L’Eroica incorona Proietti Gagliardoni. Che aveva capito tutto

22.05.2025
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L’Eroica Juniores ha incoronato Mattia Proietti Gagliardoni e a riguardare la sua corsa, quella dei suoi compagni ed avversari, considerando che la prova era stata effettuata sabato proprio alla vigilia della tappa del Giro d’Italia, viene da pensare che forse qualche indicazione, i vari team professionistici presenti potevano pure trarla. Perché si era visto subito che non era una corsa semplice, paradossalmente proprio a causa del bel tempo.

Lo si evince anche dal racconto del vincitore: «L’avevo già fatta lo scorso anno e gran parte del percorso me la ricordavo. Sapevo che è una gara tra le più dure, tecniche e con un dislivello non di poco conto, poi con quello strappo spaccagambe finale… Nella prima parte ho fatto fatica, ma con la squadra avevamo stabilito che dovessi rimanere sempre nelle prime posizioni per poter correre meno rischi possibile. E rischi c’erano davvero…».

L’arrivo a braccia… anzi a bici alzata di Mattia Proietti Gagliardoni, vero dominatore della corsa (foto Paolo Rinaldi)
L’arrivo a braccia… anzi a bici alzata di Mattia Proietti Gagliardoni, vero dominatore della corsa (foto Paolo Rinaldi)
Com’era il terreno? Molti il giorno dopo si sono lamentati per la sua scivolosità ancora maggiore proprio perché non c’era acqua…

E’ vero e noi ragazzi ce ne siamo accorti già dalle prove del giorno prima. Per questo avevamo stabilito di fare corsa di testa, per cercare di evitare la troppa polvere che si sollevava e soprattutto gli strati di ghiaia sul tracciato. Ci hanno detto che rispetto a marzo era molto più scivoloso perché il tracciato era stato meno lavorato e ripulito, ma faceva parte del gioco.

Quando si è decisa la corsa?

Subito dopo la discesa da Montalcino, quando sono stati ripresi i tre corridori stranieri che erano andati in fuga. Ho provato a partire con il solo Matteo Turconi che ha tenuto il mio ritmo, mancavano meno di 20 chilometri alla conclusione. In una curva però proprio la ghiaia gli ha fatto un brutto scherzo ed è caduto, così mi sono ritrovato solo. La parte finale l’ho gestita molto, sapevo che era fondamentale rimanere in piedi.

Alla prova toscana erano presenti 29 team, di cui 5 stranieri (foto Paolo Rinaldi)
Alla prova toscana erano presenti 29 team, di cui 5 stranieri (foto Paolo Rinaldi)
Quanto è contata la tua esperienza nel ciclocross?

Tantissimo, io credo che abbia fatto davvero la differenza. Mi è servita ancor di più che lo scorso anno, perché gli sterrati erano più polverosi e viscidi, c’erano più buche e avvallamenti. La guida era fondamentale, bisognava saper galleggiare sulla ghiaia, non fare troppa pressione, scegliere le traiettorie giuste e rilanciare. Tanto è vero che quando uscivo da ogni curva guadagnavo tanto.

Che scelte tecniche hai fatto?

Niente di particolare. La ricognizione del giorno prima ci ha convinto a mantenere il setup abituale della bici, quindi con il 52-39 davanti e il 34-11 dietro. Per le gomme però abbiamo scelto i tubeless da 28 mm per andare sul sicuro, infatti in gara ho visto che quasi tutti avevano fatto la stessa scelta, anzi alcuni avevano optato addirittura per quelli da 30. Era l’unica maniera per ridurre al minimo il rischio di forature.

Una foto emblematica della polvere levatasi sul percorso, reso così molto viscido (foto Rinaldi)
Una foto emblematica della polvere levatasi sul percorso, reso così molto viscido (foto Rinaldi)
E per quanto riguarda l’alimentazione?

