Lo abbiamo scovato sui manubri dei pro’ alla partenza della Parigi-Roubaix. Un’anteprima che dimostra la tecnicità di questo nuovo prodotto pronto a supportare ogni sfida. Stiamo parlando del nastro Onetouch 3D di Prologo. La tecnologia proprietaria, brevettata CPC per aumentare grip e assorbimento delle vibrazioni, arriva anche sui nastri manubrio grazie a una nuova tecnologia tridimensionale che contraddistingue proprio questo ultimo modello. Il risultato è il massimo controllo della bici per affrontare con sicurezza e comfort tutti i terreni di sfida più impegnativi. Utilizzato in combinazione con i guantini Energrip crea un ecosistema in grado di esaltare ogni rispettiva caratteristica.
Qui lo abbiamo visto montato sulla Colnago del UAE Team EmiratesUna scelta azzeccata soprattutto quando si parla di terreni difficiliQui lo abbiamo visto montato sulla Colnago del UAE Team EmiratesUna scelta azzeccata soprattutto quando si parla di terreni difficili
Tridimensionale
Vederlo sulla griglia di partenza in una gara difficile e complicata come la Parigi-Roubaix potrebbe già bastare per renderlo un prodotto appetibile. Ma la sua costruzione è qualcosa di nuovo che necessita di essere approfondito. La caratteristica distintiva del Onetouch 3D è l’innovativo design tridimensionale con nano-strutture coniche in elastomero, realizzate attraverso un nuovo processo di produzione a iniezione. La struttura 3D offre prestazioni in termini di grip senza eguali rispetto ai nastri tradizionali, assicurando una presa sempre salda sul manubrio anche sui terreni più accidentati.
L’innovativa superficie 3D in rilievo porta lo spessore del nastro a 3,5 mm, migliorando notevolmente il comfort di guida grazie a un’elevata capacità di assorbire le vibrazioni provenienti dalla ruota anteriore. Il materiale scelto, leggero e resistente ferma l’ago della bilancia a 129 grammi totali per la coppia.
Disponibile in colorazione neraLa tecnolgia CPC è la stessa che viene applicata anche sui guantiniDisponibile in colorazione nera
Il test dei pro’
Un valore aggiunto che si aggiunge alla sicurezza è sicuramente l’utilizzo dell’elastomero. Questo nuovo materiale utilizzato rende infatti il nastro estremamente resistere all’usura, garantendo prestazioni costanti e sempre affidabili nel tempo, riducendo quindi la frequenza di sostituzione.
Il nastro Onetouch 3D è stato testato in anteprima assoluta nelle ultime classiche del nord dai team World Tour come EF Education – Easypost, Bahrain Victorious, UAE Team Emirates, Astana Qazaqstan e Intermarchè Wanty, ottenendo l’approvazione dei professionisti che l’hanno già utilizzato con successo in gara. Il nuovo Onetouch 3D è già disponibile online sul sito e presso i migliori rivenditori Prologo, ad un prezzo di listino di 49 euro e può essere montato su tutti i tipi di manubri strada e gravel, sia tradizionali che aerodinamici.
Prologo lancia ufficialmente la nuova sella sviluppata e prodotta interamente con la tecnologia 3D. Si chiama Nago R4 PAS 3DMSS (acronimo di Multi Sector System), ma sappiamo che quando Prologo fa sua una tecnologia, il risultato è tutt’altro che banale.
Non è solo questione di 3D, perché la nuova sella ha un peso ridottissimo ed è composta da settori separati a doppio strato, che significa densità e supporto differenziati. Entriamo nel dettaglio del prodotto.
La nuova sella fa parte del segmento semi-round di Prologo (foto Mattia Ragni-Prologo)La nuova sella fa parte del segmento semi-round di Prologo (foto Mattia Ragni-Prologo)
La prima sella 3D di Prologo
Si è partiti da una base con forma T-Shape (della famiglia semi-round), mutuata dalla Scratch M5 e proprio dall’ultima versione della Nago R4. Si tratta comunque di una sella “corta”, che grazie proprio a questo design permette di sfruttare a pieno tutta la superficie in diverse situazioni e discipline.
Per la produzione della copertura 3D è stata utilizzata la proiezione digitale della luce su ottiche permeabili all’ossigeno che proiettano su polimeri con una densità specifica. Il risultato è un materiale che ha una resa meccanica eccezionale, resistente ed elastico e che grazie al supporto differenziato asseconda la morfologia del ciclista in modo soggettivo. Le risposte meccaniche venno verso una sella “quasi” custom.
Zone separate e differenziate, per costruzione e densitàZone separate e differenziate, per costruzione e densità
Una sella, tre densità
La punta offre un supporto medio, mentre tutta la sezione centrale è soft. La parte posteriore è più consistente. Quando è necessario pedalare in punta di sella ci vuole sostegno, ma questo non deve influire negativamente sulla zona perineale, mentre la morbidezza maggiore al centro è votata al comfort.
Dietro la consistenza maggiore è pensata nell’ottica di far mantenere al ciclista un equilibrio ottimale quando si sposta il peso del corpo interamente verso il retrotreno. Non solo, perché cambiano anche le geometrie ed i diametri della stampa 3D. Inoltre è necessario considerare che l’intera cover è separata al centro dall’ampio canale che solca la sella dal fronte al retro.
Disegno T-Shape (foto Mattia Ragni-Prologo)Si notano le cellette 3D con dimetri differenti in base alle sezioniDisegno T-Shape (foto Mattia Ragni-Prologo)Si notano le cellette 3D con dimetri differenti in base alle sezioni
Una misura e soli 149 grammi
E’ stato fondamentale l’impiego e la lettura dei dati provenienti dai diversi test eseguiti con il Pressure MyOwn, ovvero la piattaforma Prologo per la valutazione dei punti di pressione che si creano in fase di appoggio. Lo scafo è realizzato in carbonio a fibra lunga, una soluzione che offre resistenza ed elasticità al tempo stesso, oltre ad una longevità non secondaria.
