Bertolini Guerciotti 2021

Europei di cross, Pontoni suona la carica azzurra

05.11.2021
5 min
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Una rappresentativa di 22 convocati. Contingente presente quasi al completo in tutte le categorie, salvo che fra gli Elite, dove ci saranno i due big Gioele Bertolini (nella foto d’apertura) e Jakob Dorigoni. La squadra di Daniele Pontoni è pronta e già diretta verso il Col du Vam, teatro nel weekend dei Campionati Europei che rappresentano il primo grande appuntamento della stagione.

Il luogo della disfida ha avuto un peso non indifferente nelle scelte del Cittì friulano, che lo ha studiato nei particolari: «Quello degli Europei un percorso durissimo, questo è innegabile, io dico che è un mix tra i tracciati dei Mondiali di Valkenburg e quelli italiani di Sappada e Monte Prat. Non è tecnicissimo, ma ha altimetrie importanti, 30 metri a giro che alla fine si fanno sentire, con una salita al 18 per cento in acciottolato e un arrivo sempre in salita. Nella Ronde Van Drenthe, la gara femminile del World Tour, hanno affrontato la parte finale del circuito per tre volte e quella salita faceva male».

Iserbyt Europei 2020
Eli Iserbyt è il campione uscente, viene da 3 successi nelle ultime 5 uscite. Si riconfermerà?
Iserbyt Europei 2020
Eli Iserbyt è il campione uscente, viene da 3 successi nelle ultime 5 uscite. Si riconfermerà?
Che squadra è quella azzurra?

Una formazione ambiziosa, soprattutto nelle categorie giovanili e il fatto che in una rassegna ufficiale tornino le gare loro riservate è per me il tema principale della rassegna, ci riappropriamo dell’essenza del ciclocross messa da parte nell’ultima stagione. Sui giovani però c’è da fare un discorso a parte: con loro sono stato molto chiaro, infatti nella successiva tappa di Coppa del Mondo a Tabor, aperta alle loro categorie, ci saranno atleti diversi dagli Europei perché voglio che ci sia una rotazione e tutti devono fare esperienze internazionali, capire che cosa significa gareggiare ad alto livello. Abbiamo numeri qualitativamente importanti e tutti devono avere le loro occasioni.

Lo scorso anno pensi che la pandemia abbia privato il movimento di quale risultato internazionale importante?

Sicuramente. Avevamo ad esempio un movimento junior maschile eccezionale, penso a Masciarelli ma anche ad Agostinacchio, Olivo, Fede e altri. Potevamo lasciare un segno, ma dall’altra parte so anche che il percorso dei Mondiali di Ostenda non era fatto per le nostre caratteristiche e avremmo fatto fatica. Resta comunque il fatto che abbiamo un bacino di talenti molto promettente sul quale dobbiamo lavorare.

Toneatti Brugherio 2021
Dopo l’ottima esperienza americana Toneatti ha vinto l’Internazionale di Brugherio (foto Billiani)
Toneatti Brugherio 2021
Dopo l’ottima esperienza americana Toneatti ha vinto l’Internazionale di Brugherio (foto Billiani)
Che cosa ti aspetti oggi in quelle stesse categorie?

Le prospettive sono buone, ma solo la gara potrà dare i responsi giusti perché noi come gli altri partiamo al buio. Io ho guardato gare internazionali, ho studiato resoconti, mi sono fatto un’idea su chi saranno i favoriti in ogni categoria, ma mai come quest’anno si parte senza una precisa base data dai confronti precedenti. Io sono comunque convinto che nelle due prove junior possiamo dire la nostra, Paletti e la Corvi possono davvero conquistare qualcosa d’importante.

Anche nelle gare Under 23 pensi che siamo in lizza per il podio?

Penso proprio di sì, qui abbiamo già riscontri più freschi soprattutto in campo femminile con la Realini che in America ha fatto molto bene e con un po’ di fortuna può giocarsela alla pari con le olandesi, ma non vanno sottovalutati neanche i maschi, Fontana e Toneatti arrivano all’appuntamento nella forma giusta e con la giusta esperienza. Sarà fondamentale vedere il loro approccio con il percorso, nelle prove prima della gara.

Gaia Realini, Europei ciclocross, s'Hertogenbosch, 2020
Gaia Realini sarà una delle punte azzurre, in gara domenica fra le Under 23
Gaia Realini, Europei ciclocross, s'Hertogenbosch, 2020
Gaia Realini sarà una delle punte azzurre, in gara domenica fra le Under 23
Venendo alle Elite femminili, se guardiamo le prime prove di Coppa vediamo che dietro l’armata olandese, l’Italia è quella che ha una forza d’urto maggiore, se ci fosse una classifica a squadre saremmo tranquillamente secondi…

E’ vero perché abbiamo una costanza di rendimento medio-alta e le tre consecutive Top 10 conquistate sempre da atlete diverse (Lechner, Arzuffi, Persico in sequenza) lo dimostra. Ma non abbiamo più solo loro: la Teocchi ad esempio agli Europei non c’è perché ha ripreso da poco, ma è del gruppo, lo stesso dicasi per Gariboldi e Bulleri che nelle loro uscite internazionali mi sono piaciute. Ecco, vorrei che fosse sottolineato il fatto che da parte dei team c’è un atteggiamento nuovo, aperto all’estero: a Tabor ci saranno più team italiani presenti e questo è per me un grande aiuto.