Rispetto al solito, ho portato con me sempre una borraccia d’acqua e una di carboidrati, ma avevo un gel in più di quelli che abitualmente mi porto. Il problema, oltre al terreno, è stato il caldo, che all’inizio era davvero forte. Io non lo amo, non l’ho mai amato e infatti all’inizio sudavo abbondantemente, ma poi il mio fisico si è adattato. La temperatura si è sistemata intorno ai 21°C, si stava bene e non ne ho risentito quando ho portato il mio affondo.

E’ una corsa che ti si addice?

Sicuramente, l’avevo già “adocchiata” lo scorso anno e non nascondo che ci puntavo sin da questo inverno. Tanto è vero che alla vigilia mi sentivo un po’ il favorito o uno fra loro, sapevo che potevo giocare un ruolo importante e devo dire grazie alla squadra perché ha creduto nelle mie possibilità supportandomi al meglio. E’ stata un’esperienza importante al di là della vittoria, spero di correrla in un contesto ben più importante…

Proietti insieme all’altro umbro Giacomo Serangeli, giunto 2° a 1’02” (foto Rinaldi)
Proietti insieme all’altro umbro Giacomo Serangeli, giunto 2° a 1’02” (foto Rinaldi)
Un buon viatico per l’estate…

Sì, anche perché mi aspettano impegni importanti, intanto la due giorni in Franciacorta del fine settimana, poi il Giro del Friuli e l’FWR Baron che correrò con la nazionale. Io spero di continuare su queste basi e mettermi sempre più in vista che ci tengo tanto a convincere il cittì a convocarmi per europei e mondiali, dove so che posso fare davvero bene.

Partenza lenta e mente al 2026, le scelte di Proietti Gagliardoni

01.04.2025
5 min
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Non solo Fedrizzi. Anche Mattia Proietti Gagliardoni sta correndo con in tasca il contratto che gli permetterà di entrare nel devo team della Wanty Nippo ReUs. Anzi, il corridore umbro lo farà un anno prima del suo avversario, in quanto è già alla seconda stagione da junior e non vede l’ora di affrontare quel che il destino gli metterà dinnanzi: senza paura, ma con grande curiosità.

A dispetto dei suoi 17 anni, Mattia è già da qualche tempo sulla cresta dell’onda, tanto che lo scorso anno la sua preparazione fu oggetto di un dibattito acceso con protagonisti Daniele Pontoni, cittì della nazionale di ciclocross che lo ha sempre voluto fra i suoi portacolori e Massimiliano Gentili, l’ex professionista che ancora oggi è il suo preparatore. L’attenzione che il team belga ha riversato su di lui cambia però un po’ la situazione

Per Proietti Gagliardoni quest’anno un 8° posto alla Piccola Liegi delle Bregonze
Per Proietti Gagliardoni quest’anno un 8° posto alla Piccola Liegi delle Bregonze

«E’ stata una sequenza molto veloce – racconta Mattia – a novembre ho contattato Carera come procuratore e già a dicembre mi ha chiamato proponendomi due settimane di ritiro con loro. Io non ero sicurissimo anche perché ero ancora nel pieno della stagione di ciclocross. Poi, visto che ai tricolori non sono andato come mi aspettavo e sapevo di non rientrare nella selezione per i mondiali, ho deciso di accettare e di partire per la Spagna. Da lì è venuto tutto naturale».

Nel tuo caso la domanda viene subito spontanea conoscendo il tuo valore in due discipline: con i dirigenti belgi hai già parlato se continuerai a fare ciclocross?

Ancora non ho affrontato il discorso. Mi atterrò comunque alle loro decisioni, qualsiasi esse siano. Io vorrei continuare, ma non mi dispiacerebbe neanche dedicare tutto l’inverno alla preparazione considerando quello che mi aspetta. Io non mi distaccherò dalle loro decisioni, intanto so che mi faranno avere a breve la bici da crono con la quale affronterò la Corsa della Pace.

Per il diciassettenne già pronta una maglia azzurra per la prossima Corsa della Pace (Photors)
Per il diciassettenne già pronta una maglia azzurra per la prossima Corsa della Pace (Photors)
Come sei d’accordo con loro, anche tu come Fedrizzi sei già seguito da loro? Hai il loro materiale?

