Fisioradi e Rosti: la divisa celebrativa di due eventi top

23.06.2022
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In occasione di due prossimi ed importati eventi ciclistici che nei primi dieci giorni di luglio si svolgeranno sul territorio della provincia di Pesaro Urbino, Fisioradi Medical Center – che di entrambe riveste il ruolo di sponsor – ha disegnato e realizzato, in collaborazione con Rosti, un completo da ciclismo celebrativo ed in edizione limitata.

La divisa intende celebrare la prima edizione della corsa per Allievi Rossini-Raffaello Memorial Marco Ragnetti di domenica 3 luglio e il tentativo di record mondiale di “everesting” consecutivi da parte di Zico Pieri. Quest’ultimo è in programma la settimana successiva nel comprensorio Alte Marche. La maglia è il modello Giro, il top di gamma della collezione estiva Rosti. La stessa che il maglificio lombardo fornisce ai professionisti della Ag2r Citroen, Drone Hopper Androni Giocattoli e ai giovani della Colpack Ballan. Il tessuto utilizzato ha un modulo elastico multidirezionale per una vestibilità ottimale durante attività agonistiche intense. Le tasche sono ben sei (3 in rete aggiunte come optional), e sulla stessa maglia sono previsti degli inserti rifrangenti. La zip è lunga e nascosta, mentre le maniche sono realizzate a taglio vivo “cold cut”. I tessuti impiegati fanno parte tutti della serie “native”di Sitip, e sono composti da filati in poliestere ricalato. 

C’è anche la salopette

La salopette abbinata a questa bellissima maglia è il modello Boost di Rosti. Un prodotto che rappresenta il massimo in termini di qualità e performance che il brand stesso propone per l’agonismo. Anche qui, gamba e bretelle (“ultralight” e personalizzate) sono a taglio vivo senza nessun silicone aggiunto. Il fondello è il modello Sky a densità multiple: il top per le lunghe distanze.

Zico Pieri tenterà una nuova impresa cercando di battere il record di “everesting” consecutivi
Zico Pieri tenterà una nuova impresa cercando di battere il record di “everesting” consecutivi

Diventerà una classica

La prima edizione della Rossini-Raffaello Memorial Marco Ragnetti, organizzata dall’ASD Ciclo Ducale del presidente Gianfranco Fedrigucci, verrà disputata domenica 3 luglio. Partenza dalla piazza del Popolo a Pesaro ed arrivo fissato proprio sotto il Palazzo Ducale di Urbino. Ottanta saranno i chilometri, per una manifestazione ciclistica riservata alla categoria Allievi che ha la giusta ambizione di diventare col passare degli anni una vera e propria classica del calendario.

«Questo nostro nuovo evento – ha dichiarato Maurizio Radi, il titolare del Fisioradi Medical Center – vuole essere si un progetto prettamente agonistico, ma anche uno strumento di promozione territoriale e di corretto avviamento allo sport, alla cultura e ad uno stile di vita sano per ragazzi che, come Allievi, hanno una fascia di età compresa tra i 15 e 16 anni».

Gianfranco Fedrigucci, Presidente ASD Ciclo Ducale
Gianfranco Fedrigucci, Presidente ASD Ciclo Ducale

Zico sul Petrano

Dal 28 giugno fino a domenica 10 luglio sarà il momento delle Alte Marche. Nel corso di queste due settimane, tutto il territorio vivrà difatti un frangente di importante promozione e sinergia supportando il tentativo di record mondiale di Zico Pieri – iniziativa appunto denominata Alte Marche Unlimited – impegnato a scalare consecutivamente le impegnative asperità del Monte Petrano. Da battere sarà il primato assoluto al mondo di “everesting” consecutivi. Eventi sportivi, spettacoli e meravigliose escursioni faranno “compagnia” e saranno di contorno alla durissima impresa di Zico, con l’auspicio di poter festeggiare assieme a lui in piazza a Cagli la sera del 10 luglio la conquista di un altro fantastico record!

Fisioradi

Rosti

Visit Alte Marche

Fisioradi: la formazione dei giovani, con Marco nel cuore

31.03.2022
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“La forza mentale per vincere sia nella vita che nello sport”. E’ questo il titolo dell’incontro di formazione andato in scena appena qualche giorno fa presso la nuova struttura del Fisioradi Medical Center di Pesaro. Si tratta solo dell’ultimo dopo quelli riservati alla più corretta manutenzione della bicicletta e alla consapevole integrazione alimentare sportiva.

A condurre la serata ha pensato il “mental coach” marchigiano Giacomo “Zico” Pieri, da tempo collaboratore di Fisioradi ed artefice l’anno scorso dell’incredibile impresa Stelvio Unlimited che lo ha impegnato nella scalata – per ben 30 giorni consecutivi – del versante ovest della “montagna-mito”, quello per intenderci dal centro di Bormio conduce fino su in cima a  quota 2.757.

Foto di gruppo in occasione della serata che si è svolta presso Fisioradi
Foto di gruppo in occasione della serata che si è svolta presso Fisioradi

L’incontro

Ad occupare i posti preparati per l’incontro ci hanno pensato i ragazzi, accompagnati dai loro genitori, di due conosciute squadre ciclistiche giovanili del territorio. Si trattava degli Esordienti dell’SCD Alma Juventus Fano e gli Allievi del Velo Club Cattolica.

