Giro Women. Colle delle Finestre giudice supremo (ma non solo)

02.12.2025
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ROMA – Se il Giro d’Italia non è parso impossibile nella sua versione maschile, il Giro Women femminile è invece tosto, tosto. Una tappa in più rispetto a quello dell’anno scorso, una cronoscalata e una salita infinita come quella del Colle delle Finestre.

Si parte da Cesenatico il 30 maggio e si arriverà a Saluzzo il 7 giugno dopo nove tappe, 1.171 chilometri e 12.500 metri di dislivello. Sono numeri davvero importanti. Appena usciti dalla grande sala della presentazione, Giada Borgado a caldo ha fatto un’analisi piuttosto approfondita.

TappaPartenza-ArrivoDistanza
1ª tappa (30/5)Cesenatico-Ravennakm 139
2ª tappa (31/5)Roncade H-Farm-Caorlekm 164
3ª tappa (1/6)Bibione-Bujakm 154
4ª tappa (2/6)Belluno-Nevegal (crono ind)km 12,7
5ª tappa (3/6)Longarone-S. Stefano Cadorekm 138
6ª tappa (4/6)Ala-Brescellokm 155
7ª tappa (5/6)Sorbolo Mezzani-Salice Termekm 165
8ª tappa (6/6)Rivoli-Sestrierekm 101
9ª tappa (7/6)Saluzzo-Saluzzokm 143
Totale km 1.171,7

Il premio del Giro Women è un infinito, come l’amore del Giro per l’Italia e viceversa. E l’amore è quello che si vede anche negli occhi di Elisa Longo Borghini. Secondo noi, ma anche secondo le sue parole, questo Giro Women le piace davvero. Si capisce dallo sguardo. E le piace anche perché c’è un bel pezzo del suo Piemonte.

Come per gli uomini, il cui percorso meno ostico invita una maggiore partecipazione da parte degli uomini di classifica in ottica doppietta Giro-Tour), la stessa cosa potrebbe essere per le donne che scatteranno qualche giorno prima rispetto al calendario abituale. Potremmo avere un super parterre.

Il Trofeo Amore Infinito per la regina del Giro Women. Chi lo porterà a casa il prossimo 7 giugno?
Il Trofeo Amore Infinito per la regina del Giro Women. Chi lo porterà a casa il prossimo 7 giugno?

Inizio per velociste

Appena chiuso il Giro degli uomini, ecco che tocca alle donne: una staffetta come accade al Tour de France e al Tour Femmes e già questo è un bel punto messo a segno da parte di RCS Sport. Magari l’attenzione resterà alta anche per le ragazze.


La prima frazione è piatta, così che anche le sprinter possano indossare la maglia rosa. La seconda è ancora per le ruote veloci nonostante la salita di Ca’ del Poggio, mentre le cose iniziano a cambiare dalla terza tappa, quando il gruppo si muoverà verso il Nord-Est affrontando alcuni strappi nel finale. Ma il Giro Women cala l’asso nella quarta frazione con la cronoscalata del Nevegal: 12,6 chilometri quasi tutti all’insù. Viste le pendenze, visto che è una crono e visto come è migliorata, sembra già di intravedere la firma di Marlene Reusser, che tra l’altro ha il dente avvelenato con il Giro. Ma qui servono soprattutto gambe.

Dolomiti e Cadore ancora protagonisti il giorno dopo con una frazione di ben quattro Gpm, con salite come il Passo Tre Croci e il Passo di Sant’Antonio. Questa è una tappa che i tecnici qui all’Auditorium di Roma hanno rimarcato parecchio.

Verso Saluzzo

Da qui si apre un altro Giro Women. La classifica sarà ben delineata. Dopo le Dolomiti, le gambe delle ragazze troveranno ossigeno verso Brescello, il paese caro alla penna di Guareschi, quello di Peppone e Don Camillo. Magari Lorena Wiebes o Chiara Consonni ne raccoglieranno l’eredità.

La settima tappa, verso Salice Terme, ricorda molto la terza: tanta pianura all’inizio e un finale nervoso. Magari le big non si muoveranno in attesa del grande tappone del giorno dopo: quello del Colle delle Finestre (18 chilometri e cima che sfiora quota 2.200 metri) e l’arrivo a Sestriere.


Il finale non è un circuito passerella, neanche per sogno. La Saluzzo-Saluzzo propone tre salite (non lunghe) e tanti strappi. E qui a stupirci è proprio Elisa Longo Borghini.
«Nevegal e Finestre centrali? Sì, ma io terrei gli occhi puntati anche sulla tappa di Longarone e su quella di Saluzzo. In particolare quest’ultima la conosco e posso garantirvi che sono strade insidiose, che nascondono trabocchetti e che possono fare selezione».

Elisa Longo Borghini (classe 1991) è la campionessa uscente del Giro Women. Sue le ultime due edizioni
Elisa Longo Borghini (classe 1991) è la campionessa uscente del Giro Women. Sue le ultime due edizioni

Il pensiero di Elisa

«Ci sono tappe che possono rivelarsi tranello – riprende Elisa Longo Borghini – la tappa di Longarone è considerata molto, molto difficile: sia per il dislivello in sé, sia perché segue la cronometro del Nevegal del giorno prima. Insomma, per confermarsi, per provare a conquistare il successo finale bisognerà correre praticamente con tutte le forze, scavare fino in fondo. Quello che posso dire è che mi presenterò al massimo delle mie capacità e se ci sarà qualcuno di più forte…».

Longo Borghini rimarca come sia un percorso che richiede, testuali parole: «Sempre le antenne dritte».
«Le prime tre tappe sembrano semplici, in particolare le prime due, però già la terza ha una salitella nel finale che potrebbe favorire qualche attacco. Penso che già lì ci dovrà essere una tensione molto alta».

Il finale in Piemonte è qualcosa che la stimola ulteriormente, ammesso che una campionessa e una professionista come lei ne abbia bisogno. Il Colle delle Finestre è un sogno che si avvera.
«Quando pedalavo lassù nei ritiri ci speravo – conclude Elisa – e ora è realtà. Forse è merito anche di mio marito (Jacopo Mosca, ndr) che mi ha sempre detto che questo giorno sarebbe arrivato. Non so: forse ha parlato col sindaco di Sestriere! Lassù sarà durissima, ma avrò seppur per dieci secondi, il tifo dalla mia parte».

