parte di stagione?

La doppia cifra è il target che ci siamo tutti posti in questo 2022. La prima parte di stagione sarà obiettivamente più dura, con le classiche e le tante sfide che ci attendono, ma io sono molto ottimista. I conti li faremo a fine anno, tireremo una riga e vedremo com’è andata, pensando anche ai punti Uci. Le vittorie in questo caso non sono tutto, l’obiettivo vero è fra tre anni…

Vittoria e colpo di spugna: Moschetti riparte da Almeria

14.02.2023
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Primo ad Almeria, alle sue spalle De Lie, Kristoff, Meeus e Nizzolo. Non è l’arrivo di un mondiale né di una grande classica, ma quando va a sedersi senza fiato vicino a un marciapiede, Moschetti ha lo sguardo felice di un bambino. La grande differenza rispetto alle vittorie precedenti è il colore della maglia. Non più Trek-Segafredo, bensì quella nuovissima e super tecnologica del Team Q36.5.

Seduto sulla strada dopo la vittoria, mentre intorno si scatena la gioia del nuovo Team Q36.5
Seduto sulla strada dopo la vittoria, mentre intorno si scatena la gioia del nuovo Team Q36.5

Cadute e risalite

Il lungo periodo con la squadra americana si è chiuso in modo insapore: un raffreddamento dei rapporti da parte del team che ha tolto il fuoco agli ultimi mesi. Ottimi rapporti con Guercilena da un lato, poi tutto il resto ad altra temperatura.

Finora nel… carnet di Matteo tra i professionisti c’era sempre stata una sola squadra, ad eccezione del 2018, quando andò nella Polartec-Kometa: continental spagnola di Basso e Contador (9 vittorie). Dal 2019 del passaggio nel WorldTour, il cammino del milanese ha visto 5 vittorie e una serie di infortuni che avrebbero piegato un cavallo da tiro. Non Moschetti, che a un certo punto si trovò addirittura a fare riabilitazione a Forlì, in casa di Fabrizio Borra, sfidando il lockdown e i primi assalti del Covid. Ogni volta è tornato e ha vinto. E così anche quest’anno, dopo un cambio di maglia che è stato anche un cambiamento di vita.

Lo scorso anno, prima vittoria di peso per Moschetti alla Valenciana, dopo due anni tra infortuni e risalite
Lo scorso anno, prima vittoria di peso per Moschetti alla Valenciana, dopo due anni tra infortuni e risalite
Che cosa significa cambiare squadra dopo quattro anni?

Sono passato nella Trek-Segafredo. In quattro anni conosci le persone, il materiale che rimane lo stesso ed evolve di anno in anno. Prendi delle abitudini, hai dei riferimenti. Poi di colpo cambia tutto. Per fortuna sono una persona che si ambienta in fretta. Non ho problemi nell’usare materiali diversi. La squadra è nuova e partire da zero non è facile, magari ci vorrà qualche mese perché tutto scorra nel modo più fluido, ma siamo sulla buona strada.

Come descriveresti il distacco dalla Trek?

Non ci siamo lasciati male, però l’anno scorso ho sentito una sorta di allontanamento, come se mancasse fiducia nei miei mezzi. E’ un lavoro, ci sta, ma alla fine è mancato il supporto che serve per fare bene e questo mi è dispiaciuto. Sarebbe stato meglio chiudere la stagione con una buona direzione, però è andata così.

Buone sensazioni al via da Almeria. Moschetti è pro’ dal 2019, ha 26 anni, è alto 1,79 e pesa 73 chili
Buone sensazioni al via da Almeria. Moschetti è pro’ dal 2019, ha 26 anni, è alto 1,79 e pesa 73 chili
Curiosamente ti ritrovi in squadra con Brambilla, rimasto male perché di fatto nel 2022 non ha più corso da metà agosto…

Lui è stato anche più sfortunato di me, però non conosco i dettagli. Nel mio caso hanno deciso di non tenermi, ma nel frattempo io ero sotto contratto, mi allenavo, però alle corse percepivo che non ci fossero fiducia e determinazione.

Hai cambiato squadra e hai risposto con una vittoria…

Anche l’anno scorso, al rientro dopo l’ennesimo infortunio, ho iniziato con una vittoria in Spagna, alla Valenciana. Quella fu una vittoria più prestigiosa dopo due anni difficili. Quella di Almeria è stata più una conferma a livello personale e un’emozione per la nuova squadra.

Che ambiente sta nascendo?

Finora è stato facile trovare l’intesa. Un conto è entrare in un gruppo già formato e affiatato, mentre questo è tutto nuovo. Ho corso un po’ con Brambilla, gli altri invece sono tutti da scoprire, ma ci stiamo riuscendo bene. Mi ricordo che quando arrivai alla Trek, quasi presi paura dal numero delle persone che c’era, più di un centinaio. La nostra realtà è più piccola, ma davvero ben organizzata.

