Vitillo sorride e riprova la rincorsa: quest’anno non si sbaglia

15.01.2025
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Dicci un’ultima cosa e poi basta: alla fine del 2025 saremo contenti se? Vitillo ci pensa un attimo, poi allarga quel suo sorriso luminoso e si butta. «Eh, saremo contenti – dice – se riusciremo a passare dall’altra parte. L’obiettivo è sempre quello. E anche alzare le mani al cielo sarebbe bello, sarebbe veramente bello. Io ci provo».

L’atleta torinese è in Spagna con qualche giorno di anticipo rispetto al resto della squadra che raggiungerà Denia domani. Le giornate sono splendide e l’aria tiepida, non come a casa sua a Torino, da cui ogni volta il padre le racconta di temperature parecchio sotto lo zero. Il 2024 è alle spalle con il suo carico di affanni. La salute è a posto e la stagione che viene servirà per tentare finalmente la scalata alla Jayco-AlUla WorldTour. Per lei che era una delle gemme della BePink e una delle promesse della pista giovanile azzurra, il passaggio nel devo team era ed è ancora l’occasione per farsi vedere.

Nel 2022, Vitillo conquista la madison agli europei U23 di Anadia, assieme alla compagna di squadra Silvia Zanardi (TaskFoto)
Nel 2022, Vitillo conquista la madison agli europei U23 di Anadia, assieme alla compagna di squadra Silvia Zanardi (TaskFoto)
Come va l’inverno?

Bene, abbiamo già cominciato da un po’. Dopo il ritiro di dicembre, domani comincia il secondo e saremo anche con la WorldTour, quindi penso che faremo anche alcuni allenamenti insieme. Faremo un buon lavoro.

Com’è andato il 2024?

Con la squadra molto bene, non mi sono mai trovata così a mio agio in un team. Forse mi aspettavo un po’ troppo da me stessa, invece ho avuto una serie di cose che non sono andate nel verso giusto. L’anno prima, nel 2023, sono stata ammalata praticamente tutto l’anno. Avevo sempre febbre tra 37,5 e 38 e non capivo. Per cui per tutto l’anno sono stata lì provando a riposare, a non riposare, a fare gare. Ho fatto addirittura gare senza allenamento, quindi da un lato mi sono devastata e dall’altro non sapevo cosa avessi. Solo a fine anno ho scoperto che avevo un’infezione ai turbinati per la quale sono stata operata. Ma non era ancora finita…

Nel 2024 una stagione faticosa: qui a Oetingen, a marzo, due giorni prima del suo compleanno
Nel 2024 una stagione faticosa: qui a Oetingen, a marzo, due giorni prima del suo compleanno
Oddio, cosa è successo?

Dopo i primi controlli andava tutto bene. Poi sono andata in vacanza in crociera e dopo due giorni ho iniziato a perdere sangue a fiotti. Il problema è che sulla nave non c’era uno specialista e il fatto è successo in un giorno in cui non si faceva scalo. Per cui sono rimasta in infermeria per un giorno intero, finché siamo arrivati in Sicilia, sono andata in un ospedale e qui finalmente un otorino mi ha messo il tampone giusto e si è risolto tutto.

Perché questo ha condizionato il 2024?

Quando sono tornata a casa, ho fatto gli esami del sangue e l’emoglobina era scesa di 3-4 punti, quindi non ho potuto iniziare ad allenarmi, perché sarebbe stato controproducente. Perciò ho aspettato ancora e ho cominciato la preparazione tardissimo. E’ stato un continuo rincorrere senza essere riuscita a farmi una buona base. Per cui sono arrivata a un livello e da lì non mi sono più mossa. Quest’anno vorrei che fosse tutto diverso.

Matilde Vitillo, classe 2001 di Torino, è al secondo anno con il devo team della Jayco
Matilde Vitillo, classe 2001 di Torino, è al secondo anno con il devo team della Jayco
Alla BePink eri una delle figure di riferimento, ma sei passata in un devo team: lo hai mai visto come un passo indietro?

L’ho sempre vista come una crescita. Il mio obiettivo era fare tutti gli anni da U23 in una squadra che mi potesse far crescere e poi mi desse la possibilità passare. Purtroppo l’ultimo anno da U23 l’ho vissuto come vi ho appena detto e passare in un momento in cui non ti senti al meglio non è una cosa ottimale. Essere in un devo team è il giusto compromesso. Loro vedono come lavoro e cercano di farmi migliorare. Ovviamente la speranza è sempre quella di passare.

Che differenza c’è tra la Matilde Vitillo che nel 2022 vinse una gara WorldTour a Burgos e la Matilde di adesso?

Sotto un certo punto di vista mi sento cresciuta. Penso che l’anno scorso mi abbia aiutato tanto a vedere la gara per com’è. Mi ricordo bene di quando sono riuscita a vincere quella tappa nel 2022. Adoro andare in fuga. Prendere, uscire, stare davanti, sapere di essere la testa della corsa: è un’emozione indescrivibile. L’anno scorso per me è stato veramente difficile uscire dal gruppo e stare in testa a battagliare fino alla fine. E forse questo mi ha aiutato a essere più intelligente in gara e non sprecare troppe energie, cercando di cogliere l’attimo giusto.

A giugno, Vitillo impegnata in una fuga al Thüringen Ladies Tour: il tipo di azioni che preferisce
A giugno, Vitillo impegnata in una fuga al Thüringen Ladies Tour: il tipo di azioni che preferisce
Una cosa positiva?

Da un certo punto di vista sì, forse però ora mi fido meno di me stessa rispetto a come ero nel 2022. In quel periodo era come se quello che volevo fare lo facessi. Non avevo troppe difficoltà, mi buttavo di più, era molto più facile. Adesso, dovendo compensare la mancanza di forma, ho dovuto svegliarmi un po’. Spero che queste due cose, combinate fra loro, quest’anno possano portarmi a fare un altro passo. 

Hai già un programma?

In realtà non l’abbiamo ancora discusso. Cominceremo a febbraio già in Spagna con la Valenciana, prima in linea e poi forse quella a tappe con la WorldTour. Ne parleremo domani quando ci vedremo.

Lo scorso anno sei stata in Coppa del mondo a Hong Kong: ti vedremo ancora in pista?

Questa è una bellissima domanda. A me la pista è sempre piaciuta tantissimo e si può anche combinare con la strada, però è molto complicato. Sono stata contenta di andare a Hong Kong, ma per dargli continuità bisogna essere tanto focalizzati. Io l’anno scorso mi sono un po’ persa, nel senso che con le Olimpiadi il gruppo pista era chiuso e quindi, essendo al primo anno nella nuova squadra, ho preferito concentrarmi sulla strada. Quindi mi piacerebbe continuare con la pista, ma trovando il modo giusta per incastrarla col resto.

Vuelta Burgos 2022, Aguilar de Campoo: Vitillo sulla sinistra vince lo sprint della fuga. Il gruppo dietro non chiude
Vuelta Burgos 2022, Aguilar de Campoo: Vitillo sulla sinistra vince lo sprint della fuga. Il gruppo dietro non chiude
In cosa devi migliorare per stare davanti nelle corse che contano?

Sulle salite, perché è lì che si fa la selezione. La salita fa veramente tanto, quindi mi piacerebbe avere tanta resistenza per poi potermela giocare. Più che altro serve essere veramente svegli in gara, perché se riesci a muoverti al meglio, in qualche modo ce la fai. Ovviamente la gamba serve sempre, però la testa per me fa di più.

La tua compagna di squadra Lucinda Stewart ha vinto il titolo nazionale, com’è ora il clima in squadra?

Molto positivo. Lucinda ancora non la conosciamo bene, perché è entrata in squadra quest’anno quindi nessuno di noi in realtà la conosce. Però secondo me la sua vittoria dà già molto morale al devo team. Ci fa capire che ci possiamo giocare le nostre carte nonostante non siamo ancora nella squadra WorldTour.

