Il “nuovo” Sheffield è pronto a prendersi la Ineos

01.04.2025
5 min
Salva

Leonardo Basso, da qualche settimana diesse della Ineos Grenadiers, ci risponde direttamente dalla Coppi e Bartali. La breve corsa a tappe che da Ferrara arriva a Forlì dopo cinque giorni insidiosi e pieni di ricche occasioni, golose prede per corridori coraggiosi. Uno di coloro che era chiamato a fare bene per confermare l’ottimo periodo di forma era lo statunitense Magnus Sheffield. Uscito con una vittoria di tappa all’ultima occasione buona alla Parigi-Nizza, nella quale ha conquistato anche un quarto posto nella generale. L’inizio di stagione dello spilungone di Coon Rapids, cittadina del Minnesota, ci ha mostrato un altro Sheffield, o così sembra. Ne parliamo con lo stesso Leonardo Basso, che in questi primi mesi del 2025 ha diretto tante volte dall’ammiraglia. 

«Arrivavamo da un mese abbastanza buono – racconta Basso – dopo la Parigi-Nizza, la Tirreno e il grande risultato della Sanremo volevamo fare bene anche alla Coppi e Bartali».

Alla Coppi e Bartali Sheffield ha perso la maglia di leader dopo una caduta in discesa nella quarta tappa
Alla Coppi e Bartali Sheffield ha perso la maglia di leader dopo una caduta in discesa nella quarta tappa

La giusta via

La stagione di Sheffield, che a quasi 23 anni (li compirà il 19 aprile) è al suo quarto anno nel WorldTour, è partita molto bene. L’americano sembra aver trovato il giusto equilibrio per riuscire a emergere dal pelo dell’acqua mostrando il suo talento e le sue doti naturali. 

«Ho avuto modo di conoscerlo bene – continua Basso – e devo dire che Sheffield è un ragazzo molto intelligente e sensibile. Non dico che lavorare con lui sia facile, però è uno che recepisce subito ciò che gli si vuole dire ed è in grado di fornire feedback accurati. E’ un corridore serissimo e molto dedito al lavoro. Nel 2022 da neo professionista aveva inanellato una serie di grandi risultati, poi nelle due stagioni successive ha faticato un po’ ma ci sta. Fa parte dell’essere giovani, non sempre è facile gestire il tutto».

Qualche giorno prima di correre in Italia aveva vinto l’ultima tappa alla Parigi-Nizza, conquistando il quarto posto finale
Qualche giorno prima di correre in Italia aveva vinto l’ultima tappa alla Parigi-Nizza, conquistando il quarto posto finale
Cosa hai potuto ammirare da quando lo segui in corsa?

Abbiamo iniziato con il Trofeo Laigueglia, che ha chiuso al sesto posto. Sheffield è un atleta al 100 per cento e lavora in maniera seria sempre. Il suo modo di fare è uno di quelli che prima o poi ripaga. Fisicamente ora si trova in una buonissima condizione e se contiamo che questo è il suo quarto anno in Ineos allora va da sé che ci sia stata anche una maturazione ulteriore. 

In che senso?

Nel ciclismo moderno i ragazzi sono chiamati a essere maturi prima rispetto agli anni passati. Un corridore di ventidue anni, o anche di venti, accelera determinati processi e questo porta ad avere maggiori responsabilità. 

Sheffield è uno specialista delle cronometro: qui al Giro 2024 durante la prova di Perugia
Sheffield è uno specialista delle cronometro: qui al Giro 2024 durante la prova di Perugia
Ora sembra aver trovato una maggiore solidità, è così?

Da fuori è più facile giudicare le carriere dei corridori, noi che viviamo tutti i giorni a contatto con questi ragazzi vediamo quanti sacrifici fanno. E’ più difficile emergere ora. Sheffield da quanto ho visto è uno che si impegna al 300 per cento su ogni fronte. Da quanto mi hanno detto è un corridore che ha sempre avuto questa grande dedizione al lavoro. Poi non tutti gli anni sono uguali, ci sono dei fattori esterni e si deve trovare la formula giusta.