Nel corso del proprio intervento, Pieri ha avuto la possibilità di raccontare a tutti i presenti quanto la motivazione e la forza mentale siano determinanti nella prestazione in bicicletta. Quanto sia fondamentale avere un’attitudine positiva che parta con il riconoscere ed accettare i propri limiti e che che successivamente tenda a superarli. Il mondo sportivo, quello del ciclismo in modo particolare, si basa moltissimo sull’allenamento fisico, sulla preparazione atletica da ottimizzare in vista degli appuntamenti dove si vuole essere competitivi. Spesso però si tralascia quello che è il tema della motivazione e della forza mentale che di pari passo va conosciuta, riconosciuta e successivamente “allenata”…

Giacomo Pieri e Maurizio Radi insieme in bicicletta
Giacomo Pieri e Maurizio Radi insieme in bicicletta

Forza mentale, una risorsa

La serata Fisioradi si è poi arricchita di importanti testimonianze. Maurizio Radi, che del centro medico è il fondatore, ha raccontato quello che il ciclismo gli ha trasferito per poi affermarsi nel mondo del lavoro. Ma anche di quanto la forza mentale e la determinazione nel voler raggiungere un obiettivo lo abbiano spronato a superare i diversi ostacoli che la vita a tutti noi naturalmente riserva.

A seguire, hanno preso la parola Andrea Casadei e Riccardo Tondi, entrambi sfortunatamente segnati da un brutto incidente che quale conseguenza li ha privati di un arto… I due ospiti hanno raccontato quanto un’esperienza così negativa abbia permesso loro di esprimere un potenziale sportivo incredibile. Facendo capire quanto la determinazione e il non porsi limiti gli abbia portati a gareggiare con la maglia azzurra della nazionale italiana per le discipline nelle quali sono impegnati: nello specifico il ciclismo e lo snowboard paralimpico.

La nuova sede del Fisioradi Medical Center
La nuova sede del Fisioradi Medical Center

Un ricordo speciale

Ma il momento più significativo della serata si è vissuto alla conclusine dell’incontro, quando dalla platea si è voluto ricordare Marco Ragnetti. Il giovane sedicenne compagno di squadra dei ragazzi della SCD Alma Juventus Fano venuto a mancare appena qualche settimana fa a causa di un incidente stradale mentre si recava a scuola. Tutti gli intervenuti, a partire dal papà Sergio, presente in sala, hanno ricevuto e indossato una maglietta speciale, fatta preparare appositamente da Maurizio Radi. Una maglietta e un pensiero profondissimo per ricordare Marco, rappresentato attraverso una bellissima foto in sella alla propria bicicletta… il ciclismo, la sua passione.

E proprio a Marco Ragnetti verrà dedicata il 3 luglio la prima edizione della Rossini-Raffaello, una nuova gara promossa ed organizzata dalla stessa SCD Alma Juventus e riservata alla categoria Allievi. L’evento giovanile vedrà la partenza da Pesaro e l’arrivo ad Urbino – unendo così due siti culturali UNESCO meravigliosi – con passaggi per Caʼ Gallo, Fermignano e con l’inserimento dell’ultima ed impegnativa salita di Caʼ Lagostina. Dunque tutti insieme… con Marco.

Fisioradi

Radi: «Bernal potrà tornare al top. Ma la strada sarà lunga»

02.02.2022
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Da appassionati di ciclismo, siamo tutti col fiato sospeso per quel che sarà l’esito di Egan Bernal. Il terribile incidente capitato al re del Giro 2021 sul finire di gennaio pone delle serie questioni sul suo futuro da atleta e forse non solo.

Ce la farà a recuperare? E come? Quali sono i problemi maggiori?

Dalla Colombia sono giunte notizie davvero inquietanti. Il quadro clinico che è stato reso noto recitava: trauma al pneumotorace, lussofrattura delle vertebre T5 e T6 con ernia discale traumatica, frattura del secondo metacarpo della mano destra, fratture alla bocca e fratture di varie costole.
Bernal, oltre ad essere stato in terapia intensiva ed aver rischiato di restare paraplegico al 95%, ha subìto quattro operazioni principali: un’intervento maxillo-facciale per la bocca, la stabilizzazione di sei vertebre (da T3 a T8), osteosintesi del metacarpo e l’intervento al polmone. E un altro dovrà affrontarlo nelle prossime ore, a livello della colonna cervicale. Insomma non è poco.

Noi vogliamo capirne di più con l’aiuto di un medico, di un fisioterapista, osteopata, chiropratico, chinesiologo quale Maurizio Radi, titolare di un importante centro riabilitativo e di preparazione, il Fisioradi Medical Center a Pesaro.

Maurizio Radi, titolare di Fisioradi Medical Center
Maurizio Radi, titolare di Fisioradi Medical Center
Maurizio, la prima domanda è quella che tutti si pongono: riuscirà Bernal a tornare quello di prima o quantomeno a tornare alla sua normalità di uomo?

Con un atleta di questo calibro si dà quasi per scontato che possa recuperare totalmente, quindi ci si chiede se tornerà il corridore. Premetto che, per fare delle considerazioni precise bisognerebbe conoscere a fondo il suo quadro clinico. E che tipo di interventi ha subìto, soprattutto per quanto riguarda la rotula e le vertebre.

