Una vittoria per cambiare registro, ora Calzoni diventa grande

17.10.2022
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E’ un periodo davvero brillante quello che Walter Calzoni sta vivendo. Il portacolori della Gallina Ecotek Lucchini ha onorato nella maniera migliore il suo team, aggiudicandosi il Giro di Franciacorta che è “la gara”, passando davanti alla sede industriale dello sponsor Ecotek. Un modo per salutare il team in vista della sua nuova avventura all’interno del rinnovato Team Qhubeka, la nuova squadra che sta prendendo forma in queste ore anche con l’interesse di Vincenzo Nibali.

Il 21enne è già pronto per la nuova avventura, ma prima ci sono da onorare gli impegni con la squadra continental che gli ha consentito di mettersi in mostra: «Al Giro di Franciacorta tenevano molto, ma anch’io. Tanti amici erano venuti per assistere all’arrivo, sperando in una mia vittoria e volevo accontentarli. Poi io sono bresciano, questa è davvero la gara di casa. E pensare che al mattino le cose non si erano messe bene…».

Il bresciano, nato l’8 agosto 2001, è stato il più vincente del team, dove ha trovato molta collaborazione
Il bresciano, nato l’8 agosto 2001, è stato il più vincente del team, dove ha trovato molta collaborazione
Che cosa era successo?

La gara iniziava con un tratto di trasferimento e ho sentito subito che la bici aveva un problema, così ho perso qualche minuto per rimetterla a posto, con il cuore che mi batteva in gola. Non era il modo migliore per iniziare, ma per fortuna non era il via ufficiale e ho fatto in tempo a rimettere tutto a posto, perché poi la gara è partita subito a tutta.

Come si è sviluppata?

Io ho cercato subito la fuga e l’ho trovata, portando via un gruppetto di meno di 10 uomini, a un certo punto però i ragazzi della Hopplà non hanno più tirato e gli altri si sono uniformati. Avevamo ancora un buon vantaggio, così ho deciso di andar via e un paio mi hanno seguito. A 40 chilometri dal traguardo eravamo rimasti in due, a 25 sono rientrati in 4 dal gruppo. Nel finale quando si faceva su e giù vicino allo stabilimento Ecotek, Belleri ha tirato dritto e io gli sono andato dietro per poi saltarlo e andare a vincere. Se aspettavo rientravano da dietro e rischiavo di vanificare tutta la giornata.

L’arrivo solitario al Giro di Franciacorta, onorando la maglia nella gara in casa dello sponsor
L’arrivo solitario al Giro di Franciacorta, onorando la maglia nella gara in casa dello sponsor
Una vittoria che è il suggello a una bella stagione.

Sinceramente non credevo che sarebbe andata così bene, avevo chiuso bene il 2021, ma questa è stata ancora meglio. Ho portato a casa belle vittorie in Italia e all’estero, ho chiuso secondo al campionato italiano, poi è arrivato questo successo, è stato un crescendo.

Tutti risultati che hanno contribuito a spalancarti le porte della professional. Com’è nato il contatto?

Grazie al mio allenatore Raimondi, che è stato professionista e ha mantenuto molti contatti nell’ambiente. Quest’estate ha sondato il terreno con molti team e quello che è sembrato più interessato è stato Missaglia, che ha detto di mettermi nella lista dei papabili per la nuova squadra. Poi, dopo la vittoria a Montegrappa, Noè che lavora per il gruppo Carera mi ha contattato per affidarmi alla loro agenzia: neanche un’ora dopo la firma, mi ha richiamato dicendo di inviargli i dati dei miei allenamenti perché il contatto stava prendendo corpo. Mi hanno chiamato per dei test e alla fine mi hanno sottoposto il contratto per il nuovo team.

Per Calzoni anche una vittoria all’estero, nella prima tappa del Tour of Malopolska
Per Calzoni anche una vittoria all’estero, nella prima tappa del Tour of Malopolska
Che impressione ti fa essere nel team di Nibali?

E’ un grandissimo onore. So che è coinvolto nel progetto, non so bene in che veste, ma mi reputo fortunato di avere quest’opportunità di poter lavorare in sinergia con un campione simile.

Di te si dice che sei uno dei pochi scalatori puri delle nuove generazioni e per questo il tuo nome faceva gola…

Effettivamente nelle salite lunghe vado sempre meglio, ma anche sui percorsi misti mi difendo. Inoltre se la gara diventa davvero dura posso far valere buone doti di velocità. Chiaramente non sono uno sprinter, ma posso giocarmela in arrivi ristretti e credo di averlo dimostrato proprio a casa mia…

Il bresciano ha già vestito la maglia della nazionale, ma punta a farlo in gare titolate
Il bresciano ha già vestito la maglia della nazionale, ma punta a farlo in gare titolate
Nelle gare a tappe come ti trovi? Passando fra le professional diventeranno un po’ il tuo pane quotidiano…

Non ne ho fatte tante. Al Giro Under 23 non sono arrivato nella forma migliore e infatti ho sofferto, perdendo presto ogni obiettivo di classifica, ma notavo che nelle tappe finali mi sentivo meglio e anche al Giro della Val d’Aosta sono andato in crescendo fino alla piazza d’onore a Cervinia. Penso che per gare fino a una settimana di lunghezza posso far bene.

Che cosa ti aspetti dal 2023?

Sarà il mio primo anno e voglio passarlo a imparare tutto quel che serve. Magari in qualche gara minore potrei anche ritagliarmi uno spazio, ma quel che conta sarà apprendere il più possibile. Io ad esempio sono uno che finora si è allenato a sensazione, senza gli orpelli tecnologici ma ora non sarà più possibile. Quel che mi aspetto è capire che corridore posso essere, perché solamente ora si comincia a far sul serio…