L’inserimento di Vitillo nel devo team della Jayco-AlUla procede di buon passo, così come la pratica con l’inglese
L’inserimento di Vitillo nel devo team della Jayco-AlUla procede di buon passo, così come la pratica con l’inglese
Chi è il tuo direttore sportivo di riferimento?

Przemysław Kasperkiewicz, nome difficile da scrivere. E’ molto bravo, ti capisce al 100 per cento. Se hai problemi di qualsiasi tipo, anche solo a livello personale, lui sa capirti e ti insegna a gestire le emozioni e a concentrarci sull’obiettivo della gara.

A proposito di problemi, l’anno scorso sei mai andata giù di testa con i problemi che hai avuto?

E’ stato parecchio complicato. Ho avuto poca fiducia in me stessa e questo mi ha portato tanto giù. Forse però, da un certo punto di vista, mi ha aiutato a vedere le cose da un’altra prospettiva e a gestirle in maniera diversa. E nonostante tutto e nonostante sia stato davvero duro, la voglia di finire le corse e fare bene lho sempre avuta. Per questo credo che sto ripartendo da un livello migliore.

Vitillo, il rilancio parte dal devo team della Liv Alula Jayco

14.12.2023
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Il suo 2023 è stato al di sotto delle aspettative per una serie di circostanze, ma ora c’è un nuovo inizio alle porte. Il tempo della metabolizzazione di ciò che è stato lascia spazio a quello degli stimoli di ciò che verrà. Matilde Vitillo (in apertura foto Ossola) ha voglia di riscattarsi e lo farà con la maglia del Liv Alula Jayco Continental Team, formazione di sviluppo della WorldTour.

Le tre stagioni con la BePink-Gold sono servite alla ventiduenne astigiana di Frinco per crescere, scoprire le proprie potenzialità e trovare la vittoria l’anno scorso, anche con i colori azzurri. Il sigillo WorldTour di Aguilar de Campoo alla Vuelta a Burgos e i due ori in pista agli europei U23 sono i momenti più alti raggiunti da Vitillo, ma sono contemporaneamente anche il punto di ripartenza. Nel devo team australiano avrà la possibilità di migliorarsi ancora, cercando di ritagliarsi un po’ di spazio e magari – visto che i regolamenti lo permettono – di guadagnarsi per alcune gare la convocazione nella formazione maggiore. Inutile dire quanta soddisfazione si evinca dalle parole di Matilde per l’avventura che sta per cominciare.

Vitillo (qui con Borghesi) ha disputato tre Giri Donne, nei quali ha sempre cercato la fuga da lontano
Vitillo (qui con Borghesi) ha disputato tre Giri Donne, nei quali ha sempre cercato la fuga da lontano
Dopo un bel 2022, questa stagione non è andata come si pensava. Perché?

Onestamente speravo di fare un’annata molto migliore, ma me la sono dovuta giocare con tanti motivi concatenati fra loro. A febbraio non sono stata troppo bene e non sapevo il perché. Pensavamo inizialmente ad un accumulo di stanchezza. Marzo e aprile li ho passati con molti giorni di febbre, che mi ha obbligata a tanti stop con gli allenamenti. In questo caso pensavamo fosse un’infezione ai bronchi, però gli esami lo hanno escluso. Nel frattempo uscivo in bici o pedalavo sui rulli senza riuscire sempre a fare grandi sforzi o lunghe distanze. A maggio ho corso la Vuelta. Giorno dopo giorno notavo che stavo bene, pur facendo fatica e staccandomi. A fine gara, mi è tornata la febbre alta e quindi di nuovo ferma. Questo tira e molla è proseguito anche col Giro Donne e fino a fine stagione.

Quando sei riuscita a scoprire qual era il motivo che ti ha così fortemente condizionato?

E’ successo lo scorso settembre un po’ per caso. Ero nuovamente raffreddata e nel parlare con un chirurgo amico di famiglia, lui ha ipotizzato a cosa potessero essere dovuti i miei malanni. Alla fine dopo una visita, mi ha diagnosticato un’infezione ai turbinati che mi aveva abbassato le difese immunitarie, scatenandomi la febbre. A quel punto, dopo la mia ultima gara, abbiamo programmato l’intervento al naso. Ora sto decisamente meglio. Peccato averlo saputo così tardi.

Quanto ti è costato a livello morale non esserti potuta esprimere al meglio?

Tantissimo, perché era la mia ultima stagione da U23. Avrei voluto giocarmi meglio le mie carte e dare seguito ai risultati del 2022. Avevo sempre detto che dopo questa stagione, avrei voluto provare a fare nuove esperienze, però quando vedevo che non andavo come volevo ero un po’ sconsolata. Anzi, mi ero messa il cuore in pace e pensavo a come ricominciare quasi tutto da zero. Per fortuna che invece la Liv Alula Jayco è stata comprensiva, ha capito i miei problemi e mi ha concesso questa opportunità.

Come è nato il contatto con loro?

Molto del merito del mio passaggio lo devo al mio procuratore Massimiliano Mori, che mi segue dall’anno scorso. Lui sapeva cosa stavo vivendo e ha cercato le squadre giuste per me, anche se era difficile propormi vista questa mia discontinuità. Lui ha trovato un accordo con la Liv Alula Jayco, che stava creando pure un Devo Team. Loro si sono anche dimostrati quelli più interessati a me, facendomi un contratto di due anni. Avevo chiesto un parere anche a Letizia (Paternoster, ndr), che mi ha convinto ad accettare. Credo che possa essere la formazione più adatta a me e sono molto felice di aver firmato con loro.

A ottobre Vitillo è stata in crociera con Brufani, Crestanello, Savi, Bertolini e Basilico, sue compagne in BePink (foto instagram)
A ottobre Vitillo è stata in crociera con Brufani, Crestanello, Savi, Bertolini e Basilico, sue compagne in BePink (foto instagram)
Hai già conosciuto qualcuno della tua nuova squadra?

Sì, con un meeting via computer mi sono sentita con una buona parte dello staff. In particolare con Eric Van den Boom, che era il team manager nella Liv Racing e lo sarà del Devo Team, e con sua moglie Trudy che sarà la nostra preparatrice atletica. Con lei abbiamo già studiato una tabella da sviluppare in questo periodo in vista del ritiro che faremo a Calpe a gennaio.

I tuoi nuovi tecnici cosa vogliono da Matilde Vitillo?

Non ho fatto promesse (sorride, ndr). Diciamo che devo comunque ripartire da zero anche se mi sono accasata con loro. Non mi hanno chiesto nulla di particolare, vogliono farmi crescere ancora. Ed io sono ben felice di affidarmi a loro e fare di tutto per accontentarli. Personalmente vorrei colmare le mie lacune e tornare ad essere competitiva in salita e nella resistenza, che sono sempre stati i miei punti di forza fino all’anno scorso.

Quindi gli obiettivi quali saranno?

Voglio rifarmi e dimenticare il prima possibile questo 2023 così travagliato. Non ho in mente particolari obiettivi, magari evitare di commettere gli errori degli anni passati, anche relativamente alla salute. Guarderemo che calendario farò, però mi piacerebbe arrivare davanti nelle gare a tappe che correrò. Poi sicuramente un obiettivo sarà quello di poter fare qualche corsa col team WorldTour.

Vitillo ha vissuto un 2023 travagliato per motivi di salute, ma nonostante tutto in gara non si è mai risparmiata (foto Ossola)
Vitillo ha vissuto un 2023 travagliato per motivi di salute, ma nonostante tutto in gara non si è mai risparmiata (foto Ossola)
Cosa ti porti dei tre anni trascorsi in BePink?