No, per ora continuo con Gentili che mi segue da quand’ero allievo secondo anno e con il quale mi trovo benissimo, anche dal punto di vista umano oltre che professionale. La bici da strada resta quella del Team Franco Ballerini-Lucchini-Energy anche perché hanno un contratto con la Ktm per tutti i loro tesserati.

La chiamata del team belga ti ha sorpreso?

Più che sorpreso, per me rappresenta il raggiungimento di un obiettivo che mi ero posto sin dall’inizio della mia avventura. Volevo fortemente entrare in un devo team perché penso che sia decisivo per la mia crescita. Quando l’ho saputo, ero strafelice e chiaramente ho subito detto di sì, quasi a scatola chiusa.

L’esperienza ai tricolori di ciclocross a Faé di Oderzo, guastata da una caduta iniziale (foto Billiani)
L’esperienza ai tricolori di ciclocross a Faé di Oderzo, guastata da una caduta iniziale (foto Billiani)
Una notizia che ha addolcito anche il tuo inverno sui prati, non proprio felicissimo…

Sì, mi ha lasciato molto l’amaro in bocca perché non sono riuscito a centrare gli obiettivi che mi ero posto. Il problema principale è stato un edema al sottosella che mi ha tenuto fuori addirittura un mese, poi ho avuto un incidente stradale in allenamento e mi sono dovuto fermare altri 5 giorni, insomma riprendersi non è stato semplice. Durante le feste natalizie avevo anche recuperato la condizione, sono persino riuscito a centrare un podio in Belgio, che non è certamente cosa comune. Sapevo però che mi giocavo tanto ai tricolori, lì sono caduto nelle prime battute e ho corso tutta la gara in rimonta finendo quinto. Non è bastato…

Finora hai gareggiato abbastanza poco…

Ho affrontato solamente due gare, ma la cosa non mi dispiace. Mi concentro soprattutto sull’allenamento in vista della parte della stagione che più mi interessa, quella centrale dove ci sono gare più adatte alle mie caratteristiche. Io voglio essere pronto da maggio in poi, anche perché si comincerà a ragionare anche per le gare titolate. Alla Piccola Liegi delle Bregonze ho ottenuto un 8° posto correndo soprattutto in difesa.

Il podio del ciclocross di Dendermonde con l’umbro secondo dietro il tedesco Benz (Lucvdlphotography)
Il podio del ciclocross di Dendermonde con l’umbro secondo dietro il tedesco Benz (Lucvdlphotography)
Su quali gare hai messo gli occhi?

Non c’è un appuntamento specifico, diciamo che mi interessano soprattutto le prove a tappe perché amo gli arrivi in salita e credo che, considerando le mie caratteristiche di recupero, sono le corse più adatte a me. Considerando anche che sono molto sotto l’occhio degli osservatori esteri, ci tengo a far bene lì.

Che impressione ti fa andare a correre all’estero?

Mi fa estremamente piacere soprattutto come crescita personale, immergermi in una nuova cultura, con ragazzi di altre nazioni, trovando un linguaggio comune per confrontarci. Credo che sia  un’esperienza di vita importante e questo a prescindere dal discorso ciclistico.

Il corridore del Team Franco Ballerini-Lucchini-Energy ha già militato in nazionale all’Eroica 2024 (Photors)
Il corridore del Team Franco Ballerini-Lucchini-Energy ha già militato in nazionale all’Eroica 2024 (Photors)
Prima accennavi al discorso azzurro: tu dovresti essere già nel giro per le prove di Nations Cup, ma quest’anno sia europei che mondiali sono per scalatori. Che cosa ne pensi?

A dir la verità Salvoldi me ne ha già parlato, so che sono percorsi adatti alle mie caratteristiche e anche per quello sto un po’ “nicchiando” per avere energie tra primavera ed estate. La strada è tracciata, io voglio farmi trovare pronto quando servirà. Anche perché in vista dell’approdo nel team multinazionale, vorrei avere dalla mia risultati di un certo peso da presentare al mio ingresso.

