PERGINE VALSUGANA – Il clima è disteso in casa Jumbo-Visma. Quei 25” persi ieri sul Bondone non hanno creato tensioni. Almeno in apparenza. Sepp Kuss ci sorride e parlando del buon lavoro svolto ieri ci dice che oggi sarebbe stata più facile. E Primoz Roglic è il ritratto della serenità. Saluta i suoi tifosi. Parla con la tv slovena, venuta ad assicurarsi che sia stato solo un piccolo inciampo.
Intanto il meccanico pulisce le gomme della sua Cervélo con un panno inumidito di un particolare prodotto. Per oggi, tappa veloce, Roglic e i suoi compagni hanno scelto la S5, la bici aero.
Ieri le parole del suo direttore sportivo, Marc Reef, non erano state allarmistiche ma senza dubbio erano più serie rispetto al clima di questa mattina: «Non è qualcosa che ci aspettavamo prima della tappa di oggi (ieri, ndr) ma è quello che è successo. Ci sono due tappe difficili giovedì e venerdì. Sepp Kuss ha fatto un ottimo lavoro. Senza di lui il distacco di Primoz sarebbe stato un po’ più grande. Ma va detto che Primoz è stato molto forte nell’ultimo chilometro».
Roglic sereno
Oggi invece c’era tutt’altra atmosfera nel clan giallo-nero. Ieri sul Bondone, Primoz non era stato di grandi parole. Aveva detto solo che non corre da solo, replicando a chi dava per scontato un suo assolo. E che la botta rimediata verso Rivoli – la stessa caduta che ha visto il ritiro di Tao Geoghegan Hart – non era del tutto passata.
«Oggi va bene – ha detto Roglic – vedremo come starò nei prossimi giorni. Però io sono fiducioso. Vero, ieri ci sono stati due atleti più forti di me, ma ci sono ancora dei giorni importanti da affrontare. Oggi si va verso il mare e possiamo recuperare bene in vista delle prossime salite».
«Io darò il massimo per vincere questo Giro d’Italia. Dopo la caduta a Rivoli non ho mai pensato di andare a casa. Ripeto, dobbiamo essere ottimisti: tutto è sicuramente possibile fino alla fine. E anche il fatto di aver ripreso qualche secondo nel finale di ieri è qualcosa di buono».
Affini racconta
E allora cosa è successo? Proviamo a mettere insieme i pezzi. E’ vero che Roglic sia caduto e che aveva un bel dolore, motivo per il quale non si è mosso né verso Crans, né verso Bergamo. Però fino a metà Bondone sgambettava agile e con la bocca semichiusa, pertanto sicuramente lo sloveno stava bene, altrimenti non avrebbe messo a tirare i suoi compagni in quel momento. Compagni che non hanno tirato solo nella scalata finale.
«Ieri la fuga era numerosa e noi non c’eravamo – ha detto Edoardo Affini – non volevamo che prendesse troppo vantaggio, visto che c’era gente anche relativamente vicina alla maglia rosa. La Ineos-Grenadiers aveva due uomini in fuga e non avrebbe preso in mano la situazione e così abbiamo deciso di dare una mano alla Groupama-Fdj. Ho tirato io in prima persona».
«Visto che si dice che è un Giro noioso abbiamo deciso di prendere in mano la situazione e dare una smossa alla battaglia. Poi il risultato finale non è stato quello che ci aspettavamo, ma neanche è stato un disastro. Tutto è assolutamente in gioco e viste le salite che mancano non sarà questione di secondi, ma di minuti. In questo momento ci sono tre corridori vicini e probabilmente il vincitore del Giro uscirà tra di loro».
Crisi di fame?
Insomma la botta c’è stata, ma Roglic e la sua squadra l’hanno assorbita bene. Thomas non è l’ultimo arrivato e Almeida è davvero in palla. «Ieri sera a cena – va avanti Affini – Primoz era tranquillo. Non l’ho visto nervoso, teso o giù di morale.
«Poi cosa sia successo di preciso sul Bondone non lo so. Io ero nelle retrovie e avevo finito il mio lavoro. So che i ragazzi hanno fatto un buon ritmo, ma può essere anche che dopo il giorno di riposo il fisico sia un po’ indecifrabile. Magari Primoz si è sentito bene all’inizio e poi ha capito che gli mancava qualcosina. O magari anche a livello di alimentazione non è stato perfetto, ma questo lo sa solo lui».
La versione del calo di zuccheri sembra essere la più attendibile per come è andata. Ben inteso: non è una crisi di fame, perché da quella non ci si riprende, né in tempi così rapidi, né in quei frangenti. Semmai si tratta di un errore fatto “a monte”, o per meglio dire qualche chilometro più a valle. In più va considerato il fatto che ad un certo punto del Bondone ha iniziato a piovere e questo se si è al limite con gli zuccheri incide nella termoregolazione.
«Se guardiamo alla sua reazione dopo che si è staccato, Primoz ha dimostrato che c’è. Nel chilometro e mezzo finale ha guadagnato qualcosa. Quindi si è gestito bene. Come ho detto, per me Primoz stava bene. Ha sentito che le gambe non rispondevano come si aspettava e ha deciso di aspettare un po’. Ha deciso di vedere come andavano le cose».
Aspettando il Lussari
Voce comune è che Roglic voglia attendere la crono del Lussari e giocarsi tutto lì. Ma più di qualcuno dice che le pendenze delle Tre Cime lo favoriranno contro corridori come Almeida e Thomas.
«Ci aspettano due tapponi – conclude Affini – ma è chiaro che mettere una crono del genere a fine Giro incida. Quando ti ritrovi con 5 chilometri al 15% capisci che non è più una questione di secondi… Se si prende una botta lì ci si spegne e credo che questo tenga bloccati un po’ tutti».
Giorno di riposo, i postumi della caduta, un possibile calo di zuccheri… tutto può essere. Qualche dubbio resta, ma probabilmente tra meno di 24 ore sapremo la verità. Roglic ieri ha perso una battaglia ma non la guerra. La maglia rosa dista solo 25″. E quel finale in rimonta dà tanta, tanta, speranza.