Quali sono le sue qualità su cui si può puntare?

Sheffield è capace di leggere la corsa e impostarla. Con lui si riesce ad avere un confronto aperto, recepisce bene quelli che sono i segnali di noi diesse ed è in grado di offrire idee e opinioni utili ai fini della corsa. Riesce a seguire il piano tattico al 100 per cento e quando si trova nella situazione cruciale sa capitalizzare

Al Fiandre del 2024 l’americano è arrivato sesto dopo la squalifica di Matthews
Al Fiandre del 2024 l’americano è arrivato sesto dopo la squalifica di Matthews
Ci fai un esempio?

Al Laigueglia, che è stata la prima gara in cui ero in ammiraglia al suo fianco, conosceva perfettamente il percorso e nell’avvicinamento sapeva cosa fare e cosa pretendere dai compagni. Anche alla Parigi-Nizza ha dato prova di grandi qualità. Avevamo una squadra di assoluto livello e quando si creano determinati meccanismi corri in maniera più aggressiva. Questo ha portato alla vittoria nell’ultima tappa. Quel giorno ho visto tanto lavoro di squadra e l’istinto del corridore, insomma tutto il bello del ciclismo. 

Tatticamente come lo hai visto?

Forte. Ha grandi qualità a cronometro (al Giro del 2024 a Foligno è arrivato terzo alle spalle di Pogacar e Ganna, ndr) e questo gli permette di essere costante sul passo. Inoltre il suo fisico gli permette di essere presente anche nelle Classiche del Nord. Lo scorso anno ha fatto sesto al Fiandre, mentre nel 2022 al suo primo anno nel WT ha vinto la Freccia del Brabante. Anche quest’anno ha in programma la Dwars Door Vlaanderen e il Giro delle Fiandre

Ineos si allarga in America. Ma non vuole fermarsi lì…

25.02.2025
6 min
Salva

Uno sguardo verso l’Europa, con l’accordo stretto con la Continental tedesca Lotto Kern-Haus PSD Bank che accoglie gli under 23, un altro oltreAtlantico, cooptando la Hot Tubes Develpment Cycling che da quest’anno diventa il vivaio juniores della Ineos Grenadiers. La strada per tornare ai livelli del passato, per il team britannico, passa per una completa ristrutturazione della sua filiera guardando all’estero. Toccherà a Dario Cioni e Simon Watts tenere le fila della struttura e i collegamenti con il team a stelle e strisce, che ha nell’effervescente Toby Stanton il suo presidente e fondatore.

La squadra a stelle e strisce si è allenata a lungo in Arizona. Sarà in Europa in primavera
La squadra a stelle e strisce si è allenata a lungo in Arizona. Sarà in Europa in primavera

Rintracciato durante il ritiro prestagionale al caldo dell’Arizona, Stanton accoglie con entusiasmo l’idea di raccontare la sua creatura organizzativa e presentarsi così al pubblico di appassionati del Vecchio Continente: «Ho fondato questa squadra nel 1992. La storia è abbastanza curiosa: io avevo corso un po’ da junior, poi però avevo smesso, ma alcuni ragazzi del posto mi hanno chiesto di portarli a una gara perché avevo un furgone. Essendo piuttosto bravi, li ho portati ai campionati nazionali quell’anno e abbiamo vinto. Ma ciò significava che l’anno dopo sarei dovuto tornare perché eravamo campioni nazionali in carica, così è iniziato tutto».

Come siete andati avanti?

Uno dei miei vecchi corridori, Ian Boswell, era approdato alla Sky. Ebbe una bella carriera. Quindi avevo una specie di legame lì. Avevo un mio amico che lavorava alla Sky, Robbie Ketchel. Viveva non molto lontano da me, quindi gli ho parlato di un corridore che avevo, Magnus Sheffield che poi sapete bene chi è diventato.

Toby Stanton, fondatore del team americano con i suoi ragazzi
Toby Stanton, fondatore del team americano con i suoi ragazzi
Secondo te questo matrimonio con la Ineos sarà utile per l’affermazione dei corridori statunitensi?