E’ stato un periodo importante della mia vita. Ringrazio tutte le persone con cui sono stata a contatto. Le compagne con cui mi sono sempre trovata benissimo. Walter (Zini, il team manager) che pretende tanto, ma è bravissimo a prevedere tatticamente la gara e darti i giusti consigli. Mi ha insegnato a leggere bene i momenti decisivi e a non aver paura di tentare un’azione. Anche con Sigrid (Corneo, la diesse, ndr) ho avuto un bel rapporto. Lei ha un approccio diverso. Non ti mette pressioni, ma ti fa dare il massimo. Alla Vuelta a Burgos c’era lei in ammiraglia. Mi ha tranquillizzata durante il finale e credo di aver vinto la tappa per merito suo. Infine ci tengo a ringraziare anche Matteo Filipponi (altro diesse, ndr). Mi ha aiutato tanto a crescere sia atleticamente che personalmente. Mi ha trasmesso tanta fiducia, grazie alla quale sono riuscita ad averne di più in me stessa.

BePink Gold, la nuova maglia di ReArtù raccontata da Vitillo

21.07.2023
5 min
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I capi creati da ReArtù sono il frutto della lavorazione artigianale di tessuti speciali e di macchinari moderni. Etica, reciprocità, responsabilità, sono alla base del modo di interpretare l’attività agonistica del team BePink Gold nel rispetto delle regole, nell’accettazione dell’altro, nella condivisione dell’impegno e dei risultati.

L’unione di questi intenti e del concetto di performance ha dato alla luce alla maglia da gara della BePink Gold, firmata ReArtù. Per la realizzazione di questo approfondimento ci siamo affidati per il lato tecnico di Paolo Castellucci titolare del maglificio romagnolo e a Matilde Vitillo (foto di apertura) portacolori della formazione femminile italiana.

La nuova maglia ha fatto il suo esordio al Giro Donne, qui Prisca Savi
La nuova maglia ha fatto il suo esordio al Giro Donne, qui Prisca Savi

Parola a Matilde Vitillo

Dal laboratorio al campo si sa è sempre un passaggio non scontato. La rendita sulla carta deve avere sempre un riscontro da parte degli atleti. Matilde Vitillo ha iniziato ad utilizzare la nuova maglia in occasione del Giro d’Italia Donne di quest’anno. Per la classe 2001, la stagione 2023 non è partita nel migliore dei modi con una mononucleosi e la toxoplasmosi che hanno compromesso la prima metà dell’anno. Quando ci risponde Matilde è a Livigno in ritiro con la nazionale in vista dei prossimi appuntamenti internazionali. 

«Ho iniziato – racconta la Vitillo – ad usare la nuova maglia al Giro Donne e devo dire che mi sono trovata bene fin da subito. Le temperature erano spesso sopra i 30 gradi. Sicuramente la traspirazione è un aspetto che mi ha colpito molto. E’ una maglia che si adatta benissimo agli sbalzi termici. E’ leggera e confortevole e si adatta benissimo al corpo. I tessuti combinati sono come una seconda pelle. L’aerodinamica è un altro aspetto che apprezzo molto, non ci sono svolazzamenti o pieghe fastidiose».

Nuova colorazione subentrata con lo sponsor Gold nel 2023. Vitillo è la prima da sinistra, poi Zanardi
Nuova colorazione subentrata con lo sponsor Gold nel 2023. Vitillo è la prima da sinistra, poi Zanardi

Su misura

Ogni taglio di tessuto deve essere pensato per essere come una seconda pelle sul corpo delle atlete. Per la realizzazione di questa maglia ReArtù ha assecondato ogni richiesta del team. Tra queste la doppia configurazione del colletto. Così come il fitting dedicato alle misure delle cicliste del team BePink Gold. La Vitillo ci porta ancora più a fondo alla scoperta di questa maglia. 

«Ci è stata fornita – spiega – con due differenti colletti. Uno è il classico, il nostro è in particolare rosa. L’altro invece è radente al collo, quindi lascia molta più libertà e freschezza. Io preferisco quest’ultimo perché mi da sensazioni di libertà. La maglia è ovviamente pensata per il corpo femminile. Si vede che c’è un taglio realizzato ad hoc da ReArtù per noi. Questo permette alla maglia di rimanere sempre ferma e aderente. Anche se devo dire che in gara non ci si fa troppo caso. Se ci penso però non ricordo momenti in cui abbia mai sistemato la maglia. Con ReArtù collaboriamo da anni. I kit che utilizziamo sono ogni anno più tecnici e performanti».

Quattro tessuti

Quando si parla di prestazioni, i dettagli sono i marginal gains a cui ogni atleta aspira. Quando si parla di tessuti tecnici al giorno d’oggi ci sono requisiti imprescindibili. L’aerodinamica è tra questi uno degli elementi determinanti della rendita di un capo. Segue un altro aspetto fondamentale, il comfort d’utilizzo. Ora parola a Paolo Castellucci, titolare di Reartù. 

«Questa maglia – spiega Castellucci – è l’insieme di quattro tessuti, combinati strategicamente in base alla zona e alla rendita che devono avere. Davanti abbiamo un tessuto che si chiama leader. Un filato molto famoso. Le sue caratteristiche predominanti sono la leggerezza e la traspirazione. Si asciuga molto in fretta ed è ideale per le gare lunghe e allenamenti con temperature alte. Per aumentare la traspirazione è stata installata una rete traforata sui fianchi e nei sottomanica. Questo permette di avere un body mapping studiato nel dettaglio. Queste parti sono quelle che devono rimanere più areate possibili. 

«Dietro abbiamo un filato in carbonio – prosegue – che è un po’ più sostenuto. Si traduce in una trama un po più “pesante“ che filtra i raggi del sole e crea una protezione maggiore. Tutto conservando un’ottima espulsione del sudore. Un esempio di aerodinamica invece è il tessuto delle maniche. E’ leggero ed elastico e con del silicone nella parte interna per evitare fastidiosi movimenti. La trama rende la manica estremamente filante e liscia alle alte velocità».

La maglia in gara viene alternata con l’utilizzo del body. A sinistra Silvia Zanardi
La maglia in gara viene alternata con l’utilizzo del body. Al centro, Silvia Zanardi

Vestibilità e comfort

Come riportato da Matilde Vitillo, il fitting di questa maglia è un vero e proprio pregio. Così come il comfort. Le cuciture della maglia ufficiale BePink Gold hanno una costruzione pensata per un utilizzo prolungato e ad alta intensità. 

«Come cuciture – conclude – abbiamo le quattro aghi colorate, con struttura piatta. Sono comode e non creano nessun tipo di fastidio a contatto con la pelle e con altri tessuti. Sono inoltre, resistenti e si mantengono nel tempo. Per migliorare il comfort oltre alla scelta accurata dei tessuti abbiamo fatto un taglio apposta per le ragazze, che è molto più aderente e sfiancato in vita e in modo che sia tutto più su misura. Non è il taglio classico che si può trovare nelle maglie “normali”. Questo permette alle atlete di avere una seconda pelle addosso, fresca e asciutta sempre».

La maglia Be Pink Gold è già disponibile presso il negozio di ReArtù di Forlì e prossimamente sarà disponibile sul sito online. 

Acquisti mirati e tridente per la BePink. Ci dice tutto Zini

08.12.2022
6 min
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Squadra che vince non si cambia, recita un popolare adagio dello sport. La BePink del 2023 avrà due figlie d’arte come volti nuovi, ma il grande colpo di mercato è l’aver trattenuto le sue migliori interpreti per ultimare il loro programma di crescita.