Che cosa ti aspetti da Bertolini e Dorigoni?

Io sono convinto che faranno una bellissima figura. Guardo Bertolini e ripenso alla sua prova iridata di Valkenburg, questa volta il percorso può aiutarlo a ottenere qualcosa di simile. E’ in buona condizione, al Guerciotti lo ha dimostrato, arriva nella forma giusta. Per me entrambi sono in grado di entrare fra i primi 10 e sarebbe un grande segnale per il movimento.

Arzuffi Waterloo 2021
Con la Arzuffi, ma anche con Lechner e Persico l’obiettivo è la Top 10 fra le elite
Arzuffi Waterloo 2021
Con la Arzuffi, ma anche con Lechner e Persico l’obiettivo è la Top 10 fra le elite
Che cosa dirai ai ragazzi prima della partenza?

Io dico che sempre che nelle gare di un giorno può succedere di tutto. Ricordo sempre l’esempio di Bradbury, l’australiano che vinse l’oro olimpico nello short track: non era il favorito, anzi non era neanche da considerare per il podio, eppure le cose si misero in modo tale che la sua giornata di grazia lo portò al massimo risultato possibile. Una giornata simile per arrivare per tutti, prima o poi e perché non agli Europei sabato o domenica?

Bertolini Di Tano

Di Tano e Bertolini, i due mondi del ciclocross

24.10.2021
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Guardi Vito Di Tano insieme a Gioele Bertolini e ti vengono subito in mente Davide e Golia, troppa la differenza fisica fra i due, come anche l’epoca nella quale sono emersi. La foto di apertura, in una vecchia conferenza stampa alla Guerciotti, è esemplificativa, eppure i punti di contatto sono tantissimi, a cominciare dal fatto che entrambi sono saliti fino in cima alle gerarchie italiane del ciclocross. Ora quello strano connubio si è ricomposto: è vero, Gioele ha un suo preparatore, ma questo poco incide, in casa Guerciotti Selle Italia rimettere insieme il tecnico ex campione del mondo e il giovane rampante era troppo succulenta.

Il particolare che rende il tutto ancora più simpatico è il fatto che quando poniamo il tema al diesse pugliese, scoppia in una fragorosa risata: «E come si fa a fare un paragone? Io e Gioele siamo proprio agli antipodi, come la notte e il giorno. Due fisici opposti ma anche due epoche molto lontane: spesso ci mettiamo a parlare delle nostre rispettive esperienze, lui neanche ci crede quando gli dico che ai miei tempi nelle gare di ciclocross c’era anche un chilometro e mezzo da fare a piedi, ora se ci sono 200 metri si lamentano…».

Di Tano Mondiali
Vito Di Tano in una foto d’epoca, con la maglia iridata: ha vinto il titolo nel 1979 e 1986
Di Tano Mondiali
Vito Di Tano in una foto d’epoca, con la maglia iridata: ha vinto il titolo nel 1979 e 1986
Eppure nella preparazione dei ciclocrossisti la parte a piedi viene ancora molto curata, Van Aert ad esempio si è addirittura presentato al via di una mezza maratona…

Sì, ma i percorsi ormai sono tutti filanti, veloci, spettacolari. Io mi salvavo proprio per il mio “motore”, a piedi riuscivo a guadagnare molto su chi era più leggero, soprattutto in condizioni di clima e terreno difficili. Oggi ad esempio, di crossisti alti 1,93 come me non se ne vedono tanti, ma anche su strada sono decisamente pochissimi. Lo ammetto, oggi sarei stato in difficoltà…

Bertolini quindi è “figlio” di quest’epoca ciclocrossistica?

Certamente, è ideale per questo tipo di competizioni, in gare dove oltre all’esperienza – e quella se la sta costruendo – servono variazioni, rilanci continui, scatti a ripetizione, un po’ tutto quello che poi viene utile per chi fa la strada.

Gioele non è certo una nuova scoperta per te…

Ci conosciamo da quando iniziò fra gli juniores e il nostro sodalizio è durato fino a 3 anni fa, poi lui ha deciso di provare a dedicarsi con più attenzione alla Mtb per guadagnarsi una chance olimpica, ma ci siamo lasciati amichevolmente e tenuti in contatto. E’ stato sfortunato, l’infortunio lo ha frenato e risalire non è facile, anche perché ti ritrovi sempre a partire da dietro. Quest’anno ci siamo parlati, ci ha detto che voleva tornare a correre nel ciclocross in maniera seria, ritornare quello dei mondiali di Valkenburg e noi siamo subito stati al suo fianco.

Bertolini Mondiali 2018
Gioele Bertolini ai mondiali di Valkenburg 2018, conclusi clamorosamente al 6° posto
Bertolini Mondiali 2018
Gioele Bertolini ai mondiali di Valkenburg 2018, conclusi clamorosamente al 6° posto
Come lo hai ritrovato?

Umile e concentrato. Gioele ha una grande capacità: è uno che si mette sempre in discussione e il suo ritorno nasce da questo. Sa che la ripresa è difficile, praticamente viene da due anni di assenza e quindi nelle prove internazionali deve risalire la china, partire da dietro e ci vuole tempo. Ma lo abbiamo e faremo di tutto perché avvenga. Ha evitato le ultime gare della stagione di Mtb proprio perché tiene a ritornare quello di una volta.