Bronzini su Malcotti: okay salita e discesa, ora serve più forza

12.08.2025
6 min
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I chilometri sulla Cisa scorrono rapidi verso il mare. Giorgia Bronzini guida verso qualche meritato giorno di vacanza e ci offriamo di farle compagnia fra una galleria e l’altra. La linea tiene bene, la voce solo a tratti arriva interrotta. Il Tour de France Femmes è finito in archivio con la vittoria di Pauline Ferrand Prevot e il tredicesimo posto di Barbara Malcotti, che al quarto anno con la Human Powered Health sta raggiungendo una dimensione solida e promettente. Prima del risultato francese, l’ottavo posto al Giro d’Italia Women le ha aperto la porta del gruppo che conta e di questo vogliamo ragionare con la piacentina, che alla squadra americana è legata da un altro anno di contratto

«Barbara – racconta – aveva già dato dei bei segnali nella prima parte dell’anno, dopo aver lavorato bene già durante l’inverno. Al UAE Tour aveva fatto vedere di saper preparare l’appuntamento e di essere già a un livello più alto del 2024. Perciò con il suo allenatore e le scelte della squadra, abbiamo chiesto di programmare un bel Giro d’Italia. Sinceramente pensavamo che fare una top 12 potesse già essere un bell’obiettivo, ma ammetto che l’ottavo posto ha superato qualsiasi nostra aspettativa. Il Tour invece doveva prepararlo Talita De Jong, era il suo obiettivo. Invece a maggio si è presa un virus e non ne è mai uscita completamente. Perciò già durante il Giro d’Italia sapevamo che al Tour non sarebbe stata competitiva».

La squadra del Tour, consluso con il 13° posto di Barbara Malcotti e il 3° di Edward Ruth a Chambery (foto HPH)
Per questo avete allertato Malcotti?

Non si possono fare programmi con un preavviso di due settimane, per cui le abbiamo detto che sarebbe stata libera di fare la sua corsa, senza pressione. Quel che fosse venuto, sarebbe stato ben accetto. E anche in Francia ha fatto la sua bella corsa.

E’ un’atleta da convincere dei suoi mezzi oppure è consapevole del fatto che sta crescendo atleticamente?

Diciamo che all’inizio anche noi non sapevamo bene dove potesse arrivare, quindi la sua crescita è una scoperta anche per noi, persino durante il Giro stesso. Quando poi si è trattato di andare al Tour Femmes, le ho detto: «Adesso sei consapevole di quel che sei e di quel che hai. Devi fartene una ragione e capire dove puoi arrivare. Hai fatto uno step in più, cerca di conoscere bene le cose necessarie per dosarti anche a livello tecnico e tattico». Quando la dirigevo in corsa, avevo bisogno di ricevere il feedback di quanta benzina avesse ancora in corpo per interpretare la salita successiva. Le prime volte probabilmente non lo sapeva neanche lei, invece i riscontri che mi dà adesso sono molto più precisi e attendibili.

Il risultato del Giro può essere il punto di partenza per un altro tipo di carriera?

Al di là del margine di endurance che può avere, dal mio punto di vista Barbara ha tanto da guadagnare sul piano della forza e spero che il suo allenatore Mattia Follini quest’inverno metta del buon seme da questo punto di vista per sfruttarlo poi in corsa. Ci aveva già lavorato nello scorso inverno e ci siamo accorti dei miglioramenti. E’ molto magra, anche nella parte superiore del corpo, ma non è andata in deficit e questa è una cosa molto positiva, anche per quanto riguarda il recupero. Quindi io penso che Barbara possa fare un altro step di crescita.

Dopo l’ottavo posto al Giro Women, Malcotti era fra le osservate anche al Tour Femmes (foto Instagram/HPH)
Dopo l’ottavo posto al Giro Women, Malcotti era fra le osservate anche al Tour Femmes (foto Instagram/HPH)
La vedi leader o spalla per altri leader?

Non so se altre squadre la cercheranno e per fare quale tipo di lavoro, farà lei le sue scelte. Ma se anche venisse fuori che dovrà correre da gregaria, si potrà ritagliare sicuramente tanti spazi per sé. Barbara ha ancora un anno di contratto, ma comunque anche se saltasse fuori un team che ne ha bisogno come spalla per un leader, dovrebbe sapere di avere un’atleta di alta qualità, che potrebbe fare come Persico per Longo Borghini. Perché sul Monte Nerone, Silvia si è rialzata, ma se avesse tenuto duro sarebbe arrivata con una classifica notevole.

Avere una Malcotti così spingerà la squadra a investire su di lei e su un gruppo di lavoro per le corse a tappe?

Non saprei cosa rispondere, non è il tipo di parere che mi viene richiesto. La mia opinione, strettamente personale, è che si potrebbe ragionare sul fare di lei il centro della squadra, come pure sulla possibilità di prendere una leader già esperta, accanto a cui farla crescere. Si potrebbe aiutarla ad arrivare a un risultato importante andando per gradi, senza darle la patata bollente di dover fare subito risultato, perché avere fretta non serve a nessuno. Mi piacerebbe che Barbara potesse avere in gara un leader che si affidi a lei nei momenti importanti o che le lasci il suo spazio. Ripeto che l’esempio di Silvia Persico è perfetto. Quello che ha fatto al Giro per Elisa è stato una grande cosa e sono certa che la Longo, per come la conosco, alla prima occasione troverà il modo di ricambiare.

Cosa ci puoi dire del suo carattere in gara: Malcotti è sicura di sé?

Dipende dalla corsa, da come è fatto il percorso e da come si sente lei tecnicamente in base alle strade. Ci sono dei momenti in cui non si sente ancora sicurissima, ma è migliorata tantissimo. In salita ha fatto uno step notevole, è cresciuta e sa come gestire la tensione. Ma forse il miglioramento più grande lo ha fatto in discesa, che era un suo grosso limite. Ci ha messo anima e cuore per cercare di migliorare, ha fatto discese su discese. E alla fine ha vinto la paura che ti fa tirare i freni.

Il Giro Women ha portato all’exploit di Malcotti ma anche a buone prove di Carlotta Cipressi, di cui Bronzini si dice soddisfatta
Il Giro Women ha portato all’exploit di Malcotti ma anche a buone prove di Acrlotta Cipressi, di cui Bronzini si dice soddisfatta
Ad ora non risulta un programma definito per il seguito della stagione: cosa farà Malcotti da qui a fine anno?

Prima farà Kreiz Breizh e Plouay, poi Ardeche. A quel punto bisognerà vedere se verrà convocata in nazionale per mondiale ed europeo. In caso positivo, non potrà fare il Ciudad de Eibar in Spagna. Poi abbiamo in calendario due gare a ottobre in Italia.

Hai parlato del mondiale, la vedi pronta per la gara di un giorno o si trova a suo agio di più nella corsa a tappe?

E’ chiaro che il mondiale è duro e dipenderà dalle partecipanti e da come i nostri vorranno impostare la gara. Capire cioè se Barbara servirà ad esempio a far sì che la Longo Borghini sferri il suo attacco. In nazionale vanno rispettate le gerarchie e Longo Borghini dal mio punto di vista è il leader su cui si dovrebbe puntare, perché è campionessa italiana, ha vinto il Giro d’Italia e dà delle garanzie. Ovviamente non sono il tecnico della nazionale, quindi non so cosa abbia in mente Velo, ma se la convocano, Barbara può essere funzionale ai suoi schemi. E tutto sommato mi auguro che sia così.