La realtà dell’Uc Foligno: da un piccolo team grandi risultati

18.03.2024
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La nazionale azzurra di Coppa del mondo di ciclocross, relativamente agli juniores, per un terzo era composta da elementi provenienti dall’Uc Foligno, con Mattia Proietti Gagliardoni e Giacomo Serangeli. Nella sua disamina delle nuove forze multidisciplinari della categoria, il cittì Daniele Pontoni non ha mancato di far notare come il sodalizio umbro sia importante nella crescita dei ragazzi, un riferimento che va al di là dei confini regionali.

Parlando con Sandro Settimi, diesse degli juniores, è facile cogliere come il lavoro che viene svolto con i ragazzi sia molto profondo e vada ben al di là dei puri risultati.

«Noi siamo una società che agisce a ogni livello, dai giovanissimi agli juniores. Per i primi c’è anzi un sodalizio specifico, l’Uc Foligno Start. Poi abbiamo 5 esordienti, 8 allievi e 8 juniores. I ragazzi delle due categorie inferiori sono tutti della zona, fra Terni e Spoleto, invece fra gli juniores abbiamo 3 laziali e 2 toscani e il fatto che anche da fuori regione si uniscano a noi dimostra che in fin dei conti lavoriamo bene».

Il team junior 2024 con a destra il diesse Sandro Settimi. 8 i ragazzi a sua disposizione
Il team junior 2024 con a destra il diesse Sandro Settimi. 8 i ragazzi a sua disposizione
C’è un segreto dietro a tanti apprezzamenti?

Noi lavoriamo come una squadra, con collaborazione diretta fra i responsabili delle varie categorie e questo lo insegniamo anche ai ragazzi. I valori del team sono un grande fattore propulsivo. Dietro a questo c’è però una società che agisce come una famiglia, non estremizzando mai l’aspetto agonistico, perché sappiamo di aver a che fare con ragazzi giovanissimi, che hanno il ciclismo sì come fattore importante ma che devono dargli il giusto peso, privilegiando sempre la scuola dove costruire il loro futuro.

I ragazzi si allenano insieme?

Per quanto riguarda esordienti e allievi sì, 2-3 volte a settimana. I miei invece non hanno la possibilità, essendo tutti di estrazione geografica diversa. Ci teniamo in stretto contatto, seguono i loro lavori ma so che si collegano anche con altri ragazzi delle loro zone e fanno anche lavori di gruppo. Noi comunque ci stiamo impegnando per mettere a loro disposizione il meglio che possiamo anche a livello di strutture societarie.

L’Uc Foligno ha due team, uno dedicato alle categorie agonistiche e l’altro riservato ai giovanissimi
L’Uc Foligno ha due team, uno dedicato alle categorie agonistiche e l’altro riservato ai giovanissimi
In che senso?

Ad esempio siamo tra i pochi team che hanno a disposizione una fisioterapista, la dottoressa Silvia Baronci e avere una donna a contatto con i ragazzi è anche utile come supporto, magari a loro raccontano cose che un diesse non vede… Poi c’è Riccardo Ridolfi, ex nostro atleta con il quale i ragazzi fanno test d’impostazione e di postura. Cerchiamo di curare ogni aspetto e anche questo contribuisce a costruire un bel team. Infine c’è un valore aggiunto di collegamento fra i due team dall’alto della sua esperienza: è l’ex professionista Fortunato Baliani.

Proviamo a presentare i vari ragazzi della vostra squadra…

E’ chiaro che il primo nome che viene in mente è quello di Giacomo Serangeli ed è un vero peccato che ci sarà da aspettare qualche mese per vederlo all’opera. E’ un corridore pressoché completo, che in salita va molto bene, è veloce ma soprattutto è molto scaltro nella lettura delle corse. Questo è quello che mi hanno detto, visto che ancora non ho avuto il piacere di guidarlo in corsa. Credo comunque che possa emergere sia come corridore d’attacco, capace di portare la fuga solitaria in porto, sia in piccoli gruppi dove far valere il suo spunto.