Parlavamo prima delle vostre differenze fisiche. Tecnicamente ci sono punti di contatto fra voi?

Nelle salite, al suo confronto ero un elefante… Gioele è velocissimo, inoltre è dotato di particolari capacità di guida e ha una grande forza nel carattere perché affronta tutto con grande tranquillità, prima e durante la corsa. Questa sua mancanza di ansia fa bene a tutta la squadra, soprattutto ai più giovani. Jakob Dorigoni ad esempio è ben diverso, è più un cavallo pazzo, ha sempre un pizzico di nervosismo, ma è il suo modo di approcciarsi all’evento.

Bertolini Dorigoni 2021
Bertolini davanti a Jakob Dorigoni: compagni di squadra ma molto diversi nell’approccio alle gare (foto Billiani)
Bertolini Dorigoni 2021
Bertolini davanti a Jakob Dorigoni: compagni di squadra ma molto diversi nell’approccio alle gare (foto Billiani)
Rispetto ai tuoi tempi, le bici quanto sono cambiate?

Parliamo di due mondi lontanissimi… Ai miei tempi ad esempio usavamo telai da 65, quelli di ora sembrano la metà, a noi pareva di guidare dei camion con rimorchio per tanto che erano pesanti da rilanciare.

Da Gioele che cosa ti aspetti?

Sta lavorando con calma, il primo obiettivo è essere pronto per l’Europeo del 7 novembre, poi faremo un punto della situazione per programmare la stagione perché non si potrà essere al massimo fino a fine gennaio, dovremo capire dove poter scaricare considerando anche che per noi non c’è solo la stagione internazionale, quella italiana è fondamentale per l’immagine degli sponsor. Dovremo metterci a tavolino e studiare, se avremo messo da parte qualche soddisfazione sarà più semplice.

Ciclocross Osoppo 2021

Partito il Giro d’Italia: domani Porto Sant’Elpidio

16.10.2021
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Non è stato facile riuscire a partire, ma alla fine il Giro d’Italia di ciclocross ha preso il via da Osoppo, città friulana che grazie all’impegno del Jam’s Bike Team ha garantito lo start del principale circuito nazionale sui prati. La 13esima edizione del circuito ha aperto i battenti facendo i conti con la concomitanza con la trasferta americana per l’apertura della Coppa del Mondo: se in campo maschile le assenze di Davide Toneatti e Lorenzo Masciarelli hanno influito poco, fra le donne, considerando che con Lechner, Arzuffi, Realini e Persico era assente la gran parte della nazionale, si rischiava di trovarsi di fronte a una prova monca.

Se agonisticamente la prova non ha avuto storia con Rebecca Gariboldi in fuga sin dalle prime battute, la sua prestazione ha comunque avuto risvolti interessanti: «Io sono abituata a guardare più al mio rendimento che al confronto con le avversarie – racconta la lissonese del Team Cingolani – anche se ero da sola ho tirato fuori tutto quanto avevo dentro per mettermi alla prova, su un percorso particolare, con la prima parte scorrevole ma ostacolata da forte vento e la seconda più legata alle capacità di guida».

Gariboldi Osoppo 2021
Rebecca Gariboldi, brianzola di 24 anni, 18esima agli ultimi Mondiali. La prima rosa è sua del Giro d’Italia Ciclocross (foto Billiani)
Gariboldi Osoppo 2021
Rebecca Gariboldi, brianzola di 24 anni, 18esima agli ultimi Mondiali. La prima rosa è sua (foto Billiani)

Futuro su strada o su gravel

La Gariboldi punta fortemente a staccare una nuova maglia azzurra, come aveva fatto a gennaio per i mondiali: «Il ciclocross è la mia prima attività, anche se d’estate corro in Mtb e quest’anno ho fatto anche qualche gara su strada: di quelle open non essendo affiliata a nessun team del settore. Conto però di provare anche la gravel. E’ un settore che mi incuriosisce perché i suoi contorni sono tutti da definire».

La portacolori del Team Cingolani, giunta al traguardo della prima del Giro d’Italia con oltre mezzo minuto sull’elbana Alessia Bulleri (Cycling Café) e sulla ritrovata Sara Casasola (DP66 Giant Smp), ha sfruttato al meglio la sua condizione scaturita d’estate proprio dal connubio Mtb-strada.

«In questa fase della stagione chi viene dall’attività su strada è avvantaggiato, ha quel fondo che consente di emergere e lo sto verificando su me stessa, praticamente non mi sono mai fermata. Dipende molto anche dal clima ancora favorevole e dai percorsi, con l’andare avanti della stagione, il gareggiare su tracciati più tecnici e fangosi chi ha dimestichezza maggiore con il fuoristrada verrà fuori».

Bertolini Osoppo 2021
Solo in volata Bertolini è riuscito ad avere ragione di Ceolin e Leone. Decisiva la sua esperienza (foto Billiani)
Bertolini Osoppo 2021
Solo in volata Bertolini è riuscito ad avere ragione di Ceolin e Leone. Decisiva la sua esperienza (foto Billiani)

Il Bullo non fallisce la “prima”

Intanto Rebecca continua a conciliare le sue mille attività ciclistiche con gli studi di marketing e mercati globali. Ha già la laurea triennale e punta ora a quella piena. L’obiettivo è sfruttare questo suo impegno nel ciclismo.

