PORTO SANT’ELPIDIO – Nimbl è l’apice della produzione artigianale della calzatura, una brand giovane che fonda le radici in un passato di tradizione calzaturiera. In pochi avrebbero scommesso che nel 2023 la calzatura artigianale e fatta completamente a mano sarebbe stata in grado di rivoluzionare la scarpa per il ciclista, professionista e non solo.
Siamo stati a tu per tu con Francesco Sergio, co-fondatore di Nimbl. Da lui ci siamo fatti raccontare cosa rappresenta il marchio oggi e quanto è importante la collaborazione con il Team Jumbo-Visma.
Le altre calzature pronte per gli atleti pro’Le altre calzature pronte per gli atleti proì
Cosa rappresenta Nimbl?
L’azienda è nata pochi anni fa, una realtà di stampo artigianale, quella che comunemente definiamo piccola. Siamo nel cuore delle Marche e nel comprensorio dove prendono forma tutte le calzature di alta moda. Diciamo pure che la vocazione dell’alta moda c’è, è ben presente, ma l’abbiamo estrapolata portandola nel ciclismo.
Poche primavere, eppure sembra un brand con tanta storia e radici profonde!
Negli ultimi tra anni abbiamo avuto una crescita esponenziale, pur mantenendo le connotazioni di una realtà produttiva locale. Al tempo stesso ci rendiamo conto di essere tra i leader mondiali in questa categoria di calzature, quella di alto livello e caratura.
Il disegno della tomaia creata per le scarpe indossate al Tour 2023Il disegno della tomaia creata per le scarpe indossate al Tour 2023
Rappresentate l’eccellenza artigianale italiana?
Si è così. Ogni calzatura che esce da Nimbl è fatta a mano, disegnata e plasmata, curata nel dettaglio e nelle materie prime. Le nostre scarpe non sono un compromesso, ma per lavorazione e materiali rappresentano quanto di meglio si può indossare. In tutto questo c’è anche uno stile che ben idenfica il brand.
La suola viene rifinita e “limata” nei bordiIl segreto delle Nimbl? La suola, una sorta di contenitore per il piedeLa suola viene rifinita e “limata” nei bordiIl segreto delle Nimbl? La suola, una sorta di contenitore per il piede
Dal punto di vista tecnico, quale è il segreto di una Nimbl?
Il segreto, se così possiamo definirlo, di ogni calzatura Nimbl è la suola. Quest’ultima è il risultato di un’insieme di fattori che collimano tra loro. Lo spessore ridotto e l’estrema rigidità, la forma che aiuta a contenere il piede ai lati, oltre ad una produzione di questa suola in carbonio che avviene qui da noi, per una una chiave di volta. La suola è un nostro progetto e non arriva nulla dall’esterno.
Quali vantaggi porta una produzione del genere?
Controllo dei diversi step produttivi, controllo della qualità complessiva. Siamo maniacali soprattutto in questo.
La tomaia viene applicata alla suola, tirata e plasmataAnche tutti i Boa sono applicati a manoUna volta applicata la tomaia, iniziano le operazioni di rifinituraOgni scarpa è controllata e ricontrollata La tomaia viene applicata alla suola, tirata e plasmataAnche tutti i Boa sono applicati a manoUna volta applicata la tomaia, iniziano le operazioni di rifinituraOgni scarpa è controllata e ricontrollata
Quante scarpe si producono ogni giorno?
Intorno alle 50 unità. E’ un numero molto ridotto se pensiamo ai volumi di aziende che hanno industrializzato e meccanizzato ogni processo. Se invece ragioniamo nell’ottica di una calzatura completamente hand-made, è una cifra importante.
A quanti atleti professionisti fornite le vostre calzature?
Nel roster Nimbl ci sono 125 atleti, uomini e donne.
La forma per le scarpe di Marianne VosUna sorta di parco giochi per gli appassionati dei dettagliLa forma per le scarpe di Marianne VosUna sorta di parco giochi per gli appassionati dei dettagli
Cosa significa essere partner del Team Jumbo-Visma?
Per una realtà produttiva dalle dimensioni contenute come Nimbl, è un impegno notevole ed è molto importante sotto diversi punti di vista e non si tratta solo di promozione del marchio.
Spiegaci meglio!
Essere al fianco, o per meglio dire ai piedi, di un team così forte e con tanta visibilità, significa essere al volante di un veicolo promozionale con il turbo.
La bozza per una tomaia dedicata a Sepp Kuss?La bozza per una tomaia dedicata a Sepp Kuss?
Avete avuto un buon ritorno?
Nimbl ha ricevuto un boost nell’immagine e nella credibilità. E’ altrettanto vero che collaborare con i tecnici della squadra e atleti di altissimo livello ci ha aiutato a sviluppare ulteriormente le calzature e alcuni processi delle lavorazioni del carbonio. Le loro conoscenze in materia sono state fondamentali.
Nella volata a 4 sul traguardo di Treviso, De Bondt brucia Affini. Le loro parole al termine della grande fatica sono ispirazione e spunto di riflessione
La notizia era nell’aria già da qualche settimana, ma solamente in questi ultimi giorni è arrivata l’ufficialità. Pon.Bike, realtà aziendale leader mondiale per quanto riguarda la produzione di biciclette e componenti per il ciclismo, ha acquisito il prestigioso marchio italiano di calzature Nimbl.
Con sede a Porto Sant’Elpidio (Macerata), nel pieno cuore del distretto della calzatura artigianale di qualità, Nimbl è stata fondata appena nel 2020, e da allora ha fortemente esteso la propria attività espandendosi su scala internazionale nel segmento scarpe “high-end” per ciclismo su strada e pista, con clienti che si riconoscono dagli appassionati di ciclismo fino ai campioni del mondo e ai vincitori dei Grandi Giri. Tutte le scarpe Nimbl vengono realizzate a mano all’interno dello stabilimento di Porto Sant’Elpidio.