Luca Laudi, uno dei ragazzi del team junior, lo scorso anno 3 volte nella Top 10 fra gli juniores
Luca Laudi, uno dei ragazzi del team junior, lo scorso anno 3 volte nella Top 10 fra gli juniores
Andiamo avanti…

C’è Luca Laudi, al secondo anno, tipico passista che ha chiuso il 2023 con un paio di top 10. Poi Lorenzo Polise, appena salito di categoria ma che dalle prime gare vedo che si muove bene in gruppo e può dire la sua in arrivi ristretti. Alessandro Caon, laziale, ha corso poco lo scorso anno ma già vedo dei miglioramenti in lui. Filippo Scelfo è un aretino tutto da scoprire. Francesco Giotto Banti viene da Firenze, la stagione passata ha fatto fatica, ma sa muoversi come pochi in gruppo. Poi c’è Luca Scorzoni che sarebbe già U23 ma l’abbiamo tenuto perché è veloce e ha solo bisogno di più tempo per maturare. Resta Riccardo Turchetti, anche lui fermo al palo per la rottura di un tendine del polso.

Lorenzo Polise protagonista al Jova Beach Party. Per lui ciclismo e ambiente vanno di pari passo (foto Repubblica)
Lorenzo Polise protagonista al Jova Beach Party. Per lui ciclismo e ambiente vanno di pari passo (foto Repubblica)
Quanto impegno c’è dietro una squadra simile?

Tantissimo e non solo economico, anche se ormai per rimanere a galla devi investire tantissimo e noi abbiamo la fortuna di avere un presidente che ci crede tanto e ci mette del suo, non solo come denaro. Per noi è importante come detto che si faccia squadra e in questo fondamentali sono anche i genitori, che ci aiutano nelle trasferte.

Giacomo Serangeli e Mattia Proietti Gagliardoni si sono contraddistinti nella scorsa stagione allievi
Giacomo Serangeli e Mattia Proietti Gagliardoni si sono contraddistinti nella scorsa stagione allievi
Che cosa ci vorrebbe perché a fine stagione tu ti ritenga soddisfatto?

Paradossalmente non ci sono gare o risultati specifici. M’interessa che nel team ci sia sempre armonia, che ci sia per ognuno la possibilità di raggiungere i risultati che si prefigge. Non tutti ci riusciranno, ma almeno sapranno di averci potuto provare davvero. Poi i casi come Serangeli e Proietti Gagliardoni sono il nostro premio, significa che si è lavorato bene..

Proietti Gagliardoni e quel dato che fa discutere

14.03.2024
5 min
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Di Mattia Proietti Gagliardoni si fa davvero un gran parlare. Dopo i buoni risultati internazionali nel ciclocross sono arrivate la piazza d’onore al GP Baronti e le parole lusinghiere del cittì Pontoni, che su di lui confida molto per il “dopo Viezzi”. Una sua affermazione però ha suscitato clamore nell’ambiente, tanto che Luca Scinto, il direttore sportivo del Team Franco Ballerini (dove l’umbro corre da quest’anno) ha fatto sentire la sua voce tramite Facebook. Abbiamo voluto allora andare direttamente alla fonte per capirne di più.

«Il cittì è stato molto preciso nella definizione di Mattia – dice Scinto – salvo che per un passaggio, quando parla delle sue ore di allenamento. Dire che si allena per 25 ore settimanali è esagerato, non siamo di fronte a un professionista e so che il suo preparatore Massimiliano Gentili è molto attento nel dosare la sua crescita. Condivide con me le tabelle e i lavori, so che siamo intorno alle 13-14 ore settimanali e d’inverno, quando preparava il cross, andavamo dalle 9 alle 11 ore.

Proietti Gagliardoni in gara al GP Baronti, in 2ª posizione, battuto dal solo Enea Sambinello (foto Team Ballerini)
Proietti Gagliardoni in gara al GP Baronti, in 2ª posizione, battuto dal solo Enea Sambinello (foto Team Ballerini)

Il talento e la pazienza

«Certamente l’attività degli juniores – prosegue Scinto – non è quella dei miei tempi. I corridori arrivano già svezzati e praticamente quando ancora non sono maggiorenni si giocano il loro futuro come professionisti. Ma non bisogna precorrere i tempi, noi siamo abituati a coltivare i talenti con attenzione e parsimonia, facendoli crescere con calma».

