Taiwan Kom: sfida a 3.000 metri tra campioni (e costruttori)

27.10.2023
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In questi primi giorni senza gare ha attirato attenzione la sfida che Simon Yates della Jayco-AlUla ha lanciato indirettamente a Vincenzo Nibali. Anche se sarebbe meglio dire che Giant ha lanciato a Merida. E probabilmente a quest’ora questa sfida a distanza, Simon potrebbe anche averla vinta. L’asso inglese infatti è impegnato nella Taiwan Kom Challenge (in apertura foto Taiwan Cyclist Federation).

Si tratta di una particolarissima gara amatoriale, una granfondo diremmo noi, appunto a Taiwan, laddove vi sono molte fabbriche di bici, su tutti Giant, primo costruttore al mondo.

Simon Yates contro Nibali a distanza. Ma si tratta più di una sfida fra Giant e Merida, primo e secondo costruttore al mondo (foto Instagram)
Simon Yates contro Nibali a distanza. Ma si tratta più di una sfida fra Giant e Merida, primo e secondo costruttore al mondo (foto Instagram)

Giant vs Merida

E’ news sempre di questi giorni il rinnovo della partnership fra il colosso Giant e la squadra del team manager Brent Copeland. In pratica Yates vuole battere il record stabilito da Vincenzo Nibali nel 2017, quando lo Squalo fu invitato da Merida a prendere parte a questo singolare evento.

Si parte dal livello del mare, da Hualien, sulla costa orientale dell’isola, e si arriva ai 3.275 metri di quota del Monte Hehuan, sulla catena del Kunyang, che divide in due Taiwan stessa. Un percorso di 103,5 chilometri, 87 dei quali in salita. La pendenza media della scalata è del 3,5 per cento e quella massima del 23.

Davvero una sfida particolare che in casa Jayco-AlUla hanno già ribattezzato Fight Gravity, vale a dire combattere la forza di gravità.

In sella con Nibali

A dirci qualcosa di più della Taiwan Kom è proprio Vincenzo Nibali, reduce guarda caso da un evento in quota, ma in mtb: la Popo Bike in Messico.

«La Taiwan KOM Challenge una gara amatoriale, tipo la Maratona delle Dolomiti. Si parte tutti insieme ed è aperta anche ai pro’. E’ tutta in salita! Io partecipai perché Merida ci fece questa richiesta. Venivo dalla vittoria dal Lombardia, ma l’affrontai con tutt’altro spirito. Avevamo fatto un grande tour tra le aziende locali. In corsa c’era anche mio cugino Cosimo!  E si può dire che l’abbia vinta anche grazie a lui. 

«Gli dissi: “Dai Cosimo, ma non mi posso mica mettere a rubare la gara agli amatori”. E lui: “No, no… siamo qui e devi vincere. Devi andare forte. E poi è l’unica corsa che faccio con te”. Passammo una settimana in quella parte del mondo, tra le aziende. Andammo anche in Giappone. Fu quasi una vacanza con questa Taiwan KOM Challenge nel mezzo».

«Ora – prosegue lo Squalo – Giant sta portando i suoi corridori migliori per battere il mio tempo di scalata. Brent (Copeland, ndr) ha chiesto a Slongo, che mi seguiva all’epoca, il file di quella scalata perché vogliono battere il mio record. E ci sta. Volevano avere dei dati di riferimento. Loro la imposteranno proprio per battere il mio tempo, correndo in un certo modo. Mentre a darmi una mano io avevo solo mio fratello Antonio. Lui si mise a tirare in salita».

Finale tosto

Il record di Nibali è di 3 ore 19’54”. Se Yates e David Peña, colombiano e abituato a certe quote, correranno con accortezza ce la possono fare. Salvo qualche outsider a sorpresa…

«La Taiwan KOM Challenge – ha detto Yates – è qualcosa di diverso da quello a cui siamo abituati. Si arriva oltre i 3.000 metri partendo dal mare: non ci sono molte salite del genere. Sarà una sfida davvero interessante. In più essere a Taiwan sarà speciale per noi come squadra: è la casa di Giant e sarà bello rappresentare il marchio, incontrare le persone che lavorano dietro le quinte».

Insomma Giant vuol e riprendersi lo “scettro” in casa. E tutto sommato nell’epoca dei social potrebbe essere un colpo di teatro ben piazzato e forse anche simpatico.

«Ricordo che si partiva prestissimo al mattino – riprende Nibali – del tipo che avevamo le luci sulla bici per andare dall’hotel alla partenza. La prima parte era piatta. Si andava verso l’entroterra. Bisognava stare attenti perché, come ho detto, era buio e c’erano anche delle gallerie, ancora più buie. Non si vedeva nulla. Ed erano umide, bagnate.

«La prima parte della salita è regolare, abbastanza veloce direi. Poi la parte finale è dura. Ma proprio tanto dura, specie negli ultimi 3 chilometri. Al livello del Sormano. Poco prima c’era anche un discesetta, abbastanza pericolosa».

Sarà insomma interessante vedere come se la caverà Simon Yates oltre quota 3.000. E se abbasserà il record dello Squalo.