«Vorrei davvero combinare le due cose – dice – sarebbe il massimo. Intanto però mi piacerebbe anche provare ulteriormente su strada. Qualche proposta l’avevo avuta, ma per me il ciclocross viene sempre per primo. Se qualche team accetta di avermi a mezzo servizio, sono disponibile…».

Torniamo alla gara maschile, dove in assenza del suo nuovo compagno di colori Dorigoni ancora impegnato nella stagione di mountain bike, il tricolore Gioele Bertolini ha bagnato con un successo il suo approdo alla Selle Italia Guerciotti Elite. Il suo però non è stato certo un assolo, perché i più giovani Ceolin e Leone (suo compagno di colori) gli hanno fatto compagnia fino agli ultimi 100 metri, dove il “Bullo” ha fatto la differenza.

«Non mi stupisco di tanto equilibrio – ha dichiarato il campione italiano – certo che i ragazzi mi hanno reso la vita difficile attaccando in continuazione».

Paletti Osoppo 2021
Luca Paletti in azione, vincitore nella gara degli junior (foto Billiani)
Paletti Osoppo 2021
Luca Paletti in azione, vincitore nella gara degli junior (foto Billiani)

Ora serve il Green Pass…

Detto che le prime maglie rosa fra gli juniores sono di Luca Paletti (A Favore del Ciclismo Asd) e Valentina Corvi (Gs Sorgente Bradipozzo), domani si va a Porto Sant’Elpidio, che nell’ultima edizione aveva chiuso le ostilità del circuito e i concorrenti si troveranno di fronte non solo un percorso piuttosto diverso da quello di Osoppo, più ondulato, ma anche la novità del Green Pass obbligatorio da presentare per poter prendere il via. Anche il Giro d’Italia di ciclocross si adegua alle nuove disposizioni volute dal Governo per proseguire sulla strada di uscita dalla pandemia.

Bertolini Illnau 2021

Guerciotti rilancia, con Bertolini e altri botti…

02.10.2021
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La Selle Italia Guerciotti è da molti anni un riferimento assoluto nel ciclocross italiano e con l’approssimarsi della stagione il team si è dato una tinteggiata di fresco, per continuare a raccogliere successi in Italia ma anche per provare a scalare posizioni nelle gerarchie internazionali. Proprio da questo presupposto parte il ritorno dopo due anni del campione d’Italia Gioele Bertolini e già dalle prime premesse, con il terzo posto nella prima uscita in Svizzera a 1’20” dal vincitore elvetico Kevin Kuhn e a 1’05” dall’altro svizzero Timon Ruegg (nella foto di apertura), si capisce che la strada è tracciata.

«Con Gioele abbiamo impostato un lavoro teso a farlo tornare quello che era giunto nella Top 10 assoluta dei Mondiali – afferma il responsabile tecnico Alessandro Guerciotti – è rientrato nel gruppo come se non ne fosse mai uscito. Diciamo che riprendiamo da dove avevamo lasciato con un nuovo entusiasmo».

Bertolini viene da due stagioni difficili, nelle quali la preparazione invernale non era mai andata nel dovuto modo…

Il nostro obiettivo è dosarlo nella maniera giusta per farlo crescere gradatamente. Il meglio dovrà venire all’inizio del 2022, con gli Italiani come primo obiettivo verso un Mondiale dove tornare ai suoi livelli di un tempo. Noi siamo fiduciosi, il suo finale di stagione in Mtb era stato buono e deve continuare su quella strada senza stress.

Bertolini Dorigoni 2021
Bertolini e Dorigoni, grandi rivali ora affiliati nella stessa squadra: quali equilibri nasceranno?
Bertolini Dorigoni 2021
Bertolini e Dorigoni, grandi rivali ora affiliati nella stessa squadra: quali equilibri nasceranno?
La squadra però non è incentrata su Bertolini…

No, abbiamo un team decisamente compatto. Con Gioele ci sarà Dorigoni, abbiamo nello stesso team i migliori due elite italiani e pensiamo che la concorrenza interna non possa fargli che bene. Viene dalla sua prima stagione nelle Marathon di Mtb, ora deve tradurre queste rinnovate doti di resistenza nel ciclocross che ha una durata decisamente diversa e quindi bisogna verificare anche come recuperare la sua innata esplosività.

In campo femminile che cosa vi aspettate dalla Realini?

Gaia viene da una straordinaria stagione su strada, ma quest’anno per lei cambierà molto: innanzitutto non avrà più al suo fianco la Baroni, quindi cambieranno le logiche di squadra, visto che nella passata stagione accadeva che l’una o l’altra dovevano correre di conserva quando la compagna era in fuga. Ora sarà libera di fare la sua corsa.

Realini Illnau 2021
Gaia Realini impegnata a Illnau, dove ha chiuso seconda a 2″ dalla francese Clauzel
Realini Illnau 2021
Gaia Realini impegnata a Illnau, dove ha chiuso seconda a 2″ dalla francese Clauzel
I risultati conseguiti su strada pongono su di lei molte aspettative…

Noi confidiamo che i risultati conseguiti le diano quell’energia mentale in più, quella consapevolezza utili per continuare a migliorare. Io dico la verità: sono convinto che Gaia possa arrivare a risultati anche superiori alla Baroni, a condizione però che possa migliorare nella tattica di corsa dove è ancora un po’ carente, ma con Di Tano stanno lavorando anche su questo.

Ci sono altri acquisti?