Vuelta Valenciana, Moschetti in azione sulla Foil: bici aerodinamica in dotazione anche agli scalatori del team
Vuelta Valenciana, Moschetti in azione sulla Foil: bici aerodinamica in dotazione anche agli scalatori del team
Hai un tuo tecnico di riferimento?

Certo, come accade in tutte le squadre. Io per praticità sono con Missaglia, ma Douglas Ryder è molto presente. Da quello che sento, è stata mantenuta l’impostazione che avevano al Team Qhubeka due anni fa, anche nella preparazione. Io ad esempio lavoro con Mattia Michelusi, allenatore interno al team.

Cambiare preparatore è più difficile rispetto al cambiare squadra?

Anche questo è stato un passaggio. Alla fine i lavori sono quelli, cambia però il modo di fare le cose, perché ogni preparatore mette la sua impronta e il suo modo di ragionare. Nei dettagli riconosci la firma. Il passaggio non è troppo faticoso da assorbire e anzi… alla fine diventa uno stimolo in più. Prima mi allenavo con Matteo Azzolini, con cui ho tenuto un ottimo rapporto e che invece è passato fra i preparatori della Trek. Però, cambiando squadra, ho trovato giusto seguirli anche per la preparazione.

Ad Almeria, alle spalle di Moschetti anche Arnaud De Lie, il giovane talento belga dello sprint
Ad Almeria, alle spalle di Moschetti anche Arnaud De Lie, il giovane talento belga dello sprint
Nuova squadra, nuovo allenatore e nuova bici…

Ero abituato bene con la Trek, ma devo dire che la nuova Scott Foil mi ha stupito. E’ molto veloce e leggera, tanto che alla fine la squadra ha deciso che useremo tutti questo modello. Ho trovato subito il giusto assetto in sella e avremo ruote Zipp diverse a seconda dei percorsi. Non l’ho mai pesata, ma credo che con le ruote da salita probabilmente non saremo a 6,8, anche perché con i freni a disco è dura, ma si resta intorno ai 7 chili. E considerato che è una bici aerodinamica, è proprio un bell’andare.

Il team porta il nome di un marchio di abbigliamento, che cosa te ne pare?

Onestamente sono rimasto veramente colpito dall’abbigliamento di Q36,5, più che altro per la qualità di tutta la linea d’abbigliamento. E poi ho avuto la fortuna di conoscere meglio Luigi Bergamo (titolare del marchio altoatesino, ndr) ed è stato veramente interessante scoprire la tecnologia e lo studio che c’è dietro ai materiali che utilizziamo. E poi sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla passione che mette nei suoi prodotti. Una cosa bella…

Prossime gare?

Kuurne-Bruxelles-Kuurne, ma forse c’è la possibilità di fare il Tour des Alpes Maritimes et du Var, che comincia il 17 febbraio e in cui dovrei essere riserva. Si deciderà a brevissimo.

Q36.5: il kit Pro Team è un viaggio tra i pro’

21.01.2023
4 min
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Q36.5 è lo sponsor e fornitore di abbigliamento tecnico della omonima squadra professionistica, nata giusto quest’anno. Realizzato a mano in Italia, in un raggio di 350 chilometri dalla sua sede di Bolzano, con tessuti e tecnologie pluripremiate, il kit ufficiale del Q36.5 Pro Team Cycling è ora disponibile e comprende i capi RaceWear più all’avanguardia: la maglia R2 Jersey e la salopette Gregarius Ultra Bib Shorts.

I capi riflettono la vision #RacingTheFuture e sono progettati per le esigenze degli atleti, soddisfacendo i più alti standard di vestibilità, prestazioni e durata. Un vantaggio per tutti gli appassionati è rappresentato dalla possibilità di poter acquistare gli stessi capi indossati e testati sulla pelle di atleti professionisti

La maglia e la bici sono state svelate a Zurigo, insieme ai 24 atleti e allo staff
La maglia e la bici sono state svelate a Zurigo, insieme ai 24 atleti e allo staff

Il design

Gli elementi grafici del kit della squadra si ispirano agli studi e agli esperimenti di Body Mapping del marchio, in cui vengono analizzate le zone di calore e sudore dell’atleta. I sensori termici rappresentati in color lime rappresentano quelli utilizzati durante il processo di ricerca e raccolta dati.

L’innovazione e la tecnologia di Q36.5 contribuiscono a mantenere la temperatura corporea ottimale di 36,5°C in ogni momento. Ogni singolo prodotto è infatti progettato per raggiungere questo obiettivo tutto l’anno, in tutte le condizioni atmosferiche, durante tutte le intensità di allenamento.  