Quel lungo sabato al Giro Women. Zambelli e la sua esperienza

29.07.2025
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FORLI’ – Donne meravigliose quelle che hanno corso il Giro Women. D’altronde lo slogan della gara – wonderful women – inciso sulla copertina del road book della gara intendeva riunirle tutte assieme. Dalla prima all’ultima, letteralmente, perché per tante che vincono, ce ne sono sempre altrettante che chiudono le classifiche.

Per dare un riferimento ed entrare nello specifico, a Monte Nerone – traguardo della settima tappa che misurava 150 chilometri con 3.850 metri di dislivello – Sarah Gigante ha vinto in 4 ore e tre quarti. Le ultime invece sono arrivate con quasi 50 minuti di ritardo, ritrovandosi a pedalare per circa 6 ore contando i chilometri di trasferimento e lottando contro il limite del tempo massimo. Di questo passo quindi capita che alcune atlete, così come succede tra gli uomini, finiscano le grandi gare a tappe come se avessero corso una frazione in più.

C’è chi è più abituata e chi meno a queste situazioni, così assieme ad Alessia Zambelli della Top Girls Fassa Bortolo siamo ritornati a quel sabato di due settimane fa abbondanti. Lei ha diciannove anni, è bergamasca di Almenno San Bartolomeo (ai piedi della Roncola, come sottolinea) e quest’anno sta disputando la sua prima stagione da elite. Per lei la “Corsa Rosa” è stata un’avventura estremamente formativa di cui esserne orgogliose.

Per la bergamasca Zambelli, la crono iniziale del Giro Women corsa sulle strade di casa è stata una grande emozione
Per la bergamasca Zambelli, la crono iniziale del Giro Women corsa sulle strade di casa è stata una grande emozione
Innanzitutto com’è andato il Giro Women in generale?

Devo dire bene. L’ho finito e questo è un gran risultato per me considerando che ho saputo di correrlo solo al campionato italiano. Quindi non ho avuto modo di poterlo preparare a dovere, anche perché avevo la maturità (si è diplomata in amministrazione, finanza e marketing, ndr). L’obiettivo principale era quello di cercare di arrivare il più lontano possibile. Sono contenta di essere arrivata in fondo, se guardo anche il livello delle atlete in gara.

Quanto eri emozionata?

Tantissimo. Ero felice della convocazione, soprattutto perché sono al mio primo anno nella categoria. Poi considerando che la partenza è stata da Bergamo, casa mia, ero abbastanza tesa. Per la crono avevo molta ansia perché continuavo a pensare di essere alla gara italiana più importante con le migliori al mondo. Non volevo sfigurare del tutto, però è stata una bella sensazione.

Zambelli vuole concentrarsi sul ciclismo per scoprire meglio le sue caratteristiche (foto Ossola)
La settima tappa del Giro Women è stata una delle più dure degli ultimi 10/15 anni e va fatto un plauso a chi l’ha portata a termine. Ma come si vivono certe giornate più lunghe?

Non avevo mai fatto così tanta salita in vita mia, è stata molto impegnativa. Lo scorso inverno avevamo fatto tanto fondo con la squadra, però in questo caso c’era molto dislivello. La cosa più importante è stato alimentarsi molto durante la tappa. A dire il vero verso il finale ero rimasta a secco di cibo (sorride, ndr), ma per fortuna c’era l’ammiraglia che mi ha dato un po’ di gel.

Cosa ti eri preparata da mangiare per quella tappa?

Vi anticipo già che devo migliorare tanto sull’alimentazione. Avevo borracce con acqua e maltodestrine, poi le classiche barrette, i gel e i “fruttini” (gelatine di frutta, ndr). Prendevo qualcosa ogni mezz’ora. Non avevo nessun paninetto o rice cake perché faccio fatica a mangiarli in gara, però so che sarebbero tornati utili. Vedo le mie compagne e anche amici U23 che calcolano tutti i grammi da prendere, mentre io vado ancora ad occhio. Ecco, ho capito che devo assolutamente curare questo aspetto che è fondamentale.

La chiamata a Zambelli per il Giro Women è arrivata solo una settimana prima con l’obiettivo di arrivare il più lontano possibile (foto Ossola)
Oltre alla fatica fisica, è stato anche uno sforzo mentale?

Certo, di fatica mentale ne ho fatta tanta che quasi al mal di gambe non ci pensi più. Tuttavia sapevo che dovevo arrivare in cima al traguardo, quindi sono salita di inerzia. E’ stato un test molto complicato da superare, però anche quel giorno, sommato a quelli prima e al quello successivo, mi ha insegnato molto.

Ha imparato qualcosa di particolare Alessia Zambelli dal Giro Women?

Ho fatto tantissima esperienza. Ho capito tantissime cose, a non mollare di testa e che si può cercare di resistere fino all’ultimo. Salendo verso Monte Nerone pensavo di essere già fuori tempo massimo, invece dall’ammiraglia mi hanno detto che avevo ancora dieci minuti da gestire. Certo, erano solo dieci minuti, ma mi hanno dato una piccola iniezione di fiducia e ritrovi morale. Infatti come dice sempre Lucio Rigato (il team manager, ndr), vale più una settimana di Giro d’Italia che un anno o due di gare open.

A parte le gare open, Zambelli aveva corso Trofeo Binda, Chambery e campionato italiano prima del Giro Women (foto Ossola)
A parte le gare open, Zambelli aveva corso Trofeo Binda, Chambery e campionato italiano prima del Giro Women (foto Ossola)
Da juniores sei andata molto forte e le tue caratteristiche erano da scalatrice. Finora com’è andata la stagione?

La squadra mi ha tenuta calma finché ho avuto la scuola e la maturità da preparare. Prima del Giro, con le pro’ avevo corso solo il Trofeo Binda, Chambery e l’italiano, mentre le gare open le ho fatte quasi tutte le domeniche. Abbiamo ripreso a correre solo domenica scorsa a Tarzo dopo un buon periodo di recupero. Devo ancora capire che tipo di corridore sono. Da juniores andavo bene un po’ dappertutto, adesso cerco di concentrarmi bene sul ciclismo e vedere cosa posso provare a fare, poi vedremo. Da qui alla fine dell’annata ci sono ancora un po’ di gare importanti in cui imparare e crescere.

Velo cittì felice. Ecco cosa gli ha detto il Giro Women

19.07.2025
5 min
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L’ultima gara l’ha vissuta con il duplice ruolo con cui aveva visto le altre classiche femminili di RCS Sport, ma il cittì Marco Velo ha potuto prendere maggiori indicazioni dal Giro d’Italia Women, in cui era uno dei direttori di corsa. D’altronde lo aveva detto fin dal primo giorno del nuovo incarico che in quella settimana avrebbe guardato ancora più a fondo situazioni e atlete.