La Nago R4 PAS 3DMSS è disponibile nella versione Nack, con i due rails in carbonio/kevlar e filamenti di alluminio. Il valore alla bilancia dichiarato è di 149 grammi, per una sella che è lunga 245 millimetri e larga 137. Il prezzo di listino è di 420 euro.
Matteo Cornacchione, meccanico del Team Ineos-Grenadiers Matteo Cornacchione, meccanico del Team Ineos-Grenadiers
Una sella 3D è diversa
Non ci siamo accontentati e abbiamo interpellato Matteo Cornacchione, meccanico del Team Ineos-Grenadiers, che da quest’anno utilizza le selle Prologo.
«Diventa fondamentale valutare il peso e le caratteristiche del corridore – ci dice Cornacchione – passaggi primari per considerare l’altezza sella adeguata e di conseguenza anche l’arretramento. A parità di forma e di prodotto, è facile pensare che con una 3D il corridore chieda di alzare leggermente il reggisella. Questo perché la copertura tridimensionale non ha la stessa densità di una schiuma standard. Una sella con la copertura 3D amplifica le soggettività della messa in sella del corridore».
Tanta grinta, ma poche gambe per Carapaz, che crolla sul Fedaia. La sua Ineos-Grenadiers lo aveva anche lanciato. E adesso in squadra ci sono musi lunghi
Alla vigilia della Vuelta a San Juan passano sullo stesso palco Remco Evenepoel ed Egan Bernal. Le loro risposte incrociate in un'insolita intervista doppia
Colnago V4Rs UAE Team Replica (Configurazione Pogacar) vs V4Rs con un allestimento tradizionale, Ultegra e Fulcrum. Una sorta di effetto placebo c'è, ma non è solo quello. Le abbiamo messe a confronto e qui vi argomentiamo le nostre sensazioni ed i nostri feedback.
Una sfida in casa Colnago è prima di tutto divertente e molto stimolante. Lo è perché pedalare su una bici Colnago non è mai banale, lo è perché provare la versione V4Rs Team Replica di Pogacar è un boost emozionale da includere nel prezzo del biglietto.
Stesso kit telaio V4Rs (livree cromatiche differenti), medesima taglia, ma allestimenti completamente differenti. Vediamo cosa è venuto fuori.
V4Rs con Ultegra e Fulcrum, la Team Replica con Dura Ace e ruote EnveV4Rs con Ultegra e Fulcrum, la Team Replica con Dura Ace e ruote Enve
V4Rs Team Replica di Pogacar
Abbiamo provato una taglia 51. La bicicletta riprende la stessa livrea cromatica utilizzata da UAE-Team Emirates nel 2023 (per il 2024 cambiano le colorazioni, ma la bici ufficiale resta la V4Rs) ed è esattamente lo stesso frame-kit che può essere normalmente acquistato. Telaio, forcella e reggisella sono in carbonio e sono monoscocca (concezione differente dalla C68).
La sella è la Prologo Scratch M5 Nack versione Pogacar, mentre il manubrio integrato è il CC01 Colnago (110×42). Quest’ultimo è differente da quello usato dagli atleti del team (loro montano Enve), mentre la serie sterzo è CeramicSpeed. Trasmissione ed impianto frenante sono Dura Ace (ad eccezione del movimento centrale che è un T47 CeramicSpeed) e le ruote sono le Enve SES 3.4. Hanno il cerchio con il profilo differenziato tra anteriore e posteriore (rispettivamente 39 e 43 millimetri, con un canale interno da 25).
Rispetto alla dotazione dei pro’ cambiano anche le gomme: sulla bici test abbiamo usato dei Pirelli TLR da 28, mentre i corridori (quelli veri) usano Continental. La bicicletta senza pedali pesa 7,1 chilogrammied un prezzo di listino di 12.700 euro.
Logo e sponsor del teamLa Prologo versione Pogacar per la Team ReplicaLe SES 3.4 con profilo differenziato tra anteriore e posterioreIl movimento centrale CeramicSpeed della Team ReplicaIl manubrio CC.01 comune alle due versioniLogo e sponsor del teamLa Prologo versione Pogacar per la Team ReplicaLe SES 3.4 con profilo differenziato tra anteriore e posterioreIl movimento centrale CeramicSpeed della Team ReplicaIl manubrio CC.01 comune alle due versioni
Trasmissione Ultegra e ruote Fulcrum
Stesso telaio e forcella, uguali anche il manubrio ed il reggisella. Diversa la colorazione (bella e accattivante anche questa), completamente differente la scelta della componentistica. In questo caso la bicicletta porta in dote una trasmissione Ultegra (stessi rapporti della precedente, 52/36 e 11/30), la sella Prologo Scratch M5 Tirox e le ruote Fulcrum Wind 40 (con canale interno da 19 millimetri).
Sempre Pirelli da 28 gli pneumatici. Il valore alla bilancia rilevato? Sono 7,45 chilogrammiper un prezzo di listino di 8.450 euro.