«Abbiamo sviluppato – ha dichiarato Luigi Bergamo, CEO di Q36.5 &e Presidente del Q36.5 Pro Cycling Team – una nuova generazione di capi RaceWear altamente tecnici, sostenibili e assolutamente funzionali, provati e testati dai nostri atleti professionisti nelle condizioni più difficili. L’obiettivo principale è massimizzare le prestazioni attraverso innovazioni sostenibili e spingersi oltre i limiti attraverso uno sviluppo radicale dei prodotti».

R2 Pro Team Jersey

La maglia del Q36.5 Pro Team si basa sul modello R2, uno dei capi più all’avanguardia della collezione, grazie alla sua eccezionale funzionalità. Progettata studiando la mappatura del corpo e la ricerca aerodinamica, questa maglia è caratterizzata dalla combinazione di quattro tessuti proprietari e 11 pattern strategicamente posizionati per garantire le massime prestazioni. 

Altamente traspirante e con una vestibilità aerodinamica da gara, la maglia è prodotta in modo sostenibile utilizzando il 70% di materiali riciclati. L’attenzione ai dettagli la contraddistingue, con caratteristiche significative come le maniche a taglio vivo e le tasche nascoste per migliorare le prestazioni aerodinamiche e il comfort. Il prezzo consultabile sul sito è di 130 euro.

Gregarius Ultra Pro Team Bibs

I Gregarius Ultra Pro Team Bibs sono la salopette RaceWear per eccellenza, con il nuovo fondello Super Molded e la nuova costruzione sartoriale del marchio. Realizzati con materiale riciclato al 100%, sono i pantaloncini con bretelle più sostenibili della collezione Q36.5, e si spingono oltre i confini dell’innovazione sostenibile utilizzando il nuovo filato UF Knit44 ECO. 

Uno dei maggiori punti di forza rimane il fondello Super Moulded powered by Elastic Interface, con taglio ergonomico brevettato Q36.5, finitura della fascia sulle gambe e costruzione delle cinghie. L’indole di questi pantaloncini rimane quella delle corse e della performance. Il prezzo consultabile sul sito è di 180 euro. 

Q36.5

Scott: svelata la nuova Foil RC della Q36.5

21.01.2023
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Scott annuncia un accordo di sponsorizzazione pluriennale con il Q36.5 Pro Cycling Team. Il marchio svizzero doterà la squadra della nuovissima Foil RC. La bicicletta da strada più veloce mai realizzata da Scott. Un concentrato di leggerezza, efficienza aerodinamica e comfort pronto ad aggredire le strade insieme al neo team professionistico. 

Una partnership nata dall’unione d’intenti e rivolta allo sviluppo di prodotti che abbattano le barriere della performance che oggi conosciamo. Un mantra condiviso dalle aziende Scott e Q36.5. Scopriamo insieme la livrea e le caratteristiche di questa Foil RC. 

La maglia e la bici sono state svelate a Zurigo, insieme ai 24 atleti e lo staff
La maglia e la bici sono state svelate a Zurigo, insieme ai 24 atleti e lo staff

La Foil RC

Scott è un marchio leader nella produzione di biciclette da strada, con i valori di innovazione, tecnologia e progettazione rivolti alla creazione dei modelli più veloci al mondo. Per questa stagione il Q36.5 Pro Cycling Team utilizzerà la nuovissima Scott Foil RC, affiancata dalla Plasma per quanto riguarda le prove contro il tempo.

Scrutando la Foil RC si può notare che alla base di tutto c’è l’esclusiva tecnologia F01 di Scott che consente di ottimizzare ogni tubo e giunzione per offrire il miglior telaio aerodinamico sul mercato. Dopo aver testato oltre 300 prototipi, gli ingegneri sono riusciti a realizzare un foglio in carbonio migliore, riducendo del 30% il numero di parti in carbonio e di giunzioni utilizzate rispetto al precedente modello Foil. 

Tutti i modelli Foil RC sono dotati di foderi obliqui ribassati che offrono maggiore comfort ma, ancora più importante per una bicicletta aerodinamica, garantiscono una minore resistenza all’aria. Sono rivolti verso l’interno con un angolo di 10 gradi, forzando l’aria che passa nei raggi in movimento. Grazie ai foderi obliqui ribassati Scott è stata in grado di nascondere le pinze dei freni a disco, non solo riducendo ulteriormente la resistenza aerodinamica, ma anche aggiungendo un’estetica complessivamente pulita. 

