Massimiliano Gentili va ripetendo spesso di avere due figlie femmine che portano il suo nome e due figli maschi che si chiamano Giulio Pellizzari e Mattia Proietti Gagliardoni. Li ha cresciuti entrambi con i suoi metodi: di uno ha già fatto un fior di corridore, sull’altro c’è ancora da lavorare, ma le premesse sono eccellenti. Mattia, umbro come il suo mentore, ha corso le ultime due stagioni al Team Franco Ballerini e correrà le prossime due nella neonata Movistar Academy.
La sua stagione è stata perfetta fino al cuore dell’estate, poi si è inceppata su un intervento chirurgico che ha compromesso la sua partecipazione ai pezzi forti della stagione: il mondiale di Kigali e l’europeo in Drome et Ardeche, entrambi adatti a lui. Il suo profilo resta però uno dei più appetiti del recente mercato, al punto che sulle sue tracce si erano messi anche i devo team della Lidl-Trek e della Jayco-AlUla, superati dalla Movistar.
«Il finale di stagione non è stato come mi aspettavo – dice – ho dovuto saltare le ultime gare e verso la fine di settembre mi sono operato. Sono stato fermo un mese e dieci giorni e ho ripreso a pedalare il primo novembre. Ho fatto le ferie forzate quando avrei preferito correre, anche se la stagione è stata positiva. Per agosto, quando arrivavano gli impegni più importanti, ad esempio il Lunigiana, sarei stato preparato al meglio e aspettavo di mettere a frutto la condizione. Purtroppo le cose non sono andate come dovevano, ma succede».




Che cosa è successo?
Sono andato in altura con la nazionale, poi però sono venute fuori delle cisti al sottosella. Come prima cosa, sono stato fermo per due settimane e ho dovuto saltare il Lunigiana, quindi a quel punto il mondiale non l’avrei fatto. In ogni caso, ho iniziato ad allenarmi nuovamente, perché avrei dovuto fare gli europei. Sono tornato alle gare al Trofeo Top Automazioni, ma sono caduto e mi sono fatto male a un gomito. Sono stati necessari dei punti e gli antibiotici, per cui ho finito lì la mia stagione.
Come definiresti questi due anni da junior? Anni spinti? Anni di scuola? Oppure anni di maturazione?
Sicuramente sono cresciuto molto. Il primo anno è stato una scoperta. Mi sono subito trovato bene con le nuove distanze e ho fatto dei buoni risultati, come il secondo posto al campionato italiano. Mi sono piazzato bene nelle gare nazionali, ma non sono stato molto costante, perché non ero abituato a fare grandi carichi di lavoro, quindi ci ho messo un po’. Invece quest’anno non sono partito molto bene perché ho avuto un po’ di problemi all’inizio di stagione. Ma quando sono stato bene, nelle gare adatte alle mie caratteristiche come all’Eroica, sono sempre riuscito a stare davanti. Nel mese d’agosto ero arrivato a stare parecchio bene.
Ti brucia non aver corso il Lunigiana?
Visto come è andato, penso che mi sarei potuto giocare benissimo la generale. Mentre a parere mio, penso che sarei riuscito a essere protagonista al mondiale e all’europeo, sicuramente in uno dei due, visto che i percorsi mi si addicevano.


Sei entrato negli juniores senza la limitazione dei rapporti, che una volta esisteva per evitare dei lavori troppo pesanti. In che modo avete gestito il salto di categoria?
Diciamo che questo passaggio non l’ho accusato. Io ho sempre avuto tanta agilità, fin da quando ero giovanissimo e allievo, per cui ritrovarla con i rapporti liberi non è stato un problema.
Che tipo di cammino ti ha prospettato la Movistar?
Diciamo innanzitutto due anni di crescita nella squadra devo. Avrò tempo di maturare e fare gare sia a livello professionistico sia le più importanti con gli under 23. Vedremo come sarà impostata la stagione, per ora abbiamo già fatto un ritiro conoscitivo con allenatori, staff e nutrizionisti. Ci hanno dato la bici nuova, che è tanta roba. L’ho avuta a casa per dieci giorni e oggi ci sono uscito per la prima volta. E’ identica alla bici della WorldTour.
Ti attira l’idea di poter fare delle corse tra i professionisti?
Sicuramente non vedo l’ora. Correre con i professionisti è sempre bello, quindi non vedo l’ora di farlo. Però allo stesso modo non vedo l’ora di competere con i miei coetanei per provare a giocarmi qualche corsa a tappe importante, come un Giro d’Italia o magari il Tour de l’Avenir.


Hai parlato dei tuoi coetanei: che effetto fa vedere che state tutti partendo per squadre all’estero?
Con tanti di loro ci conosciamo da quando eravamo piccoli. E ora guardandoci indietro, fa anche un po’ strano pensare che eravamo tutti in squadre regionali e per la maggior parte siamo in team satelliti del WorldTour. Fa un po’ strano, ma penso di parlare a nomi di tutti. Questa è la strada giusta, quindi penso che ognuno darà il massimo, ognuno lavorerà al massimo per cercare di ottenere il meglio.
Su quali strade ti alleni quando sei a Foligno? Hai delle salite su cui fai i tuoi test?
Non ho una salita di riferimento, però ho dei tempi di riferimento su diverse salite e su quelle mi regolo. Di solito salgo sempre verso Colfiorito, verso le Marche. Da quelle parti ci sono parecchie salite nel giro di pochi chilometri: salite da 20 minuti, da 15 minuti, da 10 e anche da 5, quindi è una zona veramente top per allenarsi.
Ti capita mai di allenarti con Pellizzari?
Ci siamo incontrati a inizio anno. Io ero uscito una mattina che non ero andato a scuola e l’ho incontrato mentre lui faceva sei ore. Giulio tornava a casa, si è girato per un pezzo e abbiamo parlato un po’. Altrimenti le altre volte in cui usciamo insieme è quando c’è anche Massimiliano, che parla con entrambi.


Quest’anno c’è da fare la maturità?
Sì, ma per scelta mia, ho deciso di passare a una scuola privata. Ho fatto quattro anni di liceo scientifico ed è stata sempre tosta, non sono mai stato agevolato dai professori. Quindi abbiamo deciso così di passare a una scuola privata. Posso seguire tutto online, così la mattina ho tempo per allenarmi e il pomeriggio si studia. Penso che farò base a casa, ad eccezione di quando ci sono i ritiri. Ne faremo uno dall’11 al 22 dicembre in Spagna, vicino ad Alicante. Poi avremo la presentazione della squadra a Madrid prima di Natale. In ritiro saremo con la WorldTour, anche di questo non vedo l’ora…