Sì è detto che ha rischiato di restare paraplegico…

È un qualcosa che può starci, quando si danneggiano tante vertebre. Se il trauma ha riguardato un tratto di vertebre specifico, un eventuale schiacciamento midollare può essere così importante da impedire poi il movimento. In situazioni così difficili si fanno tutte le considerazioni del caso. Però se questo è stato scongiurato già è un bel passo avanti. Dobbiamo pensare che l’atleta ha un’altra mentalità, un altro spirito.

Questo è vero…

L’atleta ragiona già per ritornare ad essere un corridore, non solo a stare bene. Di certo ce la metterà tutta. Vorrà tornare il prima possibile. Questa è la sua forza e al tempo stesso la gara a tappe più dura da vincere. In passato ci sono stati casi simili. Anche di Pantani si diceva che dopo l’incidente della Milano-Torino non potesse più tornare quello di prima.

Bernal a terra in seguito all’incidente avuto con l’autobus fermo. Era in sella alla bici da crono (foto Twitter)
Bernal a terra in seguito all’incidente avuto con l’autobus fermo. Era in sella alla bici da crono (foto Twitter)
Però abbiamo visto che il ciclismo è cambiato molto da allora. Tutto è più estremizzato. Froome per esempio sembra non essere più quello di una volta…

Vero, però Froome quando ha avuto il suo incidente già era in una “fase discendente” della sua carriera. Era più in là con gli anni. E dobbiamo considerare che fin quando ha vinto non ha mai avuto infortuni importanti in precedenza, tutto era filato liscio per lui. Altra considerazione da fare è che quando è rientrato si è ritrovato con dei bei “corridorini” sulla sua strada.

Quale dei suoi interventi ti preoccupa di più?

Come ho già detto, senza un quadro clinico preciso è difficile da poter dire, ma di primo acchitto potrei rispondere le vertebre. Lui ha rotto le T3 e T8 e nel contesto sono forse le meno peggio. E poi, lussazione e frattura: è qui che Bernal ha rischiato di restare paralizzato. In più, se ben ricordo, Bernal già soffriva di mal di schiena. Guardiamo Van der Poel: sembrava tutto passato, poi appena ha ripreso a correre è rimbalzato.

In tanti invece hanno puntato il dito sulla rotula, perché?

La rotula è un punto cardine del ginocchio, ma direi proprio di tutta la pedalata. Dobbiamo vedere se è una frattura composta o no ed eventualmente com’è andato l’intervento. Se pensiamo alla pedalata, la rotula è la parte biomeccanica più importante. Quando si spinge tutta la forza passa da lì. Se pensiamo che il quadricipite arriva fin sulla rotula e sulla tuberosità tibiale, questa fa da articolazione appunto fra tibia e femore. E quello è un punto dove si scarica molta energia.

La parte delle vertebre toraciche interessate nell’incidente di Bernal
La parte delle vertebre toraciche interessate nell’incidente di Bernal
E il resto dal pneumotorace all’intervento maxillofacciale?

Il pneumotorace mi preoccupa meno. In generale dà meno noia. Sì, è grave ma un atleta come lui lo recupera bene. La frattura del malleolo la supera e quella maxillofacciale è una bella rottura di scatole per lui. Per un mese non potrà mangiare.

Quindi più o meno quando potremmo rivedere Bernal? Questa stagione è andata?

Credo che il 2022 gli servirà per ritrovarsi. Magari, verso ottobre potremmo vederlo in sella se tutto dovesse filare liscio. E, perché no, anche in qualche gara visto che ormai si corre fino a fine ottobre, anche se sarà difficile e di certo non mi aspetto che vinca. Certi atleti sanno tirare fuori anche quello che non ti aspetti e loro stessi non si aspettano.

Ma potenzialmente Bernal può tornare al 100%?

Domanda da un milione di dollari! Come ho già detto mentalmente può farcela e sono certo che darà il massimo. Bisognerebbe sapere cosa ha avuto nel dettaglio, ma stando alle informazioni che abbiamo direi di sì: potenzialmente potrebbe tornare quello che era. Il mio dubbio principale riguarda le vertebre. Però è anche vero che Bernal ha il vantaggio di essere un ciclista. Fosse stato un podista o un calciatore sarebbe stata più complicata. Di certo ci sarà molto da lavorare: il suo recupero riguarderà molti professionisti sanitari, da medici specialisti, neurochirurghi, ortopedici, medici dello sport, per poi passare nelle mani di fisioterapisti, biomeccanici, preparatori, osteopati, psicologi… Sarà una bella sfida medica e anche molto interessante.

L’evoluzione dell’altezza di sella, parola al biomeccanico

02.12.2021
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In questi anni abbiamo assistito ad un’evoluzione di tutto: alimentazione, materiali, posizioni. E su quest’ultimo fronte la variazione più significativa riguarda l’altezza di sella. Ad un primo impatto sembra che tale misura si sia accorciata, cioè che i pro’ pedalino più bassi rispetto a dieci o venti anni fa.

Tra i primi a mostrarci in modo marcato il suo pedalare basso fu Alberto Contador: da certe immagini era davvero palese. Lo spagnolo fu tra i primi a mulinare rapporti cortissimi, ad andare agile da una parte e ad avere la sparata col rapportone dall’altra. Si vedeva che era frutto di un nuovo ciclismo, riferendoci a quegli anni chiaramente.