P.S. La gara, come avevamo accennato, si è conclusa più o meno in concomitanza con l’articolo, ed il record è stato battuto. Ma c’è stata una sorpresa. Non hanno vinto i due favoriti della Jayco ma l’australiano Benjamin Dyball, il quale sfruttando il passo che mirava al tempone ha chiuso la scalata in 3 ore 16’09”, tre minuti abbondanti meno di Nibali.

Nuova Giant Defy, la quinta generazione cambia pelle

15.09.2023
5 min
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La Giant Defy indossa un vestito tutto nuovo e non è solo l’impatto estetico. E’ una delle bici endurance per eccellenza ed è uno dei modelli che ha aperto questa categoria di prodotti. La nuova Defy è più leggera e veloce, accattivante nelle forme e cambia quasi completamente il layup del carbonio.

I livelli di composito sono tre, SL, Pro e Advanced in modulo standard (non cambia la forma del telaio e della forcella) , per otto allestimenti in totale. Entriamo nel dettaglio di questa bicicletta che offre un delta di possibilità davvero ampio.

La nuova Defy è anche una bici che non disdegna la competizione (foto Giant)
La nuova Defy è anche una bici che non disdegna la competizione (foto Giant)

Nuova Defy, essenziale ed efficiente

Non di rado le bici endurance sono state (e lo sono tutt’ora) associate anche ad un utilizzo offroad, portate in ambienti gravel e con strade bianche. Versatilità e possibilità di montare coperture di diversa natura, comfort funzionale e capacità di dissipare le vibrazioni senza compromettere la stabilità e le prestazioni complessive. Questi in sostanza sono i principali fattori tecnici che identificano il DNA di una bici endurance.

La nuova Giant Defy prosegue la strada tracciata tempo addietro, tenendo fede ad un progetto tanto efficiente, quanto semplice. Non ci sono innesti meccanici, ammortizzatori e molle, perni e snodi, perché è la tecnologia del composito e di come è plasmato a fare la differenza, quella del telaio, della forcella e dei componenti (Giant e Cadex) che sono parte integrante della nuova Defy.

Per gli amanti dei numeri

La nuova versione SL utilizza ben 132 pelli di composito per la costruzione del telaio, con un orientamento ben preciso, in modo da far collimare il giusto rapporto tra peso, rigidità ed elasticità. La Giant Defy SL di ultima generazione ha un valore alla bilancia (dichiarato e senza verniciatura) di 785 grammi. La forcella ha un peso di 350 grammi, è full carbon ed è in comune alla serie Pro, più leggera del 15% rispetto alla generazione precedente.

Il kit telaio (frame, forcella e alcuni parti essenziali) ha un peso di 1.304 grammi (SL), 1.379 grammi (Defy Pro) e 1.415 grammi (Giant Defy Advanced).

Ogni Defy, a prescindere dalla versione, è stata ottimizzata per l’utilizzo con coperture tubeless da 32 millimetri di larghezza, ma arriva a supportare pneumatici fino a 38 di sezione.

Componenti D-Fuse (per SL e Pro)

Sono il reggisella con il tipico disegno a D, ma la tecnologia D-Fuse è ripresa anche per il cockpit. Il seat-post offre dei vantaggi per quanto concerne la flessione “controllata”, che può arrivare oltre i 7 millimetri (tantissimo).

La forma a D è in parte mutuata anche per i manubri della serie Contact SLR ed SL. Le pieghe SLR e SL sono in dotazione alle versioni SL e Pro, offrendo una sorta di scudo (maggiorato del 40%, se messo a confronto con la versione precedente) nei confronti delle vibrazioni negative. E’ stato rinnovato anche lo stem, in carbonio per la SL, in alluminio per Pro e Advanced.

Allestimenti e prezzi

Partendo dalle due top di gamma, troviamo la Giant Defy Advanced SL0 e subito sotto la SL1, rispettivamente a 11.999 e 8.899 euro. La prima ha un allestimento di altissimo livello ed è molto più che una bici pronto gara. Cockpit Aerolight e sella in carbonio Cadex, così come le ruote Cadex 36 (prodotti eccellenti per costruzione e prestazioni). C’è la trasmissione Sram Red eTap AXS (power meter Quarq incluso). La SL1 prevede il medesimo allestimento, ma con la trasmissione Shimano Ultegra Di2 12v.

Gli allestimenti Advanced Pro sono tre: Pro 0, Pro 1 e Pro 2. C’è lo stem in alluminio SL Aerolight con passaggio interno di cavi e guaine, ma cambiano anche le ruote. Sono della famiglia Giant SLR, non hanno i raggi in carbonio come le Cadex ed un cerchio differente. La Pro 0 si basa sulla trasmissione Shimano Ultegra Di2 12v, mentre la Pro 1 porta in dote il cambio Shimano 105 Di2. Sempre Shimano per la Pro 2, ma con il nuovo 105 meccanico. I prezzi di listino sono nell’ordine di, 6.399, 4.899 e 3.799 euro.

Ed in fine gli allestimenti Advanced 0, 1 e 2, con prezzi di listino di 4.499, 3.599 e 2.999 euro. Non utilizzano il reggisella D-Fuse, anche se il design è perfettamente compatibile e sono previste le ruote con cerchi in alluminio. La versione 0 ha la trasmissione Sram Rival AXS, mentre la Advanced 1 ha Shimano 105 Di2. Le versione 2 ha invece la trasmissione Shimano 105 meccanica. Per tutte e tre le versioni le taglie disponibili sono 6: XS e S, M e ML, L e XL.

