Villa, due parole a un passo dalla finale

12.11.2020
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Marco Villa racconta, spiega, descrive. La storia ve l’abbiamo raccontata nei giorni scorsi. Nell’anno del Covid, ci sono ancora gli europei su pista. L’Italia è pronta per partire, quando prima Ganna poi Scartezzini e Bertazzo vengono trovati positivi al tampone. Si parte con un quartetto ricomposto in extremis, con Gidas Umbri e Matteo Donegà, ma si parte. Qualcuno dice che se ne poteva fare a meno, perché le nazionali sono tutte rimaneggiate, ma allora per lo stesso criterio si potevano evitare anche i mondiali di Imola.

«Andiamo per onorare gli europei – dice Villa nel pieno della baraonda Covid – e per rispetto verso chi ha organizzato l’evento».

E’ giusto così. E l’Italia rimaneggiata, priva di tre campioni del mondo, stasera si gioca l’oro con la Russia.

Noi avevamo fatto due chiacchiere con Villa prima che le gare di Plovdiv iniziassero. Ecco che cosa ci aveva detto. Marco è modesto di indole e apparenza. Chiunque altro sarebbe fuori a fare la ruota. C’è lui dietro le magie del quartetto. E c’è lui (e con lui Cioni) dietro la crescita inarrestabile di Ganna.

Marco, a che punto siamo?

Siamo arrivati a fine stagione con la certezza di aver fatto un bel mondiale a Berlino. Con la certezza di avere un bel gruppo. E di essere arrivati all’anno che doveva essere olimpico, alla conclusione di un progetto iniziato cinque o sei ani fa con questi ragazzi, avendoli portati ad ottenere una qualificazione olimpica e al raggiungimento di un livello altissimo, sia per quanto riguarda le prestazioni su strada sia anche su pista. E questo è quello che mi rende un po’ orgoglioso.

Che anno è stato il 2020?

Diciamo che non abbiamo rovinato la carriera a nessuno. Ci siamo qualificati per le Olimpiadi, ma quest’anno non le abbiamo corse. Però abbiamo dimostrato al mondiale, col tempo che abbiamo fatto nel quartetto, di esserci non solo per una medaglia, ma anche per provare a vincere. Rimandiamo tutto all’anno prossimo, fiduciosi che ci arriveremo con la condizione e la motivazione di quest’anno.

Massimo Besnati, Davide Cassani, Marco Villa, Filippo Ganna
C’era Villa con Ganna e Cassani ai mondiali di Imola. Il suo ruolo è decisivo
Davide Cassani, Marco Villa, Filippo Ganna
C’è lui con Ganna (e Cassani) nei successi più belli
Che cosa si può dire di questi europei?

Che sono arrivati in un periodo diverso dal solito. Negli ultimi anni abbiamo raccolto buoni risultati. Ma questa volta ci siamo arrivati dopo il Tour e dopo il Giro corsi nell’ultimo mese e mezzo. Consonni e Viviani, che li hanno corsi entrambi, non ci sono.

Tokyo chiuderà una pagina o il ciclo continua?

Mi avete fatto questa domanda anche dopo Rio. Quindi dico che per ora mi piace l’idea di giocarci le Olimpiadi e poi vediamo. Siamo arrivati a Rio, Elia ha vinto loro e ci sarà ancora a Tokyo a giocarsi delle medaglie. Non dipende da me, ma dai ragazzi. Credo che Viviani sia uscito orgoglioso e stimolato da quella medaglia e che nel frattempo abbia raccolto le sue più belle soddisfazioni su strada. Anche grazie alla pista, l’ho sempre detto. Tappe al Giro e tappe al Tour. Il campionato italiano su strada, il campionato europeo. Quindi credo sia un percorso che potrebbe essere riproposto ad altri e non va a precludere l’attività su strada. Ognuno ha le sue idee, io rispetto tutti e sono sempre qua. E vediamo alla fine cosa ne esce.

Marco VIlla, Jonathan Milan, Fabio Masotti, Montichiari, 2020

Bertazzo e Scartezzini positivi. Villa, cosa fai?