Nella stagione in cui ci sono un mondiale particolarmente esigente ed un europeo adatto a tante azzurre, la vittoria “rosa” di Longo Borghini e le valide prestazioni di altre italiane sono tanta manna per Velo. Il suo taccuino è pieno di nomi, appunti e considerazioni. A distanza di quasi una settimana dalla fine del Giro Women, abbiamo voluto sentire ciò che si è segnato il tecnico bresciano.

Il blocco italiano della UAE potrebbe essere utile in nazionale, ma Velo è convinto che qualsiasi altra atleta farà un grande lavoro
Il blocco italiano della UAE potrebbe essere utile in nazionale, ma Velo è convinto che qualsiasi altra atleta farà un grande lavoro
Marco qual è la prima analisi che ti sei fatto?

Sono uscito dalle 8 tappe con la consapevolezza di avere a che fare con grandi ragazze. Non che avessi dei dubbi prima, però durante il Giro Women, per quello che ho visto, ho avuto una ulteriore conferma. Ho atlete che possono correre qualsiasi tipo di gara da protagoniste e poi ho apprezzato anche il loro approccio, così come l’atteggiamento delle squadre.

Ti sei appuntato qualche nome in particolare?

Le prove delle atlete sono quelle che abbiamo visto tutti e di cui si è parlato tanto oltre a ciò che sa sempre fare Longo Borghini. Il lavoro di Persico in suo favore non si può dimenticare e per un cittì è sempre bello vedere azioni e dedizioni del genere. Malcotti ha fatto un grande Giro, in crescendo. Ciabocco tra le giovani mi è piaciuta e mi ha dato ottimi segnali. Ma penso anche a Magnaldi e Gasparrini che hanno contribuito tanto per la vittoria di Elisa, oppure Paladin per la Niedermaier giusto per fare degli esempi. Insomma, la lista è lunga e sono contento che sia così, meglio avere problemi di abbondanza.

C’è qualche atleta da cui ti aspettavi qualcosa di più invece?

Chi mi conosce sa che a me non piace citare chi non è andato bene, perché so che dietro ci possono essere delle motivazioni. Posso dirvi che non ho avuto impressioni negative e questo, se mi permettete il gioco di parole, è positivo. Ad esempio ho visto preoccupata Trinca Colonel che non è andata come si aspettava e ha sofferto più del dovuto. Le ho detto che non mi deve dimostrare nulla perché è andata forte durante il resto della stagione e so quello che può fare o dare. Vale quasi lo stesso discorso per Cavalli. Mi è spiaciuto vedere Marta non poter esprimere il suo vero valore, però cercherò di parlare con lei e con chi la gestisce per capire cosa è successo e cosa si può fare di diverso.

Nonostante abbia chiuso il Giro Women sotto tono, Trinca Colonel resta sul taccuino del cittì Velo
Nonostante abbia chiuso il Giro Women sotto tono, Trinca Colonel resta sul taccuino del cittì Velo
Durante il Giro Women si è fatto più di una volta un certo ragionamento. Per la tua nazionale è meglio avere un blocco di una formazione oppure chiamare atlete di tante squadre?

Quando si costruisce una squadra per un evento internazionale devi pensare all’economia e all’equilibrio della stessa. Con una come Longo Borghini devi pensare in funzione sua. Quindi è vero che può essere un vantaggio avere ragazze dello stesso club perché sai già come lavorerebbero per la loro capitana, però è altrettanto vero che chiunque chiamassi si comporterebbe in modo impeccabile. Su questo non ho il minimo dubbio.

Il cittì Marco Velo ha già in mente una sorta di formazione per mondiale ed europeo?

No, al momento è prematuro fare dei nomi. O meglio, abbiamo le ragazze giuste per il mondiale, che è un obiettivo assoluto con la Longo Borghini vista al Giro. Non dico che per lei sia l’occasione della vita perché le auguro di averne altre, ma in Rwanda con un percorso simile si parte per fare risultato. Poi le gare si possono vincere o perdere, però Elisa è una garanzia e sappiamo perfettamente che darà battaglia come sempre. In ogni caso c’è ancora tempo per questi due eventi.

Quindi Longo Borghini capitana unica in entrambe le manifestazioni?

Da corridore sono stato abituato che il leader è sempre e soltanto uno. Era così quando ero con Pantani e poi con Petacchi. E mi è rimasta questa convinzione anche da tecnico. Tuttavia sono consapevole che è meglio avere più alternative, specie in una gara sempre aperta come l’europeo. Si correrà in Ardeche ed è adatto a tante nostre atlete. Bisognerà vedere però come si rientrerà dal Rwanda e come si recupererà dagli sforzi e dal viaggio. C’è solo una settimana di differenza tra mondiale ed europeo (rispettivamente 27 settembre e 4 ottobre, ndr).

Quest’anno l’Avenir Femmes avrà sette tappe dal 23 al 29 agosto. Il cittì Velo pensa a Ciabocco come leader
Quest’anno l’Avenir Femmes avrà sette tappe dal 23 al 29 agosto. Il cittì Velo pensa a Ciabocco come leader
Buttando un occhio alle U23, dal Giro Women hai preso appunti per l’Avenir Femmes?

Sì, certo. Anzichè le quattro del 2024, quest’anno saranno sette tappe in sei giorni (in programma dal 23 al 29 agosto, ndr). Ciabocco sarà la leader come lo scorso anno. Devo ancora sciogliere le riserve su alcune altre ragazze, ma direi che buona parte della squadra è fatta.

Invece in Rwanda si riusciranno a portare le U23?

La situazione del mondiale per loro è ancora in forse, dobbiamo capire bene. La speranza sarebbe quella di portare almeno una giovane, soprattutto se andrà forte e schierarla visto che quest’anno le U23 correranno da sole. Oppure, tenendo conto del nostro contingente, valutare se farla correre con le elite. Come dicevo prima, manca ancora del tempo per alcune decisioni.

Longo Borghini, raccontaci la Colnago della maglia rosa

19.07.2025
3 min
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Elisa Longo Borghini riconferma il gradino più alto del podio al Giro d’Italia Women, dopo la vittoria del 2024. Grinta e forza, ma team differente e bici diversa, con una serie di cambiamenti (non banali) anche per quanto concerne la componentistica.

Abbiamo chiesto alla nostra campionessa Italiana di raccontare la sua Colnago V5Rs, qualche chicca adottata durante la corsa rosa e se ha “patito” il cambio della dotazione tecnica. E’ interessante sottolineare, come succede anche in ambito maschile, il fatto che gli atleti di oggi cambino raramente le scelte durante la stagione: le eventuali variazioni sono (più che altro) relative ad un adeguamento della scala rapporti, in base al tracciato.

Longo Borghini, tanto appassionata della bici e tecnicamente molto preparata
Longo Borghini, tanto appassionata della bici e tecnicamente molto preparata
Ti abbiamo visto sempre con la V5Rs, c’è un motivo dietro questa scelta?