E allora come è cambiata l’altezza della sella? Cerchiamo di capirlo con l’aiuto di Alessandro Mariano, uno dei biomeccanici a più a stretto contatto con i professionisti del gruppo.

Michal Kwiatkowski è tra coloro che pedalano più bassi. E come lui il suo compagno Carapaz
Michal Kwiatkowski è tra coloro che pedalano più bassi. E come lui il suo compagno Carapaz

Cambiamento in generale

«Selle abbassate? Direi “ni” – esordisce Mariano – dipende dai punti di vista. Rispetto al passato se si confrontano l’apparato muscolo-scheletrico dei corridori non sempre si tende ad abbassarla. Alcuni soggetti addirittura l’hanno alzata. In linea di massima però è vero: un po’ ci si è abbassati. Parliamo di millimetri e non centimetri. Potrei dire sui 4-5 millimetri mediamente, ma c’è anche chi è arrivato a 6 e chi invece si è fermato a 3».

Mariano porta subito il discorso a livelli più elevati. E presto scopriamo che il tema è a dir poco vasto.

«Facciamo un confronto con i corridori degli anni 2000-2010: da quel periodo sono cambiati allenamenti e alimentazione e di conseguenza anche morfologicamente l’atleta è molto diverso. Se guardiamo ai corridori di quel periodo sembrano degli amatori. Anzi, oggi un amatore è più tirato. Anche il lavoro muscolare e i muscoli stessi cambiano. Cambiano le cadenze e inevitabilmente anche l’altezza di sella ne risente».

Alessandro Mariano Fisioradi
Alessandro Mariano lavora anche nel centro Fisioradi di Pesaro
Alessandro Mariano Fisioradi
Alessandro Mariano lavora anche nel centro Fisioradi di Pesaro

Non c’è una regola fissa

Per Mariano tutto è collegato. Impossibile analizzare la sola distanza fra il centro del movimento centrale e la parte superiore della sella. Almeno per lui e per il suo modo di “operare”.

«Sono cambiati gli angoli di spinta. Ma se non fosse cambiato l’aspetto muscolare, l’altezza sarebbe rimasta la stessa. In tutta questa evoluzione c’è chi l’ha abbassata, ma c’è anche qualcuno (pochi) che l’ha alzata.

«Non c’è una tipologia di corridore che alza e una che abbassa. Non è che un velocista la alza e uno scalatore l’abbassa, ecco. Dipende sempre dal soggetto. Dico questo perché io uso l’elettromiografo per capire la posizione col miglior rendimento. Si tratta di mettere tutti i distretti in condizione di lavorare al meglio tra loro».

Oggi le selle sono cambiate e sempre più corridori utilizzano quelle più corte
Oggi le selle sono cambiate e sempre più corridori utilizzano quelle più corte

Rapporti e selle

Come detto sono molti i fattori che influenzano tale quota. Per noi uno dei più importanti è legato ai rapporti, ma per Mariano nessun fattore è distaccato dagli altri o incide di più. 

«Oggi si usano rapporti più corti – dice Mariano – quindici anni fa era impensabile che un po’ utilizzasse un 34×28. Di conseguenza sono cambiate le tabelle di allenamento e le cadenze, più elevate. Quanto incidono quindi i rapporti? Non più di altri fattori. Sì, può variare un po’ da soggetto a soggetto: magari per un atleta l’allenamento incide il 30 per cento e i rapporti il 40 per cento, per un altro contano entrambi il 3%… Più o meno il peso è uguale per ogni fattore.

«E poi sono cambiate le selle. Senza tornare indietro alla preistoria, fino a qualche anno fa le selle si allungavano indietro e di conseguenza si allargavano nella parte posteriore. Adesso invece si allargano prima, si ha un limite meccanico (un punto di appoggio, ndr). Quando dico si allargano intendo il famoso centro anatomico, anche se io preferisco chiamarlo il punto dove si ferma il bacino. 

«Questa misura mediamente viene individuata a 72 millimetri, ma dai vari test che ho fatto per qualcuno avanza un po’ (68 millimetri) e per altri arretra (73-74 millimetri). Dipende dal bacino».

Tutto ciò porta a pedalare, in teoria, più avanzati e già questo basterebbe a ridurre, seppur di poco l’altezza di sella. Ma poi come dice Mariano è l’insieme che conta. E’ importante collegare tutti i distretti. Stare più avanti di sella magari implica un cambio anche della posizione sul manubrio (per lunghezza e altezza). E a catena tutto il resto.

Purito (Rodriguez) impegnato nella crono finale del Giro 2012. La sua posizione fu stravolta prima del via da Mariano
Rodriguez nella crono finale del Giro 2012. La sua posizione fu stravolta prima del via da Mariano

E a crono?