Giant

Liv Avail, la bici endurance al femminile si rifà il trucco

14.09.2023
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Liv è il marchio di bici dedicate alle donne. Pur avendo un’identità propria e specifica, le produzioni Liv sono legate a Giant, per quanto concerne lo sviluppo e anche la tecnologia produttiva del carbonio, con delle geometrie e dei valori dedicati al publico femminile.

Liv Avail è una bici endurance prima di tutto, leggera e molto equilibrata in modo da offrire il massimo controllo del mezzo in diverse situazioni. Vediamo nel dettaglio la nuova Liv Avail, molto diversa dalla EnviLiv utilizzata in ambito professionistico.

Comoda, grazie a geometrie e materiali (foto Liv)
Comoda, grazie a geometrie e materiali (foto Liv)

Avail, con carbonio Advanced

Sono la Pro e la Advanced, quest’ultima con modulo tradizionale ed entrambe si basano sulla fibra composita Advanced Grade. La serie Pro ha un peso specifico ridotto e adotta delle tecnologie costruttive più avanzate anche per quanto concerne l’utilizzo delle resine epossidiche. In entrambi i casi, Pro e Advanced hanno il triangolo anteriore che è un pezzo unico, mentre il retrotreno si unisce in un secondo passaggio.

Alle due nuove versioni in carbonio si unisce una terza in alluminio che adotta il suffisso AR. In totale gli allestimenti previsti per la Liv Avail sono 6: Pro 0 e Pro 1, Advanced 1 e 2, AR 1 e 2.

A prescindere dalla tipologia di materiale del telaio e dall’allestimento, la Avail esprime un concetto di comfort amplificato, rispetto alla EnviLiv e alla Langma, grazie alle geometrie, alla costruzione e anche all’impiego di alcuni componenti.

La Avail Pro

In fatto di costruzione, assemblaggio e prestazioni si rivolge alle cicliste più ambiziose. Al telaio Advanced Grade viene abbinata la forcella full carbon SL e una serie di componenti che alzano in modo esponenziale l’asticella delle performances e del peso ridotto. Ad esempio il nuovo reggisella D-Fuse tutto in carbonio, che permette una flessione orizzontale controllata. Diventa particolarmente efficiente nel lungo periodo, per il comfort e per la stabilità anche quando si affrontano strade con fondi sconnessi. Ha una sorta di forma a D, con il profilo posteriore piatto e una schiacciatura vicino alla sella.

Il disegno a D viene mutuato anche dal manubrio Contact, capace di spalmare le vibrazioni su una superficie più ampia, con vantaggi non secondari perla guida. Anche l’attacco manubrio Contact SL Aerolight è stato ridisegnato, è in alluminio. Le versioni Pro della Liv Avail portano in dote le ruote Giant con il sistema tubeless.

Liv Avail Advanced

Non cambia il design e l’impatto estetico. Non cambia neppure il concetto endurance della nuova piattaforma Avail. La famiglia Advanced si rivolge ad un’utenza che vuole contenere la spesa, ma al tempo stesso avere un prodotto accattivante e affidabile. Oltre al frame-kit, cambiano anche alcuni componenti, con un valore alla bilancia che sale leggermente, rispetto ai modelli Pro.

Entrambe le versioni della Avail, Pro ed Advanced permettono di montare coperture fino a 38 millimetri di sezione, per una versatilità d’impiego non banale, oltre ai parafanghi. Le taglie a disposizione sono 5, XXS e XS, S, M e L.

Allestimenti e prezzi

Liv Avail Pro 0 e Pro 1 hanno dei prezzi di listino di 6.399 e 4.899 euro. La prima si basa sulla trasmissione Shimano Ultegra Di2 12v e sulle ruote Giant SLR1 da 36 millimetri di altezza. La Pro 1 ha invece il pacchetto del cambio Shimano 105 Di2 (con le stesse ruote della Pro 0).

Advanced 1 e 2 hanno dei prezzi di listino di 3.699 e 2.999 euro. Entrambe hanno la trasmissione Shimano 105, Di2 per la prima, di natura meccanica per la Advanced. Entrambe le versioni hanno le ruote Giant in alluminio. I prezzi di listino scendono a 1.879 e 1.449 euro per le Avail AR 1 e 2 in alluminio.

Liv Cycling

Giant e Dumoulin tornano a pedalare insieme

11.08.2023
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Solitamente il mese di agosto porta con sé tante novità negli organigrammi dei team pronti a rinnovare il loro roster per la nuova stagione. Ogni squadra annuncia i nuovi ingaggi nella speranza che questi possano portare in dote con sé future vittorie. Tra i tanti annunci arrivati a inizio agosto, uno molto particolare ha colpito la nostra attenzione in quanto non aveva come protagonisti né un team né un ciclista attualmente in attività. L’annuncio in questione ha infatti riguardato uno dei marchi di bici più famosi al mondo e un ex ciclista. Stiamo parlando di Giant e di Tom Dumoulin che hanno deciso di tornare a condividere un cammino comune.