E’ il modello con il quale mi trovo più a mio agio ed a pieno su ogni tipologia di terreno. Veloce quando deve essere veloce, agile e perfetta per la salita.

Ci puoi descrivere le configurazioni che utilizzi?

La scala posteriore dei pignoni resta sempre 11/34, mentre chiedo di apportare delle variazioni sul plateau anteriore, in base alle caratteristiche del percorso. Ad esempio: ho utilizzato la combinazione 54/36 per la maggior parte delle tappe del Giro e solo per la frazione del Monte Nerone ho chiesto il binomio 52/36. Diciamo per avere un margine di sicurezza più ampio e non rischiare di scendere troppo con il numero delle pedalate.

Manubrio Enve integrato, il medesimo in dotazione alle Colnago della compagine maschile
Manubrio Enve integrato, il medesimo in dotazione alle Colnago della compagine maschile
Pedivelle sempre da 170 millimetri?

Rimango fedele alle 170.

Per quanto riguarda ruote e tubeless?

Le ruote che preferisco sono le 4.5, abbiamo le Enve, difficile che vada su un altro modello. Solitamente sono con i tubeless da 30, ma anche in questo caso ho chiesto una variazione in vista della tappa del Monte Nerone. Ho utilizzato la sezione da 28.

Manubrio stretto?

Non troppo, direi giusto per le mie caratteristiche, un Enve integrato largo 37 sopra e 39 sotto.

Una posizione perfettamente centrata sul piantone anche in salita in fase di spinta
Una posizione perfettamente centrata sul piantone anche in salita in fase di spinta
Rispetto all’anno passato, restando in ambito tecnico, è tutto diverso. Hai avuto difficoltà ad adattarti?

Decisamente no ed è un vantaggio non da poco. Salire in bici e trovarsi immediatamente a proprio agio permette di accorciare i naturali tempi di assestamento. Anche per quanto concerne le trasmissioni, da Sram a Shimano, il cambiamento è stato semplice.

Anche per il bike fitting?

Ne ho fatti solo un paio e anche questo aspetto la dice lunga su quanto mi trovi a mio agio con la geometria delle bici.

Virelli, il successo del Giro Women e le nuove date

18.07.2025
6 min
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IMOLA – L’area attorno al palco delle premiazioni che va svuotandosi di gente e attrezzatura è il segnale che il Giro d’Italia Women sta andando in archivio e la sua direttrice Giusy Virelli ha il volto rilassato e soddisfatto mentre esce dai saloni dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.

Il classico momento di abbracci e strette di mano per la buona riuscita del lavoro è assecondato da quello degli argomenti appuntati da trattare una volta tornati in ufficio in vista della prossima edizione. Ne approfittiamo per chiedere un bilancio sulla Corsa Rosa femminile che ha regalato tante emozioni.

Quest’anno abbiamo avuto la percezione di un Giro ancora migliore di quello passato. E’ cosi?

Per noi organizzatori è stata la seconda edizione, ma innanzitutto questo è stato il trentaseiesimo Giro d’Italia femminile, perché non vanno dimenticate le edizioni precedenti e perché è un evento di grande storia e grande tradizione. Lo si è capito dalla voglia delle atlete di fare risultato. E’ stato un Giro molto bello, aperto fino all’ultimo.

Come nel 2024.

Sì, ma con delle diversità più avvincenti. E’ vero che il distacco di quest’anno all’ultima tappa era maggiore (22” contro 1”, ndr), però secondo me la frazione conclusiva di Imola risultava più aperta. Per cui siamo veramente soddisfatti e dal punto di vista sportivo è stato un bellissimo evento.

C’è qualcosa che vi ha colpito in particolare?

Certamente la tantissima gente sulle strade per applaudire le ragazze, addirittura aspettando il loro passaggio per ore. E’ stato bello vedere le città piene di pubblico e di bambini. Tanto colore rosa per le vie. Le atlete si meritano queste coreografie. Questa è la dimostrazione che il movimento femminile sta crescendo e con esso anche l’interesse da parte della gente che segue le atlete allo stesso livello dei colleghi maschi.

Niedermaier che consola Reusser in cima a Monte Nerone è stato uno dei momenti più toccanti del Giro Women
Niedermaier che consola Reusser in cima a Monte Nerone è stato uno dei momenti più toccanti del Giro Women
Possiamo dire che il bis di Longo Borghini avvalora tutto quanto?

Devo dirvi che penso sempre a quello che dice sempre Mauro Vegni (il direttore del Giro d’Italia, ndr), che è il Giro a fare grandi gli atleti. Credo che sia uguale anche al femminile, però certo, noi siamo italiani e vedere un’italiana sul primo gradino del podio come Elisa è sicuramente motivo di orgoglio per noi. E poi c’è stato un altro aspetto più profondo da considerare.

Prego, spiegaci pure.

Il Giro Women è una gara che esiste da tanto tempo, da ben prima che il ciclismo femminile diventasse qualcosa di così importante per cui ora le atlete hanno voglia di portare a casa la maglia rosa. Quindi c’è stata una componente umana che ci ha emozionato oltre il gesto tecnico. Penso alle lacrime di Reusser a fine Giro che ha faticato per arrivare alla vittoria. Oppure penso alla bellissima scena di sorellanza di Antonia Niedermaier che va a consolare la stessa Reusser appena dopo il traguardo di Monte Nerone. Talvolta si guarda sempre ai vincitori, ma dietro in realtà c’è un lato umano che vale la pena di considerare.

Tra i tanti spunti per l’anno prossimo, ci sarà la nuova collocazione del Giro nel calendario. Cosa puoi dirci?

Vedremo cosa cambierà a livello di partecipazione. Con le nuove date (dal 30 maggio al 7 giugno 2026, ndr) il Giro Women si allontana dal Tour Femmes. Quindi cambieranno le preparazioni, però è anche vero che le squadre potranno guardare questa situazione in maniera diversa. Potranno puntare a correre e fare classifica con le loro leader ad entrambe le corse, perché ci sarà un lasso tempo tale da recuperare e prepararsi. E non credo nemmeno che la vicinanza con la Vuelta (che dovrebbe restare ad inizio maggio, ndr) darà problemi alla nostra gara.

Nel 2026 il Giro Women avrà nuove date: dal 30 maggio al 7 giugno
Nel 2026 il Giro Women avrà nuove date: dal 30 maggio al 7 giugno
Le nuove date le avete chieste voi o ve le hanno imposte?

Le abbiamo chieste noi, non solo per una questione organizzativa. Siamo andati in diretta televisiva prima del Tour de France, che chiaramente per noi è stato un grande traino. Tuttavia il Giro Women nasce nelle date immediatamente a ridosso del Giro maschile, quando non esisteva ancora il Tour Femmes, per cui il calendario bisognava rivederlo. Sarà sicuramente un esperimento perché non abbiamo uno storico su cui basarci. Vedremo come andrà, andando a vedere i numeri, che sono poi la cosa fondamentale nella valutazione del successo o meno di un evento.

