Una lettera dalla Androni per rispondere a Vegni

15.03.2021
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La storia è ormai ben nota. Il 10 febbraio Rcs Sport dirama l’elenco delle squadre invitate al Giro d’Italia e fra queste, sebbene si aspettasse di esserci, non è inclusa la Androni Giocattoli-Sidermec. La notizia stupisce, in effetti, perché probabilmente nella valutazione tecnica delle squadre in lista, quella di Savio non è l’ultima. Il colpo è duro. A Savio lo dice bici.PRO, dato che nessuna comunicazione è stata fatta preventivamente e già questo fa pensare che si siano volute evitare polemiche. Ma le polemiche esplodono lo stesso.

Savio va già duro e parla di «infamia sportiva». Mauro Vegni si chiude a riccio e non risponde, ma quando lo chiama bici.PRO risponde e non risparmia colpi. Durezza contro durezza e questa volta il messaggio contiene parole pesanti.

La Androni legge. Metabolizza. Analizza. Riflette. E poi ci manda una lettera di commento, che pubblichiamo a seguire.

Non avremmo voluto continuare una inutile polemica con Rcs Sport in merito all’assegnazione delle wild card, ma non possiamo non replicare alle dichiarazioni rilasciate da Mauro Vegni.

Il direttore del Giro d’Italia dice di non aver preso in considerazione la nostra squadra per il Giro poiché – pur essendo la prima Professional italiana – nel ranking mondiale Uci occupava la 29ª posizione. Consideravamo che, vista la concessione dell’Uci di una terza wild card agli organizzatori per favorire i team nazionali, uno degli inviti stessi spettasse alla squadra con i migliori risultati. A proposito dell’appunto per aver invitato due squadre italiane in posizione più arretrata della nostra, Vegni, in mancanza di argomenti validi, giustifica la sua scelta con un secco: «Ho le wild card e faccio come voglio». Ed è proprio per questo che ci siamo rivolti alle Istituzioni ciclistiche, con la nostra lettera aperta per chiedere che l’assegnazione delle wild card dovesse tenere conto anche e soprattutto dei meriti sportivi.

Noi comprendiamo che un organizzatore debba tener conto anche dell’aspetto commerciale, ma riteniamo non si possa escludere totalmente il profilo etico-sportivo. Invitare team che hanno ottenuto risultati assolutamente inferiori ad altri è una palese discriminazione sportiva.

Riteniamo inoltre antisportivo e addirittura offensivo verso i corridori che il direttore del Giro d’Italia dichiari che non gli «importa di squadre che vanno in fuga». Evidentemente non prende in considerazione che le nostre fughe ci hanno consentito – dall’avvento del World Tour – di vincere ben 14 tappe dei Giri d’Italia. Due anni fa, sempre grazie alle fughe, abbiamo vinto con Fausto Masnada la tappa di San Giovanni Rotondo e abbiamo sfiorato nuovamente il successo con Mattia Cattaneo e Andrea Vendrame, entrambi secondi classificati in altre frazioni. Lo scorso anno, abbiamo sempre mandato all’attacco i nostri corridori cercando la vittoria come in passato. Non ci siamo riusciti ma la conseguenza è stata che Simon Pellaud e Mattia Bais, sono saliti sul podio finale di Milano quali vincitori dei Traguardi Volanti e dei Chilometri in Fuga, due delle sette classifiche ideate dagli organizzatori stessi proprio per premiare i corridori che vanno ripetutamente all’attacco.

Vegni oggi dice che la classifica della Ciclismo Cup – ideata dalla Lega del Ciclismo Professionistico del cui direttivo Vegni stesso fa parte – «non conta nulla». Fino al 2018 la Ciclismo Cup rappresentava quanto meno per le squadre italiane l’unica ancora di salvezza con criteri meritocratici al fine delle assegnazioni delle wild card. Viene da pensare che non si sia rinnovato l’accordo con la Lega proprio per rendere irrilevanti i risultati sportivi al fine di disporre come meglio si crede delle wild card. 

Vegni conclude minacciando che, se ci lamentiamo, il prossimo anno non saremo invitati neppure alle altre corse della Rcs. Affermazioni che generano in noi profondo sconcerto. Abbiamo sempre dato il massimo per onorare il Giro d’Italia e tutte le corse di Rcs. Siamo convinti di esserci riusciti con risultati e protagonismo.

Lotteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per far prendere coscienza al mondo dello sport intero che servono regole uguali per tutti: è necessario cambiare questo sistema che non tiene in alcun conto la meritocrazia sportiva.

Gianni Savio, Team manager

Marco Bellini, Responsabile marketing e sponsor

E Vegni replica (duro) a Savio

03.03.2021
3 min
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Dopo le bordate di Gianni Savio a Rcs era necessaria una replica da parte dei diretti interessati. Abbiamo pertanto ascoltato anche Mauro Vegni, il direttore del Giro d’Italia. Anche il patron della corsa rosa non si è certo risparmiato.

Signor Vegni, ieri il team manager dell’Androni si è sfogato duramente contro Rcs per la scelta delle wild card al Giro. Cosa ci può dire in merito?

Non credo che debba rispondere. Non ho nulla da dire all’Androni Giocattoli Sidermec. L’azienda ha fatto questa scelta. Cosa debbo giustificare? Che abbiamo scelto una squadra la posto di un’altra?

Alberto Contador, Mauro Vegni, Ivan Basso, Giro di Sicilia 2019
Vegni tra Basso e Contador, la loro squadra (Eolo Kometa) è stata tra le wild card scelte
Alberto Contador, Mauro Vegni, Ivan Basso, Giro di Sicilia 2019
Vegni tra Basso e Contador, la loro squadra è stata tra le wild card scelte
Non sarebbe meglio avere regolamento univoco, che possa tagliare a zero le polemiche? Un regolamento in base alle classifiche?

Savio pensa alla classifica internazionale, ma la sua squadra è 29ª-30ª, posizione mi sembra.

Se però si segue questa teoria, non si può non notare che ci siano squadre che sono ancora più indietro nel ranking internazionale…

E cosa c’entra? Ho le wild card e faccio come voglio. Il meccanismo dei punti non conta. Se così fosse, davanti a lui c’erano comunque 28 squadre che ne avevano più diritto.

Savio però sosteneva che era la prima professional italiana…

Sì, sì, ma sempre 29ª era. E io organizzatore cosa ci faccio con team di questo tipo? Nessuno ha mai detto che in passato abbiano fatto qualcosa di male. Non c’è cosa peggiore che mettersi a discutere su questi argomenti. Chiaro che mi dispiaccia, ma se avessi messo dentro loro adesso staremmo facendo la stessa discussione con un’altra squadra esclusa. Chiunque lasci fuori diventa un problema. Oggi le wild card che abbiamo a disposizione sono poche, ma il discorso di accontentare le squadre italiane o pseudo-italiane non regge: potremo avere o no le nostre motivazioni commerciali?

Savio parlava dell’esigenza di avere almeno un wild card per meriti sportivi, come per esempio assicurare la presenza al Giro di chi vince la Ciclismo Cup…

Forse si è scordato che di quella classifica non sapevamo più cosa farcene, se chi vinceva la Ciclismo Cup era poi indietro sul piano internazionale. Io in questi anni ho lasciato fuori un amico come Claudio Corti che alla fine la squadra l’ha chiusa. E poi scusate, l’Androni farà corse come Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Sanremo… Ci sono squadre nel mondo che “pagherebbero” per esserci. Ma se si lamenta per il Giro come se queste corse non contassero nulla, allora il prossimo anno non la invitiamo neanche in questi eventi.

Mattia Bais, Giro d'Italia 2020
Mattia Bais (Androni) ha vinto la classifica dei chilometri in fuga al Giro 2020
Mattia Bais, Giro d'Italia 2020
Bais (Androni) ha vinto la classifica dei chilometri in fuga al Giro 2020
Il Tour de France invita tutte wild card francesi. Questo aumenta la pressione di Rcs nei confronti delle squadre italiane?

Abbiate pazienza, se io avessi 4-5 wild card sistemerei tutti, ma non le ho e qualcuno resta fuori. In questi anni abbiamo sempre dato priorità alle società italiane, ma se il posto manca… manca. Non vedo la polemica. Ripeto, capisco che sia amareggiato, ma non credo di aver lasciato a casa chissà chi. Ci sono 10-15 squadre che hanno corridori importanti e validi: di chi viene per fare la fuga non mi importa, l’ho detto a tutti.

Cosa succederà quando vi incontrerete con Savio?