Partnership totale

Syncros, parte del gruppo Scott, ha annunciato la sua partnership con Q36.5 Pro Cycling Team. In qualità di fornitore ufficiale di componenti per bici, tra cui selle, cockpit e reggisella, la tecnologia e l’esperienza biomeccanica di Syncros sarà utilizzata dai corridori per tutta la stagione delle gare. Sram completa l’assetto come fornitore di componenti di trasmissione con lo Sram Red etap AXS. Per quanto riguarda le ruote sono state scelte le Zipp in diverse configurazioni, mentre le coperture sono Pirelli.

«In Scott – dice Pascal Ducrot, Vice Presidente di Scott Sports – è inestimabile lavorare con ciclisti di questo calibro e fare in modo che utilizzino i nostri prodotti nelle condizioni di gara più difficili. Inoltre, grazie al nostro rapporto di lunga data con Sram, da 20 anni con Scott-Sram Mtb Racing, siamo lieti di unire le forze ora in questo entusiasmante team su strada. Questa è una grande opportunità per i nostri due marchi di condividere competenze e successi».

Unione d’intenti

La partnership segna il ritorno di Scott alla sponsorizzazione del WorldTour, poiché il marchio si impegna a sostenere la crescita e lo sviluppo di questa nuova squadra e del suo talentuoso roster di giovani atleti. Questa partnership sarà trasversale con i vari reparti e le figure di entrambe le aziende in collegamento, a partire dal consulente Vincenzo Nibali agli esperti di ricerca e sviluppo di Q36.5. Lo scopo sarà assicurarsi che i ciclisti beneficino dei migliori prodotti per ottenere le migliori prestazioni.

«Siamo entusiasti – ha commentato Douglas Ryder, General Manager di Q36.5 Pro Cycling Team – di collaborare con Scott come nostro partner per biciclette, caschi e occhiali per il futuro. Sono innovatori con una ricca storia nel ciclismo professionistico. Questa collaborazione ci ha aiutato nel convincere atleti. Quando i professionisti si impegnano a partecipare a un nuovo progetto grazie alle partnership e attrezzature, sai di avere un’ottima base da cui partire».

Scott

Calzoni, scalpita. I primi approcci alla Q36.5

02.01.2023
4 min
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Con cinque vittorie, un sacco di piazzamenti e una crescita importante, Walter Calzoni si appresta ad iniziare la sua prima stagione da professionista. E lo farà nelle fila della Q36.5 Pro Cycling Team.

L’ormai ex atleta della Delio Gallina Ecotek Lucchini, è stato uno degli atleti più costanti alle dipendenze di patron Cesare Turchetti. Il duro lavoro ha pagato e alla fine per Calzoni sono arrivate anche le convocazioni in azzurro. E solo uno strepitoso Lorenzo Germani gli ha tolto la gioia della maglia tricolore.

Per Calzoni anche una vittoria all’estero, nella prima tappa del Tour of Malopolska
Per Calzoni anche una vittoria all’estero, nella prima tappa del Tour of Malopolska
Walter un 2022 e ti ritrovi professionista con una squadra che sembra avere solide basi. Come sono stati questi primi approcci? 

Per adesso ci siamo trovati solo ad ottobre per fare qualche riunione, per provare le misure delle bici e dell’abbigliamento. A dicembre non siamo andati in ritiro, ma andremo adesso a gennaio. E quindi conoscerò bene tutti. Però il mio direttore sportivo (Missaglia, ndr), il mio preparatore e un po’ di dirigenti li ho già incontrati. Il progetto sembra buono, quindi vedremo!

Dove vi siete trovati la prima volta?

Eravamo in un hotel, di cui adesso mi sfugge il nome, comunque in Italia vicino a Malpensa. Sono stati quattro giorni in cui le impressioni a freddo sono state positive. Ricordo che appena sono arrivato il primo che ho visto è stato Gianluca Brambilla. Lui era arrivato in anticipo. Sono andato da lui, mi sono presentato. Ero un po’ in soggezione perché comunque ero con un corridore che ha vestito la maglia rosa.

Ma “Brambi” è buono!

Un po’ di ansia ce l’avevo! Però presto ho capito che sono tutte persone normali. Anche se sono lì da anni e hanno vinto già tanto. Lo stesso Brambilla in quei giorni mi ha subito dato qualche consiglio. Ho trovato tutte persone più che disponibili. E si è notata subito la differenza con le squadre precedenti. Ma credo sia normale. E’ un grosso step.

Q36.5, brand di abbigliamento tecnico, presenterà la maglia del team il prossimo 10 gennaio a Zurigo
Q36.5, brand di abbigliamento tecnico, presenterà la maglia del team il prossimo 10 gennaio a Zurigo
Quando e dove andrete in ritiro?

Andremo a Calpe dal 9 al 22 gennaio.