Le Fulcrum Wind 40La Prologo Scratch M5 Tirox della versione standardSempre T47 (non CeramicSpeed) per l’allestimento standardIl mini-tool nascosto nello stelo della forcella, comune alle due biciAnche grazie al manubrio Colnago l’impatto frontale è il medesimoLe Fulcrum Wind 40La Prologo Scratch M5 Tirox della versione standardSempre T47 (non CeramicSpeed) per l’allestimento standardIl mini-tool nascosto nello stelo della forcella, comune alle due biciAnche grazie al manubrio Colnago l’impatto frontale è il medesimo
Placebo? Si, ma non solo…
Se ragionassimo solo con il cuore e gli occhi (senza portafoglio) la scelta ricadrebbe sulla Pogacar Replica, senza ombra e senza dubbi. Perché privarsi di una bicicletta tra le più vincenti degli ultimi anni e con un allestimento da sogno? Gratificazione personale al di la degli aspetti tecnici, ma anche quella sorta di boost che arriva proprio da una bici che è il punto di arrivo per molti, il sogno nel cassetto.
Eppure, proprio questo ragionamento, questa valutazione ed il test che vede le due biciclette a confronto, fa emergere l’assoluto valore di quella montata con l’Ultegra e le Fulcrum. Questa diventa ovviamente più accessibile, ma anche alla portata di tutti in fatto di resa tecnica una volta su strada (e lascia spazio ad eventuali cutomizzazione dei componenti). La trasmissione e l’impianto frenante non hanno nulla da invidiare al pacchetto Dura Ace, se non la livrea ed il peso. Le Fulcrum hanno come punti di forza la scorrevolezza, il comfort e la facilità di guida.
Geometria a parte, le Enve danno un boost notevole in chiave salitaA prescindere dal montaggio in discesa è precisa e agileGomme da 28 per entrambi. Sulle Enve spanciano a 30Sulle Fulcrum sono larghe 27Geometria a parte, le Enve danno un boost notevole in chiave salitaA prescindere dal montaggio in discesa è precisa e agileGomme da 28 per entrambi. Sulle Enve spanciano a 30Sulle Fulcrum sono larghe 27
Con le ruote cambia tutto
Non è una questione legata solo al peso (tra le une e le altre ci sono pochissimi grammi di differenza, al di sotto dei 1500 grammi). Con le Enve, la Colnago V4Rs diventa più cattiva, molto più briosa ed impegnativa sull’anteriore, tanto veloce e goduriosa da guidare, ma anche dispendiosa in termini di energie e concentrazione. Con le Fulcrum la bicicletta è più “tranquilla” e mette sempre nelle condizioni di avere la situazione sotto controllo, anche (soprattutto) quando si è stanchi.
Il canale interno più largo (quello delle Enve) porta ad un allargamento davvero importante dello pneumatico. A parità di gomma e sezione, la Pirelli va a 30 millimetri sulle Enve, 27 sulle Fulcrum: un aspetto tecnico che cambia completamente il feeling del mezzo, al di la dell’espressione tecnica specifica del comparto rotante.
Più cattiva e briosa (soprattutto sull’anteriore), più veloce la Team Replica, per nulla scomoda, anche grazie a coperture che diventano abbondanti, ma di fatto è una bicicletta che esige una maggiore concentrazione. Più lunga nelle risposte (ma con una reattività degna di nota alle basse velocità), più facile e adatta un po’ a tutti la “versione standard”. Eppure non nasconde un carattere corsaiolo, che alla fine piace sempre.
V4Rs bici mai eccessiva nel comportamento, ben equilibrata su ogni terrenoUno dei vantaggi della V4Rs? La geometria di telaio e forcellaV4Rs bici mai eccessiva nel comportamento, ben equilibrata su ogni terrenoUno dei vantaggi della V4Rs? La geometria di telaio e forcella
I numeri del confronto
Per approfondire ulteriormente il confronto, abbiamo creato una sorta di sovrapposizione delle due biciclette all’interno del stesso segmento in salita (2,77 chilometri con una pendenza media del 6,1%, prendendo come riferimento una VAM costante di 1000 m/h). Abbiamo utilizzato l’esploso delle prestazioni grazie alla piattaforma Shimano Connect Lab.
Con la Colnago V4Rs allestimento Replica: è stato effettuato un lavoro di 154,8 kj, con una velocità media di 17,2 chilometri/ora, per una potenza normalizzata di 280,8 watt. Il tempo di percorrenza del segmento è stato di 9 minuti e 33 secondi.
Il risultato della V4Rs con l’Ultegra e le Fulcrum: 160,3 kj di lavoro (aumentato di oltre 5 Joule), con una velocità media di 17,1 chilometri/ora, per una potenza normalizzata (NP) di 282,8 (maggiore di 2 watt risepetto alla bici Team Replica). Il tempo di percorrenza è aumentato di 12 secondi, arrivando a 9 minuti e 45 secondi. Nonostante un aumento della potenza normalizzata (a parità di condizioni meteo) abbiamo fatto registrare una velocità media inferiore e di conseguenza un tempo più alto sullo stesso segmento. E’ aumentata anche la potenza media, 273,3 (versione Ultegra), versus 269,8 watt (allestimento Dura Ace).
La stagione 2024 è appena partita e le squadre iniziano a sfrecciare sulle nuove bici e a esprimere le massime performance. Gli atleti del team Burgos BH si sono esaltati sulle nuove geometrie della BH Ultralight. Una bici che vanta le massime prestazioni e la massima leggerezza. Agile e adatta alle salite, favorisce i cambi di ritmo e le curve ad alta velocità. Pronta a dare il meglio nelle competizioni e negli allenamenti di tutti i giorni.
Storia e passione
La squadra spagnola, un’entità storica nel ciclismo iberico, affronterà ancora una volta la stagione con l’obiettivo principale di garantirsi un posto per competere nella Vuelta di Spagna. Uno dei tre grandi palcoscenici dove atleti e marchi si spingono al limite delle performance.