Abbiamo portato con noi Samuele Leone, pronto ad affrontare il suo penultimo anno fra gli Under 23, lo abbiamo seguito a lungo e con attenzione e crediamo che possa avere grandi margini di miglioramento tanto da diventare il riferimento della categoria, ancor più considerando che Fontana è al suo ultimo anno prima del passaggio di categoria. Senza dimenticare che sempre fra gli U23 abbiamo Agostinacchio e Fede, entrambi nel giro azzurro. Poi c’è Eros Cancedda, che può sorprendere fra gli junior e Federica Venturelli, ma qui parliamo di un fenomeno assoluto…

Cancedda 2021
Eros Cancedda è uno dei giovani più promettenti, vincitore lo scorso anno a Jesolo al Giro d’Italia ciclocross
Cancedda 2021
Eros Cancedda è uno dei giovani più promettenti, vincitore lo scorso anno a Jesolo al Giro d’Italia ciclocross
Dicci di più…

Sono rimasto strabiliato vedendo i risultati di questa ragazza fra le allieve, vince in ogni disciplina, qualcosa che in Italia è inusuale. Io sono convinto che anche nel ciclocross, pur al suo primo anno, possa davvero sorprendere tutti.

Un team che quindi può davvero realizzare l’enplein in ogni prova italiana, Tricolori in testa…

Serve sempre tanta fortuna per ottenere simili giornate, è chiaro che vogliamo emergere dappertutto e ne abbiamo la possibilità, in alcune categorie partiremo favoriti, in altre come importanti outsider, ma ce la giocheremo in ogni singola corsa.

Guerciotti 2021
Alessandro Guerciotti, a sinistra, con Dorigoni e suo padre Paolo, creatore di un team storico
Alessandro Guerciotti, a sinistra, con Dorigoni e suo padre Paolo, creatore di un team storico
Pur avendo un roster abbastanza lungo e che copre ogni categoria, è chiaro però che la nuova distribuzione delle gare internazionali mette un po’ in difficoltà, soprattutto con la Coppa del Mondo versione “extralarge”…

Quello del ciclocross sta diventando un calendario sempre più simile alla strada, con prove World Tour e altre gare. Qui avremo di regola Coppa del Mondo alla domenica anticipata dal Superprestige al sabato, quindi impegnando tutti i weekend. Le gare internazionali servono soprattutto per acquisire esperienza: noi abbiamo intenzione di frequentare il circuito di Coppa il più possibile con Bertolini, Dorigoni e Realini che è quella che ne ha più bisogno per crescere. Non avendo ambizioni di classifica, è chiaro che in caso di alcune gare alle quali teniamo particolarmente (innanzitutto le tre internazionali, ossia il nostro Trofeo Mamma e Papà Guerciotti, Faé di Oderzo e Brugherio) privilegeremo il calendario italiano.

Obiettivamente, gestire un team simile, il più vicino a uno status professionistico, quanto impegna?

Moltissimo, prima, ai tempi di mio padre, era quasi tutto delegato al corridore. Oggi devi avere uno staff completo a sua disposizione, prevedendo anche una base in Belgio con camper e staff del posto. Il dispendio è enorme, a ben guardare le differenze con un team World Tour non sono poi così tante. Salvo il budget, naturalmente…

A Variano, Bertolini campione di fairplay

17.01.2021
4 min
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Quando nella mattinata il freddo intenso ha palesato anche le condizioni del terreno, fortemente ghiacciato, il primo pensiero del Ct Fausto Scotti all’immediata vigilia della partenza della gara di Variano di Basiliano, ultima prova del trofeo Triveneto, è stato per Fabio Aru.

Daniele Pontoni è stato il perfetto padrone di casa (foto Billiani)
Daniele Pontoni è stato il perfetto padrone di casa (foto Billiani)

«Gli ho detto subito di non rischiare – racconta – soprattutto in curva. Il suo 17° posto finale è figlio di una scelta precisa, non doveva pregiudicare quanto di buono fatto nella stagione. I suoi obiettivi sono molto più avanti nel tempo, qui doveva solo stare attento alle curve».

Caduta Dorigoni

Effettivamente la gara ha fatto molte vittime, anche illustri. Una caduta ad esempio è stata l’evento centrale della prova Open maschile, la più attesa: una caduta che ha visto protagonista Jakob Dorigoni. Tutti si attendevano la rivincita dei tricolori di Lecce fra lui e il nuovo campione italiano Gioele Bertolini e i due hanno fatto la differenza sin dal via. Ma a due giri e mezzo dalla fine, dopo continue schermaglie, il portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite è caduto sul fianco sinistro.

Gioele Bertolini ha messo in mostra una grande condizione (foto Billiani)
Gioele Bertolini ha palesato una grande condizione (foto Billiani)

Una botta di non poco conto. Bertolini era lontano, ma non se l’è sentita di vincere così e ha deciso di aspettare il rivale. La coppia si è così ricomposta e i due hanno proceduto in completo accordo fino al giro conclusivo dove ognuno ha giocato le proprie carte. A vincere è stato Bertolini per un paio di secondi, ma al di là del successo, quel che resta di più è stato il valore intrinseco della sua scelta.

Azzurri stanchi

In ottica dei prossimi mondiali di Ostenda (Belgio), i due hanno dato comunque le risposte che Scotti si attendeva.