Conosci già il tuo programma?

Non ancora. Ci diranno tutto lì. Da quello che so intanto ci daranno il calendario per i primi sei mesi di stagione e poi vedremo strada facendo. La cosa più importante sarà quella di allenarsi bene e fare gruppo. So che faremo delle riunioni singolarmente con i direttori sportivi e gli altri dello staff.

La bici già ce l’avete? Perché la vostra sembra essere misteriosa!

Sì, sì! E’ arrivata proprio poco prima della fine dell’anno e l’ho provata subito. E’ strepitosa. Nei dilettanti hai una bella bici, però qua hai il top! Più di così non si può e questo è anche uno stimolo in più.

Scott vi fa scegliere o avrete un modello unico?

Sarà una bici unica in quanto il modello nuovo di Scott è sia aero che per la salita.

Walter Calzoni (classe 2001) ha corso il Valle d’Aosta con la maglia della nazionale U23
Walter Calzoni (classe 2001) ha corso il Valle d’Aosta con la maglia della nazionale U23
Prima ci hai detto di Brambilla, che consigli ti ha dato Gianluca?

Visto che eravamo ad ottobre mi ha ribadito l’importanza di staccare bene a fine stagione. Di non fare l’errore proprio perché si è dei neopro’ di voler cominciare subito l’anno nuovo senza riposare. Altrimenti la preparazione ne avrebbe risentito più in là: comunque la stagione è lunga. In più so che i ritiri con la squadra avranno carichi di lavoro un po’ più pesanti rispetto ai ritiri che si facevano nelle altre categorie.

E ti spaventa questa cosa?

No, no, anzi… Alla fine meglio fare più lavoro in allenamento e meno fatica in gara poi. Già adesso ho fatto qualcosina in più rispetto agli altri anni. Ma la differenza non è tanto in quello. Più che altro in questo periodo dell’anno decidevo io come allenarmi, facevo da me. Adesso invece c’è il preparatore, Mattia Michelusi, che mi dà il programma con tutti i lavori specifici e le intensità da rispettare. Semmai ho introdotto un po’ di  palestra: gli altri anni ne facevo poca, quasi niente. E più pesante, però va bene così: è il mio lavoro adesso.

Nibali si vede?

Poco. Poi lui ha un ruolo più dirigenziale. Quando eravamo a Malpensa in quei giorni era sempre in riunione. Ricordo che non veniva mai a cena prima delle 21,30.

Q36.5 Bat Jacket, la giacca che crea il microclima perfetto

05.12.2022
3 min
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Affrontare l’inverno senza alcun tipo di timore, mantenendo il corpo in un microclima stabilizzato a temperatura costante. Questa è la missione della Bat Jacket di Q36.5, capo che rappresenta una rivisitazione sofisticata del classico softshell invernale. Questa giacca è infatti in grado di regalare un isolamento termico e protezione dall’umidità totale durante le uscite più fredde

Tutto ciò è permesso dal leggero tessuto laminato a due strati, impermeabile e antivento su torace e braccia, e da una fodera interna UF Air Insulation. Progettazione e ingegnerizzazione che rispecchiano al massimo il mantra dell’azienda di Bolzano, dove la ricerca della temperatura ideale (36.5°C) di un corpo sano è alla base di tutto. 

L’anima di questa giacca è il tessuto caldo e traspirante UF Air Insulation
L’anima di questa giacca è il tessuto caldo e traspirante UF Air Insulation

Calda e stabile

La Bat Jacket offre una vestibilità unica e aderente. E’ attentamente tagliata per evitare lo sventolamento e la resistenza aerodinamica. L’utilizzo del UF Air Insulation nella fodera interna permette di stabilizzare il microclima e la temperatura corporea con condizioni termiche che vanno dagli 0°C ai 10°C. 

La parte addominale della maglia è realizzata con un innovativo tessuto a navetta dalla struttura molto fitta all’esterno, arricchita dal trattamento DWR. All’interno si trova un micro pile garzato che facilita la creazione di un cuscinetto d’aria che favorisce la ritenzione del calore per favorirne l’efficienza. I pannelli laterali sono realizzati con un doppio strato: UF Hybrid Shell Plus all’esterno e UF Air Insulation all’interno. Il tessuto esterno UF 2LTM, posizionato sulla parte delle braccia e sulla parte frontale della giacca, è leggero, a doppio strato, laminato, impermeabile e antivento, realizzato con una membrana microporosa ad alto rendimento. 