Nimbl ha accompagnato Jonas Vingegaard alla conquista del suo secondo Tour de FranceNimbl ha accompagnato Jonas Vingegaard alla conquista del suo secondo Tour de France
Create per i campioni
Nimbl produce scarpe che vengono indossate da numerosi ciclisti professionisti durante le maggiori competizioni mondiali. Competizioni che molto spesso “impegnano” le stesse calzature nelle condizioni più estreme. Oggi, circa 125 ciclisti professionisti gareggiano con Nimbl ai piedi. E uno di questi non è altro che il vincitore del Tour de FranceJonas Vingegaard del team Jumbo-Visma. Ma queste scarpe ad altissime prestazioni sono state scelte anche da diversi vincitori del recente campionato del mondo di ciclismo su pista: come Jeffrey Hoogland, iridato a Glasgow nel chilometro.
Le calzature Nimbl sono disponibili in tutto il mondo, la vendita avviene sia online che attraverso una selezionata rete di rivenditori. E oggi, grazie a questa acquisizione, il brand avrà la possibilità di ampliare ulteriormente la propria distribuzione sia negli Stati Uniti quanto in Europa.
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Obiettivo crescita internazionale
Pon Holdings è una multinazionale di riferimento, ancora a conduzione familiare, con sede nei Paesi Bassi e un fatturato annuale di oltre 10 miliardi di euro. La società conta 15.700 dipendenti, in 34 Paesi e in tutti e sei i continenti. Pon Holdings controlla ben 110 aziende, tutte realtà che operano su quattro linee distinte: Automotive, Pon.Bike, Equipment & Power Systems e Agricultural Products & Services. L’obiettivo ultimo di Pon Holdings è quello di continuare a garantire la mobilità di persone, città e settori in maniera efficiente e sostenibile. Nei Paesi Bassi, Pon rappresenta il principale gruppo dedicato alla mobilità, poiché è in grado di offrire a milioni di persone biciclette, automobili e servizi di mobilità innovativi, quali il noleggio di biciclette e la condivisione di auto e monopattini.
Nimbl a Glasglow è salita sul podio iridato grazie al secondo posto di Wout Van AertNimbl a Glasglow è salita sul podio iridato grazie al secondo posto di Wout Van Aert
Quella di Nimbl rappresenta un’aggiunta logica per la famiglia Pon.Bike, gruppo che include oltre 20 prestigiosi e storici brand del mondo del ciclismo come Cannondale, Cervélo, BBB Cycling, Gazelle, Focus, Santa Cruz, Kalkhoff, Swapfiets, Veloretti, GT, Schwinn, Mongoose, Caloi e Urban Arrow.
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Ai piedi dei giganti. Il primo anno di Nimbl come fornitore di scarpe al Team Jumbo-Visma ha portato una serie di bei risultati, fra cui la doppia vittoria al Giro d’Italia: prima con Roglic fra i grandi e poi con Staune-Mittet fra gi under 23. Le scarpe marchigiane, rese più accattivanti dall’investimento e dalle conoscenze di Francesco Sergio, non le conoscevano in tanti, ma adesso sono diventate l’oggetto del desiderio (in apertura Vingegaard in giallo al Delfinato). E qui scatta la curiosità: che cosa significa uscire dalla nicchia e salire sul grande palco ai piedi dei campioni?
«Facciamo un passo indietro – sorride Francesco Sergio – torniamo a quando mi hanno chiamato e mi hanno praticamente chiesto di sponsorizzarli. Avevamo già 75 corridori da fornire, sapevo che i miei partner mi avrebbero mandato a quel paese e così è stato. Ma la Jumbo-Visma è arrivata e abbiamo scoperto un gruppo di tecnici molto precisi. Ci aiutano molto nello sviluppo del prodotto. Sono una delle squadre più organizzate che abbia visto in 20 anni di sport e marketing, seguendo il Cervélo Test Team, la Garmin e la Dimension Data».
Il logo del Tour de France e il doppio Boa: primo Tour ai piedi della Jumbo Visma (foto Nimbl)Il logo del Tour de France e il doppio Boa: primo Tour ai piedi della Jumbo Visma (foto Nimbl)
In cosa sono così bravi?
Poco prima che partisse il Tour, sono venuti in azienda due ingegneri da Eindhoven. Avevano trovato delle migliorie da implementare nella larghezza dei fori per le tacchette. Una cosa che nessuno avrebbe notato, ma di cui si erano accorti. Hanno voluto sapere come forassimo la suola in carbonio e sono stati per 3-4 giorni in officina, seguendo il procedimento. In pratica abbiamo una macchina a controllo numerico che fa i fori. Una volta venivano fatti a mano, ora ci pensa il macchinario. Mettiamo la suola in carbonio nella forma che poggia su un supporto di legno multistrato e la macchina fora secondo le misure che gli diamo.
Vuoi dire che il multistrato cedeva e produceva una differenza?
Esatto. Hanno visto per mille volte il processo, finché un mattino è venuto uno di loro, dicendo di aver studiato il video per tutta la notte e di essersi accorto che il legno assorbiva troppo la pressione del trapano. Quello scostamento minimo provocava una piccola usura laterale dei fori. Messa una base rigida di metallo, il problema è sparito.
Le suole sono in carbonio: con ils upporto del team, ora la precisione è praticamente perfetta (foto Nimbl)La componente aritiganale è ancora trainante, ma l’azienda è cresciuta molto sul fronte tecnologico (foto Nimbl)Le suole sono in carbonio: con ils upporto del team, ora la precisione è praticamente perfetta (foto Nimbl)La componente aritiganale è ancora trainante, ma l’azienda è cresciuta molto sul fronte tecnologico (foto Nimbl)
Un bel supporto, niente da dire.
Hanno tante attenzioni, ma chiaramente non possiamo usare le loro specifiche per gli altri corridori.
Durante il Giro d’Italia è filato tutto liscio?
Di base sì, anche se per esempio abbiamo avuto un problema con la consegna delle scarpe da crono di Roglic. Ci hanno chiesto di non mandarle a Tenerife, ma di spedirle a Monaco. Solo che il portiere ha dimenticato di avvertirlo e così Primoz ha fatto la prima crono senza le scarpe speciali.