Non succederà nulla. Io vado a testa alta, non ho fatto nulla di male. Ogni scelta diventa opinabile, ma questa è stata una normale scelta aziendale.

Savio non ci sta. Bastona Rcs e risponde a Cassani

03.03.2021
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Gianni Savio non ci sta. Il manager piemontese è un vero fiume in piena e torna sull’esclusione della sua Androni Giocattoli Sidermec dal Giro d’Italia. E’ la vigilia del Trofeo Laigueglia, prima tappa della Ciclismo Cup, vale a dire il “campionato italiano a squadre” e la rabbia non accenna a diminuire neanche con la stagione che entra nel vivo.

L’Androni Giocattoli al Giro 2020
L’Androni Giocattoli al Giro 2020

Risultati e progetti

«Certamente è la più grande vergogna sportiva nella storia del Giro d’Italia – parte “a tutta” Savio – e motivo questa dura affermazione con dei dati. E’ stata esclusa la migliore squadra professional italiana degli ultimi quattro anni, non dell’ultima stagione: delle ultime quattro.

«Quelli che riporto sono dati oggettivi che mi consentono di esprimere un giudizio così duro nei confronti di una scelta che è stata “ver-go-gno-sa”. Veniamo ai risultati. Negli ultimi quattro anni siamo stati la prima squadra professional italiana nel ranking mondiale Uci. La prima professional italiana nel circuito europeo e la prima nella Ciclismo Cup, che abbiamo vinto per tre anni consecutivi dal 2017 al 2019, l’anno scorso ci ha battuto solo la UAE, che comunque è una WorldTour. Siamo stati la professional plurivittoriosa a livello mondiale con 35 vittorie nel 2019 e lo scorsa stagione, ovviamente ridotta, siamo comunque stati la seconda a livello mondiale superati solo dalla Alpecin Fenix. 

«A questi risultati si aggiunga il fatto che proprio su indicazione di Mauro Vegni, noi da anni abbiamo un progetto vero con il quale abbiamo scoperto e lanciato tra i professionisti giovani talenti, che sono poi approdati nel WorldTour. Ballerini, Masnada, Cattaneo, Sosa, Bernal che addirittura ha vinto il Tour. Lo abbiamo lanciato a 19 anni tra i pro’ e lo abbiamo fatto crescere gradualmente».

Pellaud ha vinto la classifica dei traguardi volanti al Giro 2020. Rientrerà alla Strade Bianche
Pellaud ha vinto la classifica dei traguardi volanti al Giro. Rientrerà alla Strade Bianche

Androni e il Giro onorato

«Ma non basta ancora. Ecco perché parlo di un’infamia. Abbiamo sempre onorato il Giro d’Italia. E potrei elencare vittorie e podi finali conquistati delle classifiche dei traguardi volanti e dei chilometri in fuga. Apro una parentesi. Qualcuno, Vegni, ha detto che andare in fuga significa solo fare pubblicità ai propri sponsor. Rispondo dicendo che è un nostro dovere professionale promuovere i marchi delle aziende che ci sostengono.

«Ma a parte questa premessa, noi siamo sempre andati all’attacco con un fine ben preciso: la vittoria di tappa. E ne abbiamo vinte. L’ultimo è stato Masnada a San Giovanni Rotondo nel 2019. E se non si vince la tappa, le nostre fughe hanno sempre l’obiettivo del podio finale per le altre classifiche: maglie, traguardi volanti e chilometri in fuga. Cosa che siamo riusciti a conquistare lo scorso anno con Simon Pellaud e Mattia Bais, tra l’altro neoprofessionista.

«Quest’anno abbiamo confermato tutti i migliori corridori della scorsa stagione e, coerenti con il nostro progetto giovani, abbiamo lanciato altri talenti. Cito il colombiano Santiago Umba, segnatevi questo nome, l’ucraino Andrii Ponomar. E abbiamo inserito corridori di esperienza come l’argentino Sepulveda, proveniente dalla Movistar, e il velocista Matteo Malucelli».

Gianni Savio alla vigilia del Trofeo Laigueglia studia il percorso
Gianni Savio alla vigilia del Trofeo Laigueglia studia il percorso

Regolamento univoco

Ma da Rcs, il primo destinatario del suo sfogo, sono arrivate comunicazioni? C’è stata una sorta di “spiegazione”?

