Tra i corridori di questo finale di stagione più “misteriosi” c’è Tom Pidcock. Il campione olimpico di Tokyo 2020 nella Mtb dopo quel giorno è stato travolto da mille impegni, dalla Vuelta e adesso già intravede il mondiale di domenica prossima. Un turbinio di cui vorremmo sapere di più. E Dario Cioni, preparatore e diesse della Ineos Grenadiers, ci aiuta in tutto ciò.
Alla Vuelta ha faticato non poco. Ha provato ad entrare in una fuga, riuscendoci, si è messo a disposizione del team ed ha scoperto la nuova (per lui) sfida delle tre settimane di gara.
Dario, come è stato il post Olimpiadi di Tom? E come ha approcciato la Vuelta?
Sul discorso delle Olimpiadi sono sincero non so moltissimo, perché non l’ho seguito direttamente. So però che dopo il suo trionfo è stato coinvolto in appuntamenti, celebrazioni… e quindi non ha potuto avere un approccio standard alla Vuelta. Come l’ha approcciata: beh, per lui era totalmente una gara esplorativa. Era in Spagna per fare esperienza. Era il suo primo grande Giro e volevamo vedere come reagiva.
E come ne è uscito?
Beh, sicuramente affaticato. Come detto non ha avuto l’approccio migliore. Negli ultimi periodi dovendo preparare le Olimpiadi in Mtb era a corto di chilometri e soprattutto nei primi giorni ha faticato, tanto più con quel caldo che c’era. Ma alla fine col talento che ha, è venuto fuori. E se l’è cavata bene.
Cosa vi ha detto?
Che è rimasto impressionato dal lavoro dei gregari e di Puccio in particolare. Ma come faceva – ha detto Tom – a prendere tutta quell’aria un giorno, e poi il giorno dopo, e il giorno dopo ancora… Ha lavorato per i capitani (Bernal e Yates, ndr) e ha capito perché i leader hanno un rispetto assoluto per i gregari.
Adesso cosa prevede il suo programma?
Farà il mondiale di Leuven e poi basta. Non dimentichiamo che è giovane e ha già fatto molto.
Come mai però un corridore come lui, abilissimo nella guida e anche molto forte, non farà la Roubaix?
Vale un po’ il discorso fatto per Filippo (Ganna, ndr): è una Roubaix che ha una data “non sua”… Serve il giusto avvicinamento e devi avere la giusta voglia di prepararla. E come ho detto prima, Pidcock ha già fatto molto. Il cross, la Mtb, le classiche di primavera, le Olimpiadi, la Vuelta…
Ciclocross: farà la prossima stagione?
Sicuramente sì. E’ uno dei grandi interpreti di questa specialità e anzi… sarà interessante vedere come andrà dopo un anno su strada e dopo un grande Giro. Un laboratorio per vedere se gli avrà dato o tolto qualcosa.
E tu cosa ti aspetti?
In teoria un grande Giro dovrebbe darti dei vantaggi. Tanto più che lo ha fatto a fine stagione: se lo dovrebbe ritrovare anche per il cross.
E in Mtb continuerà oppure basta così?
E’ presto per dirlo, davvero. Immagino che qualcosa farà, visto che comunque è campione olimpico in carica.
A chi ti fa pensare Pidcock? Chi ti ricorda… anche tra coloro con i quali correvi?
Eh – ci pensa a lungo Cioni – che dire: è veloce. Perché uno che perde di un soffio l’Amstel Gold Race da Van Aert è per forza veloce. Fa tanta multidisciplinarietà: in tal senso ci sono stati altri casi. Magari è un po’ troppo veloce per le corse a tappe. Difficile fare un paragone. E’ ancora da vedere.