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Matteo Moschetti, giorno di riposo, Vitoria, Vuelta Espana 2020

Moschetti, all’inferno e ritorno…

10.11.2020
5 min
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La strada per Villaneuva de Valdegovia è un calvario di salite e pioggia e Moschetti, staccato in fondo, sta litigando con la bicicletta. I velocisti sono già lontani. Anche Romain Siegle della Groupama-Fdj, con cui Matteo ha condiviso qualche chilometro, se ne è andato. A breve il francese deciderà di salire in ammiraglia, però Matteo non lo sa. Non gli sembra giusto mollare e così tira dritto. L’ammiraglia scandisce i tempi e stima il tempo massimo su una media di 42 orari. Sembra fatta. Ma quando il corridore della Trek-Segafredo taglia il traguardo, la media di Michael Woods che ha vinto è di 41,980. Per 20 metri dopo 159,7 chilometri, la Giuria applica una percentuale minore e i 41 minuti di ritardo mettono il lodigiano fuori tempo massimo.

Matteo Moschetti, Trofeo Playa de Palma 2020
Il 2020 di Moschetti era iniziato con due vittorie a Palma de Mallorca
Matteo Moschetti, Trofeo Playa de Palma 2020
Il 2020 iniziato con due vittorie a Mallorca

«Mancavano 100 chilometri quando mi sono staccato – racconta Moschetti – era una giornata pessima. Prima senza gambe e poi anche la testa. In quei momenti ti passano tanti pensieri. Sensazioni negative. E’ frustrante, demotivante. Ti rendi conto che sei ultimo a ore dai primi. Però quell’ultimo tifoso che ti dà una voce dopo che il gruppo è passato da un quarto d’ora ti fa amare quello che stai facendo. Fa parte del ciclismo. Ma per me questo non è stato un anno normale…»

Un anno duro

La memoria va indietro. La caduta del Giro 2019 e il ritiro. La frattura dello scafoide dopo neanche un mese. Il ritorno vincente ai primi del 2020 e le due vittorie a Mallorca sembrano aver scacciato tutti i fantasmi. Moschetti è il futuro delle volate e forse anche delle classiche. Non lo vedi alla Roubaix? Ne ha il fisico e potrebbe già essere pericoloso alla Sanremo…

L’aria di inizio stagione è frizzante, l’Europa non coglie ancora la portata del dramma in cui sta per piombare quando di colpo, nella terza tappa dell’Etoile de Besseges, ecco un’altra caduta. Più seria, questa volta. Frattura dell’acetabolo del femore destro. Un colpo durissimo per il corpo ed il morale, con il lockdown di mezzo a congelare ogni sensazione.

«Ora sto bene – racconta – ho ricominciato a correre a fine luglio come gli altri. A livello clinico ero guarito, però mi mancava la condizione per tutte quelle settimane immobile. Non ho dolori, manca un po’ di forza e ho la sensazione che la muscolatura del gluteo destro si affatichi più del sinistro. I dottori dicono che serve tempo, ma inconsciamente mi sarebbe piaciuto tornare subito a un buon livello e non è stato facile per un agonista come me prendere atto del fatto che non ce la facevo. In pianura okay. Nelle corse dure dove già avrei faticato, una pena».

Arriva il lockdown

Una rieducazione semplice, accenna Fabrizio Borra che l’ha raddrizzato, niente di troppo complicato per un ciclista. Certo, se pensi a quando in quella piscina lavorava Pantani con una gamba spezzata, tutto il resto viene dopo. Eppure Matteo era lì che soffriva, stringeva i denti e intanto sperava.

«Siamo stati quasi un mese – racconta – a coordinare il bilanciamento. Non conoscevo Fabrizio e mi sono molto stupito entrando nel suo studio, nella sua… gardaland. Ma col tempo l’ho scoperto, abbiamo vissuto insieme la fase iniziale del lockdown. Iniziavano le restrizioni nella zona di Lodi, poi il Centro ha iniziato a svuotarsi e siamo rimasti in quattro, cinque. E alla fine, quando l’Italia era ormai tutta chiusa e prima che anche io scappassi verso casa, eravamo rimasti Fabrizio, la sua famiglia ed io».

Matteo Moschetti, Nokere Koerse 2019
Nel 2019, fresco di passaggio nel WorldTour, aveva debuttato al Nord
Matteo Moschetti, Nokere Koerse 2019
Nel 2019, debutto al Nord

Voglia di fatica

Si tende a dimenticare e per questo, scorrendo i risultati di Moschetti, si potrebbe essere tentati di bocciare la seconda parte della sua stagione, contandone soltanto i ritiri.

«Rianalizzando il tutto – riprende Matteo – è stato bello già solo essere tornato. Sapevo che il percorso della Vuelta era durissimo, ma l’obiettivo era terminare la stagione con più corse nelle gambe. Volevo correre, fare qualche sforzo in più, anche se sono venuto a casa a malincuore. Ogni giorno tanta fatica e poi i massaggi. Non sempre c’era con noi l’osteopata, ma andava bene essere trattato normalmente. L’unica cosa, ho fatto delle sedute leggere di stretching ogni giorno per curare il bilanciamento fra destra e sinistra. I giorni più duri sono stati quelli con l’umido e col freddo. Sarà un inverno classico, lavorando di più sui piccoli aspetti che ho tralasciato durante la chiusura della scorsa primavera. Che poi… Quello che ci è pesato è stato non poter uscire. Poterlo fare adesso sembra un lusso. In fondo la vita del corridore è semplice, bicicletta e poco altro. Vabbè, qualcuno si lamenta delle vacanze che non ha potuto fare, ma si sta bene anche a casa».

Matteo Moschetti, tricolore strada Cittadella 2020
Ai tricolori di Cittadella, stringendo i denti in salita
Matteo Moschetti, tricolore strada Cittadella 2020
Ai tricolori, stringendo i denti in salita

Venerdì il via libera

La bici tornerà intorno al 20 di novembre, per un inverno che da un lato minaccia di essere lungo e dall’altro ti fa pensare che siamo già a metà novembre.

«La prossima stagione – dice Matteo – dovrebbe iniziare a febbraio, quindi non c’è tanta ansia di bruciare le tappe. Mi hanno consigliato di restare fermo per due settimane e mezzo, ma dalla fine della prossima settimana comincerò anche a correre a piedi. E anche quello sarà un passaggio delicato. Il chirurgo me l’ha detto che l’obiettivo era sì tornare in bici, ma anche riavere una vita normale. Quindi camminare e correre. Me ne andrò per i boschi intorno casa, in questo novembre di zona rossa che però da casa mia sembra meno duro di marzo. Ci sono le restrizioni, le tocchiamo con mano, ma il fatto di accompagnare mia sorella a scuola rende tutto più normale. Venerdì sarò da Borra per l’ultima verifica e sarà un momento fondamentale. Poi potrò cominciare a recuperare il lavoro e impostare il 2021».