Un roster di 13 atlete con una età media di 21 anni, più bassa rispetto a quella dell’anno scorso. Walter Zini e Sigrid Corneo potranno contare ancora sul tridente che l’anno scorso, tra strada e pista, ha conquistato 18 delle 23 vittorie stagionali, compresi quattro titoli europei. Basilico, Vitillo e Zanardi guideranno il team continental lombardo, alla ricerca di una consacrazione personale e collettiva. Sentiamo da Zini come si comporterà la sua BePink l’anno prossimo (in apertura con Zanardi e Vitillo, c’è Letizia Brufani, a sinistra).

Walter Zini è il team manager della BePInk dal 2012 e nel ciclismo femminile dal 1997 (foto Saccani)
Walter Zini è il team manager della BePInk dal 2012 e nel ciclismo femminile dal 1997 (foto Saccani)
Walter avete fatto un paio di innesti mirati in squadra.

Sì, abbiamo cambiato di poco. Tre delle quattro partenti andranno in squadre spagnole. Quagliotto alla Laboral, Drummond alla Zaaf, Escursell alla Massì-Tactic, mentre Dioguardi stava valutando il suo futuro agonistico. Le ringrazio per essere state con noi negli ultimi anni. Abbiamo deciso di sostituirle solo con due ragazze, anche se valuteremo se inserire qualcun’altra più avanti. Arriva Alessia Patuelli dalla UAE Team ADQ (figlia dell’ex pro’ Andrea, ndr) dove ha fatto due stagioni sottotono. E’ una classe 2002, spero di recuperarla e riportarla ai suoi livelli giovanili, in cui aveva dimostrato grandi cose. Poi abbiamo preso Andrea Casagranda dal Breganze Millenium (figlia dell’ex pro’ Stefano, ndr). Sarà al primo anno tra le elite e non vogliamo metterle pressione, ma è una ragazza molto promettente. Entrambe saranno un valore aggiunto.

Hai resistito alle sirene degli squadroni per Vitillo e Zanardi. Però alla fine del 2023 potrebbero partire. Sei preparato a perderle?

Diciamo di sì, ma intanto c’è da correre la prossima stagione e fare bene. Se loro due e altre delle nostre ragazze ripeteranno ciò che hanno fatto nel 2022, non avremo problemi a privarcene. Le aiuteremo a trovare la sistemazione più adatta. Ho ragazze che potenzialmente potrebbero essere pronte al WorldTour, però a me interessa farle passare affinché possano restarci per il resto della loro carriera. E’ per questo che hanno scelto di fare ancora un anno in BePink, per maturare ulteriormente.

Ti aspettavi la stagione che ha fatto “prezzemolino” Basilico?

Sono soddisfatto di Valentina. Le sue doti non si discutono però bisogna pesare i risultati che ha fatto. Ha vinto tre gare open e due in Argentina alla Vuelta Formosa dove il livello era più contenuto rispetto al solito. Attenzione, non sto dicendo che non valgono. Sono importanti e ce le teniamo strette, anche perché ha sempre vinto bene. Ma per me, ad esempio, vale tantissimo il secondo posto che ha fatto al fotofinish a Fourmies dietro Copponi della Fdj-Suez. Lassù c’era davvero un bel lotto di partenti e se avesse fatto una volata più pulita avrebbe fatto il colpaccio. Lei è un vulcano in tutti i sensi. Ha qualità, ma deve imparare a usarle al momento giusto. Ci stiamo lavorando.

Vitillo e Zanardi invece sono chiamate all’annata del definitivo salto di qualità?

Le doti di Matilde sono note. Anche lei ha fatto un grande 2022, con due ori in pista all’europeo U23 insieme a Silvia. Non è molto vincente perché ancora non ha esplosività, però se le lasciano troppo spazio in fuga sa colpire, come a Burgos dove ha vinto una gara WT. Si giocherà di più le sue carte e credo che possa stare con le migliori in certe corse. Però deve essere pronta a correre in modo diverso. Sta crescendo bene e in fretta. La “Zanna” invece dovrà provare nuove gare…

Ce lo ha detto infatti, anche se non era molto convinta.

Sì lo so. Silvia viene da me e mi dice: «Sai che pensavo peggio?». Come alla Freccia Vallone. Non era in forma, però l’avevo mandata in fuga dove andavano forte sia davanti che dietro. Alla fine è stata l’ultima fuggitiva a essere ripresa. Le ho mostrato i dati e analizzandoli le ho detto che fra un po’ di anni potrebbe fare dei piazzamenti a Huy. Nel 2023 mi piacerebbe portarla a correre la Roubaix. Ho fatto richiesta di partecipare e spero ce la accettino. Quest’anno ha vinto in solitaria, andando in fuga o su terreni cui pensava di non essere adatta. Per la definitiva consacrazione le manca il grande risultato nelle gare vere. Penso a Cittiglio o alle Strade Bianche, visto che lei sa guidare molto bene la bici. Deve convincersi dei propri mezzi. Quest’anno lavoreremo per la maturazione psico-fisico.

Per Walter Zini chi sono le altre ragazze che possono mettersi in mostra?

Ce ne sono diverse. Crestanello ha un gran potenziale. Abbiamo aggiustato il metodo di lavoro e nel 2023 potremo vederla davanti nelle volate. Lara si alternerà a Basilico in base al loro stato di forma. Brufani, Vettorello e Bertolini si sono rivelate subito importanti per la squadra, le ultime due pur essendo arrivate a metà di questa stagione. Poi c’è anche Teolis che può rilanciarsi, specie in salita. Ha risolto qualche problema alla schiena e lei ha una grande capacità di gestirsi in corsa. Ma in realtà siamo ben equilibrati. Anche Hajkova, Jencusova e Savi sono sempre preziose in ogni gara col loro contributo. Tutte le mie ragazze sono fondamentali nell’economia del gruppo e bisogna riconoscergli questi meriti.

Che 2023 vuole fare la BePink?

Stare sulla falsariga di quest’anno in termini di risultati andrebbe benissimo. Però vorrei maggiore consapevolezza. Siamo giovani, ma alcune sono mature per fare un certo tipo di attività. La ciliegina sulla torta sarebbe una vittoria in gare di spessore, magari al Nord. E magari anche più di una.

Sangalli e le U23 volano in Argentina. Ma il movimento come sta?

06.10.2022
6 min
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Vacanze per il ciclismo femminile? Forse sì per tante atlete, ma non per tutte, compreso il cittì Paolo Sangalli. Dopo il Tour de Romandie – in programma da domani fino al 9 ottobre ed ultima gara del Women WorldTour – il calendario ha avuto un colpo di coda inaspettato che riguarda proprio la nazionale. Una selezione azzurra infatti è stata invitata ad una gara 2.2 in Argentina

Più precisamente nella parte settentrionale del Paese a circa 1.200 chilometri a nord di Buenos Aires al confine col Paraguay. Parteciperà alla Vuelta a Formosa Feminina Internacional dal 21 al 23 ottobre, sulla falsariga della gara maschile disputata ad aprile. Prime due tappe pianeggianti (rispettivamente di 139 e 125 chilometri), poi terzo giorno spezzato in due con una crono individuale di 8 chilometri e finale su un circuito cittadino di 6 chilometri da ripetere 13 volte.

Il cittì Sangalli ha deciso di portare in Argentina quattro ragazze U23 e, prendendo spunto da questa lunga trasferta verso la primavera sudamericana, con lui abbiamo fatto una panoramica sulla categoria in previsione del 2023.

Paolo chi porterai in Argentina e perché?

Al di là delle scelte, intanto ringrazio le squadre che mi hanno concesso le loro atlete perché non è facile trovarle visto che sarà periodo di riposo. Porterò Valentina Basilico perché è una velocista molto sveglia e quando è in forma corre bene. Quest’anno ha fatto un paio di vittorie ed è stata, tra quelle del primo anno, che hanno fatto meglio. Ci sarà Carlotta Cipressi perché ha finalmente risolto i problemi alla schiena ed ha finito la stagione in condizione. Entrambe avevano la maturità e nella seconda parte sono cresciute bene.