Tom Dumoulin in sella alla Giant celebrativa per la vittoria al Giro del 2017
Tom Dumoulin in sella alla Giant celebrativa per la vittoria al Giro del 2017

Ambasciatore globale

Lo scorso 2 agosto, attraverso un proprio comunicato ufficiale, Giant ha annunciato che Tom Dumoulin ricoprirà il ruolo di Global Ambassador del marchio di bici taiwanese. L’ex campione olandese, oggi trentaduenne, ha chiuso la sua carriera da atleta lo scorso anno. E’ stato professionista dal 2012 al 2022 e in poco più di dieci anni ha saputo ottenere risultati davvero degni di nota. Nel 2017 Dumoulin è stato il primo corridore olandese a vincere il Giro d’Italia. Nel 2018 è salito sul podio sia al Giro che al Tour de France. Durante la sua carriera, ha vinto quattro tappe alla corsa rosa, tre al Tour de France e due alla Vuelta. Si è inoltre aggiudicato il titolo mondiale a cronometro nel 2017 a Bergen in Norvegia. Sempre a cronometro ha conquistato la medaglia di bronzo ai mondiali 2014 e la medaglia d’argento ai Giochi olimpici 2016 a Rio de Janeiro ed ai Giochi olimpici di Tokyo nel 2020.

Dumoulin al Giro del 2022, anno del suo ritiro, insieme a Van Der Poel
Dumoulin al Giro del 2022, anno del suo ritiro, insieme a Van Der Poel

Sempre con Giant

I successi più importanti che Dumoulin ha ottenuto nella sua carriera hanno un unico denominatore comune: essere stati ottenuti in sella ad una bicicletta Giant. E’ lo stesso Dumoulin a ricordarlo. «Ho un rapporto davvero speciale con Giant (ha dichiarato, ndr). Durante i migliori anni della mia carriera, Giant ha supportato le squadre in cui correvo. I miei migliori risultati sono sempre stati ottenuti su bici Giant, quindi è ovvio che io sia entusiasta di essere ora un ambasciatore del marchio».

L’entusiasmo di Dumoulin è stato naturalmente condiviso dalla stessa Giant. «Siamo entusiasti di annunciare questa partnership con Tom Dumoulin (ha affermato Phoebe Liu, Chief Branding and Marketing Officer di Giant Group). Ha raggiunto i massimi livelli di questo sport e ci ha aiutato a creare prodotti innovativi e ad alte prestazioni in grado di ottenere dei vantaggi effettivi in gara. Dopo il suo ritiro, Tom ha ritrovato il suo amore per il ciclismo. Sappiamo che sarà fonte d’ispirazione per le persone in tutto il mondo».

In qualità di ambasciatore globale del marchio, Dumoulin parteciperà a tutti gli eventi che vedranno coinvolta Giant, a livello strada, gravel e mountain bike. 

Ricordiamo che attualmente Dumoulin collabora con NOS, la rete televisiva pubblica olandese ed è coinvolto in prima persona in un nuovo bike park realizzato vicino a casa sua a Maastricht, in Olanda. Si tratta del Tom Dumoulin Bike Park e presenta un percorso strada di 3,2 chilometri accanto a percorsi per mountain bike e una pista BMX. Si tratta di un progetto nato per aiutare i giovani ciclisti ad allenarsi e a migliorare la propria tecnica di guida in un ambiente totalmente sicuro. Tutto ciò rientra in un certo qual modo nel nuovo ruolo che da oggi Dumoulin dovrà svolgere per Giant: essere fonte di ispirazione.

Giant

La bici di Zana… con Zana. Scopriamo la sua Giant

02.06.2023
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Al Giro d’Italia è stata una delle bici più ammirate del gruppo, specie dal pubblico italiano. La specialissima di Filippo Zana non passava inosservata con quella livrea tricolore. Il campione italiano ha sfoggiato un total look da sogno tra maglia e bici.

In questo articolo è Filippo stesso a parlarci della sua Giant Propel Advanced (che avevamo già testato). Ma prima consentiteci un piccolo extra sulla maglia. Finalmente, come già lo scorso anno quando correva alla Bardiani, c’è un tricolore netto sulle spalle e sul petto del corridore e per questo il merito va anche al team, la Jayco-AlUla, che non ha sminuito la bandiera italiana per gli sponsor… 

Ma torniamo alla Giant di Zana. Si tratta del nuovo modello della Propel che il colosso taiwanese ha presentato pochi mesi fa. Dal punto di vista estetico è esaltata la pulizia delle linee. La nuova Propel è la bici aero di Giant. Forme più arrotondate nelle sezioni frontali e più allungate in quelle posteriori come aerodinamica impone. E l’aerodinamica è uno degli aspetti che più ha esaltato Zana stesso.

Filippo Zana (classe 1999) ha sfoggiato questa “freccia tricolore”, sempre con lo stesso setup
Filippo Zana (classe 1999) ha sfoggiato questa “freccia tricolore”, sempre con lo stesso setup
Filippo, qual è una caratteristica che proprio deve avere la tua bici? Non so, leggera, pulita, aero, rigida…

Diciamo che io non sono un tipo molto “delicato” in tal senso. La prendo come me la danno, tanto ci vogliono le gambe! Scherzi a parte, questa bici mi piace molto e l’ho scoperta proprio al Giro d’Italia.

Cioè?