«Nessun contatto, nessun dialogo con Rcs. Abbiamo inviato due email a Mauro Vegni e Paolo Bellino, entrambe senza risposta. Cosa contenevano queste mail? Erano una richiesta di partecipazione alle corse Rcs Sport esponendo i nostri requisiti».

Nasce l’esigenza, quindi di avere un regolamento univoco, per ovviare a questo problema. Ma come?

«E’ molto semplice – riprende Savio – c’erano tre wild card e noi comprendiamo che esistano delle esigenze aziendali. Quindi okay che una venga assegnata alla Eolo-Kometa che è una potenza economica e che porta al Giro e alle altre corse Rcs Sport risorse economiche importanti. Nulla da dire, anche se è all’esordio nella categoria professional ed è un dato di fatto che non ha la storicità che abbiamo noi, ma – ripeto -, è comprensibile. Quanto è assolutamente incomprensibile è che delle tre wild card almeno una, e dico una, venisse assegnata secondo una meritocrazia sportiva perché fino a prova contraria dovremmo (uso il condizionale) trovarci in un settore sportivo, non commerciale o finanziario. Gli organizzatori dovrebbero contemperare esigenze di carattere commerciale e altre di carattere etico sportivo. Questo è il nocciolo della questione. Ed è qui che è stato superato ogni limite». 

Replica a Cassani

E adesso? Come motiverà Gianni Savio i suoi ragazzi e la sua squadra? 

«Io credo di essere un motivatore – riprende Savio – e credo che anche in questo caso ci siano dei dati che lo dimostrino. Ho sempre detto loro di pensare alla Ciclismo Cup, è importante. In più fino a qualche tempo fa esisteva un accordo tra Lega e RCS secondo il quale la squadra campione d’Italia aveva diritto di partecipare al Giro dell’anno successivo. Invece è stato abbattuto anche questo ultimo baluardo della meritocrazia. Quindi come si motiva un atleta? E’ difficile. Ho sempre detto ai corridori: restiamo uniti e compatti perché nella Ciclismo Cup non solo ci giochiamo il titolo di campioni italiani ma giochiamo soprattutto la partecipazione al Giro del prossimo anno. Ma adesso? Non posso più farlo. “Ma come – mi potrebbero dire – siamo stati i primi per tanti anni e ci hanno… premiato con l’esclusione dal Giro…”. Cosa risponderei?

«Domattina (oggi per chi legge, ndr) sul pullman farò la riunione e assegnerò i compiti. Dirò ai ragazzi che non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, perché – e rispondo a Davide Cassani che stimo – perché sono gli organizzatori che si sono sbagliati. E lo sanno sanno…
«Dirò ai miei ragazzi di correre secondo la nostra filosofia. Una filosofia di corsa grazie alla quale abbiamo migliaia e migliaia di tifosi in tutto il mondo e la rivolta sui social ce lo ha dimostrato. Tifosi che ci seguono con entusiasmo e passione. Dirò che dovremo interpretare la corsa con grande determinazione, per onore la gara, le aziende che ci sostengono e appunto i tifosi stessi».

Per Ballerini due stagioni All’Androni. Eccolo vincere il Memorial Pantani 2018
Per Ballerini due stagioni All’Androni. Eccolo vincere il Memorial Pantani 2018

Ballerini nel cuore

«Poi chiaramente servirà anche intelligenza – conclude Savio – Non si può andare allo sbaraglio. Ci sono dieci WorldTour. Cito solo quattro nomi. Bernal, Kwiatkowski, Nibali e Quintana… e ne ho detti solo quattro! E se non dovessimo vincere noi, ma lo farà un Bernal, sarà un po’ come se avrà vinto uno dei nostri. L’altro giorno ho mandato un messaggio a Davide Ballerini dopo il suo trionfo in Belgio, dicendogli proprio questa cosa, e che ero orgoglioso. Lui mi ha risposto con un bel messaggio e mi ha fatto molto piacere: ha dimostrato di essere una grande persona oltre che un grande corridore.

«Sapete cosa dirò ai ragazzi? Che il ciclismo è un sport affascinante perché imprevedibile. Oggi corriamo al cospetto dei più grandi campioni al mondo, ma non dobbiamo pensare di partire già battuti… perché può succedere l’imprevedibile».

Savio duro: «Ingiustizia sportiva. Perché Vini Zabù?»