Dorigoni affranto, porta i segni della caduta (foto Billiani)
Dorigoni affranto, porta i segni della caduta (foto Billiani)

«Sì – conferma il tecnico azzurro – ma mi è piaciuto molto anche Samuele Leone (Development-Guerciotti) che ha chiuso terzo a 43”. Lo aspettavamo a un risultato del genere, anche perché sapevamo che qualcuno era un po’ più affaticato dopo i lavori della settimana nel ritiro azzurro, dove abbiamo svolto anche 4 allenamenti quotidiani su aspetti specifici. Ceolin ad esempio, pur avendo finito quarto, aveva lavorato tutto il tempo con gli elite. Pensavamo fosse anche più stanco, lo stesso dicasi per Pavan sesto alla fine dietro Toneatti. I nomi per i mondiali sono questi, senza dimenticare Fontana che è caduto. Gli faceva male una mano e si è ritirato. Speriamo di poter portare a Ostenda 4 atleti, ma dovremo decidere anche in base a come organizzare la trasferta in questo difficile periodo».

Francesca Baroni ha dominato fra le donne (foto Billiani)
Francesca Baroni ha dominato fra le donne (foto Billiani)

Baroni stellare

La gara femminile ha regalato una super Francesca Baroni. La campionessa italiana under 23 della Selle Italia Guerciotti Elite ha imposto subito un ritmo altissimo al quale Eva Lechner (Starcasino CX) faticava a resistere, finché l’esperta altoatesina è caduta, lasciando via libera alla rivale, alla fine prima con 11” di vantaggio. Terza l’altra under Sara Casasola a 47”. Anche qui le scelte sembrano abbastanza chiare, l’unico dubbio è legato al quantitativo di atlete che effettivamente potranno andare in Belgio fra due settimane. Un tempo utile per fare ancora quel piccolo salto di qualità per rendere al meglio.

Eva Lechner CX

Trinx, un colosso in arrivo dalla Cina

31.12.2020
3 min
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Durante le ultime gare, abbiamo notato la bicicletta su cui pedala Eva Lechner , una delle migliori atlete azzurre del ciclocross. Per saperne di più, abbiamo chiesto qualche informazione al suo team manager Luca Bramati, ex ciclocrossista vincitore della Coppa del Mondo e del Superprestige. Il bergamasco è responsabile del Trinx Factory Team ed è anche collaboratore tecnico per lo sviluppo del prodotto. Oltre a Eva Lechner, il suo team può contare anche su Gioele Bertolini.

Numeri enormi

Quando vediamo un nuovo marchio di biciclette la curiosità si accende e cerchiamo di saperne qualcosa in più.
«Trinx è un’azienda cinese che produce biciclette da diversi anni – esordisce Luca Bramati – dovete sapere che ha una produzione di 1.300.000 pezzi all’anno. Si tratta di un vero colosso». Ma come mai non l’avevamo ancora visto sulle nostre strade? «Per ora hanno prodotto per altri marchi, ma dall’anno scorso hanno deciso di mettersi fuori in prima persona».

Pronti per l’Europa

Trinx è talmente grande che sta preparando con grande cura il suo lancio sui mercati europei.
«Stanno costruendo un nuovo stabilimento dove produrranno tutta l’alta gamma che arriverà in Europa e anche in Italia dal 2022».

Gioele Bertolini Trinx
Gioele Bertolini con la Full 2020 del Factory Team di Trinx
Gioele Bertolini Trinx
Gioele Bertolini con la Full 2020 del Factory Team di Trinx

La risposta di Trinx

La gamma di Trinx è davvero molto ampia, si va dalle biciclette per i bambini, fino alle biciclette da strada di alto livello passando per le city bike e le mountain bike.
«Con il Trinx Factory Team di mountain bike – continua Luca Bramati – ho la fortuna di provare in prima persona le biciclette, inoltre Bertolini è uno molto tecnico. Il bello di questa azienda è che ascolta le nostre proposte e gli ingegneri si mettono subito all’opera per trasferirle sulle biciclette». Le osservazioni di Luca Bramati e degli atleti della squadra hanno dato i loro frutti.

«Siccome tutti i materiali per realizzare il telaio li producono loro – dice – riescono ad essere molto reattivi. Noi quest’anno abbiamo dato dei suggerimenti per migliorare la full che abbiamo in dotazione e a gennaio 2021 arriverà il nuovo modello figlio di un progetto molto innovativo, cui i ragazzi ed io abbiamo partecipato attivamente».

Prestazioni già elevate

A dimostrazione delle qualità tecniche delle Trinx c’è il secondo posto ai mondiali di cross country ottenuto dalla Lechner con la front, che a detta di Bramati è un’ottima mountain bike. Ma a livello di bici da strada cosa dobbiamo aspettarci?
«Arriveranno una nuova road bike – dice – e anche una nuova mountain bike full elettrica. Molto belle e con soluzioni tecniche innovative. Sono molto attenti ai gusti del mercato europeo e vogliono offrire un prodotto di alta qualità che sia anche bello».

Ci siamo chiesti se un colosso di questo tipo stia pensando di sponsorizzare una squadra: «Ci stavano pensando e gli avevo fornito i contatti, ma per ora preferiscono aspettare, vedremo in futuro».