Termoregolazione attiva

I dettagli fanno di questa Bat Jacket il non plus ultra dell’equipaggiamento tecnico del ciclista che non vuole fermarsi di fronte alle uscite più fredde. La parte centrale della schiena e la zona delle tasche beneficiano di una miscela di poliammide organico e della tecnologia Graphene Yarn, per dissipare il calore corporeo in eccesso. Questa tecnologia, infatti, mescola la protezione climatica esterna con un controllo avanzato della temperatura interna, in grado di disperdere velocemente il calore in eccesso dalle aree più calde del corpo. La giacca presenta prese d’aria sul petto e sul retro che favoriscono il passaggio del calore e dell’umidità in eccesso. 

La Bat Jacket offre una vestibilità unica, comodamente aderente e aerodinamica. Dotata di colletto ermetico, zip idrorepellente, elementi riflettenti e tre tasche capienti. Caratteristiche innovative per spingersi oltre i limiti anche nelle condizioni atmosferiche più avverse. Il prezzo consultabile sul sito è di 360 euro. 

Q36.5

Dal caffè alla lana: capi tecnici al top anche con le fibre naturali

30.11.2022
3 min
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Sempre più aziende legate alla produzione dei capi tecnici sportivi si orientano sulle fibre naturali e sulla termoregolazione. Abbiamo preso spunto dalla ricerca di Q36.5 che ha sviluppato e prodotto un tessuto bio-vegetale.

Termoregolazione corporea e performance atletica, tutto è connesso, risponde ai nostri quesiti Luigi Bergamo, fondatore, CEO e responsabile della ricerca e sviluppo di Q36.5.

Luigi Bergamo, fondatore di Q36.5
Luigi Bergamo, fondatore di Q36.5
Dove nasce l’idea di sviluppare e produrre i capi tecnici che utilizzano una fibra ottenuta anche grazie ai residui di caffé? Quali sono i vantaggi?

L’idea di un nuovo tessuto nasce sempre dalla stretta collaborazione con i nostri fornitori, assieme ai quali sviluppiamo i prodotti. Grazie all’elevato know-how manifatturiero ed un dialogo serrato, accompagnato da numerosi test di validazione, sviluppiamo dei tessuti proprietari dall’elevato grado di innovazione tecnologica. Questi devono corrispondere alle nostre esigenze e mirati a soddisfare il nostro obiettivo. Ovvero, garantire il mantenimento della temperatura corporea ideale a 36.5°.

Facciamo un esempio?

Il tessuto UF Hybrid Shell è realizzato con un particolare filato di derivazione bio-vegetale. Tecnicamente si tratta di un bio-poliammide, ricavato dalla lavorazione dei fondi dei chicchi di caffè. Le caratteristiche dimostrano una riduzione della perdita di calore ed assicurano un alto tasso di assorbimento/emissione dell’umidità prima che questa abbia il tempo di trasformarsi in sudore, tramite il processo di condensazione.

Prosegue incessante la ricerca di nuovi tessuti (foto Q36.5)
Prosegue incessante la ricerca di nuovi tessuti (foto Q36.5)
E’ possibile aumentare l’efficacia della termoregolazione attraverso le fibre naturali?

Sì ed il tessuto Hybrid Shell ne è un esempio. Impiegato in alcuni dei nostri capi tecnici garantisce un aumento della capacità termica di circa 1°C rispetto alla versione precedente senza l’impiego di bio-derivati. Abbiamo poi un altro ottimo esempio, il tessuto UF Active, un tessuto a doppio strato che combina fili finissimi di lana merino e poliammide.

Quali caratteristiche ha?

Utilizzato nelle maglie da ciclismo e negli accessori Woolf, reagisce attivamente ai cambi di temperatura ed alle variazioni dell’intensità della pedalata per mantenere il comfort in ogni momento. La lana merino sulla superficie interna del tessuto assorbe il sudore e trattiene il calore, anche in condizioni di umidità, mentre il tessuto esterno in poliammide aiuta a espellere l’umidità. Le fibre naturali si combinano con le fibre sintetiche per ottenere il meglio della funzionalità da ciascuna tipologia. Inoltre, la costruzione a navetta di entrambi i tessuti e la loro struttura molto battuta, fa sì che diventino naturali barriere contro il vento, senza la necessità di impiegare delle membrane.

Q36.5 è un brand Made in Italy (foto Q36.5)
Q36.5 è un brand Made in Italy (foto Q36.5)
Quanto Made in Italy c’è in tutto questo?

Q36.5 sceglie di sviluppare e realizzare tutti i propri tessuti in Italia.

Temperatura corporea e prestazione. Che peso ha una termoregolazione ottimale nella performance di un atleta?