10.02.2021
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Una grande ingiustizia: Gianni Savio non usa mezzi termini e punta il dito. L’ufficializzazione delle Wild Card per il Giro d’Italia vede l’Androni Giocattoli fuori dai giochi. E la tempestività della chiamata fa sì che il manager piemontese venga a sapere da noi della sua esclusione.

Davvero, Savio, non venite informati prima?

Davvero. Ed ero anche fiducioso. Da quattro anni siamo la miglior professional italiana, nel ranking Uci e nella Ciclismo Cup. Ogni commento sotto il profilo sportivo è superfluo. A chi hanno dato le Wild Card?

Eolo, Bardiani, Vini Zabù.

Eolo è sponsor del Giro, poco da dire. Bardiani non so se abbia sponsorizzato, ma ha Visconti e Battaglin e lo stesso poco da dire. Nei confronti di Vini Zabù, non so cosa pensare… Hanno perso i migliori elementi, non vedo la consistenza tecnica. Un corridore che abbiamo lasciato libero prima del Giro 2020 lo hanno preso loro ed è stato trovato positivo. Che notizia…

Nel 2020 Pellaud ha vinto la classifica dei traguardi volanti
Nel 2020 Pellaud ha vinto la classifica dei traguardi volanti
Davvero non sapevi?

Lo giuro.

Quanto incide questo sulla vita della tua squadra?

Ovviamente incide molto. Sotto il profilo sportivo è una grande ingiustizia. Dispiace fare nomi, ma è inevitabile. Ci fosse stata l’Arkea, non avrei avuto niente da dire, ma così…

Le motivazioni

Il problema è tenere motivati i corridori, semmai. E qui la palla passa da Gianni Savio a Giovanni Ellena che la notizia nel frattempo l’ha appresa e rimuginata.

«Qualche sentore – dice – avevo cominciato ad averlo nei giorni scorsi, ma io sono un Povero direttore sportivo, scritto proprio con la lettera maiuscola, perché sono davvero l’ultima ruota».

Che idea ti sei fatto?

Ci saranno motivazioni valide, ma certo non sportive e comunque non intuibili. Sai come diceva mio padre?

Come diceva?

«Sa di più un inetto a casa sua, che un intelligente a casa d’altri». Non ho mai considerato i suoi detti prima, ma comincio a ritrovarmici sempre di più. Ognuno a casa sua fa come vuole, è giusto che sia così.

La Androni Giocattoli al Giro 2020, protagonista di tutte le fuge
La Androni Giocattoli al Giro 2020, protagonista delle fuge
Farete tante altre corse…

Abbiamo tanti giovani per cui il Giro sarebbe stata una bella esperienza per crescere. Ma devono permetterci di fari crescere, altrimenti squadre come la nostra chiudono.

Come si fa a tenerli motivati?

Le motivazioni si trovano. Avranno tante corse per crescere e forse senza lo stress di doversi meritare un posto al Giro, riusciranno a lavorare meglio. La domanda è chi motiverà gli sponsor? E’ inutile nascondersi, certi accordi sono legati al Giro e questa è la terza volta in pochi anni che ci fanno fuori. Le due volte precedenti? Entrambi gli anni in cui avevamo un certo Egan Bernal, bella prova di lungimiranza…

Divisa Androni 2021

Work Service Group con Androni Giocattoli Sidermec

10.01.2021
2 min
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Grandi novità in casa Androni Giocattoli Sidermec. Il nuovo anno ha infatti portato in dono alla formazione diretta da Gianni Savio e Marco Bellini un nuovo sponsor di assoluto prestigio. Si tratta di Work Service Group, realtà che riunisce un insieme di aziende specializzate nelle manutenzioni industriali, nell’edilizia e nelle attività logistiche.

Dai più piccoli ai professionisti

Come avevamo già avuto modo di raccontarvi in una nostra recente intervista Massimo Levorato, Presidente e Amministratore unico dell’azienda padovana , il marchio Work Service è presente da diversi anni nel mondo del ciclismo giovanile. Lo scorso anno è stato fatto un primo passo nel mondo del professionismo con la Work Service Dynatek Vega, formazione con licenza Uci Continental. Ora è arrivato l’impegno accanto al Team Androni giocattoli Sidermec a dimostrazione che il ciclismo è uno sport ancora in grado di attrarre realtà imprenditoriali dinamiche e in continua ascesa, come appunto Work Service Group.

