Come mai Kristen Faulkner, portacolori del Team Jayco Alula è stata squalificata per l’uso di un misuratore di glucosio alle Strade Bianche? Come può aver influenzato la performance della statunitense, protagonista in quell’occasione di una lunga fuga in solitaria, terminata proprio sull’ascesa finale a Piazza del Campo a Siena, sfiorando il bottino completo?
Il sistema Supersapiens è composto da un sensore che invia i dati all’applicazione dello smartphoneIl sistema Supersapiens è composto da un sensore che invia i dati all’applicazione dello smartphone
La glicemia
Così come la macchina ha bisogno del carburante, il nostro fisico ha bisogno di nutrimento per svolgere una qualsiasi attività. Tanto più essa è intensa, quanto più alta sarà la richiesta di carboidrati semplici, ovvero gli zuccheri, come glucosio e fruttosio. La glicemia rappresenta la quantità di glucosio presente nel sangue e quindi quello effettivamente disponibile come energia per uso immediato o per lo stoccaggio sottoforma di glicogeno. In risposta all’abbassamento del livello di glicemia causato dallo sforzo di endurance, il pancreas rilascia il glucagone, ormone che attiva un processo metabolico per ottenere energia dal glicogeno presente nei muscoli e nel fegato.
Le scorte di glicogeno però si esauriscono facilmenteanche con un apporto di carboidrati nel caso di un’attività intensa come una gara, per di più se affrontata in fuga solitaria e con un tracciato particolarmente impegnativo. A serbatoio vuoto, il nostro corpo inizia a usare proteine e grassi per generare energia entrando in processi catabolici che, oltre a provocare un deterioramento muscolare, sono anche molto meno efficienti, determinando così un calo nella performance dell’atleta.
Dopo la vittoria di Van Aert a Calais al Tour 2022, il Ceo di Supersapiens lo ha celebrato in quanto cliente della prima oraDopo la vittoria di Van Aert a Calais al Tour 2022, il Ceo di Supersapiens lo ha celebrato in quanto cliente della prima ora
L’indicatore del carburante
Indossare un dispositivo per il monitoraggio del glucosio, banalizzando, è un po’ come avere la possibilità di vedere l’indicatore del carburante presente nel serbatoio della macchina. Con uno strumento simile è davvero difficile sbagliare e rimanere a secco.
Il dispositivo è indossato su un braccio e invia i dati rilevati istantaneamente ad un’applicazione. I dottori specialisti possono così valutare l’effettivo dispendio energetico dell’atleta in ogni fase dello sforzo. Possono così consigliare l’esatto apporto di carboidrati, al momento giusto e della tipologia più adeguata, curando anche la scelta dell’integratore a seconda delle proporzioni tra glucosio e fruttosio. Quest’ultimo infatti non influisce sui livelli di glicemia e, a differenza del glucosio, non ha un limite di assorbimento a livello cellulare, pur fornendo utili fonti energetiche.
La Eolo-Kometa utilizza il sistema Supersapiens per la preparazioneLa Eolo-Kometa utilizza il sistema Supersapiens per la preparazione
La ricerca del dettaglio
In un ciclismo sempre più tecnologico, ogni dettaglio è rilevante. I misuratori della glicemia sono utilizzati in allenamento per perfezionare il programma di rifornimento ed integrazione degli atleti. In questo modo si ottimizza il lavoro fisico svolto ogni giorno, ma anche per imparare a gestire l’alimentazione durante le gare più intense attraverso simulazioni. Certo però, che una previsione può essere approssimata rispetto ad un monitoraggio istantaneo, ragion per cui l’uso di questo tipo di dispositivo è valso la squalifica di Faulkner, statunitense del team Jayco Alula, che non ha rispettato il divieto imposto dall’ UCI a partire da giugno 2021.
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La Strade Bianche non una corsa come le altre, esigente, impegnativa e difficile da gestire anche dal punto di vista alimentare e dell'integrazione. Abbiamo chiesto a Filippo Zana della Bardiani-CSF.
Con quale bici si vince la tappa regina del Giro d’Italia Donne, resistendo al ritorno di Cavalli, Van Vleuten e Longo Borghini? C’è riuscita ieri Kristen Faulkner, l’atleta americana di 29 anni, che corre con la Bike Exchange-Jayco e a San Lorenzo Dorsino si è sciroppata 73 chilometri di fuga, sulla sua LIV Langma Advanced Pro Disc, arrivando con 59 secondi su Cavalli.