«Contro il tempo il discorso cambia un po’- riprende Mariano – a livello di utilizzo muscolare potrei dire che è un altro sport. Tuttavia l’incidenza dei fattori citati in precedenza (alimentazione, allenamenti, muscolatura, selle) più o meno è la stessa. Con un cronoman puro puoi ottimizzare al massimo e osare anche posizioni più estreme. Con un uomo di classifica che invece deve andare forte anche il giorno dopo, devi trovare un buon compromesso, altrimenti nella tappa successiva paga. Se invece è l’ultima frazione allora puoi estremizzare anche con l’uomo di classifica. E lo mando forte…

«Se mi è successo? Sì e più di qualche volta. Con Joaquim Rodriguez, per esempio. Nell’ultima tappa del Giro d’Italia che vinse Hejsedal per soli 12” su di lui. Quella volta stravolgemmo la posizione prima della crono finale e Purito fece la crono della vita, ma non bastò. Diciamo che quell’anno fu sfortunato perché fu l’unica volta in cui tolsero gli abbuoni in salita, altrimenti avrebbe vinto quel Giro con un bel distacco».

Fisioradi e Ca’ Virginia: le Marche, la bici e una visione comune

30.11.2021
3 min
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Fisioradi Medical Center e Cà Virginia Country House: due realtà imprenditoriali marchigiane, molto diverse tra loro, che da sempre strizzano l’occhio al ciclismo. Due amici – Maurizio Radi e Giacomo Rossi – che condividono la passione per le due ruote e ideando appuntamenti dove la bicicletta è assoluto protagonista.

L’evento “Serata di grande ciclismo” si è svolto nella splendida cornice di Cà Virginia, un rustico padronale dei primi del XIV secolo
La serata si è svolta nella cornice di Cà Virginia

Serata di grande ciclismo

Proprio come avvenuto venerdì 26 novembre in occasione di una bellissima cena, andata rapidamente “sold out” e denominata “Serata di grande ciclismo”. Che nella magnifica struttura del Cà Virginia ha visto come protagonisti alcuni giovani campioni con idee ben chiare sui propri (ambiziosi) obiettivi. Tra questi – tutti premiati – Giovanni Carboni (foto di apertura), Gianmarco Garofoli, Gidas Umbri e Alice Palazzi, ai quali si sono affiancati anche alcuni ex professionisti sempre marchigiani come Andrea Tonti e Federico Canuti. La serata ha anche consentito la raccolta di fondi devoluti alla Marina Romoli Onlus. Un’associazione presieduta dalla stessa Marina Romoli, anch’essa presente al Cà Virginia, per sensibilizzare il tema della sicurezza stradale.

Durante la serata c’è stata una raccolta fondi per la Onlus Marina Romoli
C’è stata anche una raccolta fondi per la Onlus Marina Romoli

Sinergia e passione

Il Cà Virginia Country House, un rustico padronale dei primi del XIV secolo ristrutturato con sostenibilità e attenzione ai dettagli all’ecologia e all’ambiente. Si trova lungo la Valle del fiume Foglia, tra Pesaro e Urbino. La sua posizione , a pochi chilometri dalla città patrimonio UNESCO di Urbino, rappresenta un importante valore aggiunto per poter rendere una vacanza in bici nelle Marche al tempo stesso rilassante, memorabile e speciale.

Fisioradi Medical Center è invece da ben 25 anni un sinonimo di salute a Pesaro. Un nuovissimo poliambulatorio quello coordinato da Maurizio Radi, recentemente inaugurato, attrezzato, e realmente all’avanguardia, dove convergono ogni giorno alcuni dei migliori specialisti della Regione, ma non solo…

Medicina dello sport (con l’originale protocollo “Scienza e salute del ciclista”), nutrizione e dietetica, cardiologia, ossigeno-ozonoterapia, chirurgia estetica, agopuntura, urologia e andrologia, ematologia, riabilitazione e fisioterapia: Fisioradi Medical Center rappresenta un partner sicuro per un futuro… in salute.

Fisioradi.it

Cavirginia.it

Fisioradi con Zico Pieri: evento sul “coaching” riuscito!

26.10.2021
3 min
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Il weekend del 22-23 ottobre scorso ha permesso lo svolgimento di un evento – riuscito – organizzato dal Fisioradi Medical Center di Pesaro. Un incontro al quale abbiamo anche avuto la possibilità di partecipare in prima persona.

Forza mentale motore del successo…

Il “primo tempo” di questa due giorni organizzata da Maurizio Radi, che del Fisioradi Medical Center è il titolare, ha fatto convergere presso la nuova struttura del centro decine di appassionati ciclisti. Ma non solo, per ascoltare il Mental Coach Zico Pieri. “La forza mentale per vincere nella vita come nello sport”: questo il titolo della serata che ha messo una volta di più al centro dell’attenzione la grande iniziativa “Stelvio Unlimited” che lo stesso Zico Pieri ha portato a termine la scorsa estate.

A sinistra il mental coach Zico Pieri, al suo fianco Maurizio Radi titolare del Fisioradi Medical Center
A sinistra il mental coach Zico Pieri, al suo fianco Maurizio Radi

Di cosa si è trattato? Per trenta giorni – dal 17 giugno al 17 luglio scorso – Pieri ha scalato consecutivamente sempre una stessa salita. Non una qualunque, ma quella mitica che da Bormio porta al Passo dello Stelvio a quota 2.757 metri. 21,5 chilometri con un dislivello positivo di ben 1.532 metri.