Mi hanno dato la nuova Propel quando sono arrivato al Giro, in Abruzzo, il mercoledì prima del via. E col fatto che si partiva con una crono ho usato quella bici un solo giorno. Però l’ho presa e mi sono trovato subito veramente bene. Rigida e aerodinamica, aspetto molto importante e che tanto mi ha colpito. Sin qui è la bici migliore che ho provato perché va veramente “da Dio”.

Beh, parliamo di un colosso come Giant…

Storia e caratteristiche tecniche sono tutte al top.

Una considerazione estetica: quando l’hai vista con quella livrea tricolore cosa hai pensato?

Tanta roba! E’ bellissima e, ripeto, è stata una sorpresa.

E’ la nuova Propel: rispetto al precedente modello che differenze hai riscontrato?

Va detto che io usavo molto anche la TCR, che è una bici diversa, più da scalatori, più da salita e con i cavi esterni. So che presto arriverà il nuovo modello anche di quella. E poi c’è appunto questa nuova Propel, che è più da velocista. Questa rispetto alla precedente bici conserva le caratteristiche aero ma è più leggera e nel complesso più performante. Forse, almeno per me, è un filo meno rigida, ma io che l’ho presa direttamente al Giro ho trovato subito un buon feeling di guida…

E anche una certa comodità, immaginiamo a questo punto…

Esatto. Si può usare praticamente su tutti i terreni. In Giant hanno fatto una via di mezzo con la Tcr e questa bici, a mio avviso, va veramente bene sia per i velocisti sia per corridori più scalatori come me.

Tu l’hai usata anche nelle tappe di salita?

L’ho usata sempre e ho notato che anche i miei compagni che l’hanno provata hanno usato sempre questa bici. 

Vieni da un altro brand, MCipollini, hai cambiato qualcosa sul fronte delle posizioni e degli angoli? Abbiamo notato che usi un attacco da 140 millimetri, che è piuttosto lungo…

No, non ho cambiato nulla. Ho sempre pedalato così, mi sono trovato a mio agio e finché mi troverò bene userò quella posizione. Una posizione parecchio in avanti con la sella.

A proposito di sella come hai scelto quelle proposte da Giant?

Ho capito quale modello poteva fare per me, l’ho provato, mi sono trovato bene e non l’ho più tolto. Ma adesso forse proverò un modello nuovo. Un sella che al Giro avevano De Marchi e Matthews.

Posizione avanzata, quindi moderna, ma il manubrio non ci è sembrato poi coì stretto…

E’ da 42 centimetri centro-centro. Ho preferito mantenere questa misura che uso da quando ero juniores. Mi trovo bene e… soprattutto ci guido bene.

Utilizzavi una MCipollini, per riportare le quote hai dovuto cambiare taglia? 

No, era una “L” quella e lo è anche questa. Ma come ho detto le quote erano le stesse, anche l’arretramento.

Filippo, invece riguardo ai setup più variabili come pressione delle gomme o rapporti?

Le pressioni andavano in base al meteo e quindi potevano variare un po’, ma penso che il massimo che ho gonfiato durante il Giro sia stato 5 atmosfere con il tubeless… In Jayco-AlUla possiamo scegliere tutto: copertoncino, tubolare, tubeless ma ci troviamo bene con il tubeless. Il tubolare l’ho usato solo nella cronoscalata in quanto più leggero. Ma parliamo di qualche grammo.

Qual è il set di ruote che preferisci?

Ho usato sempre quelle con profilo da 50 millimetri – le Cadex 50 Ultra – che tra l’altro sono nuove. Vedo che sia io che i ragazzi ci troviamo veramente bene su tutti i terreni. E poi per me sono quelle più performanti sia in termini di leggerezza che di scorrevolezza: insomma vanno bene dappertutto.

E i rapporti?

Avevo il nuovo set di Shimano Dura Ace Di2: 54-40 anteriore e scaletta 11-34 al posteriore.

Anche l’11-30, immaginiamo…

No, no… l’11-34 dall’inizio alla fine. Anche per le tappe piatte. Così, scelta mia. Non volevo dare troppo lavoro ai meccanici con questo continuare a cambiare rapporti. Che comunque andavano benone.

Giant e Val di Sole Bikeland ancora insieme

30.05.2023
3 min
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Nei giorni scorsi Giant e Val di Sole hanno rinnovato la collaborazione iniziata lo scorso anno. Anche per il 2023 Giant sarà infatti Official Sponsor e Bike Partner di Val di Sole Bikeland.

La stagione 2022 è stata vissuta fra le emozioni delle Coppe del mondo di mountain bike e ciclocross e i grandi numeri delle presenze di biker per tutta l’estate turistica. Oggi Val di Sole Bikeland e Giant si preparano a vivere insieme un’altra annata all’insegna del grande fuoristrada, vissuto in tutte le sue declinazioni.

Il primo appuntamento di prestigio è in programma dal 29 giugno al 2 luglio quando la Val di Sole tornerà ad ospitare la Coppa del Mondo di mountain bike. Per il cicloross appuntamento invece il prossimo 13 dicembre nella suggestiva cornice innevata di Vermiglio.

Riccardo Vender è il nuovo ambassador di Giant (foto Giacomo Podetti)
Riccardo Vender è il nuovo ambassador di Giant (foto Giacomo Podetti)

Non solo mondiali

Per Giant la confermata collaborazione con la Val di Sole non si limiterà soltanto al ruolo di Official Sponsor e Bike Parner. Il brand taiwanese contribuirà allo sviluppo di un prodotto ciclabile sempre più ricco e diversificato. L’estate 2023 in Val di Sole sarà infatti quella del progetto Alpine Gravel, con i suoi sei tracciati lanciati in via ufficiale nelle ultime settimane al termine di oltre un anno di lavoro.