«E’ stata davvero dura – ha detto – sapevo che il modo migliore per vincere la tappa era partire da lontano, quindi sulla prima salita, neanche 20 chilometri dopo la partenza, Gaia Realini è partita e io sono andata con lei. E’ stata una gara di resilienza, la tappa di Cesena è stata piuttosto dura per me per la disidratazione, mentre ieri Amanda Spratt e Georgia Baker non sono partite per il Covid, quindi è stato davvero speciale restare forti e mostrare l’unione della nostra squadra e come non lasciamo che nulla ci abbatta».
Faulkner ha portato la sua LIV al successo dopo 73 chilometri di fugaFaulkner ha portato la sua LIV al successo dopo 73 chilometri di fuga
Il cuore della Langma
Faulkner ha portato per tutto il giorno sulle salite del Trentino la stessa bici in dotazione alle ragazze del team ufficiale LIV-Xstra. Mentre gli uomini della Bike Exchange-Jayco corrono con bici Giant, alle ragazze è stato fornito il modello di punta di LIV, brand femminile del gruppo taiwanese.
Il cuore della Langma è un telaio ultraleggero in carbonio Advanced Grade, che offre un ottimo rapporto fra rigidità e peso per una reattività ed esplosività senza pari. I tubi hanno sezione ellittica troncata.
In discesa nella tappa di ieri. La conformazione dell’obliquo rende la LIV molto guidabileIn discesa nella tappa di ieri. La conformazione dell’obliquo rende la LIV molto guidabile
L’obliquo è rettangolare e massiccio, mentre l’orizzontale è sovradimensionato. Essi lavorano all’unisono per fornire precisione di sterzata e maggiore resistenza alla torsione, offrendo una rigidità di guida e di pedalata senza precedenti.
Stabile nelle curve
Interessante anche la concezione del cannotto di sterzo. I cuscinetti della serie sterzo sono sovradimensionati (1-1/2” inferiore, 1-1/4” superiore) e il tubo è conico, lavorando in armonia per fornire la massima rigidità dell’anteriore.
«Mi sento molto stabile sulla bici – ha confermato Faulkner dopo la tappa di ieri – risponde molto bene, soprattutto nelle curve in discesa. Ce sono state molto critiche in questa tappa. Anche quando piove e la strada è scivolosa e me ne sono accorta al Giro di Svizzera. E’ stabile e sicura. E sono riuscita a esprimere una bella potenza, senza mai avere la sensazione che la pioggia rendesse pericoloso oppure ostacolasse il mio avanzare. E questo grazie alla bici».
Posizione avanzata
Faulkner pedala con altezza di sella di 69,5 e un discreto avanzamento, per avere una posizione aggressiva e reattiva: un’impostazione che le viene anche dall’attitudine per le crono. Oltre alla tappa di montagna di ieri, l’americana ha vinto anche il prologo di Cagliari, conquistando la prima maglia rosa (foto di apertura).
I freni a disco integrati flat mount offrono la sicurezza necessaria per mantenere la velocità anche in curva e pedalare in condizioni meteorologiche variabili, come testimoniato dall’atleta americana. Ieri il meteo è stato tutt’altro che incerto, ma l’impianto frenante è stato piuttosto stressato dalle discese veloci e tecniche di tutta la tappa. La Langma può ospitare anche pneumatici fino a 32 millimetri, anche se l’atleta americana utilizza sempre Tubolari vittoria da 28, montati su ruote Cadex da 42 millimetri di altezza.
La LIV Langma Advanced Pro Disc è leggerissima: 6,8 chiliLa LIV Langma Advanced Pro Disc è leggerissima: 6,8 chili
Quanto al resto dei componenti, spicca la sella AlacraSl, disegnata proprio per il pubblico femminile. La forma riduce la pressione, il telaio è in lega superleggera. Il design del naso largo e corto offre più supporto in varie posizioni di guida.
A Kristen Faulkner non resta che la tappa di Padova di oggi, poi il suo Giro sarà concluso e l’americana potrà tirare il fiato. E magari riposerà anche la sua bici Liv…
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Ci ha provato in tutti in modi, ma non le è riuscita la rivoluzione. A San Lorenzo Dorsino, sede della nona tappa del Giro d’Italia Donne, Marta Cavalli stacca nel finale Van Vleuten ma non le basta e chiude ancora seconda, stavolta dietro alla vincitrice Kristen Faulkner, in fuga dai primissimi chilometri.
La maglia rosa (quarta al traguardo) cede solamente 15” sfruttando le menate di Longo Borghini (davanti a lei) che stava sensibilmente mettendo nel mirino il terzo posto nella generale, complice un’altra giornata infelice di Mavi Garcia. Ottima prova ancora di Gaia Realini, in avanscoperta inizialmente con l’americana della BikeExchange-Jayco e alla fine quinta all’arrivo.