Parliamo di quelle totalmente in carbonio?
Esatto, proprio quelle. Farle è complicato, bisogna trovare il giusto compromesso fra leggerezza della scarpa, peso e potenza del corridore. Per arrivare a metterle a punto sono serviti molti tentativi, durante i quali è capitato anche che alcune si rompessero. Provate a immaginare la differenza di spinta fra un corridore come Vingegaard, che pesa 50 chili e spingerà al massimo 1.200 watt, e uno come Van Aert, che pesa 78 chili e spinge 2.000 watt. Ognuno ha le sue specifiche.
Le scarpe da cronometro sono leggere e aerodinamiche, tutte in carbonio. La chiusura è sotto (foto Nimbl)Le scarpe da cronometro sono leggere e aerodinamiche, tutte in carbonio. La chiusura è sotto (foto Nimbl)
Un lavoro di grande precisione, quindi?
Tutto questo a noi serve. Siamo un’azienda nuova che ha una tecnologia diversa dagli altri, noi non facciamo una “suolona” grande perché non si rompa. Facciamo una suola fatta a mano, con il layup fatto a mano e il posizionamento del carbonio fatto in base alle varie sollecitazioni. Quindi di base può succedere di sbagliare qualcosa, non siamo ancora alla perfezione. La scarpa da crono non deve essere leggera, ma aerodinamica. La scarpa superleggera però esiste e l’abbiamo fatta per Vingegaard…
Quanto superleggera?
Pesa meno di 180 grammi, ce l’ha adesso al Tour. Però va usata poche volte, solo quando è veramente necessario, perché è troppo delicata per usarla tutti i giorni.
Quante scarpe fornite per ciascun corridore?
Di base e per loro stessa richiesta, dovremmo fornire tre paia. Il primo anno che con Cervélo sponsorizzammo la CSC, eravamo d’accordo con Riis che avremmo fornito 60 bici. Alla fine dell’anno gliene avevamo date 300. Quante scarpe abbiamo dato finora a Vingegaard? Non meno di 8-9, ma per noi non è un problema. Se anche ne chiedono 10, possiamo dargliele. Anche perché…
Van Aert e le sue scarpe: per la realizzazione di quelle da crono si è tenuto conto di peso e potenzaVan Aert e le sue scarpe: per la realizzazione di quelle da crono si è tenuto conto di peso e potenza
Che cosa?
Quando un corridore cade, si graffiano le scarpe e io le cambio. Non voglio vedere i corridori con le scarpe rotte. Facciamo così con tutti, non solo quelli della Jumbo, anche quelli della Ineos per esempio.
State avendo un ritorno di immagine da questa sponsorizzazione?
E’ impressionante, neanche con Cervélo ho mai avuto questo ritorno sull’investimento. Si sta rivelando una leva incredibile, è come passare da 100 a 250 all’ora in un secondo. Facciamo fatica a stare dietro alla produzione. Cerchiamo di vendere molto online, anche se i punti vendita ci sono. In Spagna si chiamano “negozi pilota”, così ne abbiamo 2-3 per ogni Nazione dove le scarpe si possono vedere e toccare. Nella vendita siamo molto flessibili. Se non ti trovi con la misura, le mandi indietro e te ne mandiamo un altro paio, visto che sono scarpe che costano. E se anche tornano indietro, sappiamo esattamente dove mandarle.
I corridori del team olandese usano pedali Speedplay: quelli classici, in questo caso, a due facceInvece Roglic utilizza pedali Speedplay Aero: una sola faccia di aggancio, ma il contrappeso li tiene in posizioneI corridori del team olandese usano pedali Speedplay: quelli classici, in questo caso, a due facceInvece Roglic utilizza pedali Speedplay Aero: una sola faccia di aggancio, ma il contrappeso li tiene in posizione
C’è qualcuno che segue gli atleti Nimbl alle corse, oppure li equipaggiate prima con quel che serve?
Io sono andato a Bilbao, ma non per fare assistenza. Diamo tacchette e cricchetti prima che partano, le uniche cose della scarpa che puoi dover cambiare. Si smontano e si avvitano e si incollano senza alcun problema. Hanno anche 2-3 scarpini di scorta e se poi hanno qualche urgenza, come è già successo, gli facciamo la scarpa nuova in tre ore. Diverso se serve rifare le scarpe su misura di Vingegaard, perché servono due giorni. Come lui ce ne sono solo 6-7 nella Jumbo-Visma. E se proprio devo dire, va bene così. Non sono troppo favorevole al personalizzato per tutti, ma loro sono attentissimi ai minimi dettagli. Perciò se lo chiedono, siamo qui per accontentarli…
Nimbl presenta le nuove Feat Ultimate, ultime arrivate della famiglia di prodotti a quadrante singolo. Il marchio italiano offre delle calzature da ciclismo che hanno proprietà di livello mondiale, sotto ogni profilo, soprattutto quello prestazionale. Ogni caratteristica delle scarpe Nimblracchiude tutti gli insegnamenti provenienti dai campioni della pista e del WorldTour. D’altronde si è visto che lavorare a stretto contatto con atleti di alto profilo offre dei feedback prestazionali impareggiabili.
Con le nuove Feat Ultimate, Nimbl ha rinnovato la propria collezione di calzature con un solo rotore BOACon le nuove Feat Ultimate, Nimbl ha rinnovato la propria collezione di calzature con un solo rotore BOA
Leggere
Le scarpe Feat Ultimate sono tra le più leggeri nel mondo del ciclismo, la piattaforma in carbonio invece è una tra le più rigide. Questa caratteristica ha reso le Feat Ultimate le scarpe preferite dai campioni mondiali di sprint su pista. Un dettaglio che non tutti probabilmente conoscono è che le calzature Nimbl si distinguono per le elevate prestazioni aerodinamiche.
Si tratta di una scarpa di assoluto riferimento tecnico, che pesa solamente 185 grammi (nella taglia 42). Un prodotto stabile, efficiente ed aerodinamica.