Merita di essere segnalata la scelta da parte di Giant del nuovo ambassador. Si tratta Riccardo Vender, che ad appena 12 anni è già stato capace di ottenere successi a livello internazionale nell’Enduro e nel Downhill, oltre a lasciare il segno sui canali social grazie alle sue doti e alle sue discese spericolate sui trail della Val di Sole, di cui è anche ambassador.

Tra le novità ci sono i percorsi Alpine Gravel, alla portata di tutti (foto Alice Russolo)
Tra le novità ci sono i percorsi Alpine Gravel, alla portata di tutti (foto Alice Russolo)

Progetti condivisi

Come anticipato, al centro della rinnovata collaborazione fra Giant e Val di Sole Bikeland c’è il desiderio di condividere nuovi progetti. A confermarlo è Fabio Sacco, Direttore di APT Val di Sole e Grandi Eventi Val di Sole.

«E’ trascorso appena un anno dall’inizio del nostro rapporto di collaborazione con Giant – ha dichiarato – ma la sensazione è di trovarci di fronte a un partner che condivide i nostri progetti e la nostra visione da sempre. Dopo una stagione di grandi soddisfazioni, non vediamo l’ora di costruire insieme una nuova annata di idee e progetti innovativi, per rendere la Val di Sole una destinazione sempre più ambita dai biker di tutto il mondo».

Chiudiamo con le dichiarazioni Claudio Cannizzaro, Sales & Marketing Manager di Giant Italia S.r.L.

«La partnership con Val di Sole Bikeland – ha dichiarato – è senza dubbio una delle nostre attività principali e siamo contenti di proseguire anche quest’anno. Le varie attività di Val di Sole Bikeland sono nell’ottica giusta che muove la comunicazione e i progetti futuri di Giant Italia. Il sostegno che abbiamo deciso di dare a una giovane promessa come Riccardo Vender è sinonimo del grande supporto che vogliamo dare alle nuove generazioni che praticano questo splendido sport».

Giant

Val di Sole Bikeland

Liv per il Gaslini: pedalare e raccogliere fondi per i più piccoli

24.05.2023
5 min
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Gino Bartali oltre alla sua eredità sportiva ci ha lasciato anche quella umana: «Il bene si fa ma non si dice». In questo caso però è bene dire che iniziative come queste devono avere e meritano tutta la risonanza possibile. Liv e le sue Ambassador hanno percorso il tragitto da Rivoli fino all’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova in sella alle loro gravel Devote.

Lo hanno fatto per portare una testimonianza e fare una donazione alla struttura che si occupa dei più piccoli. Perdere il sorriso è l’ultima cosa che deve avvenire e pedalare o spingere le due ruote con le mani ben salde sul manubrio può regalare gioia e spensieratezza ai piccini.

Un viaggio che rappresenta a pieno i valori di #LivCommitted
Un viaggio che rappresenta a pieno i valori di #LivCommitted

Pedalare per gli altri

205 chilometri per trasmettere un messaggio e portare speranza e leggerezza. Un percorso messo a punto grazie all’esperienza del negozio Ciclocentrico di Rivoli (cittadina piemontese che ha da poco ospitato un arrivo del Giro d’Italia) specializzato in viaggi e bikepacking. Un modo per scoprire il territorio e fare del bene. Fare del bene al fisico e all’anima. La scelta dell’Ospedale Gaslini non è stata fatta a caso infatti, già lo scorso anno Giant aveva donato biciclette ai bambini ospiti che, insieme all’ambassador Ivan Falvo e Vanni Oddera, hanno potuto subito iniziare a pedalare. 

«Siamo andati al Gaslini – spiega Marta Villa, responsabile marketing di Liv Cycling – memori dell’esperienza dell’anno scorso. Un nostro ambassador, che si chiama Ivan Salvo, fa attività con l’ospedale e porta i bambini che sono ricoverati nella struttura a fare delle attività in mountain bike. Lo fa insieme a Vanni Oddera un freestyler dal cuore generoso. 

«Fisicamente quel giorno abbiamo portato le otto biciclette che sono state donate. In più noi abbiamo attivato con l’arrivo al Gaslini una raccolta fondi che si concluderà all’Italian Bike Festival. Volevamo fare un viaggio in cui metterci alla prova come ambassador per far vedere che pedaliamo veramente. Fare un viaggio gravel con uno scopo ben preciso. Fare del bene».

Direzione Gaslini, tanta fatica ma anche tanti sorrisi
Direzione Gaslini, tanta fatica ma anche tanti sorrisi

Le Ambassador

Le Liv Ambassador sono tutte donne, mamme, di diverse fasce di età che si sono messe in gioco per un’avventura che aveva lo scopo di arrivare alla meta per aprire una campagna di crowdfunding. 