Non esiste performance senza termoregolazione. La termoregolazione si spinge anche oltre il concetto di performance, perché garantisce anche benessere e salute. Il vero obiettivo dei capi tecnici, di qualsiasi tipologia e utilizzati nello sport, per il ciclismo, la corsa e lo sci di fondo, oppure nell’alpinismo, dovrebbe essere quello di garantire la stabilità della temperatura corporea. Chi si focalizza sul raffreddamento o sul riscaldamento dell’organismo finisce per perdere di vista il fattore più importante, ovvero il mantenere costante ed equilibrata la temperatura ed il microclima corporeo nel corso dell’intera attività sportiva. Noi di Q36.5 riteniamo indispensabile garantire la stabilità della temperatura corporea durante l’intera attività, per permettere all’atleta di essere nelle condizioni di performare al meglio.

La nuova vita di Moschetti: «Vorrei un anno senza intoppi»

21.11.2022
4 min
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Il 2023 sarà un anno importante per Matteo Moschetti. Il velocista milanese ha scelto di cambiare e dopo 4 stagioni piene alla Trek-Segafredo, accetta anche lui di far parte della nuova scommessa della Q36.5. Ci arriva con tante aspettative, non solo sue ma anche di chi l’ha chiamato nel nuovo team. Moschetti ci arriva dopo una stagione che era iniziata bene, con due vittorie in Spagna e Grecia, ma poi non gli ha portato quelle gioie ulteriori che sperava.

Matteo cerca comunque di vederla in positivo: «Diciamo che mi darei un 6 e mezzo. E’ stata una stagione normale nel suo complesso, con alti e bassi e proprio questo mi dispiace, non essere mai riuscito ad essere costante. Io comunque metto da parte il buono che c’è stato».

Peron Grecia 2022
La volata vincente di Moschetti nella seconda tappa del Giro di Grecia 2022
Peron Grecia 2022
La volata vincente di Moschetti nella seconda tappa del Giro di Grecia 2022
Il fatto che approdi in una squadra professional lo vedi come un vantaggio?

Per me sì. E’ vero che magari non avremo accesso ad alcune delle prove più importanti del WorldTour, ma in fin dei conti io grandi Giri non ne ho ancora mai fatti. So che avremo davanti a noi un calendario comunque importante e mi è sufficiente, gareggeremo in Italia e all’estero, le occasioni per fare bene non mancheranno.

Entri in un progetto importante, anche al di là dei risultati…

Ho sempre seguito il Team Qhubeka sin dai tempi della sua vittoria alla Sanremo con Gerald Ciolek nel 2013. Poi un conto è vederlo da fuori, un altro è esserci immersi come mi è capitato sin da quando Douglas Ryder ci ha parlato e spiegato le radici del team. Sono rimasto affascinato dalla sua forza interiore, dai suoi sforzi in tema di sostenibilità ambientale e di come anche noi correndo possiamo fare la differenza. Tutto ora ha un significato più ampio.

La vittoria di Ciolek a Sanremo nel 2013, beffando i grandi Sagan e Cancellara
La vittoria di Ciolek a Sanremo nel 2013, beffando i grandi Sagan e Cancellara
Ryder è stato molto chiaro: si punta molto su di te come velocista per le vittorie…

E’ stata questa una delle ragioni che mi hanno convinto a cambiare. So che finalmente avrò una squadra dedita alla mia causa, che lavorerà per mettermi nelle migliori condizioni. Questa è anche una grande responsabilità, ma è uno stimolo 100 volte più forte sapere di avere la fiducia del team a tutti i livelli. Probabilmente è quello che mi è mancato di più, fare la “prima punta”.

Con te ci sarà Sajnok come altro velocista. Vi conoscete?

So che è stato campione del mondo nell’omnium nel 2018 quindi è uno che va forte a prescindere. Ci siamo ritrovati spesso di fronte, quest’anno ad esempio ben 10 volte e lui è arrivato più volte davanti. Ci siamo parlati nel primo incontro del team, avremo modo di approfondire, è chiaro che ci daremo una mano in ogni occasione.

Il polacco Sajnok condividerà con Moschetti la responsabilità degli sprint per la vittoria
Il polacco Sajnok condividerà con Moschetti la responsabilità degli sprint per la vittoria
Ryder aveva sottolineato che pur essendo un team internazionale con 13 differenti Paesi rappresentati, il Q36.5 ha una forte impronta italiana…

Questo è un concetto che in fin dei conti non ha per me molta importanza. Certo, essere in 7 italiani e 2 ticinesi potrà aiutare in gruppo in quanto a celerità delle comunicazioni, ma era così anche alla Trek-Segafredo e alla fine l’aria che si respirava era comunque internazionale. Lo stesso ho già visto che sarà alla Q36.5 e non mi dispiace. Ho sempre militato in team internazionali. La cosa che mi ha più colpito finora è che vedo la stessa professionalità, la stessa lunghezza d’onda di un team del World Tour.