Le altre due chi sono?

Ho chiamato Giulia Giuliani che ritengo un prospetto interessante. E’ l’unica delle quattro che corre in una formazione non continental. E’ una passista-scalatrice che avevo portato ad un ritiro a Livigno e volevo vederla all’opera da più vicino. Infine ci sarà anche Cristina Tonetti. Mi piace il suo modo di correre, molto coraggioso. E mi è piaciuta molto anche la sua scelta di restare anche l’anno prossimo nella Top Girls dove potrà fare un ulteriore step di crescita in un ambiente giusto.

Con che aspettative andrete laggiù?

Partiremo con uno spirito tranquillo. Siamo contenti che ci abbiano invitato ed essere loro ospiti. Per queste ragazze sarà innanzitutto una esperienza di vita. Voli lunghi e scali intercontinentali, soggiorno in una zona meno turistica di altre. Dovranno adattarsi a ciò che comportano viaggi di questa portata. Poi chiaramente ci sarà l’aspetto agonistico e quello lo vedremo solo quando saremo laggiù. Ci sarà da mantenere un po’ di condizione ancora per qualche settimana ma non abbiamo alcuna pressione di risultato.

Nel 2023 atlete come Guazzini e Zanardi diventano “grandi”. Lasciano una eredità pesante?

Vittoria e Silvia hanno vinto tanto sia su strada che in pista e non sarà facile fare altrettanto ma dietro abbiamo un buon movimento di ricambio. Certo, loro due hanno avuto sempre la possibilità di fare tante corse internazionali con il loro club e questo aiuta tanto ad alzare il livello. Spero che molte delle attuali U23 possano fare la stessa cosa.

Il colpo di reni vincente di Eleonora Gasparrini alla MerXem Classic. Secondo sigillo stagionale dopo il tricolore U23
Il colpo di reni vincente di Eleonora Gasparrini alla MerXem Classic. Secondo sigillo stagionale dopo il tricolore U23
Cosa bisognerebbe fare per farle crescere ulteriormente?

Il massimo sarebbe correre una gara a tappe con la nazionale prima di un europeo o un mondiale. Penso ad esempio ad una corsa come il Baloise in Belgio, senza però che partecipi la squadra di una delle ragazze che vorrei chiamare. Non lascerei mai a casa un nostro team invitato per portare solo una delle loro atlete in nazionale. Ho già una bozza del calendario del 2023. Devo vederlo bene con calma e poi mi confronterò con le varie formazioni per poi pensare a dove partecipare con la nazionale. Però i programmi delle gare sono sempre più compressi ed intensi e talvolta non è facile fare una cosa simile.

Il movimento U23 italiano per i prossimi anni com’è messo?

Ha ampi margini di miglioramento. Abbiamo tante ragazze di prospettiva che passeranno elite ed altre che stanno compiendo il loro processo di crescita. Bisogna avere pazienza perché quelle del primo anno hanno sempre la maturità e le condiziona inevitabilmente fino a luglio. Poi trovare subito la forma giusta e correre non è facile perché si va forte in ogni corsa.

Quali sono le U23 che l’anno prossimo faranno da guida?

Personalmente penso che il faro sarà Eleonora Gasparrini. Sarà al terzo anno da elite durante i quali ha corso tanto riuscendo a vincere sia il tricolore di categoria che una gara in Belgio. Andrà in una squadra dove potrà crescere ancora, lavorando per corridori importanti come Bastianelli che le insegneranno tanto. Ecco, se il mondiale di Glasgow sarà uguale all’europeo vinto proprio da Marta nel 2018, credo che Eleonora sia molto adatta a quel tipo di percorso.

Volendo c’è una bella lista di altri nomi importanti e promettenti.

Sì esatto. Matilde Vitillo quest’anno ha dimostrato di saper vincere nel WT ed anche lei sarà l’altra ragazza su cui poter contare. Camilla Alessio spero possa risolvere alcuni problemi di salute. Sofia Collinelli ha grandi potenzialità (per lei si parla del passaggio alla Cogeas-Israel, ndr). Gaia Realini sarà in uno dei team più forti come la Trek-Segafredo. Francesca Barale alla DSM potrà correre di più. Anche Federica Piergiovanni o Gaia Masetti sono da seguire. Poi ci sono quelle che porterò in Argentina. Ed infine abbiamo Ciabocco, Pellegrini, Segato e tutte le altre che arrivano dalle junior che terrò in considerazione senza troppe pressioni proprio perché andranno ancora a scuola. Vi dico, l’elenco che ho fatto è lungo e ci sono tante ragazze che terrò sott’occhio.

Vitillo e Zanardi nel WorldTour. BePink le lascerà andare?

14.08.2022
6 min
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Siamo nel periodo della stagione in cui c’è abbastanza materiale per guardarsi indietro su cosa è stato fatto. E abbastanza per programmare il futuro, destreggiandosi anche tra i vari rumors tipici del momento. L’annata della BePink finora è stata ampiamente ricca di soddisfazioni e naturalmente la squadra di Zini spera di concludere il 2022 con questo trend.

Su tutte brilla il successo di Vitillo nella seconda tappa della Vuelta a Burgos, il primo in una gara WT per la squadra lombarda. Poi dalle loro atlete azzurre è arrivata la solita pioggia di medaglie dalla pista. Ad Anadia, in Portogallo, agli europei U23 la stessa Vitillo e Zanardi hanno conquistato l’oro sia nella madison che nell’inseguimento a squadre. La piacentina ha aggiunto il titolo continentale anche nella corsa a punti e il bronzo nell’inseguimento individuale (vinto da Guazzini). Infine, l‘ultimo alloro fresco fresco grazie a Zanardi che il 12 agosto ha ottenuto l’argento col quartetto agli europei elite a Monaco di Baviera.

Voci di mercato

A fare da contorno non sono mancati i sigilli in altre gare internazionali ed open, però ciò che sta tenendo banco ultimamente sono le trattative del ciclomercato.

Diverse formazioni WorldTour hanno messo gli occhi da tempo sui pezzi pregiati . Zanardi è seguita da Movistar (che aveva fatto una prima proposta a febbraio) ma altri team si sono fatti sotto. Uguale per Vitillo che ha attirato l’attenzione anche con le sue lunghe fughe al Giro Donne, prima di partire insieme alla sua compagna per il Portogallo. Tutti argomenti che abbiamo trattato con la diesse Sigrid Corneo.

Come giudichi la vostra stagione ad oggi?

Bene, non possiamo certo lamentarci. Abbiamo raccolto tanti piazzamenti e successi, alcuni di essi davvero importanti. Addirittura per due volte abbiamo vinto nello stesso giorno sia all’estero che in Italia. Per una formazione come noi è un grande risultato. Forse qualcosa in più avremmo potuto fare, ma tra qualche caso di Covid e cadute non ci siamo riuscite. Il bilancio tuttavia è positivo, se penso all’età media delle nostre ragazze. Per dire Zanardi, che ha solo 22 anni, è una delle più vecchie. Per molte di loro questo era il primo vero anno intenso.

Mettendo da parte un attimo Vitillo e Zanardi, altre atlete hanno ben figurato.

Esattamente. Abbiamo Basilico che arrivava dalle junior, ma ha saputo vincere due gare open ed ora, dopo la maturità, sta continuando ad andare forte. Quagliotto aveva vinto a marzo tappe e generale del Trofeo Ponente in Rosa in Liguria però recentemente è alle prese con problemi ad un ginocchio che la condizionano. Poi abbiamo vinto anche due titoli nazionali in Slovacchia, crono e in linea, con Jencusova. Ma sono contenta anche delle prestazioni di altre ragazze…

Vuoi fare qualche nome?