«Il nostro obiettivo – dice Marta Villa – è quello di creare una community per portare il maggior numero di donne in bicicletta di qualsiasi età e con qualsiasi tipologia di bici. Il concetto è riassunto nella campagna #LivCommitted che è da anni la guida di Liv. Un esempio che abbiamo raccolto proprio questa settimana è quello di una ragazza iraniana rifugiata in Canada che usa la bicicletta per fare dei viaggi e vivere a pieno la propria vita. Una storia di repressione e rinascita. Quando viveva in Iran non le era permesso utilizzare la bici. Lei è un esempio per tutti».

A comporre la pedalata c’erano: Serena Cugno di MyFamilyBike, Sottobosco Communication, Cristina, Roberta, Elisa e tutte le ragazze che si sono unite lungo il percorso.

Le Devote sono state allestite con accessori per il bikepacking
Le Devote sono state allestite con accessori per il bikepacking

Una testimonianza

Serena Cugno è una Ambassador Liv e testimone di un modo di intendere la bici che abbraccia la visione del marchio a 360 gradi. Nel suo racconto fatto attraverso i social si possono incontrare storie e viaggi. Come quello di questa avventura vissuta tra donne, amiche e nuove conoscenze. 

«Una tre giorni – scrive Serena nel post – fatta di sorrisi, salite, gravel e persone meravigliose! Tutto nato dal progetto con LivCycling di fare un crowdfunding per l’Ospedale pediatrico Gaslini e donare delle bici Giant per diversi reparti. Da questo progetto è nato un VIAGGIO perché questo è stato: sabato siamo partite da Ciclocentrico con Marta Villa, Cristina Maggiora e Sottobosco Communication. Tre tappe per un totale di 220 km da Rivoli a Genova. Nel mentre incontri meravigliosi, risate, la scoperta di posti meravigliosi del mio Piemonte. Ogni persona incontrata ha reso tutto unico e indimenticabile.

«La traccia di Massimo Alfero che ci ha portato in posti bellissimi e campagne infinite. Le nostre Liv Devote rendono tutto più scorrevole e semplice, pertanto è stata un’avventura partita dietro casa che si è trasformata in un vero e proprio viaggio in bikepacking. Ringrazio Marta di avermi coinvolto in questa esperienza che mi ha permesso di mettermi in gioco nel mondo gravel e viaggi. Si torna a casa con un bagaglio di emozioni in più, di vita vera e di incontri che sono ciò che ti cambia la vita».

Le push bike donate all’ospedale
Le push bike donate all’ospedale

Donazioni

Giant Italia ha contribuito con una donazione fisica di piccole bici che sono subito state distribuite nei vari reparti della struttura. Si è anche potuto dare voce al Giro d’Italia delle cure palliative pediatriche, una raccolta fondi supportato dalla Fondazione Maruzza, Luce per la Vita ONLUS, GiroCPP, AslTO3 e Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano. 

La Fondazione Gaslininsieme ETS nasce per raccogliere e destinare fondi all’Istituto Giannina Gaslini di Genova, uno degli ospedali pediatrici più importanti in Italia e in Europa. La missione è supportare la ricerca scientifica e l’assistenza del Gaslini, contribuire al miglioramento strutturale, tecnologico e digitale dell’Ospedale, all’umanizzazione dei suoi ambienti e all’accoglienza per le famiglie. Con 400 posti letto, 25 mila ricoveri e 500 mila prestazioni ambulatoriali l’anno, 20 padiglioni, 2.000 addetti, l’Istituto è da 84 anni un punto di riferimento nazionale ed internazionale della moderna pediatria e medicina perinatale.

Il link per poter donare: LivxGaslini | Rete del Dono.
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Giant Revolt X, la nuova gamma con sospensione anteriore

24.02.2023
4 min
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La nuova gamma gravel di Giant è arrivata, pronta a stupire e far divertire senza limiti il ciclista che non ha paura di sporcare le proprie coperture. Si chiama Revolt X e prevede due opzioni: telaio composito o in alluminio. Entrambi presentano una geometria ottimizzata per le sospensioni e un flip chip per regolare la manovrabilità e il gioco degli pneumatici. La geometria è stata progettata per trovarsi a suo agio su strada e in situazioni di terreni misti e fuoristrada

Oltre i confini

La Giant Revolt ha spostato i confini del gravel e della guida su terreni misti per più di un decennio. Essendo una delle prime bici pensata per le alte prestazioni con manubrio ribassato su superfici sterrate, Revolt ha contribuito a fare da pioniere in questa categoria in evoluzione. La nuova gamma combina l’efficienza e il controllo per cui la generazione precedente è sempre stata conosciuta per le capacità di affrontare le avventure più audaci.

La gamma comprende due serie: la Revolt X Advanced Pro, progettata con un telaio composito leggero di livello avanzato, e la Revolt X, progettata con la tecnologia dell’alluminio ALUXX leader del settore di Giant. Tutti i modelli includono una forcella ammortizzata a corsa breve progettata specificamente per la guida gravel con 40 mm di escursione anteriore. Il telaio e il cockpit sono entrambi progettati per un controllo fluido su superfici di guida accidentate con la velocità di una bici con manubrio corsa e la sicurezza di una mountain bike.

Geometria confortevole

La geometria appositamente costruita presenta un passo più lungo e superiore altezza del movimento centrale per il massimo controllo su terreni difficili. I materiali leggeri del telaio e le tecniche di costruzione innovative creano una miscela perfetta di agilità e controllo. Un agglomerato pensato per aiutare i ciclisti ad affrontare le salite, curvare ad alte velocità e affrontare discese difficili in sicurezza.