Il flap superiore avvolge il piede e lo tiene ben saldo, per non farlo muovere all’interno della scarpaIl flap superiore avvolge il piede e lo tiene ben saldo, per non farlo muovere all’interno della scarpa
Telaio brevettato
Le Feat Ultimate sono costruite partendo dal telaio in carbonio brevettato Nimbl, noto per la sua rigidità e il grande trasferimento di potenza. I tecnici hanno portato quest’ultima caratteristica, abbinata alla stabilità del piede, ad un livello superiore. Per farlo è stato utilizzato un nuovo metodo: il Carbon Power Strap, così da mantenere i piedi in posizione. Infine, il sistema di chiusura a quadrante singolo consente una regolazione perfetta in ogni momento.
Una parte importante per lo sviluppo è arrivato da Dan Bigham, responsabile delle prestazioni della Ineos Grenadiers ed ex detentore del record dell’Ora. La sua scelta, dopo numerosi test, è ricaduta sulle calzature Nimbl. I vari studi hanno infatti riportato che le scarpe Nimbl offrono ben 200 metri in più durante un’ora, corsa a 55 chilometri orari di media.
«Abbiamo collaborato con il team Nimbl – ha detto Bigham – per spingere ulteriormente il suo design, ottenendo un paio di scarpe che hanno reso un ulteriore guadagno di 200 metri. Un risultato unico che va oltre il guadagno marginale».
La suola rigida permette di trasferire tutta la potenza sui pedali, senza perdere nemmeno un wattLa suola rigida permette di trasferire tutta la potenza sui pedali, senza perdere nemmeno un watt
Le parole di Nimbl
Sara Verducci ci guida poi in quelli che sono i segreti e le innovazioni delle scarpe Feat Ultimate, tutto nasce dalla voglia di rinnovarsi sempre.
«La nostra – racconta – è un’azienda artigianale, i progetti nascono da un’idea e poi vengono sviluppati in più fasi. La nuova scarpa della linea Feat ha preso forma quando ci siamo resi conto di voler rinnovare il modello a un BOA. Crediamo fermamente in questa soluzione di chiusura ed anche gli atleti con i quali collaboriamo sono della nostra stessa idea.
«La Feat Ultimate – riprende – è un prodotto che ha l’intento di garantire la massima trasmissione di potenza sui pedali, senza tuttavia perdere comfort. Il flap da noi ideato è una costruzione che avvolge il piede dell’atleta da sopra, come una mano. Si unisce perfettamente alla suola estremamente rigida. Queste due caratteristiche agiscono insieme e fanno diventare un tutt’uno il piede ed il pedale. Il flap è costruito in carbonio, è leggero ma di grande resistenza e non si lacera al contatto con il rotore BOA. Un altro particolare che abbiamo curato nei minimi dettagli è la linguetta, non è separata dal resto della scarpa ma entra nella tomaia. Non vi è alcuna pressione sul collo del piede, anche perché risulta perfettamente imbottita».
La Jumbo-Visma quest’anno ha apportato diverse novità nel suo allestimento tecnico. Non solo è passata da Shimano a Sram, ma è intervenuta anche sul set pedali e scarpe, ora Nimbl. Questo nuovo mix ha inciso anche sulla posizione in sella degli atleti.
Le scarpe Nimbl hanno una conformazione particolare. Sono full carbon e soprattutto hanno una suola diversa, ben più bassa della media. E questo va a modificare, o quantomeno ad influenzare, le catene cinetiche dell’atleta, la sua messa in sella.
Affini durante le prove per la creazione della sua scarpa full carbonAffini durante le prove per la creazione della sua scarpa full carbon
Spinta più diretta
Edoardo Affini già in tempi non sospetti ci parlò di quanto queste scarpe avrebbero inciso. E le sue parole hanno trovato riscontro nella realtà dopo i primi mesi di utilizzo.
«Alcuni di noi – racconta il mantovano – con la suola e i nuovi pedali si sono abbassati anche di 7 millimetri. Io devo ancora provare la soluzione definitiva delle scarpe, vale a dire quella senza adattatore. Quelle con l’alloggio specifico per l’attacco del pedale Wahoo (sviluppato sulla piattaforma SpeedPlay). Con questa soluzione infatti, in pratica sarà il pedale ad “entrare” nella scarpa.
«La sensazione in sella è effettivamente differente, ma anche molto soggettiva. In generale tutti ci troviamo bene e Nimbl lavora molto sul piano della personalizzazione. Sono sempre aperti e disponibili per le modifiche. Poi è chiaro che alcune problematiche potrebbero emergere con il passare del tempo. Penso per esempio a quando farà più caldo e si alzeranno le temperature nella scarpa, ma appunto ci servirà del tempo…».
Oggi si parla di ciclismo del millimetro e quando in ballo ce ne sono tanti come quei 7 millimetri di altezza sella, ne risente anche la posizione.
«La sensazione in sella cambia – prosegue Affini – senti una spinta più diretta sul pedale. Hai proprio l’idea che ci sia una minore dispersione di forza. La spinta parte diretta da sotto al piede».
Rispetto allo scorso anno, Affini (qui nel 2022) si è abbassato di 4 millimetri con la sella. Ma gli interventi potrebbero non essere finitiPer ora, rispetto allo scorso anno cui si riferisce la foto, Affini si è abbassato di 4 millimetri con la sella
Giù il baricentro
Ma in una catena cinetica, se si interviene su un punto e si vuol mantenere l’equilibrio, bisogna intervenire anche sugli altri punti, almeno quelli nevralgici.
«Ci siamo abbassati anche con il manubrio – va avanti Affini – ognuno si è abbassato anche in base alla sua flessibilità e questo è un buon guadagno immagino.Non è uno stravolgimento, ma nel ciclismo dei marginal gains, quando metti tutto insieme… conta anche quello.
«Nella maggior parte dei casi si è tolto uno spessore da 5 millimetri, che è un po’ la misura standard. Ma non è così matematico che se abbassi la sella, tu debba abbassare anche il manubrio. Te lo devi anche sentire perché se poi sei troppo chiuso, comprimi troppo gli angoli, magari hai problemi con i glutei, o con la schiena.