«Trenta giorni di immersione totale alla ricerca delle mie potenzialità fisiche e mentali – ci ha lui stesso confidato – senza vincoli, in piena libertà e in piena connessione con la natura. Ho pedalato tutti i giorni, partendo intorno alle 4 per poi rientrare a tramonto inoltrato. Cena, ghiaccio, massaggio e via a letto per una dormita che non è mai durata oltre quattro ore. Per la mia impresa ho potuto contare su un amico che da subito ha creduto nel progetto e che effettivamente mi ha supportato alla grande. Parlo di Daniele Schena, il titolare dell’Hotel Funivia di Bormio e meglio conosciuto come Stelvio Man: senza alcun dubbio il miglior conoscitore del Re Stelvio al mondo».

La nuova sede del Fisioradi Medical Center: a Pesaro e inaugurata appena un mese fa!
La nuova sede del Fisioradi Medical Center: a Pesaro e inaugurata appena un mese fa!

Appuntamento da ripetere

La seconda parte di evento è invece trascorsa… in bicicletta: proprio come piace allo staff Fisioradi. Appuntamento mattutino presso il parcheggio della nuovissima sede del centro medico, adesso nel quartiere pesarese di Vismara, e poi via “a passo tranquillo” lungo le strade del lungomare e poi dell’entroterra tra Marche e Romagna. Un’occasione importante, offerta a tutti coloro che hanno partecipato all’incontro della sera precedente, per poter scambiare qualche battuta col sempre disponibile Zico su un tema delicato ed attualissimo quale quello appunto della forza mentale. Al rientro un ricco buffet ha atteso e… soddisfatto tutti coloro che hanno trascorso la mattinata in bicicletta.

«Sono felice della collaborazione e dell’amicizia che mi lega a Maurizio Radi. Lui sa, e ha sempre ammesso, quanto sia importante il cosiddetto motore-testa nella vita, nel lavoro e poi nello sport. Questo che abbiamo organizzato è stato un appuntamento che certamente riprogrammeremo. La nuova sede del Fisioradi Medical Center è poi davvero ideale per questo genere di iniziative, consentendo di potervi partecipare comodamente giungendo ad esempio anche dalla vicina Romagna… una vera e propria patria di ciclo amatori».

Fisioradi

Si avvicina il “fine lavori” del nuovo Fisioradi Center

17.07.2021
3 min
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Lavori in via di conclusione per la nuova, bellissima sede del Fisioradi Center: il poliambulatorio specialistico multifunzionale e centro di riabilitazione con sede a Pesaro. E proprio a Pesaro, tra la fine agosto e i primi di settembre la struttura di Maurizio Radi traslocherà nella sua nuova “casa” in Via Lambro, nel quartiere Vismara.

Il progetto del nuovo centro di Via Lambro
Il progetto del nuovo centro di Via Lambro

Ristrutturazione da record

«Il nuovo centro – ha dichiarato a bici.PRO Maurizio Radi – fornirà moltissimi servizi in più. Soprattutto quelli che riguardano lo sport, e il ciclismo in particolare, che rimarrà un pilastro fondamentale della nostra attività. Anzi, rilanceremo. Offriremo servizi non solo da un punto di vista strettamente sanitario. Ci stiamo difatti organizzando per poter offrire ai nostri pazienti una copertura a 360 gradi».

La realizzazione del nuovo Fisioradi Center ha inoltre segnato un record del tutto particolare. Pensate, la progettazione ha avuto inizio ai primi giorni di settembre del 2020 (l’Architetto che segue i lavori è Ferdinando Leoni), mentre il cantiere per l’effettivo “start” dei lavori è partito il 15 marzo scorso. Ebbene, per poter consegnare la struttura entro il mese di luglio spesso hanno lavorato simultaneamente in cantiere anche 32 operai! 

Un altro rendering degli interni del centro di Pesaro
Un altro rendering degli interni del centro di Pesaro

Efficienza energetica totale

Il nuovo Fisioradi Center sorgerà sulle ceneri di un vecchio capannone artigianale. Gli uffici sono collocati al piano superiore della palazzina principale. La diagnostica (Raggi X, Mammografia, TAC, Risonanza Magnetica, MOC) invece andrà in quello inferiore.

Nell’area posteriore occupata dal precedente capannone troveranno spazio gli ambulatori, mentre nella parte nuova verranno collocate le vasche terapeutiche. Il nuovo edificio è stato completamente ristrutturato seguendo le pratiche più aggiornate sia in tema di adeguamento sismico (l’intera struttura è slegata nei quattro settori) che di efficientamento energetico. Sono stati installati pannelli fotovoltaici sulla copertura ed è stato creato un notevole cappotto termico attorno alla struttura.

Con Fisioradi benessere garantito per tutti: dal professionista all’amatore
Con Fisioradi benessere garantito per tutti: dal professionista all’amatore

Fisioradi: crescita senza sosta

Il Poliambulatorio Fisioradi Center è nato nel 2001 a Pesaro grazie all’intuizione di Maurizio Radi (fisioterapista, osteopata, chiropratico, chinesiologo). L’obiettivo era di strutturare il centro in maniera completa al fine di poter liberare dal dolore chiunque si affidasse alle sue mani, garantendo ai pazienti di ritornare nel più breve tempo possibile alla propria vita.

