Langellotti, un monegasco che vive con i campioni in casa…

18.08.2024
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E’ ormai risaputo che a Montecarlo c’è una clamorosa concentrazione di ciclisti professionisti. Il buon clima e le agevolazioni fiscali convincono ormai da anni a spostarsi nel Principato, dove sulle strade e in bici si parlano tutte le lingue del mondo. Non ci si è mai chiesti però che cosa ne pensino i corridori locali, se quest’agglomerato di talento sta avendo effetti anche sul movimento locale.

La notizia di pochi giorni fa è che la Ineos Grenadiers, nel suo processo di rinnovamento per il 2025, ha ingaggiato anche un corridore monegasco, Victor Langellotti già nel giro delle professional, venendo dalla Burgos BH. Tocca a lui farci un po’ da Cicerone per le strade di Montecarlo per capire come viene vissuta la presenza di tanti campioni.

Per il monegasco nel 2024 la piazza d’onore al Classic Grand Besançon Doubt
Per il monegasco nel 2024 la piazza d’onore al Classic Grand Besançon Doubt
Come sei arrivato a praticare il ciclismo?

Ho cominciato a circa 12 anni. Mio padre andava in bicicletta quando ero piccolo e quindi è stato lui a trasmettermi la passione per il ciclismo.

Nel 2022 hai vinto la prima corsa per un ciclista monegasco: che ricordi di quel giorno?

Era un sogno. Non pensavo che un giorno sarei riuscito a vincere una gara professionistica. E’ stato un grande momento per me e per il mio team Burgos BH perché erano passati 2 anni dall’ultima volta che la squadra era riuscita a vincere una gara. Quindi è stato un momento fantastico e ho potuto condividerlo con tutta la squadra. Inoltre è diventato un momento storico per il mio Paese. Il Principe mi ha chiamato per farmi i complimenti quindi ho davvero un bel ricordo.

La vittoria di Langellotti alla Volta a Portugal nel 2022, precedendo Moreira e McGill
La vittoria di Langellotti alla Volta a Portugal nel 2022, precedendo Moreira e McGill
A Monaco risiedono molti campioni di ciclismo, capita mai d’incontrali anche in allenamento?

Sì, molto regolarmente poiché sono moltissimi i ciclisti professionisti che vivono a Monaco. Penso che attualmente siano una quarantina, relativamente solo al WorldTour. Quindi, ogni giorno in allenamento ci incontriamo. Alcuni pedalano insieme, ne incontriamo moltissimi. Anche stamattina sono andato ad allenarmi e ho potuto incontrare Mohoric e Pogacar.

Con quali corridori fra quelli che risiedono a Monaco hai più legato?

Con il mio connazionale Antoine Berlin, che corre nella squadra continental di Bike Aid. E’ davvero quello a cui sono più vicino e con cui mi alleno più spesso. Di regola però preferisco allenarmi da solo. Infatti mi permette di concentrarmi sugli esercizi che devo fare in allenamento.

Nei suoi allenamenti il monegasco incontra sempre grandi campioni, dirigendosi verso l’Italia
Nei suoi allenamenti il monegasco incontra sempre grandi campioni, dirigendosi verso l’Italia
Come sono le strade per allenarsi nella tua città, che percorsi ci sono?

Monaco è molto piccola, è solo 2 chilometri quadrati. Quindi per allenarci dobbiamo partire da Monaco e andare in Francia e Italia perché il confine italiano non è lontano. Penso che siamo a 14-15 chilometri da Ventimiglia, da lì troviamo terreno molto montuoso, ci sono tantissime salite e colline, l’ideale per allenarsi. Poi c’è tutta la parte sul mare, tutta la costa, quella è per la maggior parte piatta. E poi, appena torniamo, ci addentriamo nell’entroterra. Lì ci sono molte salite e di conseguenza l’allenamento può diventare rapidamente molto duro. Ma è anche un fantastico parco giochi per un allenamento perfetto tutto l’anno. E anche le condizioni meteorologiche sono molto, molto buone. Il tempo è sempre molto molto bello a Monaco… Anche in inverno, le condizioni sono piacevoli per l’allenamento. E’ anche per questo che ci sono tanti professionisti che vivono qui e che sono felici di vivere a Monaco.

Le cronometro non sono il suo forte, ma spera di avere qualche miglioramento
Le cronometro non sono il suo forte, ma spera di avere qualche miglioramento
La presenza di tanti campioni sta cambiando qualcosa in città, i ragazzi monegaschi sono più interessati a fare ciclismo?

Sì, ma non ci sono solo ciclisti. Abbiamo anche la fortuna di avere molti piloti di Formula 1 che vivono a Monaco, giocatori di tennis e anche alcuni calciatori. Ci sono molti atleti che vivono qui e questo permette soprattutto ai giovani di incontrarli. Per chi va in bicicletta, la possibilità di pedalare con loro è un valore enorme. Le scuole e le federazioni sportive di Monaco puntano su questo per incoraggiare i ragazzi a fare sport. A volte capita che certi professionisti vadano a parlare nelle scuole, vadano a parlare in diversi club. Per poter interagire con i giovani e poterli motivare a fare sport, invogliarli e ispirarli. Intanto nella vita quotidiana e poi per alcuni, quelli che lo vogliono e che possono farlo ad alto livello, farne anche la propria professione.

Victor Langellotti ha conquistato le sue 2 vittorie in salita, nel 2022 in Portogallo e nel 2023 in Turchia
Victor Langellotti ha conquistato le sue 2 vittorie in salita, nel 2022 in Portogallo e nel 2023 in Turchia
Che tipo di corridore sei e quali sono le corse dove ti trovi meglio?

Uno scalatore, non per le salite lunghe ma sugli strappi brevi è il mio terreno preferito. Diciamo dai 2 agli 8 chilometri, mi trovo a mio agio quando l’arrivo è in salita. Le mie due vittorie le ho ottenute sempre attaccando in un finale in salita. Ma sto lavorando per migliorare anche sulle salite più lunghe.

Tu hai un cognome italiano: che rapporti hai con il nostro Paese, vieni spesso qui?

Mio padre è italiano. Venne a vivere a Monaco quando aveva 18 anni ed era originario di Napoli. Buona parte della mia famiglia è a Napoli e quindi metà della famiglia è italiana. Io ci vado regolarmente ad allenarmi e a rivedere i parenti, anche se non spesso quanto vorrei. L’italiano lo parlo molto poco, ma lo capisco.

A 29 anni Langellotti ha firmato un biennale con la Ineos Grenadiers, come uomo per le salite
A 29 anni Langellotti ha firmato un biennale con la Ineos Grenadiers, come uomo per le salite
Il prossimo anno passerai alla Ineos: che cosa rappresenta per te entrare in un team del WorldTour?

Beh, per me è davvero un sogno diventato realtà. Quando ero junior e promettente, era il Team Sky, il riferimento per tutti. E così sono sempre cresciuto con il sogno di far parte un giorno della squadra Sky. Ora sono molto, molto felice di potermi unire a loro l’anno prossimo. E’ per la mia carriera un progresso molto grande. C’è un enorme divario di livello tra Burgos BH ed Ineos, vedo quanto lontano posso andare, come esprimere il mio pieno potenziale, magari partecipare un giorno al Tour de France, quello sarebbe il mio obiettivo. Oppure la Vuelta 2026 che inizierà proprio a Monaco.