«Di certo ne guadagna la guida. In questo modo si abbassa un po’ il baricentro e in discesa soprattutto c’è più maneggevolezza».
I tecnici della Jumbo-Visma stanno lavorando da mesi sul nuovo set scarpe-pedaliI tecnici della Jumbo-Visma stanno lavorando da mesi sul nuovo set scarpe-pedali
Biomeccanica da rivedere
Edoardo Affini ci spiega tutto ciò dalla Spagna, dove è in ritiro con la sua squadra. E lì il “laboratorio è ancora aperto”. Insomma, lavori in corso.
Andando a toccare scarpe, pedali, altezza sella e altezza manubrio… va da sé che si riveda la biomeccanica. E c’è chi stando a cavallo tra due misure potrebbe valutare di cambiare il telaio e passare alla misura inferiore.
«La squadra – dice Affini – ci mette a disposizione un tecnico e a turno, solitamente la sera, andiamo a farci dare un’occhiata. Lo farò anche io. Anche se io vado dal mio biomeccanico di sempre, Alfiero Dalla Piazza (e suo figlio Michele) a Sommacampagna non lontano da casa.
«Per quanto mi riguarda, in attesa come ripeto della scarpa definitiva, io mi sono abbassato di 4 millimetri con la sella e di 5 millimetri con il manubrio. Per ora, al netto di quelle sensazioni di guida differenti in quanto a spinta e maneggevolezza, non ho avuto nessun problema di schiena o altro».
Lo squadrone olandese con le nuove scarpe durante il ritiro spagnolo (foto Instagram)Lo squadrone olandese con le nuove scarpe durante il ritiro spagnolo (foto Instagram)
Feedback positivi
E che i lavori procedano spediti ce lo conferma anche Francesco Sergio,di Nimbl, il quale si trova nel ritiro di Denia per seguire la messa punto delle scarpe ai piedi degli atleti.
«Stiamo ultimando le consegne finali – ha detto Sergio – mancano solo le donne che abbiamo fatto in questi giorni. Quasi tutti hanno provato la scarpa definitiva con gli attacchi per i nuovi pedali Whaoo. I feedback sono tutti positivi. Sul piano della biomeccanica qualche intervento c’è stato».
Sergio non può esporsi troppo, ma lascia intendere che gli angoli di spinta tutto sommato sono rimasti invariati sul piano orizzontale, a parte un atleta che ha spostato un po’ le tacchette in avanti. Mentre sono variati quelli sul piano verticale, appunto le altezze di sella e manubrio.
Ricordate quando qualche tempo fa eravamo andati al Service Course della Jumbo-Visma? In quel regno del massimo ciclismo in mezzo a campioni, test, reparti di meccanica… siamo stati testimoni di un appuntamento davvero all’avanguardia e segretissimo: la consegna delle scarpe Nimbl.
Il team olandese e l’azienda italiana ci hanno aperto le porte per questa esperienza che ci regala un esempio concreto di quei marginal gains di cui tanto parliamo.
Un accordo incredibile
Un po’ come per la scelta dei nuovi gruppi, è stata la corazzata giallonera a contattare Nimbl. In test privati, dopo aver acquistato in incognito alcune paia di scarpe di varie marche, gli olandesi avevano visto che quelle italiane rispondevano ai loro canoni di performance. Da lì è germinato l’accordo, tra Jumbo-Visma e Nimbl.
«In effetti – racconta Francesco Sergio di Nimbl – i Jumbo ci hanno espresso il loro desiderio di correre con le nostre scarpe, ma visto che siamo un’azienda artigianale, la cosa all’inizio poteva “spaventarci”. Tra continental, WorldTour e squadra femminile qui ci sono 60 corridori, avremmo avuto difficoltà nella capacità di rispondere alle loro esigenze. E parlo proprio di produzione.
«Quando ci siamo trovati, avevo con me le scarpe e i loro tecnici mi hanno detto che le conoscevano. In qualche modo già le avevano provate ed erano rimasti soddisfatti. C’era solo un piccolo miglioramento da fare riguardo al sistema di posizionamento delle tacchette, ma solo perché loro avevano preso un modello prodotto fino a maggio.
«A quell’epoca ancora non avevamo un macchinario specifico e le faceva Luigino (Verducci, ndr) a mano. Ma in quanto a peso, rigidità e aerodinamica, erano soddisfatti dei nostri modelli».
Luigino Verducci e Francesco Sergio hanno unito le loro esperienze per il progetto Nimbl e la sfida Jumbo-VismaLuigino Verducci e Francesco Sergio hanno unito le loro esperienze per il progetto Nimbl e la sfida Jumbo-Visma
Sfida accettata
Pensate, una piccola realtà con base nelle Marche che opera sì nella sfera dell’altissima qualità, ma anche dei piccoli numeri, che si ritrova sul piatto una collaborazione con il team che ha appena vinto la classifica UCI e il Tour. Non solo, la vita di Nimbl è recentissima: due anni e mezzo. Alla base c’è la grandissima esperienza di Luigino Verducci e dello stesso Francesco Sergio nel mondo delle scarpe e dei materiali. Sin qui le collaborazioni con i professionisti erano state con i singoli corridori e non con i team.
«A quel punto ci siamo guardati in faccia. E ci siamo dettI: “Abbiamo la possibilità di collaborare con il più grande team del momento. Buttiamoci!”. E abbiamo accettato la sfida».
Parte quindi questa collaborazione e nei mesi intermedi tra le due stagioni, in attesa della fine del contratto col brand precedente, Nimbl realizza per i ragazzi della Jumbo-Visma un modello camouflage. Perché qui ogni cosa va provata e riprovata al millimetro. Sono le richieste del settore performance dei materiali, i quali volevano che i corridori appunto provassero le scarpe, anche per guadagnare tempo.
Col nuovo anno la collaborazione italo-olandese ha visto la luce (foto Instagram)Col nuovo anno la collaborazione italo-olandese ha visto la luce (foto Instagram)
Iniziano i lavori
Guadagnare tempo per metterle a punto. I feedback dei ragazzi infatti sono utilissimi. Quelle scarpe camouflage erano modelli standard e sono serviti come base di partenza per la personalizzazione, fiore all’occhiello di Nimbl e una delle peculiarità che ricercava la Jumbo-Visma.