Il centro è stato ben presto frequentato da campioni di basket e ciclismo, oltre che da professionisti del calcio, del volley e del rugby. Spinto dalla volontà di creare qualcosa di importante, con il passare degli anni, Radi ha pensato di creare un centro innovativo. Un centro che in questi 20 anni ha subito una costante crescita e diverse ristrutturazioni per potersi mantenere sempre… un passo avanti.
Oggi, gli specialisti medici “in squadra” con Fisioradi Center sono oltre quaranta, andando a coprire la maggior parte delle branche e rappresentando così un vero e proprio punto di riferimento sul territorio per quanto riguarda la salute delle persone.


fisioradi

Stelvio Unlimited Zico Pieri

Stelvio Unlimited: per Zico Pieri un sostegno importante

17.06.2021
3 min
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Il Country House Cà Virginia, una delle strutture alberghiere più raffinate delle Marche, nonché riconosciuto ed attrezzatissimo bike hotel fra i migliori d’Italia, ha rappresentato la location ideale per la recente presentazione del progetto Stelvio Unlimited: la nuova impresa in bicicletta ideata ed organizzata da Giacomo “Zico” Pieri.

Scoprire nuovi limiti

Ed è proprio dietro questa parola – “Unlimited” – che si svela la vera essenza di Zico. La sua voglia di miglioramento continuo, la sua necessità di scoprire nuovi limiti esplorando, attraverso nuove imprese decisamente fuori dall’ordinario. Il progetto Stelvio Unlimited nasce nella mente di Zico Pieri subito dopo aver concluso il quadruplo Everesting nel giugno 2019.

Uno Stelvio lungo 30 giorni

«L’ unico numero che ho deciso di associare all’evento Stelvio Unlimited è 30 – dice Zico Pieri – ovvero i giorni di durata dall’iniziativa: dal 17 giugno al 17 luglio 2021. Trenta giorni di immersione totale alla ricerca delle mie potenzialità fisiche e mentali senza vincoli, in piena libertà e in piena connessione con la natura. La volontà è quella di partire tutte le mattine intorno alle 4 e poi pedalare fino al tramonto inoltrato. Cena, ghiaccio, massaggio e via a letto per una dormita di circa quattro ore, che ritengo necessaria per tentare di resistere fisicamente e psicologicamente per 30 giorni sempre nella stessa salita: quella mitica che da Bormio porta fino in cima al Passo dello Stelvio a quota 2.757 metri (21,5 chilometri per un dislivello positivo di ben 1.532 metri)».

Il supporto di Stelvio Man

«Per la mia impresa potrò contare su un amico che da subito a creduto nel progetto e che mi supporterà alla grande. Parlo di Daniele Schena, il titolare dell’Hotel Funivia di Bormio e meglio conosciuto come Stelvio Man. Senza alcun dubbio il miglior conoscitore del Re Stelvio al mondo! Al mio fianco avrò il mio prezioso team ed i miei collaboratori, che saranno fondamentali per mantenere sempre la giusta lucidità nelle decisioni che prenderemo».

Zico Pieri si prepara per un'altra sfida sullo Stelvio
Zico Pieri si prepara per un’altra sfida sullo Stelvio
Zico Pieri si prepara per un'altra sfida sullo Stelvio
Zico Pieri si prepara per un’altra sfida che lo vedrà impegnato sul mitico Stelvio

Fondi per il Meyer e il progetto Play Therapy

E’ importante mettere in evidenza che la Stelvio Unlimited avrà anche un risvolto benefico molto significativo.
«Con i fondi che raccoglierò durante l’evento – aggiunge Zico Pieri – sosterrò il progetto Play Therapy della Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. La Fondazione Meyer da sempre porta avanti il proprio impegno nel mantenere elevato lo standard di accoglienza dei bambini e delle loro famiglie in ospedale. Questo avviene anche grazie agli interventi di Play Therapy e a tutti quei dettagli che creano intorno ai piccoli pazienti e ai loro genitori un ambiente il più sereno possibile. Il progetto Play Therapy si articola in molteplici attività fra cui la Pet Therapy, la Musica e i Clown in corsia, ma anche la LudoBiblio e l’ortogiardino».

Molti gli sponsor che supportano Stelvio Unlimited
Molti gli sponsor che supportano Stelvio Unlimited

La collaborazione + gli sponsor = la fiducia

Oltre alla preziosa collaborazione con Daniele Schena, e a quella più generale con l’Hotel Funivia, Giacomo “Zico” Pieri per poter portare a termine al meglio questa durissima iniziativa conterà sul supporto di Maurizio Radi di Fisioradi Center, del Prof. Ario Federici dell’Università di Urbino, di Spot on Bike, del fotografo Matteo Zanga e del videomaker bormiese Enrico Bigno Pozzi.
Sponsor e partner dell’evento saranno invece Montura e Rosti per l’abbigliamento, Fisioradi Center, Garmin, Enervit, Caffè Pascucci, Crainox, Groupama Assicurazioni, Italia Tartufi, Forno K2, l’Avis di Cagli, Il Gruppo Casavecchia, Rockolors, il negozio outdoor Big Wall di Fossato di Vico, Cicli Mastini Gomme, Eda Pieretti, la Easycom, Dynamic Sport e Fitness, Edil Quattro, la GBA e la pesarese EME, azienda quest’ultima ai vertici mondiali nel settore della produzione di macchinari per la riabilitazione.

L’intera Stelvio Unlimited verrà raccontata giorno-per-giorno sui profili social ufficiali di Giacomo “Zico” Pieri.