Scinto ne fa una questione di rapporto tra quantità e qualità: «Dire che pedala tante ore è sbagliato perché non fa parte del nostro concetto di lavoro. Sia io che Massimiliano guardiamo alla qualità dei lavori, è su quella che facciamo leva. Le 25 ore sono un numero che di per sé dice poco. Mattia ci arriverà, con il tempo. Non dimentichiamo che stiamo parlando di un ragazzo che va ancora a scuola…».

In nazionale con il cittì Pontoni. Per l’umbro due piazzamenti in Coppa del Mondo entro i primi 20 (foto Fci)
In nazionale con il cittì Pontoni. Per l’umbro due piazzamenti in Coppa del Mondo entro i primi 20 (foto Fci)

Valori da corridore vero

Come si sono incrociate le strade di Proietti Gagliardoni e di Scinto? «Lui viene dal ciclocross perché lì lo ha portato il padre che era un praticante e un appassionato. So che poi all’Uc Foligno ha lavorato con Gentili che me ne ha parlato molto bene ed effettivamente ho potuto constatare che ha numeri eccezionali, come ho potuto raramente constatare nell’ambiente e proprio per questo bisogna lavorarci con calma».

Il tecnico toscano, anche se ha potuto lavorare ancora poco con il giovane appena approdato al suo team e alla categoria, si è già fatto un’idea sulle sue caratteristiche.

«Ha valori da corridore vero, che va forte in salita e che riesce a essere presente nelle corse dure, proprio com’era il GP Baronti, in quelle occasioni allora può essere anche veloce e giocarsi la vittoria. C’è però tanto da fare, perché il ciclocross può darti la brillantezza, ma ora c’è da riabilitare il suo fisico sul piano della resistenza e del fondo. Si deve abituare alla categoria, ai carichi di lavoro. Quando avrà finito la scuola potrà lavorare con più calma e assiduità, anche aumentare un po’ i carichi, ma sempre senza esagerare».

Per Proietti Gagliardoni tanti risultati d’inverno. Qui secondo a Osoppo al Giro d’Italia (foto Billiani)
Per Proietti Gagliardoni tanti risultati d’inverno. Qui secondo a Osoppo al Giro d’Italia (foto Billiani)

Attesa per la crono

La piazza d’onore al Baronti è stata una sorpresa, considerando la sua relativa esperienza? «Un po’ sì, ma so che se un ragazzo ha talento si vede subito, sa emergere anche se non è al massimo e quel giorno Mattia non era certo al 100 per cento».

Va forte in salita, si difende bene in volata, ha grandi capacità sul passo. Ma a cronometro? «Non ci ha ancora lavorato, per questo aspetto che ci sia il tempo per farlo. Non puoi scendere da una bici e salire sull’altra aspettandoti chissà che cosa. Io dico che ha i mezzi per far bene anche lì, ma dovrà intanto essere dotato di una bici adeguata e so che gli sta per arrivare la Corratec da crono della squadra pro’, poi deve imparare a lavorarci. Ci vogliono almeno 20 giorni, cronoman non ci s’improvvisa…».

Mattia e Massimiliano Gentili: il corridore ha voluto l’ex pro’ al suo fianco
Mattia e Massimiliano Gentili: il corridore ha voluto l’ex pro’ al suo fianco

Il legame con Gentili

Chiamato in causa anche da Scinto, lo stesso Massimiliano Gentili ha voluto dire la sua, partendo dalla propria storia personale.