Sì, ma la strada per la loro evoluzione c’è già, pochi considerano che ora ci sono più americani nel tour mondiale di quanti ce ne siano mai stati. Una volta avevamo Lemond e pochi altri, poi Hampsten e Phinney, poi la generazione di Armstrong, ma non c’era un livello medio come ora. Non c’era finora un sistema di scouting o di sviluppo, quindi non c’era un modo davvero buono per tutte queste squadre europee di riconoscere chi erano i buoni americani. Per un europeo è diverso, già a 15 anni un corridore ha gli occhi addosso di procuratori e team di alto livello. La nostra attività è un po’ nascosta, puoi trovare qualcosa su Procyclingstats ma in realtà non vanno neanche a cercarla.

Magnus Sheffield, forse il maggior talento espresso negli ultimi anni
Magnus Sheffield, forse il maggior talento espresso negli ultimi anni
Da dove nasce però l’accordo con il team britannico?

Penso che Ineos fosse interessata a noi perché siamo una delle due sole squadre in America che gareggiano fuori dal continente. Andiamo in Europa e ci gareggiamo regolarmente. Solo così puoi farti un’idea di quanto sono bravi questi ragazzi. Sanno che il percorso per arrivare al contratto da pro’ significa che devono correre in Europa da juniores e a meno che non riescano a entrare nella squadra nazionale degli Usa, ci sono pochissime opzioni per entrare in una squadra di livello. Diciamo che si fidano del modo in cui sviluppo gli atleti e sviluppo le persone. Io non guardo solo al ciclista, ma all’uomo in formazione. Quindi quando AJ August era al primo anno da junior, Cioni è venuto da me, ha trascorso qualche giorno con la squadra e ha avuto modo di conoscere me e gli atleti. I due che stava osservando ora sono alla Ineos.

Andrew J August è l’ultimo talento espresso dal vivaio della Hot Tubes. Oggi è al 2° anno alla Ineos
Andrew J August è l’ultimo talento espresso dal vivaio della Hot Tubes. Oggi è al 2° anno alla Ineos
Che cosa è successo quando si è saputo del vostro accordo?

Mi sono arrivate tantissime richieste soprattutto dalla Gran Bretagna. Abbiamo addirittura avuto messaggi di protesta perché non eravamo un team britannico, ma noi siamo un pezzo del programma di sviluppo Ineos, la geografia non conta. Credo che in definitiva il loro obiettivo sarebbe avere un partner di sviluppo in vari Paesi, compresa l’Italia. Avere molte partnership con buoni programmi in modo che possano vedere il talento ovunque.

Qual è la situazione del ciclismo statunitense e perché dopo il boom d’inizio secolo c’è stato un calo di attenzione?

Questa è una bella domanda. Non è un problema di atleti come ho già detto, ma di gare, di calendario. E’ davvero costoso fare una gara in America perché la polizia ha costi alti ed è difficile chiudere le strade. L’America aveva un sacco di gare locali e regionali, ma non competevano con le grandi gare. Il Tour della California, dello Utah, del Colorado, quando sono arrivate queste grandi gare hanno in un certo senso eliminato le più piccole. E’ semplicemente più difficile organizzare gare in America di quanto non fosse prima. Molti quindi si dirottano verso la mtb, più agevole da gestire e con numeri molto maggiori.

Artem Shmidt ha iniziato la sua carriera alla Hot Tubes venendo poi presto in Europa. Anche lui è alla Ineos
Artem Shmidt ha iniziato la sua carriera alla Hot Tubes venendo poi presto in Europa. Anche lui è alla Ineos
I campioni attuali del ciclismo mondiale, da Pogacar a Evenepoel, quanto sono conosciuti negli Usa?

Molto. Ogni junior, ogni master, ogni corridore li conosce. Abbiamo accesso a ogni gara online, possiamo guardare ogni gara e penso che il numero di spettatori in America sia molto, molto alto. Ogni corridore americano sa che aspetto ha Remco, sa che aspetto ha Tadej. La Strade Bianche ad esempio ha un’audience altissima. Senza parlare di Giro, Tour, Vuelta.

