Con Affini ultime riflessioni sulla Ronde…

07.04.2023
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Abbiamo parlato non poco del successo di Tadej Pogacar al Fiandre. Abbiamo analizzato il punto di vista di Mathieu Van der Poel, un po’ meno quello di Wout Van Aert, il grande sconfitto di domenica scorsa. Come è andata la loro corsa? Cosa si aspettavano? Edoardo Affini ci porta nell’atmosfera della Jumbo-Visma.

Il mantovano ci spiega come hanno vissuto la Ronde: il prima, il durante e il dopo… Inevitabilmente ora l’attenzione si sposta alla Parigi-Roubaix, che si correrà tra poco più di 48 ore. Edoardo si è fermato dopo una caduta, ma fino a quel momento aveva svolto alla perfezione il suo lavoro, come sempre del resto, portando avanti i suoi capitani e proteggendo Van Aert.

Edoardo Affini (classe 1996) dopo la caduta alla Ronde
Edoardo Affini (classe 1996) dopo la caduta alla Ronde
Edoardo, a mente fredda come è andato il vostro Giro delle Fiandre?

Credo si sia visto che partenza atipica ci sia stata. La fuga ci ha messo particolarmente tanto ad andare via. Ad un certo punto ho anche pensato che saremmo arrivati al primo Kwaremont che la fuga ancora non sarebbe andata… e sarebbe stato un bel casino!

Perché?

Non tanto per i nostri piani quanto per l’andamento generale della corsa. Sarebbe stato tutto più imprevedibile e non invitante.

E la vostra di corsa? Quella di Van Aert?

Di certo la caduta ha cambiato un po’ tutto. Sono caduto io, è caduto Wout… e mezzo gruppo. E’ vero che Wout ha toccato per terra ed è subito ripartito, ma è anche vero che ho dato uno sguardo al suo ginocchio e di certo gli mancava ben più del primo strato di pelle. Lui non si è lamentato. Ha continuato a fare la sua corsa. Ma questo non è stato ottimale per lui. 

Edoardo, grazie alla sua potenza e alla sua statura, è un gregario ideale per un atleta alto come Van Aert
Edoardo, grazie alla sua potenza e alla sua statura, è un gregario ideale per un atleta alto come Van Aert
Al netto della caduta, vista anche come era andata sui muri di Harelbeke (Van Aert aveva un po’ sofferto in salita), vi aspettavate una corsa così? In qualche modo “temevate” i muri?

Si sapeva che “quei tre”, Wout incluso dunque, avevano più carte da giocarsi rispetto a tutti gli altri. Noi come squadra abbiamo fatto quello che dovevamo fare per prendere bene i muri, ma poi come ha detto Wout stesso, ad un certo punto parlano le gambe. E probabilmente domenica scorsa gli è mancato qualcosa.

La corsa è andata secondo i vostri programmi?

Fino al momento dell’attacco sul secondo Kwaremont tutto è andato più o meno come volevamo. Le posizioni in gruppo, l’attacco dei muri, l’uomo – Van Hooydonck – in fuga. Poi si sapeva che quel secondo passaggio sarebbe stato uno spartiacque della corsa. Il vero finale iniziava da lì.

C’era nervosismo? Nel vostro gruppo sentivate la pressione?

Al Fiandre il nervosismo c’è sempre. Tutti vogliono stare davanti, ma posto per tutti non c’è. Se invece parliamo di pressione, personalmente ho cercato di gestirla come sempre. Non ne avevo più di altre corse. Per quanto riguarda la squadra e Wout che dire: siamo in Belgio, si punta su un belga… le pressioni sono atomiche! Tutto il Belgio vuole che vinca Van Aert. Lui l’avrà sentita un po’, ma ci è anche abituato. Dovete pensare che nella settimana del Fiandre in Belgio i telegiornali aprono con il ciclismo. Da noi poteva succedere con Pantani al Giro… forse. I talk show serali parlano del Fiandre e di Van Aert che lo può vincere. Ci sta che possa aver sentito la pressione. Quindi queste situazioni non sono un gioco da bambini, né matematica che tutto va secondo i programmi.

Nell’attacco che ha preceduto l’affondo di Pogacar e VdP, forse la Jumbo avrebbe potuto inserire un secondo uomo oltre a Van Hooydonck
Nell’attacco che ha preceduto l’affondo di Pogacar e VdP, forse la Jumbo avrebbe potuto inserire un secondo uomo oltre a Van Hooydonck
A proposito di programmi, col senno del poi c’è qualcosina che cambiereste?

Di base no: il grosso del programma è andato come volevamo. Forse avremmo potuto mettere un uomo in più nell’attacco. In pratica mandare avanti Laporte nel secondo Kwaremont. Era un’ipotesi di cui avevamo parlato in riunione, ma poi la corsa è un’altra cosa. Forse sarebbe stato meglio per noi tatticamente. Ma alla fine non sarebbe cambiato più di tanto. Perché quando hanno attaccato Pogacar e Van der Poel, bisognava avere le gambe nel momento del dunque.

Come esci e come uscite dal Fiandre? Ossa rotte o rabbia in vista della Roubaix?

Siamo determinati a prenderci la rivincita. E poi guardando all’insieme della campagna del Nord non possiamo che essere contenti. Okay, il Fiandre è andato come è andato, ma abbiamo vinto cinque corse dall’inizio della stagione solo in questa fase: Omloop Het Nieuwsblad, Kuurne-Bruxelles-Kuurne, E3 Saxo Classic, Gent-Wevelgem e Dwars door Vlaanderen. Siamo orgogliosi di quanto fatto.