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Quei dolori alla schiena che i corridori ben conoscono

08.02.2021
4 min
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Corridori che fanno esercizi di allungamento per la schiena mentre ancora sono in sella. Si inarcano all’indietro, oppure fanno movimenti del collo. Quei 50 minuti a tutta sulla bici da crono, con la schiena inarcata a compensare la spinta delle gambe (in apertura Almeyda a Valdobbiadene, all’ultimo Giro). Le ore di sella portano con sé tutta una serie di dolorini a carico soprattutto della schiena e del collo, perché per quanto perfetta, la posizione in bicicletta non è mai troppo confortevole. Questa volta, pertanto, abbiamo chiesto al dottor Maurizio Radi, Fisioterapista e Osteopata, titolare del Centro Fisioradi di Pesaro, quali siano e a cosa siano dovuti gli acciacchi dei corridori in bicicletta. Essendo anche lui un accanito praticante, ha immediatamente colto nel segno.

La posizione in sella altera curve fisiologiche della colonna vertebrale (immagini antoninoraco.it)
La colonna sopporta curve anomale (immagini antoninoraco.it)
Il collo è in costante tensione per guardare la strada. Quali sono i muscoli o i nervi che vengono sollecitati da questa posizione? 

Per guardare avanti sulla strada, i muscoli del collo che vengono maggiormente sollecitati sono gli estensori perché la posizione non fisiologica li fa lavorare costantemente in contrazione. Inoltre la posizione in bici altera la serie delle curve fisiologiche della colonna vertebrale non solo cervicale ma anche dorsale e lombare. Inoltre dobbiamo considerare tutti i microtraumi, che si ripercuotono sulla zona cervicale e dorsale, provenienti dalla strada tipo vibrazioni e sobbalzi, che sono sempre in aumento viste le condizioni delle strade che vanno sempre più a degradarsi.

Quale tipo di massaggio o di rimedio si può adottare per essere certi che il collo recuperi scioltezza?

Prima di pensare al rimedio, consiglierei di fare tanta prevenzione cercando di lavorare sulla colonna ed i muscoli correlati con esercizi di streching, tonificazione muscolare ed esercizi di mobilità articolare. Dobbiamo iniziare a pensare che in bicicletta non si spinge solo con le gambe e quindi non dobbiamo dare per scontato che il nostro sistema osteo-articolare e muscolo-tendineo funzioni sempre perfettamente.

Tante ore in gruppo costringono l’atleta a una posizione che alla lunga si fa insopportabile
Tante ore in sella possono portare qualche fastidio
Il freddo può rendere la situazione più estrema?

Sicuramente si, basti solo vedere quante problematiche hanno quando piove o fa freddo gli stessi ciclisti professionisti. Purtroppo il corridore percepisce il freddo diversamente dagli altri sportivi, in quanto si tratta di uno sport ad alto impatto ventoso e questo porta grossi disagi all’apparato muscolo -articolare.

Qual è il massaggio che si fa di solito sulla schiena per restituirle elasticità?

Oggi conosciamo diverse tecniche di massaggio o direi meglio di terapia manuale. Io per la mia esperienza dico che vanno valutate le situazioni caso per caso. Possiamo andare da un massaggio rilassante ad un massaggio trasverso profondo a sedute di fibrolisi o graston technique, fino ad avvalersi del supporto dalla terapia strumentale (tipo Tecar, laser ecc.)

Si lavora su fasce muscolari, ma notiamo spesso il massaggiatore indugiare lungo la colonna: che cosa fa?

Il corpo umano è una macchina perfetta fatta di tanti muscoli, ossa articolazioni tutte connesse tra di loro, tutte innervate dal sistema nervoso che parte dalla colonna vertebrale dove qualsiasi individuo ha qualche sofferenza. Quindi un ciclista come già detto precedentemente, visto la postura che tiene in bicicletta per ore, la mette sotto stress sicuramente  più di altri e quindi è per questo che il massaggiatore ci lavora per tanto tempo.

Il massaggio alla schiena è alla base del recupero (foto Andrea Righeschi)
Il massaggio agevola il recupero (foto Andrea Righeschi)
I corridori parlano a volte di formicolio alle mani: da cosa dipendono?

Qui dobbiamo esaminare le possibili cause. In primis verificare che non ci siano patologie cervicali come discopatie, protusioni o ernie. Poi fare una corretta valutazione del corridore partendo dalla sua storia, analizzando se ci sono stati traumi ed infortuni in passato che possono aver lasciato conseguenze a livello fisico. Infine valutare se ci sono disequilibri posturali. Dopo aver fatto un’anamnesi e una corretta valutazione dell’atleta, consigliare anche di controllare la posizione in bici.

Il massaggio, che durante i Giri fanno tutti i giorni e nei periodi fuori corsa scende a due volte a settimana, ha la funzione di agevolare il recupero?

Sì, il massaggio per una atleta deve essere parte integrante della sua attività agonistica e non agonistica. Un buon massaggio serve sempre per un buon recupero fisico e non solo, a volte aiuta anche per recupero psicologico.

In quali dei casi precedenti potrebbe essere utile l’intervento dell’osteopata?

Sempre dopo una caduta, in quanto va verificato cosa sia successo da un punto di vista osteo-articolare. Ma direi che oramai l’intervento dell’osteopata è fondamentale prima, durante e dopo l’attività fisica.