A Giussano, tra Monza e Como, c’è una bella giornata. Il sole risplende, ci sono circa 14 gradi; questo caldo fa ricordare a Maria Giulia Confalonieri il clima della Sicilia nel suo recente ritiro sull’Etna. La lombarda correrà fino al 2022 con la Ceratizit-WNT Pro Cycling e avvolta dal calore della sua terra si racconta…
Il ciclismo cos’è per te?
Fatica e tanta passione. E’ nato tutto un po’ per caso. Mio papà era il classico amatore della domenica che usciva in bici per divertirsi con gli amici. Io facevo nuoto da tanti anni, ma mi ero stancata, non mi emozionava particolarmente. Un giorno andai con mio zio da un fisioterapista, il quale mi disse che il ciclismo sarebbe stato lo sport giusto per me. Mia mamma mi aveva detto che se avessi lasciato il nuoto avrei comunque dovuto fare uno sport, così le dissi che sarei voluta andare in bicicletta. Pensava che mi sarei stancata subito, invece trascinai con me anche mia cugina Alice Arzuffi e da G6 iniziai.
Nuoto, bici… non hai mai pensato di fare triathlon ?
E’ uno sport molto bello e impegnativo, ma l’ho scoperto da grande. Mi intriga abbastanza, ma a piedi sono davvero lenta (ride, ndr).
Le tue prime vittorie importanti…
Il primo campionato italiano di ciclocross che ho vinto da esordiente di primo anno a Lecce. Su strada non ho vinto molto, da junior ho vinto una gara in solitaria in Friuli che è tutt’oggi la mia ultima vittoria su strada. Infine, per la pista, l’europeo a punti da junior.
Pista o strada?
Entrambe! Allenarsi in pista è bello, ma statico. Su strada mi piace tantissimo il fatto che posso sempre ammirare panorami diversi e godermi l’aria fresca. Però in gara l’adrenalina che ti dà la pista è unica: bisogna prendere una decisione in pochi secondi, è tutto molto veloce e ti regala una grande emozione (in apertura con l’oro europeo della corsa a punti 2019, ndr). Quando ero piccola facevo anche ciclocross, poi ho dovuto prendere una decisione e ho scelto la pista.
Non ti manca il cross?
Quando fanno le gare con una temperatura media e al sole mi viene voglia di praticarlo, ma quando guardo le corse al freddo e sotto la pioggia preferisco non essere al posto di quelle cicliste (ride, ndr). A volte faccio ciclocross d’inverno per divertimento con Alice.
Maria o Giulia? Quale nome ti piace di più?
Ti sembrerà strano, ma non sono due nomi. Si scrivono staccati, è vero, ma è come se fossero attaccati. I miei genitori non hanno saputo prendere una decisione e li hanno lasciati entrambi.
Una corsa che non dimenticherai mai…
I mondiali del 2018, il terzo posto nella madison. Era una specialità nuova ed è stata la prima medaglia dell’Italia. Un’emozione unica, una specialità meravigliosa.
Se non avessi scoperto il ciclismo, cosa avresti fatto nella vita?
Questa è una bella domanda che mi sono posta tante volte. Ho 27 anni, ma non ho tuttora le idee molto chiare su cosa fare una volta scesa dalla bici. Ho tante passioni come la lettura, gli animali e la cucina. Ma se ad oggi dovessi dire un possibile lavoro per me… non saprei proprio cosa scegliere.
Voi azzurre della pista…
Siamo sempre più unite. Andiamo molto d’accordo fortunatamente, dal momento che passando davvero tanto tempo insieme, sarebbe difficile se non fosse così. Però c’è da dire che quando tante donne si ritrovano a vivere nello stesso posto… è un po’ un caos!
Come si svolgono i tuoi allenamenti nei periodi di stop?
Mi dedico di più alla palestra, che è comunque qualcosa che cerco di fare sempre almeno una volta alla settimana. Vado diverse volte a Montichiari per allenarmi nel velodromo, quando iniziano le corse mantengo comunque sempre la stessa routine dal momento che le gare su pista mi impegnano un solo giorno. Quando invece faccio le corse a tappe su strada… cambia tutto.
Hai un idolo nel mondo del ciclismo?
Seguo tanto il ciclismo, ma non ho preferenze. Quando ho iniziato, Tom Boonen era il mio preferito. Adesso ne seguo tanti ma non prediligo nessuno.
I tuoi grandi obiettivi per questa stagione?
Sono tre quelli principali: riuscire ad arrivare davanti con costanza in tutte le gare del Nord, ottenere un posto in nazionale per le Olimpiadi per poi correre al meglio la madison e meritarmi la maglia azzurra per i mondiali su strada in Belgio.