Il “maestro” Martolini, i suoi ragazzi e quei video sbagliati

05.06.2022
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Mentre le indagini fanno il loro corso, mentre Nicola Venchiarutti prosegue nel suo cammino di ripresa fisica dal terribile incidente di Castelfidardo costato la vita a Stefano Martolini, il vuoto che il diesse della Viris Vigevano ha lasciato nel mondo del ciclismo italiano è ancora vivido, presente, doloroso. Quell’assurdo esito della volata finale, fatale per il dirigente lombardo che stava assistendo sul marciapiede inconsapevole dell’appuntamento col destino, ha aperto squarci di ricordi che abbiamo voluto mettere insieme parlando con chi, grazie a lui, ha iniziato la sua carriera ciclistica ma soprattutto ha fatto importanti passi in avanti nel cammino della vita.

C’è chi non se l’è sentita di parlare, troppo forte il peso del dolore sul cuore come Matteo Moschetti, che con Martolini ha svolto i suoi primi passi nel ciclismo agonistico. Martina Alzini invece ci ha dato modo di tracciare un profilo del giovane dirigente da una posizione privilegiata ma anche particolare, lei unica ragazza in un gruppo di maschi.

«Ero tesserata per un team di Cesano Maderno – racconta – ma per posizione geografica mi allenavo a Busto Garolfo quando ero allieva e Stefano mi prese nel suo gruppo, con molto rispetto e attenzioni. Posso dire di essere cresciuta in quel gruppo, dove molti sono diventati professionisti come Moschetti e Garavaglia e per ognuno di noi era una figura importante. Non solo dal punto di vista ciclistico perché aveva ben presente l’età che stavamo vivendo e sapeva che la sua funzione era quella di insegnare ciclismo, ma anche di educare».

Moschetti 2022
Per Matteo Moschetti il dolore per la perdita dell’amico è ancora molto intenso
Moschetti 2022
Per Matteo Moschetti il dolore per la perdita dell’amico è ancora molto intenso
Eri in contatto con lui?

Non ci vedevamo spesso, l’ultima volta era stata a Dalmine per i tricolori su pista dello scorso anno. Stefano ci aveva instillato l’amore per la pista, ci aveva fatto capire l’importanza di questa disciplina anche in funzione delle altre, anche se tutti noi avevamo nel cuore il ciclismo su strada. Io vedo Stefano come un esempio di passione per il ciclismo, che lo portava a trascorrere tante domeniche caricandoci sui mezzi per andare a Montichiari ad allenarci oppure a non farci mancare nulla nelle nostre trasferte e nei nostri impegni ciclistici.

Che cosa ti ha insegnato?

Innanzitutto che cosa significa essere innamorati del proprio lavoro. A quel tempo non potevamo sapere quale sarebbe stato il nostro futuro, per noi il ciclismo era soprattutto divertimento, ma lui con il suo esempio e la sua passione fece crescere in noi l’entusiasmo, la voglia di spostare sempre più in là i nostri limiti. Abbiamo tutti imparato molto da lui, anche a sapercela cavare nella vita di tutti i giorni.

Alzini pista 2022
Martina Alzini ha iniziato con Martolini, unica ragazza del suo gruppo, trattata sempre con grande rispetto
Alzini pista 2022
Martina Alzini ha iniziato con Martolini, unica ragazza del suo gruppo, trattata sempre con grande rispetto
Da più parti hanno sottolineato come fosse duro di carattere…

A quell’età tante volte non lo riesci a capire, ma l’allenatore migliore non è quello più morbido, che ti fa passare tutto, è quello che tiene le briglie, che in certi momenti è padre e quando serve tiene le distanze, non scherza più e se serve alza la voce per richiamarti all’ordine. Era molto schivo, ad esempio non amava farsi fotografare e non apprezzava i social. Era duro ma sempre disponibile, per questo era apprezzato, si vedeva che per i suoi ragazzi avrebbe dato tutto, come poi il destino gli ha imposto.

C’è un episodio che ti è rimasto impresso?

Mia madre mi ha ricordato, parlando di quel che gli è successo, quando ai mondiali giovanili su pista del 2015 mi aveva seguito, visto che era una delle mie primissime convocazioni in azzurro. Ricordava come al seguito di Mattia Geroli c’era lui, che si era pagato tutte le spese per il viaggio e il soggiorno ad Atene per dare sostegno a un ragazzo della sua società. Se non era passione questa…

Martolini Busto Garolfo
I ragazzi dell’SC Busto Garolfo, tra loro anche Moschetti e Garavaglia
Martolini Busto Garolfo
I ragazzi dell’SC Busto Garolfo, tra loro anche Moschetti e Garavaglia

Uno sguardo, un brutto presentimento…

Chi era davvero legato a Martolini è Giacomo Garavaglia, il corridore della Work Service che ha attraversato tutta la sua evoluzione ciclistica avendolo sempre come riferimento. Giacomo, reduce dall’11° posto al Giro dell’Appennino, era presente quel maledetto giorno a Castelfidardo: «Ero in fondo al gruppo dopo aver lavorato per i compagni di squadra. Quando sono passato ho visto Venchiarutti appoggiato al muro e un uomo per terra, non volevo credere che fosse lui, ma una voce dentro di me temeva il peggio. Era come se sapessi, poi alla sera sono arrivate le conferme e ho capito che cosa era successo, ma ancora non me ne faccio capace».

Tu eri rimasto molto legato a lui…

Ha seguito tutta la mia carriera, da quando ero allievo fino ai primi due anni da dilettante, ma anche dopo siamo rimasti molto legati. Era una sorta di fratello maggiore, aveva un carattere che o l’amavi o l’odiavi, aveva i suoi modi ma era un grande appassionato. E se ci entravi in sintonia, era pronto a fare di tutto per aiutarti.

Garavaglia 2022
Giacomo Garavaglia era rimasto molto legato a Martolini, anche dopo il cambio di team
Garavaglia 2022
Giacomo Garavaglia era rimasto molto legato a Martolini, anche dopo il cambio di team
Nelle ore immediatamente successive all’incidente le foto e i video sono diventati virali. Che cosa ne pensi?

Non mi è piaciuto, si è andati oltre le righe. E’ qualcosa che doveva rimanere confinato nei limiti legali della vicenda, a uso degli inquirenti, ma a un certo punto è venuto meno il rispetto della persona. Penso ai familiari, a come si devono essere sentiti vedendo quelle immagini quasi in tempo reale. Non è stato giusto.

Lo chiedo anche a te, c’è un momento che contraddistingue il vostro rapporto?

Forse la vittoria al campionato italiano allievi su pista, con il quartetto. Ci aveva lavorato tanto sul nostro gruppo, riuscì a portarci ai vertici italiani e per lui come per noi fu una grande gioia. Era il 2012 ma quel momento è rimasto a legarci fortemente e so che lo hanno seppellito con una maglia tricolore di quel giorno. Credo che questo dica tutto…