Il podio della nona tappa. Cavalli (a sx), Faulkner e Longo Borghini
L’arrivo di Marta Cavalli, seconda. Staccare Van Vleuten resta comunque una bella soddisfazione
Van Vleuten ringrazia Longo Borghini. Chissà come sarebbe andata senza le menate dell’italiana
Il podio della nona tappa. Cavalli (a sx), Faulkner e Longo Borghini
L’arrivo di Marta Cavalli, seconda. Staccare Van Vleuten resta una soddisfazione
Van Vleuten ringrazia Longo Borghini. Chissà come sarebbe andata senza le menate dell’italiana
«L’anno scorso ero sempre in fondo – spiega in mixed zone la Faulkner, che vincendo tutti e tre i gpm di giornata ha conquistato ufficialmente la maglia verde – quest’anno invece è stato molto speciale con finora due vittorie. Volevo dare il massimo non solo per la gloria personale, ma soprattutto per la squadra che fa un lavoro eccezionale. Dopo la fuga di ieri volevo continuare. Mi sentivo bene e sono riuscita stavolta a mantenere a distanza le avversarie dando spettacolo. Difficile chiedere di più. Domani a Padova proverò a dare una mano alle compagne più adatte alla volata».
Una battuta con Delcourt
Anche se salirà sul secondo gradino del podio finale, Cavalli non esce minimamente ridimensionata da questo Giro. Mentre vanno le vestizioni delle maglie di classifica, scambiamo due chiacchiere col general manager della FDJ Nouvelle Aquitaine, Stephen Delcourt. Lo avevamo sentito prima della Liegi, cosa ha portato di nuovo questo Giro?
Ci parla di un grande risultato, benché dopo i trionfi ad Amstel e Freccia l’unico obiettivo fosse la vittoria della corsa rosa. Forse un’eccessiva pressione. Ed ecco spiegato perché nelle ultime due frazioni le riunioni tattiche siano durate più del dovuto. Ed ecco perché solo alla partenza di stamattina ci aveva concesso a denti stretti di fare una breve intervista con la sua capitana. Il fatto che dopo l’arrivo il tecnico francese fosse tanto sereno da parlare più liberamente e ringraziarci per aver compreso la situazione, è il segnale che probabilmente qualcosa si può gestire con meno tensione.
Stephen Delcourt, general manager della Fdj Nouvelle Aquitaine, soddisfatto per il Giro della CavalliStephen Delcourt, general manager della Fdj Nouvelle Aquitaine, soddisfatto per il Giro della Cavalli
Un’altra Marta
Quando la Cavalli – alla nostra richiesta di una foto con mamma Romina e la sorella Irene – si gira verso di loro facendo una scherzosa boccaccia, abbiamo la netta impressione che per la cremonese sia un senso di liberazione. E la conferma ce l’abbiamo qualche minuto dopo, quando sul podio per l’ultima premiazione di giornata (quella della maglia azzurra di miglior italiana), stappa la magnum di spumante direzionando il getto con energia sempre verso mamma, sorella e amici.
Rispetto alla presentazione dei team dieci giorni fa a Cagliari, la 24enne della Fdj Nouvelle Aquitaine è un’altra persona. Più rilassata. Ma anche un’altra atleta. Più consapevole. Non che si mettesse in dubbio la sua stagione o il suo valore, solo che ora la Cavalli è una certezza per il presente e per il futuro, specie per le gare a tappe.
Cavalli prova il forcing nel finale. Staccherà Longo Borghini, Van Vleuten e Realini.Cavalli prova il forcing nel finale. Staccherà Longo Borghini, Van Vleuten e Realini.
«Avevo tante ambizioni per questo Giro Donne – commenta Marta, al secondo posto parziale consecutivo – ed è andata come speravamo, sono stata all’altezza. Purtroppo oggi ho sfiorato la vittoria e mi è spiaciuto un sacco. Però sì, ora sono un’altra persona perché la soddisfazione ha preso il posto della pressione. Non è una soddisfazione al 100 per cento, ma al 99,9 periodico. Sicuramente non ho rammarichi. Sono partita un po’ in ombra e probabilmente era dovuto al fatto che dovevo entrare nel mood della corsa. Adesso invece si sta concludendo nel verso giusto, ovvero quello che tutti ci aspettavamo.