Sì. Ad esempio Brufani è migliorata tantissimo e quest’anno ha corso tanto. E’ una grande lavoratrice, al Giro si è comportata molto bene. Al momento soffre un po’ il finale di gara, ma ci sta. L’anno scorso aveva fatto un calendario solo open con la ex squadra. Anche Savi e Crestanello sono cresciute molto. Idem la francese Teolis che purtroppo cadendo in gara sui Pirenei fatica a riprendersi da un botta alla schiena. Poi abbiamo preso a metà stagione Vettorello e Bertolini.

Come è andata?

La prima l’abbiamo portata subito al Giro, arrivando fino alla fine. La seconda invece arrivava da un periodo di stop e ha ancora bisogno di tempo. Nella cronosquadre sui Pirenei ci ha dato una grossa mano, tant’è che abbiamo chiuso terze. Tutte le nostre ragazze hanno capito quanto conti l’allenamento e l’anno prossimo saranno ancora più pronte in gara.

Di Zanardi invece cosa mi dici?

Silvia ha iniziato la stagione molto bene alla Valenciana, dove ha vinto la classifica dei giovani. Poi ha avuto un calo ed ora è tornata sui suoi livelli. A Visegrad, in Ungheria, ha vinto per distacco. La prima volta che le capitava. E al Tour dei Pirenei ha conquistato la tappa di Lourdes attaccando tutto il giorno. E’ rientrata su una fuga di 7-8 atlete e poi le ha battute anticipandole di qualche secondo. Ha imparato un modo nuovo di vincere, non aspetta più necessariamente la volata. E con la nazionale fa sempre risultati, soprattutto in pista. Magari Movistar ha pensato a lei per ringiovanire la squadra per il dopo Van Vleuten, anche se Silvia è tutto un altro genere di corridore.

E di Vitillo? Già a fine dell’anno scorso ce ne avevi parlato molto bene.

Matilde ha fatto una grande stagione. Non solo per la vittoria in Spagna o per quella di qualche settimana fa a Ponte di Piave. Al Giro ha fatto tanti chilometri in avanscoperta. L’idea era che potesse ripetere ciò che aveva fatto a Burgos. Andare in fuga e, se il gruppo fa male i calcoli, cercare di vincere la tappa. Lei sarebbe perfetta in team WorldTour perché è una grande lavoratrice, molto meticolosa. Non ha paura di seguire le indicazioni. In fuga può diventare un buon punto di appoggio per la propria capitana. Vi dirò che Vitillo può fare tutto, sia tirare che vincere.

Se loro sono pronte per il WorldTour, voi siete pronti a lasciarle andare?

Non sappiamo ancora cosa faranno. Gli interessamenti continuano ad esserci. Bisogna capire per loro in che formazione potrebbero andare e a fare cosa. Crescere ancora, come credo giusto che sia, oppure per fare subito risultati? Loro possono starci nella categoria superiore anche se devo completare il processo di maturazione come atlete e persone. Sappiamo che a livello economico non possiamo competere con i team WT. Ovviamente se dovessero andare via saremmo dispiaciuti, ma allo stesso tempo contenti perché sarebbe una grossa soddisfazione per la nostra società e anche per i nostri sponsor vedere due atlete che fanno questo salto. E’ ancora presto per sbilanciarsi, ma frattempo noi stiamo già impostando la nuova stagione valutando le tante richieste tra italiane e straniere, tra junior ed elite.

Vitillo olè! In Spagna coglie la prima vittoria (ed è anche WT)

21.05.2022
4 min
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Nel giorno in cui “Paperino” Maestri ha visto crollare il sogno di vittoria al Giro d’Italia sulle strade del Piemonte, a una piemontese in Spagna è riuscito il colpo mancato dal corridore della Eolo-Kometa. Fuga da lontano, ufficialmente per prendere i punti della montagna. Vantaggio che sale, poi precipita. Infine il guizzo che è valso la vittoria di Matilde Vitillo nella seconda tappa della Vuelta Burgos. Gara WorldTour con tutte le migliori al via.

«Non me l’aspettavo – dice l’atleta della BePink – per niente, ma proprio zero! La condizione per far bene c’è, ma io ero in fuga per i gran premi della montagna, poi è andata ancora meglio di quanto sperassi. Siamo arrivati ad avere addirittura 7 minuti, poi piano piano sempre meno, sempre meno, sempre meno…

«All’ultimo chilometro avevamo 19″. Giuro che ero convinta che ci venissero a prendere. Poi abbiamo imboccato il rettilineo d’arrivo e la strada stringeva un po’, poi si allargava. E nel momento in cui si è allargata, ho visto che si stavano tutte guardando e mi sono detta: “Adesso o mai più”. Io non sono proprio una sprinter e se aspettavo che lanciassero la volata sarebbe stato tardi. Così sono partita io ed è andata decisamente meglio di quanto sperassi».

La piemontese (classe 2001) è alla prima stagione da pro’. Era in fuga a caccia dei punti dei Gpm e invece…
La piemontese (classe 2001) è alla prima stagione da pro’. Era in fuga a caccia dei punti dei Gpm e invece…

Un mese in Spagna

Non è andata altrettanto bene a Marta Cavalli, caduta e costretta al ritiro. Ma per fortuna gli esami hanno escluso fratture.

Torniamo però a Matilde. All’inizio della stagione, parlando della sua squadra, Sigrid Corneo ci aveva detto di aspettarsi molto dalla ragazza di Torino. E soprattutto che andasse a segno prima rispetto allo scorso anno, in cui la vittoria è arrivata al Giro di Campania di fine stagione.

«Stiamo lavorando tanto – dice – ed è parecchio tempo che siamo in Spagna (Matilde è partita ai primi di maggio per il GP Ciudad de Eibar, ndr). Stiamo correndo parecchio, quindi siamo un po’ stanche. Diciamo che questa vittoria ha tirato su il morale a tutta la squadra, quindi sono veramente contenta per me, per Sigrid, per tutte le mie compagne e quelli che ci stanno seguendo.

«Non abbiamo potuto festeggiare perché mancano ancora due tappe, ma un brindisi fra noi non è mancato».

Marta Cavalli, costretta al ritiro per una caduta, ha poi tranquillizzato tutti sui social: «Sto bene, nulla di rotto»
Marta Cavalli, costretta al ritiro per una caduta, ha poi tranquillizzato tutti sui social: «Sto bene, nulla di rotto»

Vittoria WorldTour

Sigrid Corneo, tecnico del team, da parte sua è parsa davvero non stare nella pelle. Ha investito tanto su Vitillo, che al pari di Silvia Zanardi dovrà tenere alta la bandiera in questa stagione.

«Siamo veramente felicissimi – dice – Matilde è stata eccezionale e quella che ha conquistato è davvero una vittoria di peso. Riuscire a vincere una corsa è sempre importante ed emozionante, ma farlo in una gara World Tour è ancora più bello e prestigioso. Questo risultato ci voleva proprio, ora affronteremo le ultime due tappe con ancora più entusiasmo e determinazione. E, naturalmente, proveremo a toglierci qualche altra bella soddisfazione!».

La volata di Vitillo (a sinistra) ad Aguilar de Campoo. Al contrario di ieri al Giro, qui il gruppo non ha chiuso sulle fuggitive nell’ultimo km
La volata di Vitillo (a sinistra) ad Aguilar de Campoo. Al contrario di ieri al Giro, qui il gruppo non ha chiuso sulle fuggitive nell’ultimo km

Giugno fra azzurro e Giro

Il futuro prevede probabilmente per lei un passaggio in Germania all’Internationale Lotto Thuringen Ladies Tour, poi un ritiro con la nazionale, durante il quale saprà se sarà impegnata con la maglia azzurra o potrà partecipare al Giro d’Italia.