Il team Burgos BH ha scelto le Ultralight per la stagione 2024Forcella Ari Bow che assorbe al meglio le vibrazioni della stradaIl team Burgos BH ha scelto le Ultralight per la stagione 2024Forcella Ari Bow che assorbe al meglio le vibrazioni della strada
La Ultralight è diventata la bici ideale per competere sui vari terreni che una squadra professionistica è chiamata ad affrontare. Dopo il suo lancio sul mercato avvenuto alcuni mesi fa, questo modello rimane fedele alla sua storia e si candida ad essere un riferimento in mezzo al gruppo.
Per la salita
Conosciuta come la bici da salita nel catalogo BH, la sua ultima evoluzione l’ha resa più versatile che mai. L’introduzione della forcella Air Bow, con le forme distintive e inconfondibili, rappresenta la punta di diamante delle migliori caratteristiche introdotte per farne anche una bici con un’aerodinamica eccezionale.
ll livello notevole di integrazione contribuisce in modo significativo all’efficienza aerodinamica, con i punti salienti che includono il passaggio interno dei cavi, il reggisella integrato e gli sganci rapidi nascosti delle ruote. Unendo leggerezza e aerodinamica, la Ultralight è diventata la bici prescelta da coloro che cercano alte prestazioni su qualsiasi terreno. Tra questi, i membri del team Burgos BH ne hanno fin da subito apprezzato le caratteristiche e le qualità.
Ruote Metron 45SL equipaggiate con pneumatici tubeless Veloflex CorsaFSA Powerbox Team Edition, con un misuratore di potenza inclusoScratch M5 e Dimension di Prologo per comfort e performanceCurve caratteristiche al sul carro posteriore per la massima trasmissione di potenzaTecnologia HCIM che massimizza la rigidità del telaioRuote Metron 45SL equipaggiate con pneumatici tubeless Veloflex CorsaFSA Powerbox Team Edition, con un misuratore di potenza inclusoScratch M5 e Dimension di Prologo per comfort e performanceTecnologia HCIM che massimizza la rigidità del telaioCurve caratteristiche al sul carro posteriore per la massima trasmissione di potenza
Allestimento
Per la stagione 2024, il team Burgos BH continua a fare affidamento su componenti top di gamma sul mercato per equipaggiare la loro BH. A partire dal cockpit integrato Vision 5D che sarà ancora una volta una delle parti più importanti. Per quanto riguarda le ruote, un altro componente vitale per le prestazioni, la squadra ha scelto le versatili Metron 45SL equipaggiate con pneumatici tubeless Veloflex Corsa da 28 mm.
Grazie alla nuova FSA Powerbox Team Edition, con un misuratore di potenza incluso, i corridori avranno le informazioni più accurate per analizzare i dati nei loro allenamenti e nelle gare. Prologo si occuperà di due importanti punti di contatto con la bici, fornendo il nastro manubrio Prologo Esatouch e le selle Scratch M5 e Dimension.
Nei giorni scorsi abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a Milano alla conferenza stampa di presentazione del Team Polti-Kometa. Sono tante le novità che quest’anno interesseranno la formazione che fa riferimento alla Fundacion Alberto Contador, a partire dall’ingresso del marchio Polti come primo sponsor della squadra. Nuova anche la divisa con i colori verde, rosso e bianco a farla da padroni. Fra tutte queste novità segnaliamo con piacere anche una conferma. Per le prossime due stagioni, quindi 2024 e 2025, gli atleti del team fondato da Ivan Basso e Alberto Contador potranno contare sull’affidabilità delle selle Prologo.
Il team di Basso e Contador ha cambiato nome e colori, ma le selle Prologo sono una certezzaIl team di Basso e Contador ha cambiato nome e colori, ma le selle Prologo sono una certezza
Il meglio di Prologo
I ragazzi della Polti-Kometa, soprattutto i nuovi arrivati, hanno avuto modo di provare i modelli Prologo in dotazione alla loro squadra in occasione del ritiro di Oliva di inizio anno. Stiamo parlando della Scratch M5 e della Scratch M5 PAS.
La forma a T della sella, studiata per garantire una buona libertà di movimento, unita al sistema Multi Sector System con aree a diversa densità, e ai materiali di alto livello, rendono la Scratch M5 la scelta ideale per i professionisti e per tutti i ciclisti alla ricerca delle massime prestazioni, in gara e più in generale quando si percorrono lunghe distanze.
La collaborazione con il Team Polti-Kometa prevede anche la fornitura da parte di Prologo di un accessorio spesso sottovalutato, ma invece molto importante. Stiamo parlando del nastro manubrio. Le Aurum del Team Polti-Kometa saranno rivestite del nastro One Touch Gel, in grado di offrire in ogni situazione di guida una presa salda e confortevole sul manubrio, altro importante punto di contatto, insieme alla sella, tra l’atleta e la bici.
I corridori durante il ritiro hanno provato i modelli in dotazione: Scratch M5 e della Scratch M5 PASI corridori durante il ritiro hanno provato i modelli in dotazione: Scratch M5 e della Scratch M5 PAS
Soddisfazione Prologo
Salvatore Truglio, Brand Manager di Prologo, si è dimostrato molto soddisfatto nel poter continuare a collaborare con il Team Polti-Kometa, una squadra che in tutti questi anni ha saputo farsi apprezzare, oltre che per i risultati ottenuti, anche per la bella immagine.
«Siamo felici di continuare la collaborazione con il Team Polti-Kometa – ha dichiarato Salvatore Truglio – supportando per i prossimi due anni le squadre professional, under 23 e juniores, guidate da due campioni come Alberto Contador e Ivan Basso, oltre che da un grande regista come Fran Contador. Con Alberto in particolare siamo uniti da un forte legame di amicizia e stima reciproca da oltre dieci anni, nel corso dei quali abbiamo condiviso innumerevoli successi e grandi vittorie. Siamo inoltre onorati di poter affiancare Polti, nel suo gran ritorno nel ciclismo, con un progetto fortemente orientato ai giovani. Il ciclismo giovanile oggi ha sicuramente bisogno di un grande supporto ed è quindi un piacere per Prologo poter collaborare con Alberto e Ivan, fornendo ai ragazzi i nostri prodotti ad alte performance. Non vediamo l’ora di condividere con tutti loro altri traguardi nelle prossime stagioni!».