Verrete in Europa e per quali corse in particolare?

Sì, credo che abbiamo programmato 3 o 4 viaggi in Europa. Non so se saremo in Italia. So che saremo in Belgio, Francia, Germania e Spagna.

Enzo Edmonds ha solo 17 anni, ma Stanton è sicuro che farà una grande carriera visti i valori che esprime
Enzo Edmonds ha solo 17 anni, ma Stanton è sicuro che farà una grande carriera visti i valori che esprime
Attualmente chi sono i corridori più forti nel vostro team?

Ho un team forte nel complesso, ma non ho, almeno al momento, un ragazzo, un corridore dominante come un AJ August o un Magnus Sheffield. E’ davvero difficile dirlo con gli juniores perché crescono molto in fretta. Un ragazzo che l’anno scorso era solo in mezzo al gruppo, se matura fisicamente, all’improvviso potrebbe essere un atleta fenomenale. Ad esempio ci sono i due figli di David Zabriskie, che ha corso fino al 2013. Fisicamente sono promettenti, ma finché non li mettiamo in gara con altri atleti davvero bravi, è davvero difficile dire che valore hanno. Oppure c’è Edmonds che si è messo in luce nel 2024 anche in Europa. Ora ci sono 15 ragazzi, le dinamiche delle gare stanno cambiando molto, molto velocemente. Ma finché non li metti in gara, non lo sai mai.

Sheffield, il bambino terribile con il carattere da grande

14.08.2022
4 min
Salva

Al Tour, Magnus Sheffield non c’era. La Ineos Grenadiers ha preferito riservarlo per altre gare più brevi, a cominciare dal Giro di Polonia, per continuare a farlo crescere per gradi, considerando che parliamo di un americano poco più che ventenne. Ma se trattiamo la nuovissima “Usa connection” che in terra francese ha fatto mirabilie, non possiamo non considerare anche Sheffield, che in primavera è stato il portacolori a stelle e strisce che più ha fatto parlare di sé.
La sua impresa alla Freccia del Brabante, con quella vittoria in condizioni climatiche molto difficili e sul classico pavé non poteva passare inosservata e per certi versi è come se avesse chiuso la prima fase di una storia velocissima, perché questo ragazzone di Minneapolis, ma cresciuto a New York è abituato ad andare a tutta velocità. Lo ha sempre fatto, la sua crescita ciclistica è infatti durata lo spazio di pochissimi anni, chiudendo la precedente parentesi dedicata allo sci alpino.

Nella sua evoluzione lo spostamento da Minneapolis a New York ha un suo peso. Da una città americana a quella che molti considerano un “pezzo d’Europa” trasferito oltre Atlantico, Sheffield ha sempre avuto nel suo cuore una forte vocazione europea, probabilmente mutuata dalla madre norvegese. Per anni Magnus, che ha il doppio passaporto, aveva proprio seguito le orme materne. Appena arrivavano i mesi freddi, via verso le montagne, con gli amati sci ai piedi. In Colorado o in Europa, sulle Alpi, a imparare e divertirsi, a guardare i campioni come Bode Miller. Sognava di essere come lui, ma pian piano quella bici che era il suo strumento per mantenere la condizione d’estate ha preso il sopravvento.

Ineos Polonia 2022
Il gruppo Ineos, primo a squadre al Tour de Pologne. Per Sheffield una grande esperienza (foto Szymon Gruchalski)
Ineos Polonia 2022
Il gruppo Ineos, primo a squadre al Tour de Pologne. Per Sheffield una grande esperienza (foto Szymon Gruchalski)

Il dono della memoria

Quella passione della sua infanzia ha però avuto un forte impatto sulla sua carriera ciclistica, perché rispetto a tutti gli altri Sheffield ha una particolarità: una memoria prodigiosa. Gli basta un solo sopralluogo sui percorsi e impara ogni metro di percorso, soprattutto ogni curva. Anzi proprio le curve sono un aspetto fondamentale perché non sbaglia mai traiettoria. Tutto grazie a quell’esperienza e colpo d’occhio che ha maturato sulla neve, come fanno gli slalomisti quando ripassano mentalmente la pista mimando ogni passaggio di porta.