«Tornerò a casa a fine maggio – spiega Vitillo – e penso che a quel punto ne saprò di più. Se fosse il Giro, non so ancora con quale obiettivo correrei. Diciamo che per il momento sto puntando tappa per tappa, voglio vivere alla giornata.

«Non so se al Giro potrei pensare alla classifica dei giovani o a qualche tappa. Non lo so, sarebbe da vedere come si evolve la corsa. Una cosa però voglio dirla, per confermare un luogo comune. Vincere aiuta a vincere. E io da ieri sera sento addosso davvero una fiducia nuova».

Vitillo e Teolis, le due carte di Zini per la salita

10.02.2022
5 min
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Il confine naturale delle Alpi tra Italia e Francia è quello che separa geograficamente due compagne di squadra della BePink. Ed anche quello che idealmente le unisce per le loro propensioni da scalatrici. Da un versante Matilde Vitillo, classe 2001 astigiana di Frinco. Dall’altro Jade Teolis, vent’anni compiuti lo scorso 12 gennaio di Lione. La piemontese è alla seconda stagione nel team di Walter Zini, la francese è arrivata quest’anno dall’A.R. Monex Women’s Pro Cycling. Entrambe vogliono farsi notare quando la strada sale. Prima però sanno che avranno compiti da svolgere per completare il loro processo di crescita. E intanto in Spagna si è cominciato a correre.

La BePink ha debuttato il 6 febbraio nella Vuelta CV Feminas a Valencia. Vitillo a destra accanto a Zanardi
La BePink ha debuttato alla Vuelta CV Feminas. Vitillo a destra accanto a Zanardi

Vitillo cambia marcia

«La gara è andata abbastanza bene – spiega Vitillo che ha aperto la stagione alla Vuelta CV Feminas – e abbiamo corso sempre vicine ed organizzate. Abbiamo provato a tenere davanti Silvia (Zanardi, ndr) per l’arrivo, ma è caduta purtroppo ai 100 metri. Vedremo chi correrà la gara a tappe (la Volta Comunitat Valenciana Femines dal 17 al 20 febbraio, ndr) però nel frattempo continuiamo ad allenarci qui a Calpe».

Le aspettative della ragazza nata a Torino sono piuttosto chiare. «Il 2022 sarà comunque un punto di partenza dopo che ho chiuso bene l’anno scorso vincendo il Giro di Campania. La preparazione è migliore rispetto a dodici mesi fa. Quest’inverno ho corso in pista a Ginevra e Grenchen. L’ho un po’ trascurata ultimamente (da junior ha vinto un oro mondiale nell’inseguimento a squadre ed uno europeo nella corsa a punti, ndr) perché l’intenzione è quella di migliorare su strada».

Tra i limiti da abbattere per Vitillo, c’è la capacità di restare concentrata in allenamento (foto Saccani)
Tra i limiti da abbattere per Vitillo, c’è la capacità di restare concentrata in allenamento (foto Saccani)

L’occhio di Zini

Per lei, come per tutte le sue compagne, sarà importante prestare attenzione alle direttive di Zini (i due sono insieme nella foto di apertura). «Walter mi sta aiutando tanto – dice – dandomi tante dritte. Mi sollecita parecchio per restare sempre concentrata in allenamento perché talvolta mi faccio influenzare. Quando sono sola non sempre ho la stessa motivazione che ho con la squadra. Devo lavorare tanto su questo lato di me però noto che sto già andando meglio».

Anche la sua maturazione fisica sarà un passaggio fondamentale. «Sono una passista-scalatrice. Devo lavorare di più sulla potenza – dice – per migliorare in salita. Nel 2021 ho sentito il passaggio. Nelle prime gare, in cui soffrivo tanto il freddo, prendevo mazzate demotivanti. Infatti per questo Walter mi ha dato da fare più palestra in questi mesi. Cerco di diventare il più completa possibile, senza obiettivi particolari. Voglio fare ancora più esperienza dell’anno scorso ed iniziare meglio anziché inseguire. Anche quest’anno lavorerò per Silvia, che è il nostro riferimento sia in allenamento che in gara. Poi spero di avere qualche possibilità in più di avere carta bianca».

L’estro del fotografo per mettere in mostra la nuova maglia by Re Artù (foto Saccani)
L’estro del fotografo per mettere in mostra la nuova maglia by Re Artù (foto Saccani)

Teolis, francese dal sangue italiano

Se la piemontese ha già fatto vedere i suoi spunti nel finale del 2021, una pedina tutta da scoprire sarà Jade Teolis, che ha un sangue italiano.

«Mio padre è originario di Cassino, nel Lazio – racconta la transalpina che studia economia nell’università di Lione in una apposita sezione frequentata solo da sportivi – ma il cognome dicono sia greco. Dai miei 6 agli 11 anni abbiamo abitato nel paese di mio padre, dove ho fatto anche le scuole. Laggiù i miei genitori avevano delle attività all’epoca prima di fare ritorno in Francia».

Jade Teolis, Giada per le compagne, ha origini italianissime (foto Saccani)
Jade Teolis, Giada per le compagne, ha origini italianissime (foto Saccani)

Dalla danza alla bici

Una ragazza che è arrivata un po’ tardi alla bici, ma che ha subito trovato un grande feeling con le montagne attorno a casa sua.

«Fino a 14 anni facevo danza classica – sorride – poi ho scoperto il ciclismo grazie a mio padre che pedalava per piacere. Ho iniziato con la Mtb, poi ho scelto quella da strada correndo già a 15 anni. Sono andata sempre meglio col passare del tempo, me ne accorgevo da junior con la squadra della mia regione (l’Auvergne-Rhone-Alpes, ndr). Mi piace la salita, ho fatto il Col du Galibier dalla parte del Telegraphe ed anche il Col de la Madeleine. Ma sono consapevole che devo lavorare ancora tanto per sentirmi bene nelle gare più difficili o al pari di quelle che vanno più forte di me».

Contatto all’Ardeche

Giada, così come la chiamano le proprie compagne, sarà alla sua seconda annata da elite. «Nel 2021 – racconta – ho imparato tanto da Sierra, Sperotto e Ragusa. Erano mie compagne e grandi atlete. Ho fatto tanta esperienza in tante gare internazionali come Strade Bianche, Gand-Wevelgem, altre classiche del Nord e il Giro di Toscana. Ho corso anche il Tour de l’Ardèche in cui sono andata piuttosto bene. E’ stato lì che è nato il contatto con la BePink. Ho accettato la loro proposta perché Walter è un grande maestro nel farti crescere. Devo imparare molto nelle strategie di gara».

La francese arriva dalla A.R. Monex, va bene in salita e sa di dover crescere (foto Saccani)
La francese arriva dalla A.R. Monex, va bene in salita e sa di dover crescere (foto Saccani)

Per la Teolis il 2022 sarà anche l’occasione di conquistare ancora una convocazione con la sua nazionale.

«Con la Francia ho disputato l’europeo junior nel 2020 – spiega – ma non è il mio assillo. Sono comunque in contatto con il cittì. Tutto passerà da quello che farò con la BePink. Se andrò forte con il mio club, la maglia della nazionale potrebbe essere una conseguenza. Adesso io sono qui per imparare, crescere e essere utile a Silvia (Zanardi, ndr). Mentre la aiuterò, cercherò di prendere spunto da lei e magari rubare qualche trucchetto del mestiere alle avversarie».

BePink, due ore al piccolo trotto con Zanardi e le sue sorelle

02.02.2022
6 min
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Il sole splende su Sulzano. Il cielo terso ti consente di apprezzare le cime di Punta Val Mora e Corna Trentapassi. E’ una giornata ideale per fare trekking ma anche per pedalare. Sul selciato di Piazza 28 Maggio ci sono le ragazze della BePink che stanno facendo alcune foto. Sullo sfondo c’è il porticciolo dei traghetti che portano a Montisola, il caratteristico e piccolo comune in mezzo al Lago d’Iseo.