In occasione della presentazione del team, avvenuta lo scorso 10 gennaio a Milano, Ivan Basso ha nominato ufficialmente Mirco Maestri come “capitano” della nuova Polti-Kometa. A lui quindi il compito di fornirci un parere sulla rinnovata collaborazione con Prologo: «Passando ore e ore sulle nostre bici – racconta Maestri – è fondamentale non andare incontro a problemi sottosella e con Prologo ci troviamo tutti molto bene: la rigidità e il comfort la rendono una delle selle migliori e siamo contenti di continuare a pedalare con loro».
Non solo corse in linea, i ragazzi della Polti-Kometa hanno a disposizione anche i modelli da cronometroI ragazzi della Polti-Kometa hanno a disposizione anche i modelli da cronometro
Non solo Polti-Kometa
Anche quest’anno Prologo sarà il marchio di selle scelto da alcuni dei più importanti team WorldTour: UAE Team Emirates, Bahrain Victorious, EF Education-Easypost, Astana Qazaqstan; Groupama-FDJ, Intermarché-Circus-Wanty. Ultima arrivata la Ineos Grenadiers, che a partire da quest’anno vedrà le Pinarello del team equipaggiate con selle Prologo.
Di rilievo la presenza anche nel settore femminile con UAE Team Adq, EF Education – Cannondale e FDJ Suez.
ALTEA (Spagna) – Il lavorìo dei meccanici Astana al piano terra dell’hotel Villa Gadea è incessante. I corridori rientrano alla spicciolata dall’allenamento e tutti, chi più e chi meno, hanno qualche indicazione da dare o domanda da fare. In un lato della grande stanza, c’è il monte delle ruote Vision appena arrivate, di fronte quelle Corima attendono di essere dismesse. Una schiera di telai, Filante e Zero, in attesa di essere montati e in fondo anche Vinokourov, seduto e fermo, in attesa che si formi bene il calco della soletta.
In questo formicaio di tecnica e colori, Gabriele Tosello si muove come il padrone di casa. Con lui partiamo da Cavendish, perché la Wilier Triestina preparata per lui ha l’eleganza di un abito importante.
Tosello parla con il gigante Syritsa del manubrio da crono,Cavendish si è unito all’Astana a fine 2022, ha rinnovato il contratto per una stagioneTosello parla con il gigante Syritsa del manubrio da crono,Cavendish si è unito all’Astana a fine 2022, ha rinnovato il contratto per una stagione
Parliamo di Mark, che idea ti sei fatto di lui?
Quando è arrivato lo scorso anno ed è venuto al camion, l’ho sentito parlare e l’impatto è stato subito buono. C’è da stargli dietro un attimino, perché è arrivato e passando da una bici all’altra, ha avuto bisogno di aggiustamenti. Un millimetro più alto, un millimetro più basso. E’ molto attento alla posizione, però una volta che l’ha trovata, non fa più cambiamenti. Magari il giorno che punta la corsa, lo vedi un po’ più teso. Però alla fine non è difficile lavorare con lui, come con tutti i campioni.
Su cosa si è concentrato in particolare?
Soprattutto sulla piega manubrio, come tutti i velocisti. Quando impugnano il manubrio, vogliono sentirlo bene, perché scaricano tanta potenza. Insomma, c’è voluto un po’ di tempo per trovare la giusta misura della piega, abbiamo curato bene la scelta della sella, però adesso è a posto. Per il resto, vediamo che fa piccoli cambiamenti giorno per giorno, ma anche quello in questo periodo è abbastanza normale.
E’ altrettanto attento anche per la componentistica?
Diciamo che è abbastanza attento a tutto. La ruota, il tipo di pedale, la scarpa, la sella. Infatti monta una sella diversa da quella dei compagni. Tutti usano il carbonio, lui la vuole con il telaio in acciaio.
Manubrio integrato su misura per Cavendish, con attacco da 130Questa è la nuoa sella Prologo Nago R4 usata dal teamQuesto invece è il modello utilizzato da Cavendish, senza scritte e con telaio in acciaioManubrio integrato su misura per Cavendish, con attacco da 130Questa è la nuoa sella Prologo Nago R4 usata dal teamQuesto invece è il modello utilizzato da Cavendish, senza scritte e con telaio in acciaio
E’ cambiato qualcosa rispetto alla bici del 2023?
Le misure di partenza sono le stesse, nel frattempo abbiamo cambiato i pedali e siamo passati a Shimano. Mark ha voluto provare appunto una sella nuova, la Nago R4 di Prologo, con cui al momento si trova bene.
Sono anche arrivate le nuove ruote Vision, cosa dicono i corridori?
Sono contenti, le stanno usando da tutto il ritiro, ma alcuni le avevano provate anche prima. Abbiamo iniziato a usarle con copertoncino e tubeless, le abbiamo nelle due versioni. L’anno scorso avevamo Corima e in qualche caso siamo passati alle HED perché Corima non era pronta per il discorso tubeless. Quest’anno abbiamo deciso di passare totalmente al tubeless, come la maggior parte delle squadre, e abbiamo scelto Vision. Ci hanno fornito le ruote che volevamo.
Ruote Vision da 60: questa la scelta di Cavendish per la Filante da garaQueste sono invece le ruote Vision da 40 che i corridori usano in allenamentoRuote Vision da 60: questa la scelta di Cavendish per la Filante da garaQueste sono invece le ruote Vision da 40 che i corridori usano in allenamento
Che profili?