08.11.2020
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«Il virus è proprio invisibile – diceva venerdì Marco Villa – e non è facile da capire come gira. Comunque oggi facciamo tutti i tamponi programmati e li ripetiamo domani o domenica, se troviamo il modo di farne una serie rapidi. Pippo è stato in pista solo martedì col tampone fresco negativo. Sono stati sempre lontano giù dalla bici, come avete potuto vedere anche voi. Ma a questo punto avere due tamponi qualche giorno prima di partire mi tranquillizza di più».

Altri due

Il virus è stato davvero invisibile e ha giocato un brutto scherzo al cittì della nazionale della pista e ad altri due dei suoi atleti.

«Gli azzurri Liam Bertazzo e Michele Scartezzini – si legge infatti nel comunicato della Federciclismo rilasciato nella notte di sabato 7 novembre – che sarebbero dovuti partire nella giornata di domani, domenica 8 novembre, per gli Europei Pista in Bulgaria, dall’ultimo tampone effettuato oggi, sabato 7 novembre, sono risultati positivi al Covid-19.

«Gli atleti stanno bene e sono in isolamento presso il proprio domicilio. Tutti gli altri azzurri selezionati per la prova continentale e sottoposti anche loro nella giornata odierna al tampone, sono risultati negativi.

«In via precauzionale, la partenza della Nazionale Uomini fissata per domani, domenica 8 novembre, è stata posticipata nella giornata di martedì 10 novembre, per effettuare un ultimo tampone prima di raggiungere la Bulgaria, nella giornata di lunedì 9 novembre».

Michele Scartezzini, Montichiari 2020
Michele Scartezzini positivo al tampone di sabato 7 novembre
Michele Scartezzini, Montichiari 2020
Scartezzini positivo al tampone del 7 novembre

Ha senso partire?

Marco Villa ha accolto la notizia con la consueta flemma e quel pizzico di rassegnazione di chi non può fare altro che aspettare e sperare. E alla domanda se abbia senso partire, la sua risposta è piena di responsabilità.

«Lo stesso senso che aveva prima – dice – è sempre un campionato europeo. Mi sembra giusto rispettare il tipo di competizione. Enrico Della Casa (segretario generale dell’Unione europea di ciclismo, ndr) ha fatto di tutto per riuscire a mettere in piedi gli europei e in ottica olimpica, visto che è da marzo che non facciamo un quartetto, ci faceva e ci fa ancora comodo. Voltargli le spalle perché non ho i top non mi sembra giusto. Non andare vuol dire perdere punti e magari perdere posti nel ranking e il primo posto nel ranking del quartetto. Ai mondiali partire per ultimi non è tanto bello».

Chi arriva?

Poi la testa corre ai rimedi. Così se da un lato ci saranno altri screening e altri tamponi, dall’altro c’è la necessità di richiamare altri atleti per il quartetto.

«Ho il pulmino con materiale e parte dello staff già al velodromo – dice Villa – mi restano Milan, Lamon e Moro. Per averne almeno 4 per il quartetto, prendo Gidas Umbri della Colpack. Ha corso domenica la cronosquadre del campionato italiano ed era nel quartetto under 23 di Fiorenzuola, che ha fatto secondo assieme a Milan, Boscaro, Masotto e Nencini. Quindi un corridore in attività, che ha girato in pista fino a 15 giorni fa. Poi penso di portare Donegà per completare il gruppo in qualche gara di gruppo. Questo è il piano B. Se mi salta ancora qualcuno e non è Milan (i due sono insieme nella foto di apertura, ndr), il piano C sarà andare con lui per provare a vincere l’inseguimento di sabato. Poi spero in un 2021 meno stressante, altrimenti salto!!!

«Domani comunque faccio partire lo staff previsto in aereo. I ragazzi ed io restiamo qui fino a martedì, così lunedì faccio un altro tampone. E martedì mattina, se tutto okay, partiamo. Arriviamo verso le 15 in pista e ho chiesto a Della Casa se mi sposta l’allenamento all’ultimo turno, verso le 18-19,30».