Proprio dal molo di Sulzano, tra giugno e luglio del 2016, partiva la Floating Piers, la audace passerella gialla galleggiante che si estendeva per qualche chilometro e che portò qui un milione e mezzo di visitatori.

In riva al lago, anche Mr Bike Cafe’ Imbarcadero Bar, da una parte bar e dall’altra negozio
In riva al lago, anche Mr Bike Cafe’ Imbarcadero Bar, da una parte bar e dall’altra negozio

Ritiro sul lago

Le dieci atlete hanno fatto qualche decina di metri fuori dalla Wake Surf House, la struttura ricettiva di tre piani affittata dalla squadra continental per il loro ritiro. Qua ci erano già state qualche settimana fa. Qua fanno vita di gruppo imparando a responsabilizzarsi ed autogestirsi nel miglior modo possibile.

Ad insegnare a loro tutto ciò ci sono Walter Zini e Sigrid Corneo, rispettivamente team manager e direttore sportivo, marito e moglie. I due tecnici nel frattempo sono intenti a parlare con una loro amica. E’ Silvia Valsecchi, ritirata a fine 2021, che ha approfittato di una settimana di ferie dal suo nuovo impiego in un negozio di bici di Lissone per fare una gradita visita alla sua ex squadra. 

Prima di partire, due passi sul pontile, in attesa che l’aria si scaldi
Prima di partire, due passi sul pontile, in attesa che l’aria si scaldi

Interviste e chilometri

Il programma del giorno della BePink prevede in mattinata un servizio con una tv locale, due ore di scarico in bici, pranzo, lavaggio delle bici, massaggi e briefing serale.

Nelle quarantotto ore successive dovranno fare molti più chilometri col nuovo abbigliamento. Le ragazze sono partite. Zini attende qualche minuto per alcune telefonate poi saliamo in ammiraglia con lui, mentre la Corneo va a fare la spesa per le ragazze insieme alla Valsecchi.

Anche nel 2022 la BePink correrà su bici De Rosa: una collaborazione ormai collaudata
Anche nel 2022 la BePink correrà su bici De Rosa: una collaborazione ormai collaudata

Aspettando il treno

La chiacchierata parte appena le bici lasciano il lago (in apertura foto BePink). «La nostra preparazione sta andando bene – racconta Zini mentre siamo in coda ad un passaggio a livello – ma potremmo fare meglio. Questo è l’ultimo dei tre mini-ritiri da cinque giorni l’uno che abbiamo fatto qui in Italia. Il 5 febbraio partiremo per la Spagna per correre e fare un ritiro anche laggiù. Staremo a Calpe all’AR Diamante Beach Hotel fino al 21. In mezzo disputeremo il 6 la Vuelta CV Feminas e poi dal 17 al 20 febbraio la Volta Comunitat Valenciana. Verranno giù tutte le ragazze, anche le tre straniere che qui non ci sono (la neozelandese Michaela Drummond, la ceca Marketa Hajkova e la slovacca Nora Jencusova, ndr). In base alla condizione delle ragazze, deciderò chi far correre».

La nuova maglia rimane (ovviamente) con base Pink, ma piuttosto diversa dal 2021
La nuova maglia rimane (ovviamente) con base Pink, ma piuttosto diversa dal 2021

Zanardi leader

Poco prima del ponte che collega Paratico a Sarnico riprendiamo le ragazze e le seguiamo. Davanti a fare l’andatura ci sono Zanardi e Vitillo, ma a turno le altre quattro coppie si succedono nei cambi a tirare.

Vanno via regolari, composte ed attente sia al traffico che alla segnaletica, anche se talvolta alle rotonde occorrerebbe maggiore cautela.

«Vedi – ci spiega Zini – in questa ampia rotatoria le prime sono passate un po’ troppo forte e quelle dietro si sono un po’ staccate. Per fortuna che in questo momento c’eravamo solo noi, però vedrai come si incavolerà la Zanna (Silvia Zanardi, ndr) perché il gruppo si è rotto…».

Partenza da Sulzano, Zini stabilisce la rotta: le ragazze ascoltano
Partenza da Sulzano, Zini stabilisce la rotta: le ragazze ascoltano

«Lei – prosegue Zini – ha acquisito molta leadership con le sue compagne su queste cose. Come per lo stretching. Il ciclista notoriamente è un po’ allergico a questi esercizi, ma ora che lei lo ha imparato in nazionale non ne può più fare a meno. Pure le altre ragazze stanno migliorando con il core stability. Anche se io non le lascio mai troppo tranquille perché poi si abituano male (ride, ndr). Stamattina appena sveglie e prima di fare colazione, ho chiesto loro di farmi qualche minuto di plank per vedere come reagiscono a certi imput».

Bene in sella

Sul lungolago verso Tavernola Bergamasca, dove è previsto il punto di ritorno, salutiamo Claudia Cretti che sta pedalando forte. Il gruppo della BePink gira attorno ad un incrocio ed inverte la rotta per tornare a Sulzano. Zini osserva le sue ragazze per vedere come pedalano.

«Cresta (Lara Crestanello, ndr) come va la nuova sella? Dimmi poi se dobbiamo cambiarla ancora o spostarla un po’. Zanna, tu invece non sei un po’ bassa con la sella?».

Si pedala costeggiando il lago di Iseo, con alcune puntate nell’entroterra per cercare la salita
Si pedala costeggiando il lago di Iseo, con alcune puntate nell’entroterra per cercare la salita

Il team manager si riavvicina a loro. «Mi raccomando ragazze, prima di rientrare vorrei che faceste uno strappo di un chilometro per tenere un po’ viva la gamba».

Occhi aperti

Lo faranno salendo verso Passo dei Tre Termini, posto circa 7,5 chilometri sopra Iseo. Un’ascesa di quasi 500 metri di dislivello molto allenante.

«Alle mie atlete – aggiunge Zini mentre ci descrive la strada che poi porta a Polaveno – ho sempre detto di prendere dei riferimenti geografici. Sia quando sono a casa loro sia quando sono in un posto nuovo per un ritiro o una corsa. E’ importante sia sapersi allenare al meglio, evitando magari zone troppo trafficate o pericolose. Sia in gara perché così te lo ricordi per la volta successiva che ci tornerai. Non bisogna andare in bici col paraocchi, altrimenti poi ti serve il gps anche per andare a prendere il giornale sotto casa. Anche su questo aspetto batto forte».

E dopo pranzo, preparativi per lo shooting fotografico con Vitillo e Zanardi (foto BePink)
E dopo pranzo, preparativi per lo shooting fotografico con Vitillo e Zanardi (foto BePink)

La bici a posto

Incrociamo una ciclista in maglia Canyon-Sram mentre mancano pochi minuti a Sulzano. «L’hai riconosciuta quella che ci ha appena salutato a tutto braccio? Era Alena Amialiusik, è stata una mia atleta nel 2013 al suo primo anno elite. E’ bielorussa ma ormai abita in questa zona da tanto tempo. Brava ragazza e forte».

Arriviamo sul selciato di Piazza 28 Maggio. Guardiamo il computerino della francese Jade Teolis che segna 56 chilometri in circa due ore di pedalata piuttosto tranquilla. Zini deve scappare per sbrigare una commissione di lavoro, ma prima di riaccendere il motore dell’ammiraglia dà le ultime disposizioni.

«Quando finite di mangiare – dice – ognuna di voi si laverà la propria bici. E’ giusto che impariate a prendervene cura anche quando siete in ritiro, poi perché domani abbiamo le foto ufficiali».

Il tempo di sentire alcune delle ragazze e siamo liberi anche noi.