La Trinx TDO Team con la forcella dalla forma particolare
La Trinx TDO Team con le sue forme generose e la forcella molto particolare

Forme particolari

In effetti osservando la gamma di bici da strada quello che ci è balzato subito all’occhio è la varietà di modelli già presenti in gamma. Si va dalle biciclette più semplici adatte a chi vuole iniziare a pedalare fino a salire al modello TDO. Una bicicletta che presenta delle forme dei tubi generose che strizzano l’occhio alle alte velocità. Molto interessante è la forcella con una forma che potremo definire “rovesciata”. Ovviamente queste sono le nostre prime impressioni in attesa che arrivino in europa i nuovi modelli, come ci ha anticipato Bramati.
A questo punto non ci resta che aspettare di vederle dal vivo e poterci pedalare.

Cominelli Cristian

Cominelli in rosa si prende la 6ª tappa del Giro

13.12.2020
4 min
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A Ferentino il momento clou è stata la partenza degli elite. Tutti si chiedevano cosa potessero combinare i “cavalli pesanti” su quel fango, tanto più dopo che c’erano passate centinaia e centinaia di bici sin dal mattino. Quando sono partiti, la temperatura iniziava a calare e le ombre ad allungarsi sul percorso. C’erano tutti gli elementi per assistere ad uno spettacolo… che non è mancato. Dorigoni, Cominelli, Samparisi, Bertolini… fremevano!

fango
I meccanici nella zona box, tra fango e irdopulitrici
fango
I meccanici nella zona box, tra fango e irdopulitrici

Cominelli podista

Dorigoni nel riscaldamento sembrava il più serio. Il campione italiano era concentratissimo, silenzioso si scaldava al sole e sui rulli. Altri preferivano sgambettare nella campagna ciociara. Chi invece già si fregava le mani era Cristian Cominelli. Il biker della Scott rideva sotto i baffi dopo aver visto il percorso e le donne che avevano sempre la bici in spalla.

«Io ragazzi – ci ha detto dieci secondi appena dopo aver finito la sua cavalcata – vengo dal podismo e mi trovo bene in queste condizioni. Lo sapevo, me lo sentivo. E vi dico questa, non ho neanche fatto un giro di prova del percorso.

«Sono partiti fortissimo e per certi aspetti questo mi ha tranquillizzato perché sapevo che non avrebbero potuto tenere quel ritmo. Io sono rimasto con un ritmo costante e infatti ho visto che già dopo un giro non scappavano più e che poi risalivo bene. Non per fare lo spaccone, ma nell’ultimo giro sarei potuto andare ancora più forte».

La maglia rosa è raggiante. Finalmente è riuscito a vincere una tappa. Adesso questa maglia la sente più sua, più vicina.

Jakob Dorigoni
Jakob Dorigoni (secondo) in azione nel circuito delle Molazzete
Jakob Dorigoni
Jakob Dorigoni (secondo) in azione nel circuito delle Molazzete

Dorigoni secondo ma…

Dorigoni, ha un po’ rincorso gli avversari. Il forte altoatesino si è visto scappare via Folcarelli e il giovane Luciano Rota a lungo in testa. Forse si è lasciato trasportare un po’ dal ritmo degli altri e ha pensato più a loro che a se stesso. O forse davvero questo era il giorno di grazia di Cominelli.

Una cosa è certa: era dura. I tecnici dicevano come gli atleti si fossero lamentati della sabbia di Jesolo, ma qui sono andati ben oltre i minuti di corsa a piedi del cross veneziano. Anche loro sono stati per tre/quarti di giro a spingere la bici.

Si poteva fare anche qualche tratto in più, commentavano due tecnici del team di Pontoni, ma bisognava prendere coraggio e saltare in sella prima dei lunghi tratti fangosi, altrimenti non si saliva più. Inoltre gli uomini hanno gareggiato a fine evento e anche i lati sotto le fettucce, parti di terreno che di solito tengono un po’ di più, erano compromessi.

La pressione delle gomme era per tutti al di sotto dei 2 bar. Cominelli, per esempio, ce l’aveva addirittura 1.4 all’anteriore e 1.5 al posteriore. Chiaramente gomme da fango.

Gioele Bertolini
Gioele Bertolini, il Bullo ha chiuso al quinto posto
Gioele Bertolini
Gioele Bertolini, il Bullo ha chiuso al quinto posto

Bertolini in ripresa

A fine gara non gioiva di certo, ma neanche si disperava il Bullo. Alla fine la sua gara, un po’ come quella della Teocchi, è stata di rimonta e gestita con costanza.

«Poche volte in carriera mi è toccato un cross così – ha detto il valtellinese – Un cross d’altri tempi. Credo che forse avremmo pedalato per 500 metri a giro, e 200 di questi erano del rettilineo finale in asfalto. Io in questo periodo non sto curando molto l’allenamento a piedi. Oggi contavano le gambe, nel vero senso senso della parola. Ha vinto chi tiene meglio la corsa, perché la differenza si faceva tutta là. Il manico? No, in queste condizioni così estreme conta meno di quel che si possa immaginare. Però va bene dai. Alla fine ho visto che Dorigoni non è arrivato tanto prima di me».

Ethic Sport 2020

Bertolini e Lechner testimonial di Ethic Sport

01.12.2020
2 min
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Gioele Bertolini e Eva Lechner sono loro i top testimonial EthicSport per quanto riguarda il mondo del ciclismo e del cross in modo particolare.