Jonathan Milan, Liam Bertazzo, Montichiari, 2020
Milan, in primo piano, resta in ballo per gli europei. Bertazzo, dietro, il secondo positivo
Jonathan Milan, Liam Bertazzo, Montichiari, 2020
Milan c’è ancora, Bertazzo (dietro) no

Record di tamponi

La conclusione è un grido di battaglia, con i pugni chiusi e le dita incrociate.

«A me non piace mollare facilmente – dice Villa – sempre cercando di fare i passaggi giusti e non avventati per non mettere a rischio gli altri. Ne ho parlato con lo staff medico della Fci e il Presidente. La possibilità di avere ancora 2-3 giorni per ulteriori incubazione e quella di fare un altro tampone lunedì ci mette un po’ più in tranquillità. Poi l’ho già detto. Questo virus è incalcolabile e imprevedibile… e invisibile. E molti calcoli diventano inutili. Ma almeno abbiamo fatto un percorso di controllo al massimo livello. Partiremo con 4 tamponi in 8 giorni».

Marco Villa, Filippo Ganna, mondiali pista Berlino 2020

Ganna, il tampone conferma i sospetti

06.11.2020
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Quando siamo arrivati in pista, mentre Jonathan Milan si lanciava in un inseguimento individuale di 3.000 metri, l’assenza di Ganna si è notata all’istante.

«Pippo non c’è – ha detto subito Marco Villa – è andato a fare il tampone. E siccome si sentiva debole, l’ho mandato a casa e sarà pronto domenica per partire assieme a noi. Si è caricato la macchina da solo. E’ andato al centro Synlab. Gli hanno misurato la febbre all’entrata. Ha fatto il tampone, poi ha guidato verso casa. Non stava male, solo mal di testa forte, diceva, e poca fame. E questo per lui è strano».

La giornata è cominciata così con un po’ di preoccupazione e la necessaria dose di ottimismo, dato che Ganna e tutti gli altri avevano già fatto un tampone e lunedì erano tutti risultati negativi. Pippo, in particolare, si era ritrovato in pista inizialmente poco convinto, poi gasato dal buon ritmo di pedalata che riusciva ancora a tenere malgrado le fatiche del Giro.

«Nonostante abbia fatto di tutto per schivarla – aveva sorriso Viviani incontrato al campionato italiano delle donne – non c’è stato verso. Va davvero forte. Io invece non sto in piedi e la chiudo qui».

Per rispettare la privacy del piemontese, tuttavia, si è così deciso di pensare agli altri al lavoro per gli europei di Plovdiv, in attesa dell’esito del nuovo tampone.

Marco Villa, azzurri, distanziamento, Montichiari 2020
All’interno della pista di Montichiari, distanziamento fra i corridori della nazionale
Marco Villa, azzurri, distanziamento, Montichiari 2020
A Montichiari distanziamento fra gli azzurri

Purtroppo la notizia è arrivata in casa Italia intorno alle 22, nonostante di solito i tamponi arrivino di mattina, tramite un messaggio con cui Ganna ha avvertito Villa della poco simpatica novità.

«Villa ci vediamo a febbraio».

Era la conferma che purtroppo nessuno avrebbe voluto avere, data appena pochi minuti prima al Team Ineos. E dire che Ganna era già stato fermato subito dopo i campionati italiani della crono, per aver fatto il sopralluogo del percorso assieme al compagno Leonardo Basso, cui un tampone aveva dato un falso esito positivo.

«Speravo fosse altro – dice Villa – e col tampone negativo di tre giorni prima ci speravo forte. Invece è proprio invisibile e non è facile da capire come gira. Comunque oggi facciamo tutti i tamponi programmati e li ripetiamo domani o domenica, se troviamo il modo di farne una serie rapidi. Pippo è stato in pista solo martedì col tampone fresco negativo. Sono stati sempre lontano giù dalla bici, come avete potuto vedere anche voi. Ma a questo punto avere due tamponi qualche giorno prima di partire mi tranquillizza di più».