Per la gara usiamo il 60 e il 45, mentre come ruota da allenamento usiamo solo il 40. Tutte con canale da 21. Mark per esempio in corsa userà sempre lo stesso tipo di ruota che è il 60.
Quanto è attento al peso della bici?
Gli interessa, ma relativamente. Più che preoccuparsi di avere 100-200 grammi in meno, ci tiene ad avere un bel feeling con la bicicletta, quindi magari privilegia il discorso della rigidità e della velocità.
Sempre ruota da 60 e telaio Filante, allora?
All’inizio ha avuto in mano una Zero e si era trovato benissimo, tanto che pensava di usare quella. E’ passato alla Filante perché è un po’ più rigida e adatta ai velocisti. Alla fine si è adattato e si trova bene. Userà la bicicletta personalizzata, ma per il resto è molto tradizionalista. Lui le leve dei freni, ad esempio, le tiene dritte. Ha preso una piega un po’ particolare, di forma rotonda, con l’attacco da 130. In più è allo studio un altro manubrio personalizzato su sua richiesta. Ed è molto probabile che per il Tour avrà una bici fatta ad hoc.
Sulla forcella della WIlier Filante, la scritta richiama il nome di CavendishNonostante copertoni da 28, il passaggio ruota della Filante è molto ampio, a vantaggio dell’aerodinamicaLa Filante è appena rientrata dall’allenamento e porta inconfondibili i segni degli zuccheriIl gruppo sulla Filante è Shimano. Cavendish usa pedivelle da 170 e guarnitura 40-54Sulla forcella della WIlier Filante, la scritta richiama il nome di CavendishNonostante copertoni da 28, il passaggio ruota della Filante è molto ampio, a vantaggio dell’aerodinamicaLa Filante è appena rientrata dall’allenamento e porta inconfondibili i segni degli zuccheriIl gruppo sulla Filante è Shimano. Cavendish usa pedivelle da 170 e guarnitura 40-54
Per cosa i corridori hanno apprezzato le ruote nuove?
Come rigidità e scorrevolezza. Quelle che usiamo quest’anno sono già pronte da gara, con cuscinetti ceramici montati per noi, non quelli di serie. Per le squadre, Vision fa sempre qualcosa di particolare. Magari c’è più manutenzione. Per il funzionamento perfetto bisogna stargli un po’ dietro. Quindi bisogna pulire i cuscinetti più frequentemente, magari usando un olio particolare invece del grasso. Se fai così, durano di più e restano veloci.
Pedivelle e rapporti?
Pedivelle da 170 e corona davanti da 54. E questo per essere un velocista è strano. Ormai chiedono tutti il 56 quando non addirittura il 58. Ma si vede che Mark viene dalla pista.
Felt torna sui tracciati di ciclocross. L’azienda, che fa parte del gruppo Pierer Mobility, torna a spingere forte in ambito off-road, nel gravel e anche nel ciclocross.
Abbiamo chiesto a Rebecca Gariboldi (davvero sul pezzo per quanto concerne l’argomentazione tecnica) di descriverci la FX, con la quale sta affrontando la stagione di ciclocross (foto Quagliani in apertura). Entriamo nel dettaglio.
Riscaldamento pre-gara sui rulli (foto Leonardo Quagliani)Riscaldamento pre-gara sui rulli (foto Leonardo Quagliani)
Ci descrivi la tua Felt?
E’ un modello FX taglia 47. Non prevede un allestimento di serie, ma in accordo con il team si è deciso di customizzarla nei componenti per renderla funzionale alle mie esigenze. Ha una trasmissione Sram Force AXS, quella di ultima generazione, con il misuratore Quarq. Ci sono le ruote Vision Metro SL da 40 e le gomme Challenge di diversi modelli, da usare in base alle caratteristiche del terreno e condizioni meteo. Sella e nastro manubrio Prologo, mentre uso i pedali SPD Shimano XTR.
Da una Specialized Crux ad una Felt FX, come è stato il passaggio?
Per nulla traumatico, anzi. Non lo è stato in fatto di misure, geometrie e fitting, non lo è stato neppure in termini di performance e feeling con il mezzo.
La sezione frontale con le guaine esterne per una maggiore praticità (foto Leonardo Quagliani)Inserzione degli obliqui, minimale ed asciutta (foto Leonardo Quagliani)Nuova trasmissione Force con monocorona (foto Leonardo Quagliani)La sezione frontale con le guaine esterne per una maggiore praticità (foto Leonardo Quagliani)Inserzione degli obliqui, minimale ed asciutta (foto Leonardo Quagliani)Nuova trasmissione Force con monocorona (foto Leonardo Quagliani)
Eppure sembrano bici molto diverse!
Per impatto estetico sì, ma in realtà c’è molta affinità tra i due modelli. Le variazioni di messa in sella sono state minime, quasi ininfluenti. E poi la resa una volta portata in gara. La FX è parecchio reattiva.
C’è un particolare che ti ha colpito?
Non c’è un aspetto tecnico che sovrasta gli altri. Potrei dire l’estremo equilibrio tra le parti, un fattore che non è così scontato nella categoria delle bici da ciclocross. Ha un’altezza da terra in linea con le esigenze del cx e unpassaggio delle ruote, anteriore e posteriore, che permette di scaricare bene il fango.
Misuratore Quarq da usare in gara (foto Leonardo Quagliani)Misuratore Quarq da usare in gara (foto Leonardo Quagliani)
Usi la monocorona?
Sì e di solito, sempre in base alle caratteristiche della gara, mi giostro con una corona da 38, oppure da 40 denti.
Invece per la cassetta posteriore?