Su capacità simili hanno messo subito gli occhi i dirigenti della Ineos. Dopo la straordinaria carriera da junior, con il podio mondiale nel 2019 (nella foto in apertura di Getty Images), lo avrebbero tesserato subito, ma non avendo spazio hanno per così dire contribuito a trovargli spazio alla Rally Cycling, una delle principali professional americane, dove comunque Sheffield è rimasto ben poco, perché già da quest’anno era nel gruppo principale del team britannico e i tecnici non lo hanno risparmiato. Ben 46 giorni di gara fino ad ora e risultati di grande spessore con una vittoria alla Vuelta a Andalucia oltre a quella belga. In più altre 8 top 10 al suo attivo, tra cui la piazza d’onore ai nazionali a cronometro e il terzo posto in linea.

L’obiettivo del Tour

Ma che corridore è Sheffield? A chi glielo chiede, l’americano risponde sempre allo stesso modo: «Uno che vuole andar forte dappertutto. Per ora emergo nelle classiche d’un giorno, ma il mio obiettivo è puntare alle classifiche generali delle corse a tappe». Il che tradotto significa al Tour de France, unica “vera” gara per gli americani, unico evento su due ruote che riesce a sfondare l’interesse sportivo dell’americano medio solitamente assorto fra gli sport nazionali di squadra.

Per arrivare a questo, Sheffield fa un po’ di tutto: ciclocross, mtb, anche pista. Qui addirittura vanta il record mondiale junior nell’inseguimento in 3’06”447 (ancora non riconosciuto dall’Uci). Su di lui gli americani puntano per costruire un quartetto in grado di giocarsi il podio già a Parigi 2024, Sheffield è pronto, anche se ammette che su pista ha ancora poca esperienza e soprattutto, inseguimento a parte, si sente come un pesce fuor d’acqua.

Sheffield Hayter 2022
Sheffield con Hayter, vincitore in Polonia. L’americano è stato cruciale nella sua difesa
Sheffield Hayter 2022
Sheffield con Hayter, vincitore in Polonia. L’americano è stato cruciale nella sua difesa

In Polonia per Hayter

Intanto al Giro di Polonia è stato un gregario prezioso per Hayter, ma definirlo gregario è forse riduttivo. I tecnici della Ineos erano estasiati nel vedere il suo acume e la sua forte presenza nel gestire alcune fasi della corsa in difesa del capitano britannico. A chi gli chiedeva come facesse a essere così maturo per la sua età, Sheffield ha risposto: «Non mi presento mai al via così tanto per farlo, ogni mia gara deve avere uno scopo». La sua storia è appena iniziata.

La svolta verde della Ineos, a tu per tu con Cioni

30.09.2021
4 min
Salva

Luke Plapp (australiano classe 2000), Magnus Sheffield (statunitense classe 2002) e Ben Tulett (inglese classe 2002), la Ineos-Grenadiers va verso la sua svolta verde. Questi tre giovani vanno ad aggiungersi agli altri due gioiellini Pidcock e Rodriguez, senza contare il “vecchietto” Bernal!

Qualche tempo fa Dario David Cioni, preparatore e diesse ormai storico del team inglese, ci aveva detto che avevano iniziato a fare certi “esperimenti” con Carlos Rodriguez. Adesso si fa un passo avanti.

Luke Plapp in allenamento già con la maglia Ineos (foto Instagram)
Luke Plapp in allenamento già con la maglia Ineos (foto Instagram)
Dario, una bella svolta verde…

Diciamo di sì. Si va avanti a cicli e probabilmente noi eravamo arrivati un po’ alla fine con Thomas e Froome. Il cambiamento a mio avviso è iniziato già un paio d’anni fa quando è andato via Chris. Bisognava rinnovare la squadra. Contestualmente abbiamo visto che le altre squadre iniziavano a raccogliere bei risultati anche con i giovani. Cosa che comunque abbiamo fatto anche noi. Guardate Ethan Hayter o lo stesso Filippo (Ganna, ndr).