La nazionale che partirà per la Bulgaria avrà dunque cinque uomini per il quartetto: Lamon, Bertazzo, Milan, Scartezzini e Moro e si deciderà nelle varie prove chi utilizzare nella qualifica. Nell’inseguimento individuale, salvo sorprese, correrà invece soltanto Jonathan Milan.

I materiali per Tokyo? Sono (quasi) pronti

05.11.2020
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Presto ci sono i campionati europei a Plovdiv in Bulgaria, ma la nazionale su pista per certi aspetti è già con la testa alle Olimpiadi di Tokyo 2021. E questi aspetti sono quelli strettamente tecnici. Entro la data di Coppa mondo a Cambridge (dicembre 2019), andavano punzonati i materiali da portare in Giappone.

Il manubrio di Ganna

Ormai il manubrio Most 3D di Filippo Ganna è diventato famoso dopo il Giro d’Italia. E’ stato oggetto del desiderio di altri atleti, delle cronache tv, dei media specializzati. Ma per la pista ci potrebbe essere un cavillo burocratico legato a questo speciale pezzo. Il manubrio di Pippo infatti è arrivato dopo la famosa “tagliola” di Cambridge. Il tecnico della nazionale, Marco Villa, però è relativamente sereno e ha una carta da giocare.

La partenza del quartetto in allenamento a Montichiari

«Proprio in previsione di eventuali cambiamenti – racconta Villa – ai mondiali di Berlino ho già fatto usare questo manubrio ad Elia Viviani. Chiaramente non è quel pezzo specifico, essendo stampato sull’atleta ognuno ha le sue forme e le sue misure. L’unica cosa che ci possono contestare è che Pippo tiene le mani con i palmi paralleli al terreno ed Elia perpendicolari, ma di fatto il pezzo ha la stessa struttura. Ganna ci si è trovato bene questa estate ed hanno realizzato il manubrio che abbiamo visto al Giro anche per la pista».

Quello per il parquet si differenzia perché non ha i fori per il cambio sulla punta delle protesi ed è leggermente più stretto nella zona dei gomiti.

In galleria del vento

La pandemia poi non aiuta Villa e i suoi ragazzi. Il 19 novembre dovevano andare al Politecnico di Milano per fare dei test su body, gomme e corridori stessi, ma il Coni ha fermato tutto: non vuol mettere a rischio la salute degli atleti. L’idea di muovere dell’aria in Lombardia, regione chiusa per Covid, non li convince, nonostante dal Politecnico arrivino rassicurazioni sulla frequenza di pulizia dei filtri. Tutto sarà rimandato a fine febbraio, marzo.

Tuttavia almeno sul fronte dei body gli azzurri sono a posto. Merito del fatto che alcuni body risultavano efficienti per un corridore e non per altri.

«Eh sì, i body indossati da Viviani e Scartezzini reagivano in modo opposto. Quello che era aerodinamico per uno, non lo era per l’altro e viceversa. Così Castelli ne ha già presentati tre».

I materiali per Tokyo

Per la scelta definitiva dei setup da montare alle Olimpiadi bisognerà essere inevitabilmente a Tokyo.

«E’ lì – dice Villa – che valuteremo cosa montare in base al clima che condiziona la pista, in particolare umidità e temperatura». 

Solo allora sceglieranno quali gomme montare e anche quali rapporti. Per le gomme, Villa ha chiesto a Vittoria (partner azzurro) il tubolare Pista Oro da 19 millimetri. In realtà questo già esiste ma non nella nuova mescola in grafene. Il brand lombardo infatti lo produce solo nelle misure 23 e 28 millimetri.

Villa lo vorrebbe all’anteriore nonostante oggi, almeno su strada, si tenda ad avere sezioni più larghe. «Nel quartetto – dice Marco – è l’atleta che apre l’aria».

Sempre legata alle condizioni climatiche, ma anche a quella delle gambe è la scelta dei rapporti.

«Se ci sarà la possibilità – riprende il tecnico – l’idea è quella di utilizzare la corona da 63 denti. Miche l’ha già preparato, ma servono le gambe! Si recupera meglio quando si sta a ruota, ma poi bisogna avere la forza di spingerlo quando si va davanti». Quindi 63×14 per tutti, semmai Michele Scartezzini, che tiene molto bene le altre frequenze ma paga qualcosa in termini di potenza, potrebbe utilizzare un dente in meno.