Sempre la 10-36, ha una scala di rapporti adeguata anche all’impiego ciclocrossistico.
In merito alle ruote hai chiesto una raggiatura particolare?
No, la raggiatura è standard. Non ho chiesto nessuna variazione, in quanto trovo questa ruota Vision SL reattiva, performante e guidabile al tempo stesso.
Vision SL da 40 e tubolari Challenge per le gare (foto Leonardo Quagliani)Vision SL da 40 e tubolari Challenge per le gare (foto Leonardo Quagliani)
Tubolari o tubeless?
Tubolari per le competizioni, tubeless per gli allenamenti e attività al di fuori delle competizioni.
Se dovessi fare una scelta in merito alle gomme?
Tubolari. Credo che le sensazioni e le prestazioni che si ottengono nel ciclocross con i tubolari non sono replicabili con i tubeless, anche se questa tecnologia ha fatto passi da gigante anche in ambito cx. L’elasticità, la fase ammortizzante che permette il tubolare è impareggiabile. Il tubeless è pratico e comodo per allenarsi, inoltre se capita la foratura lontano da casa è più gestibile. La considerazione che faccio spesso quando si affronta questo argomento è: meglio avere una trasmissione meno performante, ma correre con i tubolari.
La Dimension NDR scelta dalla Gariboldi (foto Leonardo Quagliani)La Dimension NDR scelta dalla Gariboldi (foto Leonardo Quagliani)
Abbiamo visto che usi una sella corta e imbottita. Come mai?
Una Prologo Dimension NDR 143. Uso selle corte ormai da 5 anni e non tornerei indietro, mentre la collaborazione con Prologo è attiva da marzo 2023. Uso la versione NDR, più sostanziosa nell’imbottitura perché ha un potere ammortizzante maggiore, rispetto alla versione standard.
Una scelta strettamente personale o frutto anche di una rilevazione biomeccanica?
Abbiamo utilizzato il sistema di Prologo, il MyOwn. E’ ovvio che oltre a questo mi sono presa anche del tempo e valutare le sensazioni personali. Da subito ho usato la Dimension normale, per poi indirizzarmi sulla NDR, sfruttando un potere dissipante più elevato.
La Felt FX a detta di Gariboldi è una bici reattiva (foto Leonardo Quagliani)In primavera “forse” un esperimento gravelLa Felt FX a detta di Gariboldi è una bici reattiva (foto Leonardo Quagliani)In primavera “forse” un esperimento gravel
I pedali SPD li usi anche in versione strada per gli allenamenti?
No, preferisco i pedali da strada e utilizzo i miei Assioma con il misuratore di potenza. Comodi e funzionali, non fosse altro perché si spostano da una bici ad un’altra.
Hai mai fatto gravel con la FX?
Non ancora, ma l’esperimento vorrei farlo. Magari in primavera quando si andrà in off-season con il ciclocross.
Una sella che ha accompagnato sul podio campioni come Bradley Wiggins, Alberto Contador, Peter Sagan, i fratelli Andy e Frank Schleck, Fabian Cancellara, Sonny Colbrelli, Thibaut Pinot e molti altri. Un modello con un design che nel corso degli anni è sempre stato all’avanguardia, dalla prima NAGO nel 2007, alla seconda NAGO Evo nel 2014, fino alla terza NAGO C3 nel 2016. Da questa storia di successi, Prologo presenta NAGO R4 (Redesign 4) la quarta evoluzione di un’icona nata per soddisfare sia i professionisti che i ciclisti più esigenti, alla ricerca delle massime prestazioni e del comfort ottimale.
Coordinate geografiche 45°37′N 9°28′E, relative al quartier generale di Prologo a Busnago, vicino a MilanoCoordinate geografiche 45°37′N 9°28′E, relative al quartier generale di Prologo a Busnago, vicino a Milano
Design da pro’
Il progetto della nuova NAGO R4, è stato sviluppato in stretta collaborazione con diversi team di professionisti. E’ stata inoltre, perfezionata grazie ai risultati dei test Pressure Map MyOwn, il sistema proprietario che analizza le pressioni esercitate sulla sella durante la pedalata. Il design della NAGO R4 è innovativo e aerodinamico, il peso è ridotto al minimo (da 195 a 210 grammi) e le dimensioni di 245×137/147mm sono compatte.
La tradizionale T-shape consente una buona libertà di movimento, mentre il centro anatomico leggermente avanzato favorisce una posizione in sella più aggressiva. La forma ergonomica semi-tonda agevola la rotazione in avanti del bacino, permettendo di raggiungere senza sforzi il manubrio e favorendone la compatibilità con tutte le posizioni in sella.
Ampio canale centrale unito a una base forata, per eliminare i picchi di pressioneSella chiusa con una maggiore superficie d’appoggioAmpio canale centrale unito a una base forata, per eliminare i picchi di pressioneSella chiusa con una maggiore superficie d’appoggio
Aperta o chiusa
Prologo per andare incontro a tutte le esigenze ha sviluppato due versioni, una aperta e l’altra chiusa. La versione aperta NAGO R4 PAS, presenta una cover con due sezioni laterali separate completamente indipendenti, realizzate con schiume di ultima generazione a densità variabile, per garantire un ottimo supporto e il giusto comfort durante tutte le fasi della pedalata. Al centro della sella, è presente il sistema PAS di Prologo: un ampio canale centrale unito a una base forata, per eliminare i picchi di pressione anche nelle fasi di massima spinta sui pedali.
La versione chiusa NAGO R4, presenta invece una cover con tre sezioni indipendenti, che ricoprono tutta la sua superficie. Al centro della sella, che risulta quindi chiusa, è presente però il sistema Active Base di Prologo: sotto alla sezione centrale della cover, la base risulta comunque forata, come nel modello aperto. Questa soluzione permette di unire i benefici di una sella chiusa con una maggiore superficie d’appoggio, ai vantaggi di una sella con base aperta.