Tutti i telai della gamma Revolt X sono progettati con una giunzione dei foderi verticali più bassi e tubi dei foderi verticali di diametro sottile per migliorare il comfort della parte posteriore senza sacrificare la rigidità necessaria per lo sprint e le scalate. Un esclusivo reggisella telescopico assorbe ulteriormente urti e vibrazioni con 25 mm di escursione verticale. Il reggisella offre una regolazione in altezza di 75 o 100 mm, a seconda delle dimensioni del telaio.

Entrambe le serie Revolt X Advanced Pro e Revolt X sono dotate del manubrio Contact SL XR D-Fuse, con 16 gradi di flare. Il design in combinazione con le sospensioni aiuta a ridurre al minimo l’affaticamento di mani e braccia assorbendo gli urti e le vibrazioni. 

Per ogni terreno

La gamma Revolt X è altamente adattabile allo stile di guida e al terreno. Tutti i telai sono dotati di flip chip per regolare l’interasse e il gioco del pneumatico posteriore (fino a 53 mm). Inoltre il passo più lungo aggiunge stabilità e aumenta la distanza tra gli pneumatici, mentre il passo più corto offre una guida più veloce e agile.

Le serie dispongono anche di Giant WheelSystems, incluso il nuovissimo CXR X1 composito sui modelli Revolt X Advanced Pro, insieme a pneumatici tubeless montati. Ogni configurazione di ruote disponibile garantisce robustezza con un peso minimo, oltre alla possibilità di utilizzare coperture ad alto volume a pressioni inferiori per una guida più fluida, una presa migliore e un’efficienza di rotolamento uniforme su terreni variabili. 

I prezzi consigliati per l’Italia consultabili sul sito sono rispettivamente: Revolt X Adv Pro 0 7.449 euro; Revolt X Adv Pro 1 5.799 euro; Revolt X Adv Pro 2 4.399 euro; Revolt X 1 3.049 euro.

Giant

Giant FastRoad AR, nessun terreno è proibito

21.02.2023
5 min
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Giant rinnova la gamma FastRoad AR, ovvero la piattaforma di bici che adotta come concept primario l’all-road. Queste non sono biciclette votate alla competizione, bensì si rivolgono a quell’utenza che vuole godersi le pedalate, che siano esse su strada asfaltata e anche in mezzo alla natura, oppure sfrutta la bicicletta come mezzo di spostamento quotidiano.

La nuova famiglia FastRoad AR non è solo commuting, perché grazie alle nuove soluzioni permette di essere più veloci in totale comfort. Entriamo nel dettaglio.

Fra endurance e gravel

Se volessimo fare un accostamento, la nuova FastRoad AR mutua alcune soluzioni di sviluppo dalla Defy, bicicletta endurance della gamma road e dalla Revolt, quest’ultima una bici con una forte propensione gravel. La geometria comoda, il carro posteriore ribassato e una costruzione dedicata, gli permettono al contempo di essere comoda e facile da guidare, capace di dissipare le vibrazioni e di interfacciarsi con una componentistica tutto-terreno.

C’è il manubrio dritto, un vantaggio non da poco se immaginiamo questa bicicletta in un contesto cittadino o dell’interland metropolitano, oppure nei sentieri di collegamento che portano verso i centri abitati. Inoltre, proprio il flat-bar rende ampiamente sfruttabile questa tipologia di prodotto, anche per chi utilizza il mezzo a pedali per i soli spostamenti lavorativi.

Di cosa si tratta

Giant FastRoad AR è disponibile con due telai e due allestimenti differenti. Il primo è l’AR Advanced, completamente in carbonio e costruito con la fibra Advanced. Il secondo è in alluminio Aluxx e prende il nome di FastRoad AR ed è molto più che un prodotto alla base della categoria.

FastRoad AR Advanced 2

Adotta la tecnologia monoscocca e un tessuto composito che ottimizza i fattori di rigidità e leggerezza. A parità di taglia e rispetto alla versione in alluminio è più leggera di 200 grammi. Ha una scatola del movimento centrale larga 86,5 millimetri (Powercore), ereditata dalle biciclette road race. Anche la forcella è in carbonio ed ha lo stelo con il diametro maggiorato. Il reggisella ha un design specifico con una forma a D che, combinato con l’orientamento delle fibre di carbonio, aumenta il potere smorzante e di conseguenza il comfort.

C’è la possibilità di montare coperture fino a 42 millimetri di sezione. Giant FastRoad AR Advanced è disponibile in sei taglie differenti (dalla XS alla XL). Il prezzo di listino è di 1749 euro.

La versione in alluminio

La FastRoad AR 2 mantiene quell’impatto estetico che è parte del DNA di queste biciclette. Cambiano leggermente i volumi dei profilati, per via della lega d’alluminio e delle saldature. In comune con la versione in carbonio ci sono le geometrie, studiate per integrarsi al meglio con i manubri dritti, la forcella con stelo maggiorato e anche la la larghezza della scatola del movimento centrale, così come il reggisella con sagomatura a D. Cambia il montaggio, votato anche a contenere il prezzo.

Il prezzo di listino è di 1.149 euro. Entrambe le versioni sono predisposte per il montaggio dei parafanghi e supporti per le borse.

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