L’anno prossimo avremo quindi un mese e mezzo di gare contando pure il Giro NextGen?

Non abbiamo ancora le date ufficiali degli U23, però tendenzialmente l’idea è quella. Avere sei weekend di Giri d’Italia e maglie rosa, tenendo conto della sovrapposizione delle ultime due tappe del Giro maschile con le prime due del femminile.

Possiamo dire che ormai il Giro Women ha trovato una sua identità?

Assolutamente sì. Siamo convinti che il ciclismo femminile in generale abbia il suo zoccolo duro di appassionati che lo vogliano seguire a prescindere dal Tour maschile che segue dopo in televisione. Con le nuove date vogliamo sfruttare il Giro maschile, cavalcando l’onda di quella fame di appassionati che appena finita la corsa vogliono ancora ciclismo. E potranno quindi seguire le imprese delle atlete la settimana successiva.

Ufficio stampa e digital-marketing hanno offerto una grande copertura del Giro Women attraverso le varie piattaforme
Ufficio stampa e digital-marketing hanno offerto una grande copertura del Giro Women attraverso le varie piattaforme
Di conseguenza ci saranno anche nuovi orari.

Nelle ultime due edizioni dovevamo arrivare alle 14,30 per esigenze di palinsesti televisivi. Quest’anno abbiamo avuto un clima leggermente più mite rispetto all’anno scorso, però diventa tutto più impegnativo col grande caldo. Poi va considerata che la finestra televisiva che avevamo riduceva l’attenzione su di noi, perché si riduceva ad esempio la presenza dei media sul posto. Ribadisco che il Giro Women sta diventando abbastanza solido per poter stare in piedi da solo e camminare sulle proprie gambe.

Legato a quest’ultimo discorso, conta anche il lavoro crescente dell’ufficio stampa e del comparto digital-marketing.

Sì è vero, i colleghi hanno lavorato davvero bene. Hanno prodotto tantissimi contenuti, offrendo una grande copertura del Giro Women. La gente che non aveva modo di seguire la diretta televisiva ha avuto comunque la possibilità di seguire la corsa dall’inizio alla fine attraverso le nostre tante piattaforme. Abbiamo mostrato i luoghi di partenza, i volti, la fatica, il sacrificio, la felicità delle ragazze e tantissimi altri momenti che hanno descritto la gara in modo completo, sotto ogni punto di vista.

Malcotti, la tenuta psico-fisica per una grande top 10 al Giro

17.07.2025
5 min
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IMOLA – Guardando la top 10 della generale del Giro Women c’è solo un’atleta che ha fatto corsa in crescendo e forse strabiliando più del dovuto se stessa, la propria squadra e i propri tifosi. Barbara Malcotti ha saputo risalire dal 103° posto nella crono iniziale fino all’8ª posizione finale, dandole consapevolezze nuove e risultando la migliore italiana dopo Longo Borghini.

Delle donne di classifica, la 25enne trentina della Human Powered Health è quella che aveva pagato il dazio più salato nella prova del “tic-tac” di Bergamo. Due minuti scarsi da recuperare al pronti-via avrebbero potuto demoralizzare chiunque, ma Malcotti non si è abbattuta, sorretta da una condizione psico-fisica mai avuta prima. La rincorsa si è completata giorno dopo giorno grazie ad un team che l’ha supportata in ogni modo.

Malcotti ha seguito le indicazioni di Bronzini e dell’allenatore Pollini per dosare le energie e rientrare in classifica
Malcotti ha seguito le indicazioni di Bronzini e dell’allenatore Pollini per dosare le energie e rientrare in classifica

Felicità Bronzini

Sul traguardo di ogni tappa il personale della squadra attendeva l’arrivo della propria atleta ed ognuno di loro seguiva gli ultimi metri con particolare trasporto. Le tre tappe conclusive sono state quelle in cui Malcotti è rientrata nelle migliori dieci. Abbiamo visto spesso l’osteopata-massaggiatrice Chiara Rozzini incitare la trentina a distanza mentre aveva pronte acqua e bevande post-gara per lei. Anche Giorgia Bronzini è rimasta sulla stessa lunghezza d’onda dall’ammiraglia, per quello che è uno dei migliori risultati della storia del team statunitense.

«Sul Giro che ha fatto Barbara – ci dice la diesse della Human – ho solo note positive. Mi è piaciuto come siamo riusciti ad interpretarlo e lei che ha ascoltato passo per passo i suggerimenti miei e del suo allenatore Mattia Pollini. Con lui già dalla crono avevamo fatto un piano delle giornate successive. Barbara è stata molto brava a seguire queste indicazioni, senza avere quella fretta di dover recuperare subito il distacco accumulato. Le abbiamo detto che il Giro sarebbe stato lungo e lei ha saputo dosare bene le energie, dando tutto nelle ultime due tappe. Eravamo fiduciosi di un suo buon piazzamento, ma forse posso dire che per noi è stata una bella sorpresa. Sono contenta, è un risultato che fa bene a lei e alla squadra».

Tutta lo staff della Human (qui la massaggiatrice-osteopata Rozzini) ha vissuto con enfasi il Giro Women di Malcotti
Tutta lo staff della Human (qui la massaggiatrice-osteopata Rozzini) ha vissuto con enfasi il Giro Women di Malcotti
Barbara ti sei regalata una bella soddisfazione. Qual è la prima sensazione?

Sono felice perché nessuno si aspettava una classifica del genere. Puntavamo ad una top 12, giusto per migliorare il 15° posto dell’anno scorso. Sarebbe stato un bel passo in avanti, però così è stato favoloso. La squadra è super euforica, quindi io la sono altrettanto. Anzi, considerando che il ciclismo femminile ha avuto un netto miglioramento rispetto agli ultimi anni, non pensavo di essere così competitiva con le prime dieci al mondo. Certo, ne mancavano un paio, ma il livello era molto alto.

Nella tappa di Monte Nerone ti abbiamo vista attiva, non hai avuto paura di attaccare.

Sì, in quel momento, una volta partita Gigante all’inseguimento di Longo Borghini, Giorgia alla radio mi ha detto di difendermi e tenere il più possibile. Quando la Movistar durante l’inseguimento ha imboccato la salita, io sentivo di essere in una grande giornata. Non stavo accusando la fatica del ritmo che stavamo facendo. A quel punto ho deciso di prendere in mano la situazione e provare a fare la mia gara e, perché no, provare a rientrare per vincere la tappa. Non ce l’ho fatta, ma non rimpiango nulla in generale. E’ stato un grande Giro.

Nella crono d’apertura a Bergamo, Malcotti chiude 103esima. Non si scoraggia e saprà finire 8a nella generale a 4’44”
Nella crono d’apertura a Bergamo, Malcotti chiude 103esima. Non si scoraggia e saprà finire 8a nella generale a 4’44”
Correrai anche il Tour Femmes?