«Io avevo interrotto i contatti con il suo team, Uc Foligno alla fine del 2022. Nei primi mesi dello scorso anno – spiega – Mattia era un po’ sbalestrato e stava perdendo gusto per quest’attività. Ricordiamo che si parlava di un allievo: io dico sempre che fino al primo anno, il ciclismo è un gioco, poi al secondo si comincia a fare sul serio, più che altro per non trovarsi impreparati all’approccio con la categoria juniores, diventata ormai il vero serbatoio del professionismo. Mattia mi ha contattato per chiedermi se potevo tornare ad allenarlo e così è stato. Per me è come un figlio, lo seguo con enorme passione e piano piano è tornato a essere il campioncino che conosco, infatti ha conquistato due vittorie e tanti piazzamenti.

«Mattia sta imparando come allenarsi per la nuova categoria. Voglio che cresca con calma, fa parte della mia filosofia: l’allenamento è un percorso graduale. Non ho problemi a fornire i suoi dati: dal 2 gennaio a oggi non ha mai superato le 14 ore settimanali, fino al 12 marzo ha fatto 72 uscite per 4.200 chilometri totali con una media mensile di 1.200 chilometri. La mia ottica non è quella di farlo vincere prima di tutti e più di tutti ora, ma di vederlo crescere costantemente, nei valori, nel rendimento».

Con la medaglia d’argento Magagnotto all’Eyof 2023, dove l’umbro ha chiuso al 6° posto
Con la medaglia d’argento Magagnotto all’Eyof 2023, dove l’umbro ha chiuso al 6° posto

25 ore settimanali? Con il tempo…

Sulle parole di Pontoni, Gentili aggiunge: «Ringrazio il cittì perché ha espresso giudizi lusinghieri sul ragazzo, ma era giusto puntualizzare le cose. Altrimenti si potrebbe pensare che emerge solo perché lavora come un pro’ e questo non è assolutamente vero. Alle 25 ore ci arriverà, con il tempo, ma io non guardo a quello, preferisco privilegiare l’intensità. Diamogli tempi e vedrete che ci darà belle soddisfazioni».

Pontoni è sicuro: dal ciclocross arrivano nuovi juniores di talento

08.03.2024
5 min
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Il GP Baronti che ha aperto la stagione degli juniores e che ha incoronato Enea Sambinello, ha avuto anche un altro protagonista. Parliamo di Mattia Proietti Gagliardoni (foto di apertura con il numero 4), espressione non solo della nuova nidiata approdata alla  categoria, ma di quei ragazzi che si dividono egregiamente fra strada e ciclocross (e per qualcuno non solo queste due discipline).

Pontoni, cittì del ciclocross ha lavorato con i nuovi juniores valutandoli anche per l’attività su strada
Pontoni, cittì del ciclocross ha lavorato con i nuovi juniores valutandoli anche per l’attività su strada

Un poker sul quale contare

Alcuni di loro, Daniele Pontoni li ha avuti sott’occhio per tutto l’inverno, anzi li conosce anche da più tempo visto che li ha avuti a disposizione nei suoi raduni anche quando erano allievi e quindi ha il polso della situazione, sa che cosa possono dare anche su strada dopo quel che hanno fatto d’inverno.

«Salvoldi ha a disposizione un gruppo di atleti davvero molto valido, credo che sia un’annata molto promettente. Ci sono almeno 4 corridori che si equivalgono e che hanno composto l’ossatura della mia nazionale, con la quale confido il prossimo anno di avere risultati all’altezza, anche se il campione del mondo Stefano Viezzi non ci sarà più essendo passato di categoria. Sono ragazzi che nel complesso si equivalgono, vedremo poi nel corso dell’annata chi emergerà di più. Io comunque sono convinto che il vertice dell’annata è per livello medio superiore a quello delle precedenti».

La volata vittoriosa di Sambinello al GP Baronti con Proietti Gagliardoni subito dietro (foto Fruzzetti)
La volata vittoriosa di Sambinello al GP Baronti con Proietti Gagliardoni subito dietro (foto Fruzzetti)
Prendendo spunto dalla composizione della tua nazionale partiamo proprio da Proietti Gagliardoni, visto che è quello che ha ottenuto subito risultati…

Non mi ha stupito la sua prestazione, so bene quanto vale. Anche lo scorso anno, con ben 25 Top 10 centrate nel corso dell’annata era stato uno dei più costanti ad alto livello fra gli allievi. Ha un motore di altissimo livello e quando hai quello emergi dappertutto, nel ciclocross come su strada. Chiaramente in queste settimane può sfruttare la condizione scaturita dall’attività invernale, ma un risultato del genere non è solo figlio di quella, è anche frutto della sua capacità di gestione.