«Una volta fatto l’accordo, abbiamo ricevuto le taglie dal team – va avanti Sergio – e abbiamo inviato le scarpe ad ogni atleta. Come potete vedere, a turno vengono qui e ci dicono cosa va bene, cosa bisogna cambiare, i dettagli da affinare.
«Essendo la produzione nostra, per noi è facile intervenire sulla tomaia, ma anche sul layup del carbonio. Non si tratta d’intervenire solo sulla forma, ma anche sulla rigidità. C’è infatti chi vuole la scarpa più rigida avanti e meno rigida dietro e chi il contrario. Per la realizzazione di una scarpa, c’è bisogno di circa 7 giorni, mentre per i piccoli cambiamenti servono mediamente 3-4 ore per corridore. Per alcuni abbiamo dovuto rifare la suola ex novo.
«Abbiamo sviluppato un’App con la quale annotiamo misure e richieste di intervento. Per esempio se c’è un corridore che ha un osso sporgente, cerchiamo di aumentare la parte esterna dove c’è il punto di pressione. O ancora, c’era un corridore che aveva una taglia 47 in quanto a lunghezza, ma una 44 quanto a larghezza. In questo caso abbiamo rifatto la suola nuova direttamente».
Dopo aver posto una striscia di nastro sul collo del piede, Verducci inizia il calco…Il gesso viene posato su tutto il piedeUna volta terminato, libera il piede dal gesso con un frullino (la cui lama è particolare e sicura)Ecco il calco finale con già i punti di maggior pressione individuati nel colloquio precedenteDopo aver posto una striscia di nastro sul collo del piede, Verducci inizia il calco…Il gesso viene posato su tutto il piedeUna volta terminato, libera il piede dal gesso con un frullino (la cui lama è particolare e sicura)Ecco il calco finale con già i punti di maggior pressione individuati nel colloquio precedente
Il calco
E mentre Sergio ci spiegava questo progetto, Verducci eseguiva il calco sugli atleti. Seduti su una sedia, a sua volta posta su un tavolo, l’artigiano marchigiano eseguiva un calco in gesso che riprendeva la forma esatta del piede fino alla caviglia.
Una volta ottenuto il calco, Verducci con un frullino apriva “la scultura” e sfilava il piede. In fase di realizzazione vengono presi in considerazione il calco, chiaramente, ma anche i feedback del corridore.
I feedback dei corridori sono importantissimi. Qui le prime indicazioni dopo aver provato il modello camouflage (prima del calco)I feedback dei corridori sono importantissimi. Qui le prime indicazioni dopo aver provato il modello camouflage (prima del calco)
Dettagli e progetti
Per il momento Nimbl ha messo a disposizione il modello Ultimate (con il Boa), Air Ultimate (con i lacci) ed Exceed.
«Perché i lacci? Non ci crederete ma le scarpe risultano essere più aerodinamiche. E non di poco, secondo alcuni test in pista sono emersi vantaggi fino a 4 watt».
Come dicevamo Nimbl ormai è presa totalmente in questo progetto. Dopo l’accordo c’è stato un grande riassetto aziendale, grazie al quale si prevede di raddoppiare la produzione, migliorare ulteriormente il sistema per il serraggio delle tacchette e lanciare nuovi modelli. In arrivo infatti ci sono un modello full carbon, uno special edition per il Tour e anche uno gravel.
Le indicazioni dei corridori sono annotate su un’AppLe indicazioni dei corridori sono annotate su un’App
Feedback preziosi
La cosa bella è che i corridori sono rimasti piacevolmente colpiti da questo nuovo modo di lavorare, questa personalizzazione così certosina. Uno di questi è stato Primoz Roglic, che ha tempestato di domande per oltre mezz’ora i tecnici di Nimbl (foto di apertura). Il lavoro a stretto confronto fa alzare l’asticella da entrambe le parti.
Un esempio di alcune domande? Si dice che il carbonio non aiuti molto a refrigerare il piede e vedendo così tanto carbonio gli stessi corridori hanno posto la questione a Sergio e colleghi.
«E’ una domanda che ci hanno fatto in parecchi – ha detto Sergio – noi abbiamo risposto che tra coloro che l’hanno utilizzata nei 40°C del Tour de France nessuno si era lamentato. Era ben più calda la suola in plastica di qualche tempo fa. Se ricordate c’erano corridori come Cipollini che con il trapano andavano a forare le suole. In ogni caso è un aspetto che abbiamo preso in considerazione e che non trascureremo».
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Sempre un passo in avanti. Sempre più nel dettaglio, tanto più quando si ha a che fare con i campioni e Nimbl, giovane realtà italiana e più precisamente del distretto artigianale delle calzature nelle Marche, lo sa bene.
Nella cronometro individuale di Verona, che chiude il Giro d’Italia numero 105 ai piedi di Vincenzo Nibali potremmo vedere una scarpa a dir poco innovativa, merito soprattutto della chiusura sotto la suola.
Il rotore di chiusura nella rivoluzionaria posizione sotto la suolaIl rotore di chiusura nella rivoluzionaria posizione sotto la suola
Monoscocca in fibra
Si tratta di un paio di scarpini super personalizzati. Le calzature sono state infatti realizzate sul calco del piede di Nibali, la cui misura è 42,5, e sono interamente in carbonio. Avete capito bene: pezzo unico e in carbonio.
Suola e tomaia sono un monoscocca in composito, che riproduce fedelmente il piede dello Squalo.
Quasi impossibile definire con precisione il carbonio utilizzato. Ci sono moltissime variabili nel layout della fibra stessa: la sua disposizione, i punti di pressione, quanto debba essere rigida o meno, la tipologia del piede… Di certo si tratta di un composito “madre” di prima scelta.
Le Nimbl da crono di Nibali. Design davvero super minimalista e peso piuma (165 grammi)Le Nimbl da crono di Nibali. Design davvero super minimalista e peso piuma (165 grammi)
Artigianato italiano
Ma la sua produzione non è affatto semplice.