«Di certo – conclude Villa – non posso avere chi gira a 116 Rpm e chi a 130, come ai miei tempi».

Quartetto maschile, Montichiari, 2020

Montichiari, rifinitura prima della Bulgaria

05.11.2020
5 min
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Ultimo giorno di lavoro a Montichiari per le nazionali in vista degli europei bulgari su pista. Le ragazze a dire il vero sono rimaste in tre, le altre sono tutte volate in Spagna per la Vuelta e voleranno direttamente da Madrid a Sofia. Salvoldi lavora in un angolo della pista con Alzini, Barbieri e Martina Fidanza. Dalla parte opposta, Marco Villa e i suoi ragazzi progettano due test di inseguimento a squadra. Un 3.000 senza Milan, che farà invece un 3.000 individuale. Poi un 4.000 con Milan. Mancano due giorni alla partenza, gli automatismi di una vita meritano di essere ripassati.

Gli occhi di Villa

Villa ha la sua flemma, solo gli occhi raccontano della sua vivacità e di come abbia tutto sotto controllo. A Montichiari e trasversalmente nel movimento.

«Doveva essere l’anno olimpico – dice Villa – e ci siamo arrivati come volevamo. Poi è successo quello che ben sappiamo, ma le medaglie ai mondiali su pista e quella di Ganna nelle crono dicono che saremmo arrivati a Tokyo con il giusto passo. A Plovdiv si gareggerà in una data strana. Sono europei che arrivano poco dopo il Tour e il Giro che ci hanno privato di Consonni e Viviani. Per cui si va su convinti di poter fare bene, ma con la consapevolezza di quello che è successo. Piuttosto bisognerà ragionare su cosa fare quest’inverno. Non ci sono Coppe del mondo e magari qualche ritiro per tenerli sott’occhio lo faremo».

Milan e Ganna

Milan è appena sceso di bici e racconta di che cosa significhi fare l’inseguimento a squadre insieme a Ganna.

«Lui è il solo – dice – capace di tirare per tre giri. E quando sei a ruota di uno così, riesci a recuperare bene e quando tocca a te, ne hai ancora. Io con lui ho fatto solo i mondiali e devo dire che è stato esaltante. Se dovessi fare io la sua parte, potrei tirare al massimo per due giri e mezzo e poi dovrei rialzarmi».

Parlando di lui, poco fa Villa ragionava su quanto sia forte e insieme quanto sia diverso da Ganna.

«Ganna è il classico cronoman – diceva Marco – il classico inseguitore. Milan è più veloce, al Giro d’Italia ha vinto una tappa in volata. Lo vedo più come un finisseur o al massimo l’ultimo uomo di un velocista fortissimo».

Lamon, Bertazzo e Scartezzini ingannano l’attesa di Montichiari fra i due inseguimenti sui divanetti al centro della pista. Ne hanno visti e fatti così tanti che ormai questa routine la conoscono a memoria.

Dietro moto

Dino Salvoldi invece è appena sceso dallo scooter dietro il quale ha fatto allenare le tre ragazze. Domani partiranno i mezzi per la Bulgaria: si imbarcheranno verso la Grecia e poi risaliranno verso la destinazione finale. Pare che la strada non sia pessima e che soprattutto si attraversi un solo confine.

«La qualità del gruppo – dice – consente sempre di gareggiare per qualcosa di importante, nonostante il contesto non ci abbia consentito di lavorare e progredire come avremmo voluto. Siamo stati fermi per due mesi e il periodo tecnicamente più fruttuoso è stato quello in cui la strada non era ripartita e abbiamo lavorato in pista. Sono contento che Letizia (Paternoster, ndr) abbia risolto i suoi guai al ginocchio e sono certo che Tokyo sarà un passaggio importante, ma un intermedio. Con queste ragazze andremo a Parigi per vincere».