«Il mio obiettivo – prosegue – non era quello di un risultato in particolare, quanto di dare spettacolo e di animare la corsa. Ho fatto il possibile. Spero che chi ha guardato e chi è venuto a tifarmi a bordo strada abbia apprezzato. Non posso che essere contenta. Devo soprattutto ringraziare la squadra che mi ha messo a disposizione le cinque migliori compagne in questo momento, che si spendono per me dalla mattina quando si parte fino alla sera. E questo vale anche per lo staff. Siamo veramente un bel gruppo che lavora in sintonia. Non potevo chiedere di meglio».
Marta Cavalli brinda con lo spumante. Obiettivi del getto sono mamma, sorella e amici
Marta Cavalli consegna i premi all’amico Andrea e alla sorella Irene
Marta Cavalli brinda con lo spumante. Obiettivi del getto sono mamma, sorella e amici
Marta Cavalli consegna i premi all’amico Andrea e alla sorella Irene
Negli ultimi due giorni ci ha provato in tutti i modi, soprattutto nel tappone odierno. «Sì sì, dovevo farlo – analizza la Cavalli – anche se il margine era ampio non volevo dare l’idea di accontentarmi. Volevo far vedere che avevo il carattere per provarci e di rischiare pur di guadagnare un solo secondo. Sono contenta. Avevamo pianificato stamattina come muoverci per tutta la tappa. Ho cercato di rispettare gli ordini e spingere più che potevo».
Nell’ultima discesa, memore di quello che era accaduto a Van Vleuten ventiquattro ore prima, Marta attacca in discesa e guadagna subito 20”. Chissà se ci ha creduto come tutto il pubblico al traguardo.
«Sì, per un momento abbiamo pensato di chiudere su Faulkner – spiega – se l’avessimo raggiunta e se fossimo arrivate in un gruppetto con Longo Borghini e Van Vleuten, la vittoria sarebbe spettata a me secondo i nostri accordi, perché loro due si sarebbero accontentate rispettivamente del terzo podio nella generale e l’altra della maglia rosa. Avrei avuto il via libera per la tappa. Mi sarebbe piaciuto sinceramente perché tanta gente era venuta fino qui per vedermi e volevo coronare questo Giro. Ma va bene così».
Mamma Romina e la sorella Irene sono arrivate a San Lorenzo Dorsino per sostenere Marta
Mamma, sorella e amici di Marta Cavalli. Hanno fatto tanta strada e un grande tifo solo per lei
Mamma Romina e la sorella Irene sono arrivate a San Lorenzo Dorsino per sostenere Marta
Mamma, sorella e amici di Marta Cavalli. Hanno fatto tanta strada e un grande tifo solo per lei
Il futuro è suo
La Luperini ieri ce lo aveva sentenziato: il futuro è della Cavalli. Ma per vincere i prossimi Giri cosa le manca?
«Ci sono tanti marginal gains – conclude – come posizionamento o maturità fisica, che ancora mi manca sulle lunghe distanze. Poi esperienza dopo esperienza. Avere quella solidità che ti permette di tenere sotto controllo ogni tipo di situazione e gestirla mentalmente al meglio. Sto bene e farò il Tour, ma in Francia vedrete una Marta gregaria».
Al Giro Donne non manca che la decima ed l’ultima frazione, da Abano Terme a Padova per un totale di 90,5 chilometri. In palio c’è l’ultima volata e la maglia ciclamino. Balsamo, che ha solo dieci punti di distacco da Van Vleuten, vuole fare tris, ma la concorrenza è agguerrita.
Al Giro Donne la Mendelspeck si è fatta conoscere andando in fuga. Ora stanno migliorando anche i risultati. Ne parliamo con papà Pirrone, il team manager
Ha una storia tutta da raccontare, tipica del paese da cui proviene. Ed oggi ha scritto l’ennesima pagina del suo romanzo. La prima maglia rosa del Giro d’Italia Donne viene da un remoto fiordo dell’Alaska, corre in bici da poco più di due anni perché prima praticava il kayak. E dopo la premiazione si è tuffata nel lungomare del Poetto con addosso il simbolo del primato. Kristen Faulkner della BikeExchange Jayco strabilia Cagliari vincendo la cronometro d’apertura di 4,7 chilometri a 49 di media battendo di tre secondi la sua compagna Georgia Baker e di cinque Elisa Balsamo.
La statunitense, che è nata ad Homer e compirà trent’anni il prossimo 18 dicembre, è davvero un personaggio, in antitesi allo spirito chiuso e selvaggio del suo Stato. In Sardegna ha vissuto il suo personale momento di riscatto
E’ alla quarta vittoria della sua breve carriera e l’ultima l’ha conquistata nella crono di Vaduz in Liechtenstein al Tour de Suisse. Proprio nella gara elvetica (in cui era in testa) è stata vittima della sfortuna all’ultima curva dell’ultima frazione a 200 metri dal traguardo. E’ scivolata sull’asfalto viscido per la pioggia mentre era a ruota della Brand, seconda in classifica in quel momento. Morale: l’olandese della Trek-Segafredo vince tappa e generale per una manciata di secondi, la Faulkner chiude seconda con una delusione grande così.