Avete preso tre corridori di madrelingua inglese: scelta voluta o casuale?

Casuale, ma non del tutto. I legami con la parte inglese ci sono e vanno anche mantenuti. Ma per quel che riguarda Platt, per esempio, il suo ingaggio è stato una casualità. Insomma quest’anno non abbiamo preso spagnoli o sudamericani.

Chi gestirà questi ragazzi?

Lo stiamo decidendo in questo periodo. L’altro giorno sono andato al mondiale proprio per parlare della struttura 2022. Più o meno ci sarà un gruppo di persone che cureranno i ragazzi più giovani e dovrei farne parte anche io. In ogni caso non ci sarà un’esclusività da parte di questo o di quel tecnico.

Sarà quindi un’impegno della Ineos in generale…

Esatto. Anche perché alla fine abbiamo deciso di non fare una continental, ma di strutturare in modo diverso il nostro settore giovani. Ma questo non vuol dire che i due settori (quello dei “grandi”, ndr) saranno separati. 

Magnus Sheffield (19 anni) è anche un ottimo pistard
Magnus Sheffield (19 anni) è anche un ottimo pistard
C’era questa idea quindi?

Sì, ma come detto l’abbiamo scartata. Daremo uno sguardo alle altre continental e magari i giovani che ci interessano li seguiremo a distanza, un qualcosa che potremmo fare con delle squadre prestabilite.

Un gruppo giovani, dicevi, ma chiaramente i ragazzi non potranno fare delle gare U23 essendo una WorldTour…

Chiaro che no, ad eccezione di Avenir e mondiale, però si può portare avanti un lavoro insieme alle loro squadre. Per esempio avevamo già adocchiato Sheffield l’anno scorso, quando poi siamo sicuri gli proponiamo un contratto. 

E quali saranno queste squadre?

Anche questo lo stiamo definendo. In passato abbiamo una bella collaborazione con il Cycling Team Friuli. Gianni Moscon lo abbiamo preso dalla Zalf, ma già lo supportavamo, stessa cosa con Pidcock alla Trinity o Hayter per quel che riguarda le corse su strada.

Ma la Ineos ha il suo talent scout, “il Maxtin” della situazione?

No, siamo una serie di persone. In passato seguivamo questi aspetti io e Hellingworth, l’anno prossimo vedremo.

Ben Tulett è un talento inglese, che non poteva non far parte della corazzata di Brailsford
Ben Tulett è un talento inglese, che non poteva non far parte della corazzata di Brailsford
Parliamo un po’ di questi tre ragazzi della svolta verde. Partiamo da Plapp, secondo al mondiale a crono U23…

Ragazzo che già conoscevamo, soprattutto per le sue qualità mostrate in pista, tanto che ha fatto parte del quartetto olimpico con la sua Australia a Tokyo. Farà lo stagista con noi nelle prossime corse in Italia anche se non sarà al top, in quanto viene da una frattura. Nella crono iridata è andato bene perché su quella distanza con i rulli si è salvato bene.

Scheffield? Lui viene dalla Rally, una professional americana che in Europa vediamo col contagocce…

Lui lo avevamo adocchiato già per l’inizio del 2020, ma soprattutto a causa del Covid ha perso di fatto un anno molto importante, il secondo da juniores, restando “bloccato” negli Usa. Ha stabilito il record del mondo in pista sui 3 chilometri. Volevamo fargli un contratto, ma poi ha preferito la Rally. Non si è trovato bene, ha rescisso l’accordo e a quel punto ci siamo fatti avanti noi. Ci è sembrata la scelta più facile.

E poi c’è questo Tulett, lui seppur giovanissimo viene da una squadra importante, la Alpecin-Fenix e ha fatto nono al Giro di Polonia…

Sì, lui già ha mostrato qualcosa. Ha molto da imparare e grandissime potenzialità. Starà a noi fargliele esprimere al meglio.