«L’idea di questa scarpa – spiega Francesco Sergio, Sport Marketing di Nimbl – è nata quasi a caso. Ducci già produceva le scarpe in carbonio per la pista. Noi poi le abbiamo fatte agli olandesi, sempre su pista e con loro è venuta l’idea di portarle su strada. E di fatto il modello è “lo stesso”, ma con degli accorgimenti sul rotore di chiusura.
«Come detto, si tratta di una scarpa fatta interamente a mano e sul corridore. E prevede anche i difetti del piede. Il processo produttivo è piuttosto lungo. Si parte dal calco del piede da cui nasce un prototipo in fibra di vetro. Ed è questo primo modello che il corridore prova per la prima volta. Lo testa 3-4 volte, ma chiaramente ci fa pochi chilometri. Successivamente, in base alle indicazioni dell’atleta e alle eventuali modifiche, nasce un primo modello in carbonio che è quasi quello definitivo. Ancora test e si vanno a ritoccare i punti che segnala sempre il corridore. Punti di pressione, punti “più lenti”».
«A quel punto si passa al modello definitivo che solitamente va bene nell’80% dei casi. In alternativa è necessario produrre un quarto modello, con cui si accontenta il 100% dei casi. Pertanto tra la prima misurazione del piede al modello definitivo può passare anche un mese e mezzo. Ed è questo, il lavoro, non tanto il carbonio, che porta il prezzo di queste scarpe a 1.500 euro».
Tallone affusolato per scaricare al meglio l’ariaTallone affusolato per scaricare al meglio l’aria
Aero e leggere
In una crono quel che conta di più in assoluto è l’aerodinamica e Nimbl non ha lasciato nulla al caso. Per tale motivo ha posto il rotore per la chiusura al di sotto della suola. Non andando così ad inficiare il deflusso dell’aria sulla scarpa.
Non solo aerodinamica però. Peculiarità di Nimbl è il peso. E non lo è solo per questo modello. Ma vale tanto di più oggi che da scalare c’è la salita delle Torricelle.
Le Nimbl full carbon fermano l’ago della bilancia ad appena 165 grammi.
Adesso c’è solo da vedere se Nibali le calzerà per questa tappa finale del Giro. In teoria le condizioni ci sono tutte. La durata della crono non dovrebbe superare di molto i 20′ e la temperatura è alquanto fresca.
Va da sé infatti che una scarpa del genere, che punta alla massima prestazione, in termini di peso, rigidità e aerodinamica, non è fatta per essere areata. Pertanto in Nimbl stessa dicono che si può utilizzare per sforzi fino ad un’ora.
Le Nimbl Exceed rappresentano una delle massime espressioni delle calzature tecniche per il ciclismo su strada. Fanno collimare le lavorazioni fatte a mano con i materiali e le soluzioni di ultima generazione. Le abbiamo provate
Abbiamo incontrato Vanotti per farci dire come sarà secondo lui il 2022 dell'amico Nibali. Le idee chiare: è un capitano! Punti su Giri e certe classiche
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Nimbl Exceed è una calzatura ricercata, ambita e richiesta da da diversi campioni del pedale. Questa scarpa non è solo tecnicità allo stato puro, ma è la dimostrazione che la modernità del carbonio e dei rotori Boa possono convivere con quella sapienza artigianale del “fare le scarpe”. Abbiamo avuto l’onore di provarle.
La versione delle Nimbl Exceed con rotori Boa Li2La nuova versione delle Nimbl Exceed con rotori Boa Li2
Nimbl Exceed, evoluzione della specie
E’ uno dei due modelli top di gamma, l’altro è rappresentato da Nimbl Ultimate ed è un simbolo in fatto di rigidità, qualità dei materiali e capacità artigianale.La suola ha uno chassis rigido, completamente in carbonio e capace di mantenere quel tocco “fatto a mano” che è molto più che un valore aggiunto. E’ perfetta con le sue imperfezioni, che diventano un segno di distinzione per un tessuto composito lavorato hand made.
Ci sono le tre asole filettate per la tacchetta del pedale e ci sono i fori per aumentare l’ingresso e la fuori uscita dall’aria. C’è una protezione sulla punta e un tacchetto posteriore che aumenta il grip e protegge il carbonio. Si vede una sorta di nastro nella sezione centrale e anteriore, che protegge il punto in cui la tomaia entra nel carbonio.
La linguetta non è spessa e con quella scritta “fatto a mano” che fa sempre piacere
Il velcro che aiuta a stabilizzare la linguetta
La linguetta non è spessa e con quella scritta “fatto a mano” che fa sempre piacere
Il velcro che aiuta a stabilizzare la linguetta
Lo tomaia è come un guanto di velluto
Ci sono i due rotori Boa Li2 di ultima generazione, quello superiore con il cavo che tira in modo diretto, quello inferiore è incrociato. La linguetta è sottile e forata, non ci sono spessori aggiuntivi che aumenterebbero il peso e l’accumulo del caldo. Inoltre c’è un piccolo velcro che stabilizza la linguetta sotto la tomaia, migliorando anche la qualità della ritenzione in genere.
La tomaia è forata e ha degli spessori ridottissimi, ma non è per nulla cedevole, neppure nella zona della caviglia e nell’arco plantare. E’ cucita alla suola in carbonio e si vede in particolar modo nella parte posteriore.
L’interno della Exceed, l’intersuola è in pelleL’interno della Exceed, l’intersuola è in pelle
Dentro è essenziale
C’é uno strato che separa la soletta dal carbonio ed è in pelle. Una soluzione del genere da Nimbl te l’aspetti, ma quando la vedi e ne sfrutti le potenzialità, beh è un’altra cosa.
La soletta è minimale e il volume della calzatura lascia tanto spazio per un eventuale plantare personalizzato. E poi c’è il suo profilo basso, in particolare nella zona della caviglia, che aumenta ulteriormente quella sensazione di comfort e di libertà dei movimenti.