Fiducia nell’esperienza di Savio

Massimo Levorato ha voluto sancire l’accordo con il team Androni Giocattoli Sidermec con queste parole: «Ho una grande fiducia nei confronti di Gianni Savio che è un primattore del ciclismo nazionale. Ci piaceva l’idea di sperimentare in modo crescente l’ambiente professionistico, anche per offrire ai nostri ragazzi un ventaglio di opportunità importanti. Continueremo nell’ambito giovanile razionalizzandolo con l’intervento in una categoria superiore. In Androni Giocattoli Sidermec c’è una visione e un’ottima struttura. Da parte nostra c’era la volontà di non andare in cerca di attori improvvisati ma di trarre esempio da un senatore del ciclismo italiano come Savio. Per noi è un ingresso importante, con ancora più impegno, nel rispetto degli attuali partner e con l’auspicio che possa evolversi sulla scia della nostra storia».

Massimo Levorato, Presidente e Amministratore unico di Work Service Group
Massimo Levorato, Presidente e Amministratore unico di Work Service Group

Soddisfazione di Savio

Naturalmente soddisfatto il team manager di Androni Giocattoli Sidermec Gianni Savio: «Siamo orgogliosi che un’azienda importante come Work Service Group entri a far parte della nostra squadra e ringraziamo l’imprenditore Massimo Levorato, che ha scelto il nostro team per esordire nella categoria Pro Tour».

Rosti firma ancora la divisa

Il marchio Work Service Group sarà presente sulla maglia e sui calzoncini dei corridori, oltre che su tutti i mezzi del team. La realizzazione della nuova divisa e del relativo abbigliamento da riposo sarà nuovamente a cura di Rosti.
L’azienda di Brembate affronta il sesto anno di partnership con un team come quello diretto da Savio nel quale, come racconta Giovanni Alborghetti che guida l’azienda con il fratello Maurizio, «Si respira aria di famiglia. E per noi è molto importante nel quadro di una collaborazione che prosegue a dare soddisfazioni a tutti».
Il debutto per le prime foto in gara della nuova divisa avverrà in Venezuela alla Vuelta a Tachira poco dopo la metà gennaio.

wsgroupspa.it

Mattia Cattaneo, Gianni Savio, Mario Androni, Fausto Masnada

L’Androni va via, Savio cosa fai?

06.11.2020
4 min
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Gianni Savio è in ufficio a pianificare per quel che il nuovo… giro di covid permette di fare. La sua Androni Giocattoli-Sidermec è uscita tutto sommato bene dal Giro d’Italia. I ragazzi infatti sono stati ogni giorno in fuga e questo gli ha permesso di salire per due volte sul podio finale di Milano: con Simon Pellaud per la classifica dei traguardi volanti e con Mattia Bais per i chilometri in fuga. Tra le grane di questo fine stagione, l’uscita di Androni Giocattoli non è certo la notizia migliore, anche se Savio si guarda bene dal drammatizzare.

«Un’azienda svizzera – spiega – era molto interessata, ma alla luce del covid hanno congelato le sponsorizzazioni. Altre due aziende hanno valutato le richieste, ma dovremo approfondire. Una è la Work Service. E poi speriamo sempre di poter parlare ancora con Androni. Potremmo aspettare gennaio, perché la copertura per i corridori che abbiamo c’è già con Sidermec e gli altri. Comunque le garanzie all’Uci sono state date tutte per avere la licenza. Spero però di concludere per novembre, per tranquillità e anche per ragioni logistiche».

Manuel Belletti, tricolore 2020, Cittadella
Belletti ai campionati italiani. Per lui niente Giro a causa di risultati opachi
Manuel Belletti, tricolore 2020, Cittadella
Belletti fuori dal Giro per pochi risultati
Savio, come va?

Siamo qua fra restrizioni e dubbi. Il progetto è sempre quello di continuare con la filosofia dei giovani, adottata tre anni fa, che ci ha permesso di lanciare sei corridori nel WorldTour. Ballerini, Vendrame, Sosa, Bernal, Cattaneo e Masnada (nella foto di apertura Savio è al Giro dell’Appennino del 2019 con Mario Androni e gli ultimi due corridori, ndr).

Quindi da quali nomi partiamo?

Partiamo da Jerman Ziga, uno sloveno di 22 anni che mi è stato presentato da Andrej Hauptman. Mi ha detto di aver avuto due giovani forti di recente: Pogacar e Ziga. Nel 2018 ha vinto la Gand-Wevelgem under 23 e poi è andato alla Groupama Continental.