Dove lo vedi meglio?

E’ un corridore completo, forse il più completo del gruppo. Lui come gli altri è già sopra le 25 ore di allenamento settimanali, da questo punto di vista ha una predisposizione già pronunciata verso l’attività professionistica, mentalmente parlando. L’importante è non pressare troppo lui e gli altri, farli crescere con calma considerando che i mezzi a disposizione ci sono e sono notevoli.

Serangeli è ancora fermo ai box dopo la caduta in Coppa. Lo rivedremo in estate
Serangeli è ancora fermo ai box dopo la caduta in Coppa. Lo rivedremo in estate
Un altro elemento del quale si dice un gran bene è Giacomo Serangeli…

E’ vero, ma con lui bisognerà avere ancora più pazienza. Una settimana prima dei mondiali di ciclocross è stato vittima di una brutta caduta costatagli la frattura dello sterno. Ancora non ha ripreso, ora pedala sui rulli. Io credo che lo rivedremo per la seconda parte di stagione, ma va atteso con fiducia e mi è dispiaciuto tanto non averlo ai mondiali perché avrebbe potuto fare molto bene con la condizione che aveva.

Lui dove lo vedi bene?

E’ più uno scalatore, adattissimo ai percorsi difficili. Ma più che per le doti fisiche parlerei di quelle mentali, perché è molto metodico e inquadrato sulla sua attività, per questo pur considerando che l’infortunio che ha subìto non è di poco conto, va aspettato con fiducia. Poi come Proietti Gagliardoni viene dall’Uc Foligno che è una società che lavora molto bene con i più giovani, dove sanno valorizzare i talenti. Io dico che Serangeli lo vedremo emergere nei mesi estivi, per allora potrà già avere un buon colpo di pedale.

Quest’anno il più giovane degli Agostinacchio si testerà di più su strada che in mtb (foto team)
Quest’anno il più giovane degli Agostinacchio si testerà di più su strada che in mtb (foto team)
E di Agostinacchio “fratello d’arte” che puoi dire?

So che quest’anno ha intenzione di dare più attenzione alla strada, tra tutti è quello che svaria di più fra le varie discipline ed è quello che più degli altri dà del tu alla bici. Due Top 10 in Coppa del mondo di ciclocross dicono molto sul suo valore. Mattia è quello che secondo me si è evoluto di più negli ultimi mesi e sono molto ottimista su quel che potrà fare anche su strada.

Resta Ettore Fabbro…

Nel suo caso parliamo di un corridore che per ora privilegia la mountain bike alla strada e anche lui, appena cambiata bici ha subito fatto vedere di essere molto in palla giungendo 5° alla Verona Mtb International, la prima classica internazionale della stagione, pur non partendo davanti, quindi penso che potrà togliersi belle soddisfazioni. Si era un po’ arrugginito ma quest’inverno ha fatto vedere cose importanti e credo che ne farà vedere più avanti anche su strada.

Per Fabbro ciclocross e mtb sono ancora le discipline preferite, ma non disdegna le gare su strada (foto team)
Per Fabbro ciclocross e mtb sono ancora le discipline preferite, ma non disdegna le gare su strada (foto team)
Parlavi di una generazione molto valida, chiaramente per quelli che puoi aver avuto sottomano nell’attività invernale. E dietro di loro?

Questi sono gli elementi di punta dell’annata, ma come dicevo c’è un livello molto alto a livello generale e posso dire che dietro di loro c’è un altro bel gruppo di ragazzini che promettono tantissimo: Filippo Grigolini, Pietro Deon, Patrick Pezzo Rosola, tanto per fare tre nomi, li ho avuti già con me nell’ultimo raduno azzurro. Tenete a mente questi nomi perché ci faranno divertire…