Hai già ripreso la bici?

Da una decina di giorni, ho iniziato la preparazione senza fretta ma con molta determinazione. Io vorrei tanto affrontare un anno fatto bene, regolare, sfruttando al meglio la miglior forma quando arriverà. Se guardo al mio passato, finora non ci sono mai riuscito…

Moschetti tra Mosca e Tiberi. Anche alla Trek Segafredo il milanese aveva trovato molti connazionali
Moschetti tra Mosca e Tiberi. Anche alla Trek Segafredo il milanese aveva trovato molti connazionali
Nel tuo ruolo di velocista, fai differenza tra vittorie nelle corse a tappe o nelle gare d’un giorno?

Bella domanda. Io personalmente non ci guardo, per me una vittoria è una vittoria, che assume maggiore o minore importanza in base al contesto: quando e dove si corre, gli avversari, la forma personale, ecc.. La squadra però la vede diversamente perché deve tenere il conto dei punti Uci e con il regolamento attuale vincere una gara in linea ti dà 4-5 volte più punti. E’ chiaro che un team a questo deve guardare. Io forse appartengo a una vecchia scuola: per me le gare sono tutte importanti…

Q36.5 Hybrid Que X e Long Salopette Light, pura versatilità

21.11.2022
4 min
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Due capi versatili e in grado di fornire protezione e supporto al ciclista che vuole uscire in bici senza preoccupazioni. Tecnicità, traspirazione e termoregolazione sono alcuni degli assi portanti di Q36.5. Nei due capi che andiamo a presentare oggi troviamo qualità Made in Italy rivolta a soddisfare ogni esigenza prestazionale nei confronti delle mezze stagioni e nel rispetto dell’ambiente. 

La Long Salopette Light è la versione lunga della leggendaria Salopette Gregarius Ultra, progettata per le uscite di inizio autunno o per chi ricerca protezione totale dai raggi UV anche durante l’estate. La maglia a maniche lunghe Hybrid Que X è il prodotto perfetto per affrontare condizioni climatiche variabili.

Hybrid Que X

La combinazione di protezione dal vento e isolamento efficiente con un taglio sottile rende la maglia a manica lunga Hybrid Que X un capo essenziale per ottenere il massimo delle prestazioni nelle tre stagioni. E’ prodotta con la tecnologia proprietaria dell’UF Hybrid Shell, un tessuto ad altissima densità arricchito da una fibra intelligente che favorisce la gestione del calore e dell’umidità. La speciale fibra isolante, presente nella parte interna del tessuto, a contatto con la pelle, è prodotta dai residui della lavorazione dei chicchi di caffè. Questa fibra attira i raggi infrarossi dall’ambiente e li utilizza per riscaldare il corpo.  Le misurazioni di Q36.5 mostrano un aumento di 1 grado Celsius rispetto alla versione standard del tessuto. 

Per evitare che il vento penetri, la costruzione del girocollo ha una progettazione perfezionata che garantisce una chiusura ermetica senza restrizioni. Utilizzando due tagli diversi, quando si è in sella il colletto segue la linea naturale del corpo. La maglia Hybrid Que X è inoltre dotata del sistema di tasche invisibili brevettato da Q36.5 e di una tasca supplementare sulla parte superiore dell’avambraccio. Il prezzo consigliato al pubblico è di 220 euro. 

Long Salopette Light

Il taglio della Long Salopette Light è stato perfezionato per ridurre ulteriormente il numero di cuciture ed i pannelli sono stati posizionati in modo da migliorare il supporto muscolare durante la pedalata. Il nuovo tessuto proprietario ad alta densità garantisce un eccellente sostegno muscolare. Il tessuto offre anche protezione dai raggi UV e, riflettendo gli stessi, riduce l’accumulo di calore fino a 1,5°C rispetto a un normale tessuto nero. Il tutto è realizzato solo con filati di poliammide ed elastan al 100% provenienti da fonti riciclate

Un pannello di supporto lombare con filo d’argento migliora attivamente la stabilità e l’allineamento del corpo in sella. Il C-interface è un pannello posizionato tra sella e fondello, senza alcuna cucitura centrale: realizzato con un tessuto resistente, grippante e termoregolatore, fa sì che il ciclista si possa posizionare al meglio in sella e beneficiare delle proprietà del tessuto Dyneema. La finitura del giro gamba con taglio vivo e tessuto grippante aiuta a mantenere la calzamaglia in posizione, senza irritare la pelle, mentre le bretelle della Salopette Light utilizzano un materiale leggero e traspirante. Il pantalone è disponibile nella versione uomo e donna. Il prezzo suggerito al pubblico è di 200 euro.

Q36.5