I rail selezionabili sono due a seconda delle caratteristiche di risposta che si voglionoAl centro della sella è indicato chiaramente il centro anatomicoBase realizzata in carbonio a fibra lunga
iniettatoI rail selezionabili sono due a seconda delle caratteristiche di risposta che si voglionoAl centro della sella è indicato chiaramente il centro anatomicoBase realizzata in carbonio a fibra lunga
iniettato
Comfort su misura
Le due versioni con una larghezza di 137 mm rappresentano al momento le selle ergonomiche più strette della collezione Prologo. Per soddisfare al meglio le esigenze di tutti i ciclisti, l’azienda milanese ha sviluppato anche le due versioni con una larghezza di 147 mm. Queste, rispetto ai modelli più stretti, presentano un’imbottitura maggiorata di 10 mm ai lati e di 3 mm nella parte superiore. I benefici si rivolgono a chi cerca un comfort maggiore e a chi necessita di una seduta più ampia per esigenze biomeccaniche.
Tutte le versioni della nuova sella poggiano su una base realizzata in carbonio a fibra lunga iniettato, un materiale che offre un ottimo compromesso tra rigidità e comfort. I rail selezionabili sono il Rail Nack composto da carbonio, kevlar e filamenti di alluminio, per i ciclisti più orientati alle performance, alla ricerca della massima rigidità e leggerezza. E il Rail TiroX in acciaio a lega leggera, un materiale con un ottimo equilibrio tra peso e resistenza, che conferisce alla sella una minore rigidità e un superiore assorbimento delle vibrazioni, per chi cerca maggiore comfort.
Tutti i nuovi modelli di NAGO R4 sono disponibili sul sito e presso i migliori rivenditori, ad un prezzo di listino di 229 euro per le versioni con Rail Nack, e di 139 euro per le versioni con Rail TiroX.
Con la tappa conclusiva di domenica scorsa a Parigi, Tadej Pogacar ha concluso la sua avventura al Tour de France in maglia bianca, durata ben quattro anni. Un primato conquistato nella dodicesima tappa del Tour 2020 e difeso ininterrottamente per ben 71 tappe. Per superati limiti di età, il fuoriclasse sloveno il prossimo anno non avrà più l’opportunità di indossare la maglia destinata al miglior giovane del Tour, da lui vinta ininterrottamente dal 2020 al 2023.Sicuramente uno stimolo in più per dare il massimo e tornare a indossare la maglia più ambita: quella gialla.
Prologo ha voluto celebrare la conquista della maglia bianca di Pogacar, l’ultima, per motivi di età (foto Alan Milevic)Prologo ha voluto celebrare la conquista della maglia bianca di Pogacar, l’ultima, per motivi di età (foto Alan Milevic)
Una Prologo speciale
Per festeggiare la quarta maglia bianca conquistata da Pogacar, il reparto grafico di Prologo ha realizzato una versione celebrativa della Scratch M5, la sella utilizzata dal campione sloveno in tutti i suoi trionfi. Pogacar ha avuto l’opportunità di utilizzarla proprio in occasione dell’ultima tappa del Tour.
Il colore di base della sella non poteva che essere il bianco, a ricordare proprio la maglia bianca. Il logo ufficiale di Tadej Pogacar, il monogramma con le sue iniziali, occupa la parte posteriore destra della sella. Il logo “TP” è riportato anche come texture in rilievo sulle due sezioni posteriori. Una scelta questa non solo estetica ma anche funzionale, per garantire un buon grip durante tutte le fasi della pedalata.
Nella parte posteriore sinistra, spicca invece la “Big Ó” di Prologo, il segno distintivo del brand presente in esclusiva sulle selle utilizzate da team e atleti supportati dall’azienda. Per celebrare la recente vittoria di Pogacar ai campionati nazionali, il logo riprende i colori bianco, blu e rosso della bandiera slovena, con lo stemma nazionale rappresentante il profilo del monte Tricorno, la vetta più alta della Slovenia.
Non poteva mancare un richiamo ai due Tour de France conquistati fino ad oggi da Pogacar. Nella parte posteriore centrale è infatti presente una label gialla che ricorda e celebra i due successi in terra di Francia. Speciale è anche il peso. La bilancia segna infatti solamente 129 grammi.
Prologo ha accompagnato Pogacar in questi anni d successi con tanti modelli celebrativi (foto Mattia Ragni)Prologo ha accompagnato Pogacar in questi anni d successi con tanti modelli celebrativi (foto Mattia Ragni)
Al servizio del campione
In tutti questi anni la Scratch M5 ha sempre risposto in maniera perfetta alle esigenze in corsa di Pogacar. La sella si presenta con un design innovativo e dimensioni compatte (250×140 mm). Ha una forma ergonomica T-shape, per garantire la massima libertà di movimento durante tutte le fasi di gara.
Il sistema di seduta MSS (Multi Sector System), con 7 zone separate che lavorano in modo indipendente, per supportare il movimento di pedalata sia in fase di spinta che di trazione.
Sotto alla cover troviamo il sistema “Active Base”: una base forata ma rivestita, che permette di distribuire al meglio le pressioni esercitate sulla sella, riducendo i picchi nella zona pelvico genitale.
La base realizzata in Carbonio a Fibra Lunga iniettato e rail Nack (Nano Carbon Fiber) conferisce infine la massima rigidità e leggerezza.
Tutte queste caratteristiche hanno reso la Scratch M5 la sella preferita da Pogacar, ma anche da tanti altri campioni e da tutti quei ciclisti che desiderano un prodotto davvero top.