Quartetto rosa

Agli europei per il quartetto ci saranno Balsamo, Guazzini, Alzini e la quarta da scegliere tra Fidanza, Barbieri, Consonni e Valsecchi. Quella tra Consonni e Barbieri che non farà il quartetto, correrà l’eliminazione.

«C’è un equilibrio da tenere – dice Salvoldi – ne parliamo spesso, da quando il numero delle atlete di talento è cresciuto. Quest’anno poi si è aggiunta la Zanardi. Sono tante e di qualità, grazie anche alla collaborazione dei team e alla loro volontà di correre in pista».

Con l’ultima prova del quartetto maschile, la giornata di Montichiari volge al termine. I ragazzi ora torneranno a casa e domenica saliranno sul volo per Sofia. E noi li seguiremo sognando altre medaglie. Buon viaggio agli azzurri

Daniela e Marco Ganna, genitori di Filippo, base aerea Rivolto, Giro d'Italia 2020

Pippo Ganna, orgoglio di mamma e papà

19.10.2020
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I fiori di Valdobbiadene, Filippo li ha regalati a sua madre. Niente di strano. Chi lo ha ascoltato bene, da Imola a Palermo, lo ha sentito dedicare ogni vittoria alla famiglia. Quei fiori Daniela li ha ancora tra le braccia e li stringe come si fa con un bambino. La tappa di Piancavallo è partita da pochi minuti. I genitori di Ganna sono venuti al via per salutare il figlio e ora riprenderanno la via di casa, dove la figlia Carlotta si è fermata per studiare e badare ai cani di famiglia.

Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020
Filippo, detto Top Ganna, con un vero Top Gun: al Giro succede anche questo
Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020
Top Ganna e Top Gun: trovate le differenze…

Cento all’ora

Daniela sorride sotto la mascherina. Ci incontrammo per la prima volta da loro, a Vignone, dopo il primo mondiale dell’inseguimento e il ricordo del calore di casa è ancora vivo.

«Siamo molto legati come famiglia – conferma – quindi a me emoziona molto questa cosa. Vedere come lui vuole bene a sua sorella, il rapporto che hanno loro due… Dico che abbiamo lavorato bene noi genitori».

Ma le mamme si preoccupano. E se abbiamo tremato noi vedendo Pippo scendere da Monreale a velocità folle sulla bici da crono, figurarsi lei. Che lo sottolinea con una risata argentina.

«Ho maledetto il cronista che diceva che stava andando a cento all’ora. Mi dicevo: non pensate alle mamme preoccupate per i loro figlioli? Ogni gara la vivo un po’ in ansia. Penso che per ogni mamma il ciclismo sia un bellissimo sport, con i suoi rischi, però non mi sono ancora abituata all’ansia e alla paura. Cerco di conviverci. Vedo Filippo sereno, convinto ed entusiasta di quello che fa e automaticamente anche io lo divento».

Il sogno Sky

Lo disse Filippo per primo: la squadra dei suoi sogni sarebbe stata la Sky. Poi passò alla Uae, ma il momento in cui Lombardi gli procurò un posto con Brailsford viene ancora festeggiato.

«E’ cresciuto tantissimo – ora è suo padre che parla – soprattutto da quando ha cambiato squadra. Lui ha bisogno di tranquillità. Con Villa è arrivato ai vertici della pista e qua con Cioni, che gli permette di lavorare senza pressione, è diventato grande. Ha inciso tantissimo anche la crono al mondiale dell’anno scorso, perché ha preso molta consapevolezza dei suoi mezzi. Quest’anno ha sempre lavorato bene e i risultati si vedono».

Peter Sagan, Filippo Ganna
Con Sagan nella tappa di Tortoreto Lido, vinta dallo Slovacco
Peter Sagan, Filippo Ganna
Con Sagan nella tappa di Tortoreto

Fiducia al top

Marco Ganna è andato alle Olimpiadi di Los Angeles con la canoa. E’ lui che spesso segue il figlio negli allenamenti e lo ha visto crescere.