E poi?

E poi Leonardo Marchiori, che era alla Ntt Continental e ha vinto la Firenze-Empoli. Altri li stiamo monitorando, per chiudere il buco lasciato da Conca e Colleoni. Però ho nel mirino un giovanissimo colombiano che vale più di Conca.

E poi ci sono quelli del Giro 2020, no?

Tutti confermati. Sono giovani e aver fatto il Giro produrrà certo un miglioramento. Cepeda è un bambino. Mattia Bais è davvero un atleta interessante: vi pare facile vincere la classifica dei chilometri in fuga? Il vecchio del gruppo è Pellaud, che ha 25 anni. E’ quello con il peso specifico più elevato, sul piano tecnico/sportivo e quello della comunicazione.

Chi meglio conosce Bais dice che se fosse andato in fuga con maggior lucidità avrebbe potuto giocarsi una vittoria.

Noi abbiamo l’obbligo di provarci per la visibilità, ma anche perché se aspettassimo i migliori, avremmo davanti tanti corridori più forti di noi.

In effetti, la differenza con le squadre WorldTour è stata notevole.

Enorme. Vuoi perché avevano fame e quindi hanno dato il massimo, vuoi perché il nostro è un budget di 2,5 milioni, il loro parte da 18. Se hai soldi, fai quello che vuoi. Altrimenti peschi corridori giovani e selezioni obiettivi alla tua portata. L’attacco quotidiano è il solo modo per provare a vincere.

Jefferson Alexander Cepeda, Giro d'Italia 2020
Jefferson Alexander Cepeda ha 22 anni
Jefferson Alexander Cepeda, Giro d'Italia 2020
Jefferson Cepeda ha 22 anni
E qui arriviamo alla selezione degli uomini del Giro…

Abbiamo portato giovani non appagati. Abbiamo fatto scelte impopolari, non portando al Giro Belletti, Gavazzi, Pacioni e Rivera. Sarebbero rimasti ad aspettare il finale e non è quello che volevo. Belletti non vince in volata con Gaviria e Demare e magari restando in gruppo, condiziona i più giovani. A loro abbiamo mandato anche una lettera per dirgli che non li avremmo confermati.

Qualcuno dice che non sono stati portati perché si sono ribellati al taglio degli stipendi durante il lockdown.

Non è vero. Sono voci maligne e invidiose. Per il discorso stipendi magari qualcuno si è lamentato. Però abbiamo detto che, al pari delle vecchie premondiali, avremmo fatto la squadra del Giro fra coloro che fossero andati bene nelle gare precedenti. Lo sapevano tutti. Nessun conto del palmares, ma avremmo guardato il rendimento nelle corse. E il rendimento di quei corridori è stato carente.

Pare che Rivera andasse forte.

Ma noi non lo avevamo già confermato. E’ un corridore di grandi potenzialità fisiche espresse però in laboratorio. Ha vinto la tappa regina del Tour of Langkawi grazie al gruppo arrivato compatto sotto l’ultima salita. Si è ritirato alla Tirreno. Ha bisogno di trovare il suo equilibrio.

Avete dovuto discutere?

Abbiamo avuto una trattativa. Con qualcuno abbiamo discusso perché non era d’accordo, ma io dirigo una squadra e porto al Giro quelli che danno garanzie.

Che fine ha fatto Venchiarutti?

E’ stato sfortunato. Ha corso poco e in condizioni critiche, ma credo che il prossimo anno si farà vedere.

Savio avrebbe preso Visconti se fosse stato Reverberi?

Diciamo che Bruno ha avuto pochi risultati negli ultimi anni, basta guardare la classifica di Coppa Italia, quella Uci o quella dello Europe Tour. Hanno cercato sul mercato e trovato un corridore in grado di fargli risultato.

Tu lo avresti preso?

Non cerco corridori di esperienza. Se uno è più vecchio che esperto, di solito porta più teoria che pratica. E poi il corridore anziano non è sempre contento dei giovani e dei loro risultati. 

Perché Androni va via?

Una situazione personale, per la quale ha perso entusiasmo per il ciclismo. Poi il covid che ha fermato la produzione. Ci sono state grandi discussioni all’inizio dell’anno che per fortuna poi si sono chiarite.