Sì, vado in supporto di Thalita De Jong. Purtroppo lei nell’ultimo periodo non è stata molto bene, quindi bisognerà vedere come arriverà in Francia. E di conseguenza vedremo se per me si potranno presentare delle occasioni da sfruttare al meglio in qualche tappa. Sicuramente io ho dato dimostrazione di stare molto bene, devo solo capire quanto riuscirò a tenere questa condizione.

Una condizione più mentale che fisica?

Sì, assolutamente. Affrontare il Tour è sempre duro, specie dal punto di vista dello stress. Il Giro Women l’ho vissuto il più serena possibile, pensando giorno per giorno e sempre col sorriso. Credo che questo mi abbia dato un vantaggio in più rispetto alle altre. Direi che tutto l’umore in squadra abbia fatto la differenza

Malcotti al Giro 2024 era arrivata 15ª. Quest’anno ha terminato nella top 10, la migliore italiana dopo Longo Borghini
Malcotti al Giro 2024 era arrivata 15ª. Quest’anno ha terminato nella top 10, la migliore italiana dopo Longo Borghini
Ora Barbara Malcotti che obiettivi si è data?

Sicuramente fare un giusto recupero prima di andare in Francia. Per come stanno andando le cose, un pensiero alla maglia azzurra tra mondiale ed europeo ce lo sto facendo. O meglio, spero in una convocazione. Ecco, mi piacerebbe mettere la ciliegina sulla torta con una vittoria. Ma vediamo come andrà…

Elisa Longo Borghini trionfa al Giro con Northwave Veloce Extreme

15.07.2025
3 min
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La ciclista italiana più vincente della sua generazione ha aggiunto un altro capitolo prestigioso alla propria carriera. Elisa Longo Borghini ha conquistato il Giro d’Italia Women per il secondo anno consecutivo, consolidando il suo status di grande campionessa del ciclismo femminile. Un successo celebrato sul podio di Imola, dove l’azzurra di Ornavasso ha indossato l’iconica Maglia Rosa per la seconda volta consecutiva e sigillando un dominio iniziato fin dalla prima tappa.

A spingerla verso questo storico traguardo è stato anche un partner d’eccellenza: le sue scarpe Northwave Veloce Extreme. La vittoria non è stata solo il frutto di una performance atletica straordinaria, ma anche la conferma di un binomio vincente tra l’atleta e un marchio di Onigo di Pederobba (Treviso) che ha fatto della tecnologia e dell’innovazione la propria firma distintiva. 

La sfida con l’agguerrita avversaria Marlen Reusser ha tenuto con il fiato sospeso gli appassionati, ma la tempra e la determinazione di Longo Borghini hanno avuto la meglio, consentendole di salire sul gradino più alto del podio finale.

Elisa Longo Borghini si è confermata Regina del Giro Women a Imola bissando il successo dello scorso anno
Elisa Longo Borghini si è confermata Regina del Giro Women a Imola bissando il successo dello scorso anno

Nel segno del successo

La partnership tra Northwave e Elisa Longo Borghini si è riformata proprio in questa stagione 2025, dopo una separazione durata sette anni. Il ritorno è stato un successo fin da subito. La prima metà dell’anno è stata costellata di trionfi: dalla vittoria all’UAE Tour al Campionato Italiano su strada. Questi successi non hanno fatto altro che preparare il terreno per l’impresa più grande, il Giro d’Italia Women, dimostrando come la sintonia tra l’atleta e le calzature Northwave Veloce Extreme fosse davvero… totale.

«Siamo entusiasti del successo di Elisa – ha commentato Gianni Piva, fondatore e titolare di Northwave – una ragazza straordinaria, un patrimonio per lo sport italiano. Per la prima volta nell’era del WorldTour femminile, una nostra atleta è riuscita a conquistare il Giro d’Italia Women. È una nuova pagina di storia per il nostro brand, che corona un percorso di sostegno al ciclismo femminile iniziato molti anni fa, e che aveva allora, come adesso, Elisa Longo Borghini come grande protagonista».

Longo Borghini ha vinto sulle strade del Giro Women con ai piedi le scarpe Northwave Veloce Extreme
Longo Borghini ha vinto sulle strade del Giro Women con ai piedi le scarpe Northwave Veloce Extreme

Veloce Extreme: nata per vincere

Ai piedi della campionessa, le scarpe Northwave Veloce Extreme hanno sfoggiato speciali rotori di colore rosa, un tributo alla Maglia Rosa appena conquistata. Queste calzature rappresentano il culmine di anni di ricerca e sviluppo, frutto di una stretta collaborazione con campioni come Filippo Ganna. Le Veloce Extreme sono un prodotto che fa davvero la differenza in gara, e i numeri lo dimostrano.

La rivoluzionaria suola Powershape HT, caratterizzata dal distintivo design “High Tail,” non è solo esteticamente unica ma offre benefici misurabili e tangibili. L’innovazione tecnologica di questa suola garantisce un incremento del 4% sulla potenza erogata e, al tempo stesso, una stabilità del piede maggiore del 9% rispetto ai modelli precedenti. Totalmente prodotte in Italia, e vincitrici del prestigioso iF Design Award nel 2024, le Northwave Veloce Extreme sono la perfetta sintesi tra stile e performance, eleganza e ricerca scientifica. Disponibili in tre colori, bianco, nero e la speciale versione viola, queste scarpe da ciclismo sono l’emblema di un marchio che continua a pedalare verso il futuro.

Northwave

Una Persico da monumento nel giorno di Monte Nerone

15.07.2025
6 min
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IMOLA – Quando Silvia Persico a pochi chilometri dalla fine si sposta sfinita lanciando Longo Borghini verso la leggenda dopo un lavoro mastodontico, più di una persona in cima a Monte Nerone anticipa ciò che esclama poi al traguardo Brodie Chapman: «Fatele una statua»!

Qualcun altro dice che metà della maglia rosa conquistata da Elisa sia della 27enne bergamasca, ma la verità è che forse tutte e sette le ragazze del UAE Team ADQ – anche Greta Marturano che ha dovuto abbandonare a causa di una rovinosa caduta nella seconda tappa e giustamente ricordata ad Imola da Longo Borghini mentre era vicino a lei – ne possono indossare una tutta loro.

Resta e resteranno negli occhi tuttavia l’azione che ha deciso il Giro Women e la prestazione condotta da Persico alle pendici della montagna marchigiana. Abbiamo raccolto tutte le sue impressioni di questi ultimi giorni sapendo perfettamente che ancora non ha realizzato ciò che ha fatto per la sua capitana e la sua squadra.

Persico si disseta sul traguardo di Monte Nerone. Chapman (dietro di lei) ha chiesto di farle una statua per il suo grande lavoro
Persico si disseta sul traguardo di Monte Nerone. Chapman (dietro di lei) ha chiesto di farle una statua per il suo grande lavoro
Silvia accontentiamo Chapman. Come vuoi la statua?