«Prima del mondiale era tranquillo – dice – anche se arrivava da una crono favolosa come quella della Tirreno, dopo sei giorni a tirare per Thomas. Questo vuol dire che è cresciuto di testa. Sentirgli dedicare le vittorie alla famiglia è stato un’emozione e un orgoglio. Ci conosci, siamo molto uniti. Quando è partito per il Giro mai avremmo pensato, essendo la prima volta, che vincesse tre tappe. Per ora. Anche quando è partito per il mondiale… Io che lo seguo in allenamento lo vedevo che era migliorato nei suoi tempi, sulle nostre salite e sui nostri strappi, ma fra migliorare e vincere un mondiale ce ne passa».

L’arrivo in salita

E poi c’è il giorno Camigliatello Silano. Quello in cui il gigante vince in salita, aprendo la porta sul seguito di una carriera che potrebbe essere ancor più inatteso.

«Tutti dicevano che in quella fuga lavorava per Puccio – dice – e ho pensato: sì, perfetto, va bene. Poi quando c’è stato lo strappo più duro e mancavano ancora un po’ di chilometri, ho detto: fa una gara come quando era allievo o juniores, non guarda in faccia nessuno. E dopo i due scatti di Carrettero, gli hanno fatto girare le scatole. Ha messo la testa bassa e ha cominciato a menare. A quel punto ho pensato che sarebbe arrivato. L’hanno inquadrato in faccia, l’ho visto che stava bene, aveva una bella faccia».

Dire se avrà un futuro nelle corse a tappe è qualcosa che forse non vale neppure la pena indagare.

«Se lui cresce – dice – nessuno sa dove potrà arrivare. Se anche non diventerà uno da grandi Giri, si toglierà delle grosse soddisfazioni tra cronometro e classiche. Ricordiamoci che quest’anno sulla Cipressa, dopo quasi 300 chilometri, ha scollinato per secondo.

Filippo Ganna, Geraint Thomas
Con Thomas risalendo a fatica l’Etna

Ora i Ganna ripartono. Il viaggio fino a Vignone è lungo, ma l’ultima battuta è per la mamma.

«Già da un po’ vive ad Ascona – dice – che però è vicina. Se vogliamo vederlo, prendiamo la macchina e andiamo. Di una cosa potete essere certi: non si libererà molto facilmente della sua famiglia».

Davide Cassani, Marco Villa, Filippo Ganna

Da Ganna a Viviani, Villa già a Tokyo

27.09.2020
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Marco Villa ha seguito la crono iridata di Filippo Ganna con quel suo sorriso bonario che un po’ te l’aveva sempre detto. E Marco in effetti lo aveva detto, già un paio di anni fa.

«Si vedeva che fosse pronto per vincere una grande crono – dice il cittì della pista azzurra – si trattava di raggiungere la giusta resistenza. L’accortezza, su cui il Team Ineos sta lavorando bene, è far arrivare questa resistenza senza compromettere la potenza e l’esplosività dei 24 anni. Privilegiare la resistenza è un errore di tanti velocisti, che per tenere in salita perdono lo spunto».

Europei Glasgow 2018
Il gruppo del quartetto azzurro agli europei di Glasgow 2018
Europei Glasgow 2018
Il gruppo del quartetto azzurro agli europei di Glasgow 2018

Difficile dire se l’oro della crono di Imola sia anche figlio della pista o solo del lavoro su strada. I due mondi non sono poi così distanti a ben vedere e nella storia di Filippo si sono sempre intrecciati alla grande.

«Hanno inciso certamente entrambi – conferma Villa – anche perché Ganna ha fatto crono e pista sin da junior. Continuo a sostenere con i giovani che incontro che questo tipo di percorso funziona e certo non fa male.  Lavori su pista e magari nel frattempo ti togli delle soddisfazioni su strada…».

Ganna ha detto che se pensa a Tokyo, non vede la crono ma l’inseguimento a squadre.

Abbiamo un gruppo che ci crede, nel quartetto non vince uno solo. Siamo riusciti a qualificarci facendo ruotare gli uomini e inserendo i giovani. Ma al momento giusto parlerà solo il cronometro.

A Villa serve un criterio oggettivo per scegliere?

