Abruzzo, Puglia e Calabria: Argentin rilancia la sfida

06.08.2023
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Moreno Argentin riparte dall’Abruzzo. La Adriatica Ionica Race ha visto la luce nei giorni scorsi a Roma, nella veste che già lo scorso anno fece della corsa l’ambasciatore dei territori su cui si snoda. L’hanno svelata alla presenza di Daniela Santanchè (Ministro del Turismo) e Ivana Jelinic (Amministratore delegato di Enit) e nel corso della mattinata sono stati snocciolati concetti molto cari a chi opera nel ciclismo, che finora erano rimasti fuori dalla porta dei Palazzi. Il legame fra una corsa e il turismo sta nel traino di immagine che l’evento sportivo esercita sull’utente: si va in vacanza per riposare, scoprire, mangiare, ma anche per vivere esperienze. Un evento sportivo fruibile come una corsa è fra queste ed è molto efficace: il Tour de France ne è la conferma più evidente.

La corsa di Argentin ha sposato questa filosofia, traendone nuova linfa. E per essere certa che la comunicazione non si limiti al racconto sportivo, ha coinvolto la Communication Clinic di Marco Pavarini, uno dei due fondatori di Extra Giro. Si occuperanno loro di curare la comunicazione legata ai territori e la valorizzazione delle iniziative enogastronomiche già messe in atto nel 2022.

Tre tappe per l’edizione numero 5 della Adriatica Ionica Race: al timone sempre Moreno Argentin
Tre tappe per l’edizione numero 5 della Adriatica Ionica Race: al timone sempre Moreno Argentin

Tre regioni, tre tappe

La Adriatica Ionica Race 2023, spiega Argentin, avrà tre tappe, dal 22 al 24 settembre: in Abruzzo, Puglia e Calabria. Prima tappa da Corropoli a Trasacco: 226,2 chilometri e 3.961 metri di dislivello. Seconda tappa da Conversano a Castellaneta: 184,4 chilometri e 1.774 metri di dislivello. Terza tappa da Cassano allo Ionio a Crotone: 193,6 chilometri e 2.296 metri di dislivello.

La riduzione dei giorni di gara (lo scorso anno erano 5) deriva dalla necessità di essere concreti e di operare con le spalle coperte: ci sono organizzatori che negli ultimi 2-3 anni hanno speso di tasca loro per avere, ad esempio, la copertura televisiva e sono alle prese con bilanci non proprio esaltanti.

Moreno, promuovere i territori permette di aprire altre porte ed è anche il modo per sostenersi, giusto?

E’ un bel modo per disegnare la corsa. L’Italia da questo punto di vista ha potenzialità pazzesche, non nascondo che la sto scoprendo io per primo, dopo anni a girarla con le mani sul manubrio e la testa fissa alla ruota di quello davanti. Quello che manca per programmare a lungo termine è un calendario che offra a tutti possibilità di lavorare, la capacità di attrarre squadre senza che vadano via per delle sovrapposizioni. Però la nostra formula funziona e da questa abbiamo deciso di ripartire.

La presenza del Ministro del Turismo acquisisce un’importanza particolare?

Per noi è stato un regalo e il riconoscimento per quello che facciamo. Abbiamo chiesto e ottenuto la sua presenza e dobbiamo ringraziare anche Marco Pavarini che si è impegnato a trovare la location e a mettere insieme il puzzle.

In ogni città, cucina del piatto tipico e degustazione di prodotti del territorio
In ogni città, cucina del piatto tipico e degustazione di prodotti del territorio
Turismo e corse: hai lanciato la suggestione di una corsa che si sposta in nave di mare in mare su una nave da crociera…

Spero che ci possa essere una buona collaborazione. L’idea pazza della crociera permetterebbe di unire turismo, cicloturismo e sport in una festa di sette giorni, in cui diamo al turista la possibilità di percorrere un pezzo di percorso. Il nome di Adriatica Ionica nasce dall’idea di unire i due mari: nulla vieta che si faccia sulle sponde di altre Nazioni che su essi si affacciano.

Nel 2022 si corse a giugno, questa volta a settembre. Cambia qualcosa?

Siamo andati a settembre perché a giugno eravamo insieme al Giro del Belgio, allo Slovenia e in parte anche al Delfinato. Dobbiamo crescere e trovare risorse, magari anche nei territori. Dobbiamo diventare sempre più efficaci e potenti dal punto di vista comunicativo. A settembre ci siamo trovati il campionato europeo e il Giro di Lussemburgo, per cui dovremo essere bravi a barcamenarci e trovare piano piano la data giusta. Se non la troviamo, non riusciamo a crescere e diventare sempre più importanti. 

Che cosa possiamo aspettarci dall’edizione 2023?

E’ una corsa che dà la possibilità a diversi tipi di corridori di mettersi in mostra, anche ai giovani. Forse la prima tappa era meglio posizionarla al secondo giorno, ma il territorio è questo e abbiamo dovuto adattarci. Non è detto che grazie all’improvvisazione, non si possano creare cose nuove: per questo abbiamo previsto abbuoni ai traguardi volanti e sui GPM, per costringere chi fa classifica a scoprirsi. La prima tappa è dura. La seconda comunque è nervosa, con l’arrivo in leggera salita e uno strappo di 2-3 chilometri ai 20 dall’arrivo, che potrebbe propiziare un’azione. Nella terza invece spazio ai velocisti. Insomma, non diamo per scontato che la prima tappa uccida la corsa.

Rimane il programma enogastronomico di ogni giorno?

Rimane e sarà potenziato rispetto al 2022. Vogliamo puntarci molto, facendo leva sulle esigenze dei Comuni e delle Regioni di far conoscere anche delle realtà più piccole, che non hanno la possibilità di andare sui grandi schermi. E anche il modo per scoprire la nostra cultura, per consolidarci e capire quanto valiamo. Io credo che su questo fronte, abbiamo un patrimonio inestimabile.

Lo scorso anno sul pul podio finale della corsa di Argentin, oltre a Zana c’erano anche Tesfatsion e Pronskiy
Lo scorso anno sul pul podio finale della corsa di Argentin, oltre a Zana c’erano anche Tesfatsion e Pronskiy
Ci sarà copertura televisiva?

Stiamo puntando a una differita di 70 minuti come l’anno scorso, chiamata tecnicamente Silver Plus, quindi con l’elicottero. Però non vi nascondo che stiamo lavorando per passare alla diretta, che è il prodotto più richiesto a livello internazionale. Questo ci permetterebbe di arrivare a 100-150 Paesi e spero che il Ministro si sia resa conto che la RAI deve aiutarci. Forse non l’abbiamo capito, ma l’Italia deve vivere di questa economia. Quindi è anche nell’interesse della Rai fare il possibile per darci la diretta. Stiamo cercando una coproduzione, perché se non andiamo in diretta, facciamo fatica a trovare collocazione.

Squadre al via?

Qualche WorldTour, per ora ci hanno confermato Astana e Intermarché, con la speranza di avere la Soudal Quick Step. Le professional, certo anche le italiane, e qualche continental davvero all’altezza. Tre tappe sono una bella formula, c’è modo di raccontarle bene. Abbiamo in progetto di inserire itinerari cicloturistici nel Marco Polo – il libro di corsa, da veicolare con gli organi di informazione – se non quest’anno, il prossimo. Le idee ci sono e vengono fuori dalla passione. Questo mi pare che il Ministro l’abbia ben compreso.