Il giro-caviglia è ribassato, a tutto vantaggio della libertà articolareIl giro-caviglia è ribassato, a tutto vantaggio della libertà articolare
Le nostre impressioni
Che scarpa! E’ rigida e si sente, ma non dà fastidio, perché i punti di pressione sono praticamente assenti. La suola ha uno shape che permette di sfruttare sempre una certa libertà delle dita. E’ come un… catino, un contenitore, più alto e avvolgente sul retro, con le due bordature davanti e ai lati. Le dita si muovono, ma il piede è ben saldo e non fa spanciare la tomaia, portando dei cedimenti ai bordi.
Esternamente, la suola ha due incavi non estremamente pronunciati e sono nella parte centrale. Aiutano a sentire la scarpa nelle fasi di spinta, a fare forza quando si è in piedi sui pedali. Non ha un arco plantare pronunciato verso l’alto, un fatto che per molti può essere un vantaggio non da poco. La Nimbl Exceed non si stacca mai dal piede. Il tallone è tondo nella sezione bassa e più chiuso verso il tendine: non scalza.
Il valore alla bilancia delle due scarpe con soletta all’interno
Il tallone asciutto, mentre la pianta ha un volume abbondante
Il tallone, non ci sono tessuti aggiuntivi che potrebbero generare calore
Il lato interno della scarpa che non ha un arco plantare pronunciato, piuttosto neutro
Il valore alla bilancia delle due scarpe con soletta all’interno
Il tallone asciutto, mentre la pianta ha un volume abbondante
Il tallone, non ci sono tessuti aggiuntivi che potrebbero generare calore
Il lato interno della scarpa che non ha un arco plantare pronunciato, piuttosto neutro
I rotori non comprimono
Merito della tomaia che dà modo di sfruttare a pieno le potenzialità dei due rotori Boa Li2. Proprio la tomaia aiuta a distribuire in maniera ottimale le pressioni che inevitabilmente si generano in fase di chiusura, distribuendole tra parte alta e i i bordi. Molto bene la funzione delle linguetta, che pur non avendo uno spessore esagerato dissipa a dovere.
E poi c’è la suola con i suoi bordi che, oltre a contenere il piede, permettono proprio alla tomaia di scaricare all’esterno, senza che il piede subisca pressioni e costrizioni.
La suola, con il suo shape, forma e la depressione centrale che la caratterizza
Una suola che invita a spingere e sostiene parecchio
La suola, con il suo shape, forma e la depressione centrale che la caratterizza
Una suola che invita a spingere e sostiene parecchio
In conclusione
La Nimbl Exceed è una calzatura costosa, 449 euro di listino, un fattore da considerare e che la rende una scarpa “non per tutti”. Ma probabilmente non vuole neppure esserlo, conservando così quella unicità che è parte integrante di questa calzatura artigianale, una sorta di esclusività che è parte del DNA Nimbl.
Le sue prestazioni, se valutate a 360°, sono difficilmente riscontrabili su altre scarpe da bici, considerando prima di tutto che è tutt’altro che scomoda, non obbliga a sacrifici e sofferenze. Il piede è sempre comodo, un comfort che proviene anche da una ventilazione ottimale e costante, ma anche dalla combinazioni di materiali di prim’ordine che non bloccano e non trattengono il sudore.
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Vincenzo Nibali è da quest’anno un testimonial Nimbl. Il siciliano, in questi giorni in corsa al Giro d’Italia, calza il top di gamma della collezione di calzature per ciclismo proposto dal brand marchigiano: il modello Ultimate. E proprio per celebrare e accompagnare Nibali durante queste importantissime tre settimane di gara, i tecnici assieme ai designer Nimbl hanno messo per lui a punto una livrea esclusiva delle stesse scarpe.
Hanno ideato una grafica speciale – ed unica – per poter mettere in evidenza sia i grandi successi colti negli anni di carriera dal capitano del team Astana Qazaqstan nei rispettivi tre grandi Giri, quanto i simboli e le immagini più riconoscibili e caratterizzanti la personalità dello Squalo dello Stretto.
Corridori che indossano scarpe Nimbl al Giro d’Italia 2022Corridori che indossano scarpe Nimbl al Giro d’Italia 2022
Leggerezza e rigidità
Le Nimbl Ultimate sono prodotte interamente a mano in Italia: meglio, nelle Marche, nel cuore del distretto mondiale della scarpa di qualità. La suola, realizzata in fibra di carbonio monoscocca e caratterizzata dalla curiosa forma “a vassoio”, è combinata alla tomaia in microfibra ad alta densità. Il risultato? Un supporto davvero “premium” a beneficio di tutti coloro che ricercano qualità e comfort in un unico prodotto… e ad un “peso” di appena 200 grammi!
La rigidità extra della suola in fibra di carbonio monoscocca, interamente realizzata a mano in azienda, consente un supporto davvero ottimale a tutto il piede. Inoltre, questa tipologia di suola fornisce una performance superiore per massimizzare il trasferimento di potenza e l’efficienza della pedalata, Il sistema di chiusura è il BOA Fit System in grado di assicurare una distribuzione uniforme della pressione attorno al piede ed un comfort davvero ottimale.
Le scarpe del brand marchigiano sono interamente fatte a manoLe scarpe del brand marchigiano sono interamente fatte a mano
In realtà, tutte le scarpe proposte ed inserite nel catalogo Nimbl sono di altissima qualità, ma con le Ultimate il livello raggiunto è davvero al top.
«Sul modello Ultimate – ci ha confidato Francesco Sergio, Sport Marketing di Nimbl – abbiamo aggiunto il nasello per dare una protezione in più alla parte anteriore. Inoltre, siamo riusciti a ridimensionare la microfibra nella parte superiore della scarpa per ricavare la leggerezza necessaria senza alterarne le prestazioni. Siamo felici che Vincenzo Nibali ci abbia scelto: beneficiare della fiducia di un ciclista così esperto ed attento, relativamente un componente così delicato e spesso decisivo, ci gratifica ed al tempo stesso ci conferma che la strada che abbiamo deciso di intraprendere con il progetto Nimbl è proprio quella giusta».