Macché dai, Brodie ha sempre la battuta pronta (sorride, ndr). Se proprio dobbiamo, allora bisogna farla ad ognuna di noi, anche Greta che però è sempre stata con noi appena uscita dall’ospedale. Abbiamo recitato tutte la nostra parte, ciò che abbiamo costruito negli scorsi mesi. Sabato sono stato il cosiddetto “final support” e si è visto di più, ma prima tutte le mie compagne hanno fatto la mia stessa fatica senza le telecamere addosso.

Avendo fatto quella strada per salire e scendere da Monte Nerone abbiamo visto meglio il punto in cui siete partite. Elisa ha detto di aver seguito l’istinto, ma tu ti sei fatta trovare pronta e con una grande gamba.

Sapete già che non era un attacco programmato, però non sapete un retroscena. Verso fine discesa ho chiamato in radio Erica (Magnaldi, ndr) dicendole di venire vicino ad Elisa a tirare perché io ero “un po’ cucinata” (sorride, ndr). Quando hai Elisa accanto, ti spingi a dare tutto e per questo sono davvero felice che sia la nostra leader.

La vittoria al Giro è la finalizzazione del grande feeling tra Longo Borghini, Persico e tutte le altre atlete della UAE
La vittoria al Giro è la finalizzazione del grande feeling tra Longo Borghini, Persico e tutte le altre atlete della UAE
Elisa in conferenza stampa ha detto anche che non hai voluto i cambi. Ci spieghi quei momenti?

Quando abbiamo allungato, lei mi ha incitato a tirare dritto senza preoccuparci se dietro si erano messe ad inseguirci. Elisa continuava a dirmi che dovevamo accumulare un po’ di secondi per prendere la salita con un buon margine, poi ad un certo punto mi dice di darmi il cambio, anche se dall’ammiraglia dicevano che doveva stare a ruota. Le ho risposto che avrei continuato a tirare, perché la radio per un attimo non ci ha più aggiornato sul vantaggio. Lì ho spinto alla morte, poi mi sono tolta quando non ne avevo veramente più ed i secondi continuavano a salire.

Cos’hai pensato?

Ho cercato di recuperare il prima possibile capendo veramente il distacco. Magari dietro stavano recuperando ed io avrei potuto fare da stopper. Invece quando le moto mi hanno passato, mi hanno informata del buon margine di Elisa e a quel punto ho pensato veramente ad arrivare al traguardo pianissimo.

Ti è dispiaciuto rinunciare alle tappe che erano più adatte a te, come ad esempio l’ultima?

No assolutamente, anche perché era già stato deciso in squadra prima di prendere il via da Bergamo. Alla partenza dell’ultima tappa il divario tra Elisa e Reusser era ancora molto corto, quindi bisognava restare unite e concentrate per la maglia rosa. Vi dico che sinceramente che io avrei sacrificato ogni singola tappa per vincere il Giro.

Meritati festeggiamenti a fine Giro per le atlete della UAE, qui col meccanico Guihard-Thébault (foto instagram)
Meritati festeggiamenti a fine Giro per le atlete della UAE, qui col meccanico Guihard-Thébault (foto instagram)
Questo Giro Women ha fatto scoprire qualcosa di inaspettato a Silvia Persico?

Direi di no dal punto di vista tecnico, invece sicuramente da quello mentale. Non avverto più quella pressione degli anni scorsi, dove ero capitana per tante gare anche meno adatte a me. Già dal UAE Tour ho vissuto tutto in maniera più serena, proprio perché Elisa è una ragazza che infonde tranquillità. La pressione l’abbiamo gestita bene…

In che modo?

Alla fine di tutto il lavoro fatto in ritiro, ci siamo dette che non potevamo farci ulteriori pressioni noi stesse. Ci siamo dette che era una gara di ciclismo, che dovevamo considerarla come tale. Il mio mantra infatti in questa settimana, che comunque è stata davvero impegnativa, è stato: «Enjoy».

Nel 2022 avevi fatto una grande stagione andando forte sia nelle classiche sia nei tre Grandi Giri, poi avevi deciso di puntare su successi parziali. Hai qualche consapevolezza in più per tornare a puntare su gare a tappe?

Il ciclismo femminile rispetto a tre anni fa è cambiato tantissimo. Il livello si è alzato in modo incredibile. All’epoca io andavo molto meno di adesso, però arrivavano i risultati facilmente, forse perché pesavo appena meno. Ora come ora, so che nelle gare lunghe preferisco puntare alle tappe o lavorare per la capitana come al Giro. Sicuramente preferisco le gare a tappe da 4-5 giorni per curare eventualmente le generale. Diciamo che quando sarò un po’ più matura come corridore, potrei pensare di ritornare a fare classifica.

Conoscendo Elisa siamo certi che ricambierà il favore alla prima occasione utile mettendosi al tuo servizio. Per caso vi è capitato di parlarne?

In realtà al campionato italiano di Darfo Boario Terme eravamo d’accordo su questo. Lei voleva fare la corsa per me, però io quel giorno non sono stata bene e gliel’ho detto subito. Non so quando correremo nuovamente assieme, bisogna vedere i rispettivi calendari, ma anch’io so già che vorrà lavorare per me. Non c’è fretta e onestamente al momento non è una necessità per me.

L’ultima vittoria di Persico è datata maggio 2024 a Morbihan. Vorrebbe ritrovare il successo entro fine stagione
L’ultima vittoria di Persico è datata maggio 2024 a Morbihan. Vorrebbe ritrovare il successo entro fine stagione
Secondo te il blocco italiano della UAE può essere decisivo in nazionale come è successo al Giro? D’altronde il percorso del mondiale è adatto a Longo Borghini e quello dell’europeo sorride a te.

Certamente tra noi italiane si è creato un grande feeling durante le classiche e questa vittoria lo ha rafforzato. Sappiamo che Elisa ama correre davanti, quindi anche in nazionale cercheresti di fare altrettanto. Non sappiamo però quali siano i piani del cittì Marco Velo e quanti posti ci saranno per il Rwanda ad esempio. Noi come gruppo siamo avvantaggiate, ma ci sono altre italiane che sono andate forte. Penso a Malcotti che ha fatto un grande Giro oppure Ciabocco, anche se lei è una U23, o anche la stessa Trinca Colonel.

Quali sono i programmi e gli obiettivo dal Giro in avanti?

Il primo obiettivo è quello di recuperare le energie psico-fisiche. Abbiamo festeggiato con la squadra ed aiuta già tanto per impostare la settimana di riposo. Non so se correrò il Tour Femmes, così come il Romandia, lo saprò nei prossimi giorni. Di sicuro dovrei fare il calendario delle classiche della seconda parte di stagione. Vorrei cercare di farmi trovare pronta per una eventuale convocazione azzurra, ma non vi nascondo che vorrei ritornare alla vittoria il prima possibile. Spero di riuscirci.