Per forza. Abbiamo 8-10 atleti e potenzialmente in certi giorni sono tutti competitivi. Uno ha trascinato l’altro, il gruppo è cresciuto. Sono contenti di stare insieme e il discorso fatto da Pippo dopo la crono lo dimostra.

Cosa dici dell’inserimento di Jonathan Milan?

E’ entrato con i tempi, non per raccomandazioni. I ragazzi si sono sempre fidati delle mie scelte, lui è una mia scelta. A Berlino ho fatto correre Scartezzini anche in un momento in cui in allenamento non dava grandi certezze, eppure è venuto il terzo posto. Certe cose uniscono il gruppo e gratificano l’atleta. Sono consapevoli dei mezzi degli altri, io guardo il crono e lascio aperta la porta a tutti. La cosa bella è che ne ho dieci che fanno 3’55”.

C’è gloria personale anche nel quartetto?

Per fare bene in quattro, devi credere in quello che fai e a quel punto anche nel quartetto c’è qualcosa di personale. Una specialità olimpica vale l’altra e loro se la giocano nel migliore dei modi. Una volta non riuscivano a qualificarci, ora siamo fra i primi due quartetti al mondo.

Ganna ha parlato anche dello sviluppo tecnologico legato alla crono.

Mi pare che abbia portato la posizione del Bolide da pista sulla strada. Del resto l’inseguimento è la ricerca della prestazione massimale in un tempo limitato. Se aggiungi la galeria del vento e l’esperienza Ineos, ecco che il miglioramento viene per forza. Con Cioni ci sentiamo ogni 15 giorni. Dopo la crono eravamo già a parlare del Giro e poi dei campionati europei in pista.

Ganna sarà in Bulgaria?

Me lo ha chiesto lui dopo la crono, gli ho risposto che ne parleremo dopo il Giro.

Si è sempre detto che il Giro gli darà un extra-boost di resistenza.

Ne sono certo, ma bisognerà che gli insegnino a gestirsi nelle tre settimane. Lui è un generoso entusiasta, potrebbe avere la tentazione di strafare e di trovarsi senza forze durante la corsa. Non è facile trovare un posto per i Giri nella Ineos, per cui si è meritato la convocazione per il Giro d’Italia e credo che Thomas ne sia stato ben contento.

Come lo hai visto alla partenza della crono?

Era super convinto, non aveva paura di niente. Forse perché vivendo la vigilia con Thomas e Dennis, ha misurato loro la pressione. Prima di una finale in pista chiama o scrive dieci volte a Viviani, questa volta non ha chiesto nulla, se non del taping a un massaggiatore.

Viviani… Secondo Villa, ci sarà anche lui nel quartetto olimpico?

Andremo in cinque. Uno di questi farà l’omnium e altri due il madison. Elia questa cosa la sa e credo per lui sia il momento di ripassare la lezione della pista. Gli manca, secondo me. Gli manca la punta di velocità e lo stimolo del quartetto può servire per dargli la scossa, glielo dico ogni tanto…

Simone Consonni, Elia Viviani
Assieme a Consonni ai mondiali di Berlino 2020
Simone Consonni, Elia Viviani
Assieme a Consonni ai mondiali di Berlino 2020, Viviani si è accorto che qualcosa mancava
E lui cosa dice?

Credo che ai mondiali di Berlino abbia visto che qualcosa gli manca. E’ stata una stagione anomala, con due ripartenze. Per uno che in avvio fa sempre fatica, la difficoltà è doppia. E’ caduto al Tour Down Under, ha saltato l’Oman che non si è fatto, non ha fatto la preparazione in pista per correre la Sanremo, ma la Sanremo non si è fatto. Finito il lockdown, è andato al Tour con otto corse. Difficile che potesse far bene…

La stessa analisi fatta da Damiani.

Il miglior Elia fu quello del campionato italiano su Pozzovivo e Visconti vinto dopo il Giro d’Italia del 2018. Per come lo conosco, queste sono sempre state le sue caratteristiche. Non va in forma presto. Al mondiale del 2016 subì una batosta da Gaviria, poi però vinse le Olimpiadi. Questa è la stagione che ci attende. E non è affatto poco…