La stagione di Coppa del mondo è appena partita e i due azzurri hanno vissuto il debutto di Tabor, fronteggiando qualche imprevisto e lanciandosi però nella lunga rincorsa che li porterà ai mondiali di Oostende, in Belgio, in programma per il 30 e 31 gennaio 2021.

Gioele Bertolini 2020
Gioele Bertolini dopo Tabor punta dritto su Namur
Gioele Bertolini 2020
Bertolini dopo Tabor punta su Namur

Da sempre EthicSport è molto vicina alle esigenze degli atleti, con l’obiettivo di creare maggiore consapevolezza sulle problematiche alimentari nella pratica sportiva. L’esperienza EthicSport nasce sul campo e cresce giorno dopo giorno grazie al continuo contatto con squadre professionistiche, federazioni sportive, staff medici e Università.

Eva Lechner
Anche Eva Lechner, purtroppo caduta a Tabor, testimonial di Ethic Sport
Eva Lechner
Lechner, debutto sfortunato a Tabor

Gli integratori professionali EthicSport – questa va considerata una vera e propria “mission” aziendale – sono stati sviluppati per ottimizzare il rendimento in tutte le fasi delle discipline sportive, con un’attenzione particolare agli sport di endurance. Ogni nuovo prodotto nasce difatti da un attento studio delle letterature scientifiche, sempre nel rispetto dell’organismo dell’atleta. E la stessa produzione viene proposta utilizzando esclusivamente le migliori materie prime e seguendo i più alti standard realizzativi. 

Il risultato? Ogni differente prodotto offre all’atleta la miglior resa, sia in allenamento che in gara.

www.ethicsport.it

Gioele Bertolini

Bertolini verso Tabor: «Sono in crescita»

25.11.2020
3 min
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Il Bullo sta scaldando i motori. Gioele Bertolini è tornato alle corse. Per ora il valtellinese ne ha messe due nel sacco. Due gare di ciclocross che sono state l’ideale per togliere la ruggine dopo l’infortunio che in pratica gli ha fatto saltare tutta la stagione in Mtb o giù di lì.

Domenica prossima, Bertolini sarà al via della prima gara di Coppa del mondo a Tabor. E’ vero Dorigoni e Samparisi vanno forte, ma se Gioele sta bene resta il faro dei nostri ciclocrossisti.

Ciao Gio’, come va?

Per ora bene, dai. Sono tornato a correre e sinceramente speriamo di continuare a farlo, vista la situazione. Domenica si esordisce in Coppa. Le sensazioni sono buone. Gara dopo gara, e si che ne ho fatte solo due, va sempre meglio. Certo, mi manca il ritmo gara ma nella seconda prova stavo meglio.

Gioele e le ripetute in salita nella corsa a piedi
Gioele e le ripetute in salita nella corsa a piedi
Hai corso a San Martino e domenica scorsa ad Aprilia, com’era il percorso laziale?

Alla fine era esigente. Il finale unito all’inizio del giro erano duri. C’erano tre strappi in successione e poi un falsopiano e in cima il prato era pieno di fango. La seconda parte invece era più guidata.

Un buon test in vista di Tabor, insomma. Lassù ci saranno tutti, tranne Van der Poel…

Che il livello in Coppa sia alto si sa. Io quest’anno poi non ho mai corso all’estero, l’ho fatto solo in Italia e già qui ho tribolato parecchio. Bisognerà essere furbi.

Cosa manca ai crossisti italiani per essere all’altezza di quelli del Nord Europa?

Un po’ mancano le gare in Italia. Lì di questi periodi corrono due volte a settimana… se ti va male. Non abbiamo le squadre di riferimento, lì ci sono team che fanno solo quello, ma c’è tutt’altro giro di soldi. Va da sé che questi team preparano solo il cross per tutto l’anno. Noi in Italia facciamo almeno due discipline e spesso lo facciamo in funzione della Mtb. Come minimo dovresti trasferirti su almeno per tre mesi l’anno come fanno Eva (Lechner, ndr) o Alice (Arzuffi, ndr). Insomma è un fatto culturale.

Ti aspettavi che Dorigoni andasse così forte?

Non ha vinto l’italiano per caso. Io sono rientrato da poco e ancora non riesco a contrastarlo. Poi ogni stagione è a sé e ci sta che vada forte.

Bertolini si scalda prima del via
Bertolini si scalda prima del via
Ti piace il percorso di Tabor?

Lassù ho fatto dei bei risultati, ma anche delle pessime prestazioni! E’ un percorso esigente. Quasi sempre c’è del falsopiano, però è anche veloce. Bisognerà correre sui gruppetti e fare i fuorigiri per rientrare su quello davanti. Però bisognerà vedere la condizione e… che ritmo ci sarà.

Ti abbiamo spesso visto correre a piedi? Lo hai fatto più del solito, hai cambiato qualcosa nella preparazione?

No, ho sempre corso a piedi per curare la parte in cui si scende di sella. Semmai ho cambiato in generlae qualcosa nella preparazione in quanto ho cambiato allenatore. Adesso mi segue Omar Beltran, lui è nato come mental coach ma poi è diventato anche preparatore.

E sul piano tecnico, ci sono novità?

No, la bici è quella (Trinx, ndr). Non è come la Mtb, si cambia molto meno. Si hanno a disposizione tre tipi di gomme e due ruote, alte o basse e in base alle condizioni scegli cosa usare.

Chi è il favorito di Bertolini?

Eli Iserbyt, lo vedo davvero in forma.