La Faulkner è alla scoperta di se stessa. A crono sa andare forte e vincere
Allo Svizzera la Faulkner è andata forte ma la sfortuna si è messa di traverso
La Faulkner è alla scoperta di se stessa. A crono sa andare forte e vincere
Allo Svizzera la Faulkner è andata forte ma la sfortuna si è messa di traverso
L’insidia del vento
«Oggi è un giorno incredibile per me – racconta la Faulkner che ha iniziato a correre nel 2020 con la Tibco Svb – sia la mia compagna Georgia sia io eravamo molto motivate per la prova di oggi. Volevo essere sul podio con lei (la Baker è stata a lungo in testa alla classifica provvisoria prima del suo arrivo, ndr) e così ho dato tutto andando a tutto gas. Si stava alzando il vento e mi sono salvata in qualche curva riprendendo subito la giusta traiettoria. Dall’ammiraglia mi hanno incitato dopo l’intertempo. Mi sono concentrata sull’arrivo e ho ottenuto il miglior tempo. A maggio sono rientrata dopo un infortunio patito a febbraio ed ora arrivo da un buon periodo di forma, segno che ho lavorato bene».
La Faulkner è nata il 18 dicembre 1982 ad Homer, in Alaska
Faulkner si appresta a bagnare la maglia rosa.
Un tuffo liberatorio nel mare del Poetto di Cagliari (foto Giro Donne)
La Faulkner è nata il 18 dicembre 1982 ad Homer, in Alaska
Faulkner si appresta a bagnare la maglia rosa.
Un tuffo liberatorio nel mare del Poetto di Cagliari (foto Giro Donne)
Atleta da scoprire
«Che tipo di corridore sono? Bella domanda, non ne ho idea», prosegue ridendo dopo il cerimoniale delle premiazioni. «Ho iniziato la stagione pensando di essere adatta alle classiche. Poi sono andata al Giro di Svizzera dove c’è stato un buon clima e sono andata bene sia a crono che in salita. Sto crescendo e mi sto accorgendo di cosa posso diventare. Vado ad ogni corsa per aiutare le compagne e per fare del mio meglio. Non ho piani per la classifica generale, vedremo cosa succederà, d’altronde sono al secondo giro a tappe in pochi giorni. Siamo un team attrezzato. Possiamo fare bene negli sprint con la stessa Baker e Kessler e naturalmente puntare alla vittoria finale con Amanda Spratt. Lei è una grande scalatrice e ha tutte le carte in regola per fare bene».
L’emozione è evidente se si pensa allo sport e alla parte di mondo da cui viene. «Sia ciclismo che canottaggio – chiude la Faulkner – sono duri e impegnativi, bisogna soffrire. Ma mi piace così. E’ la seconda volta che vengo in Italia e che faccio gare estive. La maglia rosa è bellissima, ma non la userò a dormire perché fa troppo caldo. Ora mando un messaggio a casa in Alaska dove sono circa 10 ore indietro di fuso orario. Saranno le 5 del mattino, forse sveglierò qualcuno anche se credo che saranno stati tutti collegati alla tv per vedermi».
Baker, Faulkner, Balsamo. L’italiana potrebbe prendere la maglia rosa a Tortolì Baker, Faulkner, Balsamo. L’italiana potrebbe prendere la maglia rosa a Tortolì
Balsamo e la rosa
Sulla sfondo c’è già la seconda tappa. La Villasimius-Tortoli di 106,5 chilometri che strizza l’occhio alle velociste. Una delle accreditate saràElisa Balsamo, che scende le scale del podio con la maglia azzurra per la migliore italiana nella generale. Con una vittoria e gli abbuoni può puntare a prendersi la rosa, una delle poche maglie importanti che mancano alla sua collezione. «Sarebbe un sogno prenderla, ma non sento particolari pressioni. Cercheremo di correre al meglio poi se si arriverà allo sprint proveremo a dare il massimo».
Il Giro Donne è appena iniziato, ma ci sono già tutti gli ingredienti – e tante storie se preferite – per seguirlo con tanta attenzione.
Si chiama Settimana ed è la nostra speciale selezione di contenuti editoriali pubblicati su bici.PRO negli ultimi sette giorni.
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